Liturgia delle Ore - Letture
Venerdi della 4° settimana del Tempo di Pasqua
Vangelo secondo Giovanni 12
1Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti.2E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.3Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse:5"Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?".6Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.7Gesù allora disse: "Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura.8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me".
9Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.10I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro,11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
12Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme,13prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:
'Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,'
il re d'Israele!
14Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:
15'Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto sopra un puledro d'asina.'
16Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui e questo gli avevano fatto.17Intanto la gente che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli rendeva testimonianza.18Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito che aveva compiuto quel segno.19I farisei allora dissero tra di loro: "Vedete che non concludete nulla? Ecco che il mondo gli è andato dietro!".
20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci.21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: "Signore, vogliamo vedere Gesù".22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.23Gesù rispose: "È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo.24In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.25Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.26Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.27Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora!28Padre, glorifica il tuo nome". Venne allora una voce dal cielo: "L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!".
29La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: "Un angelo gli ha parlato".30Rispose Gesù: "Questa voce non è venuta per me, ma per voi.31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.32Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me".33Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire.34Allora la folla gli rispose: "Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come dunque tu dici che il Figlio dell'uomo deve essere elevato? Chi è questo Figlio dell'uomo?".35Gesù allora disse loro: "Ancora per poco tempo la luce è con voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va.36Mentre avete la luce credete nella luce, per diventare figli della luce".
Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose da loro.
37Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui;38perché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia:
'Signore, chi ha creduto alla nostra parola?
E il braccio del Signore a chi è stato rivelato?'
39E non potevano credere, per il fatto che Isaia aveva detto ancora:
40'Ha reso ciechi i loro occhi
e ha indurito il loro cuore,
perché non vedano con gli occhi
e non comprendano con il cuore, e si convertano
e io li guarisca!'
41Questo disse Isaia quando vide la sua gloria e parlò di lui.42Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma non lo riconoscevano apertamente a causa dei farisei, per non essere espulsi dalla sinagoga;43amavano infatti la gloria degli uomini più della gloria di Dio.
44Gesù allora gridò a gran voce: "Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato;45chi vede me, vede colui che mi ha mandato.46Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.47Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.48Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno.49Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare.50E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me".
Deuteronomio 22
1Se vedi smarriti un bue o una pecora di tuo fratello, tu non devi fingere di non averli scorti, ma avrai cura di ricondurli a tuo fratello.2Se tuo fratello non abita vicino a te e non lo conosci, accoglierai l'animale in casa tua: rimarrà da te finché tuo fratello non ne faccia ricerca e allora glielo renderai.3Lo stesso farai del suo asino, lo stesso della sua veste, lo stesso di qualunque altro oggetto che tuo fratello abbia perduto e che tu trovi; tu non fingerai di non averli scorti.4Se vedi l'asino del tuo fratello o il suo bue caduto nella strada, tu non fingerai di non averli scorti, ma insieme con lui li farai rialzare.
5La donna non si metterà un indumento da uomo né l'uomo indosserà una veste da donna; perché chiunque fa tali cose è in abominio al Signore tuo Dio.
6Quando, cammin facendo, troverai sopra un albero o per terra un nido d'uccelli con uccellini o uova e la madre che sta per covare gli uccellini o le uova, non prenderai la madre sui figli;7ma scacciandola, lascia andar la madre e prendi per te i figli, perché tu sia felice e goda lunga vita.
8Quando costruirai una casa nuova, farai un parapetto intorno alla tua terrazza, per non attirare sulla tua casa la vendetta del sangue, qualora uno cada di là.
9Non seminerai nella tua vigna semi di due specie diverse, perché altrimenti tutto il prodotto di ciò che avrai seminato e la rendita della vigna diventerà cosa consacrata.10Non devi arare con un bue e un asino aggiogati assieme.11Non ti vestirai con un tessuto misto, fatto di lana e di lino insieme.
12Metterai fiocchi alle quattro estremità del mantello con cui ti copri.
13Se un uomo sposa una donna e, dopo aver coabitato con lei, la prende in odio,14le attribuisce azioni scandalose e diffonde sul suo conto una fama cattiva, dicendo: Ho preso questa donna, ma quando mi sono accostato a lei non l'ho trovata in stato di verginità,15il padre e la madre della giovane prenderanno i segni della verginità della giovane e li presenteranno agli anziani della città, alla porta.16Il padre della giovane dirà agli anziani: Ho dato mia figlia in moglie a quest'uomo; egli l'ha presa in odio17ed ecco le attribuisce azioni scandalose, dicendo: Non ho trovato tua figlia in stato di verginità; ebbene, questi sono i segni della verginità di mia figlia, e spiegheranno il panno davanti agli anziani della città.18Allora gli anziani di quella città prenderanno il marito e lo castigheranno19e gli imporranno un'ammenda di cento sicli d'argento, che daranno al padre della giovane, per il fatto che ha diffuso una cattiva fama contro una vergine d'Israele. Ella rimarrà sua moglie ed egli non potrà ripudiarla per tutto il tempo della sua vita.20Ma se la cosa è vera, se la giovane non è stata trovata in stato di verginità,21allora la faranno uscire all'ingresso della casa del padre e la gente della sua città la lapiderà, così che muoia, perché ha commesso un'infamia in Israele, disonorandosi in casa del padre. Così toglierai il male di mezzo a te.
22Quando un uomo verrà colto in fallo con una donna maritata, tutti e due dovranno morire: l'uomo che ha peccato con la donna e la donna. Così toglierai il male da Israele.
23Quando una fanciulla vergine è fidanzata e un uomo, trovandola in città, pecca con lei,24condurrete tutti e due alla porta di quella città e li lapiderete così che muoiano: la fanciulla, perché essendo in città non ha gridato, e l'uomo perché ha disonorato la donna del suo prossimo. Così toglierai il male da te.25Ma se l'uomo trova per i campi la fanciulla fidanzata e facendole violenza pecca con lei, allora dovrà morire soltanto l'uomo che ha peccato con lei;26ma non farai nulla alla fanciulla. Nella fanciulla non c'è colpa degna di morte: come quando un uomo assale il suo prossimo e l'uccide, così è in questo caso,27perché egli l'ha incontrata per i campi: la fanciulla fidanzata ha potuto gridare, ma non c'era nessuno per venirle in aiuto.
28Se un uomo trova una fanciulla vergine che non sia fidanzata, l'afferra e pecca con lei e sono colti in flagrante,29l'uomo che ha peccato con lei darà al padre della fanciulla cinquanta sicli d'argento; essa sarà sua moglie, per il fatto che egli l'ha disonorata, e non potrà ripudiarla per tutto il tempo della sua vita.
Salmi 94
1Dio che fai giustizia, o Signore,
Dio che fai giustizia: mostrati!
2Alzati, giudice della terra,
rendi la ricompensa ai superbi.
3Fino a quando gli empi, Signore,
fino a quando gli empi trionferanno?
4Sparleranno, diranno insolenze,
si vanteranno tutti i malfattori?
5Signore, calpestano il tuo popolo,
opprimono la tua eredità.
6Uccidono la vedova e il forestiero,
danno la morte agli orfani.
7Dicono: "Il Signore non vede,
il Dio di Giacobbe non se ne cura".
8Comprendete, insensati tra il popolo,
stolti, quando diventerete saggi?
9Chi ha formato l'orecchio, forse non sente?
Chi ha plasmato l'occhio, forse non guarda?
10Chi regge i popoli forse non castiga,
lui che insegna all'uomo il sapere?
11Il Signore conosce i pensieri dell'uomo:
non sono che un soffio.
12Beato l'uomo che tu istruisci, Signore,
e che ammaestri nella tua legge,
13per dargli riposo nei giorni di sventura,
finché all'empio sia scavata la fossa.
14Perché il Signore non respinge il suo popolo,
la sua eredità non la può abbandonare,
15ma il giudizio si volgerà a giustizia,
la seguiranno tutti i retti di cuore.
16Chi sorgerà per me contro i malvagi?
Chi starà con me contro i malfattori?
17Se il Signore non fosse il mio aiuto,
in breve io abiterei nel regno del silenzio.
18Quando dicevo: "Il mio piede vacilla",
la tua grazia, Signore, mi ha sostenuto.
19Quand'ero oppresso dall'angoscia,
il tuo conforto mi ha consolato.
20Può essere tuo alleato un tribunale iniquo,
che fa angherie contro la legge?
21Si avventano contro la vita del giusto,
e condannano il sangue innocente.
22Ma il Signore è la mia difesa,
roccia del mio rifugio è il mio Dio;
23egli ritorcerà contro di essi la loro malizia,
per la loro perfidia li farà perire,
li farà perire il Signore, nostro Dio.
Salmi 144
1'Di Davide.'
Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia.
2Mia grazia e mia fortezza,
mio rifugio e mia liberazione,
mio scudo in cui confido,
colui che mi assoggetta i popoli.
3Signore, che cos'è un uomo perché te ne curi?
Un figlio d'uomo perché te ne dia pensiero?
4L'uomo è come un soffio,
i suoi giorni come ombra che passa.
5Signore, piega il tuo cielo e scendi,
tocca i monti ed essi fumeranno.
6Le tue folgori disperdano i nemici,
lancia frecce, sconvolgili.
7Stendi dall'alto la tua mano,
scampami e salvami dalle grandi acque,
dalla mano degli stranieri.
8La loro bocca dice menzogne
e alzando la destra giurano il falso.
9Mio Dio, ti canterò un canto nuovo,
suonerò per te sull'arpa a dieci corde;
10a te, che dai vittoria al tuo consacrato,
che liberi Davide tuo servo.
Salvami dalla spada iniqua,
11liberami dalla mano degli stranieri;
la loro bocca dice menzogne
e la loro destra giura il falso.
12I nostri figli siano come piante
cresciute nella loro giovinezza;
le nostre figlie come colonne d'angolo
nella costruzione del tempio.
13I nostri granai siano pieni,
trabocchino di frutti d'ogni specie;
siano a migliaia i nostri greggi,
a mirìadi nelle nostre campagne;
14siano carichi i nostri buoi.
Nessuna breccia, nessuna incursione,
nessun gemito nelle nostre piazze.
15Beato il popolo che possiede questi beni:
beato il popolo il cui Dio è il Signore.
Malachia 1
1Oracolo. Parola del Signore a Israele per mezzo di Malachia.2Vi ho amati, dice il Signore. E voi dite: "Come ci hai amati?". Non era forse Esaù fratello di Giacobbe? - oracolo del Signore - Eppure ho amato Giacobbe3e ho odiato Esaù. Ho fatto dei suoi monti un deserto e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto.4Se Edom dicesse: "Siamo stati distrutti, ma ci rialzeremo dalle nostre rovine!", il Signore degli eserciti dichiara: Essi ricostruiranno: ma io demolirò. Saranno chiamati Regione empia e Popolo contro cui il Signore è adirato per sempre.5I vostri occhi lo vedranno e voi direte: "Grande è il Signore anche al di là dei confini d'Israele".
6Il figlio onora suo padre e il servo rispetta il suo padrone. Se io sono padre, dov'è l'onore che mi spetta? Se sono il padrone, dov'è il timore di me? Dice il Signore degli eserciti a voi, sacerdoti, che disprezzate il mio nome. Voi domandate: "Come abbiamo disprezzato il tuo nome?".7Offrite sul mio altare un cibo contaminato e dite: "Come ti abbiamo contaminato?". Quando voi dite: "La tavola del Signore è spregevole"8e offrite un animale cieco in sacrificio, non è forse un male? Quando voi offrite un animale zoppo o malato, non è forse un male? Offritelo pure al vostro governatore: pensate che l'accetterà o che vi sarà grato? Dice il Signore degli eserciti.
9Ora supplicate pure Dio perché abbia pietà di voi! Se fate tali cose, dovrebbe mostrarsi favorevole a voi? Dice il Signore degli eserciti.10Oh, ci fosse fra di voi chi chiude le porte, perché non arda più invano il mio altare! Non mi compiaccio di voi, dice il Signore degli eserciti, non accetto l'offerta delle vostre mani!11 Poiché dall'oriente all'occidente grande è il mio nome fra le genti e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura, perché grande è il mio nome fra le genti, dice il Signore degli eserciti.12Ma voi lo profanate quando dite: "La tavola del Signore è contaminata e spregevole ciò che v'è sopra, il suo cibo".13Voi aggiungete: "Ah! che pena!". Voi mi disprezzate, dice il Signore degli eserciti, e offrite animali rubati, zoppi, malati e li portate in offerta! Posso io gradirla dalle vostre mani? Dice il Signore.14Maledetto il fraudolento che ha nel gregge un maschio, ne fa voto e poi mi sacrifica una bestia difettosa. Poiché io sono un re grande, dice il Signore degli eserciti, e il mio nome è terribile fra le nazioni.
Atti degli Apostoli 1
1Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio2fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
3Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio.4Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre "quella, disse, che voi avete udito da me:5Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni".
6Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: "Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?".7Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta,8ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino agli estremi confini della terra".
9Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo.10E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero:11"Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo".
12Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.13Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo.14Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.
15In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli (il numero delle persone radunate era circa centoventi) e disse:16"Fratelli, era necessario che si adempisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù.17Egli era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero.18Giuda comprò un pezzo di terra con i proventi del suo delitto e poi precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparsero fuori tutte le sue viscere.19La cosa è divenuta così nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che quel terreno è stato chiamato nella loro lingua Akeldamà, cioè Campo di sangue.20Infatti sta scritto nel libro dei Salmi:
'La sua dimora diventi deserta, e nessuno vi abiti, '
e:
'il suo incarico lo prenda un altro'.
21Bisogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi,22incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della sua risurrezione".
23Ne furono proposti due, Giuseppe detto Barsabba, che era soprannominato Giusto, e Mattia.24Allora essi pregarono dicendo: "Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostraci quale di questi due hai designato25a prendere il posto in questo ministero e apostolato che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto da lui scelto".26Gettarono quindi le sorti su di loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
Capitolo V: L'attento esame di se stessi
Leggilo nella Biblioteca1. Non possiamo fare troppo affidamento su noi stessi, perché spesso ci manca la grazia e la capacità di sentire rettamente. Scarsa è la luce che è in noi, e subitamente la perdiamo per la nostra negligenza. Spesso poi non ci accorgiamo neppure di essere così ciechi interiormente: facciamo il male e, cosa ancora peggiore, ci andiamo scusando. Talora siamo mossi dalla passione, e la prendiamo per zelo; rimproveriamo negli altri piccole cose e passiamo sopra a quelle più grosse, commesse da noi. Avvertiamo con prontezza, e pesiamo ben bene ciò che gli altri ci fanno soffrire, ma non ci accorgiamo di quanto gli altri soffrono per causa nostra. Chi riflettesse bene e a fondo su se stesso, non giudicherebbe severamente gli altri. L'uomo interiore, prima di occuparsi di altre cose, guarda dentro di sé; e, intento diligentemente a se stesso, è portato a tacere degli altri. Solamente se starai zitto sugli altri, guardando specialmente a te stesso, giungerai a una vera e devota interiorità.
2. Se sarai tutto intento a te stesso e a Dio, ben poco ti scuoterà quello che sentirai dal di fuori. Sei forse da qualche parte, quando non sei presente in te? E se, dimenticando te stesso, tu avessi anche percorso il mondo intero, che giovamento ne avresti ricavato? Se vuoi avere pace e spirituale solidità, devi lasciar andare ogni cosa, e avere dinanzi agli occhi solamente te stesso. Grande sarà il tuo progresso se riuscirai a mantenerti libero da ogni preoccupazione terrena; se invece apprezzerai in qualche modo una qualsiasi cosa temporale, farai un gran passo indietro. Nulla per te sia grande, nulla eccelso, nulla gradito e caro, se non solamente Iddio, oppure cosa che venga da Dio. Considera vano ogni conforto che ti venga da qualsiasi creatura. L'anima che ama Dio disprezza tutto ciò che sia inferiore a Dio. Conforto dell'anima e vera letizia del cuore è soltanto Dio, l'eterno, l'incommensurabile, colui che riempie di sé l'universo.
DISCORSO 337 NELLA DEDICAZIONE DELLA CHIESA
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaLa costruzione della Chiesa va assai apprezzata al motivo di fede e di carità di chi la realizza.
1. Questo vede la fede, che ha nel cuore l'occhio della pietà religiosa: come si ripongono nei tesori del cielo le opere buone dei fedeli, realizzate con le loro sostanze temporali e terrene. Con esse, anche questi edifici, costruiti per accogliere le assemblee religiose, quando la fede li avrà osservati con l'occhio del corpo, si compiace intimamente di ciò che scorge all'esterno e, dalla luce visibile, riceve di che rallegrarsi della verità invisibile. La fede infatti non si preoccupa di esaminare quale sia la bellezza degli elementi di questo edificio, ma da quale esuberante bellezza dell'uomo interiore vengano in luce queste opere di misericordia. Il Signore perciò ricompenserà i suoi fedeli che realizzano tali opere in tanto fervore religioso, così piacevolmente e con devozione sincera, in modo da compaginarli, essi stessi, nella struttura della propria costruzione; ad essa concorrono, quali pietre vive, cui ha dato forma la fede, consistenza la speranza, compattezza la carità. L'Apostolo, da sapiente architetto, vi ha posto a fondamento Cristo Gesù 1, egli stesso sceltissima pietra angolare, come rievoca anche Pietro dagli scritti dei Profeti, scartata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio 2. Con l'aderire fortemente ad essa, ci viene comunicata la pace; saldamente appoggiati su di essa, passa in noi una corrente di forza. Egli è, ad un tempo, pietra di fondamento - perché a sorreggerci è lui - e pietra d'angolo, quale principio di connessione in unità. Egli è pure quella pietra, sulla quale, costruendo la sua casa, l'uomo prudente resiste, nella massima sicurezza, contro tutte le tentazioni di questa vita: né con l'irrompere di pioggia torrenziale viene rimossa, né è travolta dallo straripare delle acque, né la sua stabilità risente della violenza dei venti 3. Egli è - anche - la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo 4; in lui infatti non è la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura 5. Infatti questi due popoli sono simili a muri che avanzano in direzione opposta da una grande, reciproca distanza iniziale, finché, convergendo verso di lui, come verso un angolo, pure in lui si congiungono l'uno all'altro.
La costruzione nella fatica, la dedicazione nella gioia.
2. Pertanto, come questo edificio visibile è stato costruito per radunarci materialmente, così quell'edificio, che siamo noi stessi, è costruito per Dio che vi abiterà spiritualmente. Dice l'Apostolo: Santo è infatti il tempio di Dio che siete voi 6. A quel modo che costruiamo questo con ammassi di pietre, edificheremo quello mediante atteggiamenti di vita che vi corrispondano adeguatamente. Questo si dedica ora, nel corso di questa nostra visita, quello sarà dedicato alla fine del tempo con la venuta del Signore, quando questo nostro, corruttibile, si vestirà di incorruttibilità, e questo nostro, mortale, si vestirà di immortalità 7: conformerà infatti il corpo della nostra umiliazione al suo corpo glorioso 8. Considerate infatti il senso che vuole esprimere nel Salmo della dedicazione: Hai mutato il mio lamento in festa per me; hai lacerato la mia veste di sacco, mi hai rivestito di un abito di gioia: perché la mia gioia sia per te un canto, ed io non sia ferito 9. Infatti, mentre veniamo edificati, la nostra miseria rivolge a lui i suoi gemiti; ma quando saremo dedicati, la nostra gloria sarà un canto per lui: in realtà la costruzione comporta fatica, la dedicazione apporta letizia. Finché si cavano le pietre dai monti e gli alberi dai boschi, si dà loro forma, si sgrossano, si combinano insieme, è fatica e preoccupazione; ma quando si celebra la dedicazione dell'edificio compiutamente realizzato, al posto delle fatiche e delle preoccupazioni, c'è gioia e sicurezza. Così pure quanto alla costruzione spirituale: chi l'inabita, Dio, non sarà presente per qualche tempo, ma per l'eternità. Mentre gli uomini sono allontanati da una vita di infedeltà e portati alla fede, mentre viene reciso e portato via tutto ciò che in essi è l'opposto del bene e perversione, mentre si fanno connessure appropriate, senza attrito e con devozione, quante tentazioni non si temono, quante tribolazioni non si tollerano? Però, al sopraggiungere del giorno della dedicazione del tempio dell'eternità, quando ci si dirà: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo 10, quale mai sarà l'esultanza, quale la perfetta sicurezza? Sarà il canto della gloria, la debolezza non si sentirà ferita. Quando ci si rivelerà colui che ci ha amato e ha dato se stesso per noi, quando colui che si mostrò agli uomini in quel che si fece nella Madre, si manifesterà loro Dio Creatore secondo quel che era nel Padre, quando egli, eternamente presente nella sua casa, all'entrarvi la troverà perfetta, adorna, costituita nell'unità, nella veste dell'immortalità, colmerà di sé tutte le cose e in tutte risplenderà, così che Dio sia tutto in tutti 11.
Il desiderio di abitare nella casa di Dio; quanti vi abitano sono tempio di Dio.
3. Un uomo chiese al Signore soltanto una visione; quest'uomo appunto, se vogliamo, siamo noi. Fu stremato dal suo gemere per il desiderio di essa, per questo, ogni notte, inondò di pianto il suo letto e irrorò di lacrime il suo cuscino 12. A motivo di essa, infatti, le lacrime furono il suo pane giorno e notte, mentre di giorno in giorno gli si dice: Dov'è il tuo Dio? 13 Egli stesso affermò: Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco, abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed esser protetto quale suo tempio 14. Per i suoi, egli che inabita, essi, la dimora. Infatti quanti abitano nella casa di Dio sono al tempo stesso dimora di Dio, che gusta la dolcezza di lui, ed è al riparo quale suo tempio e nascosto nel segreto del suo volto. Abbiamo questa speranza, non vediamo ancora la realtà. Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza 15, e con la perseveranza siamo edificati come tempio.
Lassù, non in basso, il nostro fondamento.
4. Orsù, dunque, fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio: pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra 16. Infatti anche Cristo, nostro fondamento, vi si trova proprio al fine di edificare noi dalla parte dell'alto. Come infatti si pone un fondamento utilizzando macigni terrestri, i cui enormi pesi volgono senz'altro all'ingiù e non altrimenti, così, per noi, si verifica il contrario: quella "pietra", che è il fondamento, è posta in alto in modo da farci volgere rapidamente all'insù con il peso della carità. Prontamente, quindi, attendete alla vostra salvezza con timore e tremore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni. Fate tutto senza mormorazioni 17. E come pietre vive venite impiegati per essere costruiti in tempio di Dio 18: e, come legni immarcescibili, fate di voi stessi la casa di Dio. Squadratevi, sgrossatevi nelle fatiche, nelle difficoltà inevitabili, nelle veglie, nelle attività, siate disponibili per ogni opera buona, in modo da meritare il riposo nella vita eterna come nella pienezza della società degli Angeli.
La dimora eterna va preparata con le opere buone.
5. Come i nostri stessi corpi, che non sono certamente eterni, ma di durata temporanea e mortali, così pure quest'edificio è stato costruito per un certo tempo, né durerà in eterno, ed è stato costruito per i corpi, perché ne hanno avuto bisogno, mediante opere di misericordia. Riceviamo invece un'abitazione da Dio, non costruita da mani di uomo, eterna, nei cieli 19, là saranno celesti ed immortali anche gli stessi nostri corpi per la trasformazione della risurrezione. Ed ora, per quanto non ancora per visione, come sarà il vedere a faccia a faccia 20. Dio abita tuttavia in noi per la fede: e, per lui che così ci inabita, noi veniamo a costituire una dimora mediante opere buone; tali opere non sono eterne, ma conducono alla vita eterna. Una di esse è pure questo lavoro, per il quale è stata eretta questa basilica: nell'altra vita non saremo certo impegnati in costruzioni dei genere. Nessun edificio fatiscente sarà costruito là dove ad abitarlo non entrerà alcuno soggetto alla morte. Attualmente il vostro lavoro realizzi un bene temporale, così che la vostra ricompensa sia eterna. Attualmente, ripeto, costruite con diletto spirituale la dimora della fede e della speranza mediante ogni specie di opere di misericordia, che allora non si attueranno, in quanto non vi sarà nessuna miseria. Pertanto, gettate a fondamenta le esortazioni degli Apostoli e dei Profeti, stendetevi sopra la vostra umiltà quasi pavimento che non presenti ineguaglianze; nel vostro cuore difendete la dottrina di salvezza con le preghiere e le parole da paragonarsi a solide pareti, date ad esse chiarezza con le divine testimonianze, quasi sorgenti di luce; per i deboli rendetevi quasi sostegno di colonne, per i poveri fatevi tetto che protegge: al fine di ottenere che il Signore nostro Dio renda beni eterni per i beni temporali, e vi possieda per l'eternità perfetti e dedicati.
1 - Cf. 1 Cor 3, 10-11.
2 - 1 Pt 2, 4.
3 - Cf. Mt 7, 24-25.
4 - Ef 2, 14.
5 - Gal 6, 15.
6 - 1 Cor 3, 17.
7 - Cf. 1 Cor 15, 53.
8 - Cf. Fil 3, 21.
9 - Sal 29, 12-13.
10 - Mt 25, 34.
11 - 1 Cor 15, 28.
12 - Cf. Sal 6, 7.
13 - Sal 41, 4.
14 - Sal 26, 4.
15 - Rm 8, 25.
16 - Col 3, 1-2.
17 - Fil 2, 12-14.
18 - 1 Pt 2, 5.
19 - 2 Cor 5, 1.
20 - Cf. 1 Cor 13, 12.
Capitolo XLI: Il disprezzo di ogni onore di questo mondo
Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis
Leggilo nella BibliotecaFiglio, non crucciarti se vedi che altri sono onorati ed innalzati, mentre tu sei disprezzato ed umiliato. Drizza il tuo animo a me, nel cielo; così non ti rattristerà il disprezzo degli uomini, su questa terra. O Signore, noi siamo come ciechi e facilmente ci lasciamo sedurre dall'apparenza. Ma se esamino seriamente me stesso, non c'è cosa che possa essermi fatta da alcuna creatura che sia un torto nei miei confronti: dunque non avrei motivo di lamentarmi con te. E', appunto, perché spesso e gravemente ho peccato al tuo cospetto, che qualsiasi creatura si può muovere a ragione contro di me. A me, dunque, è giusto che si dia vergogna e disprezzo; a te invece, lode, onore e gloria. E se non mi sarò ben predisposto a desiderare di essere disprezzato da ogni creatura, ad essere buttato in un canto e ad essere considerato proprio un nulla, non potrò trovare pace e serenità interiore; non potrò essere spiritualmente illuminato e pienamente a te unito.
7 aprile 1945 E questo è Tommaso…
Maria Valtorta
Tu hai detto: "Perché lo scorso anno io non ho visto questo atto di Longino?". Perché eri una terrorizzata dalla subita visione delle mie torture. Perché eri ancora insufficiente a descrivere e a vedere. Io ho bruciato i tempi per darti un conforto per la tua passione imminente. Ma, lo vedi che ho dovuto riprenderti con Me per farti risalire tutta la mia Tortura con maggiore perfezione e maggior pace. È perfetta? Oh! no. La creatura, per quanto tenuta fra le mie braccia e fusa con Me, è sempre creatura, e avrà sempre reazioni e capacità di creatura. Mai potrà capire e descrivere con assoluta veridicità e assoluta perfezione, essendo creatura, i sentimenti e le sofferenze dell'Uomo-Dio.
E, del resto, non sarebbero capiti dai più. Già non sono capiti questi. E in luogo di porsi in ginocchio a benedire Dio che vi ha concesso questa conoscenza, unica cosa da farsi, i più prenderanno libri e libroni, compulseranno, misureranno, guarderanno contro luce, sperando, sperando, sperando. Che? Ma di trovare delle contraddizioni con altri simili lavori. E demolire, demolire, demolire. In nome della scienza (umana), della ragione (umana), della critica (umana), della superbia tre volte umana. Quanto si demolisce dall'uomo di opere sante per costruire, colle macerie, degli edifici non santi! Avete levato l'oro schietto, poveri uomini. Il semplice e prezioso oro della Sapienza. E avete messo stucco e gesso mal tinti di polvere dorata, che l'urto della vita, delle persone, delle intemperie umane, dilava subito, lasciando una butteratura di lebbra che presto si sfarina, facendo il nulla del vostro sapere.
Oh! poveri Tommasi, che non credete altro che a ciò che capite e che provate voi, in voi! Ma benedite Dio e cercate di salire, poiché vi dò una Mano! Salire nella fede e nell'amore. Io ho voluto l'umiliazione degli apostoli perché fossero capaci di essere dei "padri delle anime". Io ve ne prego, e parlo in specie a voi, miei sacerdoti. Accettate l'umiliazione di essere posposti ad un laico per divenire "padri delle anime". Per tutti è quest'opera. Ma come è particolarmente dedicato a voi questo Vangelo, in cui il Maestro prende per mano i suoi sacerdoti e li conduce con Sé fra le file degli scolari, perché essi, i sacerdoti, divengano maestri capaci di guidare gli scolari, in cui il Medico vi porta fra i malati – ogni uomo ha la sua malattia spirituale – e ve ne mostra i sintomi e le cure!
Sù, dunque. Venite e guardate. Venite e mangiate. Venite e bevete. E non negate. E non odiate il piccolo Giovanni. I buoni fra voi da quest'opera avranno una gioia santa. Gli studiosi onesti una luce. Gli svagati non cattivi un diletto. I cattivi un mezzo per sfogare la loro cattiva scienza. Ma il piccolo Giovanni ha avuto solo dolore e fatica, per cui, ora, alla fine dell'opera3, è come una creatura languente per malattia.
Ebbene, che dirò allora ai miei e suoi amici: Maria di Magdala e Giovanni, e Marta e Lazzaro e Simone, agli angeli che l'hanno vegliato nella sua fatica? Dirò: "Il piccolo Giovanni, l'amico nostro, è languente. Andiamo a portargli l'acqua dei fiumi eterni e a dirgli: 'Vieni, piccolo Giovanni. Contempla il tuo Sole e sorgi. Perché molti vorrebbero vedere ciò che tu vedi. Ma solo ai prediletti è concesso di conoscere, prima del tempo, il Signore eterno e le sue giornate nel mondo. Vieni. Il Salvatore, coi suoi amici, viene alla tua dimora, in attesa che tu vada, con Lui ed Essi, alla Dimora sua'".
Va' in pace. Io sono con te.»
7 aprile 1945, ore 17.