Sotto il Tuo Manto

Mercoledi, 4 giugno 2025 - San Filippo Smaldone (Letture di oggi)

“Per imparare a fare orazione, ottimo mezzo è conoscersene indegno; vera preparazione alla preghiera è l'esercitarsi nelle mortificazioni. Il volersi dare alla orazione senza mortificarsi è come se un uccello volesse volare prima di mettere le penne..”. (San Filippo Neri)

Liturgia delle Ore - Letture

Giovedi della 3° settimana del Tempo di Pasqua

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Marco 15

1Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato.2Allora Pilato prese a interrogarlo: "Sei tu il re dei Giudei?". Ed egli rispose: "Tu lo dici".3I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse.4Pilato lo interrogò di nuovo: "Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!".5Ma Gesù non rispose più nulla, sicché Pilato ne restò meravigliato.
6Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta.7Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio.8La folla, accorsa, cominciò a chiedere ciò che sempre egli le concedeva.9Allora Pilato rispose loro: "Volete che vi rilasci il re dei Giudei?".10Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia.11Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba.12Pilato replicò: "Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?".13Ed essi di nuovo gridarono: "Crocifiggilo!".14Ma Pilato diceva loro: "Che male ha fatto?". Allora essi gridarono più forte: "Crocifiggilo!".15E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

16Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte.17Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo.18Cominciarono poi a salutarlo: "Salve, re dei Giudei!".19E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui.20Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

21Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.22Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio,23e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

24Poi lo crocifissero 'e si divisero le' sue 'vesti, tirando a sorte su di esse' quello che ciascuno dovesse prendere.25Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.26E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: 'Il re dei Giudei'.27Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra.28.

29I passanti lo insultavano e, 'scuotendo il capo', esclamavano: "Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni,30salva te stesso scendendo dalla croce!".31Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: "Ha salvato altri, non può salvare se stesso!32Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo". E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

33Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.34Alle tre Gesù gridò con voce forte: 'Eloì, Eloì, lemà sabactàni?', che significa: 'Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?'35Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: "Ecco, chiama Elia!".36Uno corse a inzuppare di 'aceto' una spugna e, postala su una canna, gli 'dava da bere', dicendo: "Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce".37Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
38Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso.
39Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!".

40C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di ioses, e Salome,41che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

42Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato,43Giuseppe d'Arimatéa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù.44Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo.45Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe.46Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro.47Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto.


Esodo 20

1Dio allora pronunciò tutte queste parole:
2"Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù:3non avrai altri dèi di fronte a me.4Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.5Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano,6ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.
7Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.
8Ricordati del giorno di sabato per santificarlo:9sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro;10ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te.11Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.
12Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio.
13Non uccidere.
14Non commettere adulterio.
15Non rubare.
16Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
17Non desiderare la casa del tuo prossimo.
Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo".
18Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano.
19Allora dissero a Mosè: "Parla tu a noi e noi ascolteremo, ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo!".
20Mosè disse al popolo: "Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e perché il suo timore vi sia sempre presente e non pecchiate".
21Il popolo si tenne dunque lontano, mentre Mosè avanzò verso la nube oscura, nella quale era Dio.
22Il Signore disse a Mosè: "Dirai agli Israeliti: Avete visto che vi ho parlato dal cielo!23Non fate dèi d'argento e dèi d'oro accanto a me: non fatene per voi!24Farai per me un altare di terra e, sopra, offrirai i tuoi olocausti e i tuoi sacrifici di comunione, le tue pecore e i tuoi buoi; in ogni luogo dove io vorrò ricordare il mio nome, verrò a te e ti benedirò.25Se tu mi fai un altare di pietra, non lo costruirai con pietra tagliata, perché alzando la tua lama su di essa, tu la renderesti profana.26Non salirai sul mio altare per mezzo di gradini, perché là non si scopra la tua nudità.


Salmi 103

1'Di Davide.'

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
2Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.

3Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
4salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia;
5egli sazia di beni i tuoi giorni
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.

6Il Signore agisce con giustizia
e con diritto verso tutti gli oppressi.
7Ha rivelato a Mosè le sue vie,
ai figli d'Israele le sue opere.

8Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
9Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.
10Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe.

11Come il cielo è alto sulla terra,
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
12come dista l'oriente dall'occidente,
così allontana da noi le nostre colpe.
13Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.

14Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
15Come l'erba sono i giorni dell'uomo,
come il fiore del campo, così egli fiorisce.
16Lo investe il vento e più non esiste
e il suo posto non lo riconosce.

17Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
18per quanti custodiscono la sua alleanza
e ricordano di osservare i suoi precetti.
19Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono
e il suo regno abbraccia l'universo.

20Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli,
potenti esecutori dei suoi comandi,
pronti alla voce della sua parola.
21Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere,
suoi ministri, che fate il suo volere.
22Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in ogni luogo del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.


Salmi 85

1'Al maestro del coro. Dei figli di Core.' Salmo.
2Signore, sei stato buono con la tua terra,
hai ricondotto i deportati di Giacobbe.
3Hai perdonato l'iniquità del tuo popolo,
hai cancellato tutti i suoi peccati.
4Hai deposto tutto il tuo sdegno
e messo fine alla tua grande ira.

5Rialzaci, Dio nostra salvezza,
e placa il tuo sdegno verso di noi.
6Forse per sempre sarai adirato con noi,
di età in età estenderai il tuo sdegno?
7Non tornerai tu forse a darci vita,
perché in te gioisca il tuo popolo?
8Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.

9Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
10La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
11Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
12La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.

13Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
14Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.


Isaia 8

1Il Signore mi disse: "Prenditi una grande tavoletta e scrivici con caratteri ordinari: A 'Mahèr-salàl-cash-baz'".2Io mi presi testimoni fidati, il sacerdote Uria e Zaccaria figlio di Iebarachìa.3Poi mi unii alla profetessa, la quale concepì e partorì un figlio. Il Signore mi disse: "Chiamalo 'Mahèr-salàl-cash-baz',4poiché, prima che il bambino sappia dire babbo e mamma, le ricchezze di Damasco e le spoglie di Samaria saranno portate davanti al re di Assiria".

5Il Signore mi disse di nuovo:
6"Poiché questo popolo ha rigettato
le acque di Siloe, che scorrono piano,
e trema per Rezìn e per il figlio di Romelia,
7per questo, ecco,
il Signore gonfierà contro di loro
le acque del fiume,
impetuose e abbondanti:
cioè il re assiro con tutto il suo splendore,
irromperà in tutti i suoi canali
e strariperà da tutte le sue sponde.
8Penetrerà in Giuda,
lo inonderà e lo attraverserà
fino a giungere al collo.
Le sue ali distese copriranno
tutta l'estensione del tuo paese, Emmanuele.
9Sappiatelo, popoli: sarete frantumati;
ascoltate voi tutte, nazioni lontane,
cingete le armi e sarete frantumate.
10Preparate un piano, sarà senza effetti;
fate un proclama, non si realizzerà,
perché Dio è con noi".

11Poiché così il Signore mi disse, quando mi aveva preso per mano e mi aveva proibito di incamminarmi nella via di questo popolo:

12"Non chiamate congiura
ciò che questo popolo chiama congiura,
non temete ciò che esso teme e non abbiate paura".
13Il Signore degli eserciti, lui solo ritenete santo.
Egli sia l'oggetto del vostro timore, della vostra paura.
14Egli sarà laccio e pietra d'inciampo
e scoglio che fa cadere
per le due case di Israele,
laccio e trabocchetto per chi abita in Gerusalemme.
15Tra di loro molti inciamperanno,
cadranno e si sfracelleranno,
saranno presi e catturati.

16Si chiuda questa testimonianza, si sigilli questa rivelazione nel cuore dei miei discepoli.17Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui.18Ecco, io e i figli che il Signore mi ha dato, siamo segni e presagi per Israele da parte del Signore degli eserciti, che abita sul monte Sion.
19Quando vi diranno: "Interrogate gli spiriti e gli indovini che bisbigliano e mormorano formule. Forse un popolo non deve consultare i suoi dèi? Per i vivi consultare i morti?",20attenetevi alla rivelazione, alla testimonianza. Certo, faranno questo discorso che non offre speranza d'aurora.

21Egli si aggirerà nel paese oppresso e affamato,
e, quando sarà affamato e preso dall'ira,
maledirà il suo re e il suo dio.
Guarderà in alto
22e rivolgerà lo sguardo sulla terra
ed ecco angustia e tenebre
e oscurità desolante.
Ma la caligine sarà dissipata,
23poiché non ci sarà più oscurità
dove ora è angoscia.

In passato umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano e la curva di Goim.


Lettera ai Romani 3

1Qual è dunque la superiorità del Giudeo? O quale l'utilità della circoncisione?
-2Grande, sotto ogni aspetto. Anzitutto perché a loro sono state affidate le rivelazioni di Dio.
-3Che dunque? Se alcuni non hanno creduto, la loro incredulità può forse annullare la fedeltà di Dio?
-4Impossibile! Resti invece fermo che Dio è verace e 'ogni uomo mentitore', come sta scritto:

'Perché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole
e trionfi quando sei giudicato'.

-5Se però la nostra ingiustizia mette in risalto la giustizia di Dio, che diremo? Forse è ingiusto Dio quando riversa su di noi la sua ira? Parlo alla maniera umana.
-6Impossibile! Altrimenti, come potrà Dio giudicare il mondo?
-7Ma se per la mia menzogna la verità di Dio risplende per sua gloria, perché dunque sono ancora giudicato come peccatore?8Perché non dovremmo fare il male affinché venga il bene, come alcuni - la cui condanna è ben giusta - ci calunniano, dicendo che noi lo affermiamo?

9Che dunque? Dobbiamo noi ritenerci superiori? Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che Giudei e Greci, tutti, sono sotto il dominio del peccato,10come sta scritto:

'Non c'è nessun giusto, nemmeno uno,'
11'non c'è sapiente, non c'è chi cerchi Dio!'
12'Tutti hanno traviato e si son pervertiti;
non c'è chi compia il bene, non ce n'è neppure uno.'
13'La loro gola è un sepolcro spalancato,
tramano inganni con la loro lingua,
veleno di serpenti è sotto le loro labbra,'
14'la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza.'
15'I loro piedi corrono a versare il sangue;'
16'strage e rovina è sul loro cammino'
17'e la via della pace non conoscono.'
18'Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi'.

19Ora, noi sappiamo che tutto ciò che dice la legge lo dice per quelli che sono sotto la legge, perché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio.20Infatti in virtù delle opere della legge 'nessun uomo sarà giustificato davanti a lui', perché per mezzo della legge si ha solo la conoscenza del peccato.

21Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti;22giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c'è distinzione:23tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio,24ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù.25Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati,26nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù.

27Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede.28Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge.29Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche dei pagani? Certo, anche dei pagani!30Poiché non c'è che un solo Dio, il quale giustificherà per la fede i circoncisi, e per mezzo della fede anche i non circoncisi.31Togliamo dunque ogni valore alla legge mediante la fede? Nient'affatto, anzi confermiamo la legge.


Capitolo XVII: La vita nei monasteri

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1. Se vuoi mantenere pace e concordia con gli altri, devi imparare a vincere decisamente te stesso in molte cose. Non è cosa facile stare in un monastero o in un gruppo, e viverci senza lamento alcuno, mantenendosi fedele sino alla morte. Beato colui che vi avrà vissuto santamente e vi avrà felicemente compiuta la vita. Se vuoi stare saldo al tuo dovere e avanzare nel bene, devi considerarti esule pellegrino su questa terra. Per condurre una vita di pietà, devi farti stolto per amore di Cristo.  

2. Poco contano l'abito e la tonsura; sono la trasformazione della vita e la completa mortificazione delle passioni, che fanno il monaco. Chi tende ad altro che non sia soltanto Dio e la salute dell'anima, non troverà che tribolazione e dolore. Ancora, non avrà pace duratura chi non si sforza di essere il più piccolo, sottoposto a tutti. Qui tu sei venuto per servire, non comandare. Ricordati che sei stato chiamato a sopportare e a faticare, non a passare il tempo in ozio e in chiacchiere. Qui si provano gli uomini, come si prova l'oro nel fuoco (cfr. Sir 27,6). Qui nessuno potrà durevolmente stare, se non si sarà fatto umile dal profondo del cuore, per amore di Dio.


LETTERA 208: Agostino alla vergine Felicia, turbata dai cattivi esempi d'alcuni pastori della Chiesa

Lettere - Sant'Agostino

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Scritta verso il 423.

Agostino alla vergine Felicia, turbata dai cattivi esempi d'alcuni pastori della Chiesa, esortandola a non lasciarsi fuorviare dagli scandali, di cui tratta a lungo (nn. 1-6) e a rimanere salda nella Chiesa affidandosi a Cristo, unica speranza di salvezza (nn. 4 e 6-7).

A FELICIA, RISPETTABILISSIMA SIGNORA, SUA ONORANDA FIGLIA TRA I MEMBRI DI CRISTO, AGOSTINO INVIA SALUTI NEL SIGNORE

Sollecitudine di Agostino per Felicia.

1. Data la tua fede, non dubito che il tuo animo sia stato turbato dalla debolezza o dalla cattiveria di altri individui, dato che l'apostolo S. Paolo, ripieno di profondi sentimenti di carità, confessa dicendo: Chi mai è infermo senza che lo sia anch'io? Chi mai rimane scandalizzato senza ch'io bruci? 1 Orbene, poiché sono anche io stesso vivamente addolorato e, poiché mi sta molto a cuore la tua salvezza, che risiede in Cristo, ho creduto o dovere inviare alla tua Santità la presente lettera di consolazione o di esortazione, per il fatto che nel corpo del Signore nostro Gesù Cristo, ch'è la sua Chiesa e l'unità delle sue membra 2, tu sei diventata veramente una nostra sorella amata quale membro degno d'onore nella sua compagine e vivi insieme con noi del santo Spirito di lui.

Quali i buoni, quali i cattivi pastori.

2. Ti esorto pertanto a non lasciarti impressionare eccessivamente dagli scandali, i quali sono stati predetti appunto perché, ricordandoci, quando avvenissero, che sono stati predetti, non ci lasciassimo turbare troppo. Così infatti ha predetto il Signore nel Vangelo: Guai al mondo a causa degli scandali, ma guai a colui per mezzo del quale avviene lo scandalo 3. E chi sono questi individui, se non coloro, dei quali l'Apostolo dice che si preoccupano solo del proprio tornaconto e non di Gesù Cristo 4? Vi sono dunque di quelli che occupano come pastori la cattedra per procurare il bene alle greggi di Cristo, ma ve ne sono anche altri che la occupano per godere dei loro onori temporali e dei vantaggi mondani. Questi due tipi di pastori, mentre alcuni muoiono e altri nascono, è inevitabile che durino anche nella Chiesa cattolica sino alla fine del mondo e sino al giudizio del Signore. Orbene, se già ai tempi degli Apostoli vi sono stati di tali individui, tra i quali l'Apostolo si lamentava come di falsi fratelli parlando dei pericoli da parte di falsi fratelli 5, ch'egli però sopportava con spirito di tolleranza e non li separava con arroganza, quanto più è inevitabile ve ne siano ai nostri tempi dal momento che, durante questa vita la quale si avvicina alla fine, il Signore dice in maniera assai chiara: Poiché abbonderà l'iniquità, la carità di molti si raffredderà 6. Ci debbono tuttavia servire di conforto le parole che seguono immediatamente: Chi - dice - sarà perseverante sino alla fine, sarà salvo 7.

Solo Cristo può separare i buoni dai cattivi.

3. Inoltre, come vi sono pastori buoni e cattivi, così anche nelle greggi vi sono buoni e cattivi: i buoni sono indicati col nome di pecorelle, i cattivi con quello di capri 8; essi pascolano mescolati insieme, fino a quando non verrà il Principe dei pastori, che chiamò se stesso l'unico Pastore 9 e, secondo la sua promessa, non separerà, come fa il pastore, le pecorelle dai capri 10. Egli infatti a noi ha ordinato l'unione, a se stesso ha riservato la separazione, poiché il compito di separare spetta a colui che non può sbagliare. Ora invece, certi servi superbi i quali si sono arrogati con leggerezza il compito di fare, prima del tempo, la separazione, compito che il Signore ha riservato a se stesso, sono stati proprio loro a separarsi dall'unità cattolica. In qual modo infatti avrebbero potuto avere un gregge senza macchia essi che s'erano macchiati di scisma?

Non abbandonare la Chiesa a causa degli scandali.

4. Restiamo dunque nell'unità senza lasciarci indurre dagli scandali della paglia ad abbandonare l'aia del Signore, ma continuiamo piuttosto a rimanere frumento sino alla fine della vagliatura 11; inoltre, resi saldi dal peso della carità, sopportiamo la paglia ridotta in frantumi. È lo stesso nostro Pastore che, parlando dei pastori buoni nel Vangelo 12, ci ammonisce a non riporre nemmeno in essi la nostra speranza a causa delle loro opere buone, ma a rendere gloria a Colui che tali li ha fatti, ossia al Padre celeste 13; (lo stesso ammonimento ci ha dato) anche a proposito dei cattivi pastori che volle indicare col nome di Scribi e Farisei, i quali insegnavano il bene ma facevano il male 14.

Ascolta i cattivi pastori, non imitarne le azioni.

5. Orbene, ecco quel che dice dei pastori buoni: Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città situata sopra una montagna, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio ma sul candelabro e (così) fa luce a tutti gli abitanti della casa. Allo stesso modo risplenda la vostra luce agli occhi della gente affinché, vedendo le vostre opere buone, ne diano gloria al Padre vostro celeste 15. Parlando invece dei cattivi pastori, così esorta le pecorelle: Siedono sulla cattedra di Mosè: fate quel che vi dicono ma non fate quel che fanno, perché dicono ma non fanno 16. Dopo aver udito questi avvertimenti, le pecorelle di Cristo ascoltano le sue parole anche dalla bocca dei cattivi pastori e non abbandonano la sua unità, poiché il bene che sentono proclamare da essi, non è di loro, ma di lui. In tal modo esse pascolano nella sicurezza poiché, anche sotto la guida di pastori cattivi, sono nutrite dai pascoli del Signore; non fanno però le malefatte dei cattivi pastori, poiché tali azioni sono proprie di quelli e non di lui. Quando invece esse vedono dei pastori buoni, non solo ne ascoltano le salutari istruzioni, ma ne imitano altresì le buone azioni. Uno di questi era l'Apostolo che diceva: Siate miei imitatori come io lo sono di Cristo 17. Egli sì ch'era davvero una lampada resa splendente dalla Luce eterna, cioè dallo stesso Signore Gesù Cristo, ed era stata posta sul candelabro, poiché riponeva la sua gloria solo nella croce di Cristo, per cui diceva: Quanto a me, non mi vanterò assolutamente di null'altro che della croce del Signore nostro Gesù Cristo 18. Poiché inoltre egli non andava in cerca dei propri interessi 19 ma di quelli di Gesù Cristo, esortava bensì coloro che aveva generati per mezzo del Vangelo 20 ad imitarlo, ma rimproverava aspramente quanti, servendosi del nome degli Apostoli, provocavano scissioni e biasimava perciò quanti andavano dicendo: Io sono di Paolo, ma egli dice loro: È stato forse Paolo ad essere crocifisso per voi? O siete stati forse battezzati nel nome di Paolo? 21

Riponi la speranza solo in Cristo.

6. Da ciò si comprende che i pastori buoni non vanno in cerca del proprio tornaconto, ma di quello di Gesù Cristo 22, e che le pecorelle buone, pur imitando le azioni dei pastori buoni, non ripongono la propria speranza in essi per il ministero dei quali sono state adunate nel gregge 23, ma piuttosto nel Signore, dal cui sangue sono state riscattate. In tal modo, anche se s'imbattono in cattivi pastori che predicano la dottrina di Cristo, ma nello stesso tempo compiono il male spinti dalla propria cattiva volontà, mettono bensì in pratica quanto dicono quelli, ma non imitano le loro cattive azioni 24 e, a causa di tali persone, amiche dell'iniquità, non abbandonano i pascoli dell'unità. Ora, nella Chiesa cattolica, ch'è diffusa non solo in Africa, come la setta di Donato, ma è sparsa e diffusa fra tutte le genti 25 secondo la promessa di Dio, e progredisce in tutto il mondo portando frutti e crescendo 26, come dice l'Apostolo, ci sono tanto i buoni che i cattivi; ma una volta che si sono separati da essa, fin quando la pensano in modo contrario a essa, non possono essere buoni, poiché, anche se uno può sembrare buono per la sua lodevole condotta, è reso perverso proprio dallo scisma, dato che il Signore dice: Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde 27.

Si affidi a Cristo, non si turbi per gli scandali.

7. T'esorto quindi, mia rispettabile signora e figlia degna d'essere onorata tra i membri di Cristo, di conservare fedelmente quanto hai ricevuto dal Signore, d'amare con tutto il tuo cuore Lui e la sua Chiesa, poiché non ha permesso che tu perdessi o andasse perduto il frutto della tua verginità tra i perversi 28. Se tu, infatti, uscissi da questo mondo separata dall'unità del Corpo di Cristo, a nulla ti servirebbe l'aver conservata l'integrità del tuo corpo. Ma Dio, pieno di misericordia 29, ha fatto per te ciò che dice il Vangelo nella parabola degli invitati al gran pranzo del padre di famiglia; poiché gli invitati s'erano rifiutati di accettare l'invito con diversi pretesti, egli ordinò ai suoi servi: Uscite per ogni strada e per i viottoli e spingete dentro la mia casa tutti quelli che incontrerete 30. Sebbene quindi tu debba amare sinceramente anche i buoni servi di lui, per mezzo dei quali sei stata spinta ad entrare nella Chiesa, devi tuttavia riporre la tua speranza solo in Colui che ha preparato il banchetto riguardo al quale anche tu sei turbata aspirando alla vita e alla felicità eterna. Se a lui affiderai il tuo cuore, il tuo programma di perfezione religiosa, la tua santa verginità, la tua fede, speranza e carità, non ti lascerai impressionare dagli scandali, che si moltiplicheranno sino alla fine del mondo, ma ti salverai grazie alla tua salda e virile pietà e sarai glorificata nel Signore, se sarai perseverante sino alla fine nell'unità del suo Corpo mistico 31. Con una tua risposta fammi sapere come hai accolto questa mia affettuosa preoccupazione verso di te, che ho cercato di farti capire con le parole di cui sono stato capace. Ti protegga ognora la misericordia e la grazia di Dio.

1 - 2 Cor 11, 29.

2 - Col 1, 24.

3 - Mt 18, 7; Lc 17, 1.

4 - Fil 2, 21.

5 - 2 Cor 11, 26.

6 - Mt 24, 12.

7 - Mt 24, 13; 10, 22; Mc 13, 13.

8 - Mt 25, 32-33.

9 - 1 Pt 5, 4; Gv 10, 16.

10 - Mt 25, 32.

11 - Mt 3, 12.

12 - Gv 10, 11. 14.

13 - Mt 15, 16.

14 - Mt 23, 2-3.

15 - Mt 5, 14-16.

16 - Mt 23, 2-3.

17 - 1 Cor 11, 1; 4, 16.

18 - Gal 6, 14.

19 - Fil 2, 21.

20 - 1 Cor 4, 15.

21 - 1 Cor 1, 12-13; 3, 4.

22 - Fil 2, 21.

23 - Sal 77, 7.

24 - Mt 23, 3.

25 - Gn 22, 18; 24, 6.

26 - Col 1, 6.

27 - Mt 12, 30.

28 - Dt 6, 5; Mt 22, 37; Mc 12, 30; Lc 10, 27.

29 - Ef 2, 4.

30 - Lc 14, 18. 23.

31 - 1 Cor 13, 13.


Capitolo X: Astenersi dai discorsi inutili

Libro I: Libro della imitazione di Cristo e del dispregio del mondo e di tutte le sue vanità - Tommaso da Kempis

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1.     Per quanto possibile, stai lontano dall'agitarsi che fa la gente. Infatti, anche se vi si attende con purezza di intenzione, l'occuparsi delle faccende del mondo è un grosso impaccio, perché ben presto si viene inquinati dalle vanità, e fatti schiavi. Più di una volta vorrei essere stato zitto, e non essere andato in mezzo alla gente.

2.     Ma perché andiamo parlando e chiacchierando così volentieri con altri, anche se poi è raro che, quando torniamo a star zitti, non abbiamo qualche guasto alla coscienza? Parliamo così volentieri perché, con queste chiacchiere, cerchiamo di consolarci a vicenda, e speriamo di sollevare il nostro animo oppresso dai vari pensieri. Inoltre molto ci diletta discorrere e fantasticare delle cose che amiamo assai e che desideriamo, o di ciò che sembra contrastarci. Ma spesso purtroppo tutto questo è vano e inutile; giacché una simile consolazione esteriore va molto a scapito di quella interiore e divina.  

3.     Non dobbiamo passare il nostro tempo in ozio, ma in vigilie e in orazioni; e, se possiamo o dobbiamo parlare, dire cose edificanti. Infatti, mentre il malvezzo e la trascuratezza del nostro progresso spirituale ci induce facilmente a tenere incustodita la nostra lingua, giova assai al nostro profitto interiore una devota conversione intorno alle cose dello spirito; tanto più quando ci si unisca, nel nome di Dio, a persone animate da pari spiritualità.


31 ottobre 1942

Madre Pierina Micheli

Questa mattina temevo comunicare, perché la notte agitata e tormentata dal nemico, mi dava la sensazione di essere in peccato, ma arrivò il Padre, e tornò la calma. Quanto è buono il Signore coi mise­rabili!

Le parole rivolteci dopo la S. Messa, mi animarono, mi diedero nuova forza a camminare nel Divino Volere.

Vigilia di tutti i Santi. Chi furono? che fecero? Furono uomini come noi. Lottarono costantemente contro satana, contro se stessi, contro il mondo, e rivestiti della corazza della fede, speranza e carità affronta­rono la lotta.

È aspro lottare, ma è molto dolce essere incoronati.

Perdono Gesù della mia poca generosità nella lotta. Costi quello che costi, voglio seguirti fra gli intimi...