Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Una sola Comunione ben fatta è capace e basterebbe per farci perfetti e santi. (San Francesco di Sales)

Liturgia delle Ore - Letture

Martedi della 3° settimana del Tempo di Pasqua

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 11

1Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

2Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli:3"Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?".4Gesù rispose: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete:5'I ciechi ricuperano la vista', gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, 'ai poveri è predicata la buona novella',6e beato colui che non si scandalizza di me".7Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento?8Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re!9E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta.10Egli è colui, del quale sta scritto:

'Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
che preparerà la tua via davanti a te.'

11In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono.13La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni.14E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire.15Chi ha orecchi intenda.

16Ma a chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono:

17Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.

18È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio.19È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere".

20Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite:21"Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere.22Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra.23E tu, Cafàrnao,

'sarai' forse 'innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi precipiterai!'

Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe!24Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!".

25In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.26Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.27Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

28Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, 'e troverete ristoro' per le vostre anime.30Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero".


Secondo libro dei Re 5

1Nàaman, capo dell'esercito del re di Aram, era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo mezzo il Signore aveva concesso la vittoria agli Aramei. Ma questo uomo prode era lebbroso.2Ora bande aramee in una razzia avevano rapito dal paese di Israele una giovinetta, che era finita al servizio della moglie di Nàaman.3Essa disse alla padrona: "Se il mio signore si rivolgesse al profeta che è in Samaria, certo lo libererebbe dalla lebbra".4Nàaman andò a riferire al suo signore: "La giovane che proviene dal paese di Israele ha detto così e così".5Il re di Aram gli disse: "Vacci! Io invierò una lettera al re di Israele". Quegli partì, prendendo con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli d'oro e dieci vestiti.6Portò la lettera al re di Israele, nella quale si diceva: "Ebbene, insieme con questa lettera ho mandato da te Nàaman, mio ministro, perché tu lo curi dalla lebbra".7Letta la lettera, il re di Israele si stracciò le vesti dicendo: "Sono forse Dio per dare la morte o la vita, perché costui mi mandi un lebbroso da guarire? Sì, ora potete constatare chiaramente che egli cerca pretesti contro di me".
8Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: "Perché ti sei stracciate le vesti? Quell'uomo venga da me e saprà che c'è un profeta in Israele".9Nàaman arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Eliseo.10Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: "Va', bagnati sette volte nel Giordano: la tua carne tornerà sana e tu sarai guarito".11Nàaman si sdegnò e se ne andò protestando: "Ecco, io pensavo: Certo, verrà fuori, si fermerà, invocherà il nome del Signore suo Dio, toccando con la mano la parte malata e sparirà la lebbra.12Forse l'Abana e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque di Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per essere guarito?". Si voltò e se ne partì adirato.13Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: "Se il profeta ti avesse ingiunto una cosa gravosa, non l'avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: bagnati e sarai guarito".14Egli, allora, scese e si lavò nel Giordano sette volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e la sua carne ridivenne come la carne di un giovinetto; egli era guarito.
15Tornò con tutto il seguito dall'uomo di Dio; entrò e si presentò a lui dicendo: "Ebbene, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele". Ora accetta un dono dal tuo servo".16Quegli disse: "Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò". Nàaman insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò.17Allora Nàaman disse: "Se è no, almeno sia permesso al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne portano due muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore.18Tuttavia il Signore perdoni il tuo servo se, quando il mio signore entra nel tempio di Rimmòn per prostrarsi, si appoggia al mio braccio e se anche io mi prostro nel tempio di Rimmòn, durante la sua adorazione nel tempio di Rimmòn; il Signore perdoni il tuo servo per questa azione".19Quegli disse: "Va' in pace". Partì da lui e fece un bel tratto di strada.
20Ghecazi, servo dell'uomo di Dio Eliseo, disse fra sé: "Ecco, il mio signore è stato tanto generoso con questo Nàaman arameo da non prendere quanto egli aveva portato; per la vita del Signore, gli correrò dietro e prenderò qualche cosa da lui".21Ghecazi inseguì Nàaman. Questi, vedendolo correre verso di sé, scese dal carro per andargli incontro e gli domandò: "Tutto bene?".22Quegli rispose: "Tutto bene. Il mio signore mi ha mandato a dirti: Ecco, proprio ora, sono giunti da me due giovani dalle montagne di Èfraim, da parte dei figli dei profeti. Dammi per essi un talento d'argento e due vestiti".23Nàaman disse: "È meglio che tu prenda due talenti" e insistette con lui. Legò due talenti d'argento in due sacchi insieme con due vestiti e li diede a due dei suoi giovani, che li portarono davanti a Ghecazi.24Giunto all'Ofel, questi prese dalle loro mani il tutto e lo depose in casa, quindi rimandò gli uomini, che se ne andarono.25Poi egli andò a presentarsi al suo padrone. Eliseo gli domandò: "Ghecazi, da dove vieni?". Rispose: "Il tuo servo non è andato in nessun luogo".26Quegli disse: "Non era forse presente il mio spirito quando quell'uomo si voltò dal suo carro per venirti incontro? Era forse il tempo di accettare denaro e di accettare abiti, oliveti, vigne, bestiame minuto e grosso, schiavi e schiave?27Ma la lebbra di Nàaman si attaccherà a te e alla tua discendenza per sempre". Egli si allontanò da Eliseo, bianco come la neve per la lebbra.


Salmi 119

1Alleluia.

Alef. Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
2Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

3Non commette ingiustizie,
cammina per le sue vie.
4Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.

5Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.
6Allora non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai tuoi comandi.
7Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
8Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.

9Bet. Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
10Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
11Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
12Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
13Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
14Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
15Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
16Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.

17Ghimel. Sii buono con il tuo servo e avrò vita,
custodirò la tua parola.
18Aprimi gli occhi perché io veda
le meraviglie della tua legge.
19Io sono straniero sulla terra,
non nascondermi i tuoi comandi.
20Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
21Tu minacci gli orgogliosi;
maledetto chi devìa dai tuoi decreti.
22Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho osservato le tue leggi.
23Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
24Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.

25Dalet. Io sono prostrato nella polvere;
dammi vita secondo la tua parola.
26Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
27Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.
28Io piango nella tristezza;
sollevami secondo la tua promessa.
29Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
30Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
31Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore,
che io non resti confuso.
32Corro per la via dei tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.

33He. Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
34Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
35Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
36Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
37Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
38Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
39Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.

41Vau. Venga a me, Signore, la tua grazia,
la tua salvezza secondo la tua promessa;
42a chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
43Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera,
perché confido nei tuoi giudizi.
44Custodirò la tua legge per sempre,
nei secoli, in eterno.
45Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i tuoi voleri.
46Davanti ai re parlerò della tua alleanza
senza temere la vergogna.
47Gioirò per i tuoi comandi
che ho amati.
48Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo,
mediterò le tue leggi.

49Zain. Ricorda la promessa fatta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
50Questo mi consola nella miseria:
la tua parola mi fa vivere.
51I superbi mi insultano aspramente,
ma non devìo dalla tua legge.
52Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore,
e ne sono consolato.
53M'ha preso lo sdegno contro gli empi
che abbandonano la tua legge.
54Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio.
55Ricordo il tuo nome lungo la notte
e osservo la tua legge, Signore.
56Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti.

57Het. La mia sorte, ho detto, Signore,
è custodire le tue parole.
58Con tutto il cuore ti ho supplicato,
fammi grazia secondo la tua promessa.
59Ho scrutato le mie vie,
ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti.
60Sono pronto e non voglio tardare
a custodire i tuoi decreti.
61I lacci degli empi mi hanno avvinto,
ma non ho dimenticato la tua legge.
62Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
63Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
64Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.

65Tet. Hai fatto il bene al tuo servo, Signore,
secondo la tua parola.
66Insegnami il senno e la saggezza,
perché ho fiducia nei tuoi comandamenti.
67Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
68Tu sei buono e fai il bene,
insegnami i tuoi decreti.
69Mi hanno calunniato gli insolenti,
ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti.
70Torpido come il grasso è il loro cuore,
ma io mi diletto della tua legge.
71Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari ad obbedirti.
72La legge della tua bocca mi è preziosa
più di mille pezzi d'oro e d'argento.

73Iod. Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
74I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia,
perché ho sperato nella tua parola.
75Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi
e con ragione mi hai umiliato.
76Mi consoli la tua grazia,
secondo la tua promessa al tuo servo.
77Venga su di me la tua misericordia e avrò vita,
poiché la tua legge è la mia gioia.
78Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono;
io mediterò la tua legge.
79Si volgano a me i tuoi fedeli
e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti.
80Sia il mio cuore integro nei tuoi precetti,
perché non resti confuso.

81Caf. Mi consumo nell'attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
82Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa,
mentre dico: "Quando mi darai conforto?".
83Io sono come un otre esposto al fumo,
ma non dimentico i tuoi insegnamenti.
84Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando farai giustizia dei miei persecutori?

85Mi hanno scavato fosse gli insolenti
che non seguono la tua legge.
86Verità sono tutti i tuoi comandi;
a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto.
87Per poco non mi hanno bandito dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò le parole della tua bocca.

89Lamed. La tua parola, Signore,
è stabile come il cielo.
90La tua fedeltà dura per ogni generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
91Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
92Se la tua legge non fosse la mia gioia,
sarei perito nella mia miseria.
93Mai dimenticherò i tuoi precetti:
per essi mi fai vivere.
94Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere.
95Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti.
96Di ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.

97Mem. Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
98Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
99Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
100Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
101Tengo lontano i miei passi da ogni via di male,
per custodire la tua parola.
102Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
103Quanto sono dolci al mio palato le tue parole:
più del miele per la mia bocca.
104Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna.

105Nun. Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
106Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
107Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
108Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
109La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
110Gli empi mi hanno teso i loro lacci,
ma non ho deviato dai tuoi precetti.
111Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
112Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti,
in essi è la mia ricompensa per sempre.

113Samech. Detesto gli animi incostanti,
io amo la tua legge.
114Tu sei mio rifugio e mio scudo,
spero nella tua parola.
115Allontanatevi da me o malvagi,
osserverò i precetti del mio Dio.
116Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita,
non deludermi nella mia speranza.
117Sii tu il mio aiuto e sarò salvo,
gioirò sempre nei tuoi precetti.
118Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti,
perché la sua astuzia è fallace.
119Consideri scorie tutti gli empi della terra,
perciò amo i tuoi insegnamenti.
120Tu fai fremere di spavento la mia carne,
io temo i tuoi giudizi.

121Ain. Ho agito secondo diritto e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano i superbi.
123I miei occhi si consumano nell'attesa della tua salvezza
e della tua parola di giustizia.
124Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi comandamenti.

125Io sono tuo servo, fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126È tempo che tu agisca, Signore;
hanno violato la tua legge.
127Perciò amo i tuoi comandamenti
più dell'oro, più dell'oro fino.
128Per questo tengo cari i tuoi precetti
e odio ogni via di menzogna.

129Pe. Meravigliosa è la tua alleanza,
per questo le sono fedele.
130La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
131Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti.
132Volgiti a me e abbi misericordia,
tu che sei giusto per chi ama il tuo nome.
133Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
134Salvami dall'oppressione dell'uomo
e obbedirò ai tuoi precetti.
135Fa' risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti.
136Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché non osservano la tua legge.

137Sade. Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
138Con giustizia hai ordinato le tue leggi
e con fedeltà grande.
139Mi divora lo zelo della tua casa,
perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
140Purissima è la tua parola,
il tuo servo la predilige.
141Io sono piccolo e disprezzato,
ma non trascuro i tuoi precetti.
142La tua giustizia è giustizia eterna
e verità è la tua legge.
143Angoscia e affanno mi hanno colto,
ma i tuoi comandi sono la mia gioia.
144Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre,
fammi comprendere e avrò la vita.

145Kof. T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
146Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
147Precedo l'aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
148I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
149Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
150A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
151Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
152Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.

153Res. Vedi la mia miseria, salvami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
154Difendi la mia causa, riscattami,
secondo la tua parola fammi vivere.
155Lontano dagli empi è la salvezza,
perché non cercano il tuo volere.
156Le tue misericordie sono grandi, Signore,
secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
157Sono molti i persecutori che mi assalgono,
ma io non abbandono le tue leggi.
158Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo,
perché non custodiscono la tua parola.
159Vedi che io amo i tuoi precetti,
Signore, secondo la tua grazia dammi vita.
160La verità è principio della tua parola,
resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.

161Sin. I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
162Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
163Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge.
164Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
165Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
166Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
167Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
168Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.

169Tau. Giunga il mio grido fino a te, Signore,
fammi comprendere secondo la tua parola.
170Venga al tuo volto la mia supplica,
salvami secondo la tua promessa.
171Scaturisca dalle mie labbra la tua lode,
poiché mi insegni i tuoi voleri.
172La mia lingua canti le tue parole,
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti.
173Mi venga in aiuto la tua mano,
poiché ho scelto i tuoi precetti.
174Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è tutta la mia gioia.
175Possa io vivere e darti lode,
mi aiutino i tuoi giudizi.
176Come pecora smarrita vado errando;
cerca il tuo servo,
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.


Salmi 104

1Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
2avvolto di luce come di un manto.
Tu stendi il cielo come una tenda,
3costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento;
4fai dei venti i tuoi messaggeri,
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.

5Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.
6L'oceano l'avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne.
7Alla tua minaccia sono fuggite,
al fragore del tuo tuono hanno tremato.
8Emergono i monti, scendono le valli
al luogo che hai loro assegnato.
9Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,
non torneranno a coprire la terra.

10Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
11ne bevono tutte le bestie selvatiche
e gli ònagri estinguono la loro sete.
12Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde.

13Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.
14Fai crescere il fieno per gli armenti
e l'erba al servizio dell'uomo,
perché tragga alimento dalla terra:
15il vino che allieta il cuore dell'uomo;
l'olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.

16Si saziano gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
17Là gli uccelli fanno il loro nido
e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
18Per i camosci sono le alte montagne,
le rocce sono rifugio per gli iràci.

19Per segnare le stagioni hai fatto la luna
e il sole che conosce il suo tramonto.
20Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
21ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
22Sorge il sole, si ritirano
e si accovacciano nelle tane.
23Allora l'uomo esce al suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.

24Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
25Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
26Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.

27Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
28Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
29Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
30Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

31La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
32Egli guarda la terra e la fa sussultare,
tocca i monti ed essi fumano.
33Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare al mio Dio finché esisto.
34A lui sia gradito il mio canto;
la mia gioia è nel Signore.

35Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi.
Benedici il Signore, anima mia.


Geremia 22

1Così dice il Signore: "Scendi nella casa del re di Giuda e là proclama questo messaggio.2Tu dirai: Ascolta la parola del Signore, o re di Giuda che siedi sul trono di Davide, tu, i tuoi ministri e il tuo popolo, che entrano per queste porte.3Dice il Signore: Praticate il diritto e la giustizia, liberate l'oppresso dalle mani dell'oppressore, non fate violenza e non opprimete il forestiero, l'orfano e la vedova, e non spargete sangue innocente in questo luogo.4Se osserverete lealmente quest'ordine, entreranno ancora per le porte di questa casa i re che siederanno sul trono di Davide, montati su carri e cavalli, essi, i loro ministri e il loro popolo.5Ma se non ascolterete queste parole, io lo giuro per me stesso - parola del Signore - questa casa diventerà una rovina.

6Poiché così dice il Signore
riguardo alla casa del re di Giuda:
Come Gàlaad eri per me,
come le vette del Libano;
ma io ti ridurrò a deserto, a città disabitata.
7Io preparerò contro di te i distruttori,
ognuno con le armi.
Essi abbatteranno i migliori dei tuoi cedri,
li getteranno nel fuoco.

8Molte genti passeranno su questa città e si diranno l'un l'altro: Perché il Signore ha trattato così questa grande città?9E risponderanno: Perché essi hanno abbandonato l'alleanza del Signore, loro Dio, hanno adorato altri dèi e li hanno serviti".

10Non piangete sul morto e non fate lamenti per lui,
ma piangete amaramente su chi parte,
perché non tornerà più,
non rivedrà il paese natio.

11Poiché dice il Signore riguardo a Sallùm figlio di Giosia, re di Giuda, che regna al posto di Giosia suo padre: "Chi esce da questo luogo non vi farà più ritorno,12ma morirà nel luogo dove lo condurranno prigioniero e non rivedrà più questo paese".

13Guai a chi costruisce la casa senza giustizia
e il piano di sopra senza equità,
che fa lavorare il suo prossimo per nulla,
senza dargli la paga,
14e dice: "Mi costruirò una casa grande
con spazioso piano di sopra"
e vi apre finestre
e la riveste di tavolati di cedro
e la dipinge di rosso.
15Forse tu agisci da re
perché ostenti passione per il cedro?
Forse tuo padre non mangiava e beveva?
Ma egli praticava il diritto e la giustizia
e tutto andava bene.
16Egli tutelava la causa del povero e del misero
e tutto andava bene;
questo non significa infatti conoscermi?
Oracolo del Signore.
17I tuoi occhi e il tuo cuore,
invece, non badano che al tuo interesse,
a spargere sangue innocente,
a commettere violenza e angherie.

18Per questo così dice il Signore su Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda:

"Non faranno il lamento per lui, dicendo:
Ahi, fratello mio! Ahi, sorella!
Non faranno il lamento per lui, dicendo:
Ahi, signore! Ahi, maestà!
19Sarà sepolto come si seppellisce un asino,
lo trascineranno e lo getteranno
al di là delle porte di Gerusalemme".

20Sali sul Libano e grida
e sul Basàn alza la voce;
grida dagli Abarìm,
perché tutti i tuoi amanti sono abbattuti.
21Ti parlai al tempo della tua tranquilla prosperità,
ma tu dicesti: "Io non voglio ascoltare".
Tale è stata la tua condotta fin dalla giovinezza:
non hai ascoltato la mia voce.
22Tutti i tuoi pastori saranno pascolo del vento
e i tuoi amanti andranno schiavi.
Allora ti dovrai vergognare ed essere confusa,
a causa di tutte le tue iniquità.
23Tu che dimori sul Libano,
che ti sei fatta il nido tra i cedri,
come gemerai quando ti coglieranno le doglie,
dolori come di partoriente!

24"Per la mia vita - oracolo del Signore - anche se Conìa figlio di Ioiakìm, re di Giuda, fosse un anello da sigillo nella mia destra, io me lo strapperei.25Ti metterò nelle mani di chi attenta alla tua vita, nelle mani di coloro che tu temi, nelle mani di Nabucodònosor re di Babilonia e nelle mani dei Caldei.26 Sbalzerò te e tua madre che ti ha generato in un paese dove non siete nati e là morirete.27Ma nel paese in cui brameranno tornare, là non torneranno.28È forse questo Conìa un vaso spregevole, rotto, oppure un vaso che non piace più a nessuno? Perché sono dunque scacciati, egli e la sua discendenza, e gettati in un paese che non conoscono?".
29Terra, terra, terra! Ascolta la parola del Signore!30Dice il Signore: "Registrate quest'uomo come uno senza figli, un uomo che non ha successo nella sua vita, perché nessuno della sua stirpe avrà la fortuna di sedere sul trono di Davide né di regnare ancora su Giuda".


Prima lettera ai Tessalonicesi 2

1Voi stessi infatti, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata vana.2Ma dopo avere prima sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come ben sapete, abbiamo avuto il coraggio nel nostro Dio di annunziarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte.3E il nostro appello non è stato mosso da volontà di inganno, né da torbidi motivi, né abbiamo usato frode alcuna;4ma come Dio ci ha trovati degni di affidarci il vangelo così lo predichiamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori.5Mai infatti abbiamo pronunziato parole di adulazione, come sapete, né avuto pensieri di cupidigia: Dio ne è testimone.6E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo.7Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature.8Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
9Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno vi abbiamo annunziato il vangelo di Dio.10Voi siete testimoni, e Dio stesso è testimone, come è stato santo, giusto, irreprensibile il nostro comportamento verso di voi credenti;11e sapete anche che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi,12incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna di quel Dio che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.

13Proprio per questo anche noi ringraziamo Dio continuamente, perché, avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione, l'avete accolta non quale parola di uomini, ma, come è veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete.14Voi infatti, fratelli, siete diventati imitatori delle Chiese di Dio in Gesù Cristo, che sono nella Giudea, perché avete sofferto anche voi da parte dei vostri connazionali come loro da parte dei Giudei,15i quali hanno perfino messo a morte il Signore Gesù e i profeti e hanno perseguitato anche noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini,16impedendo a noi di predicare ai pagani perché possano essere salvati. In tal modo essi colmano la misura dei loro peccati! Ma ormai l'ira è arrivata al colmo sul loro capo.

17Quanto a noi, fratelli, dopo poco tempo che eravamo separati da voi, di persona ma non col cuore, eravamo nell'impazienza di rivedere il vostro volto, tanto il nostro desiderio era vivo.18Perciò abbiamo desiderato una volta, anzi due volte, proprio io Paolo, di venire da voi, ma satana ce lo ha impedito.19Chi infatti, se non proprio voi, potrebbe essere la nostra speranza, la nostra gioia e la corona di cui ci possiamo vantare, davanti al Signore nostro Gesù, nel momento della sua venuta?20Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia.


Capitolo XI: scarso è il numero di coloro che amano la croce di Gesù

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1. Oggi, di innamorati del suo regno celeste, Gesù ne trova molti; pochi invece ne trova di pronti a portare la sua croce. Trova molti desiderosi di consolazione, pochi desiderosi della tribolazione, molti disposti a sedere a mensa, pochi disposti a digiunare. Tutti desiderano godere con Lui, pochi vogliono soffrire per Lui. Molti seguono Gesù fino alla distribuzione del pane, pochi invece fino al momento di bere il calice della passione. Molti guardano con venerazione ai suoi miracoli, pochi seguono l'ignominia della croce. Molti amano Iddio fin tanto che non succedono avversità. Molti lo lodano e lo benedicono soltanto mentre ricevono da lui qualche consolazione; ma, se Gesù si nasconde e li abbandona per un poco, cadono in lamentazione e in grande abbattimento. Invece coloro che amano Gesù per Gesù, non già per una qualche consolazione propria, lo benedicono nella tribolazione e nella angustia del cuore, come nel maggior gaudio spirituale. E anche se Gesù non volesse mai dare loro una consolazione, ugualmente vorrebbero sempre lodarlo e ringraziarlo.  

2. Oh!, quanta è la potenza di un amore schietto di Gesù, non commisto con alcun interesse ed egoismo! Forse che non si debbono definire quali mercenari tutti quelli che vanno sempre cercando consolazione? Forse che non si dimostrano più innamorati di sé che di Cristo quelli che pensano sempre al proprio utile e al proprio vantaggio? Dove si troverà uno che voglia servire Iddio senza ricompensa? E' difficile trovare chi sia spiritualmente così alto da voler essere spogliato di ogni cosa. Invero, chi lo troverà uno veramente povero nello spirito e distaccato da ogni creatura? Il suo pregio è come quello di cose provenienti da lontano, dagli estremi confini della terra (Pro 31,10). Anche se uno si spogliasse di tutte le sue sostanze (Ct 8,7), non è ancor nulla; anche se facesse grande penitenza, è ancora poca cosa; anche se avesse appreso ogni scienza, egli è ancora ben lungi dalla meta; anche se avesse grande virtù e fervente devozione, ancora gli manca molto: cioè la sola cosa, che gli è massimamente necessaria. Che cosa dunque? Che, abbandonato tutto, abbandoni anche se stesso, ed esca totalmente da sé, senza che gli rimanga un briciolo di amore di sé; che, dopo aver compiuto tutto quello che riconosce suo dovere, sia persuaso di non aver fatto niente; che non faccia gran conto di ciò che pur possa sembrare grande, ma sinceramente si proclami servo inutile, come dice la Verità stessa: "Quando avrete fatto tutto ciò che vi è stato comandato, dite: siamo servi inutili" (Lc 17,10). Allora sì, che uno potrà essere davvero povero e nudo spiritualmente, e dire col profeta: "Sono abbandonato e povero" (Sal 24,16). Ma nessuno è più ricco, nessuno più potente, nessuno più libero di costui, che sa abbandonare se stesso e ogni cosa e porsi all'ultimo posto.


Omelia 64: La partenza di Gesù.

Commento al Vangelo di San Giovanni - Sant'Agostino d'Ippona

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1. E' da notare, o carissimi, la stretta connessione che c'è tra le parole del Signore. Prima, quando Giuda era uscito, separandosi anche fisicamente da quella santa comunità, egli aveva detto: Adesso è stato glorificato il Figlio dell'uomo, e Dio è stato glorificato in lui, - riferendosi sia al regno futuro in cui i cattivi saranno separati dai buoni, sia alla sua risurrezione che era prossima e che non doveva essere differita, come la nostra, alla fine del mondo. Poi ha aggiunto: Se Dio è stato glorificato in lui, Dio a sua volta lo glorificherà in sé, e lo glorificherà subito, - riferendosi senza alcuna ambiguità alla sua risurrezione ormai imminente. Poi aggiunge: Figlioli, per poco ancora sono con voi (Gv 13, 31-33). Non dovevano pensare che, siccome Dio stava ormai per glorificarlo, egli non sarebbe più rimasto con loro in terra. Per poco ancora sono con voi, vuol dire: E' vero, sarò subito glorificato con la risurrezione, tuttavia non salirò subito in cielo ma per poco resterò ancora con voi. Infatti dopo la risurrezione, come dicono gli Atti degli Apostoli, egli trascorse con loro quaranta giorni, comparendo e scomparendo, mangiando e bevendo (cf. At 1, 3), non perché avesse bisogno di togliersi la fame o la sete, ma per provare, con tale condiscendenza, la realtà della sua carne, che non aveva la necessità di mangiare e di bere ma ne aveva la possibilità. Ora, dicendo: Sono con voi ancora per poco tempo, egli si riferisce a quei quaranta giorni, oppure intende qualcos'altro? Questa frase si può intendere anche così: Anch'io, come voi, ancora per poco tempo resto in questa debolezza della carne, fino alla morte e alla risurrezione. Infatti dopo la risurrezione egli rimase con loro quaranta giorni, presentandosi, come dice il Vangelo, nella realtà del suo corpo, tuttavia senza essere come loro partecipe della debolezza umana.

[La presenza di Cristo prima dell'ascensione.]

2. Esiste un'altra divina presenza, negata ai sensi del corpo, a proposito della quale il Signore dice: Ecco, io sono con voi fino alla consumazione dei secoli (Mt 28, 20). Certamente questo non è il senso delle parole: Per poco ancora sono con voi. Non è poco infatti il tempo che ci separa dalla fine del mondo. E se anche questo tempo è poco [giacché il tempo vola, e mille anni agli occhi di Dio sono come un giorno o come una veglia notturna (cf. Sal 89, 4)], non è da credere, tuttavia, che il Signore volesse riferirsi a questo, dato che proseguendo aggiunge: Voi mi cercherete e, come dissi ai Giudei, dove io vado, voi non potete venire (Gv 13, 33). Cioè, dopo questo breve tempo passato con voi, voi mi cercherete, e dove vado io, voi non potete venire. Non potranno forse andare dove egli va, alla fine del mondo? Ma allora perché in questo medesimo discorso dirà: Padre, io voglio che là dove sono io, siano anch'essi con me (Gv 17, 24)? Quindi con queste parole che adesso ha pronunciato: Sono con voi ancora per poco, non si riferisce alla sua presenza in mezzo ai suoi, con i quali resterà sino alla consumazione dei secoli; ma si riferisce invece o alla condizione della debolezza mortale che condivise con loro fino alla sua passione, o alla presenza corporale che prolungherà in mezzo a loro fino alla sua ascensione. Si può scegliere l'una o l'altra di queste interpretazioni, senza mettersi in contrasto con la fede.

3. E se qualcuno ritiene non conforme a verità questa interpretazione secondo la quale il Signore con la frase: Sono con voi ancora per poco tempo, intendeva riferirsi al tempo che trascorse nella carne mortale assieme ai discepoli fino alla passione, tenga conto delle parole che egli stesso dice dopo la risurrezione e che ci vengono riferite da un altro evangelista: E' questo che vi dicevo quando ero ancora con voi (Lc 24, 44). Dice così come se allora non fosse con loro, che pure gli stavano a fianco, lo vedevano, lo toccavano e parlavano con lui. Che significa dunque: quando ero ancora con voi, se non questo: quando ero ancora nella carne mortale, nella quale anche voi siete? Dopo la sua risurrezione egli era ancora in quella medesima carne; ma non si trovava più, come loro, nella condizione mortale. Perciò, come una volta rivestito di carne immortale, dice con tutta verità: quando ero ancora con voi, e non possiamo intendere questa frase altro che nel senso che egli vuole riferirsi al tempo della sua condizione mortale trascorso con i suoi discepoli, così anche qui si può coerentemente intendere la frase: sono con voi ancora per poco tempo nel senso che ancora per poco egli sarà mortale, come essi lo sono. Ma andiamo avanti.

[Come possiamo seguirlo dove ci ha preceduti.]

4. Voi mi cercherete, e come dissi ai Giudei, dico ora anche a voi: dove io vado, voi non potete venire (Gv 13, 33). Dice che non possono seguirlo "ora", mentre quando aveva detto la medesima cosa ai Giudei, non aveva aggiunto ora. I discepoli non potevano andare, allora, dove egli andava, ma sarebbero potuti andarci dopo, come il Signore molto esplicitamente annuncierà all'apostolo Pietro fra poco. Infatti quando Pietro gli chiede: Signore, dove vai?, Gesù gli risponde: Dove vado, non puoi per ora seguirmi; mi seguirai più tardi (Gv 13, 36). Dobbiamo approfondire il significato di questa affermazione. Dove, infatti, i discepoli non potevano seguire il Signore allora, ma più tardi avrebbero potuto? Se diciamo alla morte, qual è il tempo non adatto a morire per l'uomo che è nato, essendo talmente precaria la sua condizione nel corpo corruttibile, che non è più facile vivere che morire? I discepoli non erano quindi incapaci di seguire il Signore nella morte, ma erano ancora impreparati a seguirlo in quella vita che non conosce morte. Sì, perché il Signore andava là dove una volta risorto da morte non sarebbe più morto, né la morte avrebbe più avuto alcun dominio su di lui (cf. Rm 6, 9). Come potevano seguire il Signore che andava a morire per la giustizia, essi che non erano ancora maturi per il martirio? E come avrebbero potuto seguirlo sino alla immortalità della carne, essi che, qualunque fosse stato il momento della loro morte, avrebbero dovuto attendere la fine dei secoli per risorgere? Come avrebbero già potuto seguire il Signore che, senza abbandonarli, tornava nel seno del Padre dal quale neppure per venire sulla terra si era allontanato, dato che nessuno può essere ammesso in quella felicità se non è perfetto nella carità? E perciò, volendo insegnare ad essi il modo di acquistare la capacità di giungere là dove egli li precede, dice: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate a vicenda (Gv 13, 34). Sono questi i passi che bisogna fare per seguire Cristo. Ma di questo parleremo più diffusamente un'altra volta.


Capitolo XVII: La vita nei monasteri

Libro I: Libro della imitazione di Cristo e del dispregio del mondo e di tutte le sue vanità - Tommaso da Kempis

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1. Se vuoi mantenere pace e concordia con gli altri, devi imparare a vincere decisamente te stesso in molte cose. Non è cosa facile stare in un monastero o in un gruppo, e viverci senza lamento alcuno, mantenendosi fedele sino alla morte. Beato colui che vi avrà vissuto santamente e vi avrà felicemente compiuta la vita. Se vuoi stare saldo al tuo dovere e avanzare nel bene, devi considerarti esule pellegrino su questa terra. Per condurre una vita di pietà, devi farti stolto per amore di Cristo.  

2. Poco contano l'abito e la tonsura; sono la trasformazione della vita e la completa mortificazione delle passioni, che fanno il monaco. Chi tende ad altro che non sia soltanto Dio e la salute dell'anima, non troverà che tribolazione e dolore. Ancora, non avrà pace duratura chi non si sforza di essere il più piccolo, sottoposto a tutti. Qui tu sei venuto per servire, non comandare. Ricordati che sei stato chiamato a sopportare e a faticare, non a passare il tempo in ozio e in chiacchiere. Qui si provano gli uomini, come si prova l'oro nel fuoco (cfr. Sir 27,6). Qui nessuno potrà durevolmente stare, se non si sarà fatto umile dal profondo del cuore, per amore di Dio.


Espiazioni per il Santissimo Sacramento - Tiepidezza e indifferenza dei cristiani

Beata Anna Katharina Emmerick

Alla festa del Corpus Domini del 1819, tra le perduranti condizioni di sofferenze, Anna Katharina ebbe molte visioni di come ebbe inizio la festività del Santissimo Sacramento e di tutta la storia della sua adorazione fino al tempo attuale. Ma ella a causa della spossatezza comunicò solo quanto segue. Vidi un’immagine che spiegava l’introduzione della festività del Santissimo Sacramento. Il Signore Gesù Cristo sedeva al centro, parte laterale del tavolo, alla sua sinistra sedeva Pietro e alla sua destra un Apostolo esile e slanciato che rassomigliava molto a Giovanni 6 Prima vidi il Signore seduto che impartiva insegnamenti spirituali, poi si alzò come gli altri. In quel momento tutti restarono in silenzio presi dal desiderio di vedere cosa avrebbe fatto: Egli sollevò il pane, e volgendo gli occhi in alto, lo spezzò, poi lo benedisse. Nel far questo emanò una luce viva che infuse sul pane. Egli stesso apparve assorbito da quella luce che si diffuse su tutti i presenti. Tutti divennero silenziosi, illuminati, e pieni di devozione, solo Giuda si allontanò da questa luce, portandosi nell’ombra. Gesù sollevò gli occhi al cielo e contemporaneamente anche il calice, poi lo benedì. Io non posso trovare le parole adatte per descrivere adeguatamente quello che vidi. Percepii la transustanziazione e Lui che si trasformava, il pane e il calice erano colmi di splendore e vidi che egli aveva posato i pezzetti di pane sopra un piatto piano, che doveva essere una patena primitiva, e li porgeva, con la sua mano destra, direttamente ai singoli nella bocca. La prima a riceverlo fu la Madre di Dio la quale, frattanto, si era avvicinata al tavolo degli Apostoli. Vidi con il pane anche la luce entrare nella bocca della Madre di Dio; poi, come la forma di un Corpo, nella bocca degli Apostoli. Tutti furono attraversati dalla luce, solo Giuda rimaneva sinistro nell’oscurità, Il Signore prese il calice nella mano per il gambo e lasciò bere gli Apostoli. Ancora una volta vidi gli Apostoli ricolmi di splendore luminoso; poi tutta l’immagine svanì».

Dopodiché Anna Katharina Emmerich ebbe una lunga serie di immagini mutevoli, dalle diverse figure, all’offerta e alla devozione del Sacramento. Purtroppo era sfinita per la stanchezza e i dolori della notte, ma nonostante ciò riuscì a raccontare qualcosa, anche se in modo non chiaro: 4o vidi come con il passare degli anni, nel corso della storia, che il pane eucaristico assumeva un aspetto sempre più bianco e fine. Già con gli Apostoli in Gerusalemme aveva una forma più piccola, come piccoli bocconi, che Pietro distribuiva; poi lo vidi in forma quadrata e alla fine divenire rotondo. Vidi che gli Apostoli avevano già diffuso l’ostia nei luoghi lontani e i cristiani si riunivano in sale o case, perché non avevano ancora le chiese. Gli Apostoli portavano dalle proprie abitazioni l’ostia nel luogo di riunione, per esporla al culto dell’adorazione pubblica. La gente la contemplava reverentemente. Durante l’epoca del cristianesimo primitivo vidi le chiese come semplicissimi luoghi di raduno, in locali o case, più tardi i cristiani ricevettero, anche dai pagani, grandi templi che venivano consacrati, da allora il Sacramento rimase fisso nel luogo di devozione. Vidi anche che i cristiani ricevevano nelle mani e poi mangiavano il pane eucaristico e le donne che dovevano prenderlo con un fazzolettino, e che i cristiani in un certo tempo avevano il permesso di portare il Sacramento a casa in un vasetto o una scatoletta chiusa, appesa al collo. Quando quest’usanza fu abolita, venne permessa eccezionalmente a singoli fedeli. Ebbi, l’uno dopo l’altra, moltissime visioni sul santo Sacramento, come venne accolto e la sua devozione. Vidi al principio del cristianesimo, e in alcune epoche della storia, i cristiani nella più grande fede, innocenza e illuminazione, e in altri tempi, in condizioni umilianti di confusione e persecuzione. Vidi la Chiesa effettuare, nel fervore dello Spirito Santo, alcuni cambiamenti sul modo di esprimere la devozione al Santissimo Sacramento. Nei periodi di decadenza della Chiesa vidi l’interruzione della celebrazione del Sacramento, ed ebbi pure una Visione sull’origine dell’istituzione della festa del Corpus Domini e la pubblica devozione, al tempo della grande decadenza, per ottenere grazie sia per le comunità singole che per tutta la Chiesa. Vidi una solenne celebrazione in una città a me conosciuta, credo Liegi, poi vidi un paese caldo e lontano, dove crescevano frutta e datteri, e qualcosa accadere in una città. I cristiani si radunavano nella Chiesa e il prete era sull’altare, davanti alla chiesa c’era un trambusto. Un uomo, un tiranno crudele, montava un cavallo bianco inselvaggito e lanciato a gran Carriera. Molta gente si tirava di qua e di là preso dalla più indicibile paura. Era come se il tiranno volesse spingere la bestia nella Chiesa per dileggio. Credo che egli dicesse che ora i cristiani dovevano rendersi conto se il loro Dio di pane fosse veramente Dio. La gente nella Chiesa era terrorizzata.
Appena il tiranno entrò a cavallo nella chiesa e si avvicinò all’altare vidi il prete dargli la benedizione con il Sacramento. Nello stesso momento la bestia furente si fermò e il prete, facendosi incontro al cavallo, si avvicinò alle porte con il Sacramento. A questa vista la bestia si avvicinò umilmente e cadde sulle ginocchia. Il barbaro tiranno e tutto il suo seguito, di fronte all’avvenimento, apparivano trasformati: si inginocchiarono, entrarono nella chiesa e si convertirono.
Anche questa notte fui presa da indescrivibili pene interiori. Queste pene erano forti e lancinanti e tutte le membra ne erano investite, più volte ebbi la tentazione di gridare.
Suor Emmerich non poteva più voltarsi e non sapeva più delle visioni della notte e quanto tempo era rimasta nelle pene, con trafitture di dolori che giungevano fino alle punte dei piedi. Tali dolori avevano un significato particolare ed erano in rapporto ai peccati, o deviazioni, di qualcuno. Essa conosceva il motivo delle sue sofferenze. All’inizio della notte di nuovo ebbe la visione del giardino di santa Chiara da Montefalco. Costei le mostrò il significato degli otto campi del giardino: questi simbolizzavano gli otto giorni della celebrazione del Santissimo Sacramento, ed Anna Katharina, donando le sue sofferenze, ne avrebbe già coltivati tre. La pia suora ricevé nuovamente spiegazioni mistiche sul significato delle piante in rapporto al dolore.