Sotto il Tuo Manto

Martedi, 3 giugno 2025 - San Carlo Lwanga (Letture di oggi)

Quanto siamo disprezzati, il rattristarcene è un sentimento umano, il consolarcene è un sentimento di spirito superiore. (San Francesco di Sales)

Liturgia delle Ore - Letture

Venerdi della 2° settimana del Tempo di Pasqua (Sant'Atanasio)

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 11

1Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli".2Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite:

Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
4e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione".

5Poi aggiunse: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani,6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti;7e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli;8vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.

9Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.10Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?13Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!".

14Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate.15Ma alcuni dissero: "È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni".16Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.17Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: "Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra.18Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl.19Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici.20Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
21Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro.22Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.

23Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

24Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito.25Venuto, la trova spazzata e adorna.26Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima".

27Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!".28Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!".

29Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona.30Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.31La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.32Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui.

33Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce.34La lucerna del tuo corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre.35Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra.36Se il tuo corpo è tutto luminoso senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore".


37Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola.38Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.39Allora il Signore gli disse: "Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.40Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno?41Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo.42Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.43Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.44Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo".
45Uno dei dottori della legge intervenne: "Maestro, dicendo questo, offendi anche noi".46Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!47Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi.48Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri.49Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno;50perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo,51dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.52Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito".
53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti,54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.


Esdra 6

1Allora il re Dario ordinò che si facessero ricerche nell'archivio, là dove si conservano i tesori a Babilonia,2e a Ecbàtana, la fortezza che è nella provincia di Media, si trovò un rotolo in cui era scritto:
"Promemoria.
3Nell'anno primo del re Ciro, il re Ciro prese questa decisione riguardo al tempio in Gerusalemme: la casa sia ricostruita come luogo in cui si facciano sacrifici; le sue fondamenta siano salde, la sua altezza sia di sessanta cubiti, la sua larghezza di sessanta cubiti.4Vi siano nei muri tre spessori di blocchi di pietra e uno di legno. La spesa sia pagata dalla reggia.5Inoltre gli arredi del tempio fatti d'oro e d'argento, che Nabucodònosor ha portato via dal tempio di Gerusalemme e trasferito a Babilonia, siano restituiti e rimessi al loro posto nel tempio di Gerusalemme e ricollocati nella casa di Dio".
6"Quindi voi Tatténai, governatore d'Oltrefiume e Setar-Boznai, con i vostri colleghi funzionari residenti nell'Oltrefiume, tenetevi in disparte.7Lasciate che lavorino a quella casa di Dio il governatore dei Giudei e i loro anziani. Essi ricostruiscano questo tempio al suo posto.8Ecco i miei ordini sull'atteggiamento che dovete tenere con questi anziani dei Giudei per la ricostruzione del tempio: dalle entrate del re, cioè dalla imposta dell'Oltrefiume, saranno rimborsate puntualmente le spese a quegli uomini, senza interruzione.9Ciò che loro occorre, giovenchi, arieti e agnelli, per gli olocausti al Dio del cielo, come anche grano, sale, vino e olio, siano loro forniti ogni giorno senza esitazione, secondo le indicazioni dei sacerdoti di Gerusalemme,10perché si facciano offerte di odore soave al Dio del cielo e si preghi per la vita del re e dei suoi figli.11Ordino ancora: se qualcuno trasgredisce questo decreto, si tolga una trave dalla sua casa, la si rizzi ed egli vi sia impiccato. Poi la sua casa sia ridotta a letamaio.12Il Dio che ha fatto risiedere là il suo nome disperda qualsiasi re o popolo che presuma trasgredire il mio ordine, distruggendo questo tempio che è a Gerusalemme. Io Dario ho emanato questo ordine: sia eseguito alla lettera".
13Allora Tatténai, governatore dell'Oltrefiume, Setar-Boznai e i loro colleghi eseguirono alla lettera quel che aveva comandato il re Dario.14Quanto agli anziani dei Giudei, essi continuarono a costruire e fecero progressi con l'incoraggiamento delle parole ispirate del profeta Aggeo e di Zaccaria figlio di Iddo. Portarono a compimento la costruzione secondo il comando del Dio d'Israele e secondo il decreto di Ciro, di Dario e di Artaserse re di Persia.15Si terminò la costruzione di questo tempio il giorno tre del mese di Adar nell'anno sesto del regno del re Dario.16Allora gli Israeliti, i sacerdoti, i leviti e gli altri rimpatriati celebrarono con gioia la dedicazione di questa casa di Dio;17offrirono per la dedicazione di questa casa di Dio cento tori, duecento arieti, quattrocento agnelli; inoltre dodici capri come sacrifici espiatori per tutto Israele, secondo il numero delle tribù d'Israele.18Inoltre stabilirono i sacerdoti divisi secondo le loro classi e i leviti secondo i loro turni per il servizio di Dio a Gerusalemme, come è scritto nel libro di Mosè.
19I rimpatriati celebrarono la pasqua il quattordici del primo mese,20poiché i sacerdoti e i leviti si erano purificati tutti insieme come un sol uomo: tutti erano mondi. Così immolarono la pasqua per tutti i rimpatriati, per i loro fratelli sacerdoti e per se stessi.21Mangiarono la pasqua gli Israeliti che erano tornati dall'esilio e quanti si erano separati dalla contaminazione del popolo del paese e si erano uniti a loro per aderire al Signore Dio d'Israele.22Celebrarono con gioia la festa degli azzimi per sette giorni poiché il Signore li aveva colmati di gioia, avendo piegato a loro favore il cuore del re di Assiria, per rafforzare le loro mani nel lavoro per il tempio del Dio d'Israele.


Salmi 98

1'Salmo'.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

2Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.
3Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa di Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.

4Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia.
5Cantate inni al Signore con l'arpa,
con l'arpa e con suono melodioso;
6con la tromba e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

7Frema il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
8I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
9davanti al Signore che viene,
che viene a giudicare la terra.
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.


Salmi 105

1Alleluia.

Lodate il Signore e invocate il suo nome,
proclamate tra i popoli le sue opere.
2Cantate a lui canti di gioia,
meditate tutti i suoi prodigi.
3Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

4Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
5Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca:
6voi stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.

7È lui il Signore, nostro Dio,
su tutta la terra i suoi giudizi.
8Ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni,
9l'alleanza stretta con Abramo
e il suo giuramento ad Isacco.

10La stabilì per Giacobbe come legge,
come alleanza eterna per Israele:
11"Ti darò il paese di Cànaan
come eredità a voi toccata in sorte".
12Quando erano in piccolo numero,
pochi e forestieri in quella terra,
13e passavano di paese in paese,
da un regno ad un altro popolo,
14non permise che alcuno li opprimesse
e castigò i re per causa loro:
15"Non toccate i miei consacrati,
non fate alcun male ai miei profeti".

16Chiamò la fame sopra quella terra
e distrusse ogni riserva di pane.
17Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo.
18Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
19finché si avverò la sua predizione
e la parola del Signore gli rese giustizia.

20Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
21lo pose signore della sua casa,
capo di tutti i suoi averi,
22per istruire i capi secondo il suo giudizio
e insegnare la saggezza agli anziani.

23E Israele venne in Egitto,
Giacobbe visse nel paese di Cam come straniero.
24Ma Dio rese assai fecondo il suo popolo,
lo rese più forte dei suoi nemici.
25Mutò il loro cuore
e odiarono il suo popolo,
contro i suoi servi agirono con inganno
26Mandò Mosè suo servo
e Aronne che si era scelto.
27Compì per mezzo loro i segni promessi
e nel paese di Cam i suoi prodigi.

28Mandò le tenebre e si fece buio,
ma resistettero alle sue parole.
29Cambiò le loro acque in sangue
e fece morire i pesci.
30Il loro paese brulicò di rane
fino alle stanze dei loro sovrani.
31Diede un ordine e le mosche vennero a sciami
e le zanzare in tutto il loro paese.
32Invece delle piogge mandò loro la grandine,
vampe di fuoco sul loro paese.
33Colpì le loro vigne e i loro fichi,
schiantò gli alberi della loro terra.

34Diede un ordine e vennero le locuste
e bruchi senza numero;
35divorarono tutta l'erba del paese
e distrussero il frutto del loro suolo.
36Colpì nel loro paese ogni primogenito,
tutte le primizie del loro vigore.

37Fece uscire il suo popolo con argento e oro,
fra le tribù non c'era alcun infermo.
38L'Egitto si rallegrò della loro partenza
perché su di essi era piombato il terrore.
39Distese una nube per proteggerli
e un fuoco per illuminarli di notte.

40Alla loro domanda fece scendere le quaglie
e li saziò con il pane del cielo.
41Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque,
scorrevano come fiumi nel deserto,
42perché ricordò la sua parola santa
data ad Abramo suo servo.

43Fece uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
44Diede loro le terre dei popoli,
ereditarono la fatica delle genti,
45perché custodissero i suoi decreti
e obbedissero alle sue leggi.

Alleluia.


Geremia 38

1Sefatià figlio di Mattàn, Godolia figlio di Pascùr, Iucàl figlio di Selemia e Pascùr figlio di Malchia udirono queste parole che Geremia rivolgeva a tutto il popolo:2"Dice il Signore: Chi rimane in questa città morirà di spada, di fame e di peste, mentre chi passerà ai Caldei vivrà: per lui la sua vita sarà come bottino e vivrà.3Dice il Signore: Certo questa città sarà data in mano all'esercito del re di Babilonia che la prenderà".
4I capi allora dissero al re: "Si metta a morte questo uomo, appunto perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché questo uomo non cerca il benessere del popolo, ma il male".5Il re Sedecìa rispose: "Ecco, egli è nelle vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voi".
6Essi allora presero Geremia e lo gettarono nella cisterna di Malchia, principe regale, la quale si trovava nell'atrio della prigione. Calarono Geremia con corde. Nella cisterna non c'era acqua ma fango, e così Geremia affondò nel fango.
7Ebed-Mèlech l'Etiope, un eunuco che era nella reggia, sentì che Geremia era stato messo nella cisterna. Ora, mentre il re stava alla porta di Beniamino,8Ebed-Mèlech uscì dalla reggia e disse al re:9"Re mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremia, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame sul posto, perché non c'è più pane nella città".10Allora il re diede quest'ordine a Ebed-Mèlech l'Etiope: "Prendi con te da qui tre uomini e fa' risalire il profeta Geremia dalla cisterna prima che muoia".11Ebed-Mèlech prese con sé gli uomini, andò nella reggia, nel guardaroba del tesoro e, presi di là pezzi di cenci e di stracci, li gettò a Geremia nella cisterna con corde.
12Ebed-Mèlech disse a Geremia: "Su, mettiti i pezzi dei cenci e degli stracci alle ascelle sotto le corde". Geremia fece così.13Allora tirarono su Geremia con le corde, facendolo uscire dalla cisterna, e Geremia rimase nell'atrio della prigione.

14Il re Sedecìa mandò a prendere il profeta Geremia e, fattolo venire presso di sé al terzo ingresso del tempio del Signore, il re gli disse: "Ti domando una cosa, non nascondermi nulla!".15Geremia rispose a Sedecìa: "Se te la dico, non mi farai forse morire? E se ti do un consiglio, non mi darai ascolto".16Allora il re Sedecìa giurò in segreto a Geremia: "Com'è vero che vive il Signore che ci ha dato questa vita, non ti farò morire né ti consegnerò in balìa di quegli uomini che attentano alla tua vita!".
17Geremia allora disse a Sedecìa: "Dice il Signore, Dio degli eserciti, Dio di Israele: Se uscirai incontro ai generali del re di Babilonia, allora avrai salva la vita e questa città non sarà data in fiamme; tu e la tua famiglia vivrete;18se invece non uscirai incontro ai generali del re di Babilonia, allora questa città sarà messa in mano ai Caldei, i quali la daranno alle fiamme e tu non scamperai dalle loro mani".
19Il re Sedecìa rispose a Geremia: "Ho paura dei Giudei che sono passati ai Caldei; temo di essere consegnato in loro potere e che essi mi maltrattino".20Ma Geremia disse: "Non ti consegneranno a loro. Ascolta la voce del Signore riguardo a ciò che ti dico; ti andrà bene e tu vivrai;21 se, invece, rifiuti di uscire, questo il Signore mi ha rivelato:22Ecco, tutte le donne rimaste nella reggia di Giuda saranno condotte ai generali del re di Babilonia e diranno:

Ti hanno abbindolato e ingannato
gli uomini di tua fiducia.
I tuoi piedi si sono affondati nella melma,
mentre essi sono spariti.

23Tutte le donne e tutti i tuoi figli saranno condotti ai Caldei e tu non sfuggirai alle loro mani, ma sarai tenuto prigioniero in mano del re di Babilonia e questa città sarà data alle fiamme".
24Sedecìa disse a Geremia: "Nessuno sappia di questi discorsi perché tu non muoia.25Se i dignitari sentiranno che ho parlato con te e verranno da te e ti domanderanno: Riferiscici quanto hai detto al re, non nasconderci nulla, altrimenti ti uccideremo; raccontaci che cosa ti ha detto il re,26tu risponderai loro: Ho presentato la supplica al re perché non mi mandasse di nuovo nella casa di Giònata a morirvi".
27Ora tutti i dignitari vennero da Geremia e lo interrogarono; egli rispose proprio come il re gli aveva ordinato, così che lo lasciarono tranquillo, poiché la conversazione non era stata ascoltata.
28Geremia rimase nell'atrio della prigione fino al giorno in cui fu presa Gerusalemme.


Prima lettera a Timoteo 4

1Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche,2sedotti dall'ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza.3Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli e da quanti conoscono la verità.4Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie,5perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera.
6Proponendo queste cose ai fratelli sarai un buon ministro di Cristo Gesù, nutrito come sei dalle parole della fede e della buona dottrina che hai seguito.7Rifiuta invece le favole profane, roba da vecchierelle.
8Esèrcitati nella pietà, perché l'esercizio fisico è utile a poco, mentre la pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura.9Certo questa parola è degna di fede.10Noi infatti ci affatichiamo e combattiamo perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono.11Questo tu devi proclamare e insegnare.
12Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza.13Fino al mio arrivo, dèdicati alla lettura, all'esortazione e all'insegnamento.14Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l'imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri.15Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso.16Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.


Capitolo XXXV: In questa vita, nessuna certezza di andar esenti da tentazioni

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1. O figlio, giammai, in questa vita, sarai libero dall'inquietudine: finché avrai vita, avrai bisogno d'essere spiritualmente armato. Ti trovi tra nemici e vieni assalito da destra e da sinistra. Perciò, se non farai uso, da una parte e dall'altra, dello scudo della fermezza, non tarderai ad essere ferito. Di più, se non terrai il tuo animo fisso in me, con l'unico proposito di tutto soffrire per amor mio, non potrai reggere l'ardore della lotta e arrivare al premio dei beati. Tu devi virilmente passare oltre ogni cosa, e avere braccio valido contro ogni ostacolo: "la manna viene concessa al vittorioso" (Ap 2,17), mentre una miseria grande è lasciata a chi manca di ardore.  

2. Se vai cercando la tua pace in questa vita, come potrai giungere alla pace eterna? Non a una piena di tranquillità, ma a una grande sofferenza ti devi preparare. Giacché la pace vera non la devi cercare in terra, ma nei cieli; non negli uomini, o nelle altre creature, ma soltanto in Dio. Tutto devi lietamente sopportare, per amore di Dio: fatiche e dolori; tentazioni e tormenti; angustie, miserie e malanni; ingiurie, biasimi e rimproveri; umiliazioni e sbigottimenti; ammonizioni e critiche sprezzanti. Cose, queste, che aiutano nella via della virtù e costituiscono una prova per chi si è posto al servizio di Cristo; cose, infine, che preparano la corona del cielo. Ché una eterna ricompensa io darò un travaglio di breve durata; e una gloria senza fine, per una umiliazione destinata a passare.  

3. Forse tu credi di poter sempre avere le consolazioni spirituali a tuo piacimento? Non ne ebbero sempre neppure i miei santi; i quali soffrirono, invece, tante difficoltà e tentazioni di ogni genere e grandi desolazioni. Sennonché, con la virtù della sopportazione, essi si tennero sempre ritti, confidando più in Dio che in se stessi; consci che "le sofferenze del momento presente non sono nulla a confronto della conquista della gloria futura" (Rm 8,18). O vuoi tu avere subito quello che molti ottennero a stento, dopo tante lacrime e tante fatiche? "Aspetta il Signore, comportati da uomo" (Sal 26,14), e fatti forza; non disperare, non disertare. Disponiti, invece, fermamente, anima e corpo, per la gloria di Dio. Strabocchevole sarà la mia ricompensa. Io sarò con te in ogni tribolazione.


Omelia 35: Cristo sapienza di Dio.

Commento al Vangelo di San Giovanni - Sant'Agostino d'Ippona

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1. Quanti eravate presenti ieri, ricorderete che ci siamo intrattenuti a lungo sulle parole di nostro Signore Gesù Cristo, là dove egli dice: Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita (Gv 8, 12). Se ancora volessimo intrattenerci su quella luce, avremmo ancora molto da dire, non essendo possibile farlo succintamente. Seguiamo dunque, fratelli miei, Cristo luce del mondo, se non vogliamo camminare nelle tenebre. Le tenebre che dobbiamo temere sono quelle morali, non quelle degli occhi; e se son da temere le tenebre degli occhi, non si tratta qui degli occhi esteriori, ma di quelli interiori, con cui si distingue non il bianco dal nero, ma ciò che è giusto da ciò che non lo è.

2. A questa dichiarazione di nostro Signore Gesù Cristo, i Giudei risposero: Tu rendi testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera (Gv 8, 13). Prima di venire in terra, nostro Signore Gesù Cristo aveva inviato davanti a sé numerosi profeti come lucerne. Faceva parte di quelle anche Giovanni Battista, al quale la massima luce che è Cristo Signore rese testimonianza come a nessuno degli uomini, dicendo: Fra i nati di donna non è apparso uno più grande di Giovanni Battista (Mt 11, 11). Ed egli, il più grande fra i nati di donna, disse del Signore Gesù Cristo: Io battezzo in acqua; ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete: colui che viene, che è più forte di me, al quale non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo (Gv 1, 26-27). Guardate come la lucerna rende omaggio alla luce del giorno. Che Giovanni fosse una lucerna lo attesta lo stesso Signore: Egli era - dice - una lucerna che arde e risplende, e voi per un momento avete voluto esultare alla sua luce (Gv 5, 35). E quando più tardi i Giudei dissero al Signore: Con quale autorità fai questo? (Mt 21, 23), il Signore, sapendo che essi tenevano in gran conto Giovanni Battista, e sapendo che il Battista, da loro tenuto in gran conto, aveva reso testimonianza al Signore, rispose loro: Vi farò anch'io una sola domanda: Il battesimo di Giovanni donde veniva, dal cielo o dagli uomini? (Mt 21, 24-25). Imbarazzati, essi ragionavano dentro di sé: Se diciamo "dagli uomini", la folla ci lapiderà, perché ritiene Giovanni un profeta; se diciamo "dal cielo", ci risponderà: Colui che voi riconoscete aver ricevuto la profezia dal cielo, mi ha reso testimonianza, e da lui avete sentito con quale autorità io faccio questo. Videro dunque che, qualunque cosa avessero risposto, sarebbero caduti nel laccio, e dissero: Non lo sappiamo. E il Signore replicò: Nemmeno io vi dico con quale autorità faccio questo (Mt 21, 27). Io non vi dico ciò che so, perché voi non volete confessare ciò che sapete. Giustamente umiliati e confusi, si allontanarono; e si adempì ciò che nel salmo aveva detto Dio Padre per bocca del profeta: Ho preparato una lucerna - che è appunto Giovanni - per il mio Cristo, e riempirò di confusione i suoi nemici (Sal 131, 17-18).

[Luce che illumina, e luce che è illuminata.]

3. Il Signore Gesù Cristo possedeva dunque la testimonianza dei profeti che aveva inviato innanzi a sé come araldi che precedono il giudice. Possedeva la testimonianza di Giovanni, ma più grande era la testimonianza che egli stesso si rendeva. Quelli, però, cercavano delle lucerne perché, avendo gli occhi malati, non sopportavano la luce del giorno. Lo stesso Apostolo Giovanni, autore di questo Vangelo che abbiamo in mano, nel prologo così parla di Giovanni Battista: Vi fu un uomo mandato da Dio, e il suo nome era Giovanni. Questi venne come testimone, per dar testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Non era egli la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Egli era la vera luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (Gv 1, 6-9). Se illumina ogni uomo, illumina anche Giovanni; per questo lo stesso Giovanni dice: Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto (Gv 1, 16). Tenete dunque presente tutto questo, perché la vostra fede in Cristo diventi più consapevole e matura, e non dobbiate rimanere sempre bambini che cercano il petto materno rifiutando il cibo solido. Presso la santa Chiesa di Cristo, che è vostra madre, dovete ormai svezzarvi e nutrirvi accostandovi, non con lo stomaco ma con la mente, a cibi più solidi. Sappiate ormai distinguere la luce che illumina dalla luce che viene illuminata. Anche i nostri occhi, infatti, vengono chiamati luci, e di solito la gente giura sui propri occhi, che considera luci, e nel giurare se li tocca con la mano. Ed è nota la formula di giuramento: Così possano vivere le mie luci! Ma se aspetti che queste luci, se tali sono, si aprano e ti rischiarino, quando viene a mancare la luce nella tua stanza chiusa, aspetterai invano. Ora, come gli occhi, che abbiamo in faccia e che chiamiamo luci, anche quando sono sani e aperti hanno bisogno della luce che viene dall'esterno - sottraendo o mancando la quale, benché sani e aperti, non vedono -, così la nostra mente, che è l'occhio dell'anima, se non viene irradiata dalla luce della verità e non viene prodigiosamente rischiarata da colui che illumina senza dover essere illuminato, non potrà pervenire né alla sapienza né alla giustizia. E' questa infatti la nostra via: vivere secondo giustizia. Come può non inciampare chi cammina senza luce? E' dunque necessario, ed è un grande dono, poter vedere la via che si deve percorrere. Tobia aveva gli occhi, ma erano chiusi; il figlio teneva per mano il padre, ma il padre, con i suoi insegnamenti, indicava al figlio la via (cf. Tb 2, 1-4).

[La luce rende testimonianza a se stessa.]

4. Gli risposero dunque i Giudei: Tu rendi testimonianza a te stesso; la tua testimonianza non è vera (Gv 8, 13). Sentiamo che risposta ricevono. Ascoltiamo anche noi, ma non come loro: essi con disprezzo, noi con fede; essi col proposito di uccidere Cristo, noi decisi a vivere per lui. Con questa diversa disposizione di animo e di attenzione ascoltiamo la risposta del Signore ai Giudei: Gesù rispose e disse loro: Anche se io rendo testimonianza a me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado (Gv 8, 14). La luce fa vedere altre cose e se stessa. Tu, ad esempio, per cercare la tunica, accendi la lucerna e la lucerna accesa ti consente di trovare la tunica; accendi forse un'altra lucerna per vedere quella che hai acceso? No, perché la lucerna accesa, mentre rivela gli oggetti che erano al buio, mostra anche se stessa ai tuoi occhi. Così anche Cristo Signore faceva risaltare il contrasto tra i suoi fedeli e i Giudei ostili, come tra la luce e le tenebre; tra quelli che egli penetrava con il raggio della fede e quelli che tenevano gli occhi chiusi alla luce che li avvolgeva. Anche il sole illumina la faccia tanto di chi ha la vista come di chi è cieco. Ambedue sono lì con la faccia al sole, e questo illumina la loro carne, ma non la vista di tutti e due; uno vede, l'altro non vede: il sole è presente ad ambedue, ma uno di loro è assente al sole che risplende. Così è della sapienza di Dio, il Verbo di Dio, il Signore Gesù Cristo è dovunque presente, perché la verità è dovunque, la sapienza è dovunque. Uno sente parlare di giustizia in oriente, un altro in occidente; ma è forse diversa la giustizia che intende uno dalla giustizia che intende l'altro? Sono distanti fisicamente, ma lo sguardo della loro mente è fisso sulla medesima cosa. La giustizia che io vedo stando qui, se è vera giustizia, la sta vedendo anche il giusto che fisicamente è dislocato chissà dove ma che è congiunto con me nella luce della medesima giustizia. La luce dunque rende testimonianza a se stessa: risplende agli occhi sani e testimonia di se stessa per farsi conoscere. Ma che dire degli infedeli? forse che ad essi la luce non è presente? E' presente anche a loro, ma essi non possiedono gli occhi del cuore che sono necessari per vederla. Ascolta il giudizio che il Vangelo esprime nei loro confronti: La luce splende fra le tenebre, e le tenebre non l'hanno compresa (Gv 1, 5). Pertanto il Signore parla e dice la verità: Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so di dove vengo e dove vado. Intendeva riferirsi al Padre: il Figlio rendeva gloria al Padre. Uguale a lui, glorifica il Padre dal quale è stato mandato. Quanto più l'uomo è tenuto a glorificare colui dal quale è stato creato!

5. So di dove vengo e dove vado. Questi che vi parla di persona, è in possesso di qualcosa che non ha mai lasciato, e tuttavia è venuto a noi: venendo in mezzo a noi non si è allontanato di là, né ritornandovi ci lascia. C'è da meravigliarsi? E' Dio. Ciò non è possibile all'uomo; e neppure al sole. Quando il sole va verso l'occidente abbandona l'oriente, e finché non torna a spuntare in oriente, in occidente non c'è. Nostro Signore Gesù Cristo, invece, viene quaggiù e rimane lassù; ritorna lassù e non cessa d'essere quaggiù. Ascolta quello che dice altrove il medesimo evangelista e, se puoi, comprendi; se non puoi, credi: Nessuno ha mai visto Dio; il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui ce lo ha rivelato (Gv 1, 18). Non dice che "era" nel seno del Padre, quasi che venendo in terra abbia abbandonato il seno del Padre. Parlava qui in terra, e diceva di essere lassù in cielo; e partendo di qua, che cosa ha detto? Ecco, io sono con voi sino alla consumazione dei secoli (Mt 28, 28).

[Il Signore è venuto in modo tale da aver bisogno della lucerna.]

6. E' dunque vera la testimonianza della luce, sia che mostri se stessa, sia che mostri altre cose; poiché senza la luce non puoi vedere la luce, e senza luce non puoi vedere nessuna altra cosa che non sia luce. Se fa vedere le altre cose, che senza di essa non si vedrebbero, forse che non può far vedere se stessa? Se è necessaria per rischiarare le altre cose, non potrà rischiarare se stessa? Il profeta annuncia la verità; ma come la possiederebbe se non l'attingesse alla fonte stessa della verità? Giovanni ha detto la verità; ma domandagli come ha potuto farlo: Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo attinto (Gv 1, 16). Dunque il Signore nostro Gesù Cristo è in grado di rendere testimonianza a se stesso. Pertanto, o miei fratelli, nella notte di questo mondo, cerchiamo di ascoltare attentamente anche la parola profetica; adesso infatti nostro Signore è voluto venire così umile in considerazione della nostra fragilità e per rischiarare le profonde tenebre notturne del nostro cuore. E' venuto come uomo per ricevere disprezzo e onore, per essere negato e riconosciuto; disprezzato e negato dai Giudei; onorato e riconosciuto per essere giudicato e giudicare: essere giudicato ingiustamente e giudicare con giustizia. E' venuto dunque in modo tale da aver bisogno della testimonianza della lucerna. Non sarebbe stato infatti necessario che Giovanni come lucerna rendesse testimonianza al giorno, se la debolezza dei nostri occhi non ci avesse impedito di vederlo. Ma siccome non eravamo in grado di vederlo, egli per i deboli si è fatto debole e per mezzo della sua debolezza ha guarito la nostra, per mezzo della sua carne mortale ha eliminato la morte della carne, e del suo corpo ha fatto un collirio per i nostri occhi. Ora, poiché il Signore è venuto e noi ci troviamo ancora nella notte del secolo. è necessario che teniamo conto anche delle profezie.

7. Nella profezia troviamo gli argomenti per rispondere agli attacchi dei Pagani. Chi è Cristo? domanda il pagano. Rispondiamo: E' colui che fu annunciato dai profeti. E lui: Chi sono i profeti? Citiamo Isaia, Daniele, Geremia e gli altri santi profeti; diciamo quanto tempo prima di lui siano venuti, di quanto precedettero il suo avvento. Questa è la nostra risposta: I profeti sono venuti prima di lui e hanno predetto la sua venuta. E se qualcuno di loro domanda: Quali profeti? Noi possiamo citare quelli che ci vengono citati ogni giorno. E lui: Chi sono questi profeti? Noi potremmo rispondere: coloro che hanno predetto anche tutte queste cose alle quali assistiamo. Il pagano allora dirà: Queste cose ve le siete inventate voi; le avete viste già realizzate e le avete scritte nei vostri libri come fossero predizioni del futuro. A questo punto, contro gli avversari pagani ricorriamo alla testimonianza di altri avversari. Tiriamo fuori i libri dei Giudei e rispondiamo: Essi sono avversari della nostra fede come voi; appunto per questo sono stati dispersi tra i popoli onde avessimo argomenti dagli uni contro gli altri. Tirino fuori, i Giudei, il rotolo di Isaia e vediamo se non è proprio lì che io leggo: Come pecora fu condotto al macello, e come agnello muto tra le mani del tosatore, non aprì bocca. Nella umiliazione è stato consumato il suo giudizio; le sue piaghe ci hanno guariti; tutti noi come pecore ci sbandammo, e lui fu consegnato alla morte per i nostri peccati (Is 53, 5-8). Ecco una lucerna. Tiriamone fuori un'altra, apriamo il salmo in cui è stata predetta la passione di Cristo: Hanno trafitto le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa; essi guardano, si pascono della mia vista, si dividono tra loro i miei panni, e sulla mia veste gettano le sorti. A te sarà rivolta la mia lode, ti celebrerò in una grande assemblea. Ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti i paesi del mondo; e si prostreranno innanzi a lui tutte le stirpi delle genti; perché al Signore appartiene il regno ed egli impera sulle genti (Sal 21, 17-29). Arrossisca l'avversario, di fronte alla testimonianza dell'altro avversario. Ma se con i documenti che mi ha fornito un avversario ho ridotto al silenzio l'altro, non risparmio quello che mi ha presentato il testo d'Isaia; tiri fuori un altro testo, che ridurrà al silenzio anche lui. Leggo un altro profeta e vi trovo che il Signore dice ai Giudei: Non trovo compiacimento in voi, dice il Signore, e non accoglierò il sacrificio delle vostre mani; perché da dove sorge il sole fin dove tramonta, un sacrificio mondo verrà offerto al mio nome (Ml 1, 10-11). Tu, o Giudeo, non ti presenti ad offrire questo sacrificio mondo: ciò dimostra che sei immondo.

[Le lucerne rendono testimonianza al giorno.]

8. Vedi dunque come le lucerne rendono testimonianza al giorno a motivo della nostra debolezza, perché non possiamo sopportare e fissare il fulgore del giorno. Già noi Cristiani, confrontati con gli infedeli, siamo luce; per questo l'Apostolo dice: Un tempo foste tenebre; adesso invece siete luce, come figli della luce camminate (Ef 5, 8). E altrove dice: La notte è passata, il giorno si è avvicinato: gettiamo via dunque le opere delle tenebre, e rivestiamoci delle armi della luce; come di giorno comportiamoci onestamente (Rm 13, 12-13). Tuttavia, siccome in confronto a quella luce alla quale dovremo pervenire, è sempre notte anche il giorno in cui ci troviamo, ascolta l'apostolo Pietro, il quale parla della voce scesa su Cristo Signore dalla sublime gloria: Questo è il mio Figlio diletto, nel quale posi le mie compiacenze. E questa voce - dice - noi l'udimmo scendere dal cielo quand'eravamo con lui sul monte santo (2 Pt 1, 17-18). Ma siccome noi sul monte santo non c'eravamo e quindi non abbiamo udito allora scendere dal cielo questa voce, Pietro stesso ci dice: E così abbiamo una conferma della parola profetica. Non avete udito la voce scesa dal cielo, ma possedete la conferma degli oracoli dei profeti. Il Signore Gesù Cristo, infatti, prevedendo che ci sarebbero stati degli empi che avrebbero calunniato i suoi miracoli attribuendoli ad arti magiche, mandò innanzi a sé i profeti. Ammesso che fosse un mago e che abbia compiuto dopo la sua morte tali opere da essere adorato, era forse già un mago prima ancora di nascere? Ascolta i profeti, o uomo morto e corrotto dalla calunnia, ascolta i profeti. Leggo: ascolta coloro che precedettero la venuta del Signore: Abbiamo così meglio confermata la parola profetica, alla quale fate bene a rivolgervi, come a lucerna che brilla in luogo buio, fino a quando spunti il giorno e la stella del mattino si alzi nei vostri cuori (2 Pt 1, 19).

[Sentiamoci pellegrini quaggiù.]

9. Quando dunque sarà venuto il Signore nostro Gesù Cristo, e, come dice anche l'apostolo Paolo, avrà messo in luce i segreti delle tenebre, sicché ciascuno si avrà da parte di Dio la sua lode (cf. 1 Cor 4, 5), allora, giunto quel giorno, non saranno più necessarie le lucerne; non ascolteremo più il profeta, non apriremo più il libro dell'Apostolo, non andremo più a cercare la testimonianza di Giovanni, non avremo più bisogno neppure del Vangelo; allora scompariranno tutte le Scritture che si sono accese per noi come lucerne nella notte di questo mondo, perché non rimanessimo al buio. Venute meno tutte queste cose, della cui luce non avremo più bisogno; venuti meno anche gli uomini di Dio che ne sono stati i ministri, che insieme con noi contempleranno la luce della verità in tutta la sua chiarezza; venuti meno tutti questi aiuti, che cosa vedremo? come si pascerà la nostra mente? come si allieterà il nostro sguardo? donde verrà a noi quel gaudio che né occhio vide, né orecchio udì, né in cuor d'uomo salì (1 Cor 2, 9)? Che cosa vedremo? Vi scongiuro, o fratelli, amate con me, correte credendo con me; desideriamo insieme la patria celeste, sospiriamo verso la patria celeste, sentiamoci pellegrini quaggiù. Che cosa vedremo dunque? Ce lo dica il Vangelo: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio (Gv 1, 1). Giungerai alla fonte, da cui sei stato appena irrorato; vedrai scopertamente la luce, di cui, in modo riflesso e per vie tortuose, appena un raggio ha colpito il tuo cuore immerso nelle tenebre, che dovrà essere purificato per poterla vedere e fissare. Carissimi, - sono parole dello stesso Giovanni, che anche ieri ho ricordato - già adesso siamo figli di Dio, e ancora non si manifestò quel che saremo. Sappiamo che quando si manifesterà, saremo somiglianti a lui, poiché lo vedremo così com'è (1 Io 3, 2). Sento il desiderio del vostro cuore elevarsi con me alle cose superne; anche se il corpo che si corrompe appesantisce l'anima, e il terreno domicilio deprime la mente capace dei più alti pensieri (cf. Sap 9, 15). Io sto per deporre questo volume, e ciascuno di voi tornerà a casa sua. Ci siamo trovati bene nella luce comune, abbiamo goduto profondamente, abbiamo esultato sinceramente; ma separandoci l'uno dall'altro, non allontaniamoci da Lui.


Il segreto ammirabile del Santo Rosario per convertirsi e salvarsi

Il segreto ammirabile del Santo Rosario - San Luigi Maria Grignion de Montfort

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INTRODUZIONE

ROSA BIANCA AI SACERDOTI

[1] Ministri dell'Altissimo, predicatori della verità, araldi del Vangelo, permettete che vi presenti la rosa bianca di questo piccolo libro per mettervi nel cuore e sulle labbra le verità in esso esposte con semplicità e senza pretese. Nel cuore, affinché voi stessi intraprendiate la pia pratica del Rosario e ne gustiate i frutti. Sulle labbra, perché comunichiate agli altri la sua eccellenza e con tale mezzo li possiate convertire.

Guardatevi, ve ne prego, dal considerare questa santa pratica piccola e di poca importanza, come sogliono fare gli ignoranti e molti dotti orgogliosi; essa è veramente grande, sublime, divina. Il cielo stesso ce l'ha data, e l'ha data proprio per convertire i peccatori più induriti e gli eretici più ostinati. Dio le ha annesso la grazia in questa vita e la gloria nell'altra. I santi l'hanno messa in atto ed i sommi Pontefici l'hanno autorizzata.

Felice il sacerdote e direttore d'anime al quale lo Spirito Santo ha rivelato questo segreto che la maggior parte degli uomini non conosce o conosce molto superficialmente! Se egli ne avrà una concreta conoscenza lo reciterà ogni giorno e lo farà recitare agli altri. Dio e la sua santa Madre gli verseranno nell'anima grazie in abbondanza per far di lui strumento della loro gloria; con la sua parola, sia pure disadorna, otterrà più frutto in un mese che gli altri predicando in parecchi anni.


[2] Cari confratelli, non contentiamoci dunque di consigliarlo agli altri; dobbiamo recitarlo noi stessi. Se, pur convinti in teoria dell'eccellenza del santo Rosario, non lo recitiamo noi per primi, gli altri daranno ben poca importanza a quanto consiglieremo perché nessuno può dare ciò che non ha. Gesù fece ed insegnò (At 1 1): imitiamo Cristo Gesù che prima fece e poi insegnò. Imitiamo l'Apostolo che conosceva e predicava soltanto Gesù, il Cristo Crocifisso. Noi lo faremo predicando il santo Rosario che, come vedrete in seguito, non è una serie di Pater e di Ave ma un compendio divino dei misteri della vita, della passione, della morte e della gloria di Gesù e di Maria.

Se sapessi che l'esperienza personale concessami dal Signore circa l'efficacia della predicazione del Rosario per convertire le anime, potesse persuadervi a divenirne apostoli, nonostante la tendenza contraria dei predicatori, vi racconterei le conversioni meravigliose che ho ottenuto predicando il Rosario; ma mi limito a riferirvi, in questo compendio, qualche fatto antico e ben provato. Solo ho inserito, per vostra utilità, parecchi testi latini, presi da buoni autori, che comprovano ciò che spiego al popolo in lingua Volgare.

ROSA ROSSA AI PECCATORI

[3] A voi, peccatori e peccatrici, uno più peccatore di voi offre questa, rosa, arrossata dal Sangue di Gesù Cristo per ornarvene e salvarvi.

Empi e peccatori impenitenti gridano continua­mente: Coroniamoci di rose (Sap 2,8). Anche noi cantiamo: coroniamoci con le rose del santo Rosario.

Ma quanto sono diverse le loro rose dalle nostre, Le loro sono i piaceri carnali, i vani onori, le ricchezze caduche che presto saranno appassite e corrotte; le nostre, invece, sono i Pater e Ave recitati bene e accompagnati da buone opere di penitenza, e non appassiranno né mai s'infradiceranno. Tra cento, mille anni la loro bellezza splenderà come oggi.

Le loro tanto decantate rose hanno solo l'apparenza di rose: in realtà sono spine che pungono con il rimorso durante la vita, che trafiggono col pentimento all'ora della morte, che bruciano per tutta l'eternità nell'ira e nella disperazione. Se le nostre rose hanno spine, queste sono spine di Gesù che egli tramuta in rose. Se le nostre rose pungono, esse pungono solo per qualche istante, unicamente per guarirci dal peccato e per salvarci.


[4] Facciamo a gara per coronarci con queste rose del paradiso, recitando ogni giorno un Rosario, cioè tre corone di cinque decine ciascuna: 1) per onorare le tre corone di Gesù e di Maria: la corona di grazia di Gesù nell'incarnazione, la sua corona di spine nella passione, la sua corona di gloria in cielo, e la triplice corona che Maria ha ricevuto in cielo dalla SS. Trinità; 2) per ricevere da Gesù e da Maria tre corone: la corona di meriti in questa vita, la corona di pace in morte, la corona di gloria in paradiso.

Se sarete fedeli a recitarlo devotamente fino alla morte, nonostante l'enormità delle vostre colpe, credetemi: riceverete la corona di gloria che non appassisce (1 Pt 5,4). Anche se vi trovate sull'orlo dell'abisso, o con un piede nell'inferno, se avete perfino venduto l'anima al diavolo come uno stregone, o siete un eretico indurito e ostinato come un demonio, presto o tardi vi convertirete e vi salverete purché   lo ripeto e notate bene i termini del mio consiglio - diciate devotamente ogni giorno fino alla morte il santo Rosario, per conoscere la verità ed ottenere la contrizione ed il perdono dei vostri peccati. Troverete in questo libro parecchi esempi di grandi peccatori convertiti per virtù del santo Rosario. Leggeteli e meditateli.

Dio solo.


ROSAIO MISTICO ALLE ANIME PIE

[5] Anime devote ed illuminate dallo Spirito Santo, non vi dispiaccia ch'io vi offra un piccolo rosaio mistico, venuto dal cielo, perché lo trapiantiate nel giardino della vostra anima; esso non nuocerà ai fiori odorosi delle vostre contemplazioni. E', molto profumato e tutto divino: non guasterà affatto l'ordine delle vostre aiuole: purissimo e ben ordinato esso porta tutto all'ordine e alla purezza. Se ogni giorno lo si innaffia e lo si coltiva a dovere, cresce ad altezza prodigiosa e si estende tanto che non solo non ostacola tutte le altre devozioni, ma le conserva e le perfeziona. Voi che siete spirituali mi capite! Questo rosaio è Gesù e Maria nella vita, nella morte, nell'eternità.


[6] Le verdi foglie di questo rosaio esprimono i misteri gaudiosi di Gesù e di Maria; le spine, i dolorosi; e i fiori, quelli gloriosi. Le rose in bocciolo ricordano l'infanzia di Gesù e di Maria, le rose sbocciate rappresentano Gesù e Maria nella sofferenza, le rose completamente schiuse mostrano Gesù e Maria nella gloria e nel loro trionfo. La rosa rallegra con la sua bellezza: ecco Gesù e Maria nei misteri gaudiosi; punge con le sue spine: eccoli nei misteri dolorosi; dà gioia con la soavità del profumo: eccoli infine nei misteri gloriosi.

Non disprezzate, dunque, la mia pianticella rigogliosa e divina; piantatela voi stessi nella vostra anima prendendo la risoluzione di recitare il Rosario; coltivatela ed innaffiatela recitandolo fedelmente ogni giorno, accompagnandolo con opere buone. Vi accorgerete che questo seme, ora all'apparenza tanto piccolo, diventerà col tempo un grande albero, dove gli uccelli del cielo, cioè le anime predestinate e di alta contemplazione, faranno il loro nido e la loro dimora. Sotto la sua ombra saranno protette dagli ardori del sole, sulle sue cime troveranno difesa dalle bestie feroci della terra e scopriranno un delicato nutrimento nel suo frutto, l'adorabile Gesù al quale sia ogni onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. Così sia.

Dio solo.

BOCCIOLO DI ROSA AI BAMBINI


[7] A voi bambini, offro un bel bocciolo di rosa. E', uno dei piccoli grani della vostra corona che a voi sembra una cosa da poco. E invece quant'è prezioso questo grano! quanto è ammirabile questo bocciolo! e come si aprirà interamente se recitate con devozione l'Ave Maria! Consigliarvi di recitare un rosario tutti i giorni sarebbe domandarvi l'impossibile; ma almeno dite con molta attenzione e ogni giorno la corona di cinque decine che è come una ghirlanda di rose che ponete in capo a Gesù e a Maria. Datemi retta. Ed ora ascoltate questa bella storia e non dimenticatela.


[8] Due sorelline stavano sull'uscio di casa a recitare devotamente il rosario, quando apparve una bella Signora che avvicinatasi alla più piccola, di circa sette anni, la prese per mano e la condusse con sé. La sorella maggiore, meravigliata, ne va alla ricerca, non la trova e rientra piangente in casa per avvertire che hanno rapito la sorella. Il papà e la mamma la cercano inutilmente per tre giorni, fin che alla sera del terzo giorno la trovano sulla soglia di casa. Era lieta in volto e festosa. Le chiedono da dove venga ed ella risponde che la Signora, alla quale diceva il suo Rosario, l'aveva condotta in un bel luogo, le aveva dato cose buone da mangiare e le aveva deposto sulle braccia un grazioso bambino, al quale lei aveva dato tanti baci. I genitori, da poco convertiti alla fede, chiamano il padre gesuita che li aveva istruiti nella fede e nella devozione al Rosario e gli raccontano l'accaduto. Da lui stesso abbiamo appreso questo fatto avvenuto nel Paraguay (ANTOINE BOISSIEU, S.J., Le chrétien prédestiné par la dévotion à la Ste Vierge, p. 752; QN, pp. 189 190).

Bambini, imitate le due sorelline; come loro recitate ogni giorno il Rosario e meriterete di andare in paradiso, di vedere Gesù e Maria, se non proprio in questa vita, certo dopo la morte per tutta l'eternità. Così sia.


Che i sapienti e gli ignoranti, i giusti e i peccatori, i grandi e i piccoli lodino, dunque, e salutino giorno e notte Gesù e Maria col santo Rosario. “Salutate Maria che ha faticato molto per voi”(1 Rm 16,6).


6-7 Novembre 24, 1903 Come ogni parola di Gesù sono tanti anelli di grazia.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Continuando il mio solito stato, quando appena ho visto il benedetto Gesù nel mio interno, e come se volesse seguitare a togliermi i dubbi, mi ha detto:

(2) “Figlia, Io sono la verità stessa, e mai può uscire da Me la falsità, al più qualche cosa che l’uomo non comprende, e questo lo faccio per far vedere che se non si comprende bene la parola, come si può comprendere in tutto il Creatore? Ma però, l’anima deve corrispondere col mettere in pratica la mia parola, ché ogni parola sono tanti anelli di grazia che escono da Me, facendone dono alla creatura, e se corrisponde, questi anelli l’incatena agli altri già acquistati; se poi no, li rimanda indietro al suo Creatore, non solo questo, ma allora Io parlo quando veggo la capacità della creatura che può ricevere quel dono, e corrispondendomi non solo acquista tanti anelli di grazia, ma acquista pure tanti anelli di sapienza divina, e se li veggo incatenati con la corrispondenza, mi dispone a dargli altri doni; se poi veggo i miei doni rimandati indietro, mi ritiro facendo silenzio”.