Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Non importa che i brevissimi momenti di questa vita ci riescano dolorosi, purché sia beata la nostra eternità . (San Francesco di Sales)

Liturgia delle Ore - Letture

Giovedi della 2° settimana del Tempo di Pasqua

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 13

1Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare.2Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia.
3Egli parlò loro di molte cose in parabole.

E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare.4E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono.5Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo.6Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò.7Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono.8Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta.9Chi ha orecchi intenda".

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: "Perché parli loro in parabole?".
11Egli rispose: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato.12Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.13Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono.14E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice:

'Voi udrete, ma non comprenderete,
guarderete, ma non vedrete.'
15'Perché il cuore di questo popolo
si è indurito, son diventati duri di orecchi,
e hanno chiuso gli occhi,
per non vedere con gli occhi,
non sentire con gli orecchi
e non intendere con il cuore e convertirsi,
e io li risani.'

16Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono.17In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!

18Voi dunque intendete la parabola del seminatore:19tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.20Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia,21ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato.22Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non da' frutto.23Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi da' frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta".

24Un'altra parabola espose loro così: "Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.25Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò.26Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania.27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?28Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?29No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano.30Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio".

31Un'altra parabola espose loro: "Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo.32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami".

33Un'altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti".

34Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole,35perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta:

'Aprirò la mia bocca in parabole,'
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

36Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo".37Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo.38Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno,39e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.40Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.41Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità42e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti.43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!

44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
45Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose;46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

47Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci.48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

51Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì".52Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche".

53Terminate queste parabole, Gesù partì di là54e venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli?55Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?56E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?".57E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua".58E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.


Secondo libro dei Re 14

1Nell'anno secondo di Ioas figlio di Ioacaz, re di Israele, divenne re Amazia figlio di Ioas, re di Giuda.2Quando divenne re aveva venticinque anni; regnò ventinove anni in Gerusalemme. Sua madre era di Gerusalemme e si chiamava Ioaddain.3Egli fece ciò che è retto agli occhi del Signore, ma non come Davide suo antenato: agì in tutto come suo padre Ioas.4Solo non scomparvero le alture; il popolo ancora sacrificava e offriva incensi sulle alture.5Quando il regno fu saldo nelle sue mani, uccise gli ufficiali che avevano assassinato il re suo padre.6Ma non uccise i figli degli assassini, secondo quanto è scritto nel libro della legge di Mosè, ove il Signore prescrive: "I padri non moriranno per i figli né i figli per i padri, perché ognuno morirà per il suo peccato".7Egli sconfisse gli Idumei nella Valle del sale, uccidendone diecimila. In tale guerra occupò Sela e la chiamò Iokteèl, come è chiamata fino ad oggi.
8Allora Amazia mandò messaggeri a Ioas figlio di Ioacaz, figlio di Ieu, re di Israele, per dirgli: "Su, guardiamoci in faccia".9Ioas re di Israele fece rispondere ad Amazia re di Giuda: "Il cardo del Libano mandò a dire al cedro del Libano: Da' in moglie tua figlia a mio figlio. Ora passò una bestia selvatica del Libano e calpestò il cardo.10Tu hai sconfitto Edom, per questo il tuo cuore ti ha reso altero. Sii glorioso, ma resta nella tua casa. Perché provocare una calamità? Potresti precipitare tu e Giuda con te".11Amazia non lo ascoltò. Allora Ioas re di Israele si mise in marcia; si guardarono in faccia, lui e Amazia re di Giuda, in Bet-Sèmes, che appartiene a Giuda.12Giuda fu sconfitto di fronte a Israele e ognuno fuggì nella propria tenda.13Ioas re di Israele in Bet-Sèmes fece prigioniero Amazia re di Giuda figlio di Ioas, figlio di Acazia. Quindi, andato in Gerusalemme, ne demolì le mura dalla porta di Èfraim fino alla porta dell'Angolo per quattrocento cubiti.14Prese tutto l'oro e l'argento e tutti gli oggetti trovati nel tempio e nei tesori della reggia, insieme con gli ostaggi, e tornò in Samaria.
15Le altre gesta di Ioas, le sue azioni, le sue prodezze e le sue guerre con Amazia re di Giuda sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.16Ioas si addormentò con i suoi padri; fu sepolto in Samaria vicino ai re di Israele. Al suo posto divenne re suo figlio Geroboamo.
17Amazia figlio di Ioas, re di Giuda, dopo la morte di Ioas figlio di Ioacaz, re di Israele, visse quindici anni.
18Le altre gesta di Amazia sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda.19Contro di lui si ordì una congiura in Gerusalemme. Egli fuggì a Lachis; lo fecero inseguire fino a Lachis e là l'uccisero.20Trasportato su dei cavalli, fu sepolto con i suoi padri nella città di Davide.21Tutto il popolo di Giuda prese Azaria, che aveva sedici anni, e lo proclamò re al posto di suo padre Amazia.22Egli fortificò Elat, da lui riconquistata a Giuda dopo che il re si era addormentato con i suoi padri.
23Nell'anno quindici di Amazia figlio di Ioas, re di Giuda, in Samaria divenne re Geroboamo figlio di Ioas, re di Israele, per quarantun anni.24Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò da nessuno dei peccati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele.25Egli ristabilì i confini di Israele dall'ingresso di Amat fino al mare dell'Araba secondo la parola del Signore Dio di Israele, pronunziata per mezzo del suo servo il profeta Giona figlio di Amittai, di Gat-Chefer,26perché il Signore aveva visto l'estrema miseria di Israele, in cui non c'era più né schiavo né libero, né chi lo potesse soccorrere.27Egli che aveva deciso di non far scomparire il nome di Israele sotto il cielo, li liberò per mezzo di Geroboamo figlio di Ioas.
28Le altre gesta di Geroboamo, le sue azioni e le sue prodezze in guerra, la sua riconquista di Damasco e di Amat in favore di Israele, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.29Geroboamo si addormentò con i suoi padri; fu sepolto in Samaria con i re di Israele. Al suo posto divenne re suo figlio Zaccaria.


Siracide 24

1La sapienza loda se stessa,
si vanta in mezzo al suo popolo.
2Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,
si glorifica davanti alla sua potenza:
3"Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo
e ho ricoperto come nube la terra.
4Ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
5Il giro del cielo da sola ho percorso,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
6Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
7Fra tutti questi cercai un luogo di riposo,
in quale possedimento stabilirmi.
8Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,
il mio creatore mi fece posare la tenda
e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi in eredità Israele.
9Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò;
per tutta l'eternità non verrò meno.
10Ho officiato nella tenda santa davanti a lui,
e così mi sono stabilita in Sion.
11Nella città amata mi ha fatto abitare;
in Gerusalemme è il mio potere.
12Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore, sua eredità.
13Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell'Ermon.
14Sono cresciuta come una palma in Engaddi,
come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura;
sono cresciuta come un platano.
15Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo;
come mirra scelta ho sparso buon odore;
come gàlbano, ònice e storàce,
come nuvola di incenso nella tenda.
16Come un terebinto ho esteso i rami
e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.
17Io come una vite ho prodotto germogli graziosi
e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.
18Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei prodotti.
19Poiché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi è più dolce del favo di miele.
20Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me, avranno ancora sete.
21Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà".

22Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio
altissimo,
la legge che ci ha imposto Mosè,
l'eredità delle assemblee di Giacobbe.
23Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione dei frutti nuovi;
24fa traboccare l'intelligenza come l'Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura;
25espande la dottrina come il Nilo,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
26Il primo non ne esaurisce la conoscenza
né l'ultimo la può pienamente indagare.
27Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio più del grande abisso.
28Io sono come un canale derivante da un fiume
e come un corso d'acqua sono uscita verso un giardino.
29Ho detto: "Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola".
Ed ecco il mio canale è diventato un fiume,
il mio fiume è diventato un mare.
30Farò ancora splendere la mia dottrina come l'aurora;
la farò brillare molto lontano.
31Riverserò ancora l'insegnamento come una profezia,
lo lascerò per le generazioni future.
32Vedete, non ho lavorato solo per me,
ma per quanti cercano la dottrina.


Salmi 36

1'Al maestro del coro. Di Davide servo del Signore.'

2Nel cuore dell'empio parla il peccato,
davanti ai suoi occhi non c'è timor di Dio.

3Poiché egli si illude con se stesso
nel ricercare la sua colpa e detestarla.
4Inique e fallaci sono le sue parole,
rifiuta di capire, di compiere il bene.
5Iniquità trama sul suo giaciglio,
si ostina su vie non buone,
via da sé non respinge il male.

6Signore, la tua grazia è nel cielo,
la tua fedeltà fino alle nubi;
7la tua giustizia è come i monti più alti,
il tuo giudizio come il grande abisso:
uomini e bestie tu salvi, Signore.

8Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio!
Si rifugiano gli uomini all'ombra delle tue ali,
9si saziano dell'abbondanza della tua casa
e li disseti al torrente delle tue delizie.
10È in te la sorgente della vita,
alla tua luce vediamo la luce.
11Concedi la tua grazia a chi ti conosce,
la tua giustizia ai retti di cuore.
12Non mi raggiunga il piede dei superbi,
non mi disperda la mano degli empi.
13Ecco, sono caduti i malfattori,
abbattuti, non possono rialzarsi.


Isaia 14

1Il Signore infatti avrà pietà di Giacobbe e si sceglierà ancora Israele e li ristabilirà nel loro paese. A loro si uniranno gli stranieri, che saranno incorporati nella casa di Giacobbe.2I popoli li accoglieranno e li ricondurranno nel loro paese e se ne impossesserà la casa di Israele nel paese del Signore come schiavi e schiave; così faranno prigionieri coloro che li avevano resi schiavi e domineranno i loro avversari.
3In quel giorno il Signore ti libererà dalle tue pene e dal tuo affanno e dalla dura schiavitù con la quale eri stato asservito.4Allora intonerai questa canzone sul re di Babilonia e dirai:

"Ah, come è finito l'aguzzino,
è finita l'arroganza!
5Il Signore ha spezzato la verga degli iniqui,
il bastone dei dominatori,
6di colui che percuoteva i popoli nel suo furore,
con colpi senza fine,
che dominava con furia le genti
con una tirannia senza respiro.
7Riposa ora tranquilla tutta la terra
ed erompe in grida di gioia.
8Persino i cipressi gioiscono riguardo a te
e anche i cedri del Libano:
Da quando tu sei prostrato, non salgono più
i tagliaboschi contro di noi.
9Gli inferi di sotto si agitano per te,
per venirti incontro al tuo arrivo;
per te essi svegliano le ombre,
tutti i dominatori della terra,
e fanno sorgere dai loro troni tutti i re delle nazioni.
10Tutti prendono la parola per dirti:
Anche tu sei stato abbattuto come noi,
sei diventato uguale a noi.
11Negli inferi è precipitato il tuo fasto,
la musica delle tue arpe;
sotto di te v'è uno strato di marciume,
tua coltre sono i vermi.
12Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell'aurora?
Come mai sei stato steso a terra,
signore di popoli?
13Eppure tu pensavi:
Salirò in cielo,
sulle stelle di Dio
innalzerò il trono,
dimorerò sul monte dell'assemblea,
nelle parti più remote del settentrione.
14Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all'Altissimo.
15E invece sei stato precipitato negli inferi,
nelle profondità dell'abisso!
16Quanti ti vedono ti guardano fisso,
ti osservano attentamente.
È questo l'individuo che sconvolgeva la terra,
che faceva tremare i regni,
17che riduceva il mondo a un deserto,
che ne distruggeva le città,
che non apriva ai suoi prigionieri la prigione?
18Tutti i re dei popoli,
tutti riposano con onore,
ognuno nella sua tomba.
19Tu, invece, sei stato gettato fuori del tuo sepolcro,
come un virgulto spregevole;
sei circondato da uccisi trafitti da spada,
come una carogna calpestata.
A coloro che sono scesi in una tomba di pietre
20tu non sarai unito nella sepoltura,
perché hai rovinato il tuo paese,
hai assassinato il tuo popolo;non sarà più nominata
la discendenza dell'iniquo.
21Preparate il massacro dei suoi figli
a causa dell'iniquità del loro padre
e non sorgano più a conquistare la terra
e a riempire il mondo di rovine".

22Io insorgerò contro di loro - parola del Signore degli eserciti -, sterminerò il nome di Babilonia e il resto, la prole e la stirpe - oracolo del Signore -.23Io la ridurrò a dominio dei ricci, a palude stagnante; la scoperò con la scopa della distruzione - oracolo del Signore degli eserciti -.

24Il Signore degli eserciti ha giurato:
"In verità
come ho pensato, accadrà
e succederà come ho deciso.
25Io spezzerò l'Assiro nella mia terra
e sui miei monti lo calpesterò.
Allora sparirà da loro il suo giogo,
il suo peso dalle loro spalle".
26Questa è la decisione presa per tutta la terra
e questa è la mano stesa su tutte le genti.
27Poiché il Signore degli eserciti
lo ha deciso; chi potrà renderlo vano?
La sua mano è stesa, chi gliela farà ritirare?

28Nell'anno in cui morì il re Acaz fu comunicato questo oracolo:

29"Non gioire, Filistea tutta,
perché si è spezzata la verga di chi ti percuoteva.
Poiché dalla radice del serpe uscirà una vipera
e il suo frutto sarà un drago alato.
30I poveri pascoleranno sui miei prati
e i miseri vi riposeranno tranquilli;
ma farò morire di fame la tua stirpe
e ucciderò il tuo resto.
31Urla, porta; grida, città;
trema, Filistea tutta,
perché dal settentrione si alza il fumo
e nessuno si sbanda dalle sue schiere".
32Che si risponderà ai messaggeri delle nazioni?
"Il Signore ha fondato Sion
e in essa si rifugiano gli oppressi del suo popolo".


Prima lettera ai Corinzi 6

1V'è tra voi chi, avendo una questione con un altro, osa farsi giudicare dagli ingiusti anziché dai santi?2O non sapete che i santi giudicheranno il mondo? E se è da voi che verrà giudicato il mondo, siete dunque indegni di giudizi di minima importanza?3Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più le cose di questa vita!
4Se dunque avete liti per cose di questo mondo, voi prendete a giudici gente senza autorità nella Chiesa?5Lo dico per vostra vergogna! Cosicché non vi sarebbe proprio nessuna persona saggia tra di voi che possa far da arbitro tra fratello e fratello?6No, anzi, un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello e per di più davanti a infedeli!7E dire che è già per voi una sconfitta avere liti vicendevoli! Perché non subire piuttosto l'ingiustizia? Perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi appartiene?8Siete voi invece che commettete ingiustizia e rubate, e ciò ai fratelli!9O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri,10né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
11E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!

12"Tutto mi è lecito!". Ma non tutto giova. "Tutto mi è lecito!". Ma io non mi lascerò dominare da nulla.13"I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!". Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l'impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo.14Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
15Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai!16O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? 'I due saranno', è detto, 'un corpo solo'.17Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito.18Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo.19O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?20Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!


Capitolo XLIV: Non ci si deve attaccare alle cose esteriori

Leggilo nella Biblioteca

1. O figlio, molte cose occorre che tu le ignori, considerandoti come morto su questa terra, come uno per cui il mondo intero è crocifisso; molte altre cose, occorre che tu vi passi in mezzo, senza prestare ascolto, meditando piuttosto su ciò che costituisce la tua pace. Giova di più distogliere lo sguardo da ciò che non approviamo, lasciando che ciascuno si tenga il suo parere, piuttosto che metterci in accanite discussioni. Se sarai in regola con Dio e terrai conto del suo giudizio, riporterai più facilmente la vittoria.

2. Signore, a che punto siamo arrivati? Ecco per una perdita nelle cose di questo mondo, si piange; per un piccolo guadagno ci si affatica e si corre. Invece un danno spirituale passa nell'oblio, e a stento, troppo tardi, si ritorna in sé. Ci si preoccupa di ciò che non serve a nulla o a ben poco; e ciò che è sommamente necessario lo si lascia da parte con negligenza. Giacché l'uomo inclina tutto verso le cose esteriori, e beatamente vi si acquieta, se subito non si ravvede.


DISCORSO 22 DISCORSO DI S. AGOSTINO SUL SALMO 67

Discorsi - Sant'Agostino

Leggilo nella Biblioteca

Il profeta esprimendo un desiderio predice il futuro.

1. Abbiamo ascoltato e tremato per quanto per mezzo del salmo è stato profetato. Dice infatti: Svaniscano come fumo al vento; come fonde la cera vicino al fuoco, così periscano i peccatori davanti a Dio 1. Sono certo, fratelli carissimi, che il cuore di ciascuno di voi è stato violentemente scosso e che la vostra coscienza non è rimasta imperturbata davanti a queste parole. Chi si vanterà di avere il cuore puro? Chi si vanterà di essere mondo dai peccati? 2. Per questo, dicendo la Scrittura: Come fonde la cera vicino al fuoco, così periscano i peccatori davanti a Dio 3, chi non tremerà, chi non sussulterà sbigottito? Che cosa faremo, dunque? Che speranza abbiamo? Queste parole non sono state cantate per nulla. Ma il profeta, nel dire queste parole, esprime il desiderio che si avverino per gli uomini o non piuttosto preannunzia che si avvereranno? Da come sono espresse le parole, appare che si tratta di un desiderio, ma in realtà bisogna intendere che si tratta di un preannunzio. Come infatti nella Scrittura alcuni fatti riguardanti i profeti vengono narrati come già accaduti nel passato, mentre vengono preannunziati per il futuro, così alcune parole vengono espresse come sentimento di speranza da parte del profeta che le desidera. Ma coloro che intendono il vero senso di quanto ascoltano, vi riconoscono un preannunzio del profeta. Questi salmi sono stati composti e scritti molto tempo prima della nascita del Signore incarnato. Non prima di Cristo in quanto Dio, ma prima di Cristo in quanto nato dalla Vergine Maria. Senza dubbio il padre Abramo visse molto tempo prima del re Davide, durante il cui tempo sono stati composti questi salmi. Il Signore invece disse: Prima che Abramo fosse io sono 4. Egli è infatti il Verbo di Dio, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose 5. Egli stesso, ispirando i profeti, predisse che sarebbe venuto nella carne. La passione riguarda lui incarnato. Non avrebbe potuto soffrire quanto scritto nei Vangeli, se non nella carne mortale e passibile che portava. E leggiamo ancora nei Vangeli, nei riguardi del Signore crocifisso, che i suoi crocifissori si divisero le sue vesti e, trovando fra queste la tunica tessuta tutta d'un pezzo, non vollero tagliarla, ma gettarono per essa la sorte, perché andasse tutta intera a chi fosse toccata 6. Ciò per il fatto che essa simboleggiava la carità, che non può essere divisa. Queste cose, che il Vangelo narra come già accadute, molti anni prima furono narrate in un salmo come già accadute e passate, mentre in realtà venivano preannunciate come future. Hanno forato - disse - le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa. Mi hanno scrutato e mi hanno osservato: si sono divise le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato le sorti 7. Tutte queste cose vengono dette come passate, mentre in realtà sono predette per il futuro. Come allora nelle parole di tempo passato vengono significati avvenimenti futuri, così nella figura del profeta che esprime il desiderio bisogna intendere l'intenzione del profeta che vuole preannunciare. Così anche nei riguardi di Giuda, il traditore del Signore, il profeta dice in forma di desiderio quanto predice che avverrà 8. E nei riguardi degli stessi Giudei dice: La loro mensa sia per essi un laccio, un tranello e un inciampo 9. Che sia stato predetto di essi lo afferma senza esitazione l'Apostolo 10, così come l'apostolo Pietro ricorda riferirsi a Giuda quanto preannunziato in figura 11.

Non deve dispiacerci la volontà di Dio, una volta conosciuta.

2. Non senza motivo anche gli avvenimenti futuri vengono narrati come passati. In Dio sono così sicuri, che vengono considerati come già accaduti. E quando sembra che il profeta dica in forma di desiderio ciò che prevede con certezza che avverrà, nient'altro, a parere mio, vuol farci intendere se non che a noi non deve dispiacere la volontà di Dio, una volta conosciuta: volontà che [Dio] ha già stabilito come definitiva e immutabile. Per questo negli Atti degli Apostoli, avendo predetto un certo profeta di nome Agabo che l'apostolo Paolo avrebbe sofferto molto a Gerusalemme da parte dei Giudei, e sarebbe arrivato fino ad essere incatenato, i fratelli, udite queste cose, volevano distoglierlo e trattenerlo perché non vi andasse 12; ma egli disse: Perché fate così, spezzandomi il cuore? Io sono pronto non solo ad essere legato, ma anche a morire per il nome del Signore nostro Gesù Cristo 13. E così i fratelli, vedendo la ferma intenzione di quell'uomo di andare incontro con coraggio ad ogni evenienza, dissero: Sia fatta la volontà di Dio 14. Forse perché dissero: Sia fatta la volontà di Dio, desiderarono che l'Apostolo soffrisse tali cose, o non piuttosto sottomisero con somma fiducia il loro desiderio alla sovrana volontà divina? Così anche il profeta, quando dice: Come fonde la cera vicino al fuoco, così periscano i peccatori davanti a Dio 15, vede che certamente ciò avverrà ai peccatori e accetta quanto Dio ha stabilito, per non dispiacere allo stesso Dio.

Ora il pentimento è fruttuoso.

3. Che cosa possiamo fare, fratelli, se non cambiare vita, finché c'è tempo, e correggere le nostre azioni se fossero cattive? Questo affinché ciò che senza alcun dubbio si avvererà per i peccatori, non ci trovi in mezzo a coloro a cui toccherà: non perché non ci saremo, ma perché non ci troverà come coloro per i quali è stato predetto che si avvererà. Perciò il giudice minaccia di venire, per non trovare chi debba punire quando verrà. Così i profeti: cantano tali cose, per farci correggere. Se Dio volesse condannarci, tacerebbe. Nessuno che voglia colpire dice: "Sta' attento!". Tutto ciò che abbiamo ascoltato, fratelli, tramite le Scritture, è la voce di Dio che dice: "Sta' attento!". E tutto ciò che soffriamo, le tribolazioni di questa vita, è castigo di Dio che vuol correggerci, per non condannarci alla fine. Sono aspre, penose, spaventano a raccontarle, le molto gravi sofferenze che ciascuno deve sopportare in questa vita; paragonate però al fuoco eterno sono non dico piccole, ma nulle. Sia che veniamo castigati noi, sia che altri vengano castigati, è per nostro ammonimento. Tutte le pene, fratelli, che in questa vita ci vengono inflitte dal Signore, sono per ammonirci e per stimolarci a correggerci. Verrà il fuoco eterno, riguardo al quale così verrà detto a coloro che saranno posti alla sinistra: Andate nel fuoco eterno, che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli 16. Allora sì che si pentiranno! È scritto infatti in un certo libro della Sapienza: Si diranno, disingannati e gementi per angustia di spirito 17: Che cosa ci giovò la superbia? Che utilità ci ha dato l'arroganza delle ricchezze? Tutte queste cose sono passate come ombra 18. Ci sarà pentimento, ma inutile; ci sarà pentimento, ma apporterà solo dolore, non rimedio. Ora il pentimento è fruttuoso, in quanto la correzione è lasciata alla nostra libertà. Pentiti alla voce della Scrittura. Se ti pentirai quando il giudice sarà venuto, il tuo pentimento sarà inutile. Allora il giudice non farà altro che emettere la sentenza. E non avrai motivo di recriminare, quando emetterà la sentenza. Non ha taciuto infatti prima della sentenza. Non te l'ha differita, se non per darti la possibilità di correggerti, come quando permise al ladrone che pendeva sulla croce di convertirsi. Il ladrone, appeso alla croce insieme al Signore, credette in Cristo mentre i discepoli di lui avevano vacillato 19. I Giudei si beffarono di lui che aveva risuscitato i morti 20, il ladrone non si beffò di lui mentre pendeva con lui sulla croce. Non c'è dunque ragione di dire, alla fine, al Signore: "Non mi hai permesso di vivere bene", o: "Non mi hai dato una proroga per pentirmi", o: "Non mi hai indicato che cosa dovevo ricercare e che cosa dovevo evitare". Vedete bene che non tace, che differisce il tempo, che invita, che esorta, che minaccia. Ha posto la sua parola in alto. Nell'universo intero viene predicata a tutto il genere umano. Non c'è nessuno che possa dire: "Non la conosco, non l'ho sentita mai". Si compie quanto è stato detto nel salmo: Nessuno può sfuggire al suo calore 21. Ora il suo calore è la sua parola. Convertiti ora al suo calore e non ti scioglierai come cera davanti al suo fuoco 22.

Verrà il giorno del giudizio.

4. Un giorno si avvererà, fratelli miei, quanto ora irridono gli empi, quanto ora disprezzano gli schernitori, quanto credono che falsamente venga cantato. Un giorno si avvererà. Se tante cose che sono state predette non si fossero avverate, allora abbandoniamo pure la speranza che ciò un giorno si avvererà; ma se tutto quanto è stato preannunziato riguardo al futuro della Chiesa lo vediamo già realizzato - anche gli occhi dei ciechi ne sono colpiti - perché dubitiamo della realizzazione anche di quelle cose? Quando si diceva che la Chiesa di Cristo si sarebbe diffusa in tutto il mondo, erano in pochi a dirlo, mentre erano molti a riderne. Ora si è già verificato ciò che è stato predetto tanto tempo fa: la Chiesa si è diffusa in tutto il mondo. Migliaia di anni fa fu promesso ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le genti 23. Venne Cristo dalla discendenza di Abramo, tutte le genti sono già benedette in Cristo. Furono predetti scismi ed eresie: le vediamo. Furono predette persecuzioni: vennero ordinate da re che adoravano gli idoli. Volendo essi difendere questi idoli e combattere il nome di Cristo, la terra fu riempita di martiri. Venne sparso come seme il sangue, spuntò come messe la Chiesa. Né inutilmente la Chiesa pregò per i suoi nemici: credettero anche i persecutori. Fu predetto anche che gli stessi idoli dovevano essere distrutti per il nome di Cristo: anche questo troviamo nelle Scritture. Pochi anni addietro i cristiani leggevano queste cose e non vedevano la loro realizzazione. Le aspettavano ancora come future e così morirono. Non le videro realizzate ma tuttavia, credendo che sarebbero avvenute, con questa fede se ne andarono con il Signore. Nei nostri tempi anche queste cose si vedono realizzate. Tutto ciò che è stato antecedentemente predetto della Chiesa lo vediamo compiuto. Soltanto il giorno del giudizio allora non arriverà? Questo solo è preannunziato e non arriverà? A tal segno siamo ottusi e dal cuore di pietra 24, che leggiamo le Scritture, vediamo che ogni cosa che vi è scritta si è verificata quasi alla lettera, e tuttavia perdiamo la speranza quanto alle cose che rimangono ancora da realizzarsi? E cos'è mai ciò che rimane da realizzarsi rispetto a ciò che vediamo esserci stato mostrato come già avvenuto? Molto di più è ciò che il Signore ci ha fatto vedere [come realizzato]. Ci ingannerà in ciò che rimane da avverarsi? Verrà il giudizio che renderà a ciascuno secondo i meriti: i beni ai buoni, i mali ai cattivi. Cerchiamo di essere buoni e aspettiamo serenamente il giudice.

Dio è misericordioso e giusto.

5. Fratelli miei, ascoltate in modo particolare quanto sto ora per dire. Non voglio considerare con te le cose passate. Da oggi in poi cambiati, il domani ti trovi diverso. Noi, nel nostro pervertimento, vorremmo Dio tanto misericordioso, da essere ingiusto. Altri al contrario, confidando troppo nella propria giustizia, lo vorrebbero tanto giusto da non volerlo misericordioso, Dio invece si presenta l'uno e l'altro, si mostra l'uno e l'altro. La sua misericordia non condiziona la sua giustizia né la sua giustizia elimina la misericordia. È misericordioso ed è giusto. Donde abbiamo la prova che è misericordioso? Dal fatto che ora risparmia i peccatori e concede il perdono a chi si pente. Donde abbiamo la prova che è giusto? Dal fatto che verrà il giorno del giudizio, che ora differisce ma non esclude. E allora, quando verrà, renderà a ciascuno secondo i meriti. O volete che dia a coloro che gli sono rimasti nemici quanto dà a coloro che si sono convertiti a lui? Fratelli, vi sembra giusto che Giuda venga posto dove è stato posto Pietro? Anche Giuda sarebbe stato posto dove è Pietro se si fosse emendato. Ma, abbandonata la speranza del perdono, preferì impiccarsi anziché implorare la clemenza del re 25.

Dio condona i peccati a chi si converte.

6. Pertanto, fratelli, come avevo iniziato a dire, non abbiamo motivo per rimproverare Dio. Di nulla avremo la possibilità di accusarlo, quando verrà a giudicare. Ciascuno pensi ai suoi peccati e si liberi ora da essi, finché c'è tempo. Sia fruttuoso il dolore, non sia sterile il pentimento. Come se il Signore ci dicesse: "Ecco: ho indicato la sentenza, ma non l'ho ancora emanata. L'ho preannunziata, ma non l'ho ancora fissata". Perché sei rimasto perplesso quando ho detto: "Se tu cambi cambia anche lui"? È scritto che Dio può pentirsi 26. Ma credi forse che Dio si penta come si pente l'uomo? È stato detto: Se vi pentite dei vostri peccati, anch'io mi pentirò di tutti i mali che stavo per infliggervi 27. Forse Dio si pente perché ha sbagliato? Ma pentimento in Dio significa mutamento della sentenza. Questo mutamento della sentenza non è ingiusto ma giusto. Perché giusto? Mutando il reo, il giudice ha mutato la sentenza. Non spaventarti: la sentenza è mutata, non la giustizia: La giustizia rimane inalterata in quanto chi è giusto deve perdonare a chi ha mutato condotta. Come non perdona a chi è ostinato, così perdona a chi è mutato. Chi ha dato la legge è anche il re che condona. Inviò la legge, è venuto con benevolenza. La legge ti aveva costituito reo 28, chi ti aveva dato la legge, ti ha assolto. Anzi, non ti ha assolto, perché assolvere significa giudicare un innocente; piuttosto condona i peccati a chi si è convertito. Sono tutti rei infatti coloro che sono avviluppati dai loro peccati. Nessuno speri di potersene liberare. Imploriamo tutti il perdono; il perdono però viene dato a chi si è convertito. Allora saremo tranquilli, pur udendo: Come fonde la cera vicino al fuoco, così periscano i peccatori davanti a Dio 29.

Fa' ora quanto temi di dover fare in futuro.

7. Sì, fratelli, periscano ora i peccatori davanti a Dio. Periscano ora in quanto peccatori, sicché i peccatori non periscano. Se iniziano a vivere rettamente, periranno sì come peccatori, ma non periranno come uomini. "Uomo peccatore" sono due nomi. "Uomo" è un nome e "peccatore" è un nome. Distinguiamo questi due nomi perché uno di essi l'ha fatto Dio, l'altro l'ha fatto l'uomo. Dio ha fatto l'uomo, l'uomo si è fatto peccatore. Perché tremi allora quando Dio ti dice: Periscano i peccatori davanti a me 30? Questo vuol dirti Dio: "Perisca in te ciò che tu hai fatto e io salvo quanto ho fatto io". E ora arde il fuoco nel calore della parola, cioè realmente nel fervore dello Spirito Santo, come già abbiamo detto poco sopra, perché è scritto in un altro salmo: Nessuno può sfuggire al suo calore 31. Che si tratti del calore dello Spirito Santo lo afferma l'Apostolo: Ferventi nello Spirito 32. Perciò invece del volto di Dio poniti davanti nel frattempo la Scrittura divina. Sciogliti davanti ad essa. Pentiti, nell'ascoltare queste cose, nei riguardi dei tuoi peccati. Quando ti penti e ti tormenti con te stesso al calore della parola, quando anche le lacrime cominciano a scendere, non sei simile alla cera che si scioglie poco a poco e che scorre sgocciolando come lacrime? Fa' ora ciò che temi di dover fare in futuro, e non dovrai temere il futuro.

I superbi svaniscono come il fumo.

8. Solamente, non svaniscano come fumo 33. In quel passo trovi indicate ambedue le espressioni e, forse, non senza motivo, perché esiste anche una diversità di peccatori. Nello stesso unico versetto il salmo ha indicato le due espressioni: Svaniscano come svanisce il fumo e: Come fonde la cera vicino al fuoco, così periscano i peccatori davanti a Dio 34. Chi sono coloro che svaniscono come il fumo? Chi sono se non i superbi, che non confessano i loro peccati, ma li difendono? Perché sono stati paragonati al fumo? Perché il fumo si eleva innalzandosi verso il cielo. Ma quanto più sale in alto, tanto più facilmente svanisce e si disperde. Riflettete di nuovo su quanto ho detto. È più consistente il fumo quand'è vicino al fuoco e vicino alla terra. Non ancora è svanito, non ancora è disperso dai venti. Ma quando si assottiglia, svanisce e si disperde? Quando si è molto innalzato. Poiché il superbo si erge contro Dio come il fumo contro il cielo, è naturale che svanisca alla stessa maniera e scompaia - per dir così - nelle varie correnti della sua vana ambizione, come sparisce il fumo andato in alto, gonfio di una estensione evanescente, non consistente. Così infatti è il fumo: vedi una grande massa; la puoi vedere ma non la puoi trattenere. Abbiate orrore, fratelli, di una simile condanna più di ogni altra cosa, affinché non v'accada di scusare i vostri peccati. E se ancora li commettete, per lo meno non vogliate più scusarli. Sottomettetevi a Dio. E percuotete i vostri petti in maniera che anche quelli che sono rimasti non si commettano più. Sforzatevi di non farli e se è possibile non ne fate alcuno. Se ancora non è possibile che non ne facciate nessuno, rimanga per lo meno l'onesta confessione di essi. Rimarrà il rifugio della sua misericordia affinché, se tu ti sforzi di eliminarli completamente e se con il suo aiuto ci riuscirai, egli possa facilmente perdonare quelli che ti rimarranno lungo il ritrovato cammino e nello slancio preso. Comunque tendi ad andare avanti, a non desistere. Se l'ultimo giorno non ti troverà vincitore, ti trovi per lo meno ancora combattente, non catturato e fatto schiavo.

Dio ha dato per noi il sangue del suo Figlio.

9. La sua misericordia è sovrabbondante e generosa la sua benevolenza: ci ha redenti con il sangue del Figlio suo 35, mentre per i nostri peccati non meritavamo niente. Egli aveva fatto certo una grande cosa nel creare l'uomo a sua immagine e somiglianza 36. Ma poiché noi con il peccato volemmo ridurci al nulla ed ereditammo dai progenitori un legame di morte e divenimmo una massa di peccato, una massa d'ira, piacque a lui, nella sua misericordia, riscattarci a tanto prezzo. Ha dato per noi il sangue del suo Unigenito innocentemente nato, innocentemente vissuto, innocentemente morto. Chi ci ha riscattato a tanto prezzo non vuole che periscano quelli che si è acquistato. Non li ha acquistati per farli perire, ma per dar loro la vita. Se i nostri peccati sono una mole più grande di noi, Dio non disprezza il prezzo da lui pagato. Ha pagato un prezzo ingente. Da parte nostra però non lusinghiamoci basandoci unicamente sulla sua misericordia, se non siamo decisi a combattere i nostri peccati. E se ne commettiamo, soprattutto di gravi, non speriamo che ci si usi una tale misericordia che includa dell'ingiustizia. Potrà forse collocare coloro che niente hanno fatto per vivere da convertiti, ma rimasero nell'ostinazione e durezza di cuore, incolparono anzi Dio difendendo i propri peccati, nello stesso posto ove ha collocato i santi Apostoli, i Profeti, i Patriarchi e i suoi fedeli che si sono comportati bene, che lo hanno servito, che hanno camminato nella castità, nella modestia, nell'umiltà, facendo elemosine, perdonando tutto ciò che dovettero sopportare dagli altri? Tale è la via seguita dai giusti, tale è la via seguita dai santi che hanno ritenuto Dio come loro padre e la Chiesa come loro madre. Non disgustando né quel Padre né questa madre ma vivendo nell'amore di ambedue questi genitori e affrettandosi verso l'eredità eterna, appunto perché non si è offeso il Padre né la madre, verrà data a ciascuno l'eredità.

Dio padre, la Chiesa madre.

10. Poiché due genitori ci hanno generato per la morte, due genitori ci hanno generato per la vita. I genitori che ci hanno generato per la morte sono Adamo ed Eva, i genitori che ci hanno generato per la vita sono Cristo e la Chiesa. Mio padre che mi ha generato fu per me Adamo, mia madre fu per me Eva. Siamo nati secondo questa generazione carnale, per dono certo di Dio - perché anche questo dono non è di altri ma di Dio - e tuttavia, fratelli, perché siamo nati? Certo per morire. I predecessori generarono dei loro successori. Forse hanno generato figli con lo scopo di poter vivere per sempre con essi su questa terra? Ma siccome dovevano morire, si son generati dei figli che succedessero ad essi. Dio padre e la madre Chiesa invece non generano per questo. Generano per la vita eterna, perché anch'essi sono eterni. E abbiamo, come eredità promessa da Cristo, la vita eterna. Per il fatto che il Verbo si è fatto uomo ed abitò in mezzo a noi 37, essendo stato allevato crebbe. Dopo aver patito, dopo essere morto ed essere risuscitato, ricevette in eredità la vita eterna. In quanto uomo ricevette la resurrezione e la vita eterna; in quanto uomo la ricevette. In quanto Verbo invece non la ricevette, perché rimane immutabile per sempre. Poiché dunque quell'uomo che risorse e, reso vivo, ascese al cielo, ricevette la resurrezione e la vita eterna, questa stessa cosa è stata promessa a noi. Aspettiamo la stessa eredità, la vita eterna. Ancora infatti non l'ha ricevuta tutto il corpo, perché il capo è nel cielo, le membra sono ancora sulla terra. Non soltanto il capo riceverà l'eredità, né il corpo verrà abbandonato. Ma il Cristo totale riceverà l'eredità, totale come uomo, cioè il capo e il corpo. In quanto dunque siamo membra di Cristo speriamo l'eredità. Mentre tutte queste cose passeranno, riceveremo questo bene che non passerà mai ed eviteremo quel male che pure non passerà. Sono infatti ambedue eterni. Non promise ai suoi un qualcosa di non eterno né minacciò agli empi qualcosa di temporaneo. Come ha promesso ai santi la vita, la beatitudine, il regno, l'eredità eterna senza fine, così ha minacciato agli empi il fuoco eterno 38. Se ancora non amiamo ciò che ha promesso, per lo meno temiamo ciò che ha minacciato.

 

1 - Sal 67, 3.

2 - Cf. Prv 20, 9.

3 - Sal 67, 3.

4 - Gv 8, 58.

5 - Cf. Gv 1, 3.

6 - Cf. Gv 19, 23-24.

7 - Sal 21, 17-19.

8 - Cf. Sal 108, 8.

9 - Sal 68, 23.

10 - Cf. Rm 11, 9.

11 - Cf. At 1, 20.

12 - Cf. At 21, 10-12.

13 - At 21, 13.

14 - At 21, 14.

15 - Sal 67, 3.

16 - Mt 25, 41.

17 - Sap 5, 3.

18 - Sap 5, 8-9.

19 - Cf. Lc 23, 42-43.

20 - Cf. Lc 23, 35.

21 - Sal 18, 7.

22 - Sal 67, 3.

23 - Gn 22, 18.

24 - Cf. Lc 24, 25.

25 - Cf. Mt 27, 5.

26 - Cf. Gn 6, 6.

27 - Ger 18, 8.

28 - Cf. Rm 7, 7.

29 - Sal 67, 3.

30 - Cf. Sal 67, 3.

31 - Sal 18, 7.

32 - Rm 12, 11.

33 - Cf. Sal 67, 3.

34 - Sal 67, 3.

35 - Cf. 1 Pt 1, 18-19.

36 - Cf. Gn 1, 27.

37 - Gv 1, 14.

38 - Cf. Mt 25, 41.


4 - Il grado perfetto delle virtù di Maria santissima

La mistica Città di Dio - Libro terzo - Suor Maria d'Agreda

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38. Continuavano i favori dell'Altissimo verso la nostra Regina e signora mediante i sacri carismi, con i quali il braccio onnipotente la disponeva per la prossima dignità di madre sua. Giunse il quarto giorno di questa preparazione e, come nei precedenti, alla stessa ora fu elevata alla visione della Divinità, nella detta forma astrattiva, ma con nuovi effetti e con più alte illuminazioni di quel purissimo spirito. Non esiste limite né termine al potere divino e alla sua sapienza; solamente la nostra volontà ne pone uno con le sue opere o con la sua scarsa capacità, essendo noi creature finite. Ora, in Maria santissima, il potere divino non trovò impedimento da parte delle opere, anzi furono tutte sante e gradite al Signore, cosicché ella si guadagnò il suo favore e, come egli stesso dice, gli ferì il cuore d'amore 1 . Solo perché Maria santissima era una semplice creatura, il braccio del Signore poté trovare qualche confine; tuttavia egli operò in lei, nella sfera della sua creaturalità, senza aggravio né limitazione alcuna e senza misura, comunicandole in tal modo le acque della sapienza, perché le potesse bere purissime e cristalline nel fonte medesimo della divinità.

39. Il Signore le si manifestò in questa visione con una luce specialissima, e le dichiarò la nuova legge di grazia che il Salvatore del mondo avrebbe fondato. Le mostrò i misteri che essa contiene, ed il fine per il quale li avrebbe stabiliti nella nuova Chiesa; nonché gli aiuti, i doni e i favori che preparava per gli uomini, col desiderio che tutti si salvassero e conseguissero il frutto della redenzione. Tanta fu la sapienza che in queste visioni apprese Maria santissima, ammaestrata dal sommo Maestro, guida dei saggi, che se, per assurdo, qualche uomo o angelo potesse scrivere quanto conobbe questa Signora, si formerebbero più libri di quanti se ne sono scritti nel mondo su tutte le arti, le scienze e le invenzioni. Ciò non deve meravigliare, perché la sua sapienza fu maggiore di quella che si può trovare in una semplice creatura. Nel cuore e nella mente della nostra Principessa si riversò veramente l'oceano della Divinità, il quale era arginato e trattenuto in se stesso dai peccati e dalla inadeguata disposizione delle creature. Solamente, le veniva sempre nascosto, non essendo ancora giunto il tempo stabilito, che ella era l'eletta a divenire madre dell'Unigenito del Padre.

40. Nella dolcezza di questa conoscenza divina, la nostra Regina provò un intima e acuta pena d'amore. Infatti conobbe da parte dell'Altissimo gli indicibili tesori di grazie e favori che egli preparava per i mortali, e quella forte propensione della divinità a che tutti la godessero eternamente. Conobbe anche e intravide il pessimo stato del mondo e quanto ciecamente i mortali si rendessero indegui e si privassero della partecipazione della stessa Divinità. Ciò le provocò una nuova specie di martirio, per l'intensità con cui si doleva della perdizione degli uomini e per il desiderio di nparare a così deplorevole rovina. A tal fine pregò moltissimo, facendo orazioni, suppliche, offerte, sacrifici, umiliazioni ed atti eroici d'amore di Dio e degli uomini, perché, possibilmente, nessuno in futuro si perdesse, e tutti conoscessero il creatore e redentore loro e lo confessassero, adorassero ed amassero. Tutto questo le succedeva nella medesima visione della Divinità. Ora, poiché queste suppliche furono come le altre già dette, non mi soffermo oltre a pailarne.

41. Il Signore le manifestò nella stessa occasione le opere della creazione del quarto giorno, e la divina principessa Maria conobbe quando e come furono formati nel firmamento gli astri del cielo, perché dividessero il giorno dalla notte, e segnassero i tempi, i giorni e gli anni; per quale fine fu creata la luce maggiore del cielo, il sole, come signore del giorno; contemporaneamente ad esso fu formata la luna, la luce minore che illumina la notte. Conobbe non solo come furono formate le stelle nell'ottavo cielo, perché con il loro luccichio rallegrassero la notte, ma anche la loro composizione, forma, qualità e grandezza, e i loro diversi movimenti. Conobbe anche il numero delle stelle, e tutti gli influssi che esercitano sulla terra, sugli esseri animati e inanimati, con gli effetti e le alterazioni che in essi producono.

42. Ciò non si oppone a quello che disse il profeta nel salmo 146, cioè che Dio conosce il numero delle stelle e le chiama per nome, perché Davide non nega che sua Maestà, col suo potere infinito, possa concedere alla creatura, per grazia, ciò che l'Altezza sua possiede per natura. D'altronde è chiaro che, poiché questa conoscenza contribuì alla maggior eccellenza di Maria nostra signora, Dio non avrebbe potuto negarle questo beneficio, mentre gliene concesse altri maggiori, e la fece Regina e signora delle stelle come di tutte le altre creature. Questo privilegio veniva ad essere come una conseguenza del dominio e della signoria che le diede sopra le virtù, gli influssi e i moti di tutte le sfere celesti, avendo ordinato a tutte che le ubbidissero, come loro Regina e signora.

43. Per questa legge che il Signore impose alle creature celesti, e per il dominio che sopra di esse diede a Maria santissima, l'Altezza sua rimase rivestita di tale potere che, se avesse comandato alle stelle di lasciare il loro posto nel cielo, subito le avrebbero ubbidito e si sarebbero spostate dove avesse comandato. Lo stesso avrebbero fatto il sole ed i pianeti al comando di Maria, trattenendo il loro corso e movimento e sospendendo i loro influssi. Come ho già detto, la nostra Regina usò qualche volta di questo suo potere, quando in Egitto, dove il caldo è assolutamente eccessivo, ordinò al sole di non emanare con tanta veemenza il suo ardore, e di non molestare né affaticare tanto con i suoi raggi il divino bambino suo Signore. Il sole le ubbidì, affliggendo e molestando solamente lei, perché così ella voleva, e rispettando il Sole di giustizia, che ella teneva tra le braccia. Lo stesso avveniva con altri corpi celesti, e qualche volta arrestò il sole, come vedremo a suo tempo.

44. Molti altri arcani misteri palesò l'Altissimo alla nostra gran Regina in questa visione. Quanto ho detto e dirò di tutti, per così dire, mi scuote, perché posso dire poco di ciò che intendo e, anzi, mi rendo conto di intendere solo in minima parte quello che avvenne alla divina Signora. Il suo Figlio santissimo tiene in serbo molti dei suoi misteri da manifestare nel giorno del giudizio universale, non potendo noi ancora comprenderli. Questa visione infiammò e trasformò ancor più Maria in quell'oggetto infinito, e negli attributi e nelle perfezioni che di esso aveva conosciuto. Nella misura poi in cui progrediva nei favori divini, ella progrediva nelle virtù, e moltiplicava le preghiere, le ansie, i favori e i meriti, accelerando così il tempo dell'incarnazione del Verbo divino e della nostra salvezza.

Insegnamento che mi diede la divina Regina

45. Carissima figlia mia, io voglio che tu apprezzi molto quello che hai appreso circa quanto io feci e soffrii, quando l'Altissimo mi diede una così eminente conoscenza della sua bontà tanto propensa ad arricchire i mortali, e della cattiva corrispondenza e pesante ingratitudine da parte loro. Quando da questa liberalissima benignità venni a conoscere la stolta durezza dei peccatori, il cuore mi restò trapassato da un dardo di mortale amarezza, che mi durò tutta la vita. Anzi, ti voglio manifestare un altro mistero, ed è che molte volte l'Mtissimo, per lenire il dolore e il cruccio che avevo nel cuore, soleva rispondermi dicendo: «Ricevi, mia sposa, ciò che il mondo ignorante e cieco disprezza, come indegno di riceverlo e conoscerlo». Con queste parole, l'Altissimo riversava nella mia anima il torrente dei suoi tesori, i quali la rallegravano più di quanto l'intelletto possa comprendere e qualunque lingua spiegare.

46. Voglio dunque adesso che tu, amica mia, mi sia compagna in questo dolore. Ma, per imitarmi in una così giusta pena e negli effetti che essa ti causerà, devi rinnegare e dimenticare in tutto te stessa, e coronare il tuo cuore di spine e dolori, diversamente da quello che fanno i mortali. Piangi il loro riso e ciò di cui essi si compiacciono a loro eterna dannazione, perché questo è l'ufficio che più si addice a quelle anime che sono spose del mio Figlio santissimo, alle quali solamente è concesso di gioire delle lacrime che spargono per i loro peccati, e per quelli del mondo ignorante. Prepara dunque il tuo cuore a questa disposizione, affinché il Signore ti faccia partecipe dei suoi tesori, non tanto per divenirne ricca, quanto per dar luogo a sua Maestà, comunicandoteli, di manifestare il suo amore liberale e di salvare le anime. Imitami in tutto quello che ti insegno, perché sai che questa è la mia volontà a tuo riguardo.


21-27 Maggio 26, 1927 Come Iddio nella Creazione formò tante stanze per dimorare in esse, per farsi trovare sempre dall’uomo per dargli le sue qualità. Dubbio, Gesù lo scioglie. Come ciò che sempre è difficile per essa, per Dio è facile. Lamenti dell’anima, Gesù che rassicura.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Il mio stato d’abbandono nel Fiat Divino continua e dopo d’averlo seguito nei suoi atti nella Creazione, stavo pensando come riordinare di nuovo innanzi alla Maestà Suprema tutti i rapporti tra Creatore e creatura, che l’ingratitudine umana aveva spezzati ed il mio adorato Gesù uscendo dal mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, guarda tutta la Creazione, il cielo, le stelle innumerevoli, il sole, il vento, il mare, i campi fioriti, i monti e le valle, essi sono tutte stanze che formai ed in ciascuna stanza formai la mia reggia per farvi la mia dimora e questo per dare agio all’uomo che dovunque volessi venire per trovare il suo Dio, gli davo agio di trovarlo subito ed ovunque e si metteva in ciascuna stanza in atto d’aspettarlo, rimanendo tutte le stanze aperte per non dargli il fastidio di bussare, ma che liberamente entrasse, quante volte il volesse era pronto a riceverlo. Il Creatore del cielo e della terra non si metteva ad un punto solo, ma dovunque, perché l’uomo lo potessi sempre trovare, metteva queste stanze tanto vicino, per formare tante vie accorciate, perché tra Creatore e creatura non ci dev’essere distanza, ma vicinanza e comunanza. Sicché tutte queste stanze erano e sono rapporti, vincoli e vie tra Dio e l’uomo. Ma chi doveva mantenere in vigore questi rapporti, rinsaldare questi vincoli, ordinare le vie, aprire le porte? La nostra Volontà regnante nell’uomo prendeva questo impegno sì importante di mantenere l’ordine come uscimmo tutta la Creazione. Come esso si sottrò dal Fiat Divino, i rapporti non ebbero più vigore, i vincoli restarono sciolti, le vie barricate, le porte chiuse, perdette la sua cara eredità, restò spogliato di tutti i beni, ogni passo era un laccio ai suoi piedi per farlo cadere. Col non fare la nostra Volontà, tutto si perde, non c’è bene che le resta e col farla tutto acquista, né c’è bene che non le viene restituito. Che cosa non fece la Paterna Bontà del Creatore nella Creazione per amore dell’uomo? Non solo formò tante stanze, ma una diversa dall’altra per farsi trovare in tanti diversi modi da colui che amava: Nel sole si faceva trovare investito di luce, tutto Maestà bruciante d’amore, aspettandolo per dargli la sua luce per farsi comprendere, dargli il suo amore per fare che l’uomo entrando in questa stanza per trovare il suo Dio, diventasse luce ed amore; nel mare si faceva trovare il Dio forte per dargli la fortezza; nel vento si faceva trovare imperante e dominante per dargli l’impero ed il dominio; insomma in ogni cosa creata lo aspettava per dare all’uomo la partecipazione delle sue qualità”.

(3) Dopo di ciò stavo pensando tra me: “Gesù ama tanto il suo Volere e pare che tanto sospira che sia conosciuto affinché domina e regna, ma mi sembra difficile che la Divina Volontà sia conosciuta, perché non vi è chi si occupa né nessuno hanno interesse, tutto l’interesse sta in Gesù, ma nelle creature non esiste, quindi se queste creature mancano di dare questa gran gloria a Dio ed insieme porgere la pienezza di tutti i beni alle creature, come mai potrà conoscersi il regno dell’eterno Fiat?” Ora mentre ciò pensavo il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, ciò che a te sembra difficile non è difficile per Dio, come nella Redenzione non ci furono per Dio difficoltà, né tutta la perfidia umana potette impedire il corso del nostro amore, molto meno il compimento della nostra decisione di venir a redimere il genero umano. Quando la Divinità stabilisce di fare un’atto, di compire un’opera, qualunque siano le cause, le circostanze, gli impedimenti, Essa trionfa di tutto, vince tutto e fa ciò che ha stabilito. Sicché il punto culminante ed importante di Dio sta nello stabilire ciò che vuol fare, fatto questo, tutto ha fatto. Onde se in Noi sta stabilito che la nostra Volontà dev’essere conosciuta ed il suo regno verrà sulla terra, è già come fatto. Come fu fatta la Redenzione, perché stabilito da Noi, così sarà fatto della nostra Volontà. Molto più che nella Creazione fu messo fuori dalla Divinità questo suo regno, tutto in ordine, perché regnasse e dominasse e nella caduta dell’uomo questo regno non fu distrutto, ma restò integro ed esiste tuttora, solo che restò sospeso per l’uomo. Nella Redenzione Io appianai tutto e come il tutto feci perché l’uomo fosse redento, così feci tutto perché fosse tolta questa sospensione, che la creatura potesse entrare nel regno del Fiat Divino, dando primo il luogo alla Redenzione e coll’andar del tempo dare il luogo alla mia Volontà. Sicché un regno, un’opera, il difficile è farlo, ma quando è fatto, il conoscerlo si rende facile. Molto più che il tuo Gesù non manca di potenza, di voler fare o non fare un’opera posso mancare, ma di potenza non mai, Io disporrò in modo le cose, le circostanze, le creature, gli eventi, che renderò facile che la mia Volontà sia conosciuta”.

(5) Onde mi sentivo tutta afflitta e pensavo tra me: “Com’è duro il mio stato, mi sento che non posso andare avanti, il Voler Divino è inesorabile, immutabile ed avere che ci fare col Fiat non si scherza, si sente tutto il peso della sua immutabilità e vi si resta immutabile con la sua immutabilità, impassibile a tutto, vi mette nelle condizioni di voler ciò che Lui vuole, fossero anche castighi e le stesse privazioni di Gesù che tanto mi costano, tutto ciò che vuole Esso, tutto vi cede; ma ciò che vuole l’anima, nulla vi cede, neppure una virgola”. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(6) “Figlia mia, la mia Volontà vuol’essere libera nell’anima e perciò non vuol cedere né un punto, né una virgola di ciò che Lei vuole, fosse anche santo, in essa non vuol trovare limiti, vuol stendere il suo dominio in tutto, vuole che ciò che vuole la mia Volontà e fa, lo deve voler e fare l’anima, perciò fa sentire tutto il peso della sua immutabilità per renderla immutabile, in modo che non dev’essere soggetta a mutarsi perché vede soffrire le creature, o perché le vede prive d’un bene temporaneo, o perché lo vuole dare, questo sarebbe uscire dalla sua immutabilità, questa è santità umana; la santità della mia Volontà è santità Divina e non ammette queste debolezze, se la mia Volontà Divina fosse soggetta a questo, la nostra giustizia dovrebbe stare senza vita nel nostro Essere Supremo, ciò che non può essere. Se tu sapessi in che punto si trova la nostra giustizia in questi tempi e se volessi del tutto sgravarsi su di te, resteresti stritolata e la mia Volontà non vuole stritolarti, ma vuole che le creature ne abbiano in parte la pena, anche per fargli aprire gli occhi nella grande cecità che sono caduti. Tutte quasi le nazioni vivono alle spalle dei debiti, se non fanno debiti non possono vivere e con tutto ciò festeggiano, non si risparmiano in nulla, stanno formando piani di guerre, portando spese enormi; non vedi tu stessa la grande cecità e pazzia in cui sono caduti? E tu piccola bambina, vorresti che la mia giustizia non li colpisce, che largheggiasse nei beni temporali; sicché vorresti che diventassero più ciechi e più pazzi. E vedendoti non cedere a tutte le tue richieste ti lamenti e sentendoti che la mia Volontà ha preso posto in tutta l’anima tua senza lasciarte libera in nulla, senti tutta la forza della santità ed immutabilità della mia Volontà Divina e poi, te l’ho detto tante volte, che le mie privazioni non sono altre che vuoti che sta facendo la mia giustizia per colpire i popoli. Perciò figlia mia non ti abbattere, tu non sai quanto ti amo e quanti tesori ho messo in te, né posso lasciarti, debbo guardare tutti i doni che ho messo in te, tu devi sapere che ogni mia parola è un dono divino e quante te ne ho detto? E quando Io dono non mi riprendo mai il dono e per esserne sicuro che i miei doni stanno al sicuro, mi sto a guardia dei miei doni e dell’anima che li possiede; perciò lasciami fare e fa che la mia Volontà regna liberamente in te”.


Deo Gratias.