Liturgia delle Ore - Letture
Domenica della 2° settimana del Tempo di Pasqua
Vangelo secondo Luca 19
1Entrato in Gèrico, attraversava la città.2Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,3cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.4Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua".6In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.7Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È andato ad alloggiare da un peccatore!".8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto".9Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo;10il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".
11Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, Gesù disse ancora una parabola perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro.12Disse dunque: "Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare.13Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno.14Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi.15Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato.16Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine.17Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città.18Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine.19Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città.20Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto;21avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato.22Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato:23perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi.24Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci25Gli risposero: Signore, ha già dieci mine!26Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.27E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me".
28Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme.
29Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo:30"Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui.31E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete?, direte così: Il Signore ne ha bisogno".32Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto.33Mentre scioglievano il puledro, i proprietari dissero loro: "Perché sciogliete il puledro?".34Essi risposero: "Il Signore ne ha bisogno".
35Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù.36Via via che egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada.37Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
38"'Benedetto colui che viene,'
il re, 'nel nome del Signore'.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!".
39Alcuni farisei tra la folla gli dissero: "Maestro, rimprovera i tuoi discepoli".40Ma egli rispose: "Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre".
41Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:42"Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.43Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte;44abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata".
45Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori,46dicendo: "Sta scritto:
'La mia casa sarà casa di preghiera'.
Ma voi ne avete fatto 'una spelonca di ladri!'".
47Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo;48ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole.
Levitico 8
1Il Signore disse ancora a Mosè:2"Prendi Aronne insieme ai suoi figli, le vesti, l'olio dell'unzione, il giovenco del sacrificio espiatorio, i due arieti e il cesto dei pani azzimi;3convoca tutta la comunità all'ingresso della tenda del convegno".4Mosè fece come il Signore gli aveva ordinato e la comunità fu convocata all'ingresso della tenda del convegno.5Mosè disse alla comunità: "Questo il Signore ha ordinato di fare".
6Mosè fece accostare Aronne e i suoi figli e li lavò con acqua.7Poi rivestì Aronne della tunica, lo cinse della cintura, gli pose addosso il manto, gli mise l''efod' e lo cinse con la cintura dell''efod', nel quale avvolse l''efod'.8Gli mise anche il pettorale, e nel pettorale pose gli 'Urim' e i 'Tummim'.9Poi gli mise in capo il turbante e sul davanti del turbante pose la lamina d'oro, il sacro diadema, come il Signore aveva ordinato a Mosè.10Poi Mosè prese l'olio dell'unzione, unse la Dimora e tutte le cose che vi si trovavano e così le consacrò.11Fece sette volte l'aspersione sull'altare, unse l'altare con tutti i suoi accessori, la conca e la sua base, per consacrarli.12Versò l'olio della unzione sul capo d'Aronne e unse Aronne, per consacrarlo.13Poi Mosè fece avvicinare i figli d'Aronne, li vestì di tuniche, li cinse con le cinture e legò sul loro capo i turbanti, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
14Fece quindi accostare il giovenco del sacrificio espiatorio e Aronne e i suoi figli stesero le mani sulla testa del giovenco del sacrificio espiatorio.15Mosè lo immolò, ne prese del sangue, bagnò con il dito i corni attorno all'altare e purificò l'altare; poi sparse il resto del sangue alla base dell'altare e lo consacrò per fare su di esso l'espiazione.16Poi prese tutto il grasso aderente alle viscere, il lobo del fegato, i due reni con il loro grasso e Mosè bruciò tutto sull'altare.17Ma il giovenco, la sua pelle, la sua carne e le feci, bruciò nel fuoco fuori dell'accampamento, come il Signore gli aveva ordinato.
18Fece quindi avvicinare l'ariete dell'olocausto e Aronne e i suoi figli stesero le mani sulla testa dell'ariete.19Mosè lo immolò e ne sparse il sangue attorno all'altare.20Poi fece a pezzi l'ariete e ne bruciò testa, pezzi e grasso.21Dopo averne lavato le viscere e le zampe con acqua, bruciò tutto l'ariete sull'altare: olocausto di soave odore, un sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore, come il Signore gli aveva ordinato.
22Poi fece accostare il secondo ariete, l'ariete della investitura, e Aronne e i suoi figli stesero le mani sulla testa dell'ariete.23Mosè lo immolò, ne prese del sangue e bagnò il lobo dell'orecchio destro di Aronne e il pollice della mano destra e l'alluce del piede destro.24Poi Mosè fece avvicinare i figli di Aronne e bagnò con quel sangue il lobo del loro orecchio destro, il pollice della mano destra e l'alluce del piede destro; sparse il resto del sangue attorno all'altare.25Poi prese il grasso, la coda, tutto il grasso aderente alle viscere, il lobo del fegato, i reni con il loro grasso e la coscia destra;26dal canestro dei pani azzimi, che era davanti al Signore, prese una focaccia senza lievito, una focaccia di pasta intrisa nell'olio e una schiacciata e le pose sulle parti grasse e sulla coscia destra.27Poi mise tutte queste cose sulle mani di Aronne e sulle mani dei suoi figli e le agitò con l'agitazione rituale davanti al Signore.28Mosè quindi le prese dalle loro mani e le bruciò sull'altare sopra l'olocausto: sacrificio di investitura, di soave odore, sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore.29Poi Mosè prese il petto dell'ariete e lo agitò come offerta da agitare ritualmente davanti al Signore; questa fu la parte dell'ariete dell'investitura toccata a Mosè, come il Signore gli aveva ordinato.
30Mosè prese quindi l'olio dell'unzione e il sangue che era sopra l'altare; ne asperse Aronne e le sue vesti, i figli di lui e le loro vesti; così consacrò Aronne e le sue vesti e similmente i suoi figli e le loro vesti.31Poi Mosè disse ad Aronne e ai suoi figli: "Fate cuocere la carne all'ingresso della tenda del convegno e là mangiatela con il pane che è nel canestro dell'investitura, come mi è stato ordinato. La mangeranno Aronne e i suoi figli.32Quel che avanza della carne e del pane, bruciatelo nel fuoco.33Per sette giorni non uscirete dall'ingresso della tenda del convegno, finché cioè non siano compiuti i giorni della vostra investitura, perché la vostra investitura durerà sette giorni.34Come si è fatto oggi così il Signore ha ordinato che si faccia per compiere il rito espiatorio su di voi.35Rimarrete sette giorni all'ingresso della tenda del convegno, giorno e notte, osservando il comandamento del Signore, perché non moriate, poiché così mi è stato ordinato".36Aronne e i suoi figli fecero quanto era stato ordinato dal Signore per mezzo di Mosè.
Giobbe 16
1Allora rispose:
2Ne ho udite già molte di simili cose!
Siete tutti consolatori molesti.
3Non avran termine le parole campate in aria?
O che cosa ti spinge a rispondere così?
4Anch'io sarei capace di parlare come voi,
se voi foste al mio posto:
vi affogherei con parole
e scuoterei il mio capo su di voi.
5Vi conforterei con la bocca
e il tremito delle mie labbra cesserebbe.
6Ma se parlo, non viene impedito il mio dolore;
se taccio, che cosa lo allontana da me?
7Ora però egli m'ha spossato, fiaccato,
tutto il mio vicinato mi è addosso;
8si è costituito testimone ed è insorto contro di
me:
il mio calunniatore mi accusa in faccia.
9La sua collera mi dilania e mi perseguita;
digrigna i denti contro di me,
il mio nemico su di me aguzza gli occhi.
10Spalancano la bocca contro di me,
mi schiaffeggiano con insulti,
insieme si alleano contro di me.
11Dio mi consegna come preda all'empio,
e mi getta nelle mani dei malvagi.
12Me ne stavo tranquillo ed egli mi ha rovinato,
mi ha afferrato per il collo e mi ha stritolato;
ha fatto di me il suo bersaglio.
13I suoi arcieri mi circondano;
mi trafigge i fianchi senza pietà,
versa a terra il mio fiele,
14mi apre ferita su ferita,
mi si avventa contro come un guerriero.
15Ho cucito un sacco sulla mia pelle
e ho prostrato la fronte nella polvere.
16La mia faccia è rossa per il pianto
e sulle mie palpebre v'è una fitta oscurità.
17Non c'è violenza nelle mie mani
e pura è stata la mia preghiera.
18O terra, non coprire il mio sangue
e non abbia sosta il mio grido!
19Ma ecco, fin d'ora il mio testimone è nei cieli,
il mio mallevadore è lassù;
20miei avvocati presso Dio sono i miei lamenti,
mentre davanti a lui sparge lacrime il mio occhio,
21perché difenda l'uomo davanti a Dio,
come un mortale fa con un suo amico;
22poiché passano i miei anni contati
e io me ne vado per una via senza ritorno.
Salmi 63
1'Salmo. Di Davide, quando dimorava nel deserto di Giuda.'
2O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz'acqua.
3Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
4Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode.
5Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
6Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
7Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
8a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.
9A te si stringe l'anima mia
e la forza della tua destra mi sostiene.
10Ma quelli che attentano alla mia vita
scenderanno nel profondo della terra,
11saranno dati in potere alla spada,
diverranno preda di sciacalli.
12Il re gioirà in Dio,
si glorierà chi giura per lui,
perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.
Ezechiele 32
1Il primo giorno del dodicesimo mese dell'anno decimosecondo, mi fu rivolta questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, intona un lamento sul faraone re d'Egitto dicendo:
Leone fra le genti eri considerato;
ma eri come un coccodrillo nelle acque,
erompevi nei tuoi fiumi
e agitavi le acque con le tue zampe,
intorbidandone i corsi".
3Dice il Signore Dio:
"Tenderò contro di te la mia rete
con una grande assemblea di popoli
e ti tireranno su con la mia rete.
4Ti getterò sulla terraferma
e ti abbandonerò al suolo.
Farò posare su di te tutti gli uccelli del cielo
e sazierò di te tutte le bestie della terra.
5Spargerò per i monti la tua carne
e riempirò le valli della tua carogna.
6Farò bere alla terra il tuo scolo,
il tuo sangue, fino ai monti,
e i burroni saranno pieni di te.
7Quando cadrai estinto, coprirò il cielo
e oscurerò le sue stelle,
velerò il sole di nubi e la luna non brillerà.8Oscurerò tutti gli astri del cielo su di te
e stenderò sulla tua terra le tenebre.
Parola del Signore Dio.
9Sgomenterò il cuore di molti popoli, quando farò giungere la notizia della tua rovina alle genti, in regioni a te sconosciute.10Per te farò stupire molti popoli e tremeranno i loro re a causa tua, quando sguainerò la spada davanti a loro. Ognuno tremerà ad ogni istante per la sua vita, nel giorno della tua rovina".11Poiché dice il Signore Dio: "La spada del re di Babilonia ti raggiungerà.
12Abbatterò la tua moltitudine con la spada dei prodi,
dei popoli più feroci;
abbatteranno l'orgoglio dell'Egitto
e tutta la sua moltitudine sarà sterminata.
13Farò perire tutto il suo bestiame
sulle rive delle grandi acque,
che non saranno più turbate da piede d'uomo,
né unghia d'animale le intorbiderà.
14Allora farò ritornare tranquille le loro acque
e farò scorrere i loro canali come olio.
Parola del Signore Dio.
15Quando avrò fatto dell'Egitto una terra desolata,
tutta priva di quanto contiene,
quando avrò percosso tutti i suoi abitanti,
allora si saprà che io sono il Signore.
16Questo è un lamento e lo si canterà. Lo canteranno le figlie delle genti, lo canteranno sull'Egitto e su tutta la sua moltitudine". Oracolo del Signore Dio.
17Ai quindici del primo mese, dell'anno decimosecondo, mi fu rivolta questa parola del Signore:18"Figlio dell'uomo, intona un canto funebre sugli abitanti dell'Egitto. Falli scendere insieme con le figlie di nazioni potenti, nella regione sotterranea, con quelli che scendono nella fossa.
19Di chi tu sei più bello?
Scendi e giaci con i non circoncisi.
20Cadranno fra gli uccisi di spada; la spada è già consegnata. Colpite a morte l'Egitto e tutta la sua gente.21I più potenti eroi si rivolgeranno a lui e ai suoi ausiliari e dagli inferi diranno: Vieni, giaci con i non circoncisi, con i trafitti di spada.22Là è Assur e tutta la sua gente, intorno al suo sepolcro, uccisi, tutti trafitti di spada;23poiché le loro sepolture sono poste nel fondo della fossa e la sua gente è intorno alla sua tomba: uccisi, tutti, trafitti di spada, essi che seminavano il terrore nella terra dei viventi.
24Là è Elam e tutto il suo esercito, intorno al suo sepolcro. Uccisi, tutti, trafitti di spada, scesi non circoncisi nella regione sotterranea, essi che seminavano il terrore nella terra dei viventi. Ora portano la loro ignominia con quelli che scendono nella fossa.25In mezzo ai trafitti posero il suo giaciglio e tutta la sua gente intorno al suo sepolcro, tutti non circoncisi, trafitti di spada; perché avevano sparso il terrore nella terra dei viventi, portano la loro ignominia con quelli che scendono nella fossa; sono stati collocati in mezzo ai trafitti di spada.
26Là è Mesech, Tubal e tutta la sua gente, intorno al suo sepolcro: tutti non circoncisi, trafitti di spada, perché incutevano il terrore nella terra dei viventi.27Non giaceranno al fianco degli eroi caduti da secoli, che scesero negli inferi con le armi di guerra, con le spade disposte sotto il loro capo e con gli scudi sulle loro ossa, perché tali eroi erano un terrore nella terra dei viventi.28Così tu giacerai fra i non circoncisi e con i trafitti di spada.
29Là è Edom, i suoi re e tutti i suoi prìncipi che, nonostante il loro valore, sono posti con i trafitti di spada: giacciono con i non circoncisi e con quelli che scendono nella fossa.30Là sono tutti i prìncipi del settentrione, tutti quelli di Sidòne, che scesero con i trafitti, nonostante il terrore sparso dalla loro potenza; giacciono i non circoncisi con i trafitti di spada e portano la loro ignominia con quelli che scendono nella fossa.
31Il faraone li vedrà e si consolerà alla vista di tutta questa moltitudine; il faraone e tutto il suo esercito saranno trafitti di spada. Oracolo del Signore Dio.32Perché aveva sparso il terrore nella terra dei viventi, ecco giace in mezzo ai non circoncisi, con i trafitti di spada, egli il faraone e tutta la sua moltitudine". Parola del Signore Dio.
Atti degli Apostoli 21
1Appena ci fummo separati da loro, salpammo e per la via diretta giungemmo a Cos, il giorno seguente a Rodi e di qui a Pàtara.2Trovata qui una nave che faceva la traversata per la Fenicia, vi salimmo e prendemmo il largo.3Giunti in vista di Cipro, ce la lasciammo a sinistra e, continuando a navigare verso la Siria, giungemmo a Tiro, dove la nave doveva scaricare.4Avendo ritrovati i discepoli, rimanemmo colà una settimana, ed essi, mossi dallo Spirito, dicevano a Paolo di non andare a Gerusalemme.5Ma quando furon passati quei giorni, uscimmo e ci mettemmo in viaggio, accompagnati da tutti loro con le mogli e i figli sin fuori della città. Inginocchiati sulla spiaggia pregammo, poi ci salutammo a vicenda;6noi salimmo sulla nave ed essi tornarono alle loro case.7Terminata la navigazione, da Tiro approdammo a Tolemàide, dove andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con loro.
8Ripartiti il giorno seguente, giungemmo a Cesarèa; ed entrati nella casa dell'evangelista Filippo, che era uno dei Sette, sostammo presso di lui.9Egli aveva quattro figlie nubili, che avevano il dono della profezia.10Eravamo qui da alcuni giorni, quando giunse dalla Giudea un profeta di nome Àgabo.11Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: "Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo a cui appartiene questa cintura sarà legato così dai Giudei a Gerusalemme e verrà quindi consegnato nelle mani dei pagani".12All'udir queste cose, noi e quelli del luogo pregammo Paolo di non andare più a Gerusalemme.13Ma Paolo rispose: "Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a esser legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù".14E poiché non si lasciava persuadere, smettemmo di insistere dicendo: "Sia fatta la volontà del Signore!".
15Dopo questi giorni, fatti i preparativi, salimmo verso Gerusalemme.16Vennero con noi anche alcuni discepoli da Cesarèa, i quali ci condussero da un certo Mnasóne di Cipro, discepolo della prima ora, dal quale ricevemmo ospitalità.
17Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente.18L'indomani Paolo fece visita a Giacomo insieme con noi: c'erano anche tutti gli anziani.19Dopo aver rivolto loro il saluto, egli cominciò a esporre nei particolari quello che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo suo.20Quand'ebbero ascoltato, essi davano gloria a Dio; quindi dissero a Paolo: "Tu vedi, o fratello, quante migliaia di Giudei sono venuti alla fede e tutti sono gelosamente attaccati alla legge.21Ora hanno sentito dire di te che vai insegnando a tutti i Giudei sparsi tra i pagani che abbandonino Mosè, dicendo di non circoncidere più i loro figli e di non seguire più le nostre consuetudini.22Che facciamo? Senza dubbio verranno a sapere che sei arrivato.23Fa' dunque quanto ti diciamo: vi sono fra noi quattro uomini che hanno un voto da sciogliere.24Prendili con te, compi la purificazione insieme con loro e paga tu la spesa per loro perché possano radersi il capo. Così tutti verranno a sapere che non c'è nulla di vero in ciò di cui sono stati informati, ma che invece anche tu ti comporti bene osservando la legge.25Quanto ai pagani che sono venuti alla fede, noi abbiamo deciso ed abbiamo loro scritto che si astengano dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, da ogni animale soffocato e dalla impudicizia".
26Allora Paolo prese con sé quegli uomini e il giorno seguente, fatta insieme con loro la purificazione, entrò nel tempio per comunicare il compimento dei giorni della purificazione, quando sarebbe stata presentata l'offerta per ciascuno di loro.
27Stavano ormai per finire i sette giorni, quando i Giudei della provincia d'Asia, vistolo nel tempio, aizzarono tutta la folla e misero le mani su di lui gridando:28"Uomini d'Israele, aiuto! Questo è l'uomo che va insegnando a tutti e dovunque contro il popolo, contro la legge e contro questo luogo; ora ha introdotto perfino dei Greci nel tempio e ha profanato il luogo santo!".29Avevano infatti veduto poco prima Tròfimo di Èfeso in sua compagnia per la città, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel tempio.30Allora tutta la città fu in subbuglio e il popolo accorse da ogni parte. Impadronitisi di Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito furono chiuse le porte.31Stavano già cercando di ucciderlo, quando fu riferito al tribuno della coorte che tutta Gerusalemme era in rivolta.32Immediatamente egli prese con sé dei soldati e dei centurioni e si precipitò verso i rivoltosi. Alla vista del tribuno e dei soldati, cessarono di percuotere Paolo.33Allora il tribuno si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse legato con due catene; intanto s'informava chi fosse e che cosa avesse fatto.34Tra la folla però chi diceva una cosa, chi un'altra. Nell'impossibilità di accertare la realtà dei fatti a causa della confusione, ordinò di condurlo nella fortezza.35Quando fu alla gradinata, dovette essere portato a spalla dai soldati a causa della violenza della folla.36La massa della gente infatti veniva dietro, urlando: "A morte!".
37Sul punto di esser condotto nella fortezza, Paolo disse al tribuno: "Posso dirti una parola?". "Conosci il greco?, disse quello,38Allora non sei quell'Egiziano che in questi ultimi tempi ha sobillato e condotto nel deserto i quattromila ribelli?".39Rispose Paolo: "Io sono un Giudeo di Tarso di Cilicia, cittadino di una città non certo senza importanza. Ma ti prego, lascia che rivolga la parola a questa gente".40Avendo egli acconsentito, Paolo, stando in piedi sui gradini, fece cenno con la mano al popolo e, fattosi un grande silenzio, rivolse loro la parola in ebraico dicendo:
Capitolo IX: La mancanza di ogni conforto
Leggilo nella Biblioteca1. Non è difficile disprezzare il conforto umano, quando abbiamo quello che viene da Dio. Ma è cosa difficile assai saper sopportare la mancanza, sia del conforto umano sia del conforto divino, saper accettare volonterosamente di soffrire, per amore di Dio, la solitudine del cuore, e senza guardare i propri meriti. Che c'è di straordinario se sei pieno di santa gioia, quando scende su di te la grazia divina? E', questo, un momento che è nel desiderio di tutti. Galoppa leggero chi è sostenuto dalla grazia. Che c'è di strabiliante se non sente fatica colui che è sostenuto dall'Onnipotente ed è condotto dalla somma guida? Di buona voglia e prontamente accettiamo un po' d'aiuto; difficilmente uno se la cava da solo. Il santo martire Lorenzo seppe staccarsi da questo mondo, persino dall'amato suo sacerdote, giacché egli disprezzò ogni cosa che gli apparisse cara quaggiù. Egli giunse a sopportare con dolcezza che gli fosse tolto Sisto, sommo sacerdote di Dio, che egli amava sopra ogni cosa. Per amore del Creatore egli, dunque, superò l'amore verso un uomo; di fronte a un conforto umano preferì la volontà di Dio. Così impara anche tu ad abbandonare, per amore di Dio, qualche intimo e caro amico; e non sentire come cosa intollerabile se vieni abbandonato da un amico, ben sapendo che, alla fine, tutti dobbiamo separarci, l'uno dall'altro. Grande e lunga è la lotta che l'uomo deve fare dentro di sé, per riuscire a superare se stesso e a porre in Dio tutto il proprio cuore. Colui che pretende di bastare a se stesso va molto facilmente alla ricerca di consolazioni umane. Colui invece che ama veramente Cristo e segue volenterosamente la via della virtù non scende a tali consolazioni: egli non cerca le dolcezze esteriori , ma cerca piuttosto di sopportare grandi prove e dure fatiche per amore di Cristo.
2. Quando, dunque, Dio ti dà una consolazione spirituale, accoglila con gratitudine. Ma comprendi bene che si tratta di un dono che ti viene da Dio, non di qualcosa che risponda a un tuo merito. Per tale dono non devi gonfiarti o esaltarti, né presumere vanamente di te; al contrario, per tale dono, devi farti più umile, più prudente e più timorato in tutte le tue azioni, giacché passerà quel momento e verrà poi la tentazione. Quando poi ti sarà tolta quella consolazione, non disperare subitamente, ma aspetta con umiltà e pazienza di essere visitato dall'alto: Dio può ridarti una consolazione più grande. Non è, questa, cosa nuova né strana, per coloro che conoscono la via di Dio; questo alterno ritmo si ebbe frequentemente nei grandi santi e negli antichi profeti. Ecco la ragione per la quale, mentre la grazia era presso di lui, quello esclamava: "Nella pienezza dissi: così starò in eterno" (Sal 29,7); poi, allontanatasi la grazia, avendo esperimentato la sua interiore condizione, aggiungeva: "togliesti, o Dio, da me la tua faccia e sono pieno di tristezza" (Sal 29,8). Tuttavia quegli frattanto non disperava, ma pregava Iddio più insistentemente, dicendo: "A te, Signore, innalzerò la mia voce, innalzerò la mia preghiera al mio Dio"(Sal 29,9). Ricavava alla fine il frutto della sua orazione, e proclamava di essere stato esaudito, con queste parole: "Il Signore mi udì ed ebbe misericordia di me; il Signore è venuto in mio soccorso" (Sal 29,11). Come? "Mutasti - disse - il mio pianto in gioia, e mi circondasti di letizia" (Sal 29,12). Poiché così avvenne per i grandi santi, noi deboli e poveri, non dobbiamo disperarci, se siamo ora ferventi, ora tiepidi; ché lo spirito viene e se ne parte, a suo piacimento. E' per questo che il santo Giobbe diceva: "Lo visiti alla prima luce, ma tosto lo metti alla prova" (Gb 7,18).
3. Su che cosa posso io fare affidamento, in chi posso io confidare? Soltanto nella grande misericordia divina e nella speranza della grazia celeste. Persone amanti del bene, che mi stiano vicine, devoti confratelli, amici fedeli, libri edificanti ed eccellenti trattati, dolcezza di canti e di inni: anche se avessi tutte queste cose, poco mi aiuterebbero e avrebbero per me ben poco sapore, quando io fossi abbandonato dalla grazia e lasciato nella mia miseria. Allora, il rimedio più efficace sta nel saper attendere con pazienza, sprofondandosi nella volontà di Dio. Non ho mai trovato un uomo che avesse devozione e pietà tanto grandi da non sentire talvolta venir meno la grazia o da non avvertire un affievolimento del suo fervore. Non ci fu mai un santo rapito così in alto e così illuminato, da non subire, prima o poi, la tentazione. Infatti, chi non è provato da qualche tribolazione non è degno di una profonda contemplazione di Dio. Ché la tentazione di oggi è segno di una divina consolazione di domani; la quale viene, appunto, promessa a coloro che sono stati provati dalla tentazione. A colui che avrà vinto, dice, "concederò di mangiare dell'albero della vita" (Ap 2,7). In effetti, la consolazione divina viene data affinché l'uomo sia più forte nel sostenere le avversità; poi viene la tentazione, affinché egli non si insuperbisca di quello stato di consolazione. Non dorme il diavolo, e la carne non è ancor morta. Perciò non devi smettere mai di prepararti alla lotta, perché da ogni parte ci sono nemici, che non si danno riposo.
LETTERA 24: S. Paolino scrive al vescovo Alipio d'aver ricevuto una sua lettera piena di carità ed affetto cristiano
Lettere - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaScritta prima dell'inverno dell'anno 394.
S. Paolino scrive al vescovo Alipio d'aver ricevuto una sua lettera piena di carità ed affetto cristiano (n. 1), insieme con le cinque opere di S. Agostino contro i Manichei, scusandosi del ritardo nell'inviargli la Storia universale di Eusebio di Cesarea (n. 2-3); esprime il vivo desiderio di conoscere meglio la vita di lui e soprattutto i suoi rapporti col vescovo Ambrogio di Milano mentre gli dà qualche notizia sulla propria vita (n. 4); gli chiede infine preghiere e corrispondenza epistolare inviandogli un pane in segno di comunione (n. 5-6).
PAOLINO E TERASIA PECCATORI AL MERITATAMENTE ONOREVOLE SIGNORE E BEATISSIMO PADRE ALIPIO
La carità soprannaturale, origine di ogni bene e di gioia
1. È vera carità, è perfetto amore quello che hai mostrato di nutrire in te nei confronti delle nostre umili persone, o signore veramente santo e meritamente beatissimo ed amabile. Infatti tramite il nostro domestico Giuliano, di ritorno da Cartagine, abbiamo ricevuto una lettera che ci arrecava una così chiara prova della tua Santità, che ci pareva non di ricevere un primo segno bensì la conferma della tua carità; poiché davvero questa carità è emanazione di Colui che dall'origine del mondo ci ha predestinati a Sé 1, nel quale siamo stati creati prima di essere nati, giacché Lui ci ha fatti e non noi stessi 2, Lui che ha fatto le cose che sono destinate ad essere. Pertanto, plasmati dalla prescienza e dall'opera di Lui in conformità di propositi e nell'unità della fede, ovvero nella fede dell'unità, siamo stati uniti dalla carità che precede la conoscenza, così da conoscerci vicendevolmente per rivelazione dello spirito prima di esserci visti col corpo. Perciò ci felicitiamo e ci gloriamo nel Signore, che, solo ed identico in ogni parte della terra, suscita in coloro che gli appartengono il suo amore per opera dello Spirito Santo che ha riversato su ogni uomo 3, colmando di letizia con le impetuose correnti del fiume la propria città 4. Tra i cui cittadini egli ha meritamente collocato te come principe tra i principi del suo popolo 5 su di un seggio apostolico, ed anche noi (che, caduti, ha rialzato e, mendichi, ha sollevato da terra) ha voluto fossimo annoverati nella vostra condizione. Ma ci rallegriamo maggiormente per questo dono del Signore: che ci ha posti ad abitare nel tuo cuore e si è degnato di farci penetrare così profondamente nelle tue viscere, che noi possiamo osare di contare con particolare fiducia sulla tua carità, dopo essere stati spinti a rivaleggiare con te da tali prove di affetto e da tali servigi, che non ci è possibile amarti con diffidenza o superficialmente.
Le opere di A. contro i Manichei.
2. Abbiamo infatti ricevuto un segno particolare del tuo affetto e della tua sollecitudine, l'opera di un uomo santo e perfetto in Cristo Signore, il nostro fratello Agostino, composta in cinque libri, per la quale proviamo tanta ammirazione e rispetto, da considerare le sue parole dettate da Dio. Perciò, confidando nella tua venerabile e fraterna carità per noi, abbiamo osato scrivere anche a lui mentre abbiamo fiducia che per mezzo tuo verremo scusati per la nostra imperizia e raccomandati alla sua Carità, così come a tutti i santi, con i cui saluti, benché essi siano lontani, ti sei degnato di allietarci, pronto senza dubbio a ricambiarli per parte nostra, accompagnati dal nostro ossequio, ai collaboratori della tua Santità nelle funzioni ecclesiastiche e a coloro che nei monasteri cercano di emulare la tua fede e la tua virtù. Infatti, sebbene tu viva fra le genti e sovrintendendo al popolo [di Dio], guidando con sollecite cure come vigile pastore le pecore del gregge del Signore 6, tuttavia, rinunciando al mondo e respingendo le sollecitazioni della carne e del sangue, ti sei creato tu stesso un deserto, separato dai molti e eletto fra i pochi.
La Storia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea.
3. Per parte mia, come dono che ricambi almeno parzialmente il tuo, sebbene io sia in tutto inferiore a te, ti ho procurato, come tu mi avevi ingiunto, la famosa Storia Universale di Eusebio, venerabile vescovo di Costantinopoli. Ma c'è stato un ritardo nell'esecuzione dell'ordine per il fatto che, non possedendo io questa opera, secondo le tue istruzioni l'ho dovuta rintracciare a Roma presso il nostro veramente santissimo parente Domnione, il quale senza dubbio nel rendermi questo servigio mi ha ubbidito più prontamente avendogli io rivelato che doveva essere mandata a te. In ogni modo, poiché ti sei compiaciuto di comunicarmi anche i luoghi in cui potevi trovarti, secondo quanto tu stesso mi hai consigliato ho scritto al padre nostro Aurelio, tuo venerabile collega nell'episcopato, in modo che, se tu attualmente ti trovi ad Ippona, egli abbia la cortesia d'inviarti costà la nostra lettera e il manoscritto dopo averlo fatto trascrivere a Cartagine. Ed abbiamo anche pregato Comite ed Evodio, i santi uomini che abbiamo conosciuto attraverso le tue parole rivelatrici della loro carità, di prendersi cura di scrivergli questo affinché il nostro parente Domnione non rimanesse troppo tempo privo del suo codice e quello a te trasmesso potesse restare a tua disposizione senza necessità di restituirlo.
Rapporti con Ambrogio, vescovo di Milano.
4. E, poiché hai voluto colmare con grandi dimostrazioni d'affetto da parte tua me che non le meritavo e non me le aspettavo, io ti chiedo in maniera particolare questo: che, in cambio di questa Storia Universale, tu mi racconti tutta la storia della Santità tua, in modo da spiegarmi minutamente da quale famiglia e in quale casa 7 tu abbia avuto i natali e sia stato chiamato da un così potente Signore e come, prescelto fin dal seno di tua madre e dopo aver rinnegato la famiglia della carne e del sangue, tu sia inizialmente passato alla madre dei figli di Dio, che si allieta della sua prole, e sia stato chiamato a far parte della famiglia di coloro che sono insigniti della dignità regale dei sacerdozio 8. Confesso infatti che vorrei conoscere accuratamente quello a cui tu hai accennato, cioè di aver sentito il nome della mia umile persona a Milano, allorché ricevevi colà la prima iniziazione [al Cristianesimo], per conoscerti interamente, per rallegrarmi maggiormente se tu sei stato chiamato alla fede o consacrato al sacerdozio dal nostro padre Ambrogio, al quale io debbo particolare venerazione, per cui pare che colui che ci ha chiamati alla vita sia identico per entrambi. Infatti io pur essendo stato battezzato a Bordeaux da Delfino e consacrato [sacerdote] a Barcellona in Spagna da Lampio per la costrizione fattagli dal popolo improvvisamente infiammato, tuttavia sono stato sempre nutrito nella fede ed ora sono sostenuto nell'ordine sacerdotale dall'amore di Ambrogio. Egli infine ha voluto rivendicare la mia appartenenza al suo clero, cosicché, pur vivendo in luoghi diversi, sono considerato un suo prete.
Desidera l'aiuto della preghiera e della corrispondenza epistolare.
5. Ma perché tu nulla ignori di me, sappi che questo vecchio peccatore, da non molto tempo tratto dalle tenebre e dall'ombra della morte 9, ha cominciato a respirare il soffio dell'aura vitale e da non molto tempo ha messo mano all'aratro 10 ed ha preso su di sé la croce del Signore: possano le tue preghiere aiutarci affinché abbiamo la forza di portarla fino alla fine. Ai premi che ti sei meritato si aggiungerà anche questo se col tuo intervento avrai alleviato i nostri pesi. Infatti il santo che aiuta colui che soffre (non osiamo dire fratello) sarà esaltato come una grande città 11. E tu invero sei la città edificata sul monte o la lucerna accesa sul candelabro 12, che brilla nello splendore della luce settiforme; noi siamo, per così dire, nascosti sotto il moggio dei nostri peccati. Visitaci con le tue lettere e portaci nella luce in cui tu ti trovi a brillare agli occhi di tutti sugli aurei candelabri. Le tue parole saranno luce per il nostro cammino 13, e il nostro capo sarà unto dall'olio 14 della tua lucerna. E si accenderà la nostra fede quando dal soffio della tua bocca avremo attinto il cibo della mente e la luce dell'anima.
Invia un pane, simbolo d'unione.
6. La pace e la grazia di Dio siano con te e ti sia conservata in quel giorno la corona di giustizia, o signore e padre meritamente dilettissimo, venerabile e ardentemente desiderato. Ti preghiamo di salutare con grande affetto ed ossequio i benedetti compagni ed imitatori della Santità tua e nostri fratelli nel Signore (se lo permettono) che a Cartagine, a Tagaste, a Ippona e in tutte le tue parrocchie e in tutti i luoghi dell'Africa da te conosciuti servono il Signore nella fede cattolica. Se riceverai il manoscritto stesso appartenente al santo Domnione, avrai la bontà di rimandarcelo una volta trascritto. Ti prego di scrivermi quale mio inno tu abbia conosciuto. Per testimoniare la nostra unione abbiamo mandato alla tua Santità un pane in cui è simboleggiata l'unità della Trinità. Se ti degnerai d'accettarlo, farai di questo pane una eulogia.
1 - Ef 1, 4-5.
2 - Sal 99, 3.
3 - Gi 2, 28.
4 - Sal 112, 8.
5 - Sal 145, 8; 112, 7.
6 - Sal 99, 3.
7 - VERG., Aen. 8, 114.
8 - 1 Pt 2, 9.
9 - Sal 106, 14; Lc 1, 79, cf. 1 Pt 2, 9.
10 - Lc 9, 62.
11 - Prv 18, 19.
12 - Mt 5, 14-15.
13 - Sal 118, 105.
14 - Sal 22, 5.
Parte 1
Quaderno V - Santa Faustina Kowalska
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+ G.M.G. Naviga la barca della mia vita Fra il buio e le ombre della
notte, E non vedo alcun approdo, Sono in balia del mare profondo. La
più piccola tempesta potrebbe affondarmi, Sprofondando la mia barca nel
vortice delle onde, Se non vegliassi su di me Tu stesso, o Dio, In ogni
momento della mia vita, in ogni istante. In mezzo al rumoroso frastuono
delle onde, Navigo tranquillamente con fiducia, E guardo avanti senza
timore, come un bimbo, Poiché Tu, o Gesù, sei la mia luce. Tutt'intorno
orrore e spavento, Ma la mia pace è più profonda della tempesta del
mare, Perché chi è con Te, Signore, non perisce, Me lo assicura il Tuo
amore divino. Benché all'intorno sia pieno di pericoli, Non li temo,
perché guardo il cielo stellato, E navigo con coraggio ed in letizia,
Come conviene ad un cuore puro. Ma soprattutto unicamente perché Sei
Tu, o Dio, il mio timoniere, La barca della mia vita naviga così
serenamente. Lo riconosco nella più profonda umiltà.
G.M.G. MIO DIO, TI AMO.
Suor Faustina del Santissimo Sacramento
+ Cracovia 20.X.1937.
Ti saluto, o Pane degli Angeli, Con profonda fede, speranza e carità, E
dal profondo dell'anima Ti adoro, Benché io sia un nulla. Ti saluto, o
Dio nascosto, E Ti amo con tutto il cuore, Non mi son d'ostacolo i veli
del mistero; Ti amo come gli eletti del paradiso. Ti saluto, o Agnello
di Dio, Che cancelli le colpe della mia anima, Che ogni mattina vieni
nel mio cuore, E mi sei guida per la salvezza.
Cracovia, 20.X.1937 +
G.M.G. Cracovia, 20.X.1937 Quinto diario (sic!).
O mio Dio, tutto ciò che è in me Ti adori, o mio Creatore e Signore;
con ogni battito del mio cuore desidero esaltare la Tua insondabile
Misericordia. Desidero parlare alle anime della Tua bontà ed incitarle
alla fiducia nella Tua Misericordia. Questa è la missione che mi hai
affidato Tu stesso, o Signore, in questa vita e in quella futura. Oggi
cominciamo gli esercizi spirituali di otto giorni. O Gesù, mio Maestro,
aiutami a fare questi santi esercizi nella maniera più fervorosa. il
Tuo Spirito, o Dio, mi guidi alla profonda conoscenza di Te,o Signore,
ed alla profonda conoscenza di me stessa, poiché tanto Ti amo per
quanto Ti conosco. Tanto disprezzerò me stessa, per quanto conoscerò la
mia miseria. Lo so, Signore, che Tu non mi negherai il Tuo aiuto. Da
questi esercizi spirituali desidero uscire santa, anche se gli occhi
della gente non s'accorgeranno di questo, e nemmeno lo sguardo delle
superiore. Mi sottometto tutta all'azione della Tua grazia, si compia
in me completamente la Tua volontà, o Signore.
Primo giorno.
Gesù: «Figlia Mia, questi
esercizi spirituali saranno una continua contemplazione. Durante questi
esercizi ti condurrò come ad un banchetto spirituale. Accanto al Mio
Cuore misericordioso mediterai su tutte le grazie che ha ricevuto il
tuo cuore ed una pace profonda scenderà nella tua anima. Desidero che
lo sguardo della tua anima sia sempre rivolto alla Mia santa volontà e
per questo avrai il Mio maggior compiacimento. Nessun sacrificio è
paragonabile a questo. Durante tutti gli esercizi rimarrai vicino al
Mio Cuore, non introdurrai alcun cambiamento, poiché la tua vita è come
piace a Me. Nemmeno una parola del sacerdote che tiene gli esercizi ti
turberà». O mio Gesù, ho già fatto due meditazioni e
riconosco che tutto ciò che mi hai detto è vero. Provo una pace
profonda e questa pace deriva dalla testimonianza che mi dà la
coscienza, cioè dal fatto che compio sempre la Tua volontà, o Signore.
Nella meditazione sul fine dell'uomo ho compreso che questa verità è
profondamente radicata nella mia anima e per questo le mie azioni sono
più perfette. So perché sono stata creata, tutte le creature messe
assieme non mi sostituiscono il Creatore, so che il mio ultimo fine è
Dio e perciò in tutte le mie iniziative tengo in considerazione Iddio.
+ Oh, com'è bello fare gli esercizi spirituali accanto al Cuore
dolcissimo del mio Dio! Sono in un luogo solitario col mio Sposo,
nessuno mi disturba nel dolce colloquio che ho con Lui. O Gesù, Tu
stesso Ti sei degnato di mettere le fondamenta all'edificio della mia
santità, poiché la mia cooperazione non è stata molta. Per
l'indifferenza nell'uso che faccio delle creature e nella loro scelta,
Tu mi hai aiutato, Signore, poiché il mio cuore è debole per se stesso
e per questo Ti ho pregato, o mio Maestro, di non badare al dolore del
mio cuore, ma di tagliare tutto ciò che poteva trattenermi sulla strada
dell'amore. Non Ti comprendevo, Signore, nei momenti della sofferenza,
quando eseguivi l'opera nella mia anima, ma oggi Ti comprendo e godo
della libertà dello spirito. Gesù stesso ha vigilato perché nessuna
passione irretisse il mio cuore. Ho conosciuto bene da quali pericoli
mi ha liberato e per questo la mia gratitudine verso il mio Dio è senza
limiti.
Secondo giorno. Quando meditavo sul peccato degli angeli e sulla loro
immediata punizione, ho chiesto a Gesù perché gli angeli erano stati
condannati subito dopo il peccato. Ho udito una voce: «Per la loro
profonda conoscenza di Dio. Nessun uomo sulla terra, fosse pure un gran
santo, ha una tale conoscenza di Dio, quale la possiede un angelo». Ma
con me, misera, o Dio, Ti sei mostrato misericordioso e ciò per tante
volte. Mi porti nel grembo della Tua Misericordia e mi perdonerai
sempre, quando con cuore contrito T'implorerò di perdonarmi. Una quiete
profonda inonda la mia anima, nemmeno una piccola nube mi nasconde il
sole. Mi espongo completamente ai raggi di questo sole. Il suo amore
compia in me un cambiamento totale. Da questi esercizi voglio uscire
santa nonostante tutto, cioè nonostante la mia miseria. Voglio
diventare santa e confido che la Misericordia di Dio anche da tale
miseria, quale io sono, possa ricavare una santa, poiché dopo tutto ho
buona volontà. Nonostante tutte le sconfitte, voglio lottare come
un'anima santa, e voglio comportarmi come un'anima santa. Non mi
scoraggerò per nessuna ragione, come non si scoraggia un'anima santa.
Voglio vivere e morire come un'anima santa, fissa in Te, o Gesù disteso
sulla croce, come sul modello secondo il quale debbo comportarmi. Ho
cercato esempi attorno a me, ma non ne ho trovati di sufficienti ed ho
notato che la mia santità sembrava attardarsi. Dal momento attuale però
fisso il mio sguardo su di Te, o Cristo, che sei la mia Guida migliore.
Confido che benedirai i miei sforzi.
+ Nella meditazione sul peccato, il Signore mi ha fatto conoscere tutta
la malizia del peccato e l'ingratitudine che in esso è contenuta. Sento
nella mia anima una grande ripugnanza anche per il più piccolo peccato.
Tuttavia queste verità eterne, sulle quali medito, non immettono nella
mia anima nemmeno un'ombra di turbamento né d'inquietudine e,
nonostante me ne occupi profondamente, non viene interrotta la mia
contemplazione. In tale contemplazione non provo slanci del cuore, ma
una profonda pace ed un singolare raccoglimento interiore. Benché
l'amore sia grande, è misterioso l'equilibrio. Ricevere l'Eucaristia
non mi provoca emozione, ma m'introduce nell'unione la più profonda là
dove il mio amore, fuso con l'amore di Dio, costituisce un tutt'uno.
+ Gesù mi ha fatto sapere che devo pregare per le suore che fanno gli
esercizi spirituali. Mentre pregavo ho conosciuto la lotta di certe
anime ed ho raddoppiato le mie preghiere.
+ In questo profondo raccoglimento posso giudicare meglio lo stato
della mia anima. La mia anima è simile all'acqua limpida, in cui vedo
tutto, sia la mia miseria, sia la grandezza delle grazie di Dio e da
questa conoscenza veritiera il mio spirito si rafforza in una profonda
umiltà. Espongo il mio cuore all'azione della Tua grazia, come un
cristallo ai raggi del sole. S'imprima nel mio cuore la Tua immagine
divina, per quanto può imprimersi in una creatura, e Tu che abiti nella
mia anima fa' che attraverso me s'irradi la Tua divinità. Mentre
pregavo davanti al Santissimo Sacramento venerando le Cinque Piaghe di
Gesù, nell'invocare ciascuna Piaga, ho sentito come un ruscello di
grazia riversarsi nella mia anima ed ho provato un anticipo del
paradiso ed una totale fiducia nella divina Misericordia. In questo
momento, mentre stavo scrivendo queste parole, ho sentito un urlo di
satana: «Scrive tutto! Scrive tutto e con questo ci fa perdere tanto!
Non scrivere della bontà di Dio, Egli è giusto!». Ha gettato un urlo di
rabbia ed è scomparso. O Dio misericordioso, che non ci disprezzi, ma
ci colmi continuamente delle Tue grazie, ci rendi degni del Tuo regno
e, nella Tua bontà, riempi con gli uomini i posti che furono
abbandonati dagli angeli ingrati. O Dio di grande Misericordia, che hai
distolto il Tuo sguardo santo dagli angeli ribelli e l'hai rivolto
all'uomo pentito, sia onore e gloria alla Tua insondabile Misericordia,
o Dio, che non disprezzi un cuore che si umilia. O mio Gesù, sento che
la mia natura si nobilita, ma, nonostante le Tue grazie, non muore
completamente; perciò la mia vigilanza è continua. Debbo combattere
contro molti difetti, sapendo bene che la lotta non umilia nessuno, ma
l'umiliano la viltà e la sconfitta. Quando si ha la salute cagionevole,
bisogna sopportare molte cose, poiché quando si è malati e non si sta a
letto, non si è considerati malati. Per vari motivi si ha continuamente
l'occasione di sacrifici e talvolta di sacrifici molto seri. Ora
comprendo che molte cose le farà conoscere solo l'eternità, ma
comprendo anche che Iddio, se esige un sacrificio, non lesina la Sua
grazia, ma la dà all'anima in abbondanza. O mio Gesù, il mio sacrificio
arda silenziosamente, ma in tutta la pienezza dell'amore, davanti al
Tuo trono, implorando da Te Misericordia per le anime.
Terzo giorno.
Durante la meditazione sulla morte, mi sono preparata come di fronte
alla morte reale. Ho fatto l'esame di coscienza ed ho vagliato
minutamente tutta la mia vita di fronte alla morte e, per merito della
grazia, questa aveva in sé l'impronta del fine ultimo, la qual cosa ha
riempito il mio cuore di tanta riconoscenza per Iddio; per l'avvenire
ho fatto il proposito di servire il mio Dio ancor più fedelmente. La
prima cosa, far morire completamente l'uomo vecchio ed iniziare una
vita nuova. Dal primo mattino mi sono preparata a ricevere la santa
Comunione come se fosse l'ultima della mia vita e dopo la santa
Comunione, ho immaginato di morire realmente, prima ho recitato le
preghiere degli agonizzanti e poi il « De profundis » per la mia anima
e dopo il mio corpo è stato messo nel sepolcro e ho detto alla mia
anima: « Guarda che ne è del tuo corpo, un mucchio di fango ed una gran
quantità di vermi, ecco la tua eredità! ». O Dio misericordioso, che mi
permetti ancora di vivere, dammi la forza di iniziare una vita nuova,
la vita dello spirito, sulla quale la morte non ha potere. Ed il mio
cuore si è rinnovato ed ho iniziato una nuova vita, già qui sulla
terra, la vita dell'amor di Dio. Non dimentico però che sono la
debolezza in persona, ma non dubito nemmeno per un momento nell'aiuto
della Tua grazia, o Dio.
Quarto giorno.
O Gesù, mi sento singolarmente bene accanto al Tuo Cuore, durante
questi esercizi spirituali. Nulla turba la mia profonda pace; con un
occhio guardo l'abisso della mia miseria e con l'altro l'abisso della
Tua Misericordia. Durante la santa Messa, celebrata da P. Andrasz, ho
visto il Bambino Gesù, che sedeva nel calice della S. Messa con le
braccine protese verso di noi. Dopo uno sguardo profondo, mi ha detto
queste parole: “Così dimoro nel tuo cuore, come Mi vedi in questo
calice”.
+ Santa confessione. Dopo aver reso conto della mia coscienza, ho
ottenuto le autorizzazioni richieste: di portare il braccialetto di
ferro ogni giorno per mezz'ora durante la santa Messa e nei momenti
eccezionali la cintura per due ore. Il Padre mi ha detto: « Sorella,
conservi la più grande fedeltà al Signore Gesù ».
Quinto giorno.
La mattina quando sono entrata in cappella ho conosciuto che la M.
Superiora aveva avuto un dispiacere per causa mia. La cosa mi ha
arrecato molto dolore. Dopo la santa Comunione ho piegato il capo sui
Sacratissimo Cuore di Gesù ed ho detto: « O mio Signore, Ti prego, fa'
che tutta la consolazione che ho per la tua presenza nel mio cuore, si
riversi nell'anima della mia amata Superiora, che ha avuto un
dispiacere per causa mia, senza che io ne sapessi nulla ». Gesù mi ha
consolato dicendomi che entrambe ne avevamo riportato profitto per
l'anima, io tuttavia ho implorato il Signore perché si degni di
preservarmi dal far soffrire altri per causa mia, poiché il mio cuore
non lo sopporta. O bianca Ostia, Tu conservi il candore della mia
anima. Mi fa paura il giorno in cui tralasciassi la santa Comunione. Tu
sei il Pane degli Angeli e perciò anche il Pane delle vergini.
+ O Gesù, mio modello perfettissimo, andrò attraverso la vita con lo
sguardo rivolto a Te, seguendo le Tue orme, adattando la natura alla
grazia, secondo la Tua santissima volontà e la luce che illumina la mia
anima, confidando pienamente nel Tuo aiuto.
+ G.M.G. FOGLIO DI
CONTROLLO INTERIORE. Esame particolare di coscienza.
Unione con Cristo misericordioso. Quando sono unita a Gesù, debbo
essere sempre ed ovunque fedele ed unita interiormente al Signore.
All'esterno: fedeltà alla regola e specialmente al silenzio. Novembre:
Vittorie 53; Cadute 2. Dicembre: Vittorie 104; Cadute - Gennaio:
Vittorie: 78; Cadute - Febbraio: Vittorie 59; Cadute - Marzo: Vittorie
50. Aprile: Vittorie 61. Maggio - Giugno – Luglio – Agosto – Settembre
- Ottobre. Quando avrò dei dubbi su come comportarmi, interrogherò
sempre l'amore; esso mi consiglierà nel modo migliore.
25.X.1937. ESAME GENERALE
DI COSCIENZA. Si tratta di una tabella…
Sesto giorno.
O mio Dio, sono pronta ad ogni Tua volontà. Comunque mi guiderai, Ti
benedirò. Qualunque cosa Tu esiga, l'eseguirò con l'aiuto della Tua
grazia. Qualunque sia la Tua santa volontà nei miei confronti,
l'accetto con tutto il cuore e con tutta l'anima, non badando a quello
che mi suggerisce la mia natura corrotta. Una volta che passavo accanto
ad un gruppo di persone, domandai al Signore: « Sono tutti in stato di grazia,
dato che non ho sentito i Tuoi dolori? ». «Per il fatto che tu non abbia
provato i Miei dolori, non significa che devono essere tutti in stato
di grazia. Qualche volta ti faccio sentire lo stato interiore di certe
anime e ti do la grazia di soffrire, semplicemente perché ti adopero
come strumento per la loro conversione». Dove c'è vera
virtù, là dev'esserci anche il sacrificio. Tutta la vita deve essere un
sacrificio. Le anime possono essere utili unicamente per mezzo del
sacrificio. Il mio rapporto col prossimo può apportare gloria a Dio
attraverso il sacrificio di me stessa. Ma il movente di tale sacrificio
dev'essere l'amore di Dio, poiché tutto si concentra in esso e di li
acquista valore. «Ricordati
che quando uscirai da questi esercizi spirituali, Mi comporterò con te
come con un'anima perfetta. Desidero averti nelle Mie mani, come uno
strumento adatto ad eseguire le Mie opere». O Signore, che
penetri in tutto il mio essere e nel più profondo della mia anima, Tu
vedi che desidero unicamente Te ed il compimento della Tua santa
volontà, non tenendo conto di alcuna difficoltà, né delle sofferenze,
ne delle umiliazioni, né di alcuna considerazione umana. «Mi è enormemente gradito questo
tuo deciso proposito di diventare santa. Benedico i tuoi sforzi e ti
fornirò l'opportunità di santificarti. Stai attenta a non perdere
nessuna delle occasioni che ti darà la Mia Provvidenza per
santificarti. Se non riuscissi ad approfittare di una determinata
opportunità, non perdere la calma, ma umiliati profondamente davanti a
Me e con grande fiducia immergiti tutta nella Mia Misericordia e in
questo modo acquisterai più di quello che hai perduto, poiché ad un
anima umile viene dato con molta generosità più di quanto essa stessa
chieda...».
+ Settimo giorno. La
conoscenza del mio destino, cioè la sicurezza interiore che raggiungerò
la santità. Questa profonda conoscenza ha riempito la mia anima di
gratitudine verso Dio ed ho attribuita tutta la gloria al mio Dio,
poiché so quello che valgo da me stessa. Da questi esercizi spirituali
esco completamente trasformata dall'amore di Dio. La mia anima inizia
serenamente e coraggiosamente una nuova vita, benché all'esterno la
vita non cambi in nulla e nessuno si accorgerà di questo cambiamento.
L'amore puro è la guida della mia vita ed il frutto all'esterno è la
Misericordia. Sento che sono totalmente imbevuta di Dio e con Iddio
affronto la vita grigia, faticosa e penosa di ogni giorno, confidando
che Colui, che sento nel mio cuore, trasformerà questo grigiore nella
mia personale santità. In un raccoglimento profondo, accanto al Tuo
Cuore misericordioso, in questi esercizi spirituali matura la mia
anima. Esposta ai puri raggi del Tuo amore, la mia anima ha cambiato la
sua asprezza ed è diventata un frutto dolce e maturo. Ora posso essere
totalmente utile alla Chiesa con la mia personale santità, che darà
palpiti di vita a tutta la Chiesa, poiché tutti formiamo in Gesù un
organismo solo. Per questo m'impegno perché il terreno del mio cuore
produca buoni frutti, anche se nessun occhio umano li potrà mai
scorgere. Verrà un giorno però in cui apparirà evidente che molte anime
si sono nutrite e si nutriranno di questi frutti. O Amore eterno, che
accendi in me una nuova vita, una vita d'amore e di Misericordia,
sostienimi con la tua grazia, affinché io corrisponda degnamente alla
Tua chiamata, in modo che si compia nelle anime per mio mezzo quello
che Tu stesso hai stabilito. Mio Dio, già vedo il bagliore delle aurore
eterne. Tutta la mia anima si slancia verso di Te, o Signore, nulla più
mi trattiene ne mi lega alla terra. Aiutami, Signore, a sopportare
pazientemente il resto dei miei giorni. L'offerta del mio cuore arde
ininterrottamente davanti alla Tua Maestà, ma in modo così silenzioso,
che solo il Tuo occhio, o Dio, la vede, nessun altro occhio è in grado
di poterla scorgere. O mio Signore, benché io sia presa da tante cose,
benché quest'opera mi stia a cuore, benché desideri il trionfo della
Chiesa e la salvezza delle anime, benché mi colpiscano tutte le
persecuzioni dei Tuoi fedeli, benché mi faccia soffrire ogni caduta di
un'anima, tuttavia al disopra di tutto questo ho nell'anima una pace
profonda, che né i trionfi né i desideri né le contrarietà sono in
grado di far vacillare, poiché Tu, o Signore e mio Dio, sei per me al
di sopra di tutte le cose che puoi permettere che avvengano.
Ottavo giorno.
O mio Signore, meditando su tutti i benefici accanto al Tuo Sacr.mo
Cuore, ho sentito la necessità di una particolare gratitudine per tante
grazie e benefici ricevuti da Te. Desidero immergermi nel
ringraziamento davanti alla divina Maestà, durare in una preghiera di
ringraziamento per sette giorni e sette notti, mentre all'esterno
assolverò a tutti i miei impegni, ma il mio spirito sarà
incessantemente davanti al Signore e tutte le pratiche di pietà saranno
imbevute di spirito di ringraziamento. La sera per mezz'ora starò in
ginocchio nella mia cella a tu per tu col Signore. Di notte ogni volta
che mi sveglierò m'immergerò in una preghiera di ringraziamento. Con
questo voglio ricompensare almeno in piccola parte per i tanti benefici
ricevuti da Dio. Tuttavia, affinché tutto questo fosse più gradito agli
occhi di Dio, e togliesse a me anche l'ombra del dubbio, sono andata
dal mio direttore spirituale e gli ho esposto il desiderio che ha
sentito la mia anima di immergersi in questo ringraziamento. Ho
ottenuto il permesso per tutto, a condizione di non sforzarmi nella
preghiera di notte quando mi sveglio. Con quanta gioia sono tornata al
convento! E il giorno dopo ho iniziato questo grande ringraziamento con
l'atto della rinnovazione dei voti religiosi. Tutta la mia anima si è
immersa in Dio e da tutto il mio essere è uscita una fiamma di
riconoscenza e di ringraziamento verso Dio. Le parole non sono state
molte, poiché i benefici di Dio come fuochi ardenti hanno infiammato la
mia anima e tutte le sofferenze ed i dispiaceri sono stati come legna
gettata sui fuoco, senza la quale il fuoco si sarebbe spento. Ho
chiamato tutto il cielo e la terra ad unirsi al mio ringraziamento.
Sono terminati gli esercizi spirituali, questi bei giorni di permanenza
a tu per tu col Signore Gesù. Questi esercizi spirituali li ho fatti
come desiderava Gesù e come mi aveva detto il primo giorno degli
esercizi, cioè nella più grande serenità ho meditato sul benefici
divini. Non avevo mai fatto esercizi spirituali così in vita mia. Con
questa pace la mia anima si è rafforzata più profondamente che con
scosse ed emozioni. Nei raggi dell'amore ho visto ogni cosa così come è
nella realtà. Uscendo da questi esercizi mi sento completamente
trasformata dall'amore di Dio. O Signore, divinizza le mie azioni,
affinché acquistino meriti per l'eternità e sebbene la mia debolezza
sia grande, confido nella potenza della Tua grazia, che mi sosterrà.
Gesù mio, Tu sai che fin dai miei primissimi anni ho desiderato
diventare una grande santa, cioè ho desiderato amarTi con un amore
tanto grande, quale finora nessun'anima ha avuto verso di Te.
All'inizio era un mio desiderio segreto noto soltanto a Gesù. Oggi non
riesco a contenerlo nel mio cuore e vorrei gridare al mondo intero:
Amate Dio, poiché Egli è buono e grande è la Sua Misericordia. O giorni
comuni e pieni di grigiore, vi osservo con occhio solenne e festivo!
Quanto è grande e solenne il tempo che ci dà la possibilità di
raccogliere meriti per il paradiso eterno! Comprendo come lo
utilizzerebbero i santi.
30.X.1937. Oggi,
secondo giorno del ringraziamento, nel corso delle cerimonie religiose,
durante la santa Messa, ho visto Gesù in un aspetto di grande bellezza,
che mi ha detto: «Figlia
Mia, non ti ho dispensata dall'agire». Ho risposto: «Signore, è debole la mia mano
per tali opere». «Sì,
lo so, unita alla Mia destra, compirai tutto. Tuttavia sii obbediente,
sii obbediente ai confessori. Io darò loro la luce, con la quale
debbono guidarti». « Signore,
io avrei già voluto dare inizio all'opera nel Tuo nome, ma Don S.
rimanda ancora ». Gesù mi ha risposto: «Lo so, pertanto fa' quello che è
in tuo potere, ma non ti è permesso tirarti da parte».
1.XI.1937. Oggi
dopo i vespri c'è stata la processione al cimitero. Io non ho potuto
andarci perché ero di servizio in portineria, ma questo non mi ha
affatto impedito di pregare per quelle care anime. Quando la
processione dal cimitero è tornata in cappella, la mia anima ha
avvertito la presenza di molte anime. Ho compreso la grande giustizia
di Dio e come ognuno debba pagare fino all'ultimo centesimo. Il Signore
mi ha dato l'occasione di esercitarmi nella pazienza per mezzo di una
persona che ha con me la stessa mansione. E così lenta, che non avevo
ancora visto una persona lenta come lei. Inoltre bisogna armarsi di
tanta pazienza per ascoltare le cose noiose che racconta.
3.XI. Questa
mattina sono venuti alla porta del convento cinque disoccupati che
volevano entrare a tutti i costi. Suor N., dopo essersi data da fare
con loro per un bel po', non essendo riuscita a mandarli via, è venuta
in cappella dalla Madre e la Madre ha ordinato a me di andare alla
porta. Ero ancora abbastanza lontano dalla porta e già mi giungevano i
loro forti colpi. Tutto ad un tratto sono stata presa dall'incertezza e
dal timore; non sapevo se aprir loro o rispondere attraverso lo
spioncino come Suor N. Improvvisamente ho udito una voce nell'anima: «Vai e apri la porta e parla con
loro con la stessa dolcezza con la quale parli con Me». Ho
aperto subito la porta e mi sono avvicinata al più minaccioso ed ho
cominciato a parlare con lui con una tale dolcezza e serenità, che loro
stessi non sapevano più che fare ed hanno cominciato anche loro a
parlare con gentilezza ed hanno detto: «Se il convento non può darci
lavoro, non c'è niente da fare». E se ne sono andati in pace. Ho
avvertito chiaramente come Gesù, che un'ora prima avevo ricevuto nella
santa Comunione, abbia agito sui loro cuori servendosi di me. Oh, che
gran bene è agire sotto l'ispirazione di Dio! Oggi mi sentivo peggio ed
ero entrata dalla Madre Superiora coll'intenzione di chiedere il
permesso di andare a coricarmi. Però prima che le chiedessi il permesso
di coricarmi, la Madre Superiora mi ha detto: «Sorella, veda di
arrangiarsi da sola in portineria, poiché le prendo la ragazza per i
cavoli, dato che non c'è nessuno per quel lavoro». Ho risposto: «Va
bene» e sono uscita dalla stanza. Quando sono giunta in portineria, mi
sono sentita stranamente forte e per tutta la giornata sono rimasta al
mio lavoro e mi sono sentita bene. Ho sperimentato il potere della
santa obbedienza.
10.XI.37. Quando
la Madre mi mostrò l'opuscolo in cui ci sono la coroncina, le litanie e
la novena, la pregai di lasciarmelo per poterlo vedere bene. Mentre lo
sfogliavo, Gesù mi fece conoscere interiormente: «Già molte anime sono state
attirate al Mio amore da questa immagine. La Mia Misericordia agisce
nelle anime tramite quest'opera». Seppi così che molte
anime avevano sperimentato la grazia di Dio. Sono venuta a sapere che
alla Madre Superiora capiterà una croce abbastanza pesante, insieme a
sofferenze fisiche, ma non durerà a lungo.
+ Mi era venuta l'idea di non prendere la medicina a cucchiai interi,
ma poco alla volta, poiché era cara. In quello stesso istante udii una
voce: «Figlia Mia, questo
modo di agire non Mi piace. Prendi con gratitudine tutto quello che ti
do tramite i superiori e in questo modo Mi piacerai di più».
+ Quando venne a mancare Suor Domenica, la notte verso l'una venne da
me e mi fece capire che era morta. Pregai fervorosamente per lei. La
mattina le suore mi dissero che era morta, risposi che lo sapevo poiché
era venuta da me. La suora infermiera mi pregò di dare una mano a
vestirla. Mentre rimasi con lei, il Signore mi fece conoscere che
soffriva ancora in purgatorio. Raddoppiai le mie preghiere per lei, ma
nonostante il fervore col quale prego sempre per le suore defunte, mi
sbagliai nei giorni e, invece di offrire tre giorni di preghiere come
prescrive la regola, io per errore ne offrii due. Il quarto giorno mi
fece conoscere che le dovevo ancora delle preghiere e che ne aveva
bisogno. Formulai immediatamente l’intenzione di offrire un giorno
intero per lei, e non solo quel giorno, ma di più, secondo quanto mi
suggeriva l'amore del prossimo. Dato che Suor Domenica, dopo morta,
appariva molto bella e non dava l'impressione del cadavere, alcune
suore espressero il dubbio che fosse in letargo ed una suora mi disse
di andare con lei a metterle uno specchietto davanti alla bocca per
vedere se si appannava, poiché se era viva, si sarebbe appannato. Fui
d'accordo e facemmo come avevamo detto, ma lo specchietto non si
appannò, anche se a noi sembrava che si fosse realmente appannato. Il
Signore però mi fece conoscere quanto ciò Gli fosse dispiaciuto, e
venni ammonita severamente a non agire mai contro la convinzione
interiore. Mi umiliai profondamente davanti al Signore e Gli domandai
perdono. Vedo un certo sacerdote, che Iddio ama molto e satana odia
tremendamente, poiché guida ad un'elevata santità molte anime e tiene
in considerazione unicamente la gloria di Dio. Chiedo a Dio che non
venga meno la sua pazienza di fronte a coloro che lo contrastano
continuamente. Satana, dove non può nuocere direttamente, si serve
degli uomini.
19.XI. Oggi,
dopo la santa Comunione, Gesù mi ha detto quanto desidera venire nel
cuore degli uomini. «Desidero unirMi con le anime umane; la Mia delizia
è unirMi con le anime. Sappi, figlia Mia, che quando nella santa
Comunione vengo in un cuore umano, ho le mani piene di grazie di ogni
genere e desidero donarle all'anima, ma le anime non Mi prestano
nemmeno attenzione, Mi lasciano solo e si occupano d'altro. Oh, quanto
è triste per Me che le anime non conoscano l'Amore! Si comportano con
Me come con qualche cosa inerte». Ho risposto a Gesù: «O Tesoro del mio
cuore, unico oggetto del mio cuore e completa delizia della mia anima,
desidero adorarTi nel mio cuore come sei adorato sul trono della Tua
gloria eterna. Desidero ricompensarTi almeno in piccola parte col mio
amore per la freddezza di un così gran numero di anime. O Gesù, ecco il
mio cuore che è per Te una dimora, alla quale nulla ha accesso: Tu
riposa in esso come in un bel giardino. O mio Gesù, arrivederci. Io
debbo andare al mio lavoro, ma Ti dimostrerò il mio amore col
sacrificio, non tralasciando né permettendo che mi sfugga alcuna
occasione per esso. Quando sono uscita dalla cappella, la Madre
Superiora mi ha detto: « Sorella, lei non andrà alla lezione di
catechismo, ma avrà servizio di turno ». Bene, Gesù, ecco che per tutta
la giornata ho avuto un numero eccezionale di occasioni per compiere
sacrifici, non me ne sono fatta sfuggire nessuna, grazie alla forza
d'animo che ho attinto dalla santa Comunione. Ci sono dei momenti nella
vita, nei quali l'anima è in un tale stato, che quasi non comprende il
linguaggio umano, tutto l'affatica e nulla le dà pace, se non una
fervorosa preghiera. Nella preghiera fervorosa l'anima trova sollievo
ed anche se volesse una spiegazione da parte delle creature, esse le
procurerebbero soltanto una maggiore inquietudine.
+ Mentre pregavo ho conosciuto quanto è cara a Dio l'anima di Padre
Andrasz. E’ un vero figlio di Dio. E’ raro che in un'anima traspaia con
tanta evidenza questa figliolanza di Dio e ciò perché ha una devozione
specialissima per la Madonna. O mio Gesù, benché io abbia in me così
forti sollecitazioni, non debbo lasciarmi trascinare e ciò unicamente
per non guastare con la mia fretta la Tua opera. O mio Gesù, mi fai
conoscere i Tuoi misteri e vuoi che li trasmetta alle altre anime. Fra
non molto mi si schiuderà la possibilità di agire. La mia missione
inizierà ormai senza ostacoli, nel momento in cui sembrerà
completamente annientata. Tale è per questo la volontà di Dio, che non
cambierà, anche se molte persone saranno contrarie, ma nulla può
cambiare la volontà di Dio. Vedo Don Sopocko con la mente occupata a
lavorare per la causa di Dio di fronte ai dignitari della Chiesa, per
sottoporre loro i desideri divini. Per il suo interessamento una nuova
luce risplenderà nella Chiesa di Dio per la consolazione delle anime.
Sebbene per il momento la sua anima sia strapiena d'amarezza, quasi in
ricompensa per gli sforzi che fa per Iddio, in seguito non sarà così.
Vedo la sua gioia che nulla potrà intaccare; parte di questa gioia Dio
gliela concederà qui su questa terra. Non ho incontrato una simile
fedeltà a Dio, quale quella per cui si distingue quest'anima. Oggi in
refettorio, durante la cena, ho sentito lo sguardo di Dio nel profondo
del mio cuore. Una presenza così viva è penetrata nella mia anima che
per un momento non mi sono resa conto di dove fossi. La dolce presenza
di Dio ha inondato la mia anima e, in certi momenti, non capivo quello
che mi dicevano le suore. Tutto ciò che c'è di buono in me, me l'ha
procurato la santa Comunione, debbo tutto ad essa. Sento che questo
sacro fuoco mi ha trasformata completamente. Oh, come sono lieta di
essere la Tua abitazione, o Signore! il mio cuore è un tempio nel quale
dimori continuamente...
+ G.M.G. O
Gesù, delizia della mia anima, Pane degli Angeli, Tutto il mio essere
si sprofonda in Te, E vivo della Tua vita divina, come gli eletti in
paradiso, Né la realtà di una tal vita cesserà, quando riposerò nel
sepolcro. O Gesù Eucaristia, o Dio immortale, Che dimori continuamente
nel mio cuore, Quando sei con me, nemmeno la morte può danneggiarmi.
L'amore mi dice che Ti vedrò alla fine della vita. Imbevuta della Tua
vita divina, Guardo tranquilla verso i cieli aperti per me, E la morte
se ne andrà delusa a mani vuote, Poiché la Tua vita divina è assicurata
in me. E dato che, per il Tuo santo volere, o Signore, La morte deve
colpire il mio corpo, Desidero che questa separazione avvenga al più
presto, Poiché con essa entrerò nella vita senza fine. O Gesù
Eucaristia, vita della mia anima, Tu mi hai innalzata alle sfere
eterne, Con la passione e l'agonia fra atroci tormenti.
26.XI.37.
Ritiro spirituale mensile di un giorno. Durante questo ritiro il
Signore mi ha dato la luce per una più profonda conoscenza della Sua
volontà e nello stesso tempo per un completo abbandono alla santa
volontà di Dio. Questa luce mi ha rafforzato in una profonda pace,
facendomi comprendere che non debbo aver paura di nulla, all'infuori
del peccato. Qualunque cosa Iddio mi mandi, l'accetto con totale
sottomissione alla Sua santa volontà. Ovunque mi metta, procurerò di
adempiere fedelmente la Sua santa volontà e di fare tutto quello che
piace a Lui, per quanto ciò è nelle mie possibilità, anche se questa
volontà divina sarà per me pesante e dura, come lo fu la volontà del
Padre Celeste nei riguardi del Figlio Suo che pregava nell'Orto degli
Ulivi. Ora mi sono resa conto che, se la volontà del Padre Celeste si
adempie in questo modo nel Suo amatissimo Figlio, proprio allo stesso
modo si adempirà anche in noi. Sofferenze, persecuzioni, oltraggi,
disonore, per tutto questo la mia anima assomiglia a Gesù. E maggiori
sono le sofferenze, tanto più mi rendo conto di assomigliare a Gesù,
questa è la strada più sicura. Se ci fosse stata una strada migliore,
Gesù me l'avrebbe indicata. Le sofferenze non mi tolgono affatto la
pace, e d'altro canto benché goda di una pace profonda, tuttavia questa
pace non mi cancella la sensazione delle sofferenze. Nonostante
talvolta abbia il capo rivolto a terra e le lacrime scendano in
abbondanza, tuttavia in quello stesso momento la mia anima gode di una
profonda pace e felicità... Desidero nascondermi nel Tuo
misericordiosissimo Cuore, come una goccia di rugiada nel calice di un
fiore. Nascondimi in questo calice, per proteggermi dal gelo di questo
mondo. Nessuno può comprendere la felicità in cui si delizia il mio
cuore nel nascondimento, a tu per tu con Dio.
Oggi ho udito una voce nell'anima: «Oh,
se i peccatori conoscessero la Mia Misericordia, non ne perirebbe un
così gran numero! Dì alle anime peccatrici che non abbiano paura di
avvicinarsi a Me; parla loro della Mia grande Misericordia».
Il Signore mi ha detto: «La
perdita di ogni anima M'immerge in una tristezza mortale. Mi consoli
sempre, quando preghi per i peccatori. La preghiera che Mi è più
gradita è la preghiera per la conversione dei peccatori. Sappi, figlia
Mia, che questa preghiera viene sempre esaudita».
Si avvicina l'Avvento, desidero preparare il mio cuore alla venuta di
Gesù con la mitezza ed il raccoglimento dello spirito, unendomi alla
Madre Santissima ed imitando fedelmente la virtù della Sua mitezza, per
la quale trovo compiacimento agli occhi di Dio stesso. Al Suo fianco
confido di perseverare in questo proposito. Verso sera, quando sono
entrata per un momento in cappella, ho sentito una spina tremenda sul
capo. La cosa è durata per breve tempo, ma la sua trafittura è stata
così dolorosa, che la testa mi è caduta di colpo sulla balaustra. Mi
sembrava che quella spina fosse penetrata nel cervello. Ma non è
niente. Tutto per le anime, per impetrare loro la divina Misericordia.
Vivo ora per ora. Non sono in grado di comportarmi diversamente.
Desidero utilizzare nel modo migliore il momento presente, compiendo
fedelmente tutto ciò che esso mi offre. Mi affido in tutto a Dio con
incrollabile fiducia. Ieri ho ricevuto una lettera da Don Sopocko. Ho
appreso che la causa di Dio procede, sia pure lentamente. Me ne
rallegro immensamente ed ho raddoppiato le mie preghiere per tutta
quest'opera. Ho conosciuto che nel momento attuale Iddio per
quest'opera esige da me preghiere e sacrificio; la mia azione potrebbe
realmente intralciare i piani di Dio, come mi ha scritto Don Sopocko
nella lettera ricevuta ieri. O mio Gesù, concedimi la grazia di essere
un docile strumento nelle Tue mani. Dalla lettera ho appreso quanta
luce Iddio concede a questo sacerdote. Ciò mi conferma nella
convinzione che Iddio porterà a termine quest'opera per suo mezzo,
nonostante le contrarietà; che l'opera la porterà a termine, nonostante
le contrarietà si accumulino. So bene che più un'opera è bella e
grande, tanto più tremende sono le tempeste che si scateneranno contro
di essa. Dio nei Suoi imperscrutabili disegni spesso permette che
proprio coloro che si sono sobbarcati alle più grandi fatiche per
qualche opera, non godano dei frutti di quell'opera su questa terra.
Dio conserva tutta la loro gioia per l'eternità, ma, nonostante tutto,
qualche volta fa loro conoscere quanto Gli sono graditi i loro sforzi e
quei momenti danno forza a quelle anime per nuove battaglie e nuove
prove. Sono le anime che assomigliano maggiormente al Salvatore, il
quale nella Sua opera fondata sulla terra ha assaporato soltanto
amarezza. O mio Gesù, sii benedetto per ogni cosa! Sono lieta che si
compia la Tua santissima volontà. Questo è sufficiente per la mia
felicità nel modo più completo. O Gesù nascosto, in Te c'è tutta la mia
forza. Fin dai più teneri anni Gesù nel Santissimo Sacramento mi ha
attirata a Sé. All'età di sette anni, mentre ero ai vespri e Gesù era
esposto nell'ostensorio fu allora che mi venne trasmesso per la prima
volta l’amore di Dio e riempì il mio piccolo cuore ed il Signore mi
fece comprendere le cose divine e da quel giorno ad oggi il mio amore
verso Dio nascosto è aumentato fino a raggiungere la più stretta
intimità. Tutta la forza della mia anima proviene dal Santissimo
Sacramento. Tutti i momenti liberi li passo a colloquio con Lui, Egli è
il mio Maestro.
30.XI.37. Verso
sera, mentre salivo le scale, all'improvviso mi prese una strana
svogliatezza per tutto ciò che è divino. Ad un tratto udii satana che
mi diceva: « Non pensare affatto all'opera, Dio non è così
misericordioso, come dici tu. Non pregare per i peccatori, tanto essi
si danneranno lo stesso e con quest'opera della Misericordia tu stessa
ti esponi alla dannazione. Non parlare mai della divina Misericordia
col confessore e specialmente non ne parlare con Don Sopoéko e con
Padre Andrasz ». A questo punto la voce prese l'aspetto dell'angelo
custode. Allora risposi: « So chi sei: il padre della menzogna! ». Feci
il segno della santa croce e quell'angelo scomparve con gran fracasso e
rabbia. Oggi il Signore mi ha fatto conoscere interiormente che non mi
abbandonerà. Mi ha fatto conoscere la Sua Maestà e Santità e nello
stesso tempo il Suo amore e la Sua Misericordia verso di me e mi ha
dato una conoscenza più profonda della mia miseria. Tuttavia questa mia
grande miseria non mi toglie la fiducia anzi, al contrario, in
proporzione alla conoscenza della mia miseria, si è rafforzata la mia
fiducia nella divina Misericordia. Ho compreso che tutto dipende dal
Signore, so che nessuno mi torcerà nemmeno un capello, se Lui non
vuole. Oggi mentre mi accostavo alla santa Comunione, ho notato un
ostia viva nella pisside, proprio quella che il sacerdote mi ha dato.
Quando sono tornata a posto, ho chiesto al Signore: « Perché una sola viva, quando si
sa che sei egualmente vivo in tutte le ostie? ». Il
Signore mi ha risposto: «È
così, sono lo stesso sotto tutte le Ostie ma non tutte le anime Mi
ricevono con una fede così viva come la tua, figlia Mia, e per questo
non posso agire nelle loro anime, come agisco nella tua anima».
Santa Messa celebrata da Don Sopocko. Durante tale Messa, alla quale
sono stata presente, ho visto il piccolo Gesù che, toccando con un
ditino la fronte di quel sacerdote, mi ha detto: «La sua mente è
strettamente unita alla Mia mente e perciò sta' tranquilla per la Mia
opera, non permetterò che si sbagli, ma tu non fare nulla senza il suo
permesso». Queste parole hanno riempito la mia anima di una grande
tranquillità per l'insieme di quest'opera.
+ Oggi Gesù stesso mi dà la consapevolezza di Sé, del Suo tenerissimo
amore e della Sua protezione per me, in una comprensione profonda che
tutto dipende dalla Sua volontà, che permette alcune difficoltà
unicamente per i nostri meriti, perché si manifesti apertamente la
nostra fedeltà e nello stesso tempo mi viene fornita la forza per
soffrire e rinnegare me stessa. Oggi è la vigilia dell'Immacolata
Concezione della SS.ma Vergine Maria. Durante il pranzo Iddio in un
attimo mi ha fatto conoscere la grandezza del mio destino, mi ha fatto
conoscere cioè la vicinanza a Dio, che non mi verrà tolta nel corso dei
secoli, e ciò in maniera così viva ed evidente, che per lungo tempo
sono rimasta profondamente assorta nella Sua viva presenza, umiliandomi
davanti alla Sua grandezza.
+ G.M.G. O Spirito di Dio, Spirito di verità e di luce, Dimora in me
stabilmente con la Tua divina grazia, il Tuo soffio disperda le
tenebre, E nella Tua luce si moltiplichino le opere di bene. O Spirito
di Dio, Spirito di amore e di Misericordia, Che infondi nel mio cuore
il balsamo della fiducia, La Tua grazia conferma nel bene la mia anima,
Dandole una forza invincibile: la perseveranza. O Spirito di Dio,
Spirito di pace e di letizia, Che dai sollievo al mio cuore assetato,
Riversandovi la sorgente viva dell'amore di Dio, E lo rendi intrepido
per la battaglia. O Spirito di Dio, ospite amabilissimo della mia
anima, Desidero da parte mia esserti fedele, Sia nei giorni lieti, sia
nello strazio delle sofferenze. O Spirito di Dio, desidero vivere
sempre alla Tua presenza. O Spirito di Dio, che penetri nel mio essere
da parte a parte, E mi fai conoscere la Tua vita divina e trina E mi
sveli i misteri della Tua Essenza divina, Unita a Te vivrò per
l'eternità.
+ Con grande fervore mi sono preparata a celebrare la festa
dell'Immacolata Concezione della Madre di Dio. Ho vigilato maggiormente
sul raccoglimento dello spirito ed ho meditato su questo Suo privilegio
esclusivo. Per questo il mio cuore si è immerso tutto in Lei,
ringraziando Iddio per aver concesso a Maria questo grande privilegio.
Non mi sono preparata soltanto con la novena comune, che fa assieme
tutta la comunità, ma mi sono impegnata anche personalmente per
salutarLa mille volte al giorno, recitando ogni giorno per nove giorni
mille Ave Maria in Suo onore.
+ È già la terza volta che faccio una novena del genere alla Madonna,
quella che consiste nella recita di mille Ave Maria al giorno, cioè
novemila Ave Maria per tutta la novena. Sebbene l'abbia fatta già tre
volte in vita mia, cioè due volte che avevo un incarico e non sono
venuta meno in nulla ai miei doveri, compiendoli con la massima
esattezza e l'ho fatta al di fuori del tempo degli esercizi di pietà,
cioè ne durante la santa Messa né durante la benedizione ho recitato
quelle Ave Maria ed un'altra volta ho fatto tale novena che ero
ricoverata in ospedale. Per chi realmente vuole, nulla è difficile. Al
di fuori della ricreazione pregavo e lavoravo, in quei giorni non
dicevo neppure una parola che non fosse assolutamente necessaria. Debbo
riconoscere che questa cosa richiede parecchia attenzione e sforzo, ma
per onorare l'Immacolata non c'è nulla di troppo. Solennità
dell'Immacolata Concezione.
Prima della santa Comunione ho visto la Madre SS.ma di una bellezza
inconcepibile. Sorridendomi mi ha detto: «Figlia Mia, per raccomandazione
di Dio debbo esserti Madre in modo esclusivo e speciale, ma desidero
che anche tu Mi sia figlia in modo particolare. Desidero, figlia Mia
carissima, che ti eserciti in tre virtù, che per Me sono le più care e
a Dio le più gradite. La prima è l'umiltà, l'umiltà, e ancora una volta
l'umiltà. La seconda virtù è la purezza. La terza virtù è l'amore per
Iddio. In qualità di figlia Mia devi risplendere in modo particolare
per queste virtù». Dopo che ebbe finito di parlare, mi ha
stretto al suo Cuore ed è scomparsa. Quando sono rientrata in me, il
mio cuore è stato attratto in modo singolare da quelle virtù e mi
esercito fedelmente in esse, che sono come scolpite nel mio cuore.
Questo per me è stato un gran giorno; in questo giorno sono stata quasi
in una incessante contemplazione, in cui il solo ricordo di questa
grazia m'introduceva in una nuova contemplazione e per tutto il giorno
ho continuato a ringraziare e non finivo mai, poiché il ricordo di
questa grazia spingeva la mia anima ad immergersi di nuovo in Dio... O
mio Signore, per la verità la mia anima è la più misera e Tu ti abbassi
su di lei con tanta amabilità. Vedo chiaramente la Tua grandezza e
quanto io sono piccola; per questo godo, perché Tu sei così potente ed
immenso ed io godo enormemente perché sono piccola. O Cristo
sofferente, vengo incontro a Te; come Tua sposa debbo essere simile a
Te. Il manto dell'ignominia che ha coperto Te, deve coprire anche me. O
Cristo, Tu sai quanto ardentemente desidero assomigliare a Te. Fa' che
tutta la Tua Passione diventi mia, che tutto il Tuo dolore si riversi
nel mio cuore. Ho fiducia che adempimi questo in me nel modo che Tu
riterrai opportuno.
+ Oggi adorazione notturna.
Non ho potuto parteciparvi a causa della mia debole salute, tuttavia
prima di addormentarmi mi sono unita alle suore che erano in
adorazione. In un'ora fra le quattro e le cinque sono stata svegliata
all'improvviso, ho udito una voce che m'invitava ad unirmi alle persone
che erano in adorazione in quel momento. Ho conosciuto che fra le
adoratrici c'era un'anima che pregava per me. Quando mi sono immersa
nella preghiera sono stata trasportata in ispirito nella cappella ed ho
visto Gesù esposto nell'ostensorio. Invece dell'ostensorio ho visto il
Volto adorabile del Signore. Ed il Signore mi ha detto: «Quello che tu
vedi nella realtà, queste anime lo vedono per mezzo della fede. Oh,
quanto Mi è gradita la loro grande fede! Vedi che, sebbene in apparenza
non ci sia in Me traccia di vita tuttavia in realtà essa è in tutta la
sua pienezza ed essa è racchiusa in ogni Ostia. Però perché Io possa
agire in un'anima, l'anima deve aver fede. Oh, quanto Mi è gradita la
fede viva!». A questa adorazione partecipava la Madre Superiora assieme
ad altre suore. Ma ho conosciuto che la preghiera della Madre Superiora
aveva smosso il cielo. Ho gioito per il fatto che ci sono delle anime
tanto care a Dio. Quando l'indomani, durante la ricreazione, ho
domandato quali suore avessero avuto l'adorazione fra le ore quattro e
le cinque, una suora ha esclamato: « E perché lo vuoi sapere? Avrà
avuto di sicuro qualche rivelazione ». Tacqui e non dissi nient'altro,
sebbene venissi interrogata anche dalla Madre Superiora. Non potevo
rispondere, poiché non era il momento opportuno. Una volta una suora mi
confidò che intendeva scegliersi come direttore spirituale un certo
sacerdote. Mi disse questo tutta contenta e mi chiese di pregare per
quell'intenzione; cosa che promisi. Quando pregai, conobbi che
quell'anima non avrebbe riportato profitto spirituale da quella
direzione. Nel successivo incontro quell’anima mi parlò di nuovo della
sua gioia per quella direzione spirituale. Io condivisi la sua gioia,
ma quando ella se ne andò, venni rimproverata severamente. Gesù mi
disse che avrei dovuto risponderle come mi aveva fatto conoscere
durante la preghiera, cosa che feci alla prima occasione, sebbene mi
sia costato molto.
Oggi per un breve momento ho sentito il dolore della corona di spine.
Stavo pregando allora per una certa anima davanti al SS.mo Sacramento.
All'improvviso provai un dolore così acuto, che la testa mi cadde sulla
balaustra, benché il momento sia stato breve, ma molto doloroso. O
Cristo, dammi le anime! Manda su di me tutto quello che vuoi, ma in
cambio dammi le anime. Desidero la salvezza delle anime; desidero che
le anime conoscano la Tua Misericordia. Non ho nulla per me, perché ho
distribuito tutto alle anime, così che nel giorno del giudizio starò
davanti a Te con niente, perché ho distribuito ogni cosa alle anime; e
perciò non avrai di che giudicarmi e in quel giorno ci incontreremo:
l'Amore con la Misericordia...
+ G.M.G. O Gesù nascosto, vita della mia anima, Oggetto del mio ardente
desiderio, Nulla soffocherà il Tuo amore nel mio cuore. Così m'assicura
la forza del nostro reciproco amore. O Gesù nascosto, pegno adorabile
della mia risurrezione, In Te si concentra tutta la mia vita. Tu,
Ostia, mi rendi capace di amare eternamente, E so che anche Tu mi
amerai come Tua figlia. O Gesù nascosto, mio purissimo amore, La mia
vita iniziata con Te su questa terra, Svilupperà in pienezza
nell'eternità futura, Poiché il nostro reciproco amore non muterà mai.
O Gesù nascosto, la mia anima desidera Te solo, Tu sei per me più delle
delizie del paradiso, La mia anima più dei doni e delle grazie attende
Te, Che vieni a me sotto l'apparenza del pane. O Gesù nascosto, prendi
il mio cuore assetato di Te, Che arde per Te del puro fuoco d'un
serafino, Seguendo nella vita imperterrito le Tue orme, A fronte alta
come un cavaliere, pur essendo una debole fanciulla. Da un mese sto
peggio e ad ogni colpo di tosse sento la decomposizione nei miei
polmoni. Mi capita qualche volta di sentire che il mio cadavere va in
totale decomposizione. È difficile esprimere quanto sia grande una
simile sofferenza. Sebbene con la volontà io accetti ciò nel modo più
deciso, tuttavia per la natura è una grande sofferenza, più grande che
portare il cilicio e flagellarsi a sangue. Ne ho risentito maggiormente
andando in refettorio, dove facevo grandi sforzi per mangiare qualcosa,
dato che i cibi mi davano la nausea. In quel periodo han cominciato a
prendermi anche dolori agli intestini; tutti i cibi più piccanti mi
procuravano tremendi dolori, tanto che più di una notte mi sono
divincolata fra spasmi lancinanti e lacrime a vantaggio dei peccatori.
Ho chiesto però al confessore come dovevo comportarmi, se dovevo
continuare a sopportare tutto ciò per i peccatori, oppure chiedere alla
Superiora un'eccezione e cibi più leggeri. Il confessore ha deciso che
dovevo chiedere alle Superiore cibi leggeri e mi sono comportata
secondo l'indicazione del confessore, vedendo che questa umiliazione è
più gradita a Dio. Un giorno m'era venuto il dubbio che non fosse
possibile sentire continuamente odore di un organismo in decomposizione
e nello stesso tempo camminare e lavorare. Non si trattava per caso di
un'illusione? Ma d'altra parte non poteva essere un'illusione, dato che
mi procurava una sofferenza tremenda. Mentre pensavo a questo, è venuta
da me una delle suore, per scambiare due parole. Dopo un palo di minuti
ha fatto un'orribile smorfia e mi ha detto: « Io qui, sorella, sento
odore di cadavere, esattamente come se andasse in putrefazione. È
spaventoso! ». Le risposi: «Non si spaventi, sorella, sono io che puzzo
di cadavere». Rimase assai meravigliata, ma disse di non poter
resistere più a lungo. Quando se ne fu andata, compresi che Dio aveva
fatto sentire così alla suora, per togliere a me ogni dubbio e che Egli
nascondeva alla comunità la mia sofferenza in modo addirittura
miracoloso. O mio Gesù, solo Tu conosci la profondità del mio
sacrificio. Tuttavia in refettorio dovetti sopportare ancora più di un
sospetto di essere difficile nel mangiare.
Allora come al solito vado in fretta accanto al tabernacolo, m'inchino
davanti alla pisside ed attingo la forza per uniformarmi alla volontà
di Dio. Quello che ho scritto, non è tutto. Oggi, durante la santa
confessione, il confessore spezzando spiritualmente l'oplatek con me,
mi ha fatto i seguenti auguri: «Sia fedelissima alla grazia di Dio.
Secondo: impetri la Misericordia di Dio per sé e per il mondo intero,
poiché tutti abbiamo molto, molto bisogno della divina Misericordia».
Due giorni prima delle feste vennero lette in refettorio queste parole:
« Domani è la nascita di Gesù Cristo secondo la carne ». A queste
parole la mia anima fu trapassata dalla luce e dall'amore di Dio e
compresi più a fondo il mistero dell'Incarnazione. Quale grande
Misericordia divina è racchiusa nel mistero dell'Incarnazione del
Figlio di Dio! Oggi il Signore mi ha fatto conoscere la sua ira contro
l'umanità, che per i suoi peccati merita che vengano accorciati i suoi
giorni. Mi ha fatto conoscere inoltre che l'esistenza del mondo è
sostenuta dalle anime elette, cioè gli ordini religiosi. Guai al mondo,
se venissero a mancare gli ordini religiosi!
+ G.M.G. Eseguo ogni azione di fronte alla morte, La eseguo adesso come
desidero vederla nell'ultima ora; Pur se la vita vola rapida come un
turbine Nessuna azione intrapresa in Dio andrà perduta. Sento la
completa decomposizione del mio organismo, Benché io viva e lavori
ancora, La morte per me non sarà una tragedia, Poiché la sento da molto
tempo. Benché per la natura sia molto penoso Sentir continuamente il
lezzo del proprio cadavere, Non è poi così tremendo, se la luce di Dio
inonda l'anima, Poiché in essa si risveglia la fede, la speranza,
l'amore e il pentimento. Tutti i giorni faccio sforzi di ogni genere,
Per partecipare alla vita comunitaria, E con ciò impetrare grazie per
la salvezza delle anime, Riparandole coi miei sacrifici dal fuoco
dell'inferno. Difatti per la salvezza anche di una sola anima, Val la
pena sacrificarsi per tutta la vita, E sopportare i più grandi
sacrifici e tormenti, Vedendo qual grande gloria ne riceve Dio.
+ Signore, benché Tu spesso mi faccia conoscere i fulmini della Tua
indignazione, tuttavia la Tua ira scompare di fronte ad un'anima che si
umilia. Sebbene Tu sia grande, Signore, tuttavia Ti lasci vincere da
un'anima sottomessa e profondamente umile. O umiltà, virtù
preziosissima, quanto sono poche le anime che Ti posseggono! Vedo
ovunque solo l'apparenza di questa virtù, ma la virtù stessa non la
vedo. Annientami, Signore, ai miei propri occhi, affinché possa trovare
grazia agli occhi Tuoi santi.
+ Vigilia di Natale 1937. Dopo la santa Comunione la Madonna mi fece
conoscere la preoccupazione che aveva avuto nel Suo Cuore a motivo del
Figlio di Dio. Ma tale preoccupazione era stracolma di tanto profumo di
rassegnazione alla volontà di Dio, che la chiamerei piuttosto delizia e
non preoccupazione. Ho compreso in che modo la mia anima deve accettare
qualunque volere di Dio. Peccato che io non sappia descrivere ciò così
come l'ho conosciuto. La mia anima è rimasta per tutta la giornata in
un raccoglimento più profondo, dal quale niente è riuscito a
strapparla, né i suoi doveri, né i rapporti avuti con persone secolari.
Prima del cenone sono andata un momento in cappella per scambiare
spiritualmente l'oplatek con le persone che mi amano e sono care al mio
cuore, ma sono lontane. Prima di tutto mi sono immersa in una profonda
preghiera ed ho chiesto al Signore grazie per loro e poi per ciascuna
in particolare. Gesù mi ha fatto conoscere quanto ciò Gli sia gradito
ed una gioia ancora più grande ha riempito la mia anima, nel vedere che
Iddio ama in modo particolare coloro che noi amiamo.
+ Entrata in refettorio, durante la lettura tutto il mio essere venne
immerso in Dio. Vidi interiormente lo sguardo di Dio diretto su di noi
con grande compiacimento. Rimasi a tu per tu col Padre Celeste. In quel
momento conobbi più a fondo le Tre Persone divine che contempleremo per
tutta l'eternità, e dopo milioni di anni ci renderemo conto di aver
appena iniziato la nostra contemplazione. Oh, quanto è grande la
Misericordia di Dio, che ammette l'uomo ad una così grande
partecipazione alla Sua divina felicità, ma nello stesso tempo che gran
dolore trafigge il mio cuore per il fatto che molte anime disprezzano
questa felicità! Quando cominciammo a scambiarci l'oplatek, regnò un
sincero, reciproco affetto. La Madre Superiora mi fece gli auguri con
queste parole: « Sorella, le opere di Dio vanno adagio, perciò non
abbia fretta ». In genere tutte le suore con grande affetto mi
augurarono sinceramente quello che desideravo maggiormente. M'accorsi
che questi auguri provenivano veramente dal cuore, ad eccezione di una
suora che, sotto i suoi auguri, nascondeva la malignità. La cosa però
non mi fece soffrire molto, poiché avevo l'anima inebriata di Dio, ma
m'illuminò sul perché Iddio si comunicasse così poco a quell'anima e
conobbi che essa cercava sempre se stessa, perfino nelle cose sante.
Oh, quanto è buono il Signore, che non mi permette di andare fuori
strada e so che mi custodirà gelosamente, ma solo fino a quando resterò
piccola, poiché a Lui, Sovrano eccelso, piace intrattenersi coi
piccoli, mentre i grandi li osserva da lontano e li contrasta. Sebbene
desiderassi vegliare un po' prima della Messa di Mezzanotte, non mi fu
possibile, poiché m'addormentai subito anche perché mi sentivo molto
debole. Però quando suonarono per la Messa di Mezzanotte, mi alzai
immediatamente, sebbene mi vestissi con molta fatica, poiché ogni
momento mi sentivo svenire.
+ Quando giunsi alla Messa di Mezzanotte, subito fin dall'inizio
m'immersi tutta in un profondo raccoglimento, nel quale vidi la Capanna
di Betlemme inondata da tanta luce. La Vergine SS.ma avvolgeva nei
pannolini Gesù, tutta assorta in un grande amore. San Giuseppe invece
dormiva ancora. Solo quando la Madonna depose Gesù nella mangiatoia, la
luce divina svegliò Giuseppe che si unì a lei nella preghiera. Dopo un
po' rimasi io sola col piccolo Gesù, che allungò le Sue manine verso di
me ed io compresi che Lo dovevo prendere in braccio. Gesù appoggiò la
Sua testina sul mio cuore e con uno sguardo profondo mi fece
comprendere che stava bene accanto al mio cuore. In quel momento Gesù
scomparve e suonò il campanello per la santa Comunione. La mia anima
non riusciva a reggersi dalla gioia. Verso la fine della santa Messa
però mi sentii così debole, che dovetti uscire dalla cappella e andare
nella mia cella. Non fui più in grado di partecipare al tè con la
comunità. Ma la mia gioia fu grande per tutta la durata delle feste,
poiché la mia anima rimase unita al Signore senza interruzione. Conobbi
che ogni anima vorrebbe le consolazioni divine, ma non rinuncia per
nessun motivo alle consolazioni umane, e purtroppo le due cose non sono
assolutamente conciliabili fra di loro. Durante questo periodo festivo
ho avvertito che alcune anime pregavano per me. Sono felice che ci sia
fin d'ora su questa terra una tale unione e conoscenza spirituale. O
mio Gesù, sia gloria a Te per ogni cosa. Nelle più gravi tribolazioni
dell'anima sono sempre sola. Ma non sola, perché sono con Te, o Gesù,
però qui parlo di persone umane. Nessuna creatura umana comprende il
mio cuore, ma ora non mi meraviglio più di questo, mentre in passato me
ne meravigliavo, quando le mie intenzioni venivano condannate e male
interpretate; ora non me ne meraviglio affatto. Gli uomini non sanno
scorgere l'anima, essi vedono il corpo e secondo questo corpo
giudicano. Ma per quanto è distante la terra dal cielo, così sono
distanti i pensieri di Dio dai nostri pensieri. Io stessa ho
sperimentato che abbastanza spesso avviene che... Il Signore mi ha
detto: «Non deve
interessarti per niente come si comportano gli altri; tu comportati
come ti ordino Io. Devi essere una Mia copia vivente tramite l'amore e
la Misericordia». Risposi: « Ma, Signore, abusano spesso
della mia bontà ». «Non importa, figlia Mia, non te ne curare, tu sii
sempre misericordiosa con tutti e specialmente con i peccatori».
+ «Quanto mi addolora che
le anime si uniscano così poco a Me nella santa Comunione! Attendo le
anime ed esse sono indifferenti per Me. Le amo con tanta tenerezza e
sincerità ed esse non si fidano di Me. Voglio colmarle di grazie, ma
esse non vogliono riceverle. Trattano con Me come con una cosa inerte
eppure ho un cuore pieno d'amore e di Misericordia. Affinché tu possa
conoscere almeno un po' il Mio dolore, pensa alla più tenera delle
madri, che ama molto i suoi figli, ma i figli disprezzano l'amore della
madre. Immagina il suo dolore, nessuno riuscirà a consolarla. Questa è
un'immagine ed una pallida somiglianza del Mio amore. Scrivi, parla
della Mia Misericordia. Dì alle anime dove debbono cercare le
consolazioni cioè nel tribunale della Misericordia, lì avvengono i più
grandi miracoli che si ripetono continuamente. Per ottenere questo
miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane né celebrare
solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un Mio
rappresentante e confessargli la propria miseria ed il miracolo della
Divina Misericordia si manifesterà in tutta la sua pienezza. Anche se
un'anima fosse in decomposizione come un cadavere ed umanamente non ci
fosse alcuna possibilità di risurrezione e tutto fosse perduto, non
sarebbe così per Dio: un miracolo della Divina Misericordia risusciterà
quest'anima in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non
approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo
invocherete invano, quando sarà troppo tardi!».
+ G.M.G. ANNO 1938 -
PRIMO GENNAIO
Salve, anno nuovo, in cui la mia perfezione verrà rifinita. Ti
ringrazio in anticipo, Signore, per tutto quello che mi manderà la Tua
benevolenza. Ti ringrazio per il calice delle sofferenze, dal quale
berrò ogni giorno. Non ridurre la sua amarezza, Signore, ma rafforza le
mie labbra, affinché assaporando l'amarezza io sappia sorridere per
amor Tuo, o mio Maestro. Ti ringrazio per tutte le consolazioni e le
grazie che non sono in grado di enumerare, che ogni giorno scendono su
di me silenziose ed invisibili, come la rugiada del mattino, in modo
che nessun occhio di qualche creatura curiosa possa scorgerle, ma che
conosciamo soltanto Tu e io, o Signore. Per tutto questo Ti ringrazio
fin d'ora, poiché nel momento in cui mi porgerai il calice, forse il
mio cuore non sarà in grado di ringraziarTi. Ecco che oggi con
proposito d'amore mi sottometto completamente alla Tua santa volontà, o
Signore, ed ai Tuoi giustissimi decreti, che per me sono sempre i più
benevoli e pieni di Misericordia, benché talvolta non li comprenda e
non riesca a penetrarli fin nel profondo. O mio Maestro, ecco affido a
Te completamente il timone della mia anima, guidala Tu stesso secondo
il Tuo divino compiacimento. Mi chiudo nel Tuo cuore compassionevole,
che è un mare di insondabile Misericordia.
+ Termino l'anno vecchio con la sofferenza ed incomincio l'anno nuovo
pure con la sofferenza. Due giorni prima di capodanno ho dovuto
mettermi a letto; mi sentivo molto male, una forte tosse mi aveva
indebolito ed inoltre continui dolori intestinali e nausee mi avevano
esaurita molto. Siccome non potevo andare alle comuni pratiche
religiose, mi sono unita spiritualmente a tutta la comunità. Quando le
consorelle si alzarono alle undici di notte, per vegliare e salutare
l'anno nuovo, io dal crepuscolo fino alla mezzanotte continuai a
torcermi fra i dolori. Unii la mia sofferenza alle preghiere delle
suore che vegliavano in cappella in riparazione delle offese fatte a
Dio dai peccatori. Quando suonò la mezzanotte, la mia anima s’immerse
in un raccoglimento più profondo ed udii nell'anima una voce: «Non aver paura, bambina Mia, non
sei sola, combatti con coraggio, poiché il Mio braccio ti sostiene.
Combatti per la salvezza delle anime, esortandole alla fiducia nella
divina Misericordia, poiché questo è il tuo compito nella vita presente
ed in quella futura». Dopo queste parole ebbi una
comprensione più profonda della divina Misericordia. Sarà dannata solo
quell'anima che lo vorrà essa stessa, Iddio non condanna nessuno alla
dannazione.
Oggi è la festa di capodanno. La mattina mi sono sentita così male, che
sono andata appena nella cella vicina per la santa Comunione. Non ho
potuto andare alla santa Messa, mi sentivo mancare e per la stessa
ragione ho fatto il ringraziamento a letto. Avevo tanto desiderato
andare alla santa Messa e poi a confessarmi da Padre Andrasz, ma mi
sentivo così male che non ho potuto andare né alla santa Messa né a
confessarmi. Per questo motivo la mia anima ha avuto un grande
dispiacere. Dopo colazione venne da me la suora infermiera a chiedermi:
“Sorella, perché non è andata alla santa Messa?». Risposi che non avevo
potuto andarci. Scosse la testa con aria di disapprovazione e disse:
«Una festa così grande e lei non va a Messa!», ed uscii dalla mia
cella. Per due giorni rimasi a letto contorcendomi per i dolori e non
venne mai a trovarmi. E il terzo giorno quando venne non mi chiese
nemmeno se potevo alzarmi, ma subito con voce concitata mi domandò
perché non mi ero alzata per andare alla santa Messa. Quando rimasi
sola provai ad alzarmi, ma mi mancarono di nuovo le forze, perciò me ne
restai a letto pienamente tranquilla. Tuttavia il mio cuore aveva molto
da offrire al Signore, unendosi a Lui spiritualmente durante la seconda
santa Messa. Terminata la seconda santa Messa, venne di nuovo da me la
suora infermiera ma questa volta col termometro, quindi come
infermiera. La febbre però non l'avevo, ma ero molto malata non
riuscendo ad alzarmi. E allora giù una nuova predica, che non dovevo
lasciarmi vincere dalla malattia. Le risposi che lo sapevo che da noi
una è considerata gravemente ammalata solo quando sta già in agonia.
Tuttavia, vedendo che continuava a farmi la morale, risposi che per il
momento non mi servivano esortazioni allo zelo e restai nuovamente sola
nella mia cella. Il dolore mi Strinse il cuore e l'amarezza m'inondò
l'anima e ripetei queste parole: « Benvenuto anno nuovo! Benvenuto
calice dell'amarezza! ».
O mio Gesù, il mio cuore si lancia verso di Te, ma la gravità della
malattia non mi permette di partecipare fisicamente alle funzioni e
vengo sospettata di pigrizia. La sofferenza è aumentata. Dopo il pranzo
si affacciò un momento la Madre Superiora, ma se ne andò subito. Avevo
intenzione di chiedere che Padre Andrasz venisse nella cella, in modo
che potessi confessarmi, ma mi trattenni dal fare questa richiesta per
due considerazioni: la prima, per non dare motivo di mormorazione,
com'era già avvenuto con la santa Messa; la seconda, perché forse non
avrei potuto nemmeno confessarmi, poiché sentivo che sarei scoppiata a
piangere come una bambina. Dopo un momento viene una delle suore e di
nuovo mi fa osservazione che sulla stufa c'è del latte con del burro. «
Perché non lo beve, sorella? ». Risposi che non c'era nessuno che me lo
portasse.
+ Quando venne la notte, le sofferenze fisiche aumentarono e vi si
aggiunsero anche le sofferenze morali. Notte e sofferenza. La solenne
quiete notturna mi diede la possibilità di soffrire liberamente. Il mio
corpo si distese sul legno della croce, mi divincolai in dolori
tremendi fino alle undici. Mi trasferii in ispirito accanto al
tabernacolo e scoprii la pisside, appoggiando il capo al bordo del
calice, e tutte le mie lacrime scesero silenziose nel Cuore di Colui
che solo comprende il dolore e la sofferenza. E provai dolcezza in tale
sofferenza e la mia anima desiderò questa dolce agonia, che non avrei
scambiato con nessun tesoro del mondo. il Signore mi diede la forza
d'animo e l'amore verso coloro per causa dei quali mi viene la
sofferenza. Ecco il primo giorno dell'anno. In quel giorno sentii anche
la preghiera di una anima bella, che pregava per me, dandomi in
ispirito la sua benedizione sacerdotale. A mia volta risposi con una
fervorosa preghiera.
+ O benignissimo Signore, quanto sei misericordioso, dato che giudichi
ciascuno secondo la sua coscienza e conoscenza e non secondo le
chiacchiere degli uomini. Il mio spirito è sempre più rapito e nutrito
dalla Tua sapienza che conosco sempre più a fondo e qui mi si rivela
ancora più chiaramente l'enormità della Tua Misericordia. O mio Gesù,
tutta questa conoscenza produce nella mia anima quest'effetto, che mi
trasformo in un fuoco d'amore verso Te, o mio Dio.
+ 2.1.1938.
Oggi mentre mi stavo preparando alla santa Comunione, Gesù mi ha
chiesto di scrivere di più, non solo sulle grazie che mi concede, ma su
fatti esteriori, e ciò a consolazione di molte anime.
+ Dopo questa notte di sofferenze, quando il sacerdote entrò con Gesù
nella mia cella, un tale ardore s'impadronì di tutto il mio essere che
sentii che, se il sacerdote si fosse dilungato ancora un momento, Gesù
stesso sarebbe sfuggito dalle sue mani e sarebbe venuto da me. Dopo la
santa Comunione il Signore mi ha detto: «Se il sacerdote non Mi avesse
portato da te, sarei venuto Io stesso sotto questa stessa specie.
Figlia Mia, le tue sofferenze di questa notte hanno ottenuto la grazia
della Misericordia ad un gran numero di anime».
+ «Figlia Mia, debbo
dirti qualche cosa». Ho risposto: « Parla, Gesù, che sono assetata
delle Tue parole ». «Non
Mi piace che ti lasci guidare dalle mormorazioni delle suore e per
questo non hai fatto venire Padre Andiasz nella cella. Sappi che con
ciò hai dato loro un motivo maggiore per mormorare».
Chiesi perdono al Signore con grande umiltà. O mio Maestro,
rimproverami, non mi lasciar passare nulla ed impediscimi di commettere
errori.
+ O mio Gesù, quando non sono compresa e la mia anima è tormentata,
desidero restare un momento sola con Te. I discorsi delle creature
umane non mi danno conforto, perciò non mandarmi, Signore, dei
messaggeri che mi dicono soltanto ciò che proviene da loro, ciò che
detta loro la propria natura. Cconsolatori di questo genere mi
affaticano molto.
6.1.1938. Oggi quando il cappellano ha portato Gesù, è uscita una luce
dall'Ostia che col suo raggio ha colpito il mio cuore, colmandomi di un
grande fuoco d'amore. Gesù mi ha fatto conoscere che debbo rispondere
con maggior fedeltà alle ispirazioni della grazia, in modo che la mia
vigilanza sia più attenta.
+ Il Signore mi ha fatto conoscere anche che molti vescovi stavano
riflettendo su questa festa, come pure un signore del laicato. Alcuni
erano entusiasti dell'opera divina, altri si mantenevano increduli, ma
nonostante tutto l'opera di Dio ne uscì gloriosamente. Madre Irene e
Madre Maria Giuseppina fecero una specie di relazione di fronte a quei
dignitari, ma non furono tanto interrogate sull'opera, quanto su di me.
Per quanto riguarda l’opera, non c'erano più dubbi, poiché la gloria di
Dio risuonava già da varie parti. Oggi mi sento molto meglio, la cosa
mi ha fatto piacere, così potrò riflettere di più quando farò l'ora
santa. Ad un tratto ho udito una voce: «Non guarirai e non rimandare il
sacramento della confessione, poiché ciò non Mi piace. Fa' poco caso
alle mormorazioni di chi ti sta attorno». La cosa mi ha
meravigliato dato che oggi mi sento meglio, ma non ho pensato più a
questo. Quando la suora ha spento la luce, ho cominciato l'ora santa.
Dopo un momento però il cuore ha iniziato a darmi fastidio. Fino alle
undici ho sofferto in silenzio, ma in seguito mi son sentita così male
che ho svegliato suor N., che abita con me, e mi ha dato delle gocce
che mi hanno alleviato un po' il dolore, tanto da potermi allungare sul
letto. Ora comprendo l'avvertimento del Signore. Ho deciso che
l'indomani avrei chiamato qualunque sacerdote e gli avrei svelato i
segreti della mia anima. Ma questo non è tutto, poiché pregando per i
peccatori ed offrendo tutte le sofferenze sono andata incontro agli
attacchi del demonio. Lo spirito maligno non poteva sopportare questo.
Mi si è presentato sotto forma di fantasma e questo fantasma mi ha
detto: «Non pregare per i peccatori ma per te stessa, poiché sarai
dannata». Senza badare affatto a satana, pregai con raddoppiato fervore
per i peccatori. Lo spirito maligno urlò di rabbia: «Oh, se avessi
potere su di te!» e scomparve. Ho conosciuto che la mia sofferenza e la
mia preghiera avevano tenuto legato satana ed avevo strappato molte
anime dai suoi artigli. O Gesù, amante della salvezza umana, attira
tutte le anime alla vita divina, sia glorificata la grandezza della Tua
Misericordia qui sulla terra e nell'eternità. O grande amante delle
anime, Tu nella Tua inesauribile compassione hai aperto le sorgenti
salutifere della Misericordia, affinché rafforzino le anime deboli
durante il pellegrinaggio della vita. La tua Misericordia, come un filo
d'oro, ci accompagna per tutta la vita e mantiene i contatti della
nostra esistenza con Dio in ogni campo. Dio non ha bisogno di nulla per
essere felice e pertanto ogni cosa è unicamente opera della Sua
Misericordia. I sensi mi vengono meno per la gioia quando Iddio mi fa
conoscere più a fondo questo Suo grande attributo, cioè la Sua
insondabile Misericordia.
7.1.1938.
Primo venerdì del mese. La mattina durante la santa Messa ho visto per
un momento il Salvatore sofferente. Quello che mi ha colpita è il fatto
che Gesù fosse così tranquillo in mezzo a grandi sofferenze. Ho
compreso che è un insegnamento per me, sul modo di comportarmi
all'esterno in mezzo alle varie sofferenze. Per un lungo momento ho
sentito i dolori alle mani, al piedi ed al fianco. All'improvviso ho
visto un certo peccatore che ricavava profitto dalle mie sofferenze e
si avvicinava al Signore. Tutto per le anime affamate, perché non
muoiano di fame.
+ Oggi mi sono confessata dal reverendo cappellano. Gesù mi ha
confortato per mezzo di questo sacerdote. O Madre mia, o Chiesa di Dio,
tu sei una vera Madre che comprendi i tuoi figli... Oh, quanto fa bene
sapere che Gesù ci giudicherà secondo la nostra coscienza e non secondo
le chiacchiere ed i giudizi degli uomini. O bontà inconcepibile, ti
vedo traboccare di bontà perfino nell'emettere i giudizi. Benché mi
senta debole e la natura esiga che mi riposi, sento l'ispirazione della
grazia a vincermi ed a scrivere, a scrivere per la consolazione delle
anime che amo tanto e con le quali dividerò l'eternità intera. Desidero
per loro la vita eterna tanto ardentemente che utilizzo tutti i momenti
liberi, anche molto brevi, per scrivere e ciò proprio come vuole Gesù.
8.1. Durante
la santa Messa ho avuto una conoscenza momentanea su Don S. Ho
conosciuto che dai nostri comuni sforzi Dio riceve tanta gloria e che,
sebbene lontani, stiamo spesso insieme, poiché ci unisce lo stesso
scopo. O mio Gesù, unico mio desiderio, sebbene oggi desiderassi
riceverTi nel mio cuore con un ardore più grande che mai, la mia anima
proprio oggi è arida come non era mai accaduto. La mia fede si rafforza
e quindi i frutti della Tua venuta saranno abbondanti. Talvolta Tu
vieni da me senza sfiorare i sensi e regni nella parte più alta del mio
essere, ma qualche volta anche i sensi si rallegrano per la Tua venuta.
Chiedo spesso a Gesù un'intelligenza illuminata dalla fede. Lo esprimo
al Signore con queste parole: « O Gesù, dammi l'intelligenza e una
grande intelligenza, unicamente per conoscere meglio Te, poiché più Ti
conosco, più ardentemente Ti amo. Gesù, Ti chiedo una forte
intelligenza per comprendere le cose divine e superiori. Gesù, dammi
una grande intelligenza, con la quale potrò conoscere la Tua Essenza
divina e la Tua vita interiore e trinitaria. Rendi capace la mia mente
con una Tua grazia speciale. Benché io sappia che la capacità tramite
la grazia ci vien data dalla Chiesa, tuttavia c'è un grande tesoro di
grazie, che Tu, Signore, concedi a seguito delle nostre preghiere. E se
la mia richiesta non Ti piace, Ti prego di non darmi alcun desiderio
per tale preghiera. M'impegno a raggiungere la più grande perfezione
per essere utile alla Chiesa. Il mio legame con la Chiesa è molto
ampio. Sia la santità che la caduta di ogni singola anima si
ripercuotono su tutta la Chiesa. Io, osservando me stessa e coloro che
mi stanno vicino, mi sono resa conto della grande influenza che
esercito sulle altre anime, non con atti eroici, che colpiscono per sé
stessi, ma con atti minimi, come il movimento di una mano, uno sguardo
e molte altre cose che non sto a specificare e tuttavia agiscono e si
riflettono sulle altre anime. Questo è quanto ho constatato io stessa.
Com'è bene che la regola imponga un silenzio rigoroso nelle camere da
letto e che non permetta di trattenervisi se non in caso di assoluta
necessità. Attualmente io occupo una cameretta nella quale dormiamo in
due, ma quando sono stata male ed ho dovuto mettermi a letto, ho
sperimentato quanto è fastidioso se qualcun altro sta di continuo nella
stessa camera. Suor N. aveva un certo lavoro manuale, per cui se ne
stava seduta quasi tutto il tempo in camera ed un'altra suora veniva ad
insegnarle il lavoro. Quanto ciò mi abbia dato fastidio è difficile
dirlo. Quando si è malati e si è passata la notte fra i dolori, ogni
parola ti batte nel cervello e proprio quando gli occhi tentano di
chiudersi per un po' di sonno. O regola, quanto amore c'è in te!...
Durante i vespri, mentre si cantava il Magnificat, giunti alle parole «
mostrò la potenza del Suo braccio », un profondo raccoglimento ha
invaso la mia anima ed ho conosciuto e compreso che fra poco il Signore
compirà la Sua opera nella mia anima. Non mi stupisco adesso che il
Signore non mi abbia svelato tutto prima d'ora.
+ Perché sei triste oggi, Gesù? Dimmi, quale è la causa della Tua
tristezza? E Gesù mi rispose: «Le
anime elette che non hanno il Mio spirito, che vivono secondo la
lettera, e questa lettera l'hanno messa sopra al Mio spirito, sopra
allo spirito dell'amore. Tutta la Mia legge l'ho basata sull'amore, e
invece non vedo quest'amore nemmeno negli ordini religiosi, perciò la
tristezza Mi riempie il Cuore».
20-45 Gennaio 4, 1927 Come ogni atto nuovo di Volontà Divina porta una nuova Vita Divina. Come chi vuole sentire la verità e non la vuole eseguire resta bruciato. Stento della Divina Volontà nelle anime.
Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)
(1) Il mio povero cuore ora gemeva e ora agonizzava per il dolore della privazione del mio caro e amato Gesù. Le ore mi sembrano secoli e le notti interminabili senza di Lui, il sonno fugge dai miei occhi, potessi almeno dormire, che si addormenterebbe il mio intenso dolore, forse mi porterebbe un piccolo sollievo, ma che, invece di dormire mi faccio tutt’occhi, e occhi aperti, non chiusi, occhi i miei pensieri, che vogliono penetrare per vedere dove si trova Colui che cerco e non trovo; occhio il mio udito per sentire, chi sa il leggero calpestio dei suoi passi, l’eco dolce e soave della sua voce; i miei occhi guardano, chi sa possono vedere almeno il lampo della sua venuta fuggitiva. Oh! come mi costa la sua privazione. Oh! come sospiro il suo ritorno. Ora mentre mi trovavo tra le ansie di volerlo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e si faceva vedere dentro di me, seduto vicino ad un tavolino di luce, tutto occupato ed intento a vedere tutto l’ordine di ciò che Lui aveva manifestato sulla sua Santissima Volontà, se tutto era segnato, se mancava qualche cosa e fin dove doveva giungere per completare tutto ciò che riguarda la sua Santissima Volontà, tutto ciò che riguardava il suo Volere, le parole, le conoscenze, in mano a Gesù prendevano l’immagine di raggio di luce, cui Lui ordinava su quel tavolino di luce ed era tanto assorto e occupato che per quanto io dicevo, lo chiamavo, non mi dava retta. Ond’io ho fatto silenzio, contentandomi di starmi vicino e di guardarlo. Onde dopo lungo silenzio mi ha detto:
(2) “Figlia mia, quando si tratta di cose che riguardano il mio Volere, cieli e terra stanno silenziosi e riverenti per essere spettatori d’un atto nuovo di questa Volontà Suprema, ogni atto nuovo di Essa porta a tutti una Vita Divina di più, una forza, una felicità, una bellezza rapitrice. Perciò la Volontà Divina operante, che mette fuori di Sé un atto suo è la cosa più grande che può esistere in Cielo ed in terra. Cieli nuovi, soli più belli possono uscire da un atto in più della mia Volontà. Perciò quando si tratta di Essa, Io e tu dobbiamo mettere tutto da parte e occuparci solo dell’eterno Fiat. Non si tratta di riordinare in te una volontà umana, una virtù qualsiasi, ma si tratta di riordinare una Volontà Divina e operante, perciò ci vuole troppo ed Io essendo occupato in cose che più mi riguardano e che porteranno il gran bene d’un atto nuovo di questa Suprema Volontà, perciò non ti do retta alle tue chiamate, perché quando si tratta di fare il più, le cose minori si mettono da parte”.
(3) Dopo ciò stavo seguendo il mio appassionato Gesù nella Passione, e giunta al punto quando Erode lo tempestava di domande e Lui taceva, pensavo tra me: “Se Gesù avesse parlato, forse quello si convertiva”. E Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(4) “Figlia mia, Erode non mi domandò per conoscere la verità, ma per curiosarmi e farsi una burla di Me e se Io avessi risposto avrei fatto una burla di lui, perché quando manca la volontà di conoscere la verità e di eseguirla, manca l’umore nell’anima per ricevere il calore che porta con sé la luce delle mie verità; questo calore non trovando l’umido per far germogliare e fecondare la verità, brucia di più e fa seccare il bene che può produrre. Succede come al sole, che quando non trova l’umido alle piante, il suo calore serve per seccare e bruciare la vita delle piante; ma se trova l’umido fa dei prodigi, perciò la verità è bella, è amabile, è la ristoratrice e fecondatrice delle anime, al suo calore e luce forma prodigi di sviluppo, di grazie e di santità, ma per chi ama di conoscerla per eseguirla; ma per chi non ama di eseguirla, la verità si burla di loro, invece di restare burlata”.
(5) Oltre di ciò, mentre scrivevo sentivo tale depressione di forza, lo facevo stentato, né mi sentivo imboccarmi le parole da Gesù per facilitarmi, né la pienezza della luce mentale che qual mare si fa nella mia mente, che debbo contentarmi di prendere poche gocce di luce per scriverle sulla carta, altrimenti se volessi mettere tutto, faccio come una persona che va nel mare e vorrebbe prendere tutta l’acqua del mare nella sua mano, per quanta ne prende tutta le sfugge, invece se prende poche gocce, può riuscire a portarle con sé. Sicché tutto era stento in me, nell’anima, nel corpo, in tutto. Onde sentendomi così male pensavo tra me: “Forse non è più Volontà di Dio che io scrivo, altrimenti mi avrebbe aiutato come le altre volte, invece è tanto lo stento, lo sforzo che debbo fare, che non posso andare avanti. Perciò se Gesù non lo vuole, neppure io lo voglio”. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:
(6) “Figlia mia, chi deve possedere il regno della mia Volontà, non solo la deve fare e deve vivere in Essa, ma deve sentire e soffrire ciò che sente e soffre la mia Volontà nelle anime; ciò che tu senti non è altro che la condizione in cui si trova nelle creature, come scorre stentata, quali sforzi non deve fare per soggiogare le creature per farle fare la sua Volontà, come la tengono repressa nella loro le tolgono il più bello della sua vita in loro, qual è la sua energia, la sua gioia, la sua forza, ed è costretta ad agire sotto la pressione di una volontà umana, malinconica, debole ed incostante. Oh! sotto a qual incubo pesante, amaro, schiacciante, tengono la mia Volontà le creature, non vuoi tu dunque prendere parte alle sue pene? Figlia mia, tu devi essere un tasto, che la mia Volontà qual suono vuol fare, tu devi prestarti a formare il suono che vuol fare e quando avrà formato in te tutti i suoni che Essa possiede: Suoni di gioia, di fortezza, di bontà, di dolore ecc. , la sua vittoria sarà completa d’aver formato in te il suo regno. Perciò pensa piuttosto che una suonata diversa e distinta che vuol fare in te, è un tasto di più che vuole aggiungere nell’anima tua, perché nel regno del Fiat Supremo vuol trovare tutte le note del concerto musicale della Patria Celeste, affinché neppure la musica manca nel regno suo”.