Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Essere amato da Dio, essere unito a Dio... Vivere in presenza di Dio, vivere per Dio: oh, bella vita... e bella morte... Tutto sotto lo sguardo di Dio, tutto con Dio, tutto per piacere a Dio... oh, quanto è bello! (Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney))

Liturgia delle Ore - Letture

Lunedi dell'Ottava di Pasqua

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 22

1Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua,2e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano come toglierlo di mezzo, poiché temevano il popolo.3Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici.4Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani.5Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro.6Egli fu d'accordo e cercava l'occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla.


7Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua.8Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: "Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare".9Gli chiesero: "Dove vuoi che la prepariamo?".10Ed egli rispose: "Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà11e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?12Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate".13Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua.

14Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui,15e disse: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione,16poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio".17E preso un calice, rese grazie e disse: "Prendetelo e distribuitelo tra voi,18poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio".

19Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me".20Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi".

21"Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola.22Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito!".23Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò.

24Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande.25Egli disse: "I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori.26Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve.27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.

28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove;29e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me,30perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele.

31Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano;32ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli".33E Pietro gli disse: "Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte".34Gli rispose: "Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi".

35Poi disse: "Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?". Risposero: "Nulla".36Ed egli soggiunse: "Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una.37Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: 'E fu annoverato tra i malfattori'. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine".38Ed essi dissero: "Signore, ecco qui due spade". Ma egli rispose "Basta!".

39Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono.40Giunto sul luogo, disse loro: "Pregate, per non entrare in tentazione".41Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava:42"Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà".43Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo.44In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra.45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza.46E disse loro: "Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione".

47Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo.48Gesù gli disse: "Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?".49Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: "Signore, dobbiamo colpire con la spada?".50E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro.51Ma Gesù intervenne dicendo: "Lasciate, basta così!". E toccandogli l'orecchio, lo guarì.52Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: "Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante?53Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre".

54Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano.55Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro.56Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: "Anche questi era con lui".57Ma egli negò dicendo: "Donna, non lo conosco!".58Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei di loro!". Ma Pietro rispose: "No, non lo sono!".59Passata circa un'ora, un altro insisteva: "In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo".60Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò.61Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte".62E, uscito, pianse amaramente.

63Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano,64lo bendavano e gli dicevano: "Indovina: chi ti ha colpito?".65E molti altri insulti dicevano contro di lui.

66Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero:67"Se tu sei il Cristo, diccelo". Gesù rispose: "Anche se ve lo dico, non mi crederete;68se vi interrogo, non mi risponderete.69Ma da questo momento starà 'il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio'".70Allora tutti esclamarono: "Tu dunque sei il Figlio di Dio?". Ed egli disse loro: "Lo dite voi stessi: io lo sono".71Risposero: "Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca".


Esodo 15

1Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:

"Voglio cantare in onore del Signore:
perché ha mirabilmente trionfato,
ha gettato in mare cavallo e cavaliere.
2Mia forza e mio canto è il Signore,
egli mi ha salvato.
È il mio Dio e lo voglio lodare,
è il Dio di mio padre e lo voglio esaltare!
3Il Signore è prode in guerra,
si chiama Signore.
4I carri del faraone e il suo esercito
ha gettato nel mare
e i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mare Rosso.
5Gli abissi li ricoprirono,
sprofondarono come pietra.

6La tua destra, Signore,
terribile per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il nemico;
7con sublime grandezza
abbatti i tuoi avversari,
scateni il tuo furore
che li divora come paglia.
8Al soffio della tua ira
si accumularono le acque,
si alzarono le onde come un argine,
si rappresero gli abissi
in fondo al mare.
9Il nemico aveva detto:
Inseguirò, raggiungerò,
spartirò il bottino,
se ne sazierà la mia brama;
sfodererò la spada,
li conquisterà la mia mano!
10Soffiasti con il tuo alito:
il mare li coprì,
sprofondarono come piombo
in acque profonde.
11Chi è come te fra gli dèi, Signore?
Chi è come te, maestoso in santità,
tremendo nelle imprese,
operatore di prodigi?
12Stendesti la destra:
la terra li inghiottì.
13Guidasti con il tuo favore
questo popolo che hai riscattato,
lo conducesti con forza
alla tua santa dimora.

14Hanno udito i popoli e tremano;
dolore incolse gli abitanti della Filistea.
15Già si spaventano i capi di Edom,
i potenti di Moab li prende il timore;
tremano tutti gli abitanti di Canaan.
16Piombano sopra di loro
la paura e il terrore;
per la potenza del tuo braccio
restano immobili come pietra,
finché sia passato il tuo popolo, Signore,
finché sia passato questo tuo popolo
che ti sei acquistato.

17Lo fai entrare e lo pianti
sul monte della tua eredità,
luogo che per tua sede,
Signore, hai preparato,
santuario che le tue mani,
Signore, hanno fondato.
18Il Signore regna in eterno e per sempre!".

19Quando infatti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri furono entrati nel mare, il Signore fece tornare sopra di essi le acque del mare, mentre gli Israeliti avevano camminato sull'asciutto in mezzo al mare.20Allora Maria, la profetessa, sorella di Aronne, prese in mano un timpano: dietro a lei uscirono le donne con i timpani, formando cori di danze.21Maria fece loro cantare il ritornello:

"Cantate al Signore
perché ha mirabilmente trionfato:
ha gettato in mare
cavallo e cavaliere!".

22Mosè fece levare l'accampamento di Israele dal Mare Rosso ed essi avanzarono verso il deserto di Sur. Camminarono tre giorni nel deserto e non trovarono acqua.23Arrivarono a Mara, ma non potevano bere le acque di Mara, perché erano amare. Per questo erano state chiamate Mara.24Allora il popolo mormorò contro Mosè: "Che berremo?".25Egli invocò il Signore, il quale gli indicò un legno. Lo gettò nell'acqua e l'acqua divenne dolce. In quel luogo il Signore impose al popolo una legge e un diritto; in quel luogo lo mise alla prova.26Disse: "Se tu ascolterai la voce del Signore tuo Dio e farai ciò che è retto ai suoi occhi, se tu presterai orecchio ai suoi ordini e osserverai tutte le sue leggi, io non t'infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il Signore, colui che ti guarisce!".27Poi arrivarono a Elim, dove sono dodici sorgenti di acqua e settanta palme. Qui si accamparono presso l'acqua.


Salmi 90

1'Preghiera. Di Mosè, uomo di Dio.'

Signore, tu sei stato per noi un rifugio
di generazione in generazione.
2Prima che nascessero i monti
e la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre tu sei, Dio.

3Tu fai ritornare l'uomo in polvere
e dici: "Ritornate, figli dell'uomo".
4Ai tuoi occhi, mille anni
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

5Li annienti: li sommergi nel sonno;
sono come l'erba che germoglia al mattino:
6al mattino fiorisce, germoglia,
alla sera è falciata e dissecca.

7Perché siamo distrutti dalla tua ira,
siamo atterriti dal tuo furore.
8Davanti a te poni le nostre colpe,
i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto.

9Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira,
finiamo i nostri anni come un soffio.
10Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
ma quasi tutti sono fatica, dolore;
passano presto e noi ci dileguiamo.
11Chi conosce l'impeto della tua ira,
tuo sdegno, con il timore a te dovuto?
12Insegnaci a contare i nostri giorni
e giungeremo alla sapienza del cuore.
13Volgiti, Signore; fino a quando?
Muoviti a pietà dei tuoi servi.
14Saziaci al mattino con la tua grazia:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
15Rendici la gioia per i giorni di afflizione,
per gli anni in cui abbiamo visto la sventura.

16Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e la tua gloria ai loro figli.
17Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:
rafforza per noi l'opera delle nostre mani,
l'opera delle nostre mani rafforza.


Salmi 69

1'Al maestro del coro. Su "I gigli". Di Davide.'

2Salvami, o Dio:
l'acqua mi giunge alla gola.
3Affondo nel fango e non ho sostegno;
sono caduto in acque profonde
e l'onda mi travolge.
4Sono sfinito dal gridare,
riarse sono le mie fauci;
i miei occhi si consumano
nell'attesa del mio Dio.
5Più numerosi dei capelli del mio capo
sono coloro che mi odiano senza ragione.
Sono potenti i nemici che mi calunniano:
quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?

6Dio, tu conosci la mia stoltezza
e le mie colpe non ti sono nascoste.
7Chi spera in te, a causa mia non sia confuso,
Signore, Dio degli eserciti;
per me non si vergogni
chi ti cerca, Dio d'Israele.

8Per te io sopporto l'insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
9sono un estraneo per i miei fratelli,
un forestiero per i figli di mia madre.

10Poiché mi divora lo zelo per la tua casa,
ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
11Mi sono estenuato nel digiuno
ed è stata per me un'infamia.

12Ho indossato come vestito un sacco
e sono diventato il loro scherno.
13Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
gli ubriachi mi dileggiavano.

14Ma io innalzo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi,
per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
15Salvami dal fango, che io non affondi,
liberami dai miei nemici
e dalle acque profonde.
16Non mi sommergano i flutti delle acque
e il vortice non mi travolga,
l'abisso non chiuda su di me la sua bocca.

17Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
18Non nascondere il volto al tuo servo,
sono in pericolo: presto, rispondimi.

19Avvicinati a me, riscattami,
salvami dai miei nemici.
20Tu conosci la mia infamia,
la mia vergogna e il mio disonore;
davanti a te sono tutti i miei nemici.
21L'insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno.
Ho atteso compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
22Hanno messo nel mio cibo veleno
e quando avevo sete mi hanno dato aceto.

23La loro tavola sia per essi un laccio,
una insidia i loro banchetti.
24Si offuschino i loro occhi, non vedano;
sfibra per sempre i loro fianchi.

25Riversa su di loro il tuo sdegno,
li raggiunga la tua ira ardente.
26La loro casa sia desolata,
senza abitanti la loro tenda;
27perché inseguono colui che hai percosso,
aggiungono dolore a chi tu hai ferito.
28Imputa loro colpa su colpa
e non ottengano la tua giustizia.
29Siano cancellati dal libro dei viventi
e tra i giusti non siano iscritti.

30Io sono infelice e sofferente;
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
31Loderò il nome di Dio con il canto,
lo esalterò con azioni di grazie,
32che il Signore gradirà più dei tori,
più dei giovenchi con corna e unghie.

33Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
34poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
35A lui acclamino i cieli e la terra,
i mari e quanto in essi si muove.

36Perché Dio salverà Sion,
ricostruirà le città di Giuda:
vi abiteranno e ne avranno il possesso.
37La stirpe dei suoi servi ne sarà erede,
e chi ama il suo nome vi porrà dimora.


Ezechiele 28

1Mi fu rivolta questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, parla al principe di Tiro: Dice il Signore Dio:

Poiché il tuo cuore si è insuperbito e hai detto:
Io sono un dio,
siedo su un seggio divino in mezzo ai mari,
mentre tu sei un uomo e non un dio,
hai uguagliato la tua mente a quella di Dio,
3ecco, tu sei più saggio di Daniele,
nessun segreto ti è nascosto.
4Con la tua saggezza e il tuo accorgimento
hai creato la tua potenza
e ammassato oro e argento nei tuoi scrigni;
5con la tua grande accortezza e i tuoi traffici
hai accresciuto le tue ricchezze
e per le tue ricchezze si è inorgoglito il tuo cuore.
6Perciò così dice il Signore Dio:
Poiché hai uguagliato la tua mente a quella di Dio,
7ecco, io manderò contro di te
i più feroci popoli stranieri;
snuderanno le spade contro la tua bella saggezza,
profaneranno il tuo splendore.
8Ti precipiteranno nella fossa e morirai
della morte degli uccisi in mezzo ai mari.
9Ripeterai ancora: "Io sono un dio",
di fronte ai tuo uccisori?
Ma sei un uomo e non un dio
in balìa di chi ti uccide.
10Della morte dei non circoncisi morirai
per mano di stranieri, perché io l'ho detto".
Oracolo del Signore Dio.

11Mi fu rivolta questa parola del Signore:12"Figlio dell'uomo, intona un lamento sul principe di Tiro e digli: Così dice il Signore Dio:

Tu eri un modello di perfezione,
pieno di sapienza,
perfetto in bellezza;
13in Eden, giardino di Dio,
tu eri coperto d'ogni pietra preziosa:
rubini, topazi, diamanti, crisòliti, ònici
e diaspri, zaffìri, carbonchi e smeraldi;
e d'oro era il lavoro dei tuoi castoni e delle tue legature,
preparato nel giorno in cui fosti creato.
14Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa;
io ti posi sul monte santo di Dio
e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.
15Perfetto tu eri nella tua condotta,
da quando sei stato creato,
finché fu trovata in te l'iniquità.
16Crescendo i tuoi commerci
ti sei riempito di violenza e di peccati;
io ti ho scacciato dal monte di Dio
e ti ho fatto perire, cherubino protettore,
in mezzo alle pietre di fuoco.
17Il tuo cuore si era inorgoglito per la tua bellezza,
la tua saggezza si era corrotta
a causa del tuo splendore:
ti ho gettato a terra
e ti ho posto davanti ai re che ti vedano.
18Con la gravità dei tuoi delitti,
con la disonestà del tuo commercio
hai profanato i tuoi santuari;
perciò in mezzo a te ho fatto sprigionare un fuoco
per divorarti.
Ti ho ridotto in cenere sulla terra
sotto gli occhi di quanti ti guardano.
19Quanti fra i popoli ti hanno conosciuto
sono rimasti attoniti per te,
sei divenuto oggetto di terrore, finito per sempre".

20Mi fu rivolta questa parola del Signore:21"Figlio dell'uomo, volgiti verso Sidòne e profetizza contro di essa:22Annunziale: Dice il Signore Dio:

Eccomi contro di te, Sidòne,
e mostrerò la mia gloria in mezzo a te.
Si saprà che io sono il Signore
quando farò giustizia di te
e manifesterò la mia santità.
23Manderò contro di essa la peste
e il sangue scorrerà per le sue vie:
cadranno in essa i trafitti di spada
e questa da ogni parte graverà;
e sapranno che io sono il Signore.

24Non ci sarà più per gli Israeliti un aculeo pungente, una spina dolorosa tra tutti i suoi vicini che la disprezzano: sapranno che io sono il Signore".
25Così dice il Signore Dio; "Quando avrò radunato gli Israeliti di mezzo ai popoli fra i quali sono dispersi, io manifesterò in essi la mia santità davanti alle genti: abiteranno il paese che diedi al mio servo Giacobbe,26vi abiteranno tranquilli, costruiranno case e pianteranno vigne; vi abiteranno tranquilli, quando avrò eseguito i miei giudizi su tutti coloro che intorno li disprezzano: e sapranno che io sono il Signore loro Dio".


Seconda lettera di Pietro 1

1Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte con noi la stessa preziosa fede per la giustizia del nostro Dio e salvatore Gesù Cristo:2grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza nella conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro.

3La sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza.4Con queste ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina, essendo sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.5Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza,6alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà,7alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità.8Se queste cose si trovano in abbondanza in voi, non vi lasceranno oziosi né senza frutto per la conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo.9Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, dimentico di essere stato purificato dai suoi antichi peccati.10Quindi, fratelli, cercate di render sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione. Se farete questo non inciamperete mai.11Così infatti vi sarà ampiamente aperto l'ingresso nel regno eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo.

12Perciò penso di rammentarvi sempre queste cose, benché le sappiate e stiate saldi nella verità che possedete.13Io credo giusto, finché sono in questa tenda del corpo, di tenervi desti con le mie esortazioni,14sapendo che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come mi ha fatto intendere anche il Signore nostro Gesù Cristo.15E procurerò che anche dopo la mia partenza voi abbiate a ricordarvi di queste cose.

16Infatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza.17Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto".18Questa voce noi l'abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte.19E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori.20Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione,21poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio.


Capitolo IX: La mancanza di ogni conforto

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1. Non è difficile disprezzare il conforto umano, quando abbiamo quello che viene da Dio. Ma è cosa difficile assai saper sopportare la mancanza, sia del conforto umano sia del conforto divino, saper accettare volonterosamente di soffrire, per amore di Dio, la solitudine del cuore, e senza guardare i propri meriti. Che c'è di straordinario se sei pieno di santa gioia, quando scende su di te la grazia divina? E', questo, un momento che è nel desiderio di tutti. Galoppa leggero chi è sostenuto dalla grazia. Che c'è di strabiliante se non sente fatica colui che è sostenuto dall'Onnipotente ed è condotto dalla somma guida? Di buona voglia e prontamente accettiamo un po' d'aiuto; difficilmente uno se la cava da solo. Il santo martire Lorenzo seppe staccarsi da questo mondo, persino dall'amato suo sacerdote, giacché egli disprezzò ogni cosa che gli apparisse cara quaggiù. Egli giunse a sopportare con dolcezza che gli fosse tolto Sisto, sommo sacerdote di Dio, che egli amava sopra ogni cosa. Per amore del Creatore egli, dunque, superò l'amore verso un uomo; di fronte a un conforto umano preferì la volontà di Dio. Così impara anche tu ad abbandonare, per amore di Dio, qualche intimo e caro amico; e non sentire come cosa intollerabile se vieni abbandonato da un amico, ben sapendo che, alla fine, tutti dobbiamo separarci, l'uno dall'altro. Grande e lunga è la lotta che l'uomo deve fare dentro di sé, per riuscire a superare se stesso e a porre in Dio tutto il proprio cuore. Colui che pretende di bastare a se stesso va molto facilmente alla ricerca di consolazioni umane. Colui invece che ama veramente Cristo e segue volenterosamente la via della virtù non scende a tali consolazioni: egli non cerca le dolcezze esteriori , ma cerca piuttosto di sopportare grandi prove e dure fatiche per amore di Cristo.  

2. Quando, dunque, Dio ti dà una consolazione spirituale, accoglila con gratitudine. Ma comprendi bene che si tratta di un dono che ti viene da Dio, non di qualcosa che risponda a un tuo merito. Per tale dono non devi gonfiarti o esaltarti, né presumere vanamente di te; al contrario, per tale dono, devi farti più umile, più prudente e più timorato in tutte le tue azioni, giacché passerà quel momento e verrà poi la tentazione. Quando poi ti sarà tolta quella consolazione, non disperare subitamente, ma aspetta con umiltà e pazienza di essere visitato dall'alto: Dio può ridarti una consolazione più grande. Non è, questa, cosa nuova né strana, per coloro che conoscono la via di Dio; questo alterno ritmo si ebbe frequentemente nei grandi santi e negli antichi profeti. Ecco la ragione per la quale, mentre la grazia era presso di lui, quello esclamava: "Nella pienezza dissi: così starò in eterno" (Sal 29,7); poi, allontanatasi la grazia, avendo esperimentato la sua interiore condizione, aggiungeva: "togliesti, o Dio, da me la tua faccia e sono pieno di tristezza" (Sal 29,8). Tuttavia quegli frattanto non disperava, ma pregava Iddio più insistentemente, dicendo: "A te, Signore, innalzerò la mia voce, innalzerò la mia preghiera al mio Dio"(Sal 29,9). Ricavava alla fine il frutto della sua orazione, e proclamava di essere stato esaudito, con queste parole: "Il Signore mi udì ed ebbe misericordia di me; il Signore è venuto in mio soccorso" (Sal 29,11). Come? "Mutasti - disse - il mio pianto in gioia, e mi circondasti di letizia" (Sal 29,12). Poiché così avvenne per i grandi santi, noi deboli e poveri, non dobbiamo disperarci, se siamo ora ferventi, ora tiepidi; ché lo spirito viene e se ne parte, a suo piacimento. E' per questo che il santo Giobbe diceva: "Lo visiti alla prima luce, ma tosto lo metti alla prova" (Gb 7,18).

3. Su che cosa posso io fare affidamento, in chi posso io confidare? Soltanto nella grande misericordia divina e nella speranza della grazia celeste. Persone amanti del bene, che mi stiano vicine, devoti confratelli, amici fedeli, libri edificanti ed eccellenti trattati, dolcezza di canti e di inni: anche se avessi tutte queste cose, poco mi aiuterebbero e avrebbero per me ben poco sapore, quando io fossi abbandonato dalla grazia e lasciato nella mia miseria. Allora, il rimedio più efficace sta nel saper attendere con pazienza, sprofondandosi nella volontà di Dio. Non ho mai trovato un uomo che avesse devozione e pietà tanto grandi da non sentire talvolta venir meno la grazia o da non avvertire un affievolimento del suo fervore. Non ci fu mai un santo rapito così in alto e così illuminato, da non subire, prima o poi, la tentazione. Infatti, chi non è provato da qualche tribolazione non è degno di una profonda contemplazione di Dio. Ché la tentazione di oggi è segno di una divina consolazione di domani; la quale viene, appunto, promessa a coloro che sono stati provati dalla tentazione. A colui che avrà vinto, dice, "concederò di mangiare dell'albero della vita" (Ap 2,7). In effetti, la consolazione divina viene data affinché l'uomo sia più forte nel sostenere le avversità; poi viene la tentazione, affinché egli non si insuperbisca di quello stato di consolazione. Non dorme il diavolo, e la carne non è ancor morta. Perciò non devi smettere mai di prepararti alla lotta, perché da ogni parte ci sono nemici, che non si danno riposo.


DISCORSO 341 SUL TRIPLICE ASPETTO DI CRISTO RIVELATO DALLE SCRITTURE CONTRO GLI ARIANI

Discorsi - Sant'Agostino

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Tre aspetti di Cristo nelle Scritture.

1. 1. Il Signore nostro Gesù Cristo, o fratelli, per quanto noi abbiamo potuto scorgere nelle Pagine sante, (e cioè) quando è annunziato nella Legge e nei Profeti o nelle Lettere degli Apostoli o quando si mostra per la fede nei fatti storici che conosciamo dal Vangelo, lo si vede e così lo si proclama in tre modi. Il primo modo è in quanto Dio, per quella divinità per cui è uguale e coeterno al Padre, prima dell'assunzione della natura umana. Il secondo modo è in quanto, assunta la natura umana, si legge e si intende che lo stesso che è Dio è anche uomo, e lo stesso che è uomo è anche Dio, e, per questa straordinaria caratteristica di superiorità, non resta al livello degli uomini, ma è mediatore e capo della Chiesa. Il terzo modo è quello, in un certo senso, del Cristo totale nella pienezza della Chiesa, cioè in quanto Capo e Corpo secondo quell'uomo perfetto 1 in cui ognuno di noi è membro. Questa connotazione di Cristo si predica ai credenti e si propone come oggetto di speculazione ai sapienti. Non possiamo, in tanto breve tempo, passare in rassegna né spiegare tutte le documentazioni scritturali che avallano questa triplice connotazione di Cristo, tuttavia non possiamo lasciare queste affermazioni senza prova. Data, almeno in parte, qualche testimonianza, sarà poi affare vostro cercare e trovare nelle Scritture le altre che qui, per la ristrettezza del tempo, non possiamo ricordare.

Primo aspetto: Cristo Verbo.

2. 2. Per quanto si attiene alla prima maniera di presentare il Signor nostro Gesù Cristo Salvatore, unico Figlio di Dio, ad opera del quale furono fatte tutte le cose, vi si ricollega quel famoso, splendido passo del Vangelo secondo Giovanni: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutte le cose per mezzo di lui furono fatte, e senza di lui nulla fu fatto. Ciò che è stato fatto in lui era la vita; e la vita era la luce degli uomini; e la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno accolta 2. Mirabili e stupende parole queste, che vanno accolte ancor prima di essere penetrate a fondo. Quando vi si pone davanti una pietanza [accade] che l'uno ne prenda una parte e l'altro un'altra; a tutti lo stesso cibo, non ad ognuno interamente tutto il cibo. Così ora un certo cibo e una certa bevanda di parole sono posti davanti alle vostre orecchie e tutto il discorso giunge a tutti. Forse, quando parlo io, succede che uno si prenda una sillaba e l'altro un'altra, l'uno una parola e l'altro un'altra? Se fosse così dovrei dire tante parole quanti sono gli uomini che vedo, perché a ognuno giunga almeno una parola. Ma io, di parole, facilmente ne dico di più di quanti sono gli uomini qui adunati, eppure tutte nel loro insieme giungono a tutti. La parola dell'uomo dunque non si divide in sillabe perché tutti la possano udire e si [dovrebbe forse] dividere in parti il Verbo di Dio perché sia in ogni luogo? [Possiamo forse presumere] fratelli, di paragonare in qualche modo queste nostre parole che suonano e passano a quel Verbo perenne senza mutamento? Io stesso perché ora ne ho parlato, ho forse fatto un tale paragone? Ho voluto comunque farvi pensare che quello che Dio mostra nelle cose materiali vi può essere utile per credere quello che ancora non sapete scorgere nelle parole spirituali. Ma passiamo ad esempi più validi: le parole infatti risuonano e passano. Entrando nel campo dei concetti, provate a pensare alla giustizia. Supposto che uno si trovi in Occidente e pensi alla giustizia, egli vi pensa nella sua totalità, proprio come uno che si trova in Oriente. L'uno e l'altro la vedono completa. Vedere infatti la giustizia come principio a cui attenersi nell'azione è condizione per agire con giustizia. Come uno la vede interiormente, così in conformità agisce all'esterno. Ma come farebbe a vederla se essa non fosse presente nell'interno? Per il fatto che egli si trova in un determinato luogo, si potrà dire che lì egli non possa essere partecipe del pensiero di un altro [che si trova in un luogo diverso]? Quando tu, posto qui [materialmente], vedi col pensiero ciò che un altro in un altro lontanissimo luogo ugualmente vede col pensiero, e tutto ti appare nella sua completezza e così a lui, ebbene, poiché le realtà spirituali e divine sono ovunque nella loro completezza, puoi credere allora che il Verbo è totalmente nel Padre ed è totalmente nell'incarnazione. Questo devi credere del Verbo di Dio, che è Dio presso Dio.

Secondo aspetto: Cristo Dio e uomo.

3. 3. Ma ecco ora un altro aspetto, un altro modo di presentare Cristo, un altro [aspetto] che la Scrittura fa palese. Ciò che ho detto finora riguarda Cristo prima dell'incarnazione. Ora ascolta quello che proclama la Scrittura: Il Verbo si è fatto carne ed ha dimorato fra noi 3. Se tacesse sull'umanità del Verbo inutilmente ci parlerebbe della sua divinità colui che ha scritto: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutte le cose per mezzo di lui furono fatte e senza di lui nulla fu fatto 4. Perché io veda un giorno quella divinità, è venuto qui a vivere con me; per darmi la purificazione necessaria a quella contemplazione, è venuto a soccorrere la mia debolezza. Si è fatto uomo prendendo dalla natura umana la stessa natura umana. A chi giaceva ferito sulla via venne in aiuto col " giumento " della carne 5, per formare e far crescere la nostra fede debole con il sacramento della sua incarnazione; per rendere limpido il nostro intelletto a vedere quella divinità che non ha mai perduto. Ha incominciato infatti ad essere uomo ma non ha mai cessato di essere Dio. Dunque questo ci è insegnato riguardo al Signore nostro Gesù Cristo in quanto mediatore, in quanto capo della Chiesa, perché egli è Dio-Uomo e Uomo-Dio, così come dice Giovanni: Il Verbo si è fatto carne ed ha dimorato fra noi.

Cristo presentato in ambedue i modi dall'Apostolo.

3. 4. L'uno e l'altro di questi aspetti di Cristo li trovate in quel notissimo capitolo dell'apostolo Paolo [dove] dice [di lui che]: Sussistendo in forma di Dio non reputò una usurpazione l'essere uguale a Dio 6. Il che equivale a dire: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio 7. Come potrebbe l'Apostolo dire: Non considerò un'usurpazione essere uguale a Dio, se a Dio non fosse uguale? Se poi il Padre è Dio ed egli non è Dio, come sarebbe uguale? In corrispondenza a quanto dice [Giovanni] che il Verbo era Dio, abbiamo in Paolo questo passo: Non giudicò un'usurpazione essere uguale a Dio, e come l'uno diceva: Il Verbo si è fatto carne e ha dimorato tra noi 8, l'altro, parallelamente, spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo 9. Fate attenzione. Disse che spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo proprio perché si è fatto uomo, perché il Verbo si è fatto carne e ha dimorato tra noi. E che cosa è questo " si spogliò "? Non perse la divinità, ma si rivestì dell'umanità, mostrando agli uomini ciò che non aveva prima di farsi uomo. Apparendo in questo aspetto si spogliò: tenendo nascosto l'alto grado della sua maestà e mettendo in vista la carne, vestito della sua umanità. Egli è Mediatore e Capo della Chiesa per il fatto che si è annientato assumendo la forma di servo. Non dice: " Assumendo la forma di Dio ". Parlandosi della forma di Dio [Paolo] non usa il verbo " assumere ", ma dice: Pur sussistendo in forma di Dio non giudicò un'usurpazione l'essere uguale a Dio. E invece, quando giunge a parlare della condizione del servo, dice: Assumendo la forma di servo. Per questo è Mediatore e Capo della Chiesa e per lui ci riconciliamo con Dio, per il mistero dell'umiltà, della passione, della risurrezione, dell'ascensione e del giudizio futuro per cui si potranno udire le due ben note realtà future sebbene Dio abbia parlato una volta sola 10. Quando si potranno udire? Quando renderà a ciascuno secondo le sue opere 11.

Guardarsi dall'eresia ariana. La provocazione della scienza.

4. 5. Tenendo ben ferma questa dottrina, non stupitevi che vi siano tra gli uomini delle controversie, che si diffondono insidiosamente, come una cancrena, dice l'Apostolo 12. Ma voi state all'erta su ciò che ascoltate e salvaguardate la purezza della vostra [anima], come se foste stati fidanzati, dall'amico dello sposo, all'unico sposo, vergine casta da offrire a Cristo. La vostra verginità sia nella vostra anima. La verginità fisica è di pochi, nella Chiesa. La verginità dell'anima è richiesta invece a tutti i fedeli. E` questa la verginità che il serpente vuole corrompere e a proposito di lui dice l'Apostolo: Vi ho fidanzati a un solo sposo per presentarvi a Cristo quale vergine casta. E temo che, come il serpente con la sua astuzia sedusse Eva, così i vostri sensi si lascino corrompere, deviando dalla sincerità e dalla purezza che è in Cristo 13. I vostri sensi sono le vostre menti. Questa è l'interpretazione più rispondente perché s'intendono per sensi anche quelli del corpo, il senso della vista, dell'udito, dell'olfatto, del gusto, del tatto. Quello che l'Apostolo temeva si corrompesse è la nostra mente, dove risiede l'integrità della fede. Orsù, anima, conserva la tua verginità, che si dovrà poi fecondare nell'amplesso del tuo sposo. Munite di spine le vostre orecchie, come è stato scritto 14. Alcuni fratelli deboli sono stati turbati dalla questione degli Ariani, ma per misericordia del Signore la fede cattolica ha vinto. Egli infatti non ha abbandonato la sua Chiesa e se ha lasciato che fosse temporaneamente turbata, lo ha fatto perché stesse sempre in rapporto di supplica con lui e da lui fosse rinsaldata come su ferma roccia. Ma il serpente sibila ancora, non si rassegna a tacere. Cerca, con una certa qual promessa di scienza, di estromettere l'uomo dal paradiso che è la Chiesa, per non lasciarlo ritornare a quel paradiso dal quale il primo uomo venne estromesso.

Satana agisce ora nella Chiesa come una volta nel paradiso terrestre. Il Figlio in quanto Dio uguale al Padre, in quanto servo minore.

5. 6. Cercate di capire, fratelli. Quello che avvenne in quel paradiso, oggi ancora si verifica nella Chiesa. Nessuno ci induca ad uscire da questo paradiso. Basta che ne siamo usciti una volta. Almeno dopo quell'esperienza, emendiamoci. Il serpente è sempre lo stesso: suggerisce disonestà ed empietà. [Può capitare che] prometta l'impunità, come l'ha promessa là, dicendo: Voi non morirete mai 15. Tali suggerimenti egli insinua per far vivere male i cristiani oggi. " Forse che Dio - dice - farà perire tutti? Forse condannerà tutti? Dio afferma: Sì, condannerò, ma anche perdonerò a quelli che cambieranno vita. Mutino il loro comportamento. Muterò le mie minacce ". Chi mormora insidiosamente è sempre lui, [il serpente], e dice: " Guarda, c'è un passo dove sta scritto: Il Padre è maggiore di me 16 e tu dici che è uguale al Padre? ". Io accetto il passo che tu riferisci, ma ne accetto anche un altro, perché due ne leggo. Il fatto è che tu ne accetti uno solo e l'altro lo rifiuti, mentre li puoi leggere con me, l'uno e l'altro. L'espressione: Il Padre è maggiore di me certo che l'accetto, non da te, ma dal Vangelo. E tu accetta dall'Apostolo l'altra espressione, che il Figlio è uguale al Padre. Uniscile, l'una e l'altra. Accórdale l'una con l'altra. Chi ha parlato per bocca di Giovanni nel Vangelo, ha parlato per mezzo di Paolo nell'Epistola. Dio non può contraddirsi. Ma tu non vuoi capire la concordanza della Scrittura. Tu ami fare questioni. " Ma io - dici - ho la mia prova nel Vangelo [dove è scritto]: Il Padre è maggiore di me ". Ma anch'io ho nel Vangelo la prova [lì dove dice]: Io e il Padre siamo una cosa sola 17. In che modo può essere vera l'una cosa e l'altra? In che modo c'insegna l'Apostolo [che]: Io e il Padre siamo una cosa sola? [Ce lo spiega così:] Egli, avendo forma di Dio, non reputò una usurpazione la sua uguaglianza a Dio. Ascolta ancora: Il Padre è maggiore di me. Ma spogliò se stesso prendendo forma di servo 18. Ecco, io ti ho mostrato in che senso il Padre è più grande: tu mostrami in che cosa [il Figlio] non è uguale. Perché noi leggiamo l'una cosa e l'altra. E` minore del Padre in quanto Figlio dell'uomo, è uguale al Padre in quanto Figlio di Dio, perché il Verbo era Dio. Il Mediatore è Dio e uomo: come Dio uguale al Padre, come uomo minore del Padre; è dunque insieme uguale e minore: uguale nella forma di Dio minore, nella forma di servo. Dimmi dunque com'è uguale e insieme minore, se forse in una parte uguale e in un'altra minore. Ecco, eccettuato il fatto di aver assunto la carne, mostrami dov'è uguale e dove minore. Voglio vedere come farai a dimostrarmelo.

Il Figlio di Dio prima dell'incarnazione non è in alcun modo minore del Padre.

6. 7. Pensare secondo la carne, badate, è stolta empietà. E` stato scritto che: Pensare secondo la carne è morte 19. Férmati qui. Io prescindo per il momento dal resto e neppure parlo ancora della incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo, unico Figlio di Dio, ma, come se non fosse ancora avvenuta questa incarnazione che è avvenuta, medito con te queste parole: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio 20. Considero insieme con te anche quest'altro passo: Lui, avendo forma di Dio non reputò un'usurpazione la sua uguaglianza con Dio 21. Mostrami dunque qui dove, dei due, uno può essere più grande e uno più piccolo. Che ne dici? Vorresti forse dividere Dio secondo diverse qualità, cioè determinate maniere di essere corporali o animali, quelle in cui noi possiamo scorgere delle differenze? Secondo natura potrei parlare così, ma Dio sa che così voi non potete capire. Dunque, tornando al discorso precedente, prima che il Verbo assumesse la carne, prima che si facesse carne e abitasse tra noi, mostrami dove è minore, dove è uguale al Padre. Forse che Dio può essere differenziato per cui il Figlio per un verso gli è minore e per un altro uguale? Come se, presi in esame determinati corpi, dicessimo che uno è uguale all'altro in lunghezza ma inferiore in forza. Spesso infatti si danno due corpi uguali per statura, ma riguardo alla forza uno superiore, l'altro inferiore. Vorremmo pensare che Dio e il Figlio sono come corpi? Lo vorremmo pensare di Colui che fu completo in Maria, completo nel Padre, completo nella natura umana e completo sopra agli spiriti angelici? Allontani Dio tali pensieri dal cuore dei cristiani. Su questa strada potresti arrivare a dire: Uguali in altezza e in forza, diversi di colore. Ma il colore non c'è se non nelle realtà fisiche. In lui c'è invece luce di sapienza. Próvati a dirmi il colore della giustizia. Dal momento che le realtà spirituali non hanno colore, tu a Dio non daresti tali attributi se avessi sul viso il colore della vergogna.

Identità tra Figlio e Padre.

6. 8. Che mi dirai, dunque? Forse che in quanto a potenza sono uguali, ma che il Figlio è minore in sapienza? Dio sarebbe ingiusto se avesse dato a una minore sapienza un uguale potere. Se poi sono uguali in sapienza ma il Figlio è minore in potenza, Dio sarebbe stato geloso comunicando una potenza minore a una uguale sapienza. In Dio tutti gli attributi non sono che una identica realtà. Non c'è in lui la potenza in modo distinto dalla sapienza o la fortezza in modo distinto dalla giustizia e dalla castità. Quando parli di uno qualunque di questi attributi di Dio, non puoi intendere che siano differenziati e nulla del resto si può dire in modo appropriato. Questo modo di parlare si addice piuttosto alle anime, in cui la luce divina penetra in modo particolare e le investe secondo le qualità proprie di ciascuna, così come questa nostra luce visibile illumina i corpi fisici: se scompare la luce, tutti i corpi hanno lo stesso colore, o, meglio, nessun colore. Quando la luce arriva e illumina i corpi, per quanto essa sia una sola, li colora in diverse maniere, secondo le loro diverse proprietà. Allo stesso modo ricevono impressione le anime che sono sotto la benefica influenza di una luce che da nulla è influenzata e prendono forma da chi non riceve forma da altri.

La giustizia di Dio: insufficiente espressione umana.

7. 9. Tuttavia, o fratelli, noi usiamo tali espressioni riguardo a Dio solo perché non ne troviamo di migliori. Do a Dio l'attributo di giusto perché, tra le parole umane, non ne trovo una migliore. Ma lui è oltre la giustizia. E` detto nelle Scritture: Dio è giusto e ama la giustizia 22. Nelle Scritture si legge anche che Dio si pente 23, che Dio non sa 24. Cose da inorridire. Come può Dio non sapere, Dio pentirsi? Tuttavia salutarmente la Scrittura è scesa a questo livello di espressioni, che ti fanno orrore, proprio perché così tu non pensi che siano definite in modo adeguato quelle realtà che reputi grandi. " Ma allora - mi puoi domandare - che cosa si può dire di Dio in modo adeguato? ". Uno potrebbe risponderti che, appunto, Dio è giusto. Ma un altro, che va più a fondo, ti direbbe che questa espressione è al di sotto della sua maestà e che così ci si esprime impropriamente riguardo a Dio, ma piuttosto in modo conforme al livello umano. Se uno si appoggia alle Scritture perché lì è scritto: Il Signore è giusto, si può controbattere a ragione che nelle Scritture si trova anche l'espressione che Dio si pente. E poiché è chiaro che il pentirsi non va inteso nel senso comune, nel senso riferito agli uomini che si pentono, così bisogna convenire che l'espressione " giusto " non è applicabile alla suprema grandezza di Dio. E tuttavia la Scrittura fa bene ad usare un tale linguaggio perché, attraverso queste inadeguate parole, l'animo sia gradatamente portato al livello di ciò che non si può esprimere. Tu dici: Dio giusto. Ma cerca di pensare a qualcosa che sia oltre la giustizia, così come sei solito pensarla nell'uomo. " Eppure - tu mi dici - le Scritture hanno proprio detto: giusto ". Ma esse hanno anche detto che Dio si pente, che non sa, cose che non osi ripetere. Orbene, come hai capito che quelle espressioni, che esiti a pronunciare, sono motivate dal basso livello della tua comprensione, così anche queste altre, che consideri superiori, sono dette per un'intelligenza che abbia una consistenza maggiore. Chi poi riesce a trascendere questi concetti e comincia a pensare, per quanto è concesso all'uomo, qualcosa di adeguato riguardo a Dio, troverà, per lodarlo, solo il silenzio delle parole, nella voce inesprimibile del cuore.

Il Figlio è totalmente uguale al Padre.

8. 10. Dunque, fratelli, poiché in Dio potenza e giustizia sono la stessa cosa (qualunque attributo tu gli conferisca, tu di lui dici sempre la stessa cosa e va da sé che non è mai nulla di adeguato) non puoi dire che il Figlio è uguale al Padre per la giustizia e non per la potenza, o sì per la potenza e no per la scienza. L'uguaglianza su di un punto postula l'uguaglianza su tutto; tutti gli attributi che gli dài sono equivalenti, hanno lo stesso valore. Mi basta dunque che tu ammetta di non poter dire in che modo il Figlio è diverso dal Padre se non ammettendo una differenziazione nella sostanza stessa di Dio. E se la supponi, sei fuori dalla verità e non ti accosti a quel santuario divino dove si scorge il vero in pura chiarità. Poiché non puoi parlare di uguaglianza da una parte e di disuguaglianza dall'altra, perché in Dio non vi sono parti, non puoi dire che per un aspetto è uguale e per un altro è disuguale perché in Dio non vi sono qualità differenti, non puoi affermare [del Figlio] che è uguale, se non intendendo totalmente uguale. Ne consegue che non puoi dire di lui che è inferiore se non in quanto assunse la condizione di servo. Abbiate, fratelli, sempre a mente questa verità: se accettate nelle Scritture un determinato principio, la luce stessa di questo principio vi chiarirà tutte le cose. Secondo quanto si è detto, ovunque troverete che il Figlio è uguale al Padre, dovete ritenere tale uguaglianza riguardo alla natura divina. Lo riterrete inferiore solo secondo la forma, che assunse, di servo. Questo trova riscontro nella Scrittura, lì dove è detto: Io sono colui che sono, e ancora: Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe 25. Così avrete compreso quello che egli è nella sua natura e nella sua misericordia. Penso di aver detto abbastanza del modo in cui il nostro Signore Gesù Cristo, Salvatore nostro, Capo della Chiesa mediatore nostro, per mezzo del quale ci riconciliamo con Dio, si presenta nelle Scritture come Dio e come uomo.

Terzo aspetto: il Cristo totale capo e corpo.

9. 11. C'è una terza maniera in cui il Cristo totale può essere presentato: in quanto Chiesa, come capo e insieme come corpo. Infatti capo e corpo sono l'unico Cristo; non perché senza corpo non sia intero, ma perché si è degnato di essere totalmente con noi Colui che, anche senza di noi, è completo; non solo in quanto è Verbo, Figlio unigenito uguale al Padre, ma anche nella sua stessa umanità che assunse e con la quale è, insieme, Dio e uomo. Resta da stabilire, fratelli, in qual modo noi siamo il suo corpo e lui, con noi, l'unico Cristo. Dove troviamo che l'unico Cristo è capo e corpo, vale a dire corpo col suo capo? In Isaia la sposa con il suo sposo parlano come se fossero una persona sola, al singolare. E` uno solo che parla, e state attenti a cosa dice: Come a uno sposo mi cinse il diadema. Mi adornò di gioielli come una sposa 26. Come sposo e sposa. La stessa persona è chiamata sposo in quanto capo, è chiamata sposa in quanto corpo. Sembrano due e invece sono uno. Altrimenti in che modo saremmo membra di Cristo? L'Apostolo si esprime molto chiaramente: Voi siete il corpo di Cristo e sue membra 27. Tutti insieme siamo membra e corpo di Cristo: non solo noi che ci troviamo qui in questo luogo, ma tutti su tutta la terra. E non solo noi che viviamo in questo tempo, ma che dire? dal giusto Abele sino alla fine del mondo, fino a quando ci sarà generazione umana. Qualsiasi giusto faccia il suo passaggio in questa vita, tutta l'umanità presente e non solo di questo luogo, e tutta l'umanità futura, tutti formano l'unico corpo di Cristo e ciascuno ne è membro. Se dunque tutti ne formano il corpo e i singoli sono le membra, è lui il capo di questo corpo. Egli è - dice l'Apostolo - il capo del corpo, cioè della Chiesa, il primogenito, colui che tiene il primato su tutte le cose 28. E poiché di lui dice ancora che è capo di ogni principato e di ogni potestà 29, è chiaro che questa Chiesa, ora pellegrina, si salda a quella Chiesa celeste dove abbiamo gli angeli come concittadini, ai quali noi saremo pari dopo la risurrezione dei corpi: una uguaglianza che ci arrogheremmo con impudenza se la Verità stessa non ce l'avesse assicurato: Saranno uguali agli angeli di Dio 30; e ci sarà una sola Chiesa, la città del grande Re.

Cristo e Chiesa sono l'unico Cristo.

10. 12. Concludendo, dunque, Cristo nelle Scritture è presentato talvolta in modo da far capire che è il Verbo, uguale al Padre, talvolta che è il Mediatore: Il Verbo si è fatto carne, per abitare tra noi 31; o come quando si dice che quell'Unigenito, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, non reputò una usurpazione la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo... facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce 32. Talvolta infine Cristo è presentato in modo da far capire che è insieme capo e corpo: lo dice chiaramente lo stesso Apostolo quando [commenta] ciò che è detto del marito e della moglie nel libro della Genesi: I due diventeranno una sola carne 33. Seguiamolo mentre commenta perché non sembri che azzardiamo congetture nostre. Saranno - dice - i due una carne sola. E aggiunge: Questo mistero è grande. E per non lasciar credere che ci si riferisca all'unione dei due sessi secondo natura, aggiunge: Io parlo in rapporto a Cristo e alla Chiesa 34. Va sempre riferito a Cristo e alla Chiesa ciò che è detto nel passo: I due formeranno una carne sola, pertanto non sono più due ma una carne sola 35. Lo stesso rapporto che c'è tra sposo e sposa c'è tra capo e corpo perché il capo della moglie è il marito. Sia che dica capo e corpo, sia che dica sposo e sposa, intendetelo riferito ad uno solo. Per queste ragioni lo stesso Apostolo, quando era ancora Saulo, si sentì dire: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? 36. Perché il corpo è attaccato al capo. E quando quel predicatore di Cristo dovette subire dagli altri le persecuzioni che egli ad altri aveva inflitto, diceva: Per completare nel mio corpo ciò che manca alle sofferenze di Cristo 37, mostrando così che la sua sofferenza apparteneva alle sofferenze di Cristo. [Queste parole] non vanno intese come riferite al capo che, ormai in cielo, non patisce nulla, ma al corpo, cioè alla Chiesa, corpo che col suo capo è l'unico Cristo.

La sposa di Cristo sia senza macchia e ruga.

11. 13. Mostratevi dunque corpo degno di tale capo, sposa degna di tale sposo. Quel capo non può avere se non un corpo degno di lui né un tal marito una sposa che non sia degna di lui. Per farsela comparire - dice San Paolo - davanti, la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile 38. Questa è la sposa di Cristo, senza macchia né ruga. Non vuoi avere macchia? Fa' come è scritto: Lavatevi, purificatevi, togliete le cattiverie dai vostri cuori 39. Non vuoi avere ruga? Prostenditi in croce. Non basta infatti soltanto purificarsi, bisogna prostendersi in croce per essere senza macchia e senza ruga. Mediante la purificazione si portano via i peccati, mediante il prostendersi in croce si realizza il desiderio della vita eterna per cui Cristo si è lasciato crocifiggere. Ascolta ciò che dice lo stesso Paolo, una volta purificato: Ci ha fatto salvi non per merito di opere giuste compiute da noi, ma in forza della sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione 40. Ascolta ancora lui disteso sulla croce : Dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per conseguire il premio a cui Dio mi ha chiamato in Cristo Gesù 41.

 


1 - Cf. Ef 4, 13.

2 - Gv 1, 1-5.

3 - Gv 1, 14.

4 - Gv 1, 1-3.

5 - Cf. Lc 10, 30-37.

6 - Fil 2, 6.

7 - Gv 1, 1.

8 - Gv 1, 14.

9 - Fil 2, 7.

10 - Cf. Sal 61, 12.

11 - Mt 16, 27.

12 - Cf 2 Tm 2, 17.

13 - 2 Cor 11, 2-3.

14 - Cf. Sir 28, 28.

15 - Gn 3, 4.

16 - Gv 14, 28.

17 - Gv 10, 30.

18 - Fil 2, 6. 7.

19 - Rm 8, 6.

20 - Gv 1, 1-2.

21 - Fil 2, 6.

22 - Sal 10, 8.

23 - Cf. Gn 6, 7.

24 - Cf. Gn 18, 21.

25 - Es 3, 14-16.

26 - Is 61, 10.

27 - 1 Cor 12, 27.

28 - Col 1, 18.

29 - Col 2, 10.

30 - Lc 20, 36.

31 - Gv 1, 14.

32 - Fil 2, 6-8.

33 - Gn 2, 24.

34 - Ef 5, 31-32.

35 - Mt 19, 5-6.

36 - At 9, 4.

37 - Col 1, 24.

38 - Ef 5, 27.

39 - Is 1, 16.

40 - Tt 3, 5.

41 - Fil 3, 13-14.


Capitolo LVI: Rinnegare se stessi e imitare Cristo nella croce

Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis

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1. O figlio, tu potrai trasmutarti in me, a misura che riuscirai ad uscire da te stesso. Ché l'intimo oblio di se stessi congiunge a Dio, come la mancanza di desideri esterni porta la pace interiore. Io voglio che tu apprenda a rinnegare pienamente te stesso, in adesione alla mia volontà, senza obiezioni, senza lamentele. "Seguimi" (Mt 9,9). "Io sono la via, la verità e la vita" (Gv 14,6). Senza la via non si cammina; senza la verità non si conosce; senza la vita non si vive. Io sono la via che devi seguire; la verità cui devi credere; la vita che devi sperare. Io sono la via che non si deve lasciare, la verità che non sbaglia, la vita che non ha termine. Io sono la via diritta, la verità ultima, la vita eterna, beata, increata. "Se rimarrai nella mia via, conoscerai la verità e la verità ti farà libero" (Gv 8,32); così raggiungerai la vita eterna. "Vuoi entrare nella vita? Osserva i comandamenti" (Mt 19,17). Vuoi conoscere la verità? Chiedi a me. "Vuoi essere perfetto? Vendi ogni tua cosa" (Mt 19,21). Vuoi essere mio discepolo? Rinnega te stesso (cfr Lc 9,23; 14,27; Mt 16,24). Vuoi avere la vita eterna? Disprezza la vita presente. Vuoi essere esaltato in cielo? Umiliati in questo mondo. Vuoi regnare con me? Con me porta la croce. Soltanto quelli che si fanno servi della croce trovano la via della beatitudine e della vera luce.

2. O Signore Gesù, dura fu la tua vita, e disprezzata dagli uomini; fa' che io ti possa imitare, disprezzato dal mondo, giacché "il servo non è da più del suo padrone, né il discepolo è da più del maestro" (Mt 10,24). Che il tuo servo si addestri alla scuola della vita, perché in essa sta la mia salvezza e la vera santità; qualunque cosa io legga o ascolti, fuori di essa, non mi ristora e non mi allieta pienamente. Figlio, tutte queste cose le conosci e le hai lette; sarai beato se le metterai in pratica. "Chi ha dinanzi agli occhi i miei comandamenti, e li osserva, questi mi ama; e io l'amerò, mi manifesterò a lui" (Gv 24,21) e lo farò sedere con me nel regno del Padre mio (Ap 3,21). O Signore Gesù, come hai detto e hai promesso, così sia fatto veramente, e a me sia dato di meritarlo. Ho ricevuto la croce, l'ho ricevuta dalla tua mano; la porterò, la porterò fino alla morte, come tu me l'hai posta sulle spalle. In verità la vita di un santo monaco è la croce; ma la croce è guida al paradiso. Abbiamo cominciato; non ci è lecito tornare indietro, né lasciare ciò che abbiamo intrapreso. Via, o fratelli, procediamo insieme: Gesù sarà con noi. Abbiamo preso questa croce per amore di Gesù; per amore di Gesù perseveriamo nella croce. Colui che ci guida e ci precede sarà il nostro aiuto. Ecco, il nostro re camminare avanti a noi; "egli combatterà per noi" (2Esd 4,20). Seguiamolo con animo virile; che nessuno abbia paura, né si lasci atterrire; che noi siamo pronti a morire coraggiosamente nella lotta; che non abbiamo a gravare il nostro buon nome con una delittuosa fuga (1Mac 9,10) dinanzi alla croce.


7-42 Settembre 12, 1906 Dove non c’è Dio, non vi può essere né fermezza, né vero bene.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Stavo pensando sul mio stato, che ora tutto pare pace, amore, che niente mi turba, che tutto è buono, niente è peccato; dicevo fra me stessa: “Che sarà se nel punto della mia morte si muterà la scena e vedrò il rovescio di questo, cioè che tutte le cose mi turberanno, e tutto ciò che ho fatto sarà stato una catena di mali”. Mentre ciò pensavo mi ha detto:

(2) “Figlia mia, pare che ti vuoi turbare per forza e togliermi il mio continuo riposo in te. Credi tu che è cosa tua la pazienza, la costanza, la pace di questo tuo stato, oppure frutto e grazia di chi abita in te? Solo Io posseggo questi doni, e dalla costanza, pace e pazienza puoi conoscere chi è che opera in te. Perché quando è la natura o il demonio, l’anima si sente dominata da continui cambiamenti, sicché ora si sente di un’umore, ora di un’altro, ora tutta pazienza, ora tutta stizzosa; insomma, la poverina è sbattuta come una canna da un vento gagliardo. Ah! figlia mia, dove non c’è Dio, non vi può essere né fermezza, né vero bene, perciò non voler più turbare il mio ed il tuo riposo. Ed invece sii più riconoscente”.