Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 5 giugno 2025 - San Bonifacio (Letture di oggi)

Chi deride le cose spirituali e le persone religiose, dà  segni di spirito diabolico. (Massime di perfezione cristiana)

Liturgia delle Ore - Letture

Giovedi della 5° settimana del tempo di Quaresima

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 10

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.2Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.3Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;4non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.5In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,9curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite:11Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino.12Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
13Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere.14Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
15E tu, Cafàrnao,

'sarai innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi sarai precipitata!'

16Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato".

17I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome".18Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore.19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli".

21In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto.22Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare".

23E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.24Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono".

25Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?".26Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?".27Costui rispose: "'Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza' e con tutta la tua mente e 'il prossimo tuo come te stesso'".28E Gesù: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai".

29Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?".30Gesù riprese:
"Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.32Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.35Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.36Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?".37Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' lo stesso".

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.39Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola;40Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti".41Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose,42ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".


Genesi 26

1Venne una carestia nel paese oltre la prima che era avvenuta ai tempi di Abramo, e Isacco andò a Gerar presso Abimèlech, re dei Filistei.2Gli apparve il Signore e gli disse: "Non scendere in Egitto, abita nel paese che io ti indicherò.3Rimani in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché a te e alla tua discendenza io concederò tutti questi territori, e manterrò il giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre.4Renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo e concederò alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le nazioni della terra saranno benedette per la tua discendenza;5per il fatto che Abramo ha obbedito alla mia voce e ha osservato ciò che io gli avevo prescritto: i miei comandamenti, le mie istituzioni e le mie leggi".
6Così Isacco dimorò in Gerar.7Gli uomini del luogo lo interrogarono intorno alla moglie ed egli disse: "È mia sorella"; infatti aveva timore di dire: "È mia moglie", pensando che gli uomini del luogo lo uccidessero per causa di Rebecca, che era di bell'aspetto.
8Era là da molto tempo, quando Abimèlech, re dei Filistei, si affacciò alla finestra e vide Isacco scherzare con la propria moglie Rebecca.9Abimèlech chiamò Isacco e disse: "Sicuramente essa è tua moglie. E perché tu hai detto: È mia sorella?". Gli rispose Isacco: "Perché mi son detto: io non muoia per causa di lei!".10Riprese Abimèlech: "Che ci hai fatto? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie e tu attirassi su di noi una colpa".11Abimèlech diede quest'ordine a tutto il popolo: "Chi tocca questo uomo o la sua moglie sarà messo a morte!".
12Poi Isacco fece una semina in quel paese e raccolse quell'anno il centuplo. Il Signore infatti lo aveva benedetto.13E l'uomo divenne ricco e crebbe tanto in ricchezze fino a divenire ricchissimo:14possedeva greggi di piccolo e di grosso bestiame e numerosi schiavi e i Filistei cominciarono ad invidiarlo.
15Tutti i pozzi che avevano scavati i servi di suo padre ai tempi del padre Abramo, i Filistei li avevano turati riempiendoli di terra.16Abimèlech disse ad Isacco: "Vàttene via da noi, perché tu sei molto più potente di noi".17Isacco andò via di là, si accampò sul torrente di Gerar e vi si stabilì.18Isacco tornò a scavare i pozzi d'acqua, che avevano scavati i servi di suo padre, Abramo, e che i Filistei avevano turati dopo la morte di Abramo, e li chiamò come li aveva chiamati suo padre.19I servi di Isacco scavarono poi nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva.20Ma i pastori di Gerar litigarono con i pastori di Isacco, dicendo: "L'acqua è nostra!".
Allora egli chiamò Esech il pozzo, perché quelli avevano litigato con lui.21Scavarono un altro pozzo, ma quelli litigarono anche per questo ed egli lo chiamò Sitna.22Allora si mosse di là e scavò un altro pozzo, per il quale non litigarono; allora egli lo chiamò Recobòt e disse: "Ora il Signore ci ha dato spazio libero perché noi prosperiamo nel paese".23Di là andò a Bersabea.24E in quella notte gli apparve il Signore e disse:

"Io sono il Dio di Abramo, tuo padre;
non temere perché io sono con te.
Ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza
per amore di Abramo, mio servo".

25Allora egli costruì in quel luogo un altare e invocò il nome del Signore; lì piantò la tenda. E i servi di Isacco scavarono un pozzo.
26Intanto Abimèlech da Gerar era andato da lui, insieme con Acuzzat, suo amico, e Picol, capo del suo esercito.27Isacco disse loro: "Perché siete venuti da me, mentre voi mi odiate e mi avete scacciato da voi?".28Gli risposero: "Abbiamo visto che il Signore è con te e abbiamo detto: vi sia un giuramento tra di noi, tra noi e te, e concludiamo un'alleanza con te:29tu non ci farai alcun male, come noi non ti abbiamo toccato e non ti abbiamo fatto se non il bene e ti abbiamo lasciato andare in pace. Tu sei ora un uomo benedetto dal Signore".30Allora imbandì loro un convito e mangiarono e bevvero.31Alzatisi di buon mattino, si prestarono giuramento l'un l'altro, poi Isacco li congedò e partirono da lui in pace.32Proprio in quel giorno arrivarono i servi di Isacco e lo informarono a proposito del pozzo che avevano scavato e gli dissero: "Abbiamo trovato l'acqua".33Allora egli lo chiamò Sibea: per questo la città si chiama Bersabea fino ad oggi.
34Quando Esaù ebbe quarant'anni, prese in moglie Giudit, figlia di Beeri l'Hittita, e Basemat, figlia di Elon l'Hittita.35Esse furono causa d'intima amarezza per Isacco e per Rebecca.


Salmi 124

1'Canto delle ascensioni. Di Davide.'

Se il Signore non fosse stato con noi,
- lo dica Israele -
2se il Signore non fosse stato con noi,
quando uomini ci assalirono,
3ci avrebbero inghiottiti vivi,
nel furore della loro ira.
4Le acque ci avrebbero travolti;
un torrente ci avrebbe sommersi,
5ci avrebbero travolti
acque impetuose.

6Sia benedetto il Signore,
che non ci ha lasciati,
in preda ai loro denti.
7Noi siamo stati liberati come un uccello
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.

8Il nostro aiuto è nel nome del Signore
che ha fatto cielo e terra.


Salmi 37

1'Di Davide.'

Alef. Non adirarti contro gli empi
non invidiare i malfattori.
2Come fieno presto appassiranno,
cadranno come erba del prato.

3Bet. Confida nel Signore e fa' il bene;
abita la terra e vivi con fede.
4Cerca la gioia del Signore,
esaudirà i desideri del tuo cuore.

5Ghimel. Manifesta al Signore la tua via,
confida in lui: compirà la sua opera;
6farà brillare come luce la tua giustizia,
come il meriggio il tuo diritto.

7Dalet. Sta' in silenzio davanti al Signore e spera in lui;
non irritarti per chi ha successo,
per l'uomo che trama insidie.
8He. Desisti dall'ira e deponi lo sdegno,
non irritarti: faresti del male,
9poiché i malvagi saranno sterminati,
ma chi spera nel Signore possederà la terra.

10Vau. Ancora un poco e l'empio scompare,
cerchi il suo posto e più non lo trovi.
11I miti invece possederanno la terra
e godranno di una grande pace.

12Zain. L'empio trama contro il giusto,
contro di lui digrigna i denti.
13Ma il Signore ride dell'empio,
perché vede arrivare il suo giorno.

14Het. Gli empi sfoderano la spada
e tendono l'arco
per abbattere il misero e l'indigente,
per uccidere chi cammina sulla retta via.
15La loro spada raggiungerà il loro cuore
e i loro archi si spezzeranno.

16Tet. Il poco del giusto è cosa migliore
dell'abbondanza degli empi;
17perché le braccia degli empi saranno spezzate,
ma il Signore è il sostegno dei giusti.

18Iod. Conosce il Signore la vita dei buoni,
la loro eredità durerà per sempre.
19Non saranno confusi nel tempo della sventura
e nei giorni della fame saranno saziati.

20Caf. Poiché gli empi periranno,
i nemici del Signore appassiranno
come lo splendore dei prati,
tutti come fumo svaniranno.
21Lamed. L'empio prende in prestito e non restituisce,
ma il giusto ha compassione e dà in dono.

22Chi è benedetto da Dio possederà la terra,
ma chi è maledetto sarà sterminato.
23Mem. Il Signore fa sicuri i passi dell'uomo
e segue con amore il suo cammino.
24Se cade, non rimane a terra,
perché il Signore lo tiene per mano.

25Nun. Sono stato fanciullo e ora sono vecchio,
non ho mai visto il giusto abbandonato
né i suoi figli mendicare il pane.
26Egli ha sempre compassione e dà in prestito,
per questo la sua stirpe è benedetta.

27Samech. Sta' lontano dal male e fa' il bene,
e avrai sempre una casa.
28Perché il Signore ama la giustizia
e non abbandona i suoi fedeli;
Ain. gli empi saranno distrutti per sempre
e la loro stirpe sarà sterminata.
29I giusti possederanno la terra
e la abiteranno per sempre.

30Pe. La bocca del giusto proclama la sapienza,
e la sua lingua esprime la giustizia;
31la legge del suo Dio è nel suo cuore,
i suoi passi non vacilleranno.
32L'empio spia il giusto
e cerca di farlo morire.
33Il Signore non lo abbandona alla sua mano,
nel giudizio non lo lascia condannare.

34Kof. Spera nel Signore e segui la sua via:
ti esalterà e tu possederai la terra
e vedrai lo sterminio degli empi.
35Res. Ho visto l'empio trionfante
ergersi come cedro rigoglioso;
36sono passato e più non c'era,
l'ho cercato e più non si è trovato.

37Sin. Osserva il giusto e vedi l'uomo retto,
l'uomo di pace avrà una discendenza.
38Ma tutti i peccatori saranno distrutti,
la discendenza degli empi sarà sterminata.
39Tau. La salvezza dei giusti viene dal Signore,
nel tempo dell'angoscia è loro difesa;
40il Signore viene in loro aiuto e li scampa,
li libera dagli empi e dà loro salvezza,
perché in lui si sono rifugiati.


Lamentazioni 3

1Io sono l'uomo che ha provato la miseria
sotto la sferza della sua ira.
2Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare
nelle tenebre e non nella luce.
3Solo contro di me egli ha volto e rivolto
la sua mano tutto il giorno.
4Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle,
ha rotto le mie ossa.
5Ha costruito sopra di me, mi ha circondato
di veleno e di affanno.
6Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi
come i morti da lungo tempo.
7Mi ha costruito un muro tutt'intorno,
perché non potessi più uscire;
ha reso pesanti le mie catene.
8Anche se grido e invoco aiuto,
egli soffoca la mia preghiera.
9Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra,
ha ostruito i miei sentieri.
10Egli era per me un orso in agguato,
un leone in luoghi nascosti.
11Seminando di spine la mia via, mi ha lacerato,
mi ha reso desolato.
12Ha teso l'arco, mi ha posto
come bersaglio alle sue saette.
13Ha conficcato nei miei fianchi
le frecce della sua faretra.
14Son diventato lo scherno di tutti i popoli,
la loro canzone d'ogni giorno.
15Mi ha saziato con erbe amare,
mi ha dissetato con assenzio.
16Mi ha spezzato con la sabbia i denti,
mi ha steso nella polvere.
17Son rimasto lontano dalla pace,
ho dimenticato il benessere.
18E dico: "È sparita la mia gloria,
la speranza che mi veniva dal Signore".
19Il ricordo della mia miseria e del mio vagare
è come assenzio e veleno.
20Ben se ne ricorda e si accascia
dentro di me la mia anima.
21Questo intendo richiamare alla mia mente,
e per questo voglio riprendere speranza.
22Le misericordie del Signore non sono finite,
non è esaurita la sua compassione;
23esse son rinnovate ogni mattina,
grande è la sua fedeltà.
24"Mia parte è il Signore - io esclamo -
per questo in lui voglio sperare".
25Buono è il Signore con chi spera in lui,
con l'anima che lo cerca.
26È bene aspettare in silenzio
la salvezza del Signore.
27È bene per l'uomo portare
il giogo fin dalla giovinezza.
28Sieda costui solitario e resti in silenzio,
poiché egli glielo ha imposto;
29cacci nella polvere la bocca,
forse c'è ancora speranza;
30porga a chi lo percuote la sua guancia,
si sazi di umiliazioni.
31Poiché il Signore non rigetta mai...
32Ma, se affligge, avrà anche pietà
secondo la sua grande misericordia.
33Poiché contro il suo desiderio egli umilia
e affligge i figli dell'uomo.
34Quando schiacciano sotto i loro piedi
tutti i prigionieri del paese,
35quando falsano i diritti di un uomo
in presenza dell'Altissimo,
36quando fan torto a un altro in una causa,
forse non vede il Signore tutto ciò?
37Chi mai ha parlato e la sua parola si è avverata,
senza che il Signore lo avesse comandato?
38Dalla bocca dell'Altissimo non procedono forse
le sventure e il bene?
39Perché si rammarica un essere vivente,
un uomo, per i castighi dei suoi peccati?
40"Esaminiamo la nostra condotta e scrutiamola,
ritorniamo al Signore.
41Innalziamo i nostri cuori al di sopra delle mani,
verso Dio nei cieli.
42Abbiamo peccato e siamo stati ribelli;
tu non ci hai perdonato.
43Ti sei avvolto nell'ira e ci hai perseguitati,
hai ucciso senza pietà.
44Ti sei avvolto in una nube,
così che la supplica non giungesse fino a te.
45Ci hai ridotti a spazzatura e rifiuto
in mezzo ai popoli.
46Han spalancato la bocca contro di noi
tutti i nostri nemici.
47Terrore e trabocchetto sono la nostra sorte,
desolazione e rovina".
48Rivoli di lacrime scorrono dai miei occhi,
per la rovina della figlia del mio popolo.
49Il mio occhio piange senza sosta
perché non ha pace
50finché non guardi e non veda il Signore dal cielo.
51Il mio occhio mi tormenta
per tutte le figlie della mia città.
52Mi han dato la caccia come a un passero
coloro che mi son nemici senza ragione.
53Mi han chiuso vivo nella fossa
e han gettato pietre su di me.
54Son salite le acque fin sopra il mio capo;
io dissi: "È finita per me".
55Ho invocato il tuo nome, o Signore,
dalla fossa profonda.
56Tu hai udito la mia voce: "Non chiudere
l'orecchio al mio sfogo".
57Tu eri vicino quando ti invocavo,
hai detto: "Non temere!".
58Tu hai difeso, Signore, la mia causa,
hai riscattato la mia vita.
59Hai visto, o Signore, il torto che ho patito,
difendi il mio diritto!
60Hai visto tutte le loro vendette,
tutte le loro trame contro di me.
61Hai udito, Signore, i loro insulti,
tutte le loro trame contro di me,
62i discorsi dei miei oppositori e le loro ostilità
contro di me tutto il giorno.
63Osserva quando siedono e quando si alzano;
io sono la loro beffarda canzone.
64Rendi loro il contraccambio, o Signore,
secondo l'opera delle loro mani.
65Rendili duri di cuore,
la tua maledizione su di loro!
66Perseguitali nell'ira e distruggili
sotto il cielo, Signore.


Lettera ai Galati 5

1Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.2Ecco, io Paolo vi dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà nulla.3E dichiaro ancora una volta a chiunque si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare tutta quanta la legge.4Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella legge; siete decaduti dalla grazia.5Noi infatti per virtù dello Spirito, attendiamo dalla fede la giustificazione che speriamo.6Poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione, ma la fede che opera per mezzo della carità.
7Correvate così bene; chi vi ha tagliato la strada che non obbedite più alla verità?8Questa persuasione non viene sicuramente da colui che vi chiama!9Un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta.10Io sono fiducioso per voi nel Signore che non penserete diversamente; ma chi vi turba, subirà la sua condanna, chiunque egli sia.11Quanto a me, fratelli, se io predico ancora la circoncisione, perché sono tuttora perseguitato? È dunque annullato lo scandalo della croce?12Dovrebbero farsi mutilare coloro che vi turbano.

13Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri.14Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: 'amerai il prossimo tuo come te stesso'.15Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!
16Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne;17la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
18Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge.19Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio,20idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni,21invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio.22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé;23contro queste cose non c'è legge.
24Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri.25Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.26Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.


Capitolo XLIII: Contro l’inutile scienza di questo mondo

Leggilo nella Biblioteca

1. Figlio, non ti smuovano i ragionamenti umani, per quanto eleganti e profondi; ché "il regno di Dio non consiste nei discorsi, ma nelle virtù" (1Cor 4,20). Guarda alle mie parole; esse infiammano i cuori e illuminano le menti; conducono al pentimento e infondono molteplice consolazione. Che tu non legga mai neppure una parola al fine di poter apparire più dotto e più sapiente. Attendi, invece, alla mortificazione dei vizi; cosa che ti gioverà assai più che essere a conoscenza di molti difficili problemi. Per quanto tu abbia molto studiato ed appreso, dovrai sempre tornare al principio primo. Sono io "che insegno all'uomo la sapienza" (Sal 93,10); sono io che concedo ai piccoli una conoscenza più chiara di quella che possa essere impartita dall'uomo. Colui per il quale sono io a parlare, avrà d'un tratto la sapienza e progredirà assai nello spirito. Guai a coloro che vanno ricercando presso gli uomini molte strane nozioni, e poco si preoccupano di quale sia la strada del servizio a me dovuto. Verrà il tempo in cui apparirà il maestro dei maestri, Cristo signore degli angeli, ad ascoltare quel che ciascuno ha da dire, cioè ad esaminare la coscienza di ognuno. Allora Gerusalemme sarà giudicata in gran luce (Sof 1,12). Allora ciò che si nascondeva nelle tenebre apparirà in piena chiarezza; allora verrà meno ogni ragionamento fatto di sole parole.

2. Sono io che innalzo la mente umile, così da farle comprendere i molti fondamenti della verità eterna; più che se uno avesse studiato a scuola per dieci anni. Sono io che insegno, senza parole sonanti, senza complicazione di opinioni diverse, senza contrapposizione di argomenti; senza solennità di cattedra. Sono io che insegno a disprezzare le cose terrene, a rifuggire da ciò che è contingente e a cercare l'eterno; inoltre, a rifuggire dagli onori, a sopportare le offese, a riporre ogni speranza in me, a non desiderare nulla all'infuori di me e ad amarmi con ardore, al di sopra di ogni cosa. In verità ci fu chi, solo con il profondo amore verso di me, apprese le cose di Dio; e le sue parole erano meravigliose. Abbandonando ogni cosa, egli aveva imparato assai più che applicandosi a sottili disquisizioni. Ad alcuni rivolgo parole valevoli per tutti; ad altri rivolgo parole particolari. Ad alcuni appaio con la mite luce di figurazioni simboliche, ad altri rivelo i misteri con grande fulgore. La voce dei libri è una sola, e non plasma tutti in egual modo. Io, invece, che sono maestro interiore, anzi la verità stessa, io che scruto i cuori e comprendo i pensieri e muovo le azioni degli uomini, vado distribuendo a ciascuno secondo che ritengo giusto.


DISCORSO 85 SULLE PAROLE DEL VANGELO DI MT 19, 17-25: "SE VUOI ENTRARE NELLA VITA, OSSERVA I COMANDAMENTI" ECC.

Discorsi - Sant'Agostino

Leggilo nella Biblioteca

Osservare i comandamenti per meritare la vita.

1. 1. Il brano del Vangelo che poc'anzi è risonato alle nostre orecchie richiede piuttosto chi l'ascolti e lo metta in pratica anziché uno che lo spieghi. Che c'è più chiaro di queste parole di luce: Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti 1? Che cosa devo dire allora? Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti. Chi c'è che non vorrebbe la vita? e tuttavia chi è che vorrebbe osservare i comandamenti? Se non vuoi osservare i comandamenti, perché cerchi la vita? Se tu sei pigro nel fare il bene, perché ti affretti a ricevere il premio? Quel giovinetto ricco aveva affermato d'aver osservato i comandamenti, ma si sentì dire precetti più elevati: Se vuoi essere perfetto, ti manca una sola cosa; va' a vendere tutto quello che hai e ciò che ricaverai dallo ai poveri, poiché non lo perderai, ma avrai un tesoro nel cielo. Poi vieni e seguimi 2. Che cosa infatti potrebbe giovarti, se lo facessi e poi non mi seguissi? Ma quello se ne andò triste e mesto, come avete sentito, poiché aveva molte ricchezze. Ciò che sentì quel giovane, l'abbiamo sentito anche noi. La bocca di Cristo è il Vangelo. Egli siede in cielo, ma non cessa di parlare sulla terra. Cerchiamo di non essere sordi: poiché egli parla con voce potente. Cerchiamo di non essere come dei morti, poiché la sua voce è un tuono. Se non vuoi osservare i precetti più difficili, osserva quelli meno difficili. Se i più difficili sono per te un peso gravoso; prendi su di te almeno i più facili. Perché sei pigro rispetto agli uni e agli altri? Perché ti ribelli agli uni e agli altri? I più difficili sono: Vendi tutto ciò che hai, e da' il ricavato ai poveri; poi vieni e seguimi 3. I più facili sono: Non uccidere; non commettere adulterio; non cercare falsa testimonianza; non rubare; onora tuo padre e tua madre; ama il prossimo tuo come te stesso 4. Metti in pratica questi. Perché grido verso di te di vendere i tuoi beni dal momento che non posso costringerti a non rubare i beni altrui? Hai sentito: Non rubare, e tu invece rubi. Davanti a sì gran giudice non ti ritengo più un ladro ma un predone. Abbiti riguardo, abbi pietà di te stesso. La vita presente ti dà ancora una dilazione; non rigettare la correzione. Sei stato ladro ieri, non esserlo anche oggi. Forse lo sei stato anche oggi, non esserlo domani. Poni termine una buona volta al male e come premio esigi il bene. Vuoi avere i beni e tu non vuoi essere buono: la tua vita è in contraddizione con i tuoi desideri. Se è un gran bene avere una buona casa di campagna, quanto gran male è avere un'anima cattiva?.

I ricchi si salvano difficilmente.

2. 2. Il ricco se ne andò via rattristato, e il Signore disse: Quanto è difficile che un ricco entri nel regno dei cieli! 5. E dopo aver fatto vedere con una similitudine quanto è difficile, dimostrò ch'è tanto difficile che è assolutamente impossibile. Ora tutto ciò ch'è impossibile è difficile, ma, non tutto ciò ch'è difficile è impossibile. Come sia difficile, fa' attenzione alla similitudine: Io vi assicuro che è più facile per un cammello passare per la cruna d'un ago, che per un ricco entrare nel regno dei cieli 6. Che un cammello passi per la cruna d'un ago! Se avesse affermato ciò d'una pulce, sarebbe lo stesso una cosa impossibile. I discepoli per conseguenza all'udire ciò rimasero rattristati e dissero: Se è così, chi mai potrà salvarsi? 7 chi dei ricchi? Voi, poveri, ascoltate Cristo; parlo al popolo di Dio. Molti siete poveri: almeno voi apprendete; e comunque ascoltate. Chi tra voi si vanta della povertà, si guardi dalla superbia per non essere superato da chi è ricco ma umile: si guardi dalla mancanza di fede per non essere superato da chi è ricco ed ha spirito di fede; si guardi dall'ubriachezza per non esser vinto da chi è ricco e sobrio. Voi non dovete vantarvi della povertà se quelli non devono vantarsi della ricchezza.

La superbia tarlo della ricchezza.

3. 3. Ascoltino i ricchi, se tuttavia qui ce ne sono; ascoltino l'Apostolo: Raccomanda ai ricchi di questo mondo - poiché ci sono ricchi dell'altro mondo: i poveri sono i ricchi dell'altro mondo, i ricchi dell'altro mondo sono gli Apostoli, i quali dicevano: Rassomigliamo a gente che non ha nulla eppure possiede tutto 8. Perché sappiate di quali ricchi egli parla, aggiunge di questo mondo. Ascoltino dunque l'Apostolo i ricchi di questo mondo: Ai ricchi di questo mondo - dice - raccomanda di non essere superbi 9. Il primo tarlo roditore della ricchezza è la superbia. È un tarlo dannoso, rode ogni cosa e manda tutto in rovina. Raccomanda quindi loro di non essere superbi e non riporre la loro speranza nella ricchezza insicura 10, perché uno per caso non si addormenti ricco e si alzi povero. Raccomanda di non riporre la speranza nelle ricchezze insicure - sono parole dell'Apostolo - ma nel Dio vivente.Il ladro ti potrà portar via l'oro, ma chi potrà toglierti Dio? Che cosa ha un ricco, se non ha Dio? Che cosa non ha il povero, se possiede Dio? [Raccomanda di] non riporre la speranza nella ricchezza - dice - ma nel Dio vivente, il quale ci dà tutto in abbondanza, perché ne possiamo godere 11, e con tutto il resto dà anche se stesso.

Che fare con le ricchezze.

3. 4. Se dunque non devono riporre la speranza nelle ricchezze e non far conto su di esse, ma confidare nel Dio vivente, che cosa devono fare con le ricchezze? Ascolta che cosa devono fare: Siano ricchi di opere buone 12. Che significa questo? Spiegacelo, o Apostolo. Molti infatti non vogliono capire quello che non vogliono fare. Spiegacelo, o Apostolo: non dare occasione di compiere cattive azioni a causa dell'oscurità della tua espressione. Dicci perché hai detto: Siano ricchi d'opere buone. Ascoltino e comprendano: non sia loro permesso di scusarsi, ma piuttosto accusino se stessi e ripetano ciò che abbiamo udito poc'anzi nel salmo: Poiché io riconosco il mio peccato 13. Di' tu che significa: Siano ricchi d'opere buone. Significa: "Diano generosamente".

4. 4. Che significa: Diano generosamente? Forse non si comprende nemmeno questo? Diano generosamente, mettano in comune i loro beni 14. Tu hai ciò che non ha un altro: partecipalo agli altri, affinché anche tu possa essere fatto partecipe di altri beni. Partecipa i tuoi beni quaggiù e parteciperai ai beni dell'altra vita. Partecipa quaggiù il tuo pane e lassù riceverai un altro pane. Quale pane tu dài quaggiù? Quello che raccogli con sudore e fatica a causa della maledizione del primo uomo. Quale pane avrai nell'altra vita? Colui che ha detto: Io sono il pane, quello vivente, disceso dal cielo 15. Da un lato sei ricco, da un altro sei povero. Possiedi l'oro, ma non hai ancora Cristo presente nel tuo cuore. Distribuisci quel che hai per ricevere quel che non hai. Siano ricchi di opere buone, siano generosi nel dare e mettano in comune i loro beni 16.

Quanto distribuire ai poveri.

4. 5. Dovranno allora perdere tutte le loro sostanze? Ne facciano parte agli altri, dice, non: "Diano tutto". Tengano per sé quanto basta, tengano pure più di quanto basta. Diamone una parte. Quale parte? Una decima parte. Davano la decima gli scribi e i farisei. Vergogniamoci, fratelli. Davano le decime coloro per i quali Cristo non aveva ancora versato il suo sangue. Davano le decime gli scribi e i farisei, perché tu non debba pensare di compiere chissà quale grande azione perché dividi col povero il tuo pane, mentre ciò è appena un millesimo delle tue sostanze. Eppure non ti rimprovero: fa' almeno ciò. Ho tanta sete, tanta fame che mi accontento di queste briciole. Non tacerò tuttavia ciò che ha detto da vivo Colui ch'è morto per noi: Se la vostra giustizia non sarà più grande di quella degli scribi e dei farisei - è detto - non entrerete nel regno dei cieli 17. Egli non ci accarezza; è medico e arriva nel vivo: Se la vostra giustizia non sarà più grande di quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Gli scribi e i farisei davano le decime. Che vuol dire? Interrogate voi stessi. Vedete voi che cosa fate, quanto distribuite del vostro, che cosa date, che cosa lasciate per voi, che cosa spendete in elemosine, che cosa riservate per appagare le vostre passioni sregolate. Ebbene: Siano generosi nel dare, mettano in comune quel che possiedono per prepararsi in tal modo un tesoro sicuro per l'avvenire, per ottenere la vera vita 18.

I poveri devono frenare le cupidigie.

5. 6. Ho ammonito i ricchi; ora ascoltate voi, poveri. Voi, ricchi, date; voi, poveri, non rubate. Voi, ricchi, distribuite i vostri beni; voi, poveri, frenate le vostre cupidigie. Voi, poveri, dovete ascoltare il medesimo Apostolo: È certamente un gran guadagno. Il guadagno è l'acquisto d'un lucro. È certamente un gran guadagno - dice - la pietà unita alla sufficienza 19. In comune con i ricchi voi avete il mondo, ma non avete in comune con i ricchi la casa; avete però in comune il cielo e la luce. Cercate la sufficienza, cercate quanto vi basti, non il di più. Tutto il resto appesantisce, non solleva, è di onere non di onore: È un gran guadagno la pietà unita alla sufficienza. Innanzi tutto la pietà. La pietà è il culto di Dio. La pietà, unita alla sufficienza. Poiché in questo mondo non abbiamo portato nulla 20. Hai forse portato qualcosa in questo mondo? Ma neppure voi, ricchi, avete portato nulla. Tutto lo avete trovato qui; siete nati nudi come i poveri. Avete in comune la debolezza del corpo, in comune i vagiti, testimoni delle miserie. Poiché nulla abbiamo portato in questo mondo (lo dice ai poveri), ma non possiamo nemmeno portar via nulla. Quando abbiamo da mangiare e da vestirci, dobbiamo accontentarci. Poiché quelli che vogliono diventare ricchi 21 <...> Coloro che vogliono diventarlo, non: "Coloro che già lo sono". Quelli che lo sono, lo siano pure! Hanno sentito ciò che li riguarda, che siano cioè ricchi d'opere buone, generosi nel dare, mettano in comune.

6. 6. Hanno udito i ricchi. Udite adesso voi che non lo siete ancora. Quelli che vogliono diventar ricchi cadono nelle tentazioni e nella trappola di molti desideri disastrosi 22. Non avete paura? Sentite il seguito. I quali fanno precipitare gli uomini nella rovina e nella perdizione. Non hai paura? L'avarizia è infatti la radice di tutti i mali 23. L'avarizia è voler essere ricco, non esserlo già. Proprio questa è l'avarizia. Non hai paura di precipitare nella rovina e nella perdizione? Non hai paura della cupidigia del denaro ch'è la radice d'ogni male? Dal tuo campo tu estirpi la radice delle spine e non estirpi dal tuo cuore la radice delle funeste cupidigie? Tu ripulisci il tuo campo perché il tuo ventre ne riceva il frutto e non ripulisci il tuo cuore per farvi abitare il tuo Dio? Radice d'ogni male è in effetti la cupidigia del denaro; alcuni seguendo tale passione si sono allontanati dalla fede e si sono cacciati da se stessi in molti dolori 24.

L'incontro del ricco e del povero.

6. 7. Avete udito che cosa dovete fare, che cosa dovete temere, come si compra il regno dei cieli e come viene impedito l'ingresso nel regno dei cieli. Andate tutti d'accordo in base alla parola di Dio. Il ricco e il povero li ha creati Dio. Lo dice la Scrittura: Il ricco e il povero si sono incontrati; l'uno e l'altro li ha creati il Signore 25. Il ricco e il povero si sono incontrati. In quale strada, se non in questa vita? Nasce il ricco e nasce il povero. V'incontrate camminando insieme per la stessa strada. Tu non devi opprimere, tu invece non devi frodare. L'uno ha bisogno, l'altro ha dei beni. D'altra parte l'uno e l'altro li ha creati il Signore. Egli per mezzo del possidente aiuta l'indigente e per mezzo di chi non possiede nulla mette alla prova colui che possiede. Abbiamo udito, abbiamo parlato; dobbiamo aver paura, esser guardinghi, pregare, arrivare.

 

1 - Mt 19, 17.

2 - Mt 19, 21.

3 - Mt 19, 21.

4 - Mt 19, 19.

5 - Mt 19, 23.

6 - Mt 19, 24.

7 - Mt 19, 25.

8 - 2 Cor 6, 10.

9 - 1 Tm 6, 17.

10 - 1 Tm 6, 17.

11 - 1 Tm 6, 17.

12 - 1 Tm 6, 18.

13 - Sal 50, 5.

14 - 1 Tm 6, 18.

15 - Gv 6, 51.

16 - Lc 18, 12.

17 - Mt 5, 20.

18 - 1 Tm 6, 18-19.

19 - 1 Tm 6, 6.

20 - 1 Tm 6, 7.

21 - 1 Tm 6, 8-9.

22 - 1 Tm 6, 9.

23 - 1 Tm 6, 10.

24 - 1 Tm 6, 10.

25 - Prv 22, 2.


Secondo Venerdì: LA MERITRICE DI MAGDALA

I nove primi venerdì del mese - AA.VV.

Leggilo nella Biblioteca

Siamo a Magdala, paesino sulla riva occidentale del lago di Tiberiade. Un giorno un fariseo, di nome Simone, invita Gesù a pranzo.
Secondo il costume orientale di allora i pranzi di gala si facevano non a porte chiuse, ma a vista di tutti. Chi organizzava tali conviti doveva rassegnarsi a tenere il suo cortile aperto a tutti i curiosi. Per gli Ebrei il mangiar bene, l’essere fortunati e in agiatezza era ritenuto un segno della benevolenza divina. La tavola veniva allestita nella sala più spaziosa o, all’occorrenza, anche nel cortile. In occasioni di grandi ricevimenti c’era tutto un cerimoniale da osservare prima ancora di mettersi a tavola. Dapprima si presentava un servitore con un bacile e una brocca d’acqua. Gli invitati si sedevano e si lasciavano lavare i piedi, cosa necessaria per la polverosità delle strade e il modo di calzare i sandali di cuoio: sudore e polvere accumulata rendevano indispensabile tale cortesia, giacché per mangiare ci si stendeva sui divani e non bisognava insudiciarli. Altro segno di cortesia consisteva nel versare sul capo, sulle braccia e sui piedi degli invitati un po’ d’olio profumato; il caldo della giornata rendeva la pelle rugosa e provocava prurito, ed un piccolo massaggio eseguito con materia lubrificante addolciva e calmava l’irritazione, lasciando una reale. sensazione di benessere. Inoltre l’olio profumato neutralizzava l’odore sgradevole del sudore. Si passava poi nella sala del banchetto, dove il padrone di casa salutava gli ospiti baciandoli e facendo i convenevoli di uso. Quindi ci si metteva a tavola sdraiandosi sui divani attorno a una tavola a ferro di cavallo con i piedi distesi verso l’esterno.
Alla festa di Simone non mancavano i suoi amici farisei che non vedevano di buon occhio Gesù e quindi rimproveravano a Simone il suo gesto imprudente. Questi fa rilevare ai suoi amici di aver invitato Gesù non per ammirazione e deferenza, ma solo per curiosità, tanto è vero che non gli ha fatto alcun segno di cortesia richiesto dal cerimoniale: non gli ha lavato i piedi, non l’ha unto di olio profumato, non l’ha baciato...
Gesù si sente spiato da mille occhi, ma anche lui guarda i suoi ospiti e fra poco emetterà il suo giudizio infallibile.
Incomincia il banchetto e a un certo momento si vede arrivare attraverso il cortile una donna con un vaso di olio profumato. E Maddalena, nota in tutto il paese come «la meretrice». Ella, saputo che Gesù era stato invitato a pranzo da Simone, va a trovarlo.
Questa donna di cattivi costumi pensa che Gesù, conoscendo bene il suo pentimento, non la disprezzerà, poiché lei è decisa a cambiar vita. Non è più una peccatrice, una donna di strada che ha venduto il suo corpo al capriccio degli uomini. Lei ha ascoltato la parola di Gesù e ha capito ch'Egli annunzia l’amore vero e più bello. Rinunzia alla vita cattiva fatta fino allora e vuole iniziare una vita nuova di purezza e di amore. Ne è tanta felice che ha voluto estimare la sua riconoscenza a Colui che l’ha liberata dalla vergogna e ha rinnovato il suo cuore. Commossa si mette a piangere le colpe passate e bagna i piedi di Gesù con lacrime di riconoscente amore, li asciutta con i suoi capelli, li unge con olio profumato e glieli copre di baci. Gesù lascia fare pur sapendo che le colpe di quella infelice, nota a tutti, solleveranno l’indignazione degl’invitati.
Simone è pentito di averlo invitato, sente l’imbarazzo dei suoi amici farisei e pensa dentro di sé: Se costui fosse un profeta, saprebbe quale donna è colei che lo tocca: una peccatrice pubblica. Dovrebbe respingerla subito!
L’errore di Simone sta nel dire che la Maddalena « una peccatrice», mentre lei «era stata una peccatrice», perché adesso non lo è più. Ora vuole solo espiare, umiliarsi e ringraziare il suo Liberatore.
Gesù, rispondendo al segreto pensiero di Simone e degli altri convitati, dice al fariseo: « Simone vorrei dirti una cosa». — Maestro, dì pure. — «C’era una volta un banchiere che aveva due debitori: il primo gli doveva 500 denari (moneta locale di allora), l’altro 50. Trovandosi tutti e due in condizione di non poter restituire, il banchiere condonò loro il debito. Secondo te, chi dovrebbe essere più riconoscente?
— Evidentemente quello che ha avuto il maggior condono.
— Ottima risposta... Ora vedi questa donna: quando sono entrato da te, tu non mi hai dato l’acqua per lavarmi i piedi, lei invece li ha bagnati con le sue lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato il bacio di benvenuto, ma lei da quando è entrata non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai fatto versare dell’olio profumato sul mio capo, e lei ne ha bagnati perfino i miei piedi. Per questo ti dico:
«Le sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato, invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Quest’ultima frase «quello a cui si perdona poco, i poco», va capita bene perché molti Santi avevano poco da farsi perdonare, ma amavano molto lo stesso perché, data la loro delicatezza di coscienza, il più piccolo peccato lo piangevano per tutta la vita perché offesa di Dio, dispiacere a Gesù. Del resto anche il più piccolo peccato è una cosa grave perché impedisce l’ingresso in Cielo e deve essere purificato con una sosta più o meno lunga in Purgatorio.
- Gesù poi, commosso dal pentimento di quella donna, volgendosi a lei, le dice: «Ti sono rimessi i tuoi peccati».

Gesù non solo perdona la Maddalena, ma la riabiliterà agli occhi del mondo intero ricevendola a fianco di sua Madre nel numero delle pie donne che saranno testimoni delle ultime sue sofferenze (Marco 15:40). E dopo la sua resurrezione Gesù, non ricorda altro che l’amore puro e ardente della sua illustre penitente, la favorì di una delle sue prime apparizioni (marco 16:9), e la inviò ai suoi Apostoli, diventando apostola degli Apostoli. Ecco perché fino alla riforma liturgica alla Messa in suo onore caso unico si recitava il Credo.
Termino l’episodio con l’epilogo di questa meravigliosa storia. Si legge nella vita di S. Margherita da Cortona che un giorno Gesù, volendola rafforzare nella pratica generosa della penitenza, le apparve accompagnato da S. Maria Maddalena, di cui la Chiesa si preparava a celebrare la festa: «Vedi tu — le disse Gesù — quella a cui perdonai nella casa di Simone il fariseo? Quella veste di argento che copre le sue spalle, quei diamanti splendenti sulla sua corona, quella gloria che la circonda, sono il premio della sua penitenza. E poiché Margherita continuava a piangere per i suoi peccati, Gesù le diceva: Margherita, sei la mia peccatrice! Voglio servirmi dite per attirare altri peccatori a salvamento... — Sublime!
Un giorno Gesù diceva alla sua confidente, Suor Benigna: « Le anime più miserabili, più deboli, più inferme, sono i clienti più buoni dell’amore, quelli che la misericordia stima di più... e queste anime splenderanno in Cìelo come gemme e saranno la corona della Divina Misericordia; Io non cerco altro che di usare sempre misericordia; l’usare la giustizia per me è come andare contro corrente, mi tocca fare violenza! — Io, Dio di amore, vado in cerca di ciò che il mondo disprezza, abborisce, abbandona cioè dei poveri peccatori, e dopo averli convertiti, con le finezze della mia carità e con le industrie della mia misericordia, se trovo la corrispondenza che cerco, ne fo dei capolavori di santità».
Ecco il Cuore di Gesù nella meravigliosa effusione del suo amore misericordioso! Quale mirabile e confortante dottrina! Confidiamo sempre nella bontà misericordiosa del Sacro Cuore di Gesù, perché l’abisso della nostra miseria chiama l’abisso senza fondo della sua misericordia ed approfittiamo della Sua Grande Promessa dei Nove Primi Venerdì che è frutto della sua misericordia portata all’eccesso.

Fratello carissimo, che hai già iniziato la pratica in onore del Cuore di Gesù, per fortificare la tua volontà nel respingere le insidie che il demonio ti tenderà per scoraggiarti e farti interrompere i primi venerdì, ti riporto la visione dell'inferno avuta dai tre fanciulli di Fatima, per farti vedere da quale immensa disgrazia scamperai se tu compirai bene i detti nove primi venerdì, perché, per la promessa esplicita del Cuore di Gesù, chi farà la Comunione nei primi nove venerdì del mese non morirà senza aver il tempo di ravvedersi e di salvarsi.
Scrive Lucia di Fatima: «Vedemmo come un mare di fuoco. Immersi in quel fuoco i diavoli e le anime, in forma umana, come braci trasparenti e nere o bronzee, che fluttuavano nell’incendio e venivano trasportate, assieme a nuvole di fumo, dalle fiamme che uscivano da loro stesse. Esse cadevano da ogni parte, uguali al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio tra grida, gemiti di dolore e disperazione che suscitavano orrore e facevano tremare di paura. I demoni si distinguev0 per le forme orribili e schifose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni roventi. — Spaventati e come per chiedere aiuto, alzammo gli occhi alla Madonna che ci disse con bontà e tristezza: «Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori!» La visione dell’inferno aveva spaventato terribilmente i tre fanciulli e il suo pensiero li tormentava. Ti riferisco qualche osservazione di Giacinta, la più piccola: «Quella gente he vi si trova, brucia ma non muore!.., e non diventa cenere! poverini!
Dobbiamo pregare e fare tanti sacrifici per scampare i peccatori dall’inferno! L’inferno!. l’inferno!... che pena mi fanno le anime che vanno all’inferno! e le persone colà vive bruciano come legna nel fuoco!..
Lucia, io vado in Paradiso, ma tu che resti quaggiù, se la Madonna te Io permetterà, dì a tutti com’è l’inferno affinché non commettano più peccati e non precipitino più in esso. Tanta gente cade nell’inferno!... tanta gente!...».
La visione dell’inferno aveva talmente terrorizzata questa bambina di sette anni che tutte le penitenze e le mortificazioni le sembravano un nulla purché servissero a preservare qualche anima da esso.

Esempio : CONVERSIONE DI UN FEDERALE

Questo fatto accadde nel periodo in cui l’autore del presente libretto studiava nel Seminario di Catania.
Durante il fascismo c’era a Catania, quale federale onnipotente per tutta la provincia (il «federale» era il rappresentante del Partito Fascista in ogni provincia), l’avv. Pietro Angelo Mammana, di pessimi costumi. Tra le sue innumerevoli malefatte, un giorno aveva dato uno schiaffo a un giovane perché portava al petto il distintivo di Azione Cattolica (c’era allora un po’ dì attrito tra il Vaticano e il Partito Fascista per il moviento dell’Azione Cattolica Italiana che Mussolini non vedeva di buon occhio); glielo aveva strappato, gettato a terra e pestato, dicendo: Ora vai a dirlo al tuo Vescovo!
Un giorno d’estate, durante l’ultima guerra, assistendo con una sigaretta accesa, nella sua villa di Trecastagni, al travaso di benzina da una macchina all’altra fatto dal suo autista, la benzina s’incendiò e Mammana fu avvolto dalle fiamme. Accorsi con delle coperte, i familiari gli spensero le fiamme addosso e quindi lo ricoverarono all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania. Le fiamme gli avevano bruciato tutta la pelle, per cui non poté essere coperto con lenzuola perché si appiccicavano le carni. Dovette essere messo sopra una incerata e coperto con un’altra incerata.
Chiese subito un prete. Nella stanza accanto alla sua c’era ricoverato il Sac. Giuseppe Consoli, residente nella Chiesa di S. Giuliano in via Crociferi a Catama. Egli accorse subito. Il federale Mammana, dopo avergli raccontato l’accaduto, gli disse: «Quando fui avvolto dalle fiamme sentii una voce che mi diceva:
“Dovresti morire e andare all’Inferno, ma ti aspetta misericordia perché hai fatto i Nove Primi Venerdì... Se tu non l’avessi fatti quando eri ragazzo, ora ti avrei portato con me all’Inferno!”».
Quindi si confessò e comunicò con grande pentimento e devozione. Non volle ricevere nessuno: né amanti, né amici, ma soltanto il Sac. Consoli. Per i tormenti si torceva come un verme, ma ripeteva continuamente: Me lo merito! Me lo merito! Sopravvisse 15 giorni in quei tormenti e morì pienamente rassegnato e riconciliato con Dio.


2-41 Giugno 22, 1927 Gesù scherza e la fa dei corrivi.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Questa mattina il mio dolce Gesù voleva continuare a farmi dei corrivi ed a voler scherzare, veniva, metteva le sue mani al volto, nell’atto di volermi fare una carezza, ma nell’atto di farla scompariva, di nuovo veniva, stendeva le sue braccia al mio collo in atto di volermi abbracciare, ma mentre stendevo le mie per abbracciarlo, mi sfuggiva come un lampo, senza poterlo trovare, chi può dire le pene del mio cuore? Mentre il mio povero cuore nuotava in questo mare di dolore immenso, fino a sentirmi venir meno la vita, è venuta Mamma Regina, portandolo da bambino fra le sue braccia e così ci siamo abbracciati tutti e tre insieme, la Mamma, il Figlio ed io; onde ho potuto avere tempo di dirle: “Mio Signore Gesù, mi pare che avete sottratto la vostra grazia da me”.

(2) E Lui: “Sciocca, sciocherella che sei! come dici che ti ho sottratto la mia grazia mentre sono in te? E che cosa è la mia grazia se non Io stesso?

(3) Sono restata più confusa di prima vedendomi che non sapevo parlare e che in quelle due parole che avevo detto, non avevo detto altro che spropositi. Dopo la Regina Madre è scomparsa e Gesù pareva che si rinchiudeva dentro il mio interno e lì vi rimaneva.

(4) Oggi, poi alla meditazione, si faceva vedere dentro di me che dormiva, io lo stavo guardando, beandomi nel suo bel volto, ma senza destarlo, contenta di vederlo almeno, quando in un istante è venuta di nuovo la bella Mamma Regina, l’ha preso da dentro il mio cuore, tutto smovendolo in fretta per destarlo; dopo destato, me l’ha messo di nuovo in braccia, dicendomi:

(5)Figlia mia, non farlo dormire, che se dorme vedrai che succederà”.

(6) Era un temporale che si preparava, così il bambino mezzo dormendo, ha steso le sue manine al mio collo e stringendomi, mi ha detto:

(7)Mamma mia, mamma mia, lasciami dormire”.

(8) Ed io: “Ninno, nino mio bello, non sono io che non voglio farti dormire, è la nostra Signora Mamma che non vuole ed io vi prego a contentarla, è certo che niente si nega alla Mamma e poi, a quella Madre”.

(9) Dopo d’averlo tenuto un poco in veglia, è scomparso e così è finito.