Liturgia delle Ore - Letture
Sabato della 2° settimana del tempo di Quaresima
Vangelo secondo Giovanni 4
1Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni2- sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -,3lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea.4Doveva perciò attraversare la Samarìa.5Giunse pertanto ad una città della Samarìa chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:6qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.7Arrivò intanto una donna di Samarìa ad attingere acqua. Le disse Gesù: "Dammi da bere".8I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi.9Ma la Samaritana gli disse: "Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.10Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stesso gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva".11Gli disse la donna: "Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?".13Rispose Gesù: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete;14ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna".15"Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua".16Le disse: "Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui".17Rispose la donna: "Non ho marito". Le disse Gesù: "Hai detto bene "non ho marito";18infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero".19Gli replicò la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta.20I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare".21Gesù le dice: "Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre.22Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.23Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità".25Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa".26Le disse Gesù: "Sono io, che ti parlo".
27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: "Che desideri?", o: "Perché parli con lei?".28La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente:29"Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?".30Uscirono allora dalla città e andavano da lui.
31Intanto i discepoli lo pregavano: "Rabbì, mangia".32Ma egli rispose: "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete".33E i discepoli si domandavano l'un l'altro: "Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?".34Gesù disse loro: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera.35Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura.36E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete.37Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete.38Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro".
39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto".40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni.41Molti di più credettero per la sua parola42e dicevano alla donna: "Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo".
43Trascorsi due giorni, partì di là per andare in Galilea.44Ma Gesù stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria.45Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
46Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao.47Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire.48Gesù gli disse: "Se non vedete segni e prodigi, voi non credete".49Ma il funzionario del re insistette: "Signore, scendi prima che il mio bambino muoia".50Gesù gli risponde: "Va', tuo figlio vive". Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino.51Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: "Tuo figlio vive!".52S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: "Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato".53Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: "Tuo figlio vive" e credette lui con tutta la sua famiglia.54Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea.
Esodo 5
1Dopo, Mosè e Aronne vennero dal Faraone e gli annunziarono: "Dice il Signore, il Dio d'Israele: Lascia partire il mio popolo perché mi celebri una festa nel deserto!".2Il faraone rispose: "Chi è il Signore, perché io debba ascoltare la sua voce per lasciar partire Israele? Non conosco il Signore e neppure lascerò partire Israele!".3Ripresero: "Il Dio degli Ebrei si è presentato a noi. Ci sia dunque concesso di partire per un viaggio di tre giorni nel deserto e celebrare un sacrificio al Signore, nostro Dio, perché non ci colpisca di peste o di spada!".4Il re di Egitto disse loro: "Perché, Mosè e Aronne, distogliete il popolo dai suoi lavori? Tornate ai vostri lavori!".5Il faraone aggiunse: "Ecco, ora sono numerosi più del popolo del paese, voi li vorreste far cessare dai lavori forzati!".
6In quel giorno il faraone diede questi ordini ai sorveglianti del popolo e ai suoi scribi: "7Non darete più la paglia al popolo per fabbricare i mattoni come facevate prima. Si procureranno da sé la paglia.8Però voi dovete esigere il numero di mattoni che facevano prima, senza ridurlo. Perché sono fannulloni; per questo protestano: Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al nostro Dio!9Pesi dunque il lavoro su questi uomini e vi si trovino impegnati; non diano retta a parole false!".
10I sorveglianti del popolo e gli scribi uscirono e parlarono al popolo: "Ha ordinato il faraone: Io non vi dò più paglia.11Voi stessi andate a procurarvela dove ne troverete, ma non diminuisca il vostro lavoro".
12Il popolo si disperse in tutto il paese d'Egitto a raccattare stoppie da usare come paglia.13Ma i sorveglianti li sollecitavano dicendo: "Porterete a termine il vostro lavoro; ogni giorno il quantitativo giornaliero, come quando vi era la paglia".14Bastonarono gli scribi degli Israeliti, quelli che i sorveglianti del faraone avevano costituiti loro capi, dicendo: "Perché non avete portato a termine anche ieri e oggi, come prima, il vostro numero di mattoni?".
15Allora gli scribi degli Israeliti vennero dal faraone a reclamare, dicendo: "Perché tratti così i tuoi servi?16Paglia non vien data ai tuoi servi, ma i mattoni - ci si dice - fateli! Ed ecco i tuoi servi sono bastonati e la colpa è del tuo popolo!".17Rispose: "Fannulloni siete, fannulloni! Per questo dite: Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al Signore.18Ora andate, lavorate! Non vi sarà data paglia, ma voi darete lo stesso numero di mattoni".
19Gli scribi degli Israeliti si videro ridotti a mal partito, quando fu loro detto: "Non diminuirete affatto il numero giornaliero dei mattoni".20Quando, uscendo dalla presenza del faraone, incontrarono Mosè e Aronne che stavano ad aspettarli,21dissero loro: "Il Signore proceda contro di voi e giudichi; perché ci avete resi odiosi agli occhi del faraone e agli occhi dei suoi ministri, mettendo loro in mano la spada per ucciderci!".
22Allora Mosè si rivolse al Signore e disse: "Mio Signore, perché hai maltrattato questo popolo? Perché dunque mi hai inviato?23Da quando sono venuto dal faraone per parlargli in tuo nome, egli ha fatto del male a questo popolo e tu non hai per nulla liberato il tuo popolo!".
Siracide 31
1L'insonnia per la ricchezza logora il corpo,
l'affanno per essa distoglie il sonno.
2L'affanno della veglia tien lontano l'assopirsi,
come una grave malattia bandisce il sonno.
3Un ricco fatica nell'accumulare ricchezze
e se smette, si ingolfa nei piaceri.
4Un povero fatica nelle privazioni della vita
e se smette, cade nell'indigenza.
5Chi ama l'oro non sarà esente da colpa,
chi insegue il denaro per esso peccherà.
6Molti sono andati in rovina a causa dell'oro,
il loro disastro era davanti a loro.
7È una trappola per quanti ne sono entusiasti,
ogni insensato vi resta preso.
8Beato il ricco, che si trova senza macchia
e che non corre dietro all'oro.
9Chi è costui? noi lo proclameremo beato:
difatti egli ha compiuto meraviglie in mezzo al suo popolo.
10Chi ha subìto la prova, risultando perfetto?
Sarà un titolo di gloria per lui.
Chi, potendo trasgredire, non ha trasgredito,
e potendo compiere il male, non lo ha fatto?
11Si consolideranno i suoi beni
e l'assemblea celebrerà le sue beneficenze.
12Hai davanti una tavola sontuosa?
Non spalancare verso di essa la tua bocca
e non dire: "Che abbondanza qua sopra".
13Ricòrdati che l'occhio cattivo è un male.
Che cosa è stato creato peggiore dell'occhio?
Per questo esso lacrima in ogni circostanza.
14Dove guarda l'ospite, non stendere la mano;
non intingere nel piatto insieme con lui.
15Giudica le esigenze del prossimo dalle tue;
e su ogni cosa rifletti.
16Mangia da uomo ciò che ti è posto innanzi;
non masticare con voracità per non renderti odioso.
17Sii il primo a smettere per educazione,
non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo.
18Se siedi tra molti invitati,
non essere il primo a stendere la mano.
19Quanto poco è sufficiente per un uomo educato,
una volta a letto non si sente soffocato.
20Sonno salubre con uno stomaco ben regolato,
al mattino si alza e il suo spirito è libero.
Travaglio di insonnia, coliche e vomiti
accompagnano l'uomo ingordo.
21Se sei stato forzato a eccedere nei cibi,
àlzati, va' a vomitare e sarai sollevato.
22Ascoltami, figlio, e non disprezzarmi,
alla fine troverai vere le mie parole.
In tutte le azioni sii moderato
e nessuna malattia ti coglierà.
23Molte labbra loderanno chi è splendido nei banchetti,
e vera è la testimonianza della sua munificenza.
24La città mormora di chi è tirchio nei banchetti;
ed esatta è la testimonianza della sua avarizia.
25Non fare il forte con il vino,
perché ha mandato molti in rovina.
26La fornace prova il metallo nella tempera,
così il vino i cuori in una sfida di arroganti.
27Il vino è come la vita per gli uomini,
purché tu lo beva con misura.
Che vita è quella di chi non ha vino?
Questo fu creato per la gioia degli uomini.
28Allegria del cuore e gioia dell'anima
è il vino bevuto a tempo e a misura.
29Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità,
con eccitazione e per sfida.
30L'ubriachezza accresce l'ira dello stolto a sua rovina,
ne diminuisce le forze e gli procura ferite.
31Durante un banchetto non rimproverare il vicino,
non deriderlo nella sua letizia.
Non dirgli parola di rimprovero
e non tormentarlo col chiedergli ciò che ti deve.
Salmi 102
1'Preghiera di un afflitto che è stanco'
'e sfoga dinanzi a Dio la sua angoscia'.
2Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido.
3Non nascondermi il tuo volto;
nel giorno della mia angoscia
piega verso di me l'orecchio.
Quando ti invoco: presto, rispondimi.
4Si dissolvono in fumo i miei giorni
e come brace ardono le mie ossa.
5Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce,
dimentico di mangiare il mio pane.
6Per il lungo mio gemere
aderisce la mia pelle alle mie ossa.
7Sono simile al pellicano del deserto,
sono come un gufo tra le rovine.
8Veglio e gemo
come uccello solitario sopra un tetto.
9Tutto il giorno mi insultano i miei nemici,
furenti imprecano contro il mio nome.
10Di cenere mi nutro come di pane,
alla mia bevanda mescolo il pianto,
11davanti alla tua collera e al tuo sdegno,
perché mi sollevi e mi scagli lontano.
12I miei giorni sono come ombra che declina,
e io come erba inaridisco.
13Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo per ogni generazione.
14Tu sorgerai, avrai pietà di Sion,
perché è tempo di usarle misericordia:
l'ora è giunta.
15Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua rovina.
16I popoli temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
17quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
18Egli si volge alla preghiera del misero
e non disprezza la sua supplica.
19Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo nuovo darà lode al Signore.
20Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
21per ascoltare il gemito del prigioniero,
per liberare i condannati a morte;
22perché sia annunziato in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
23quando si aduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore.
24Ha fiaccato per via la mia forza,
ha abbreviato i miei giorni.
25Io dico: Mio Dio,
non rapirmi a metà dei miei giorni;
i tuoi anni durano per ogni generazione.
26In principio tu hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.
27Essi periranno, ma tu rimani,
tutti si logorano come veste,
come un abito tu li muterai
ed essi passeranno.
28Ma tu resti lo stesso
e i tuoi anni non hanno fine.
29I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
resterà salda davanti a te la loro discendenza.
Amos 9
1Vidi il Signore che stava presso l'altare e mi diceva:
"Percuoti il capitello
e siano scossi gli architravi,
spezza la testa di tutti
e io ucciderò il resto con la spada;
nessuno di essi riuscirà a fuggire,
nessuno di essi scamperà.
2Anche se penetrano negli inferi,
di là li strapperà la mia mano;
se salgono al cielo, di là li tirerò giù;
3se si nascondono in vetta al Carmelo,
di là li scoverò e li prenderò;
se si occultano al mio sguardo in fondo al mare,
là comanderò al serpente di morderli;
4se vanno in schiavitù davanti ai loro nemici,
là comanderò alla spada di ucciderli.
Io volgerò gli occhi su di loro
per il male e non per il bene".
5Il Signore, Dio degli eserciti,
colpisce la terra ed essa si fonde
e tutti i suoi abitanti prendono il lutto;
essa si solleva tutta come il Nilo
e si abbassa come il fiume d'Egitto.
6Egli costruisce nel cielo il suo soglio
e fonda la sua volta sulla terra;
egli chiama le acque del mare
e le riversa sulla terra;
Signore è il suo nome.
7Non siete voi per me come gli Etiopi,
Israeliti? Parola del Signore.
Non io ho fatto uscire Israele dal paese d'Egitto,
i Filistei da Caftòr e gli Aramei da Kir?
8Ecco, lo sguardo del Signore Dio
è rivolto contro il regno peccatore:
io lo sterminerò dalla terra,
ma non sterminerò del tutto la casa di Giacobbe,
oracolo del Signore.
9Ecco infatti, io darò ordini
e scuoterò, fra tutti i popoli, la casa d'Israele
come si scuote il setaccio
e non cade un sassolino per terra.
10Di spada periranno tutti i peccatori del mio popolo,
essi che dicevano: "Non si avvicinerà,
non giungerà fino a noi la sventura".
11In quel giorno rialzerò la capanna di Davide,
che è caduta;
ne riparerò le brecce, ne rialzerò le rovine,
la ricostruirò come ai tempi antichi,
12perché conquistino il resto di Edom
e tutte le nazioni
sulle quali è stato invocato il mio nome,
dice il Signore, che farà tutto questo.
13Ecco, verranno giorni,
- dice il Signore -
in cui chi ara s'incontrerà con chi miete
e chi pigia l'uva con chi getta il seme;
dai monti stillerà il vino nuovo
e colerà giù per le colline.
14Farò tornare gli esuli del mio popolo Israele,
e ricostruiranno le città devastate
e vi abiteranno;
pianteranno vigne e ne berranno il vino;
coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto.
15Li pianterò nella loro terra
e non saranno mai divelti da quel suolo
che io ho concesso loro,
dice il Signore tuo Dio.
Lettera agli Efesini 1
1Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, ai santi che sono in Èfeso, credenti in Cristo Gesù:2grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
3Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù
Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei
cieli, in Cristo.
4In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo,
per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità,
5predestinandoci a essere suoi figli adottivi
per opera di Gesù Cristo,
6secondo il beneplacito della sua volontà.
E questo a lode e gloria della sua grazia,
che ci ha dato nel suo Figlio diletto;
7nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue,
la remissione dei peccati
secondo la ricchezza della sua grazia.
8Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
9poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà,
secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui
prestabilito
10per realizzarlo nella pienezza dei tempi:
il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose,
quelle del cielo come quelle della terra.
11In lui siamo stati fatti anche eredi,
essendo stati predestinati secondo il piano di colui
che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà,
12perché noi fossimo a lode della sua gloria,
noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.
13In lui anche voi,
dopo aver ascoltato la parola della verità,
il vangelo della vostra salvezza
e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo
che era stato promesso,
14il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione di coloro
che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.
15Perciò anch'io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi,16non cesso di render grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere,17perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui.18Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi19e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza
20che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli,
21al di sopra di ogni principato e autorità,
di ogni potenza e dominazione
e di ogni altro nome che si possa nominare
non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro.
22'Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi'
e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa,
23la quale è il suo corpo,
la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose.
Capitolo XXIII: La meditazione della morte
Leggilo nella Biblioteca 1. Ben presto la morte sarà qui, presso di te. Considera, del resto, la tua condizione: l'uomo oggi c'è e domani è scomparso; e quando è sottratto alla vista, rapidamente esce anche dalla memoria. Quanto grandi sono la stoltezza e la durezza di cuore dell'uomo: egli pensa soltanto alle cose di oggi e non piuttosto alle cose future. In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; ché, se avrai retta la coscienza, non avrai molta paura di morire. Sarebbe meglio star lontano dal peccato che sfuggire alla morte. Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani? Il domani è una cosa non sicura: che ne sai tu se avrai un domani? A che giova vivere a lungo, se correggiamo così poco noi stessi? Purtroppo, non sempre una vita lunga corregge i difetti; anzi spesso accresce maggiormente le colpe. Magari potessimo passare santamente anche una sola giornata in questo mondo. Molti fanno il conto degli anni trascorsi dalla loro conversione a Dio; ma scarso è sovente il frutto della loro emendazione. Certamente morire è cosa che mette paura; ma forse è più pericoloso vivere a lungo. Beato colui che ha sempre dinanzi agli occhi l'ora della sua morte ed è pronto ogni giorno a morire. Se qualche volta hai visto uno morire, pensa che anche tu dovrai passare per la stessa strada. La mattina, fa conto di non arrivare alla sera; e quando poi si farà sera non osare sperare nel domani. Sii dunque sempre pronto; e vivi in tal modo che, in qualunque momento, la morte non ti trovi impreparato.
2. Sono molti coloro che muoiono in un istante, all'improvviso; giacché "il Figlio dell'uomo verrà nell'ora in cui non si pensa che possa venire" (Mt 24,44; Lc 12,40). Quando sarà giunto quel momento estremo, comincerai a giudicare ben diversamente tutta la tua vita passata, e molto ti dorrai di esser stato tanto negligente e tanto fiacco. Quanto é saggio e prudente l'uomo che, durante la vita, si sforza di essere quale desidera esser trovato al momento della morte! Ora, una piena fiducia di morire santamente la daranno il completo disprezzo del mondo, l'ardente desiderio di progredire nelle virtù, l'amore del sacrificio, il fervore nella penitenza, la rinuncia a se stesso e il saper sopportare ogni avversità per amore di Cristo. Mentre sei in buona salute, molto puoi lavorare nel bene; non so, invece, che cosa potrai fare quando sarai ammalato. Giacché sono pochi quelli che, per il fatto di essere malati, diventano più buoni; così come sono pochi quelli che, per il fatto di andare frequentemente in pellegrinaggio, diventano più santi. Non credere di poter rimandare a un tempo futuro la tua salvezza, facendo affidamento sui suffragi degli amici e dei parenti; tutti costoro ti dimenticheranno più presto di quanto tu non creda. Perciò, più che sperare nell'aiuto di altri, è bene provvedere ora, fin che si è in tempo, mettendo avanti un po' di bene. Ché, se non ti prendi cura di te stesso ora, chi poi si prenderà cura di te? Questo è il tempo veramente prezioso; sono questi i giorni della salvezza; è questo il tempo che il Signore gradisce (2Cor 6,2). Purtroppo, invece, questo tempo tu non lo spendi utilmente in cose meritorie per la vita eterna. Verrà il momento nel quale chiederai almeno un giorno o un'ora per emendarti; e non so se l'otterrai. Ecco, dunque, mio caro, di quale pericolo ti potrai liberare, a quale pericolo ti potrai sottrarre, se sarai stato sempre nel timore di Dio, in vista della morte. Procura di vivere ora in modo tale che, nell'ora della morte, tu possa avere letizia, anziché paura; impara a morire al mondo, affinché tu cominci allora a vivere con Cristo; impara ora a disprezzare ogni cosa, affinché tu possa allora andare liberamente a Cristo; mortifica ora il tuo corpo con la penitenza, affinché tu passa allora essere pieno di fiducia.
3. Stolto, perché vai pensando di vivere a lungo, mentre non sei sicuro di avere neppure una giornata? Quante persone sono state ingannate, inaspettatamente tolte a questa vita! Quante volte hai sentito dire che uno è morto di ferite e un altro è annegato; che uno, cadendo dall'alto, si è rotto la testa; che uno si è soffocato mentre mangiava e un altro è morto mentre stava giocando? Chi muore per fuoco, chi per spada; chi per una pestilenza, chi per un assalto dei predoni. Insomma, comunque destino è la morte; e passa rapidamente come un'ombra la vita umana. Chi si ricorderà di te, dopo che sarai scomparso, e chi pregherà per te? Fai, o mio caro, fai ora tutto quello che sei in grado di fare, perché non conosci il giorno della tua morte; né sai che cosa sarà di te dopo. Accumula, ora, ricchezze eterne, mentre sei in tempo. Non pensare a nient'altro che alla tua salvezza; preoccupati soltanto delle cose di Dio. Fatti ora degli amici, venerando i santi di Dio e imitando le loro azioni, "affinché ti ricevano nei luoghi eterni, quando avrai lasciato questa vita" (Lc 16,9). Mantienti, su questa terra, come uno che è di passaggio; come un ospite, che non ha a che fare con le faccende di questo mondo. Mantieni libero il tuo cuore, e rivolto al cielo, perché non hai stabile dimora quaggiù (Eb 13,14). Al cielo rivolgi continue preghiere e sospiri e lacrime, affinché, dopo la morte, la tua anima sia degna di passare felicemente al Signore. Amen.
DISCORSO 163 DALLE PAROLE DELL'APOSTOLO (GAL 5, 16-21): " CAMMINATE SECONDO LO SPIRITO E NON SARETE PORTATI A SODDISFARE I DESIDERI DELLA CARNE " TENUTO NELLA BASILICA DI ONORIO IL 24 SETTEMBRE
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaDedicazione di un tempio già profano.
1. 1. Se consideriamo, fratelli, che cosa siamo stati prima della grazia del Signore e che cosa abbiamo cominciato ad essere, senza dubbio troviamo che come gli uomini cambiano in meglio, così anche dei luoghi della terra, che già furono in contrasto con la grazia di Dio, sono ora dedicati alla grazia di Dio. Noi infatti siamo - come dice l'Apostolo - il tempio del Dio vivente; a motivo di ciò dice Dio: Abiterò in mezzo a loro [e con loro] camminerò 1. Ma ai simulacri che vi furono era toccato di avere una collocazione, non di camminare. Passa invece in mezzo a noi la presenza della maestà, se trova l'ampiezza della carità. Esortandoci a questo, l'Apostolo afferma: Fate posto nei vostri cuori, non lasciatevi legare al giogo insieme agli infedeli 2. Se facciamo posto nel cuore, Dio ha modo di passare in noi. Ma perché in noi si crei spazio, Dio stesso operi. Infatti se è la carità a fare spazio, essa che non conosce strettezze, notate che è Dio a procurarselo in noi, come dice appunto l'Apostolo: La carità è diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato 3. Grazie a tale ampiezza, ripeto, Dio cammina in noi.
In noi, come in un tempio profano, alcune cose sono da eliminare altre da consacrare.
2. 2. Ora, mentre si proclamava la Lettera dell'Apostolo, abbiamo ascoltato: Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito desideri contrari alla carne. Queste cose si oppongono a vicenda, così che voi non fate quello che vorreste 4. Parlava ai battezzati, ma andava edificando il tempio di Dio, non lo dedicava ancora. Notate fratelli miei come alcune cose si demoliscono e si mandano in frantumi, altre si trasformano, in vista di usi più nobili; come quando i luoghi profani si impiegano in modo migliore, così è di noi. Ci sono state in noi le opere della carne. Avete ascoltato poiché sono state ricordate. D'altra parte le opere della carne - dice - sono ben note. Esse sono: peccati carnali, impurità, idolatria, stregonerie (non hanno senso buono ma stanno come uso di veleni), dissensi, inimicizie, fazioni, invidie, ubriachezze e cose del genere; vanno stroncate, non trasformate. Circa queste cose vi preavviso - egli dice - come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio 5. Tali cose in noi vanno demolite come idoli. Si devono destinare invece ad usi più nobili le stesse membra del nostro corpo, perché quelle membra che servivano all'immonda concupiscenza, servano alla grazia della carità.
L'edificazione per la fede, la dedicazione per la risurrezione.
3. 3. Notate, però, che cosa ha detto, e ponetevi diligente attenzione. Siamo gli operai di Dio, è ancora in costruzione il tempio di Dio. Nel suo capo è stato già dedicato, poiché il Signore risuscitò dai morti, vinta la morte, superata la mortalità, salì al cielo; era infatti riferito a lui il Salmo della dedicazione della casa. Per questo, dopo la passione, dice: Hai mutato il mio lutto in gaudio, hai lacerato la mia veste di sacco, e mi hai rivestito di un abito di gioia, perché inneggiate la mia gloria e io resti desolato 6. Così, dopo la passione, avvenne la dedicazione della risurrezione. Quindi anche l'edificazione di noi avviene ora mediante la fede perché si compia anche la dedicazione stessa nella risurrezione finale. E quindi, dopo questo Salmo della dedicazione della casa, dove si dimostra la risurrezione del nostro Capo; dopo questo Salmo, non prima di esso, c'è un altro Salmo, che ha per titolo: Quando si edificava la casa dopo la schiavitù 7. Ritornate con il pensiero alla schiavitù in cui ci siamo trovati prima, quando il diavolo possedeva tutto il mondo come una massa di infedeli. A causa di questa schiavitù venne il Redentore; pagò il nostro prezzo, il suo sangue; versato il suo sangue, distrusse i documenti comprovanti la nostra servitù. La Legge - dice l'Apostolo - è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato 8. Prima venduti come schiavi del peccato, ma poi liberati dalla grazia. Dopo quella servitù, ora si costruisce la casa; e perché si costruisca, si predica il Vangelo. Quel Salmo inizia così infatti: Cantate al Signore un cantico nuovo. E perché tu non giunga a pensare che questa casa si costruisce in un luogo a sé stante, come costruiscono scismatici ed eretici, nota ciò che segue: Cantate al Signore da tutta la terra 9.
Il canto nuovo. Cristo salvezza di Dio, il desiderato dagli antichi giusti.
4. 4. Cantate al Signore un canto nuovo, di fronte al canto vecchio, il Testamento Nuovo, perché prima il Testamento Vecchio; l'uomo nuovo perché si deponga l'uomo vecchio. Spogliatevi - dice - dell'uomo vecchio con le sue azioni, e rivestitevi del nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità della verità 10. Pertanto: Cantate al Signore un canto nuovo; cantate al Signore da tutta la terra 11. Cantate e costruite; cantate e benedite. Annunziate di giorno in giorno la sua salvezza. Annunziate di giorno in giorno il suo Cristo. Che vuol dire infatti: la sua salvezza, se non "il suo Cristo"? Per questa salvezza si levava la nostra preghiera nel Salmo: Mostraci, Signore, la tua misericordia, e donaci la tua salvezza 12. Desideravano questa salvezza gli antichi giusti, dei quali il Signore parlava ai discepoli: Molti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non poterono 13. E donaci la tua salvezza<D>: Questo dissero gli antichi giusti: Donaci la tua salvezza: ci sia dato di vedere nella carne Colui che può liberarci dalla carne; venga la carne che monda la carne; sia nella passione la Carne e riscatti lo spirito e la carne. E donaci, Signore, la tua salvezza. Viveva in tale desiderio il santo vecchio Simeone; in tale desiderio, ripeto, viveva quel santo vecchio pieno di merito presso Dio, Simeone; senza dubbio diceva anch'egli: Mostraci, Signore, la tua misericordia, e donaci la tua salvezza. A questo desiderio, a tali invocazioni ebbe come risposta che non avrebbe visto la morte senza aver visto il Cristo del Signore. Nacque Cristo, l'uno veniva, l'altro se ne andava; ma finché non fosse venuto il Cristo, l'altro non voleva partire. La vecchiaia avanzata non lo concedeva, ma la pietà sincera lo tratteneva. Ma invece quando venne, ma invece quando nacque, ma invece quando lo vide nella braccia della Madre, e la pia vecchiaia lo riconobbe nella divina infanzia, lo prese tra le mani e disse: Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza 14. Ecco perché diceva: Mostraci, Signore, la tua misericordia, e donaci la tua salvezza. Fu appagato il desiderio del vecchio quando andava declinando la vecchiezza del mondo stesso. Venne egli stesso dall'uomo invecchiato colui che trovò vecchio il mondo. Perciò, se trovò vecchio il mondo, il mondo ascolti: Cantate al Signore un canto nuovo; cantate al Signore da tutta la terra. La vecchiezza sia fatta sparire, sorga la novità.
La predicazione di Cristo. Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al Signore.
5. 5. Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore. Osservate la gara dei costruttori. Cantate al Signore, benedite il suo nome. Annunziate buone parole, è ciò che in greco sta per "evangelizzate". Che cosa? Da giorno a giorno... Quale giorno da giorno? La sua salvezza. Quale giorno da giorno? Luce da Luce il Figlio dal Padre, la sua salvezza. Annunziate in mezzo ai popoli la sua gloria, in tutte le nazioni i suoi prodigi. Ecco come si costruisce la casa dopo la schiavitù. E' terribile sopra tutti gli dèi. Sopra quali dèi? Poiché tutti gli dèi delle nazioni sono dèmoni; ma il Signore ha fatto i cieli 15. Ha fatto i santi, ha fatto gli Apostoli. Poiché i cieli narrano la gloria di Dio. Non sono linguaggi, non sono parole di cui non si oda la loro voce. Per tutta la terra se ne diffonde il suono 16; perché tutta la terra canta il canto nuovo.
La lotta della carne e dello spirito.
5. 6. Quindi ascoltiamo l'Apostolo, architetto del maestro: Come sapiente architetto - dice - ho posto il fondamento 17. Quindi ascoltiamo questo architetto che costruisce delle cose nuove e ne demolisce alcune delle vecchie. Dice: Camminate secondo lo Spirito; ecco la nuova costruzione: e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; ecco la demolizione delle cose vecchie. La carne infatti - egli dice - ha desideri contrari allo spirito e lo spirito ha desideri contrari alla carne. Queste cose infatti si oppongono a vicenda, così che non fate quello che vorreste 18. Siete tuttora in costruzione, non siete ancora dedicati. Così che non fate quello che vorreste.
6. 6. Che volete dunque? Che assolutamente non esistano desideri di perversi e illeciti piaceri. Qual è il santo che non voglia queste cose? Ma non si consegue: finché si vive quaggiù, questo non si raggiunge. La carne infatti ha desideri contrari allo spirito e lo spirito ha desideri contrari alla carne. Queste cose infatti si oppongono a vicenda, così che quello che vorreste - che non siano affatto in voi desideri di cose illecite - non vi sia possibile 19. Che resta allora? Poiché non potete raggiungere di far scomparire i desideri della carne, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne. Certo dovete essere decisi a farli scomparire e a spegnerli e ad estirparli radicalmente in ogni modo, ma finché si trovano in voi, e nelle vostre membra c'è un'altra legge che si oppone alla legge della vostra mente, non date soddisfazione ai desideri della carne. Che cosa volete allora? Che non esistano assolutamente i desideri della carne. Non vi consentono di raggiungere ciò che vorreste; non permettete che si sazino di ciò che vogliono. Che cosa volete? Che non ci siamo affatto. Ma ci sono. La carne ha desideri contrari allo spirito: abbia lo spirito desideri contrari alla carne. Così che non fate quello che vorreste, vale a dire affinché non siano in voi proprio i desideri della carne; né appunto facciano ciò che vogliono, con l'assecondarne voi il compimento. Se non si arrendono a te del tutto, anche tu non cedere. Si adegui prima la lotta perché un giorno ci sia la vittoria.
Dopo la risurrezione la vittoria. Perché la vittoria è differita.
7. 7. Effettivamente ed immancabilmente ci sarà, fratelli miei; crediamo, speriamo, amiamo; ci sarà un giorno la vittoria, alla dedicazione della casa che si costruisce ora, dopo la schiavitù. Infatti la morte, ultima nemica, sarà distrutta, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità, e questo corpo mortale d'immortalità. Presentite le parole dei vincitori: Dov'è, o morte, la tua vittoria? 20 Questo è il grido dei vincitori, non dei combattenti. Ecco invece il grido di chi è nella lotta: Pietà di me, Signore, vengo meno; risanami, Signore; tremano le mie ossa e l'anima mia è tutta sconvolta; ma tu, Signore, fino a quando? 21 Vedi chi soffre nella lotta: ma tu, Signore, fino a quando? Che significa: fino a quando? Fino a quando puoi avere la prova che io soccorro. Infatti, se intervenissi immediatamente, non avvertiresti lo sforzo; se non avvertissi lo sforzo, ti vanteresti come di un potere tuo; e, per tale superbia, non giungeresti mai alla vittoria. E' vero che è stato detto: Mentre ancora parli, dirò: Eccomi 22, ma Dio è presente anche quando differisce, ed è presente perché differisce, ed è presente nel differire; perché non sia che, assecondando un volere precipitoso, non ottenga una perfetta guarigione.
La medicina dell'orgoglio in Paolo.
8. 8. Non è infatti, fratelli miei, che Dio non fosse vicino all'apostolo Paolo, il quale temeva di inorgoglirsi mentre si trovava a lottare. Perché non montassi in superbia per la grandezza delle mie rivelazioni, egli dice. Vedete uno che lotta nel conflitto, reagendo alla spinta, non ancora un vincitore nella sicurezza. Perché non montassi in superbia per la grandezza delle mie rivelazioni. Chi è che dice: Perché non montassi in superbia? Quale terrore e quale trepidazione! Chi è che dice: Perché non montassi in superbia? Sono pur tante le sue parole che rintuzzano l'orgoglio, che smontano la baldanza, e dice: Perché non montassi in superbia. Ammettendo: Perché non montassi in superbia, dice poco; considerate la medicina che riconosce essergli applicata. Perché io non montassi in superbia, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di Satana. Quale veleno, che non si cura se non con il veleno! Mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana, incaricato di schiaffeggiarmi 23. Veniva colpito il capo perché proprio il capo si mantenesse in umiltà. Quale antidoto che quasi si fa derivare dal serpente e pertanto è denominato theriacum. Il serpente, quello infatti, insinuò la superbia. Mangiate e sarete come dèi 24: è l'insinuazione della superbia. Da dove cadde, da lì fu scacciato. A ragione quindi il veleno del serpente si neutralizza con il veleno del serpente. Che cosa dice l'Apostolo? A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. Dov'è: Mentre ancora parli, dirò: Eccomi 25? A causa di ciò, non una volta sola, ma una seconda e una terza volta, ho pregato il Signore. Non è vero forse che anche egli diceva: Ma tu, Signore, fino a quando? Per questo forse, per il fatto che differiva, non era vicino e: Mentre ancora parli, dirò: Eccomi, non era secondo verità? Come mai? Il medico quando dà ciò che desideri, è presente; quando taglia non lo è? Non è vero che sotto il ferro del medico tu gridi perché ceda e, perché più è vicino, più taglia? Insomma, perché tu sappia che era presente notate che cosa ha risposto a chi gli ripeteva tre volte la preghiera: Egli mi disse - riporta - ti basti la mia grazia; infatti è nella debolezza che si manifesta la potenza 26. Io so, dice, da ottimo medico. Io so, dice, in che sorta di timore degeneri ciò che voglio curare. Affìdati alla mia competenza. Ti basta la mia grazia: non ce la fai con la volontà tua. Tali erano certamente le parole di chi sosteneva la lotta, trovandosi in pericolo nel conflitto e insistendo nel richiedere l'aiuto divino.
La vittoria si consegue con l'umiltà.
9. 9. Ma quali saranno le parole del vincitore? Voci di chi lotta mentre si costruisce la casa; voci di chi trionfa alla fine, quando la casa viene dedicata. Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Ma il pungiglione della morte è il peccato 27. L'Apostolo usciva in queste espressioni così come vi si trovasse personalmente. Quindi, dopo queste parole che si sa riguardano l'esperienza che si attende, non lo stato attuale di conflitto, dal momento che dice: Allora si compirà; non si compie ora, ma si compirà allora. Che cosa si compirà allora? Il contenuto di ciò che è stato scritto: La morte è stata assorbita dalla vittoria. Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Allora avverrà che non ci sia più il pungiglione della morte, che in nessun luogo si possa trovare il peccato. A che tanta fretta? Allora si compirà, allora si compirà. Sia di merito in te l'umiltà, perché allora si compia in te; che non sia di ostacolo la superbia perché si compia in te almeno allora. Allora si compirà. Ora intanto, mentre sei nella lotta, mentre ti affatichi, mentre sei in pericolo, ripeti, ripeti: Rimetti a noi i nostri debiti 28. Dillo soprattutto quando combatti, dillo, dillo veramente, dillo di cuore: Se diciamo che non abbiamo peccato, inganniamo noi stessi. Tu sarai il diavolo per te stesso. Inganniamo noi stessi e la verità non è in noi 29. Non diciamo il vero, infatti, se diciamo che non abbiamo peccato, dal momento che quaggiù non siamo senza peccato. Diciamo perciò la verità, per trovare un giorno la sicurezza. Sia la verità nella lotta, affinché si raggiunga la sicurezza nella vittoria. Allora si compirà: Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Ma il pungiglione della morte è il peccato.
La legge senza la grazia.
10. 10. Tu presumi della legge, perché ti è stata data la legge e ti è stato dato il precetto. E' un bene per te che lo Spirito ti vivifichi perché non ti uccida la lettera. Desidero che tu voglia, non basta che tu voglia. Hai bisogno di aiuto perché la tua volontà sia piena e possa adempiere ciò che vuoi. Vuoi sapere infatti che cosa valga la lettera che comanda senza lo Spirito che aiuta? Lo ha detto là. Quando è stato detto: Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Ma il pungiglione della morte è il peccato; subito ha aggiunto: Ma la forza del peccato è la legge 30. Che vuol dire: la forza del peccato è la legge? Non con l'imporre azioni cattive, o con l'impedire opere buone; certamente no, anzi, al contrario, vietando opere cattive e imponendo opere buone. Ma la forza del peccato è la legge; perché, egli dice: La legge sopraggiunse perché abbondasse il peccato. Che vuol dire: perché abbondasse il peccato? Perché dove mancava la grazia, il divieto accrebbe il desiderio; e, come quando si presume della propria forza, il male si fece grave. Che cosa fece, però, la grazia? Là dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia 31. E' venuto il Signore; ha perdonato interamente, ha annullato interamente tutto ciò che hai ereditato da Adamo, tutto ciò che tu hai aggiunto con la tua perversa condotta; ha insegnato a pregare, ha promesso la grazia; ha prescritto il combattimento, ha soccorso chi era nella fatica, ha dato il premio al vincitore. Così - dice l'Apostolo - la legge è santa e santo e giusto e buono il comandamento. Ciò che è bene, allora è diventato morte per me? No davvero! Ma il peccato, per rivelarsi peccato 32. Quando non ti era vietato, esisteva infatti, ma non si manifestava. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza - egli dice - se la legge non avesse detto: Non desiderare. Il peccato, pertanto, prendendo occasione dal comandamento, mi ha sedotto, e per mezzo di esso mi ha dato la morte 33. Ecco che cosa significa: La lettera uccide 34.
Necessità dell'aiuto divino.
11. 11. Perciò, se vuoi sottrarti alla legge che minaccia, ripara dallo Spirito che soccorre. La fede spera ciò che la legge impone. Grida al tuo Dio che ti aiuti. Non restare reo sotto la legge, ma Dio ti aiuti con il suo Spirito; perché il superbo Giudeo non sia simile a te. Essendo il peccato il pungiglione della morte e la legge, d'altra parte, la forza del peccato, che avrebbe potuto fare la debolezza umana, in cui la volontà era fiaccata? Il desiderio del bene è alla mia portata, ma non sono capace di attuarlo 35. Che avrebbe potuto fare allora? Ecco: Il pungiglione della morte è il peccato. Ecco: La forza del peccato è la legge. La legge sopraggiunse perché abbondasse il peccato. Se infatti fosse stata data una legge capace di conferire la vita, la giustificazione scaturirebbe davvero dalla legge. La Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato 36. In che modo ha rinchiuso? Perché tu non divagassi, non precipitassi, non affondassi, la legge ti ha precluso ogni via così che non trovando come uscirne, passassi alla grazia. La Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato perché la promessa... Chi promette s'impegna a ciò che dipende da lui, non a ciò che tu fai. Se l'avessi fatto tu, Dio sarebbe stato come chi prevede, non come chi promette. La Scrittura invece - egli dice - ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato perché la promessa venisse data ai credenti in virtù della fede in Gesù Cristo 37. Sta' a sentire: venisse data. Di che sei orgoglioso? Fa' attenzione: venisse data. Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? 38 Appunto perché il pungiglione della morte è il peccato, ma la forza del peccato è la legge; anche questo proviene dalla salutare provvidenza di Dio, così che tutti gli uomini fossero ridotti sotto il peccato, cercassero un soccorritore, cercassero grazia, cercassero Dio, non facessero affidamento sulla loro forza. E allora, però, avendo detto: Il pungiglione della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge, perché temi? Perché ti preoccupi? Perché ti affanni? Ascolta ciò che segue: Siano rese grazie a Dio che ci ha dato la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo 39. Di sicuro ti darai la vittoria? Siano rese grazie a Dio che ci ha dato la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo.
Si deve invocare l'aiuto divino.
12. 12. Quindi, quando cominci a sentire la fatica lottando contro i desideri perversi della carne, cammina secondo lo spirito, invoca lo spirito, domanda il dono di Dio. E se la legge che è nelle membra si oppone alla legge che è nella tua mente dalla parte inferiore, cioè dalla carne, rendendoti schiavo sotto la legge del peccato, anche questo sarà purificato, anche questo si trasformerà nei diritti della vittoria. Tu grida soltanto, tu invoca soltanto. Bisogna pregare sempre senza stancarsi 40. Invoca solo, invoca aiuto. Mentre ancora parli - dice - eccomi 41. Dopo vedi di capire, e tu avverti che dice alla tua anima: Io sono la tua salvezza 42. Perciò, quando la legge della carne comincia ad opporsi alla legge della mente, e a renderti schiavo sotto la legge del peccato, che è nelle tue membra, di' pure mentre preghi, dillo nel riconoscerlo: Sono uno sventurato. Che altro è l'uomo infatti? Che cosa è l'uomo perché di lui ti ricordi? 43 Dillo: Sono uno sventurato, perché, se non fosse venuto il Figlio dell'uomo, l'uomo sarebbe andato perduto. Grida nelle angustie: Chi mi libererà dal corpo di questa morte? 44 Quando la legge che è nelle mie membra si oppone alla legge della mia mente. Mi compiaccio infatti della legge di Dio secondo l'uomo interiore 45. Chi mi libererà dal corpo di questa morte? Se lo dici con fede, se lo dici con umiltà, è immancabile la risposta: La grazia di Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo 46. Rivolti al Signore...
1 - 2 Cor 6, 16.
2 - 2 Cor 6, 13-14.
3 - Rm 5, 5.
4 - Gal 5, 16.
5 - Gal 5, 21.
6 - Sal 29, 12-13.
7 - Sal 95.
8 - Rm 7, 14.
9 - Sal 95, 1.
10 - Col 3, 9-10; Ef 4, 22-24.
11 - Sal 95, 1-2.
12 - Sal 84, 8.
13 - Lc 10, 24.
14 - Lc 2, 26-30.
15 - Sal 95, 1-5.
16 - Sal 18, 2. 4-5.
17 - 1 Cor 3, 10.
18 - Gal 5, 16-17.
19 - Ibidem.
20 - 1 Cor 15, 55.
21 - Sal 6, 3-4.
22 - Is 58, 9.
23 - 2 Cor 12, 7.
24 - Gn 3, 5.
25 - Is 58, 9.
26 - 1 Cor 12, 8-9.
27 - 1 Cor 15, 55-56.
28 - Mt 6, 12.
29 - 1 Gv 1, 8.
30 - 1 Cor 15, 54-56.
31 - Rm 5, 20.
32 - Rm 7, 12.
33 - Rm 7, 7-8.
34 - 2 Cor 3, 6.
35 - Rm 7, 18.
36 - Gal 3, 21.
37 - Gal 3, 22.
38 - 1 Cor 4, 7.
39 - 1 Cor 15, 56-57.
40 - Lc 18, 1.
41 - Is 58, 9.
42 - Sal 34, 3.
43 - Sal 8, 5.
44 - Rm 7, 22.
45 - Rm 7, 23-24.
46 - Rm 7, 25.
Capitolo LIII: La grazia di Dio non si confonde con ciò che ha sapore di cose terrene
Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca1. Preziosa, o figlio, è la mia grazia; essa non tollera di essere mescolata a cose esteriori e a consolazioni terrene. Perciò devi buttar via tutto ciò che ostacola la grazia, se vuoi che questa sia infusa in te. Procurati un luogo appartato, compiaciti di stare solo con te stesso, non andare cercando di chiacchierare con nessuno; effondi, invece, la tua devota preghiera a Dio, per conservare compunzione d'animo e purezza di coscienza. Il mondo intero, consideralo un nulla; alle cose esteriori anteponi l'occuparti di Dio. Ché non potresti attendere a me, e nello stesso tempo trovare godimento nelle cose passeggere. Occorre allontanarsi dalle persone che si conoscono e alle quali si vuole bene; occorre tenere l'animo sgombro da ogni conforto temporale. Ecco ciò che il santo apostolo Pietro chiede, in nome di Dio: che i seguaci di Cristo si conservino in questo mondo "come forestieri e pellegrini" (1Pt 2,11). Quanta sicurezza in colui che muore, senza essere legato alla terra dall'attaccamento per alcuna cosa. Uno spirito debole, invece, non riesce a mantenere il cuore tanto distaccato: l'uomo materiale non conosce la libertà dell'uomo interiore. Che se uno vuole veramente essere uomo spirituale, egli deve rinunciare a tutti, ai lontani e ai vicini; e guardarsi da se stesso più ancora che dagli altri. Se avrai vinto pienamente te stesso, facilmente soggiogherai tutto il resto. Trionfare di se medesimi è vittoria perfetta; giacché colui che domina se stesso - facendo sì che i sensi obbediscano alla ragione, e la ragione obbedisca in tutto e per tutto a Dio - questi è, in verità il vincitore di sé e signore del mondo.
2. Se brami elevarti a questa somma altezza, è necessario che tu cominci con coraggio, mettendo la scure alla radice, per poter estirpare totalmente la tua segreta inclinazione, contraria al volere di Dio e volta a te stesso e a tutto ciò che è tuo utile materiale. Da questo vizio, dall'amore di sé, contrarissimo alla volontà divina, deriva, si può dire, tutto quanto deve essere stroncato radicalmente. Domato e superato questo vizio, si farà stabilmente una grande pace e una grande serenità. Ma sono pochi quelli che si adoprano per morire del tutto a se stessi, e per uscire pienamente da se stessi. I più restano avviluppati, né sanno innalzarsi spiritualmente sopra di sé. Coloro che desiderano camminare con me senza impacci debbono mortificare tutti i loro affetti perversi e contrari all'ordine voluto da Dio, senza restare attaccati di cupido amore personale ad alcuna creatura.
21 maggio 1944
Maria Valtorta
Dice Gesù:
«Non soltanto vi cacceranno [313] dalle sinagoghe, e per queste intendo tutte le posizioni sociali nelle quali potreste avere onore e utile. Sarete perseguitati per il mio Nome e per la vostra fedeltà ad esso anche nello spirito. Non perché chi vi perseguita lo faccia per sincerità di zelo verso di Me ed il mio culto. Ma perché – parlo specialmente a voi, miei portavoce – ma perché le parole che dite sono tali che urtano la maggioranza – e, fra questa, specie quella parte di maggioranza che dovrebbe essere la migliore – e perciò voi divenite per essa oggetto di odio.
Non parlo qui per tutti i credenti, per i quali verranno di certo le periodiche persecuzioni del potere umano preso da febbre satanica; ma delle persecuzioni speciali per tutti i miei prediletti ai quali, oltre la dolce croce del mio amore e del mio volere, viene imposta l’amarissima croce dell’odio e del mal volere umano.
Oh! se sapeste come vi odia il mondo, o miei prediletti! Vi odia come mi ha odiato. E nel mondo vi sono, con doppia colpa, anche i discendenti degli antichi sacerdoti, i loro successori. Pochi fra essi hanno vera fede. Il razionalismo li sterilisce con la sua dottrina e l’egoismo li acceca e li porta a odiare. Perciò vi accuseranno di essere eretici. Ma non vi accasciate. Il mondo cessa col giorno del vostro natale [314]. Allora si apriranno per voi le porte del vero Mondo: eterno e buono perché Mondo di Dio.
Io vi amo, o miei diletti. Io vi ringrazio. Io vi benedico e con Me il Padre e lo Spirito, perché voi, servendo Me, servite l’eterna Trinità, ed Essa vi bacia coi suoi raggi d’amore e vi circonda di Sé per compensarvi in maniera ineffabile di tutto il dolore che i misconoscitori di Dio vi dànno.
Va’ in pace, Maria. E dammi la tua tribolazione e la tua desolazione. Non è che tu sia sola. È che ho bisogno di questa tua pena. Un poco di Getsemani per amor mio.»
[313] vi cacceranno…, come in Giovanni 16, 2.
[314] del vostro natale cioè della vostra nascita al Cielo.