Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

In certo senso, è Cristo stesso la misericordia. Per chi la scorge in lui €” e in lui la trova €” Dio si fa vedere ai nostri occhi come Padre «ricco di misericordia». (Santa Faustina Kowalska)

Liturgia delle Ore - Letture

Venerdi della 2° settimana del tempo di Quaresima

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 21

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così:2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.3Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
4Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.5Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?". Gli risposero: "No".6Allora disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci.7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il Signore!". Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare.8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.10Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso or ora".11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.12Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava domandargli: "Chi sei?", poiché sapevano bene che era il Signore.
13Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.14Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
15Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci i miei agnelli".16Gli disse di nuovo: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci le mie pecorelle".17Gli disse per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecorelle.18In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi".19Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: "Seguimi".
20Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: "Signore, chi è che ti tradisce?".21Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: "Signore, e lui?".22Gesù gli rispose: "Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi".23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: "Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?".

24Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.25Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.


Genesi 18

1Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno.2Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra,3dicendo: "Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo.4Si vada a prendere un po' di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l'albero.5Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo". Quelli dissero: "Fa' pure come hai detto".6Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: "Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne focacce".7All'armento corse lui stesso, Abramo, prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo.8Prese latte acido e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse a loro. Così, mentr'egli stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli mangiarono.9Poi gli dissero: "Dov'è Sara, tua moglie?". Rispose: "È là nella tenda".10Il Signore riprese: "Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio". Intanto Sara stava ad ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro di lui.11Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne.12Allora Sara rise dentro di sé e disse: "Avvizzita come sono dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!".13Ma il Signore disse ad Abramo: "Perché Sara ha riso dicendo: Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia?14C'è forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te alla stessa data e Sara avrà un figlio".15Allora Sara negò: "Non ho riso!", perché aveva paura; ma quegli disse: "Sì, hai proprio riso".
16Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall'alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli.17Il Signore diceva: "Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare,18mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra?19Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso".20Disse allora il Signore: "Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave.21Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!".
22Quegli uomini partirono di lì e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora davanti al Signore.23Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: "Davvero sterminerai il giusto con l'empio?24Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?25Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?".26Rispose il Signore: "Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città".
27Abramo riprese e disse: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere...28Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?". Rispose: "Non la distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque".29Abramo riprese ancora a parlargli e disse: "Forse là se ne troveranno quaranta". Rispose: "Non lo farò, per riguardo a quei quaranta".30Riprese: "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta". Rispose: "Non lo farò, se ve ne troverò trenta".31Riprese: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti". Rispose: "Non la distruggerò per riguardo a quei venti".32Riprese: "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci". Rispose: "Non la distruggerò per riguardo a quei dieci".33Poi il Signore, come ebbe finito di parlare con Abramo, se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione.


Proverbi 10

1Proverbi di Salomone.

Il figlio saggio rende lieto il padre;
il figlio stolto contrista la madre.
2Non giovano i tesori male acquistati,
mentre la giustizia libera dalla morte.
3Il Signore non lascia patir la fame al giusto,
ma delude la cupidigia degli empi.
4La mano pigra fa impoverire,
la mano operosa arricchisce.
5Chi raccoglie d'estate è previdente;
chi dorme al tempo della mietitura si disonora.
6Le benedizioni del Signore sul capo del giusto,
la bocca degli empi nasconde il sopruso.
7La memoria del giusto è in benedizione,
il nome degli empi svanisce.
8L'assennato accetta i comandi,
il linguacciuto va in rovina.
9Chi cammina nell'integrità va sicuro,
chi rende tortuose le sue vie sarà scoperto.
10Chi chiude un occhio causa dolore,
chi riprende a viso aperto procura pace.
11Fonte di vita è la bocca del giusto,
la bocca degli empi nasconde violenza.
12L'odio suscita litigi,
l'amore ricopre ogni colpa.
13Sulle labbra dell'assennato si trova la sapienza,
per la schiena di chi è privo di senno il bastone.
14I saggi fanno tesoro della scienza,
ma la bocca dello stolto è un pericolo imminente.
15I beni del ricco sono la sua roccaforte,
la rovina dei poveri è la loro miseria.
16Il salario del giusto serve per la vita,
il guadagno dell'empio è per i vizi.
17È sulla via della vita chi osserva la disciplina,
chi trascura la correzione si smarrisce.
18Placano l'odio le labbra sincere,
chi diffonde la calunnia è uno stolto.
19Nel molto parlare non manca la colpa,
chi frena le labbra è prudente.
20Argento pregiato è la lingua del giusto,
il cuore degli empi vale ben poco.
21Le labbra del giusto nutriscono molti,
gli stolti muoiono in miseria.
22La benedizione del Signore arricchisce,
non le aggiunge nulla la fatica.
23È un divertimento per lo stolto compiere il male,
come il coltivar la sapienza per l'uomo prudente.
24Al malvagio sopraggiunge il male che teme,
il desiderio dei giusti invece è soddisfatto.
25Al passaggio della bufera l'empio cessa di essere,
ma il giusto resterà saldo per sempre.
26Come l'aceto ai denti e il fumo agli occhi
così è il pigro per chi gli affida una missione.
27Il timore del Signore prolunga i giorni,
ma gli anni dei malvagi sono accorciati.
28L'attesa dei giusti finirà in gioia,
ma la speranza degli empi svanirà.
29La via del Signore è una fortezza per l'uomo retto,
mentre è una rovina per i malfattori.
30Il giusto non vacillerà mai,
ma gli empi non dureranno sulla terra.
31La bocca del giusto esprime la sapienza,
la lingua perversa sarà tagliata.
32Le labbra del giusto stillano benevolenza,
la bocca degli empi perversità.


Salmi 2

1Perché le genti congiurano
perché invano cospirano i popoli?
2Insorgono i re della terra
e i principi congiurano insieme
contro il Signore e contro il suo Messia:
3"Spezziamo le loro catene,
gettiamo via i loro legami".
4Se ne ride chi abita i cieli,
li schernisce dall'alto il Signore.
5Egli parla loro con ira,
li spaventa nel suo sdegno:
6"Io l'ho costituito mio sovrano
sul Sion mio santo monte".

7Annunzierò il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: "Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
8Chiedi a me, ti darò in possesso le genti
e in dominio i confini della terra.
9Le spezzerai con scettro di ferro,
come vasi di argilla le frantumerai".

10E ora, sovrani, siate saggi
istruitevi, giudici della terra;
11servite Dio con timore
e con tremore esultate;
12che non si sdegni e voi perdiate la via.
Improvvisa divampa la sua ira.
Beato chi in lui si rifugia.


Geremia 22

1Così dice il Signore: "Scendi nella casa del re di Giuda e là proclama questo messaggio.2Tu dirai: Ascolta la parola del Signore, o re di Giuda che siedi sul trono di Davide, tu, i tuoi ministri e il tuo popolo, che entrano per queste porte.3Dice il Signore: Praticate il diritto e la giustizia, liberate l'oppresso dalle mani dell'oppressore, non fate violenza e non opprimete il forestiero, l'orfano e la vedova, e non spargete sangue innocente in questo luogo.4Se osserverete lealmente quest'ordine, entreranno ancora per le porte di questa casa i re che siederanno sul trono di Davide, montati su carri e cavalli, essi, i loro ministri e il loro popolo.5Ma se non ascolterete queste parole, io lo giuro per me stesso - parola del Signore - questa casa diventerà una rovina.

6Poiché così dice il Signore
riguardo alla casa del re di Giuda:
Come Gàlaad eri per me,
come le vette del Libano;
ma io ti ridurrò a deserto, a città disabitata.
7Io preparerò contro di te i distruttori,
ognuno con le armi.
Essi abbatteranno i migliori dei tuoi cedri,
li getteranno nel fuoco.

8Molte genti passeranno su questa città e si diranno l'un l'altro: Perché il Signore ha trattato così questa grande città?9E risponderanno: Perché essi hanno abbandonato l'alleanza del Signore, loro Dio, hanno adorato altri dèi e li hanno serviti".

10Non piangete sul morto e non fate lamenti per lui,
ma piangete amaramente su chi parte,
perché non tornerà più,
non rivedrà il paese natio.

11Poiché dice il Signore riguardo a Sallùm figlio di Giosia, re di Giuda, che regna al posto di Giosia suo padre: "Chi esce da questo luogo non vi farà più ritorno,12ma morirà nel luogo dove lo condurranno prigioniero e non rivedrà più questo paese".

13Guai a chi costruisce la casa senza giustizia
e il piano di sopra senza equità,
che fa lavorare il suo prossimo per nulla,
senza dargli la paga,
14e dice: "Mi costruirò una casa grande
con spazioso piano di sopra"
e vi apre finestre
e la riveste di tavolati di cedro
e la dipinge di rosso.
15Forse tu agisci da re
perché ostenti passione per il cedro?
Forse tuo padre non mangiava e beveva?
Ma egli praticava il diritto e la giustizia
e tutto andava bene.
16Egli tutelava la causa del povero e del misero
e tutto andava bene;
questo non significa infatti conoscermi?
Oracolo del Signore.
17I tuoi occhi e il tuo cuore,
invece, non badano che al tuo interesse,
a spargere sangue innocente,
a commettere violenza e angherie.

18Per questo così dice il Signore su Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda:

"Non faranno il lamento per lui, dicendo:
Ahi, fratello mio! Ahi, sorella!
Non faranno il lamento per lui, dicendo:
Ahi, signore! Ahi, maestà!
19Sarà sepolto come si seppellisce un asino,
lo trascineranno e lo getteranno
al di là delle porte di Gerusalemme".

20Sali sul Libano e grida
e sul Basàn alza la voce;
grida dagli Abarìm,
perché tutti i tuoi amanti sono abbattuti.
21Ti parlai al tempo della tua tranquilla prosperità,
ma tu dicesti: "Io non voglio ascoltare".
Tale è stata la tua condotta fin dalla giovinezza:
non hai ascoltato la mia voce.
22Tutti i tuoi pastori saranno pascolo del vento
e i tuoi amanti andranno schiavi.
Allora ti dovrai vergognare ed essere confusa,
a causa di tutte le tue iniquità.
23Tu che dimori sul Libano,
che ti sei fatta il nido tra i cedri,
come gemerai quando ti coglieranno le doglie,
dolori come di partoriente!

24"Per la mia vita - oracolo del Signore - anche se Conìa figlio di Ioiakìm, re di Giuda, fosse un anello da sigillo nella mia destra, io me lo strapperei.25Ti metterò nelle mani di chi attenta alla tua vita, nelle mani di coloro che tu temi, nelle mani di Nabucodònosor re di Babilonia e nelle mani dei Caldei.26 Sbalzerò te e tua madre che ti ha generato in un paese dove non siete nati e là morirete.27Ma nel paese in cui brameranno tornare, là non torneranno.28È forse questo Conìa un vaso spregevole, rotto, oppure un vaso che non piace più a nessuno? Perché sono dunque scacciati, egli e la sua discendenza, e gettati in un paese che non conoscono?".
29Terra, terra, terra! Ascolta la parola del Signore!30Dice il Signore: "Registrate quest'uomo come uno senza figli, un uomo che non ha successo nella sua vita, perché nessuno della sua stirpe avrà la fortuna di sedere sul trono di Davide né di regnare ancora su Giuda".


Lettera ai Romani 11

1Io domando dunque: 'Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo'? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino.2'Dio non ha ripudiato il suo popolo', che egli ha scelto fin da principio. O non sapete forse ciò che dice la Scrittura, nel passo in cui Elia ricorre a Dio contro Israele?

3'Signore, hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita'.

4Cosa gli risponde però la voce divina?
'Mi sono riservato settemila uomini, quelli che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal'.
5Così anche al presente c'è un resto, conforme a un'elezione per grazia.6E se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia.
7Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti; gli altri sono stati induriti,8come sta scritto:

'Dio ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere e orecchi per non sentire,
fino al giorno d'oggi'.

9E Davide dice:

'Diventi la lor mensa un laccio', un tranello
'e un inciampo e serva loro di giusto castigo!'
10'Siano oscurati i loro occhi sì da non vedere,
e fa' loro curvare la schiena per sempre'!

11Ora io domando: Forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai pagani, per suscitare la loro gelosia.12Se pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione totale!
13Pertanto, ecco che cosa dico a voi, Gentili: come apostolo dei Gentili, io faccio onore al mio ministero,14nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni.15Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti?

16Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se è santa la radice, lo saranno anche i rami.17Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell'olivo,18non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.
19Dirai certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi fossi innestato io!20Bene; essi però sono stati tagliati a causa dell'infedeltà, mentre tu resti lì in ragione della fede. Non montare dunque in superbia, ma temi!21Se infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno risparmierà te!
22Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te, a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai reciso.23Quanto a loro, se non persevereranno nell'infedeltà, saranno anch'essi innestati; Dio infatti ha la potenza di innestarli di nuovo!24Se tu infatti sei stato reciso dall'oleastro che eri secondo la tua natura e contro natura sei stato innestato su un olivo buono, quanto più essi, che sono della medesima natura, potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo!

25Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti.26Allora tutto Israele sarà salvato come sta scritto:

'Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà le empietà da Giacobbe.'
27'Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati'.

28Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri,29perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!30Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia per la loro disobbedienza,31così anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della misericordia usata verso di voi, perché anch'essi ottengano misericordia.32Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!

33O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!

34'Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero
del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?'
35'O chi gli ha dato qualcosa per primo,
sì che abbia a riceverne il contraccambio'?

36Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.


Capitolo VI: gli sregolati moti dell'anima

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Ogni qual volta si desidera una cosa contro il volere di Dio, subito si diventa interiormente inquieti. Il superbo e l'avaro non hanno mai requie; invece il povero e l'umile di cuore godono della pienezza della pace. Colui che non è perfettamente morto a se stesso cade facilmente in tentazione ed è vinto in cose da nulla e disprezzabili. Colui che è debole nello spirito ed è, in qualche modo, ancora volto alla carne e ai sensi, difficilmente si può distogliere del tutto dalle brame terrene; e, quando pur riesce a sottrarsi a queste brame, ne riceve tristezza. Che se poi qualcuno gli pone ostacolo, facilmente si sdegna; se, infine, raggiunge quel che bramava, immediatamente sente in coscienza il peso della colpa, perché ha assecondato la sua passione, la quale non giova alla pace che cercava. Giacché la vera pace del cuore la si trova resistendo alle passioni, non soggiacendo ad esse. Non già nel cuore di colui che è attaccato alla carne, non già nell'uomo volto alle cose esteriori sta la pace; ma nel cuore di colui che è pieno di fervore spirituale.


LETTERA 251: Agostino informa Pancario ch'egli è disposto ad ascoltare solo le accuse dei cattolici non degli eretici contro il prete Secondino.

Lettere - Sant'Agostino

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Scritta dopo il 395.

Agostino informa Pancario ch'egli è disposto ad ascoltare solo le accuse dei cattolici non degli eretici contro il prete Secondino.

AGOSTINO INVIA CRISTIANI SALUTI A PANCARIO, SIGNORE DILETTISSIMO MERITAMENTE ONORANDO FIGLIO

1. Poiché prima che la Pietà tua arrivasse a Germanicia, il prete Secondino era ben accetto agli abitanti di quel borgo, non so per qual motivo è avvenuto che ora, mio carissimo signore e meritamente onorando figlio, sono pronti - come tu hai scritto - ad accusarlo di non so quali colpe. Noi tuttavia non possiamo affatto disinteressarci d'una colpa che sembra rinfaccino al prete, solo se coloro i quali la rinfacciano sono cattolici. La ragione è che le accuse degli eretici contro un prete cattolico non possiamo né dobbiamo accettarle. La tua Prudenza quindi faccia anzitutto in modo che non ci siano degli eretici dove non ce n'erano prima della tua venuta, e poi esamineremo la questione del prete come si conviene che sia esaminata. Ma dato che mi sta molto a cuore il tuo bene e la tua stima e poiché gli abitanti di Germanicia appartengono alle cure dell'umile mia persona, ti esorto, poiché me lo consenti, di farmi conoscere con sincerità che cosa hai ottenuto dai gloriosissimi Imperatori e quali diritti hai fatto valere presso i giudici competenti e ciò perché appaia a tutti che tu non agisci contro le leggi e senza aver ordini, e inoltre affinché, per causa d'una questione sorta tra voi, che litigate per una possessione, non vengano molestati di nuovo gli stessi miseri e, danneggiati più gravemente, non vadano completamente in rovina. Nello stesso tempo ti raccomando pure di non lasciar saccheggiare e devastare la casa del suddetto prete, poiché mi è stato riferito ch'è intenzione, di non so quali individui, di abbattere la sua chiesa; io però non credo che ciò possa essere permesso dalla Pietà tua.


Capitolo XXXI: Abbandonare ogni creatura, per poter trovare Dio

Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis

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1. O Signore, davvero mi occorre una grazia sempre più grande, se debbo giungere là dove nessuno né alcuna cosa creata mi potrà essere di impaccio; infatti, finché una qualsiasi cosa mi trattenga, non potrò liberamente volare a te. E liberamente volare a te, era appunto, l'ardente desiderio di colui che esclamava: "Chi mi darà ali come di colomba, e volerò, e avrò pace?" (Sal 54,7).

Quale pace più grande di quella di un occhio puro? Quale libertà più grande di quella di chi non desidera nulla di terreno? Occorre dunque passare oltre ad ogni creatura; occorre tralasciare pienamente se stesso, uscire spiritualmente da sé; occorre capire che tu, che hai fatto tutte le cose, non hai nulla in comune con le creature.

Chi non è libero da ogni creatura, non potrà attendere liberamente a ciò che è divino. Proprio per questo sono ben pochi coloro che sanno giungere alla contemplazione, perché pochi riescono a separarsi appieno dalle cose create, destinate a perire.

Per giungere a ciò, si richiede una grazia grande, che innalzi l'anima e la rapisca più in alto di se medesima. Ché, se uno non è elevato nello spirito e libero da ogni creatura; se non è totalmente unito a Dio, tutto quello che sa e anche tutto quello che possiede non ha grande peso. Sarà sempre piccolo e giacerà a terra colui che apprezza qualcosa che non sia il solo, unico, immenso ed eterno bene. In verità ogni cosa, che non sia Dio, è un nulla, e come un nulla va considerata.

Ben differenti sono la virtù della sapienza, propria dell'uomo illuminato e devoto, e la scienza, propria dell'erudito e dotto uomo di studio. Giacché la sapienza che emana da Dio, e fluisce dall'alto in noi, è di gran lunga più sublime di quella che faticosamente si acquista con il nostro intelletto.  

  2.     Troviamo non poche persone che desiderano la contemplazione, ma poi non si preoccupano di mettere in pratica ciò che si richiede per la contemplazione stessa; e il grande ostacolo consiste in questo, che ci si accontenta degli indizi esterni e di ciò che cade sotto i sensi, possedendo ben poco della perfetta mortificazione.

Non so come sia, da quale spirito siamo mossi, a quale meta tendiamo, noi che sembriamo aver fama di spirituali: ci diamo tanta pena e ci preoccupiamo tanto di queste cose che passano e non hanno valore alcuno, mentre a stento riusciamo, qualche rara volta, a pensare al nostre essere interiore, in totale raccoglimento. Un raccoglimento breve, purtroppo; dopo del quale ben presto ci buttiamo alle cose esteriori, senza più sottoporre il nostro agire a un vaglio severo.

Dove siano posti e ristagnino i nostri affetti, noi non badiamo; e non ci disgusta che tutto sia corrotto. Invece il grande diluvio avvenne perché "ciascuno aveva corrotto la sua vita" (Gn 6,12).

Quando, dunque, la nostra interna inclinazione è profondamente guastata, necessariamente si guasta anche la conseguente azione esterna, rivelatrice di scarsa forza interiore. E' dal cuore puro che discendono frutti di vita virtuosa.

Si indaga quanto uno abbia fatto, ma non si indaga attentamente con quanta virtù egli abbia agito. Si guarda se uno sia stato uomo forte e ricco e nobile; se sia stato abile e valente scrittore, cantante eccellente o bravo lavoratore; ma si tace, da parte di molti, su quanto egli sia stato povero in spirito e paziente e mite e devoto, e quanta spiritualità interiore egli abbia avuto.

La natura bada alle cose esterne dell'uomo; la grazia si rivolge alle cose interiori. Quella frequentemente si inganna, questa si affida a Dio per non essere ingannata.


12 maggio 1944

Madre Pierina Micheli

Scoraggiamento, angoscia, volontà fiacca, tentazione contro la fede... il nemico mi spinge alla disperazione. Si presenta in forme orribili, mi assale, mi spaventa... Maria, S. Silvestro, pietà di me!...