Liturgia delle Ore - Letture
Mercoledi della 1° settimana del tempo di Quaresima
Vangelo secondo Marco 5
1Intanto giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni.2Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo.3Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene,4perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo.5Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.6Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi,7e urlando a gran voce disse: "Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!".8Gli diceva infatti: "Esci, spirito immondo, da quest'uomo!".9E gli domandò: "Come ti chiami?". "Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti".10E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
11Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo.12E gli spiriti lo scongiurarono: "Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi".13Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.14I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.
15Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.16Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci.17Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.18Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui.19Non glielo permise, ma gli disse: "Va' nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato".20Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.
21Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare.22Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi23e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva".24Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
25Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando,27udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti:28"Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita".29E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
30Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?".31I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?".32Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.33E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.34Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male".
35Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?".36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, continua solo ad aver fede!".37E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava.39Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme".40Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.41Presa la mano della bambina, le disse: "Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!".42Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore.43Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.
Secondo libro dei Re 14
1Nell'anno secondo di Ioas figlio di Ioacaz, re di Israele, divenne re Amazia figlio di Ioas, re di Giuda.2Quando divenne re aveva venticinque anni; regnò ventinove anni in Gerusalemme. Sua madre era di Gerusalemme e si chiamava Ioaddain.3Egli fece ciò che è retto agli occhi del Signore, ma non come Davide suo antenato: agì in tutto come suo padre Ioas.4Solo non scomparvero le alture; il popolo ancora sacrificava e offriva incensi sulle alture.5Quando il regno fu saldo nelle sue mani, uccise gli ufficiali che avevano assassinato il re suo padre.6Ma non uccise i figli degli assassini, secondo quanto è scritto nel libro della legge di Mosè, ove il Signore prescrive: "I padri non moriranno per i figli né i figli per i padri, perché ognuno morirà per il suo peccato".7Egli sconfisse gli Idumei nella Valle del sale, uccidendone diecimila. In tale guerra occupò Sela e la chiamò Iokteèl, come è chiamata fino ad oggi.
8Allora Amazia mandò messaggeri a Ioas figlio di Ioacaz, figlio di Ieu, re di Israele, per dirgli: "Su, guardiamoci in faccia".9Ioas re di Israele fece rispondere ad Amazia re di Giuda: "Il cardo del Libano mandò a dire al cedro del Libano: Da' in moglie tua figlia a mio figlio. Ora passò una bestia selvatica del Libano e calpestò il cardo.10Tu hai sconfitto Edom, per questo il tuo cuore ti ha reso altero. Sii glorioso, ma resta nella tua casa. Perché provocare una calamità? Potresti precipitare tu e Giuda con te".11Amazia non lo ascoltò. Allora Ioas re di Israele si mise in marcia; si guardarono in faccia, lui e Amazia re di Giuda, in Bet-Sèmes, che appartiene a Giuda.12Giuda fu sconfitto di fronte a Israele e ognuno fuggì nella propria tenda.13Ioas re di Israele in Bet-Sèmes fece prigioniero Amazia re di Giuda figlio di Ioas, figlio di Acazia. Quindi, andato in Gerusalemme, ne demolì le mura dalla porta di Èfraim fino alla porta dell'Angolo per quattrocento cubiti.14Prese tutto l'oro e l'argento e tutti gli oggetti trovati nel tempio e nei tesori della reggia, insieme con gli ostaggi, e tornò in Samaria.
15Le altre gesta di Ioas, le sue azioni, le sue prodezze e le sue guerre con Amazia re di Giuda sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.16Ioas si addormentò con i suoi padri; fu sepolto in Samaria vicino ai re di Israele. Al suo posto divenne re suo figlio Geroboamo.
17Amazia figlio di Ioas, re di Giuda, dopo la morte di Ioas figlio di Ioacaz, re di Israele, visse quindici anni.
18Le altre gesta di Amazia sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda.19Contro di lui si ordì una congiura in Gerusalemme. Egli fuggì a Lachis; lo fecero inseguire fino a Lachis e là l'uccisero.20Trasportato su dei cavalli, fu sepolto con i suoi padri nella città di Davide.21Tutto il popolo di Giuda prese Azaria, che aveva sedici anni, e lo proclamò re al posto di suo padre Amazia.22Egli fortificò Elat, da lui riconquistata a Giuda dopo che il re si era addormentato con i suoi padri.
23Nell'anno quindici di Amazia figlio di Ioas, re di Giuda, in Samaria divenne re Geroboamo figlio di Ioas, re di Israele, per quarantun anni.24Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò da nessuno dei peccati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele.25Egli ristabilì i confini di Israele dall'ingresso di Amat fino al mare dell'Araba secondo la parola del Signore Dio di Israele, pronunziata per mezzo del suo servo il profeta Giona figlio di Amittai, di Gat-Chefer,26perché il Signore aveva visto l'estrema miseria di Israele, in cui non c'era più né schiavo né libero, né chi lo potesse soccorrere.27Egli che aveva deciso di non far scomparire il nome di Israele sotto il cielo, li liberò per mezzo di Geroboamo figlio di Ioas.
28Le altre gesta di Geroboamo, le sue azioni e le sue prodezze in guerra, la sua riconquista di Damasco e di Amat in favore di Israele, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.29Geroboamo si addormentò con i suoi padri; fu sepolto in Samaria con i re di Israele. Al suo posto divenne re suo figlio Zaccaria.
Salmi 104
1Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
2avvolto di luce come di un manto.
Tu stendi il cielo come una tenda,
3costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento;
4fai dei venti i tuoi messaggeri,
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.
5Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.
6L'oceano l'avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne.
7Alla tua minaccia sono fuggite,
al fragore del tuo tuono hanno tremato.
8Emergono i monti, scendono le valli
al luogo che hai loro assegnato.
9Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,
non torneranno a coprire la terra.
10Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
11ne bevono tutte le bestie selvatiche
e gli ònagri estinguono la loro sete.
12Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde.
13Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.
14Fai crescere il fieno per gli armenti
e l'erba al servizio dell'uomo,
perché tragga alimento dalla terra:
15il vino che allieta il cuore dell'uomo;
l'olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.
16Si saziano gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
17Là gli uccelli fanno il loro nido
e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
18Per i camosci sono le alte montagne,
le rocce sono rifugio per gli iràci.
19Per segnare le stagioni hai fatto la luna
e il sole che conosce il suo tramonto.
20Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
21ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
22Sorge il sole, si ritirano
e si accovacciano nelle tane.
23Allora l'uomo esce al suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.
24Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
25Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
26Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.
27Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
28Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
29Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
30Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.
31La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
32Egli guarda la terra e la fa sussultare,
tocca i monti ed essi fumano.
33Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare al mio Dio finché esisto.
34A lui sia gradito il mio canto;
la mia gioia è nel Signore.
35Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi.
Benedici il Signore, anima mia.
Salmi 31
1'Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.'
2In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
per la tua giustizia salvami.
3Porgi a me l'orecchio,
vieni presto a liberarmi.
Sii per me la rupe che mi accoglie,
la cinta di riparo che mi salva.
4Tu sei la mia roccia e il mio baluardo,
per il tuo nome dirigi i miei passi.
5Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
6Mi affido alle tue mani;
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
7Tu detesti chi serve idoli falsi,
ma io ho fede nel Signore.
8Esulterò di gioia per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria,
hai conosciuto le mie angosce;
9non mi hai consegnato nelle mani del nemico,
hai guidato al largo i miei passi.
10Abbi pietà di me, Signore, sono nell'affanno;
per il pianto si struggono i miei occhi,
la mia anima e le mie viscere.
11Si consuma nel dolore la mia vita,
i miei anni passano nel gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore,
si dissolvono tutte le mie ossa.
12Sono l'obbrobrio dei miei nemici,
il disgusto dei miei vicini,
l'orrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
13Sono caduto in oblio come un morto,
sono divenuto un rifiuto.
14Se odo la calunnia di molti, il terrore mi circonda;
quando insieme contro di me congiurano,
tramano di togliermi la vita.
15Ma io confido in te, Signore;
dico: "Tu sei il mio Dio,
16nelle tue mani sono i miei giorni".
Liberami dalla mano dei miei nemici,
dalla stretta dei miei persecutori:
17fa' splendere il tuo volto sul tuo servo,
salvami per la tua misericordia.
18Signore, ch'io non resti confuso, perché ti ho invocato;
siano confusi gli empi, tacciano negli inferi.
19Fa' tacere le labbra di menzogna,
che dicono insolenze contro il giusto
con orgoglio e disprezzo.
20Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
ne ricolmi chi in te si rifugia
davanti agli occhi di tutti.
21Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dalla rissa delle lingue.
22Benedetto il Signore,
che ha fatto per me meraviglie di grazia
in una fortezza inaccessibile.
23Io dicevo nel mio sgomento:
"Sono escluso dalla tua presenza".
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera
quando a te gridavo aiuto.
24Amate il Signore, voi tutti suoi santi;
il Signore protegge i suoi fedeli
e ripaga oltre misura l'orgoglioso.
25Siate forti, riprendete coraggio,
o voi tutti che sperate nel Signore.
Geremia 32
1Parola che fu rivolta a Geremia dal Signore nell'anno decimo di Sedecìa re di Giuda, cioè nell'anno decimo ottavo di Nabucodònosor.2L'esercito del re di Babilonia assediava allora Gerusalemme e il profeta Geremia era rinchiuso nell'atrio della prigione, nella reggia del re di Giuda,3e ve lo aveva rinchiuso Sedecìa re di Giuda, dicendo: "Perché profetizzi con questa minaccia: Dice il Signore: Ecco metterò questa città in potere del re di Babilonia ed egli la occuperà;4Sedecìa re di Giuda non scamperà dalle mani dei Caldei, ma sarà dato in mano del re di Babilonia e parlerà con lui faccia a faccia e si guarderanno negli occhi;5egli condurrà Sedecìa in Babilonia dove egli resterà finché io non lo visiterò - oracolo del Signore -; se combatterete contro i Caldei, non riuscirete a nulla"?
6Geremia disse: Mi fu rivolta questa parola del Signore:7"Ecco Canamèl, figlio di Sallùm tuo zio, viene da te per dirti: Cómprati il mio campo, che si trova in Anatòt, perché a te spetta il diritto di riscatto per acquistarlo".8Venne dunque da me Canamèl, figlio di mio zio, secondo la parola del Signore, nell'atrio della prigione e mi disse: "Compra il mio campo che si trova in Anatòt, perché a te spetta il diritto di acquisto e a te tocca il riscatto. Cómpratelo!".
Allora riconobbi che questa era la volontà del Signore9e comprai il campo da Canamèl, figlio di mio zio, e gli pagai il prezzo: diciassette sicli d'argento.10Stesi il documento del contratto, lo sigillai, chiamai i testimoni e pesai l'argento sulla stadera.11Quindi presi il documento di compra, quello sigillato e quello aperto, secondo le prescrizioni della legge.12Diedi il contratto di compra a Baruc figlio di Neria, figlio di Macsia, sotto gli occhi di Canamèl figlio di mio zio e sotto gli occhi dei testimoni che avevano sottoscritto il contratto di compra e sotto gli occhi di tutti i Giudei che si trovavano nell'atrio della prigione.13Diedi poi a Baruc quest'ordine:14"Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Prendi i contratti di compra, quello sigillato e quello aperto, e mettili in un vaso di terra, perché si conservino a lungo.15Poiché dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ancora si compreranno case, campi e vigne in questo paese".
16Pregai il Signore, dopo aver consegnato il contratto di compra a Baruc figlio di Neria:17"Ah, Signore Dio, tu hai fatto il cielo e la terra con grande potenza e con braccio forte; nulla ti è impossibile.18Tu usi misericordia con mille e fai subire la pena dell'iniquità dei padri ai loro figli dopo di essi, Dio grande e forte, che ti chiami Signore degli eserciti.19Tu sei grande nei pensieri e potente nelle opere, tu, i cui occhi sono aperti su tutte le vie degli uomini, per dare a ciascuno secondo la sua condotta e il merito delle sue azioni.20Tu hai operato segni e miracoli nel paese di Egitto e fino ad oggi in Israele e fra tutti gli uomini e ti sei fatto un nome come appare oggi.21Tu hai fatto uscire dall'Egitto il tuo popolo Israele con segni e con miracoli, con mano forte e con braccio possente e incutendo grande spavento.22Hai dato loro questo paese, che avevi giurato ai loro padri di dare loro, terra in cui scorre latte e miele.
23Essi vennero e ne presero possesso, ma non ascoltarono la tua voce, non camminarono secondo la tua legge, non fecero quanto avevi comandato loro di fare; perciò tu hai mandato su di loro tutte queste sciagure.
24Ecco, le opere di assedio hanno raggiunto la città per occuparla; la città sarà data in mano ai Caldei che l'assediano con la spada, la fame e la peste. Ciò che tu avevi detto avviene; ecco, tu lo vedi.25E tu, Signore Dio, mi dici: Comprati il campo con denaro e chiama i testimoni, mentre la città sarà messa in mano ai Caldei".
26Allora mi fu rivolta questa parola del Signore:27 "Ecco, io sono il Signore Dio di ogni essere vivente; qualcosa è forse impossibile per me?28Pertanto dice il Signore: Ecco io darò questa città in mano ai Caldei e a Nabucodònosor re di Babilonia, il quale la prenderà.29Vi entreranno i Caldei che combattono contro questa città, bruceranno questa città con il fuoco e daranno alle fiamme le case sulle cui terrazze si offriva incenso a Baal e si facevano libazioni agli altri dèi per provocarmi.30Gli Israeliti e i figli di Giuda non hanno fatto che quanto è male ai miei occhi fin dalla loro giovinezza; gli Israeliti hanno soltanto saputo offendermi con il lavoro delle loro mani. Oracolo del Signore.
31Poiché causa della mia ira e del mio sdegno è stata questa città da quando la edificarono fino ad oggi; così io la farò scomparire dalla mia presenza,32a causa di tutto il male che gli Israeliti e i figli di Giuda commisero per provocarmi, essi, i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i loro profeti, gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme.
33Essi mi voltarono la schiena invece della faccia; io li istruivo con continua premura, ma essi non ascoltarono e non impararono la correzione.34Essi collocarono i loro idoli abominevoli perfino nel tempio che porta il mio nome per contaminarlo35e costruirono le alture di Baal nella valle di Ben-Hinnòn per far passare per il fuoco i loro figli e le loro figlie in onore di Moloch - cosa che io non avevo comandato, anzi neppure avevo pensato di istituire un abominio simile -, per indurre a peccare Giuda".
36Ora così dice il Signore Dio di Israele, riguardo a questa città che voi dite sarà data in mano al re di Babilonia per mezzo della spada, della fame e della peste:37 "Ecco, li radunerò da tutti i paesi nei quali li ho dispersi nella mia ira, nel mio furore e nel mio grande sdegno; li farò tornare in questo luogo e li farò abitare tranquilli.38Essi saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio.39Darò loro un solo cuore e un solo modo di comportarsi perché mi temano tutti i giorni per il loro bene e per quello dei loro figli dopo di essi.40Concluderò con essi un'alleanza eterna e non mi allontanerò più da loro per beneficarli; metterò nei loro cuori il mio timore, perché non si distacchino da me.41Godrò nel beneficarli, li fisserò stabilmente in questo paese, con tutto il cuore e con tutta l'anima".42Poiché così dice il Signore: "Come ho mandato su questo popolo tutto questo grande male, così io manderò su di loro tutto il bene che ho loro promesso.43E compreranno campi in questo paese, di cui voi dite: È una desolazione, senza uomini e senza bestiame, lasciato in mano ai Caldei.44Essi si compreranno campi con denaro, stenderanno contratti e li sigilleranno e si chiameranno testimoni nella terra di Beniamino e nei dintorni di Gerusalemme, nelle città di Giuda e nelle città della montagna e nelle città della Sefèla e nelle città del mezzogiorno, perché cambierò la loro sorte". Oracolo del Signore.
Apocalisse 22
1Mi mostrò poi 'un fiume d'acqua viva' limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.2'In mezzo' alla piazza della città e 'da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita' che da' dodici raccolti e produce frutti ogni 'mese; le foglie' dell'albero servono 'a guarire' le nazioni.
3E non vi sarà più maledizione.
Il trono di Dio e dell'Agnello
sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno;
4'vedranno la sua faccia'
e porteranno il suo nome sulla fronte.
5Non vi sarà più notte
e non avranno più bisogno di luce di lampada,
né di luce di sole,
perché 'il Signore Dio li illuminerà
e regneranno nei secoli dei secoli'.
6Poi mi disse: "Queste parole sono certe e veraci. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra breve.7Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro".
8Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. Udite e vedute che le ebbi, mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate.9Ma egli mi disse: "Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare".
10Poi aggiunse: "Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino.11Il perverso continui pure a essere perverso, l'impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora.
12Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, 'per rendere a ciascuno secondo le sue opere'.13Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine.14Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città.15Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna!
16Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino".
17Lo Spirito e la sposa dicono: "Vieni!". E chi ascolta ripeta: "Vieni!". Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l'acqua della vita.
18Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro;19e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro.
20Colui che attesta queste cose dice: "Sì, verrò presto!". Amen. Vieni, Signore Gesù.21La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen!
Capitolo VII: L'amore di Gesù sopra ogni cosa
Leggilo nella Biblioteca1. Beato colui che comprende che cosa voglia dire amare Gesù e disprezzare se stesso per Gesù. Si deve lasciare ogni persona amata, per colui che merita tutto il nostro amore: Gesù esige di essere amato, lui solo, sopra ogni cosa. Ingannevole e incostante è l'amore della creatura; fedele e durevole è l'amore di Gesù. Chi s'attacca alla creatura cadrà con la creatura, che facilmente vien meno; chi abbraccia Gesù troverà saldezza per sempre. Ama e tienti amico colui che, quando tutti se ne andranno, non ti abbandonerà, né permetterà che, alla fine, tu abbia a perire. Che tu lo voglia oppure no, dovrai un giorno separarti da tutti; tienti dunque stretto, in vita e in morte, a Gesù, e affidati alla fedeltà di lui, che solo ti potrà aiutare allorché gli altri ti verranno meno.
2. Per sua natura, Gesù, tuo amore, è tale da non permettere che tu ami altra cosa; egli vuole possedere da solo il tuo cuore, e starvi come un re sul suo trono. Di buon grado Gesù starà presso di te, se tu saprai liberarti perfettamente da ogni creatura. Qualunque fiducia tu abbia posto negli uomini, escludendo Gesù, ti risulterà quasi del tutto buttata via. Non affidarti o appoggiarti ad una canna, che si piega al vento, perché "ogni carne è come fieno e ogni suo splendore cadrà come il fiore del fieno" (1Pt 1,24). Se guarderai soltanto alle esterne apparenze umane, sarai tosto ingannato. E se cercherai consolazione e profitto negli altri, ne sentirai molto spesso un danno. Se cercherai in ogni cosa Gesù, troverai certamente Gesù. Se invece cercherai te stesso, troverai ancora te stesso, ma con tua rovina. Infatti, se non cerca Gesù, l'uomo nuoce a se stesso, più che non possano nuocergli i suoi nemici e il mondo intero.
DISCORSO 19 DISCORSO DI S. AGOSTINO TENUTO NELLA BASILICA RESTITUTA IN GIORNO DI MUNERA
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaDio distolga il suo sguardo dai nostri peccati, ma non da noi.
1. Cantando, abbiamo supplicato il Signore che distolga lo sguardo dai nostri peccati e cancelli tutte le nostre colpe 1. Ma voi, fratelli, potete ben osservare come in questo medesimo salmo si dice: Poiché riconosco la mia colpa e il mio peccato mi sta sempre dinanzi 2. E in un altro salmo, a quel Dio cui abbiamo detto: Distogli lo sguardo dai miei peccati 3, veniamo a dire: Non distogliere il tuo sguardo da me 4. E dato che l'uomo e il peccatore costituiscono un'unica persona, chi dice: Non distogliere il tuo sguardo da me è l'uomo, mentre è il peccatore che dice: Distogli lo sguardo dai miei peccati. Questo dunque è il senso: Non distogliere il tuo sguardo da colui che hai fatto tu, distogli invece lo sguardo da quello che ho fatto io. Cioè l'occhio tuo distingua le due cose, affinché, a motivo del vizio, non sia la natura a perire. Tu hai fatto qualcosa e qualcosa ho fatto anch'io. Quello che hai fatto tu si chiama natura; quello che ho fatto io si chiama vizio. Che il vizio sia sanato, perché la natura sia conservata.
Perché Dio perdoni, tu riconosci e punisci il tuo peccato.
2. La mia colpa, dice, io la riconosco 5. Se io la riconosco, tu perdona. Cerchiamo di viver bene, ma, pur vivendo bene, non possiamo avere la presunzione di essere senza peccato. Per quanto una vita possa esser degna di lode, si ha sempre bisogno di chiedere perdono. Gli uomini senza speranza quanto meno badano ai propri peccati, tanto più ficcano il naso su quelli degli altri; e li indagano non per correggerli, ma per criticarli. E dato che non possono scusare se stessi, son sempre pronti ad accusare gli altri. Costui invece, dicendo: Poiché la mia colpa io la riconosco e il mio peccato mi sta sempre dinanzi 6, ci ha mostrato un esempio ben diverso di pregare e di dar soddisfazione a Dio. Egli non ha badato ai peccati altrui. Citava in giudizio se stesso, e non si accarezzava la pelle, ma si scavava dentro e penetrava in se stesso in profondità. Non perdonava a se stesso e perciò non era presunzione se pregava che gli venisse perdonato. Perché il peccato, o fratelli, non può restare impunito. Se il peccato restasse impunito, sarebbe un'ingiustizia: perciò senza dubbio deve essere punito. Questo ti dice il tuo Dio: "Il peccato deve essere punito o da te, oppure da me". Il peccato perciò viene punito o dall'uomo quando si pente, oppure da Dio quando giudica. Viene perciò punito o da te senza di te, oppure da Dio insieme a te. Che cos'è infatti la penitenza se non l'ira contro se stesso? Chi si pente, si adira con se stesso. E lo stesso battersi il petto, se si fa sinceramente, da che cosa proviene? Perché ti batti, se non sei adirato? Quando perciò ti batti il petto, è perché sei adirato col tuo cuore e vuoi dar soddisfazione al tuo Signore. E potrebbe essere interpretato anche in questo senso il passo della Scrittura: Adiratevi e non vogliate peccare 7. Adirati perché hai peccato e, punendo te stesso, non voler più peccare. Risuscita il cuore con la penitenza e questo sarà il sacrificio al Signore 8.
Il cuore contrito ed umiliato è il sacrificio che placa Dio.
3. Vuoi metterti in pace con Dio? Impara quel che devi fare con te stesso, perché Dio si metta in pace con te. Osserva cosa si legge nel medesimo salmo: Perché se tu avessi gradito il sacrificio, l'avrei offerto volentieri; ma tu non accetti olocausti 9. E allora non hai un sacrificio da offrire? Non potrai offrir nulla, non potrai placare Dio con nessuna offerta? Che cosa hai detto? Se tu avessi gradito il sacrificio, l'avrei offerto volentieri; ma tu non accetti olocausti. Continua, ascolta, ripeti: Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato Dio non lo disprezza 10. Rifiutato ciò che tu volevi offrire, ecco ora che cosa puoi offrire. Tu volevi offrire le tradizionali vittime di pecore; questi eran chiamati sacrifici. Se avessi gradito il sacrificio, l'avrei offerto volentieri. Ma tu queste cose non le accetti, e tuttavia un sacrificio lo vuoi. E il tuo popolo ti chiede: "Che cosa potrò offrire, non potendo più offrire quello che offrivo prima?". Perché è sempre lo stesso popolo: alcuni muoiono, altri nascono, ma è sempre lo stesso popolo. Son mutati i sacramenti, ma non la fede. Son mutati i segni coi quali veniva significato qualcosa, ma non la cosa che veniva significata. In luogo di Cristo l'ariete, in luogo di Cristo l'agnello, in luogo di Cristo il vitello, in luogo di Cristo il caprone, ma è sempre il Cristo. L'ariete, perché va avanti al gregge: esso fu trovato tra gli spini 11, quando al padre Abramo fu ordinato, sì, di risparmiare il figlio, ma di non andarsene senza aver offerto un sacrificio 12. E Isacco era il Cristo, e l'ariete era il Cristo. Isacco portava la legna per sé 13, Cristo si era caricato il peso della propria croce 14. In luogo di Isacco ci fu l'ariete; ma non fu Cristo in luogo di Cristo. Ma Cristo fu sia in Isacco che nell'ariete. L'ariete era impigliato con le corna tra gli spini 15; chiedi un po' ai giudei con che cosa abbiano coronato il Signore 16. Cristo è l'agnello: Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo 17. Egli è il toro: pensa ai corni della croce. Egli è il capro per la somiglianza della carne del peccato 18. Tutte queste cose sono come velate fino a che non salga il giorno e si dissolvano le ombre 19. Perciò in questo medesimo Cristo Signore, non solo in quanto Verbo, ma anche in quanto mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù 20, credettero anche gli antichi padri e questa medesima fede, predicando e profetando, trasmisero a noi. È per questo che l'Apostolo dice: Animati dallo stesso spirito di fede per il quale è stato scritto: Ho creduto e per questo ho parlato... 21 Siamo animati da quello stesso spirito che ebbero coloro che scrissero: Ho creduto e per questo ho parlato. Perciò avendo noi lo stesso spirito di fede, dice, per il quale è stato scritto dagli antichi: Ho creduto e per questo ho parlato, noi pure crediamo e per questo parliamo 22. Quando, dunque il santo Davide diceva: Perché se tu avessi gradito il sacrificio, l'avrei offerto volentieri; ma tu non accetti olocausti 23, a quel tempo si offrivano a Dio quei sacrifici che adesso non si offrono più. Perciò così cantando, profetava, trascendeva il presente e prevedeva il futuro. Ma tu, dice, non accetti olocausti. E allora, dato che non accetti olocausti, dovrai restare senza sacrificio? Questo no. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato Dio non lo disprezza 24. Ecco dunque che hai che cosa offrire. Non girare lo sguardo in cerca del gregge, non preparare navigli per recarti in lontane regioni onde apportarne aromi. Cerca dentro al tuo cuore cosa ci può essere di gradito a Dio. È il cuore che si deve spezzare. Temi forse che, spezzato, abbia a perire? Ma nello stesso salmo trovi: Crea in me, o Dio, un cuore puro 25. Affinché dunque possa esser creato un cuore puro, bisogna che venga spezzato quello impuro.
Se sei retto di cuore, ti dispiacerà quello che dispiace a Dio. Esegesi del salmo 72. La felicità non si può cercare in questa terra.
4. Dispiacciamo a noi stessi, quando pecchiamo, perché i peccati dispiacciono a Dio. E dato che senza peccati non siamo 26, almeno in questo cerchiamo di somigliare a Dio, nel dispiacerci di quello che dispiace a lui. In un certo senso anche così ti congiungi con la volontà di Dio, in quanto in te stesso ti dispiace una cosa che odia anche lui che ha fatto te. Il tuo artefice è lui; tu dunque esamina te stesso e distruggi in te quel che non è della sua officina. Sta scritto infatti che Dio ha creato l'uomo retto 27. Quanto è buono il Dio di Israele per i retti di cuore 28. Se tu dunque sei retto di cuore, Dio non ti dispiacerà, Dio sarà per te buono, e tu loderai Dio. In tutto, sia in ciò che ti elargisce, sia in ciò in cui ti castiga, tu [sempre] loderai Dio. D'altronde quegli stesso che disse: Quanto è buono il Dio di Israele per i retti di cuore, aveva esaminato se stesso, lui che prima non era stato retto di cuore e a cui Dio non era piaciuto. Ma poi si ricredette e si rese conto che non Dio era ingiusto, ma lui era non retto. E ripensando al tempo del suo errore e al suo ravvedimento presente, esclamò: Quanto è buono il Dio di Israele! Ma per chi? Per i retti di cuore. E tu personalmente? A me, risponde, per poco non mi si inciampavano i piedi, per un nulla vacillavano i miei passi 29; in altre parole, per poco non sono caduto. E come mai? Perché ho provato invidia per i peccatori, nel vedere la prosperità dei peccatori 30. Ecco allora che, non avendo nascosto l'ostacolo dove i piedi gli si stavano per inciampare e i passi stavano per vacillare, ci ha dato un avvertimento perché l'evitassimo noi. Secondo la mentalità del Vecchio Testamento, non sapendo che in esso erano i segni delle cose future, si aspettava da Dio la felicità nella vita presente e cercava in questa terra quello che invece Dio teneva in serbo per i suoi nel cielo. Egli voleva essere felice quaggiù: ma la felicità non è di quaggiù. Buona cosa, grande cosa è la felicità! Essa però ha la sua regione. Cristo è venuto dalla regione della felicità, quaggiù però non l'ha trovata neanche lui. Fu schernito, fu insultato, fu imprigionato, fu flagellato, fu legato, fu preso a schiaffi, fu oggetto dello schifo degli sputi, fu coronato con le spine, fu appeso su un palo. E in ultimo, la fine del Signore, la morte 31. Sì, è scritto nel salmo: [A QUESTO PUNTO GLI ASCOLTATORI HANNO APPLAUDITO]. La fine del Signore, la morte. Come puoi, o servo, cercare la felicità quaggiù, dove anche per il Signore la fine è la morte? In un luogo non suo dunque cercava la felicità colui di cui stiamo parlando e, proprio per raggiungerla in questa vita, era attaccato a Dio, e lo serviva, e obbediva come poteva ai suoi precetti. E invece ebbe questa grossa sorpresa (o che gli parve grossa), che cioè quello che si aspettava da Dio e che era il motivo per cui serviva Dio, ce l'avevano proprio coloro che non rispettavano Dio, che adoravano i demoni, che bestemmiavano il Dio vero. Vide e ci rimase male, come uno che abbia perso il frutto della sua fatica. E questo è quel che invidiò nei peccatori, nel vedere la prosperità dei peccatori 32. E infatti continua: Ecco, questi sono gli empi: sempre tranquilli, ammassano ricchezze in questo mondo. E allora io a che scopo ho diretto il mio cuore verso la giustizia e ho tenuto pulite le mie mani con gli innocenti, se vengo flagellato tutto il giorno? 33. Io onoro Dio, essi lo bestemmiano; essi però hanno la prosperità, io le sventure. È giustizia questa? Per questo gli si inciampavano i piedi, per questo quasi vacillavano i suoi passi, per questo fu sul punto di cadere 34. E guardate a che punto arrivò: egli soggiunge: Ed esclamai: Iddio ne sa forse qualcosa? C'è forse consapevolezza nell'Altissimo? 35. Vedete a qual punto arrivò nell'aspettarsi da Dio, come massima ricompensa, la felicità su questa terra. E allora, o carissimi, se voi la possedete [la felicità], imparate a non farci conto e a non dire nei vostri cuori: "È perché onoro Dio che le cose mi vanno bene". Potresti accorgerti infatti che, come le cose par che vadano bene a te, così van bene anche a chi non onora Dio, e allora i tuoi passi potrebbero vacillare. Perché questa felicità, tu che onori Dio, o ce l'hai, ma potresti accorgerti che ce l'ha anche chi non lo onora, e allora potresti concludere che è inutile onorare Dio, dato che ce l'ha anche chi non l'onora: oppure non ce l'hai, e a maggior ragione allora potresti accusare Dio che la dà a chi lo bestemmia e non la dà a chi l'onora. Imparate perciò a non far conto delle cose della terra, se volete servire a Dio con cuore fedele. Sei tu felice? Non tirare la conclusione da questo che tu sei buono, ma per questo renditi buono. Non sei felice? Non tirare la conclusione da questo che tu sei malvagio; però fuggi il male, a causa del quale non viene colui che è il buono.
La felicità va cercata solo nel Signore.
5. Difatti costui, rinsavendo e rimproverandosi di aver cominciato a pensar male di Dio come un peccatore invidioso e bramoso della prosperità dei peccatori, rimproverando dunque se stesso, disse: Ma chi avrò per me in cielo? E fuori di te che cosa ho bramato sulla terra? 36. Ormai rinsavito, ormai col cuore convertito, riconobbe quanto valga onorare Dio, quell'onore cui aveva collegato un prezzo così volgare, quando con esso aveva cercato di raggiungere la felicità sulla terra. Riconobbe che cosa è riservato in alto a chi onora Dio, lassù dove ci vien raccomandato di tenere i nostri cuori e noi rispondiamo che sono rivolti al Signore. E Dio voglia che non mentiamo almeno in quell'ora, almeno in quel momento, almeno in quell'attimo di tempo, quando così rispondiamo. Riprendendosi dunque e correggendo il suo cuore, egli si rimprovera di aver cercato sulla terra la felicità terrena, come se fosse quella la ricompensa di chi onora Dio. E rimproverandosi, dice: Ma chi avrò per me in cielo? Che c'è per me lassù? La vita eterna, l'incorruzione, il regno con Cristo, la società con gli Angeli, dove non sarà nessun turbamento, nessuna ignoranza, nessun pericolo, nessuna tentazione; ci sarà invece la vera, sicura, stabile tranquillità. Ecco che avrò per me in cielo. E fuori di te che cosa ho bramato sulla terra? Che cosa ho bramato? Che cosa? Ricchezze fluide, caduche, instabili. Che cosa ho bramato? L'oro che è pallida terra, l'argento che è livida terra, l'onore, che è fumo temporaneo. Ecco che cosa ho bramato fuori di te sulla terra. E poiché ho visto che queste cose le avevano i peccatori, mi si sono inciampati i piedi e poco è mancato che i miei passi vacillassero 37. Oh, quanto egli è buono per i retti di cuore! 38. Che cosa cerchi dunque, o profeta fedele? L'oro, l'argento, le ricchezze della terra? Ma allora la fede di una donna fedele varrà come ciò che ha anche una meretrice? O la fede di un uomo fedele varrà come ciò che ha anche un mimo, un auriga, un predatore, un ladro? Ah, no, fratelli miei, non è questo il valore della vostra fede! Il Signore ve lo tolga dal cuore. Non è questo il valore. Volete sapere quale ne è il valore? Per essa è morto Cristo. Come puoi pensare a un equivalente terreno, se tu sei legato all'oro e al denaro? Così tu svilisci quella fede per la quale è morto Cristo. "Ma allora che cos'è? si dirà, quanto vale?". Ascolta bene colui che ha detto: Chi avrò per me in cielo? Egli non dà risposta, però soggiunge: E fuori di te che cosa ho bramato sulla terra? 39 E quindi, lodando la prima cosa e disprezzando la seconda, risponde a tutte e due. Che cos'è la prima? Cosa che occhio mai vide 40. E la seconda? Cosa di cui l'occhio [del] fedele non ha desiderio. Cos'è la prima? Quel che raggiunse Lazzaro pieno di piaghe. E la seconda? Quel che toccò al ricco borioso 41. Cos'è la prima? Cosa che non potrà mai perire. E la seconda? Cosa che non potrà durare. Cos'è la prima? Dove non sarà più fatica. E la seconda? Cosa che la paura non lascia mai. Che cosa avrò per me in cielo? 42. Che cosa? Quegli stesso che ha fatto il cielo. Premio della tua fede è il tuo Dio stesso. Lui stesso possederai; egli si dona in premio a coloro che l'onorano. Considerate, o carissimi, tutto il creato, il cielo, la terra, il mare, e tutte le cose del cielo, della terra e del mare, quanto son belle, quanto meravigliose, con quanta dignità e ordine sono disposte. Non vi stupiscono? Ma certo che vi stupiscono. E perché? Perché son belle. E che cosa sarà chi le ha fatte? Io credo che restereste di stucco se poteste vedere la bellezza degli angeli. Ma che cosa sarà il Creatore degli angeli? E lui è la ricompensa della vostra fede. Avari, che cosa potrà mai bastarvi, se Dio stesso non vi basta?.
Il mondo è un torchio: ora ne aumenta la pressione. Siate olio e non morchia.
6. Perciò viviamo bene e, perché questo ci sia possibile, chiediamolo a colui che ce l'ha comandato. E per la nostra vita buona non aspettiamoci dal Signore una ricompensa terrena. Spingiamo la nostra attesa a ciò che ci viene promesso. A questo attacchiamo il nostro cuore, così esso non si potrà incancrenire per le preoccupazioni temporali. Passano queste cose che incatenano gli uomini, volano via, la vita umana sulla terra è un fumo 43. A questa vita poi così fragile si aggiungono i gravi e così frequenti pericoli. Si ha notizia dall'Oriente di immani terremoti. Alcune grandi città sono crollate in un momento. A Gerusalemme, presi dallo spavento, giudei, pagani e catecumeni, quanti ce n'erano, sono stati battezzati. Si dice che i battezzati sono stati attorno ai settemila. Nelle vesti dei giudei battezzati è apparso il segno di Cristo. Son cose queste che ci vengono testimoniate dai continui rapporti dei fratelli nella fede. Anche la città di Sitifis è stata scossa da un terremoto così violento, che tutti si sono rifugiati in campagna per circa cinque giorni, e lì si dice che siano state battezzate un duemila persone. Da ogni parte Iddio si fa sentire, perché non vuol trovar nessuno da condannare. Qualcosa sta succedendo in questo torchio. Il mondo è un torchio; ora vi aumenta la pressione. Siate olio, e non morchia. Ognuno si converta a Dio e cambi vita. L'olio ha dei passaggi segreti, arriva per sentieri nascosti. Altri si fa beffe, deride, bestemmia, schiamazza per le piazze: questa è la morchia che defluisce. Intanto il padrone del torchio non smette di lavorare attraverso i suoi operai, ossia attraverso i suoi angeli santi. Egli conosce il suo olio, conosce che cosa deve raccogliere, quale pressione occorre perché defluisca. Il Signore infatti conosce quei che son suoi 44. Tenetevi lontani dalla morchia; essa si vede bene, è scura. Il Signore conosce quei che son suoi. Siate olio, tenetevi lontani dalla morchia. Si allontanino da ogni malvagità tutti coloro che invocano il nome del Signore. Non concepite odii, oppure finiteli subito. Non sono le predette sventure che fanno paura. Tu hai paura del terremoto? Hai paura del fremito del cielo? Hai paura della guerra? Però dovresti aver paura anche della febbre. Per solito, quando di quelle cose grandi si ha paura, esse non vengono, e da un fianco invece scappa fuori una febbriciattola, e ti porta via. E dopo, se quel giudice ti vede come uno che egli non conosce, come uno di quelli cui dovrà dire: Non vi conosco, andate via da me 45, dopo che si fa? Dove si andrà? Dove si batterà la testa? Dove si troverà modo per riparare l'esistenza? Chi ci permetterà di vivere ancora e di rattoppare il male che si è fatto? È finito. Siete venuti veramente in pochi, però, se avete capito tutti, siete già molti. Non vi induca a sbagliare chi sbaglia, perché non vi inganna colui che mai sbaglia.
1 - Cf. Sal 50, 11.
2 - Sal 50, 5
3 - Sal 26, 9.
4 - Sal 50, 11.
5 - Sal 50, 5.
6 - Sal 50, 5.
7 - Sal 4, 5.
8 - Cf. Sal 50, 19.
9 - Sal 50, 18.
10 - Sal 50, 19.
11 - Cf. Gn 32, 13.
12 - Cf. Gn 22, 12.
13 - Cf. Gn 22, 6.
14 - Cf. Gv 19, 17.
15 - Cf. Gn 22, 13.
16 - Cf. Mt 27, 29; Mc 15, 17; Gv 19, 2.
17 - Gv 1, 29.
18 - Cf. Rm 8, 3.
19 - Ct 2, 17.
20 - 1 Tm 2, 5.
21 - 2 Cor 4, 13; Sal 115, 10.
22 - Sal 115, 10.
23 - Sal 50, 18.
24 - Sal 50, 19.
25 - Sal 50, 12.
26 - Cf. 1 Gv 1, 8.
27 - Cf. Qo 7, 30.
28 - Sal 72, 1.
29 - Sal 72, 2.
30 - Sal 72, 3.
31 - Sal 67, 21.
32 - Cf. Sal 72, 3.
33 - Sal 72, 12-14.
34 - Cf. Sal 72, 2.
35 - Sal 72, 11.
36 - Sal 72, 25.
37 - Cf. Sal 72, 2.
38 - Cf. Sal 72, 1.
39 - Sal 72, 25.
40 - Is 64, 4.
41 - Cf. Lc 16, 22.
42 - Sal 72, 25.
43 - Cf. Gc 4, 15.
44 - 2 Tm 2, 19.
45 - Mt 25, 12; Lc 13, 27.
Capitolo IV: Convenienza del Nome di Maria, scevro d’ogni vizio e ripieno d’ogni virtù
Lo specchio della Beata Vergine Maria - Beato Corrado di Sassonia
Leggilo nella BibliotecaAve, Maria. Questo nome affettuosissimo e dolcissimo, questo nome graziosissimo e nobilissimo, questo nome gloriosissimo e degnissimo conviene ottimamente alla Beata Vergine Madre del Signore. Una Vergine tanto pia fu chiamata Maria convenientissimamente. Maria infatti è colei che fu scevra da ogni vizio e soffusa di ogni virtù. Maria, dico, è colei che fu immumssima dai sette vizi capitali e fu pienissima delle virtù a quelli, contrarie. Maria infatti contro la superbia fu profondissima per umiltà, contro l’invidia fu affettuosissima per carità, contro l'ira fu mansuetissima per mitezza, contro l'accidia fu instancabilissima per attività, contro l'avarizia fu tenuissima per povertà, contro la gola fu temperantissima per sobrietà, contro la lussuria fu castissima per Verginità. Tutto questo noi lo ritroviamo in quegli scritti in cui si parla dei nome di Maria.
In primo luogo vedi, o carissimo, come Maria fu profondissima per l’umiltà. Maria è colei di cui nel capo 1° di Luca si dice (Vers. 38) : Disse poi Maria : ecco la serva del Signore. O ammirabile e profonda umiltà di Maria ! Ecco, l'arcangelo parlando a Maria la dice piena di grazia, su lei è promessa la discesa dello Spirito Santo, Maria è eletta Madre di Dio, Maria già è anteposta a tutte le creature, Maria già è fatta signora del cielo e della terra, e per tutti questi onori non si innalza affatto per superbia, ma si abbassa con ammirabile umiltà, dicendo : Ecco la serva del Signore. Non disse : Ecco la Madre del Signore ; non disse: Ecco la Signora del mondo, ma: Ecco la serva del Signore. Per questo ben dice Beda così (Homil. De Solem. Deipar. Post initium) : " Maria per niente si esaltò dei doni celesti quasi fossero cosa sua, ma per sempre meglio corrispondere ai doni di Dio, pose la mente nella custodia dell'umiltà, rispondendo all'angelo: Ecco la serva .del Signore”. Questo è contro molti che nella prospera fortuna e negli onori, nelle grazie e nelle virtù non si umiliano con Maria e con Cristo ma insuperbiscono con Eva e lucifero. Ma certamente l'umiltà di Maria appare non solo nelle parole ma nel fatto, non solo nella parola della regale risposta, ma anche nel fatto della legale purificazione, non solo nella parola con cui si umiliò come la serva e la schiava, ma anche nel fatto in cui ai umiliò come rea e peccatrice. Maria infatti è colei di cui dicesi nel capo 2° di Luca (Vers. 22) : Quando furono compiuti i giorni della purificazione di Maria etc. O dura e infelice superbia, o superba e infelice durezza del peccatore ! Ecco, Maria senza alcun peccato subisce la legge della purificazione, e tu misero, colmo di peccati non vuoi subire la legge della riparazione?
In secondo luogo vedi, o carissimo, come Maria fu affettuosissima per carità. Maria infatti è colei di cui nel 1° capo di Luca si dice (Vers. 39) : Sorgendo tosto Maria, si pose sollecitamente in cammino fra i monti. Chi la costringeva ad esser sì sollecita nel dovere di carità, se non la carità che ferveva nel suo cuore? Leggiamo che i pastori vennero solleciti al presepio, e che Maria andò sollecita all’ossequio e che Zaccheo discese sollecito per ospitare il Signore. Guai dunque ai pigri nelle opere di carità! - Similmente Maria custodiva col labbro l'amor del prossimo. Essa è colei di cui nello stesso luogo si dice : E avvenne che appena Elisabetta udì il saluto di Maria etc. L'amor del prossimo dunque si deve sempre fomentare col saluto e con altre caritatevoli espressioni. Per cui e l'angelo salutò Maria, Maria salutò Elisabetta, il Figlio di Maria salutò le Marie che tornavano dal sepolcro, dicendo loro (Matth. 28. 9) : Salute. - Guai dunque a coloro che per odio negano al prossimo il saluto. Guai anche a quelli che salutano il prossimo con inganno, come Giuda quando disse : Salve, o Maestro. Oh! con quanta dolcezza sapeva salutare Maria! O Maria, degnati salutare anche noi con la tua grazia. E certamente essa volentieri ci saluta con i suoi benefizi e con le sue consolazioni se noi frequentemente la salutiamo col servirla e col pregarla. Volentieri ella ci saluta con la grazia se volentieri noi la salutiamo con l'Ave, Maria. - Similmente, Maria, non solo aveva la carità in cuore, non solo la nutriva con le parole, ma l'esercitava con le opere. Maria infatti è colei di cui nello stesso luogo si dice :
Rimase Maria con lei circa tre mesi. Rimase per servire e consolare Elisabetta ; onde Ambrogio (II in Luc. N. 21) : "Costei che era venuta per servizio, per servire rimase ". - Similmente, Maria, come in tutto era caritatevole col prossimo, così sopra tutto fu piena di amore per Iddio. Maria infatti è colei di cui nello stesso luogo si dice ; E Maria disse : Magnifica l'anima mia il Signore ed ha esultato il mio spirito in Dio, mio Salvatore. L'anima ciò che ama lo magnifica e in quello esulta ; perciò l'anima di Maria magnificò in sì bella maniera Iddio e in Dio con tanto fervore esultò, perché lo amava con somma squisitezza. Del quale amore cosi bene parla Ugo di S. Vittore (De M. Virg. c. 2 - ante finem) : “ Perché nel suo cuore ardeva in modo singolare l’amore dello Spirito Santo, per questo nella sua carne la virtù dello Spirito Santo operava mirabili cose.
In terzo luogo vedi, o carissimo, come Maria fu mansuetissima per mitezza, pazientissima contro ogni avversità. Maria infatti è colei a cui Simeone così parla, come si dice nel 2° capo di Luca (Vers. 34. Seg.) ? "E disse a Maria Madre di lui: Ecco, costui è posto a rovina e a salute di molti in Israele, ed in segno cui verrà contraddetto, e la spada trafiggerà la tua medesima anima “. Qui la spada significa l'acerbissima passione o morte del suo Figlio. La spada materiale non può né uccidere né ferire l'anima ; cosi l'acerbissima passione di Cristo, se pur trapassò 1' anima di Maria per compassione, tuttavia né l'uccise per odio né la ferì per la non sofferenza. Maria difatti non odiò mai gli uccisori del suo Figlio, ne mai contro di loro fu impaziente. Poiché se gli altri martiri furono pazientissimi nel loro martirio corporale, quanto più la nostra martire Maria nel suo martirio spirituale ? Del qual nobile martirio dice Girolamo (Epist. cit. n. 14) : " Perché per la spada della passione di Cristo soffrì spiritualmente e più crudelmente. Ella fu più che martire ". O mirabile pazienza e mansuetudine di Maria, che fu pazientissima non solo mentre dinanzi a lei veniva crocifisso il Figlio suo, ma anche quando prima della crocifissione veniva vilipeso per lei, come si dice nel capo 6° di Marco (Vers. 3) : Non è costui il fabbro, figlio di Maria? Dove poco dopo si aggiunge: e si scandalizzavano in lui. In verità è fabbro Cristo, ma un fabbro che ha fabbricato l'aurora e il sole (Psalm. 73. 16.). Oh come sono lungi dalla grazia della mansuetudine di Maria coloro che sono tanto iracondi, tanto impazienti, tanto sdegnosi, come spesso sentono i loro coabitatori, e i vicini e i compagni.
In quarto luogo vedi, o carissimo, come Maria fu attivissima e diligentissima per l’assiduità nelle opere buone. Essa infatti è quella Maria di cui nel 1° capo degli Atti si dice (Vers. 14) : Tutti costoro erano unanimemente perseveranti nell’Orazione con le donne e con la Madre di Gesù. Maria perseverando indefessamente nell'orazione dette l'esempio di come bisogni sempre pregare senza cessare mai (Luc. 18. I). E se Maria pregò su questa terra con tanta assiduità, come non assiduamente pregherà per noi in cielo? Per questo ben ci esorta Agostino dicendo (Serm. 208 append. a. 12) : " Tutti noi imploriamo il patrocinio di Maria con ogni impegno, affinché : mentre con supplice ossequio la celebriamo in terra, essa con assidua preghiera si degni raccomandarci in cielo ". Ma ecco. Maria nostra fu indefessa e assidua non solo col labbro nelle preghiere, ma anche col cuore nelle sante meditazioni. Essa infatti è Maria di cui nel 2° capo di Luca si dice (Serm. 19): Maria poi conservava tutte queste parole meditandole nel suo cuore. Poiché Maria non fu pigra, per questo non fu oziosa e perciò ebbe assidue non solo la mente nelle sante meditazioni) non solo la lingua nelle devote orazioni ma anche le mani nelle opere buone. Per questo, come abbiamo detto sopra, bene rimase Maria con Elisabetta per tre mesi. A che fine ? Risponde Beda e dice (Homil. cit); "Per prestare essa, vergine giovinetta un sollecito servizio ad una donna di età avanzata ". Oh! quanto sei lontano dalla grazia di Maria, o misero accidioso, la cui mente e lingua e mani tante volte sono oziose!
In quinto luogo vedi, o carissimo, come Maria fu tenuissima per povertà. Essa infatti è Maria di cui nel capo 2° di Luca si dice (Vers. 16) : Trovarono Maria e Giuseppe e l’infante reclinato in un presepio. I pastori poveri trovarono la madre povera e l’infante povero in un luogo povero. La qual poveretta madre avrebbe facilmente avuto un buon ospizio; se non fosse stata povera. Nel considerare diligentemente tutto questo, tu misuri fino all’evidenza la povertà di Maria, di cui Giovani Crisostomo dice: "Vedi la grandezza. della povertà di Maria e come qualunque sia povero riceva consolazione". Chiunque certamente per Iddio è volontariamente e volentieri povero, o anche chiunque è povero per necessità, e pazientemente, molto si può consolare della povertà di Maria e di Cristo. Da questa consolazione sono lontani gli iniqui ricchi perché cercano ben lungi altro conforto: onde nel 6° capo di Luca (Vers 24) : Guai a voi, o ricchi, che avete la vostra consolazione!
Non voglio tuttavia far disperare i ricchi perché non solo i pastori poveri trovarono Maria povera e il Figlio di lei povero, ma anche i ricchi re, come si dice nel capo 2° di Matteo (Vers 11) : E entrati nella casa trovarono il bambino con Maria sua madre. Così quei ricchi che portarono i doni, trovarono i medesimi. I poveri dunque trovano questo conforto per la povertà, e i ricchi lo trovano per la liberalità. Mentre i poveri si conformano a Cristo per la povertà, i ricchi si conformano a Cristo per la liberalità.
In sesto luogo vedi, o carissimo, come Maria fa temperantissima per sobrietà. Essa infatti è quella Maria di cui, si parla nel 1° capo di Luca (Vers. 30, seg) : Non temere, o Maria, poiché hai trovato grazia presso il Signore. Ecco, tu concepirai nel tuo seno etc. Nota che si dice : hai trovato grazia. Maria non avrebbe mai trovato tanta grazia, se la grazia stessa non avesse trovato Maria temperantissima nel cibo e nella bevanda. Non vanno infatti d'accordo la grazia e la gola perché è impossibile che 1' uomo sia insieme grato a Dio per la grazia e ingrato per la gola. È bene dunque chiedere la grazia e fuggire la gola, come si dice nel capo 13° agli Ebrei (Vers. 9) "È ottima cosa che il cuore sia confortato dalla grazia e non dai cibi i quali niente giovarono a quelli che vi andarono dietro. Nota anche che è detto ; Ecco, concepirai nel tuo seno. Non avrebbe mai potuto Maria concepire Dio nel suo seno, se il medesimo seno fosse stato pieno di crapule e caldo di vino, perché " il ventre caldo di vino tosto schiuma nella libidine " (Hieron. Epist. 69, n. 9). Quel seno dunque che fu gravido del Verbo Incarnato, mai fu aggravato dall’immoderato cibo e bevanda. Onde Giovanni Crisostomo dice (Homil. 1, in Matlh. post medium) : “ Mai la vergine fu intemperante nel mangiare e nel bere ". Oh ! quanto lontani dalla grazia di Maria sono coloro che tante volte eccedono nel cibo e nella bevanda!
In settimo luogo vedi, o carissimo, come Maria fu castissima per verginità. Essa infatti è colei di cui dicesi nel capo 1° di Luca (Vers. 27). Il nome della Vergine, Maria. Dell'esimia castità di Maria abbiamo per testimonio l’Evangelista Maria stessa e la persona angelica. Fu casta infatti per la carne verginale, come attesta l'Evangelista dicendo : Il nome della Vergine Maria. Più casta ancora fu Maria per la mente verginale, come attesta essa medesima : Disse Maria all’angelo: come avverrà questo, se io non conosco alcun uomo ? cioè mi propongo di non conoscere mai. Castissima poi fu Maria per la prole verginale, come attesta 1' angelo che di Maria dice nel 1° capo di Matteo (Vers. 20) : Giuseppe, figlio di David, non temere di prendere Maria per tua consorte etc. Da questo risulta che Maria Vergine fu resa dallo Spirito Santo feconda di prole divina, mai la sua verginità fu viziata da tale prole, ma mirabilmente in tanta prole glorificata. Poiché la tua verginità, o Maria, fu nella prole approvata, nella prole consacrata, nella prole nobilitata, nella prole arricchita e dotata, nella prole sigillata e confermata. Per questo ben dice Agostino " Predichiamo Maria e vera Vergine e vera Madre, la cui verginità fu glorificata dalla vera fecondità e la cui vera fecondità fu glorificata dalla intemerata verginità ". Anche S. Bernardo dice (Sermo in Dom. inf. oct. Assun. B. M. V. n. 9.,) : "La verginità fu molto più gloriosa per la fecondità e la fecondità per la verginità ". Oh ! quanto lontani dalla grazia di Maria sono tutti gli incontinenti ! Non sono per niente amici di Maria quelli che sono nemici della castità. Essendo dunque il dolcissimo nome di Maria, come sopra abbiamo detto, pieno di tanta grazia, per questo meritamente questo nome invochiamo pregandolo in quel modo che ci insegna S. Bernardo che pregando dice (Serm. 4 in Assun. B. M. V. n. 9) : "Ai piccoli servi che invocano il dolcissimo nome di Maria, per te, o clemente regina. Gesù Cristo Figlio tuo, conceda i doni della sua grazia ", colui che col Padre e lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Cosi sia.
Sale (Alessandria), 2 febbraio 1995. Presentazione di Gesù Bambino al Tempio. L'ora della vostra immolazione.
Don Stefano Gobbi
«Con le luci dei vostri cuori ardenti di amore, figli prediletti, accompagnatemi al Tempio del Signore, per offrire con Me in sacrificio il mio Divino Bambino alla gloria del Padre Celeste. Mentre depongo nelle mani del Sacerdote il mio Bambino, la Santissima Trinità si china compiaciuta e benedicente sull'offerta della vostra Mamma Celeste. Il Padre, che ha tanto amato il mondo da donargli il suo Figlio unigenito, si compiace nell'accogliere il dono del Figlio, diventato ormai immagine vivente del suo Amore misericordioso. Il Figlio, che dall'eterno vive nel seno del Padre, gioisce nel sentirsi offerto sull'altare della sua gloria, in sacrificio di riscatto e di redenzione, per la salvezza di tutti. Lo Spirito Santo si depone nel cuore di un povero vecchio e lo apre alla comprensione del divino mistero: "Egli è posto come segno di contraddizione, per la salvezza e la rovina di molti in Israele ed a te, Madre, una spada trapasserà l'anima". Vivete con Me il mistero di questa Offerta e lasciatevi tutti offrire alla gloria della Santissima Trinità, miei piccoli figli. È giunta l'ora della vostra immolazione.
- Sull'altare del mio Cuore Immacolato venite immolati alla perfetta gloria del Padre. Il vostro Padre Celeste deve essere glorificato. Per questo ha creato tutto l'universo e, nella vostra esistenza, dispone con amore ogni più piccola circostanza per il vostro bene. Per questo vi ha donato suo Figlio per la vostra salvezza. In voi, nella vostra vita, nella vostra pace, nella vostra gioia, il Padre Celeste viene glorificato.
- Sull'altare del mio Cuore Immacolato venite immolati alla perfetta gloria del Figlio. Il Figlio deve essere glorificato. Per questo è venuto nel mondo. E il Figlio è glorificato, quando da tutti viene compiuta, in maniera perfetta, la Volontà del Padre. Allora in voi il Figlio continua a rendere la sua testimonianza al Padre. Questa è la sua testimonianza: che da ogni creatura venga compiuta la sua Volontà. La sua Volontà è che siate nel Figlio una sola cosa, per essere così una sola cosa col Padre. Allora rendete la vostra testimonianza alla Verità e la Verità vi farà liberi.
- Sull'altare del mio Cuore Immacolato venite immolati alla perfetta gloria dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo deve essere glorificato. Per questo vi è perennemente donato dal Padre e dal Figlio. E lo Spirito Santo viene glorificato quando, con il suo fuoco divino, vi purifica e vi trasforma, perché possiate amare, in Lui e per Lui, il Padre ed il Figlio. Così vivete dentro il Cuore della Santissima Trinità e siete offerti alla sua gloria perfetta. È giunta l'ora della vostra immolazione. In questi tempi la Santissima Trinità deve essere glorificata.Per questo siete chiamati ad essere forti testimoni della Verità. È giunta l'ora della grande apostasia e voi avete il compito di donare a tutti lo splendore della divina Verità. Vivete i momenti della grande perversione, mentre l'umanità è ritornata pagana e peggiore che ai tempi del diluvio, e voi siete chiamati a diffondere la luce della santità.
Siate fiaccole accese di santità e di purezza, nella profonda tenebra del peccato che è scesa sul mondo. Siete chiamati a diventare forti testimoni di amore, nell'ora della violenza e dell'odio, dell'egoismo sfrenato e delle guerre. Ormai l'uragano è alle vostre porte e la Chiesa e l'umanità saranno chiamate a vivere l'ora tremenda della grande prova. Per questo venite oggi immolati sull'altare del mio Cuore Immacolato. È giunta l'ora della vostra immolazione. Io vi sono sempre vicina e vi conduco per mano in ogni momento, come una mamma conduce i suoi piccoli bambini. Sarò accanto a voi, in maniera straordinaria, nei momenti cruenti della vostra sacerdotale passione e del vostro martirio. Allora mi vedrete e gioirete, perché contemplerete la vostra Mamma Celeste che vi offre, come piccoli agnelli, sull'altare del suo Cuore Immacolato, alla perfetta gloria della Santissima e Divina Trinità».