Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Come l'orecchio nostro alla bocca dell'uomo, così il cuore dell'uomo all'orecchio di Dio. (Sant'Agostino)

Liturgia delle Ore - Letture

Domenica della 1° settimana del tempo di Quaresima

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 20

1Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!".3Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.4Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.5Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.6Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,7e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.8Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.9Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.10I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

11Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.13Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto".14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.15Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo".16Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro!17Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro".18Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.

19La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".20Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.21Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi".22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo;23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".
24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.25Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".
26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".27Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!".28Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!".29Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".

30Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro.31Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.


Secondo libro di Samuele 2

1Dopo questi fatti, Davide consultò il Signore dicendo: "Devo andare in qualcuna delle città di Giuda?". Il Signore gli rispose: "Va'!". Chiese ancora Davide: "Dove andrò?". Rispose: "A Ebron".2Davide dunque andò là con le sue due mogli, Achinoàm di Izreèl e Abigail, già moglie di Nabal da Carmel.3Davide portò con sé anche i suoi uomini, ognuno con la sua famiglia, e abitarono nella città di Ebron.4Vennero allora gli uomini di Giuda e qui unsero Davide re sulla casa di Giuda.
Come fu noto a Davide che gli uomini di Iabes di Gàlaad avevano sepolto Saul,5Davide inviò messaggeri agli uomini di Iabes di Gàlaad per dir loro: "Benedetti voi dal Signore, perché avete fatto quest'opera di misericordia al vostro Signore, a Saul, e gli avete dato sepoltura.6Vi renda dunque il Signore misericordia e fedeltà. Anch'io farò a voi del bene perché avete compiuto quest'opera.7Ora riprendano coraggio le vostre mani e siate uomini forti. È morto Saul vostro signore, ma quelli della tribù di Giuda hanno unto me come re sopra di loro".
8Intanto Abner figlio di Ner, capo dell'esercito di Saul, prese Is-Bàal, figlio di Saul e lo condusse a Macanàim.9Poi lo costituì re su Gàlaad, sugli Asuriti, su Izreèl, su Èfraim e su Beniamino, cioè su tutto Israele.10Is-Bàal, figlio di Saul, aveva quarant'anni quando fu fatto re di Israele e regnò due anni. Solo la casa di Giuda seguiva Davide.11Il periodo di tempo durante il quale Davide fu re di Ebron fu di sette anni e sei mesi.
12Abner figlio di Ner e i ministri di Is-Bàal, figlio di Saul, si mossero da Macanàim verso Gàbaon.13Anche Ioab, figlio di Zeruià, e i seguaci di Davide si mossero e li incontrarono presso la piscina di Gàbaon. Questi stavano presso la piscina da una parte e quelli dall'altra parte.14Abner gridò a Ioab: "Potrebbero alzarsi i giovani e scontrarsi davanti a noi". Ioab rispose: "Si alzino pure".15Si alzarono e sfilarono in rassegna: dodici dalla parte di Beniamino e di Is-Bàal figlio di Saul e dodici tra i seguaci di Davide.16Ciascuno afferrò la testa dell'avversario e gli cacciò la spada nel fianco: così caddero tutti insieme e quel luogo fu chiamato Campo dei Fianchi, che si trova in Gàbaon.
17La battaglia divenne in quel giorno molto dura e furono sconfitti Abner e gli Israeliti dai seguaci di Davide.18Vi erano là tre figli di Zeruià, Ioab, Abisài e Asaèl. Asaèl era veloce nella corsa come una gazzella selvatica.19Asaèl si era messo ad inseguire Abner e non deviava né a destra né a sinistra nell'inseguire Abner.20Abner si volse indietro e gli gridò: "Tu sei Asaèl?". Rispose: "Sì".21Abner aggiunse: "Volgiti a destra o a sinistra, afferra qualcuno dei giovani e porta via le sue spoglie". Ma Asaèl non volle cessare di inseguirlo.22Abner tornò a dirgli: "Smetti di inseguirmi. Perché vuoi che ti stenda a terra? Come potrò alzare lo sguardo verso Ioab tuo fratello?".23Ma siccome quegli non voleva saperne di ritirarsi, lo colpì con la punta della lancia al basso ventre, così che la lancia gli uscì di dietro ed egli cadde sul posto. Allora quanti arrivarono al luogo dove Asaèl era caduto e morto si fermarono.24Ma Ioab e Abisài inseguirono Abner, finché, al tramonto del sole, essi giunsero alla collina di Ammà, di fronte a Ghiach, sulla strada del deserto di Gàbaon.
25I Beniaminiti si radunarono dietro Abner formando un gruppo compatto e si fermarono in cima ad una collina.26Allora Abner gridò a Ioab: "Dovrà continuare per sempre la spada a divorare? Non sai che alla fine sarà una sventura? Quando finalmente darai ordine alla truppa di cessare l'inseguimento dei loro fratelli?".27Rispose Ioab: "Per la vita di Dio, se tu non avessi parlato così, nessuno della truppa avrebbe cessato fino al mattino di inseguire il proprio fratello".28Allora Ioab fece suonare la tromba e tutta la truppa si fermò e non inseguì più Israele e non combatté più.29Abner e i suoi uomini marciarono per l'Araba tutta quella notte; passarono il Giordano, camminarono tutta la mattinata e arrivarono a Macanàim.30Ioab, tornato dall'inseguimento di Abner, radunò tutta la truppa. Degli uomini di Davide ne mancavano diciannove oltre Asaèl.31Ma i servi di Davide avevano colpito e ucciso trecentosessanta uomini tra i Beniaminiti e la gente di Abner.32Essi presero Asaèl e lo seppellirono nel sepolcro di suo padre, che è in Betlemme. Ioab e i suoi uomini marciarono tutta la notte; spuntava il giorno quando furono in Ebron.


Siracide 45

1Da lui fece sorgere un uomo di pietà,
che riscosse una stima universale
e fu amato da Dio e dagli uomini:
Mosè, il cui ricordo è benedizione.
2Lo rese glorioso come i santi
e lo rese grande a timore dei nemici.
3Per la sua parola fece cessare i prodigi
e lo glorificò davanti ai re;
gli diede autorità sul suo popolo
e gli mostrò una parte della sua gloria.
4Lo santificò nella fedeltà e nella mansuetudine;
lo scelse fra tutti i viventi.
5Gli fece udire la sua voce;
lo introdusse nella nube oscura
e gli diede a faccia a faccia i comandamenti,
legge di vita e di intelligenza,
perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza,
i suoi decreti a Israele.

6Egli innalzò Aronne, santo come lui,
suo fratello, della tribù di Levi.
7Stabilì con lui un'alleanza perenne
e gli diede il sacerdozio tra il popolo.
Lo onorò con splendidi ornamenti
e gli fece indossare una veste di gloria.
8Lo rivestì con tutta la magnificenza,
lo adornò con paramenti maestosi:
calzoni, tunica e manto.
9All'orlo della sua veste pose melagrane,
e numerosi campanelli d'oro all'intorno,
che suonassero al muovere dei suoi passi,
diffondendo il tintinnio nel tempio,
come richiamo per i figli del suo popolo.
10L'ornò con una veste sacra, d'oro,
violetto e porpora, capolavoro di ricamo;
con il pettorale del giudizio, con i segni della verità,
e con tessuto di lino scarlatto, capolavoro di artista;
11con pietre preziose, incise come sigilli,
su castoni d'oro, capolavoro di intagliatore,
quale memoriale con le parole incise
secondo il numero delle tribù di Israele.
12Sopra il turbante gli pose una corona d'oro
con incisa l'iscrizione sacra,
insegna d'onore, lavoro stupendo,
ornamento delizioso per gli occhi.
13Prima di lui non si erano viste cose simili,
mai un estraneo le ha indossate;
esse sono riservate solo ai suoi figli
e ai suoi discendenti per sempre.
14I suoi sacrifici vengono tutti bruciati,
due volte al giorno, senza interruzione.
15Mosè lo consacrò e l'unse con l'olio santo.
Costituì un'alleanza perenne per lui
e per i suoi discendenti, finché dura il cielo:
quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio
e benedire il popolo nel nome del Signore.
16Il Signore lo scelse tra tutti i viventi
perché gli offrisse sacrifici,
incenso e profumo come memoriale
e perché compisse l'espiazione per il suo popolo.
17Gli affidò i suoi comandamenti,
il potere sulle prescrizioni del diritto,
perché insegnasse a Giacobbe i decreti
e illuminasse Israele nella sua legge.
18Contro di lui insorsero uomini estranei
e furono gelosi di lui nel deserto;
erano gli uomini di Datan e di Abiron
e quelli della banda di Core, furiosi e violenti.
19Il Signore vide e se ne indignò;
essi finirono annientati nella furia della sua ira.
Egli compì prodigi a loro danno
per distruggerli con il fuoco della sua fiamma.
20E aumentò la gloria di Aronne,
gli assegnò un patrimonio,
gli riservò le primizie dei frutti,
dandogli innanzi tutto pane in abbondanza.
21Si nutrono infatti delle vittime offerte al Signore
che egli ha assegnato ad Aronne e ai suoi discendenti.
22Tuttavia non ha un patrimonio nel paese del popolo,
non c'è porzione per lui in mezzo al popolo,
perché il Signore è la sua parte e la sua eredità.

23Pincas, figlio di Eleazaro, fu il terzo nella gloria
per il suo zelo nel timore del Signore
per la sua fermezza quando il popolo si ribellò,
egli infatti intervenne con generoso coraggio
e placò Dio in favore di Israele.
24Per questo fu stabilita con lui un'alleanza di pace,
perché presiedesse al santuario e al popolo;
così a lui e alla sua discendenza fu riservata
la dignità del sacerdozio per sempre.
25Ci fu anche un'alleanza con Davide,
figlio di Iesse, della tribù di Giuda;
la successione reale dal padre a uno solo dei figli,
la successione di Aronne, a tutta la sua discendenza.
26Vi infonda Dio sapienza nel cuore
per governare il popolo con giustizia,
perché non scompaiano le virtù dei padri
e la loro gloria nelle varie generazioni.


Salmi 119

1Alleluia.

Alef. Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
2Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

3Non commette ingiustizie,
cammina per le sue vie.
4Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.

5Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.
6Allora non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai tuoi comandi.
7Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
8Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.

9Bet. Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
10Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
11Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
12Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
13Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
14Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
15Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
16Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.

17Ghimel. Sii buono con il tuo servo e avrò vita,
custodirò la tua parola.
18Aprimi gli occhi perché io veda
le meraviglie della tua legge.
19Io sono straniero sulla terra,
non nascondermi i tuoi comandi.
20Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
21Tu minacci gli orgogliosi;
maledetto chi devìa dai tuoi decreti.
22Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho osservato le tue leggi.
23Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
24Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.

25Dalet. Io sono prostrato nella polvere;
dammi vita secondo la tua parola.
26Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
27Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.
28Io piango nella tristezza;
sollevami secondo la tua promessa.
29Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
30Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
31Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore,
che io non resti confuso.
32Corro per la via dei tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.

33He. Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
34Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
35Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
36Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
37Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
38Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
39Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.

41Vau. Venga a me, Signore, la tua grazia,
la tua salvezza secondo la tua promessa;
42a chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
43Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera,
perché confido nei tuoi giudizi.
44Custodirò la tua legge per sempre,
nei secoli, in eterno.
45Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i tuoi voleri.
46Davanti ai re parlerò della tua alleanza
senza temere la vergogna.
47Gioirò per i tuoi comandi
che ho amati.
48Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo,
mediterò le tue leggi.

49Zain. Ricorda la promessa fatta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
50Questo mi consola nella miseria:
la tua parola mi fa vivere.
51I superbi mi insultano aspramente,
ma non devìo dalla tua legge.
52Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore,
e ne sono consolato.
53M'ha preso lo sdegno contro gli empi
che abbandonano la tua legge.
54Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio.
55Ricordo il tuo nome lungo la notte
e osservo la tua legge, Signore.
56Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti.

57Het. La mia sorte, ho detto, Signore,
è custodire le tue parole.
58Con tutto il cuore ti ho supplicato,
fammi grazia secondo la tua promessa.
59Ho scrutato le mie vie,
ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti.
60Sono pronto e non voglio tardare
a custodire i tuoi decreti.
61I lacci degli empi mi hanno avvinto,
ma non ho dimenticato la tua legge.
62Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
63Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
64Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.

65Tet. Hai fatto il bene al tuo servo, Signore,
secondo la tua parola.
66Insegnami il senno e la saggezza,
perché ho fiducia nei tuoi comandamenti.
67Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
68Tu sei buono e fai il bene,
insegnami i tuoi decreti.
69Mi hanno calunniato gli insolenti,
ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti.
70Torpido come il grasso è il loro cuore,
ma io mi diletto della tua legge.
71Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari ad obbedirti.
72La legge della tua bocca mi è preziosa
più di mille pezzi d'oro e d'argento.

73Iod. Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
74I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia,
perché ho sperato nella tua parola.
75Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi
e con ragione mi hai umiliato.
76Mi consoli la tua grazia,
secondo la tua promessa al tuo servo.
77Venga su di me la tua misericordia e avrò vita,
poiché la tua legge è la mia gioia.
78Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono;
io mediterò la tua legge.
79Si volgano a me i tuoi fedeli
e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti.
80Sia il mio cuore integro nei tuoi precetti,
perché non resti confuso.

81Caf. Mi consumo nell'attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
82Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa,
mentre dico: "Quando mi darai conforto?".
83Io sono come un otre esposto al fumo,
ma non dimentico i tuoi insegnamenti.
84Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando farai giustizia dei miei persecutori?

85Mi hanno scavato fosse gli insolenti
che non seguono la tua legge.
86Verità sono tutti i tuoi comandi;
a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto.
87Per poco non mi hanno bandito dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò le parole della tua bocca.

89Lamed. La tua parola, Signore,
è stabile come il cielo.
90La tua fedeltà dura per ogni generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
91Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
92Se la tua legge non fosse la mia gioia,
sarei perito nella mia miseria.
93Mai dimenticherò i tuoi precetti:
per essi mi fai vivere.
94Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere.
95Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti.
96Di ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.

97Mem. Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
98Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
99Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
100Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
101Tengo lontano i miei passi da ogni via di male,
per custodire la tua parola.
102Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
103Quanto sono dolci al mio palato le tue parole:
più del miele per la mia bocca.
104Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna.

105Nun. Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
106Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
107Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
108Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
109La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
110Gli empi mi hanno teso i loro lacci,
ma non ho deviato dai tuoi precetti.
111Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
112Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti,
in essi è la mia ricompensa per sempre.

113Samech. Detesto gli animi incostanti,
io amo la tua legge.
114Tu sei mio rifugio e mio scudo,
spero nella tua parola.
115Allontanatevi da me o malvagi,
osserverò i precetti del mio Dio.
116Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita,
non deludermi nella mia speranza.
117Sii tu il mio aiuto e sarò salvo,
gioirò sempre nei tuoi precetti.
118Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti,
perché la sua astuzia è fallace.
119Consideri scorie tutti gli empi della terra,
perciò amo i tuoi insegnamenti.
120Tu fai fremere di spavento la mia carne,
io temo i tuoi giudizi.

121Ain. Ho agito secondo diritto e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano i superbi.
123I miei occhi si consumano nell'attesa della tua salvezza
e della tua parola di giustizia.
124Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi comandamenti.

125Io sono tuo servo, fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126È tempo che tu agisca, Signore;
hanno violato la tua legge.
127Perciò amo i tuoi comandamenti
più dell'oro, più dell'oro fino.
128Per questo tengo cari i tuoi precetti
e odio ogni via di menzogna.

129Pe. Meravigliosa è la tua alleanza,
per questo le sono fedele.
130La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
131Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti.
132Volgiti a me e abbi misericordia,
tu che sei giusto per chi ama il tuo nome.
133Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
134Salvami dall'oppressione dell'uomo
e obbedirò ai tuoi precetti.
135Fa' risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti.
136Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché non osservano la tua legge.

137Sade. Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
138Con giustizia hai ordinato le tue leggi
e con fedeltà grande.
139Mi divora lo zelo della tua casa,
perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
140Purissima è la tua parola,
il tuo servo la predilige.
141Io sono piccolo e disprezzato,
ma non trascuro i tuoi precetti.
142La tua giustizia è giustizia eterna
e verità è la tua legge.
143Angoscia e affanno mi hanno colto,
ma i tuoi comandi sono la mia gioia.
144Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre,
fammi comprendere e avrò la vita.

145Kof. T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
146Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
147Precedo l'aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
148I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
149Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
150A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
151Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
152Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.

153Res. Vedi la mia miseria, salvami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
154Difendi la mia causa, riscattami,
secondo la tua parola fammi vivere.
155Lontano dagli empi è la salvezza,
perché non cercano il tuo volere.
156Le tue misericordie sono grandi, Signore,
secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
157Sono molti i persecutori che mi assalgono,
ma io non abbandono le tue leggi.
158Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo,
perché non custodiscono la tua parola.
159Vedi che io amo i tuoi precetti,
Signore, secondo la tua grazia dammi vita.
160La verità è principio della tua parola,
resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.

161Sin. I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
162Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
163Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge.
164Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
165Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
166Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
167Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
168Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.

169Tau. Giunga il mio grido fino a te, Signore,
fammi comprendere secondo la tua parola.
170Venga al tuo volto la mia supplica,
salvami secondo la tua promessa.
171Scaturisca dalle mie labbra la tua lode,
poiché mi insegni i tuoi voleri.
172La mia lingua canti le tue parole,
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti.
173Mi venga in aiuto la tua mano,
poiché ho scelto i tuoi precetti.
174Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è tutta la mia gioia.
175Possa io vivere e darti lode,
mi aiutino i tuoi giudizi.
176Come pecora smarrita vado errando;
cerca il tuo servo,
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.


Baruc 5

1Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione,
rivèstiti dello splendore della gloria
che ti viene da Dio per sempre.
2Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul capo il diadema di gloria dell'Eterno,
3perché Dio mostrerà il tuo splendore
ad ogni creatura sotto il cielo.
4Sarai chiamata da Dio per sempre:
Pace della giustizia e gloria della pietà.
5Sorgi, o Gerusalemme, e sta' in piedi sull'altura
e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti
da occidente ad oriente,
alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
6Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce
in trionfo come sopra un trono regale.
7Poiché Dio ha stabilito di spianare
ogni alta montagna e le rupi secolari,
di colmare le valli e spianare la terra
perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
8Anche le selve e ogni albero odoroso
faranno ombra ad Israele per comando di Dio.
9Perché Dio ricondurrà Israele con gioia
alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia
che vengono da lui.


Atti degli Apostoli 12

1In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa2e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni.3Vedendo che questo era gradito ai Giudei, decise di arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi.4Fattolo catturare, lo gettò in prigione, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua.5Pietro dunque era tenuto in prigione, mentre una preghiera saliva incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui.6E in quella notte, quando poi Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro piantonato da due soldati e legato con due catene stava dormendo, mentre davanti alla porta le sentinelle custodivano il carcere.7Ed ecco gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: "Alzati, in fretta!". E le catene gli caddero dalle mani.8E l'angelo a lui: "Mettiti la cintura e legati i sandali". E così fece. L'angelo disse: "Avvolgiti il mantello, e seguimi!".9Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si era ancora accorto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell'angelo: credeva infatti di avere una visione.
10Essi oltrepassarono la prima guardia e la seconda e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città: la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l'angelo si dileguò da lui.11Pietro allora, rientrato in sé, disse: "Ora sono veramente certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che si attendeva il popolo dei Giudei".12Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco, dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera.13Appena ebbe bussato alla porta esterna, una fanciulla di nome Rode si avvicinò per sentire chi era.14Riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta, ma corse ad annunziare che fuori c'era Pietro.15"Tu vaneggi!" le dissero. Ma essa insisteva che la cosa stava così. E quelli dicevano: "È l'angelo di Pietro".16Questi intanto continuava a bussare e quando aprirono la porta e lo videro, rimasero stupefatti.17Egli allora, fatto segno con la mano di tacere, narrò come il Signore lo aveva tratto fuori del carcere, e aggiunse: "Riferite questo a Giacomo e ai fratelli". Poi uscì e s'incamminò verso un altro luogo.
18Fattosi giorno, c'era non poco scompiglio tra i soldati: che cosa mai era accaduto di Pietro?19Erode lo fece cercare accuratamente, ma non essendo riuscito a trovarlo, fece processare i soldati e ordinò che fossero messi a morte; poi scese dalla Giudea e soggiornò a Cesarèa.

20Egli era infuriato contro i cittadini di Tiro e Sidone. Questi però si presentarono a lui di comune accordo e, dopo aver tratto alla loro causa Blasto, ciambellano del re, chiedevano pace, perché il loro paese riceveva i viveri dal paese del re.21Nel giorno fissato Erode, vestito del manto regale e seduto sul podio, tenne loro un discorso.22Il popolo acclamava: "Parola di un dio e non di un uomo!".23Ma improvvisamente un angelo del Signore lo colpì, perché non aveva dato gloria a Dio; e roso, dai vermi, spirò.

24Intanto la parola di Dio cresceva e si diffondeva.25Bàrnaba e Saulo poi, compiuta la loro missione, tornarono da Gerusalemme prendendo con loro Giovanni, detto anche Marco.


Capitolo XVI: Soltanto in Dio va cercata la vera consolazione

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1. Qualunque cosa io possa immaginare e desiderare per mia consolazione, non l'aspetto qui, ora, ma in futuro. Ché, pure se io potessi avere e godere da solo tutte le gioie e le delizie del mondo, certamente ciò non potrebbe durare a lungo. Sicché, anima mia, non potrai essere pienamente consolata e perfettamente confortata se non in Dio, che allieta i poveri e accoglie gli umili. Aspetta un poco, anima mia, aspetta ciò che Dio ha promesso e avrai in cielo la pienezza di ogni bene. Se tu brami disordinatamente i beni temporali, perderai quelli eterni del cielo: dei beni di quaggiù devi avere soltanto l'uso temporaneo, col desiderio fisso a quelli eterni. Anima mia, nessun bene di quaggiù, ti potrà appagare perché non sei stata creata per avere soddisfazione in queste cose. Anche se tu avessi tutti i beni del mondo, non potresti essere felice e beata, perché è in Dio, creatore di tutte le cose, che consiste la tua completa beatitudine e la tua felicità. Non è una felicità quale appare nella esaltazione di coloro che amano stoltamente questo mondo, ma una felicità quale si aspettano i buoni seguaci di Cristo; quale, talora, è pregustata, fin da questo momento, da coloro che vivono dello spirito e dai puri di cuore, "il cui pensiero è già nei cieli" (Fil 3,20).

2. Vano e di breve durata è il conforto che viene dagli uomini; santo e puro è quello che la verità fa sentire dal di dentro. L'uomo pio si porta con sé, dappertutto, il suo consolatore, Gesù, e gli dice: o Signore Gesù, stammi vicino in ogni luogo e in ogni tempo. La mia consolazione sia questa, di rinunciare lietamente ad ogni conforto umano. Che se mi verrà meno la tua consolazione, sia per me di supremo conforto, appunto, questo tuo volere, questa giusta prova; poiché "non durerà per sempre la tua collera e le tue minacce non saranno eterne" (Sal 102,9).


DISCORSO 198 CONTRO LE FESTE PAGANE DEL 1° GENNAIO

Discorsi - Sant'Agostino

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La festa pagana di capodanno.

1. Vedo, fratelli, che oggi vi siete riuniti come per celebrare una grande festa e che siete più numerosi del solito. Esorto pertanto la vostra Carità a ricordare quello che ora avete cantato, perché non avvenga che mentre la lingua grida il cuore rimanga muto ma ciò che avete fatto risuonare vicendevolmente alle vostre orecchie con la voce lo gridiate con amore presso le orecchie di Dio. Cantavate questo versetto del Salmo: Salvaci, Signore Dio nostro radunaci di mezzo alle genti, affinché esaltiamo il tuo santo nome 1. Ora sarete veramente radunati di mezzo alle genti se non vi fate attrarre dalla festa che i pagani celebrano oggi con gioia mondana e carnale, con strepito di futili e osceni canti, con conviti e danze turpi, con la celebrazione stessa di una festa che non ha motivo di essere; se non provate interesse insomma per quello che fanno i pagani.

La separazione tra i cristiani e i pagani.

2. Voi dunque avete cantato - e il suono di questo sacro canto echeggia ancora nei vostri orecchi -: Salvaci, Signore Dio nostro radunaci di mezzo alle genti. Chi può essere radunato di mezzo alle genti se non quando diventa salvato? E pertanto coloro che ancora si mescolano ai pagani non sono salvati. Coloro che vengono radunati di mezzo alle genti vengono salvati con la salvezza della fede, della speranza, dell'autentica carità, con la salvezza spirituale con la salvezza delle promesse di Dio. Chi crede, spera e ama non per questo si può ritenere salvato; bisogna vedere che cosa crede in che cosa spera, che cosa ama. Qualunque tipo di vita si conduca nessuno vive senza questi tre sentimenti dell'animo: la fede, la speranza, l'amore. Se non credi le stesse cose che credono i pagani, se non speri nelle stesse cose in cui sperano i pagani, se non ami le stesse cose che amano i pagani, allora vieni radunato di mezzo alle genti, vieni segregato, cioè separato dalle genti. Se c'è una così profonda separazione dell'animo, non temere se non ci può essere ancora quella fisica. Ci può essere separazione maggiore di questa, che mentre i pagani ritengono dèi i demoni, tu credi nell'unico e vero Dio? I pagani sperano nelle cose futili del mondo, tu speri nella vita eterna insieme a Cristo? i pagani amano il mondo, mentre tu ami l'artefice del mondo? Chi dunque crede diversamente dai pagani, chi spera in altre cose, chi ama altre cose, lo dimostri con la vita, lo provi con i fatti. Se parteciperai alla festa delle strenne, come un qualunque pagano, se giocherai ai dadi, se ti ubriacherai, in che modo credi diversamente, speri diversamente, ami beni diversi? Come puoi cantare a fronte alta: Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci di mezzo alle genti? Sarai separato dai pagani se, pur materialmente vivendo insieme ad essi, condurrai una vita diversa. Quale sia questa vostra separazione dai pagani guardatela voi, dal modo come vi comportate, da come ne date prova. Il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di Dio, che per noi si è fatto uomo, ha già pagato per noi un prezzo. Sì, egli ha pagato il suo prezzo: e lo ha pagato per riscattarci, per radunarci di mezzo alle genti. Se tu ti mescoli ai pagani, non vuoi seguire colui che ti ha riscattato; e ti mescoli ai pagani se conduci la stessa vita, fai le stesse cose, hai gli stessi sentimenti, se credi, speri e ami come loro. Ti mostri ingrato al tuo Redentore, non tieni conto del prezzo per te pagato, del sangue dell'Agnello immacolato. Per seguire il tuo Redentore, che ti ha riscattato con il suo sangue, non mescolarti ai pagani con l'avere lo stesso comportamento e il fare le stesse cose. Essi si scambiano le strenne, voi fate le elemosine; essi si divertono con canti lascivi, voi ricreatevi con l'ascolto delle Scritture; essi corrono al teatro, voi correte alla chiesa; essi si ubriacano, voi digiunate. Se oggi non potete digiunare, per lo meno consumate un pasto sobrio. Se farete così, sarete coerenti con quanto avete cantato: Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci di mezzo alle genti.

Vita dei cristiani e vita dei pagani.

3. Molti oggi si sentiranno a disagio in coscienza di fronte a questo discorso che hanno ascoltato. Abbiamo detto: Non fate le strenne, fate piuttosto le elemosine ai poveri. Anzi, non è sufficiente che facciate le elemosine, ma fatele in misura più abbondante del solito. Non volete farle in maniera più abbondante? Ma almeno fatele! Tu mi dirai: Quando faccio la strenna ne ricevo anch'io in cambio. E che? Quando fai l'elemosina ai poveri non ne ricevi niente in contraccambio? Certo, l'oggetto della tua fede e della tua speranza deve essere diverso da quello dei pagani. Ma se dici che dando ai poveri non te ne viene niente, sei diventato uno dei pagani. Invano allora hai cantato: Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci di mezzo alle genti. Non dimenticare quel proverbio che dice: Chi dà ai poveri mai sarà nel bisogno 2. Hai già dimenticato ciò che dirà il Signore a coloro che avranno aiutato i poveri: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno 3? E ciò che verrà detto a coloro che invece non li avranno aiutati: Mandateli al fuoco eterno 4? Ora insieme a coloro che hanno ascoltato con gioia queste parole ci saranno certamente anche alcuni che non le hanno ascoltate con molto piacere. Io ora parlo ai cristiani autentici. Se diversa è la vostra fede, diversa la vostra speranza, diverso il vostro amore rispetto ai pagani, vivete anche diversamente da essi e dimostrate con un comportamento differente che differente è la vostra fede, la vostra speranza e la vostra carità. Ascoltate il consiglio dell'Apostolo: Non ritornate sotto il giogo degli infedeli. Quale relazione ci può essere fra la giustizia e l'iniquità? O quale unione tra la luce e le tenebre? O qual parte ha il fedele con l'infedele? Qual rapporto tra il tempio di Dio e gli idoli? 5. E altrove dice: Ciò che i pagani sacrificano è sacrificato ai demoni e non a Dio. Ora io non voglio che voi siate in comunione con i demoni 6. Perciò il loro comportamento soddisfa i loro dèi. Ma l'Apostolo che ha detto: Non voglio che voi siate in comunione con i demoni, volle che i cristiani si distinguessero nel modo di vivere e di comportarsi da coloro che adorano i demoni. Infatti quei demoni si dilettano dei canti frivoli, si dilettano degli spettacoli poco seri, delle varie sconcezze teatrali, delle demenze del circo, delle crudeltà dell'anfiteatro, delle contese violente di coloro che attaccano liti e dispute fino a crearsi delle inimicizie per fare tifo per uomini funesti, per un mimo, un commediante, un pantomimo, un auriga, un gladiatore. Chi fa queste cose è come se bruciasse ai demoni l'incenso del suo cuore. Gli spiriti ingannatori infatti godono di quelli che riescono ad ingannare e si nutrono dei cattivi costumi e della vita turpe e disonesta di coloro che hanno ingannato e sedotto. Ma quanto a voi - dice l'Apostolo - non è cosi che vi è stato insegnato Cristo, se ben lo avete inteso e se siete stati in lui ammaestrati 7. Non abbiate alcun rapporto con loro. Eravate un tempo tenebre, ma ora siete luce nel Signore: vivete dunque da figli della luce 8: affinché anche noi che vi stiamo comunicando la parola di Dio possiamo alla fine, con voi e per voi, godere di quella luce intramontabile.

 


1 - Sal 105, 47.

2 - Prv 28, 26.

3 - Mt 25, 34.

4 - Cf. Mt 25, 41.

5 - 2 Cor 6, 14-16.

6 - 1 Cor 10, 20.

7 - Ef 4, 20-21.

8 - Ef 5, 7-8.


Secondo Venerdì: LA MERITRICE DI MAGDALA

I nove primi venerdì del mese - AA.VV.

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Siamo a Magdala, paesino sulla riva occidentale del lago di Tiberiade. Un giorno un fariseo, di nome Simone, invita Gesù a pranzo.
Secondo il costume orientale di allora i pranzi di gala si facevano non a porte chiuse, ma a vista di tutti. Chi organizzava tali conviti doveva rassegnarsi a tenere il suo cortile aperto a tutti i curiosi. Per gli Ebrei il mangiar bene, l’essere fortunati e in agiatezza era ritenuto un segno della benevolenza divina. La tavola veniva allestita nella sala più spaziosa o, all’occorrenza, anche nel cortile. In occasioni di grandi ricevimenti c’era tutto un cerimoniale da osservare prima ancora di mettersi a tavola. Dapprima si presentava un servitore con un bacile e una brocca d’acqua. Gli invitati si sedevano e si lasciavano lavare i piedi, cosa necessaria per la polverosità delle strade e il modo di calzare i sandali di cuoio: sudore e polvere accumulata rendevano indispensabile tale cortesia, giacché per mangiare ci si stendeva sui divani e non bisognava insudiciarli. Altro segno di cortesia consisteva nel versare sul capo, sulle braccia e sui piedi degli invitati un po’ d’olio profumato; il caldo della giornata rendeva la pelle rugosa e provocava prurito, ed un piccolo massaggio eseguito con materia lubrificante addolciva e calmava l’irritazione, lasciando una reale. sensazione di benessere. Inoltre l’olio profumato neutralizzava l’odore sgradevole del sudore. Si passava poi nella sala del banchetto, dove il padrone di casa salutava gli ospiti baciandoli e facendo i convenevoli di uso. Quindi ci si metteva a tavola sdraiandosi sui divani attorno a una tavola a ferro di cavallo con i piedi distesi verso l’esterno.
Alla festa di Simone non mancavano i suoi amici farisei che non vedevano di buon occhio Gesù e quindi rimproveravano a Simone il suo gesto imprudente. Questi fa rilevare ai suoi amici di aver invitato Gesù non per ammirazione e deferenza, ma solo per curiosità, tanto è vero che non gli ha fatto alcun segno di cortesia richiesto dal cerimoniale: non gli ha lavato i piedi, non l’ha unto di olio profumato, non l’ha baciato...
Gesù si sente spiato da mille occhi, ma anche lui guarda i suoi ospiti e fra poco emetterà il suo giudizio infallibile.
Incomincia il banchetto e a un certo momento si vede arrivare attraverso il cortile una donna con un vaso di olio profumato. E Maddalena, nota in tutto il paese come «la meretrice». Ella, saputo che Gesù era stato invitato a pranzo da Simone, va a trovarlo.
Questa donna di cattivi costumi pensa che Gesù, conoscendo bene il suo pentimento, non la disprezzerà, poiché lei è decisa a cambiar vita. Non è più una peccatrice, una donna di strada che ha venduto il suo corpo al capriccio degli uomini. Lei ha ascoltato la parola di Gesù e ha capito ch'Egli annunzia l’amore vero e più bello. Rinunzia alla vita cattiva fatta fino allora e vuole iniziare una vita nuova di purezza e di amore. Ne è tanta felice che ha voluto estimare la sua riconoscenza a Colui che l’ha liberata dalla vergogna e ha rinnovato il suo cuore. Commossa si mette a piangere le colpe passate e bagna i piedi di Gesù con lacrime di riconoscente amore, li asciutta con i suoi capelli, li unge con olio profumato e glieli copre di baci. Gesù lascia fare pur sapendo che le colpe di quella infelice, nota a tutti, solleveranno l’indignazione degl’invitati.
Simone è pentito di averlo invitato, sente l’imbarazzo dei suoi amici farisei e pensa dentro di sé: Se costui fosse un profeta, saprebbe quale donna è colei che lo tocca: una peccatrice pubblica. Dovrebbe respingerla subito!
L’errore di Simone sta nel dire che la Maddalena « una peccatrice», mentre lei «era stata una peccatrice», perché adesso non lo è più. Ora vuole solo espiare, umiliarsi e ringraziare il suo Liberatore.
Gesù, rispondendo al segreto pensiero di Simone e degli altri convitati, dice al fariseo: « Simone vorrei dirti una cosa». — Maestro, dì pure. — «C’era una volta un banchiere che aveva due debitori: il primo gli doveva 500 denari (moneta locale di allora), l’altro 50. Trovandosi tutti e due in condizione di non poter restituire, il banchiere condonò loro il debito. Secondo te, chi dovrebbe essere più riconoscente?
— Evidentemente quello che ha avuto il maggior condono.
— Ottima risposta... Ora vedi questa donna: quando sono entrato da te, tu non mi hai dato l’acqua per lavarmi i piedi, lei invece li ha bagnati con le sue lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato il bacio di benvenuto, ma lei da quando è entrata non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai fatto versare dell’olio profumato sul mio capo, e lei ne ha bagnati perfino i miei piedi. Per questo ti dico:
«Le sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato, invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Quest’ultima frase «quello a cui si perdona poco, i poco», va capita bene perché molti Santi avevano poco da farsi perdonare, ma amavano molto lo stesso perché, data la loro delicatezza di coscienza, il più piccolo peccato lo piangevano per tutta la vita perché offesa di Dio, dispiacere a Gesù. Del resto anche il più piccolo peccato è una cosa grave perché impedisce l’ingresso in Cielo e deve essere purificato con una sosta più o meno lunga in Purgatorio.
- Gesù poi, commosso dal pentimento di quella donna, volgendosi a lei, le dice: «Ti sono rimessi i tuoi peccati».

Gesù non solo perdona la Maddalena, ma la riabiliterà agli occhi del mondo intero ricevendola a fianco di sua Madre nel numero delle pie donne che saranno testimoni delle ultime sue sofferenze (Marco 15:40). E dopo la sua resurrezione Gesù, non ricorda altro che l’amore puro e ardente della sua illustre penitente, la favorì di una delle sue prime apparizioni (marco 16:9), e la inviò ai suoi Apostoli, diventando apostola degli Apostoli. Ecco perché fino alla riforma liturgica alla Messa in suo onore caso unico si recitava il Credo.
Termino l’episodio con l’epilogo di questa meravigliosa storia. Si legge nella vita di S. Margherita da Cortona che un giorno Gesù, volendola rafforzare nella pratica generosa della penitenza, le apparve accompagnato da S. Maria Maddalena, di cui la Chiesa si preparava a celebrare la festa: «Vedi tu — le disse Gesù — quella a cui perdonai nella casa di Simone il fariseo? Quella veste di argento che copre le sue spalle, quei diamanti splendenti sulla sua corona, quella gloria che la circonda, sono il premio della sua penitenza. E poiché Margherita continuava a piangere per i suoi peccati, Gesù le diceva: Margherita, sei la mia peccatrice! Voglio servirmi dite per attirare altri peccatori a salvamento... — Sublime!
Un giorno Gesù diceva alla sua confidente, Suor Benigna: « Le anime più miserabili, più deboli, più inferme, sono i clienti più buoni dell’amore, quelli che la misericordia stima di più... e queste anime splenderanno in Cìelo come gemme e saranno la corona della Divina Misericordia; Io non cerco altro che di usare sempre misericordia; l’usare la giustizia per me è come andare contro corrente, mi tocca fare violenza! — Io, Dio di amore, vado in cerca di ciò che il mondo disprezza, abborisce, abbandona cioè dei poveri peccatori, e dopo averli convertiti, con le finezze della mia carità e con le industrie della mia misericordia, se trovo la corrispondenza che cerco, ne fo dei capolavori di santità».
Ecco il Cuore di Gesù nella meravigliosa effusione del suo amore misericordioso! Quale mirabile e confortante dottrina! Confidiamo sempre nella bontà misericordiosa del Sacro Cuore di Gesù, perché l’abisso della nostra miseria chiama l’abisso senza fondo della sua misericordia ed approfittiamo della Sua Grande Promessa dei Nove Primi Venerdì che è frutto della sua misericordia portata all’eccesso.

Fratello carissimo, che hai già iniziato la pratica in onore del Cuore di Gesù, per fortificare la tua volontà nel respingere le insidie che il demonio ti tenderà per scoraggiarti e farti interrompere i primi venerdì, ti riporto la visione dell'inferno avuta dai tre fanciulli di Fatima, per farti vedere da quale immensa disgrazia scamperai se tu compirai bene i detti nove primi venerdì, perché, per la promessa esplicita del Cuore di Gesù, chi farà la Comunione nei primi nove venerdì del mese non morirà senza aver il tempo di ravvedersi e di salvarsi.
Scrive Lucia di Fatima: «Vedemmo come un mare di fuoco. Immersi in quel fuoco i diavoli e le anime, in forma umana, come braci trasparenti e nere o bronzee, che fluttuavano nell’incendio e venivano trasportate, assieme a nuvole di fumo, dalle fiamme che uscivano da loro stesse. Esse cadevano da ogni parte, uguali al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio tra grida, gemiti di dolore e disperazione che suscitavano orrore e facevano tremare di paura. I demoni si distinguev0 per le forme orribili e schifose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni roventi. — Spaventati e come per chiedere aiuto, alzammo gli occhi alla Madonna che ci disse con bontà e tristezza: «Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori!» La visione dell’inferno aveva spaventato terribilmente i tre fanciulli e il suo pensiero li tormentava. Ti riferisco qualche osservazione di Giacinta, la più piccola: «Quella gente he vi si trova, brucia ma non muore!.., e non diventa cenere! poverini!
Dobbiamo pregare e fare tanti sacrifici per scampare i peccatori dall’inferno! L’inferno!. l’inferno!... che pena mi fanno le anime che vanno all’inferno! e le persone colà vive bruciano come legna nel fuoco!..
Lucia, io vado in Paradiso, ma tu che resti quaggiù, se la Madonna te Io permetterà, dì a tutti com’è l’inferno affinché non commettano più peccati e non precipitino più in esso. Tanta gente cade nell’inferno!... tanta gente!...».
La visione dell’inferno aveva talmente terrorizzata questa bambina di sette anni che tutte le penitenze e le mortificazioni le sembravano un nulla purché servissero a preservare qualche anima da esso.

Esempio : CONVERSIONE DI UN FEDERALE

Questo fatto accadde nel periodo in cui l’autore del presente libretto studiava nel Seminario di Catania.
Durante il fascismo c’era a Catania, quale federale onnipotente per tutta la provincia (il «federale» era il rappresentante del Partito Fascista in ogni provincia), l’avv. Pietro Angelo Mammana, di pessimi costumi. Tra le sue innumerevoli malefatte, un giorno aveva dato uno schiaffo a un giovane perché portava al petto il distintivo di Azione Cattolica (c’era allora un po’ dì attrito tra il Vaticano e il Partito Fascista per il moviento dell’Azione Cattolica Italiana che Mussolini non vedeva di buon occhio); glielo aveva strappato, gettato a terra e pestato, dicendo: Ora vai a dirlo al tuo Vescovo!
Un giorno d’estate, durante l’ultima guerra, assistendo con una sigaretta accesa, nella sua villa di Trecastagni, al travaso di benzina da una macchina all’altra fatto dal suo autista, la benzina s’incendiò e Mammana fu avvolto dalle fiamme. Accorsi con delle coperte, i familiari gli spensero le fiamme addosso e quindi lo ricoverarono all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania. Le fiamme gli avevano bruciato tutta la pelle, per cui non poté essere coperto con lenzuola perché si appiccicavano le carni. Dovette essere messo sopra una incerata e coperto con un’altra incerata.
Chiese subito un prete. Nella stanza accanto alla sua c’era ricoverato il Sac. Giuseppe Consoli, residente nella Chiesa di S. Giuliano in via Crociferi a Catama. Egli accorse subito. Il federale Mammana, dopo avergli raccontato l’accaduto, gli disse: «Quando fui avvolto dalle fiamme sentii una voce che mi diceva:
“Dovresti morire e andare all’Inferno, ma ti aspetta misericordia perché hai fatto i Nove Primi Venerdì... Se tu non l’avessi fatti quando eri ragazzo, ora ti avrei portato con me all’Inferno!”».
Quindi si confessò e comunicò con grande pentimento e devozione. Non volle ricevere nessuno: né amanti, né amici, ma soltanto il Sac. Consoli. Per i tormenti si torceva come un verme, ma ripeteva continuamente: Me lo merito! Me lo merito! Sopravvisse 15 giorni in quei tormenti e morì pienamente rassegnato e riconciliato con Dio.


4 giugno 1976 - NON HANNO CORAGGIO

Mons. Ottavio Michelini

Scrivi, figlio mio.

Non aver timore: sono Io, Gesú, che ti parlo, sono Io che ti ho scelto per essere la mia penna.

Non temere: ti avevo preavvertito chiaramente come saresti stato giudicato.

Questo, figlio, per te deve essere motivo di conforto, pur nella sofferenza. Questo dovrebbe essere motivo di riflessione per i tuoi giudici. Ma essi non sanno distinguere, perché non vedono secondo Dio ciò che è giusto e ciò che è ingiusto.

Vedi: essi tacciono, e chi tace spesse volte conferma. Tacciono, o poco o nulla osano dire ai preti marxisti ed eretici, che non sono pochi. Per essi hanno sorrisi e blandizie. Eppure dovrebbero sapere quale enorme male sia spargere zizzania in mezzo al buon grano.

Quanti seminatori di zizzania vi sono oggi nella Chiesa, e proprio tra coloro che dovrebbero coltivare e portare a maturazione, con la loro diligente fatica, la messe! Invece si mettono in pieno contrasto con le direttive di Pietro, continuano a (p.45) spargere zizzania, cioè confusione e disorientamento nelle anime.

Che fanno coloro a cui è stata affidata la vigna? Nulla, o quasi, come se nulla fosse. Non si ha il coraggio di richiamare gli eretici, non si ha il coraggio di mettere al bando i prodotti dell'eresia: riviste, giornali, libri...

Quanti Vescovi hanno avuto il coraggio di condannare esplicitamente riviste e giornali pseudocattolici che diffondono errori contro le direttive di Pietro? Non molti, figlio mio.

 

Pseudo-prudenza


Si è avuto però il coraggio di relegare un povero prete in una sperduta parrocchia di montagna perché credeva nell'esistenza del demonio, fonte di sofferenza spirituale e fisica, e nell'efficacia delle benedizioni con cui sollevava questi sofferenti, sempre più numerosi nella Chiesa del vostro tempo.

Quanti esempi potrei citare, figlio mio! Non si procede contro il diffondersi dell'errore adducendo il motivo della prudenza. La prudenza, grande virtù, rischia di essere tramutata in colpa gravissima.

Gli eretici, i seminatori di zizzania vanno smascherati e le loro dottrine vanno additate ai fedeli come un pericolo per le loro anime. Ma non si osa (p.46) farlo sotto lo pseudo pretesto della prudenza. Ma i Pastori ben sanno che la vera ragione è un'altra: è una ragione di comodo!

Ti accorgerai invece che la prudenza, cosí spesso chiamata in causa, si tramuta in zelo quando si tratta di colpire scritti o parole che nulla hanno di pericoloso in sè, ma che al contrario hanno come unico scopo l'affermazione della verità.

La verità spesso brucia e le bruciature fanno male. Così è, figlio mio: si fa la voce grossa dove meglio si addirebbe il silenzio, e si tace dove meglio sarebbe innalzare il tono della voce come segno di allarme.

 

Leale paternità


Molti Vescovi dovranno pur convincersi che la loro pastorale non è sempre quella del Vangelo. Apriranno gli occhi quando sarà troppo tardi.

Necessita pregare e far pregare perché l'inimicus hominis è dentro la vigna e indisturbato, anzi da parecchi coadiuvato, compie la sua opera nefasta.

Basta con lo strumentalizzare anche il nome delle virtù per le proprie personali comodità.

E' tempo di riflessione, è tempo di meditazione!

E' tempo di risalire il cammino dei secoli per arrivare alle sorgenti e fare un confronto con il mio (p.47) linguaggio sincero, aperto, leale, il solo che si addice ad una leale paternità.

E' tempo di uscire dall'equivoco. La politica dell'astuzia non ha niente a che fare con la semplicità della colomba e con la furbizia del serpente. Furbizia non vuol dire doppiezza o menzogna. Ho detto tante volte che le mie vie non sono le vie del mondo.

I Pastori di anime, i miei sacerdoti, debbono conoscere le mie vie e per esse devono camminare, non per quelle del mondo.

Figlio, non temere, prega e ripara. E' quanto di meglio tu possa fare. Ti benedico.(p.48)