Liturgia delle Ore - Letture
Sabato della 7° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Giovanni 10
1"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante.2Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore.3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori.4E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei".6Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.
7Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore.8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo.10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.11Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore.12Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde;13egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,15come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.16E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.17Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo.18Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio".
19Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole.20Molti di essi dicevano: "Ha un demonio ed è fuori di sé; perché lo state ad ascoltare?".21Altri invece dicevano: "Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi dei ciechi?".
22Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno.23Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone.24Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente".25Gesù rispose loro: "Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza;26ma voi non credete, perché non siete mie pecore.27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.28Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano.29Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio.30Io e il Padre siamo una cosa sola".
31I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.32Gesù rispose loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?".33Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio".34Rispose loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge: 'Io ho detto: voi siete dèi'?35Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata),36a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?37Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi;38ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre".39Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
40Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò.41Molti andarono da lui e dicevano: "Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero".42E in quel luogo molti credettero in lui.
Giudici 2
1Ora l'angelo del Signore salì da Gàlgala a Bochim e disse: "Io vi ho fatti uscire dall'Egitto e vi ho condotti nel paese, che avevo giurato ai vostri padri di darvi. Avevo anche detto: Non romperò mai la mia alleanza con voi;2voi non farete alleanza con gli abitanti di questo paese; distruggerete i loro altari. Ma voi non avete obbedito alla mia voce. Perché avete fatto questo?3Perciò anch'io dico: non li scaccerò dinanzi a voi; ma essi vi staranno ai fianchi e i loro dèi saranno per voi un inciampo".
4Appena l'angelo del Signore disse queste parole a tutti gli Israeliti, il popolo alzò la voce e pianse.5Chiamarono quel luogo Bochim e vi offrirono sacrifici al Signore.
6Quando Giosuè ebbe congedato il popolo, gli Israeliti se ne andarono, ciascuno nel suo territorio, a prendere in possesso il paese.7Il popolo servì il Signore durante tutta la vita degli anziani che sopravvissero a Giosuè e che avevano visto tutte le grandi opere, che il Signore aveva fatte in favore d'Israele.8Poi Giosuè, figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni9e fu sepolto nel territorio, che gli era toccato a Timnat-Cheres sulle montagne di Efraim, a settentrione del monte Gaas.10Anche tutta quella generazione fu riunita ai suoi padri; dopo di essa ne sorse un'altra, che non conosceva il Signore, né le opere che aveva compiute in favore d'Israele.11Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore e servirono i Baal;12abbandonarono il Signore, Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dal paese d'Egitto, e seguirono altri dèi di quei popoli che avevano intorno: si prostrarono davanti a loro e provocarono il Signore,13abbandonarono il Signore e servirono Baal e Astarte.14Allora si accese l'ira del Signore contro Israele e li mise in mano a razziatori, che li depredarono; li vendette ai nemici che stavano loro intorno ed essi non potevano più tener testa ai nemici.15Dovunque uscivano in campo, la mano del Signore era contro di loro, come il Signore aveva detto, come il Signore aveva loro giurato: furono ridotti all'estremo.16Allora il Signore fece sorgere dei giudici, che li liberavano dalle mani di quelli che li spogliavano.17Ma neppure ai loro giudici davano ascolto, anzi si prostituivano ad altri dèi e si prostravano davanti a loro. Abbandonarono ben presto la via battuta dai loro padri, i quali avevano obbedito ai comandi del Signore: essi non fecero così.18Quando il Signore suscitava loro dei giudici, il Signore era con il giudice e li liberava dalla mano dei loro nemici durante tutta la vita del giudice; perché il Signore si lasciava commuovere dai loro gemiti sotto il giogo dei loro oppressori.19Ma quando il giudice moriva, tornavano a corrompersi più dei loro padri, seguendo altri dèi per servirli e prostrarsi davanti a loro, non desistendo dalle loro pratiche e dalla loro condotta ostinata.
20Perciò l'ira del Signore si accese contro Israele e disse: "Poiché questa nazione ha violato l'alleanza che avevo stabilita con i loro padri e non hanno obbedito alla mia voce,21nemmeno io scaccerò più dinanzi a loro nessuno dei popoli, che Giosuè lasciò quando morì.22Così, per mezzo loro, metterò alla prova Israele, per vedere se cammineranno o no sulla via del Signore, come fecero i loro padri".
23Il Signore lasciò quelle nazioni senza affrettarsi a scacciarle e non le mise nelle mani di Giosuè.
Siracide 38
1Onora il medico come si deve secondo il bisogno,
anch'egli è stato creato dal Signore.
2Dall'Altissimo viene la guarigione,
anche dal re egli riceve doni.
3La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
4Il Signore ha creato medicamenti dalla terra,
l'uomo assennato non li disprezza.
5L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,
per rendere evidente la potenza di lui?
6Dio ha dato agli uomini la scienza
perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.
7Con esse il medico cura ed elimina il dolore
e il farmacista prepara le miscele.
8Non verranno meno le sue opere!
Da lui proviene il benessere sulla terra.
9Figlio, non avvilirti nella malattia,
ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
10Purìficati, lavati le mani;
monda il cuore da ogni peccato.
11Offri incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
12Fa' poi passare il medico
- il Signore ha creato anche lui -
non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno.
13Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani.
14Anch'essi pregano il Signore
perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia
e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita.
15Chi pecca contro il proprio creatore
cada nelle mani del medico.
16Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito
e non trascurare la sua tomba.
17Piangi amaramente e alza il tuo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due, per prevenire le dicerie,
quindi consòlati del tuo dolore.
18Difatti il dolore precede la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
19In una disgrazia resta a lungo il dolore,
una vita di miseria è dura al cuore.
20Non abbandonare il tuo cuore al dolore;
scaccialo pensando alla tua fine.
21Non dimenticare: non ci sarà infatti ritorno;
al morto non gioverai e farai del male a te stesso.
22Ricòrdati della mia sorte che sarà anche la tua:
"Ieri a me e oggi a te".
23Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo
ricordo;
consòlati di lui, ora che il suo spirito è partito.
24La sapienza dello scriba si deve alle sue ore di
quiete;
chi ha poca attività diventerà saggio.
25Come potrà divenir saggio chi maneggia l'aratro
e si vanta di brandire un pungolo?
Spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro
e parla solo di vitelli?
26Pone la sua mente a tracciare solchi,
non dorme per dare il foraggio alle giovenche.
27Così ogni artigiano e ogni artista
che passa la notte come il giorno:
quelli che incidono incisioni per sigilli
e con pazienza cercano di variare l'intaglio;
pongono mente a ritrarre bene il disegno
e stanno svegli per terminare il lavoro.
28Così il fabbro siede davanti all'incudine
ed è intento ai lavori del ferro:
la vampa del fuoco gli strugge le carni,
e col calore del fornello deve lottare;
il rumore del martello gli assorda gli orecchi,
i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto,
è tutto preoccupato per finire il suo lavoro,
sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.
29Così il vasaio seduto al suo lavoro
gira con i piedi la ruota,
è sempre in ansia per il suo lavoro;
tutti i suoi gesti sono calcolati.
30Con il braccio imprime una forma all'argilla,
mentre con i piedi ne piega la resistenza;
è preoccupato per una verniciatura perfetta,
sta sveglio per pulire il fornello.
31Tutti costoro hanno fiducia nelle proprie mani;
ognuno è esperto nel proprio mestiere.
32Senza di loro sarebbe impossibile costruire una città;
gli uomini non potrebbero né abitarvi né circolare.
33Ma essi non sono ricercati nel consiglio del popolo,
nell'assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice,
non conoscono le disposizioni del giudizio.
34Non fanno brillare né l'istruzione né il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi;
ma sostengono le cose materiali,
e la loro preghiera riguarda i lavori del mestiere.
Salmi 105
1Alleluia.
Lodate il Signore e invocate il suo nome,
proclamate tra i popoli le sue opere.
2Cantate a lui canti di gioia,
meditate tutti i suoi prodigi.
3Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
4Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
5Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca:
6voi stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
7È lui il Signore, nostro Dio,
su tutta la terra i suoi giudizi.
8Ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni,
9l'alleanza stretta con Abramo
e il suo giuramento ad Isacco.
10La stabilì per Giacobbe come legge,
come alleanza eterna per Israele:
11"Ti darò il paese di Cànaan
come eredità a voi toccata in sorte".
12Quando erano in piccolo numero,
pochi e forestieri in quella terra,
13e passavano di paese in paese,
da un regno ad un altro popolo,
14non permise che alcuno li opprimesse
e castigò i re per causa loro:
15"Non toccate i miei consacrati,
non fate alcun male ai miei profeti".
16Chiamò la fame sopra quella terra
e distrusse ogni riserva di pane.
17Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo.
18Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
19finché si avverò la sua predizione
e la parola del Signore gli rese giustizia.
20Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
21lo pose signore della sua casa,
capo di tutti i suoi averi,
22per istruire i capi secondo il suo giudizio
e insegnare la saggezza agli anziani.
23E Israele venne in Egitto,
Giacobbe visse nel paese di Cam come straniero.
24Ma Dio rese assai fecondo il suo popolo,
lo rese più forte dei suoi nemici.
25Mutò il loro cuore
e odiarono il suo popolo,
contro i suoi servi agirono con inganno
26Mandò Mosè suo servo
e Aronne che si era scelto.
27Compì per mezzo loro i segni promessi
e nel paese di Cam i suoi prodigi.
28Mandò le tenebre e si fece buio,
ma resistettero alle sue parole.
29Cambiò le loro acque in sangue
e fece morire i pesci.
30Il loro paese brulicò di rane
fino alle stanze dei loro sovrani.
31Diede un ordine e le mosche vennero a sciami
e le zanzare in tutto il loro paese.
32Invece delle piogge mandò loro la grandine,
vampe di fuoco sul loro paese.
33Colpì le loro vigne e i loro fichi,
schiantò gli alberi della loro terra.
34Diede un ordine e vennero le locuste
e bruchi senza numero;
35divorarono tutta l'erba del paese
e distrussero il frutto del loro suolo.
36Colpì nel loro paese ogni primogenito,
tutte le primizie del loro vigore.
37Fece uscire il suo popolo con argento e oro,
fra le tribù non c'era alcun infermo.
38L'Egitto si rallegrò della loro partenza
perché su di essi era piombato il terrore.
39Distese una nube per proteggerli
e un fuoco per illuminarli di notte.
40Alla loro domanda fece scendere le quaglie
e li saziò con il pane del cielo.
41Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque,
scorrevano come fiumi nel deserto,
42perché ricordò la sua parola santa
data ad Abramo suo servo.
43Fece uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
44Diede loro le terre dei popoli,
ereditarono la fatica delle genti,
45perché custodissero i suoi decreti
e obbedissero alle sue leggi.
Alleluia.
Ezechiele 45
1"Quando voi spartirete a sorte la regione, in eredità, preleverete dal territorio, in offerta al Signore, una porzione sacra, lunga venticinquemila cubiti e larga ventimila: essa sarà santa per tutta la sua estensione.2Di essa sarà per il santuario un quadrato di cinquecento cubiti per cinquecento, con una zona libera all'intorno di cinquanta cubiti.3In quella superficie misurerai un tratto di venticinquemila cubiti di lunghezza per diecimila di larghezza, dove sarà il santuario, il Santo dei santi.4Esso sarà la parte sacra del paese, sarà per i sacerdoti ministri del santuario, che si avvicinano per servire il Signore: questo luogo servirà per le loro case e come luogo sacro per il santuario.5Uno spazio di venticinquemila cubiti di lunghezza per diecimila di larghezza sarà il possesso dei leviti che servono nel tempio, con città dove abitare.6Come possesso poi delle città assegnerete un tratto di cinquemila cubiti di larghezza per venticinquemila di lunghezza, parallelo alla parte assegnata al santuario: apparterrà a tutta la gente d'Israele.
7Al principe sarà assegnato un possesso di qua e di là della parte sacra e del territorio dalle città, al fianco della parte sacra e al fianco del territorio della città, a occidente fino all'estremità occidentale e a oriente sino al confine orientale, per una lunghezza uguale a ognuna delle parti, dal confine occidentale sino a quello orientale.8Questa sarà la sua terra, il suo possesso in Israele e così i miei prìncipi non opprimeranno il mio popolo, ma lasceranno la terra alla gente d'Israele, alle sue tribù".
9Dice il Signore Dio: "Basta, prìncipi d'Israele, basta con le violenze e le rapine! Agite secondo il diritto e la giustizia; eliminate le vostre estorsioni dal mio popolo. Parola del Signore Dio.10Abbiate bilance giuste, 'efa' giusta, 'bat' giusto.11L''efa' e il 'bat' saranno della medesima misura così che il 'bat' e l''efa' contengano un decimo del 'comer', la loro misura sarà in relazione al 'comer'.12Il siclo sarà di venti 'ghere': venti sicli, venticinque sicli e quindici sicli saranno la vostra mina.
13Questa sarà l'offerta che voi preleverete: un sesto di 'efa' per ogni 'comer' di frumento e un sesto di 'efa' per ogni 'comer' di orzo.14Norma per l'olio - che si misura con il 'bat' - è un decimo del 'bat' per ogni 'kor'. Dieci 'bat' corrispondono ad un 'comer', perché dieci 'bat' formano un 'comer'.15Dal gregge, una pecora ogni duecento, dai prati fertili d'Israele. Questa sarà data per le oblazioni, per gli olocausti, per i sacrifici di comunione, in espiazione per loro. Parola del Signore Dio.16Tutta la popolazione del paese sarà tenuta a questa offerta verso il principe d'Israele.17A carico del principe saranno gli olocausti, le oblazioni e le libazioni nelle solennità, nei noviluni e nei sabati, in tutte le feste della gente d'Israele. Egli provvederà per il sacrificio espiatorio, l'oblazione, l'olocausto e il sacrificio di comunione per l'espiazione della gente d'Israele".
18Dice il Signore Dio: "Il primo giorno del primo mese, prenderai un giovenco senza difetti e purificherai il santuario.19Il sacerdote prenderà il sangue della vittima per il peccato e lo metterà sugli stipiti del tempio e sui quattro angoli dello zoccolo dell'altare e sugli stipiti delle porte dell'atrio interno.20Lo stesso farà il sette del mese per chi abbia peccato per errore o per ignoranza: così purificherete il tempio.21Il quattordici del primo mese sarà per voi la pasqua, festa d'una settimana di giorni: mangeranno pane azzimo.22In quel giorno il principe offrirà, per sé e per tutto il popolo del paese, un giovenco per il peccato;23nei sette giorni della festa offrirà in olocausto al Signore sette giovenchi e sette montoni, senza difetti, in ognuno dei sette giorni, e un capro in sacrificio per il peccato, ogni giorno.24In oblazione offrirà un''efa' per giovenco e un''efa' per montone, con un 'hin' di olio per ogni 'efa'.
25Il quindici del settimo mese farà per la festa come in quei sette giorni, per i sacrifici espiatori, per gli olocausti, le oblazioni e l'olio".
Lettera di Giacomo 5
1E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano!2Le vostre ricchezze sono imputridite,3le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!4Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti.5Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage.6Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non può opporre resistenza.
7Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di primavera.8Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.9Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte.10Prendete, o fratelli, a modello di sopportazione e di pazienza i profeti che parlano nel nome del Signore.11Ecco, noi chiamiamo beati quelli che hanno sopportato con pazienza. Avete udito parlare della pazienza di Giobbe e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché 'il Signore è ricco di misericordia e di compassione'.
12Soprattutto, fratelli miei, non giurate, né per il cielo, né per la terra, né per qualsiasi altra cosa; ma il vostro "sì" sia sì, e il vostro "no" no, per non incorrere nella condanna.
13Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi.14Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore.15E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati.16Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza.17Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi.18Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto.19Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce,20costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.
Capitolo IX: Riferire tutto a Dio, ultimo fine
Leggilo nella Biblioteca1. O figlio, se veramente desideri farti santo, devo essere io il tuo supremo ed ultimo fine: un fine che renderà puri i tuoi affetti, troppo spesso piegati verso te stesso e verso le creature; ed è male giacché, quando in qualche cosa cerchi te stesso, immediatamente vieni meno ed inaridisci. Tutto devi dunque ricondurre, in primo luogo, a me; perché tutto da me proviene. Considera ogni cosa come emanata dal sommo bene, e perciò riferisci tutto a me, come alla sua origine. Acqua viva attingono a me, come a fonte viva, l'umile e il grande, il povero e il ricco. Colui che si mette al mio servizio, con spontaneità e libertà di spirito, riceverà grazia. Invece colui che cerca onore e gloria, non in me, ma altrove; colui che cerca diletto in ogni bene particolare non godrà di quella gioia vera e duratura che allarga il cuore. Anzi incontrerà molti ostacoli ed angustie.
2. Nulla di ciò che è buono devi ascrivere a te; nessuna capacità, devi attribuire ad un mortale. Riconosci, invece, che tutto è di Dio, senza del quale nulla ha l'uomo. Tutto è stato dato da me, tutto voglio riavere; e chiedo con forza che l'uomo me ne sia grato. E' questa la verità, che mette in fuga ogni inconsistente vanteria. Quando verranno la grazia celeste e il vero amore, allora scompariranno l'invidia e la grettezza del cuore; perché l'amore di Dio vince ogni cosa e irrobustisce le forze dell'anima. Se vuoi essere saggio, poni la tua gioia e la tua speranza soltanto in me. Infatti "nessuno è buono; buono è soltanto Iddio" (Lc 18,19). Sia egli lodato, al di sopra di ogni cosa; e sia in ogni cosa benedetto.
DISCORSO 242 NEI GIORNI DI PASQUA SULLA RISURREZIONE DEI CORPI, CONTRO I PAGANI
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella Biblioteca
La risurrezione è il più grande dei miracoli di Dio.
1. 1. In questi giorni santi dedicati a commemorare la resurrezione del Signore trattiamo - per quanto egli ce ne farà dono - della resurrezione della carne. Questa infatti è la nostra fede, questo il dono che ci è stato promesso tramite la carne del nostro Signore Gesù Cristo e del quale in Cristo stesso abbiamo l'archetipo. Egli infatti volle non solo predirci quel che ci prometteva per i tempi della fine ma volle anche farcelo vedere. E così lo videro coloro che in quel tempo erano con lui, ma, siccome erano sbigottiti credendo di vedere uno spirito, fu loro concesso di toccare la concretezza del suo corpo. Parlò non solo a voce, facendo ascoltare le sue parole, ma presentandosi visibilmente ai loro occhi; e, come se fosse stato poco mostrarsi e farsi vedere, ecco che si lascia anche afferrare e toccare. Diceva: Perché siete turbati e pensieri si levano nel vostro cuore? Erano infatti convinti di vedere uno spirito. Perché siete turbati - diceva - e pensieri si levano nel vostro cuore? Osservate le mie mani e i miei piedi; toccatemi e riconoscete che uno spirito non ha carne né ossa come vedete che io ho 1. Contro tale evidenza gli uomini discutono e discutono. Cos'altro, in realtà, potrebbero fare gli uomini assuefatti a gustare le cose umane se non discutere di Dio in contrasto con Dio? Lui infatti è Dio, loro uomini; ma Dio conosce i pensieri dell'uomo che son vani 2. Nell'uomo carnale ogni norma di intendere si riduce alla capacità di vedere. Ciò che vedono credono; ciò che non vedono non credono. Ma Dio, essendo appunto Dio, fa dei miracoli, oltrepassando il corso ordinario e, tra questi miracoli, è più grande il fatto che ogni giorno nascano tanti uomini che prima non c'erano, che non il fatto che risorgano alcuni che già erano esistiti. Eppure questi miracoli non sono presi in considerazione: a motivo della loro frequenza sono diventati insignificanti. Ma ecco che Cristo risorge: ogni questione è finita. Era corpo, era carne, fu sospeso ad una croce, spirò e fu deposto nel sepolcro. Ma lui, che viveva unito alla carne, mostrò questa carne viva. Perché stupirci? perché non credere? Era Dio colui che operò tale miracolo. Rifletti chi l'abbia compiuto e scaccia ogni dubbio.
Motivi per cui il Signore risorto prese cibo e conservò le cicatrici.
2. 2. Ma i profani insistono nel domandarci se la corruttibilità, che è propria del corpo e che essi avvertono esistere nella loro carne, seguiterà ad esserci dopo la resurrezione dei morti. Noi rispondiamo che non ci sarà più. Al che essi replicano: Se non ci sarà più la corruttibilità, che bisogno c'è di mangiare? Viceversa, se non ci sarà più bisogno di mangiare, per qual motivo il Signore risorto volle mangiare? Or ora infatti, mentre si leggeva il Vangelo, abbiamo udito che il Signore volle mostrarsi vivo ai suoi discepoli facendosi vedere e toccare. Ma sembrandogli poco tutto questo, per mostrare fino all'evidenza la realtà del suo corpo aggiunse: Avete fra mano qualcosa da mangiare? Ed essi offrirono una porzione di pesce arrostito e un favo di miele. Egli ne mangiò e porse loro gli avanzi 3. Ebbene, ecco l'obiezione che ci si muove: Se il corpo non risorge nel suo stato di corruttibilità, perché Cristo Signore si mise a mangiare? Avete letto che egli mangiò: ma avete forse anche letto che ebbe fame? Il mangiare fu un gesto dimostrativo del suo potere, non di un suo bisogno. Ma [dicono ancora], desiderando mangiare mostrò che ne aveva bisogno. Tutt'altro! se non avesse avuto ancora la facoltà di mangiare, sarebbe stato sminuito il suo potere. O che forse gli angeli che furono accolti ospitalmente dai nostri padri non mangiarono anch'essi 4? Eppure non erano certo esseri corruttibili!
2. 3. Obiettano ancora: E i difetti che erano stati nel corpo dell'uomo e con i quali l'uomo muore risorgeranno anch'essi? Rispondiamo: I difetti non risorgono. Ma ci si chiede: Perché allora il Signore risorse conservando le cicatrici delle sue ferite? Che risponderemo a questa difficoltà se non che il suo fu un gesto di potere, non di necessità? Fu lui che volle risorgere così e così mostrarsi a certuni che erano dubbiosi. La cicatrice rimasta sulla sua carne servi a guarire la ferita dell'incredulità.
La risurrezione dei bambini.
3. 4. Le loro obiezioni continuano. Ci chiedono: Coloro che muoiono bambini risorgeranno bambini? ovvero l'età di chi torna in vita sarà pienamente matura, anche se quando morirono era infantile? Veramente, riguardo a questo problema non troviamo nelle Scritture una soluzione definitiva. Ci è stato promesso che i corpi una volta risorti saranno incorruttibili e immortali. Ma quand'anche l'età che ci si ridona fosse tenera e la statura piccina, forse che per questo si potrebbe dire che ci viene restituita in condizione di miseria? E se saranno piccoli, forse che saranno obbligati a starsene a letto e impediti dal camminare? Tuttavia è più conforme alla fede e più probabile e più ragionevole dire che si risorgerà nella pienezza dell'età matura, e che con un dono venga aggiunto ai bambini quel che avrebbero conseguito vivendo più a lungo. Non crediamo infatti che, per quanto concerne i vecchi, essi risorgeranno curvi e respirando con difficoltà. Ma, alla fine delle fini, basta che escludi ogni corruttibilità; per il resto mettila come vuoi.
Nulla ripugna a che il nostro corpo salga in cielo.
3. 5. Dirai: Ma come potrà un corpo terreno avere la sua sede in cielo? I filosofi pagani, quei pensatori straordinari di cui vi ho riferito le opinioni o pazzesche o, quanto meno, di levatura umana, in quanto investigarono tali problemi non mossi dallo Spirito di Dio ma basandosi su congetture del sentire umano, sollevano a questo riguardo grandissime difficoltà. Trattano con acume le questioni inerenti alla consistenza dei pesi e alla disposizione degli elementi, e concludono - come del resto anche noi vediamo - che il mondo ha tale conformazione per la quale in basso c'è la terra, che starebbe come sul fondo; sopra la terra, secondo elemento, si posa l'acqua; al terzo posto viene l'aria, e quarto è l'etere che tutto copre 5. Riguardo a questo elemento posto più in alto, che essi chiamano etere, dicono che è un fuoco liquido e puro con cui sono formate le stelle. In esso non può esserci nulla di terreno poiché una cosa del genere sarebbe incompossibile con la disposizione dei pesi. Se osassimo dire ad essi che i nostri corpi vivranno nella nuova terra e non ascenderanno in cielo, parleremmo con presunzione e temerarietà, anzi tradiremmo la nostra fede. Dobbiamo infatti ritenere per fede che avremo dei corpi tali che ci consentano di essere dove vogliamo e quando lo vogliamo. Se al contrario, per dare una soluzione al problema della disposizione dei pesi, rispondessimo che noi vivremo sulla terra, rimarrebbe il problema del corpo stesso del Signore, che sappiamo essere asceso al cielo.
Cristo salì in cielo rivestito di corpo.
4. 6. Avete ascoltato or ora le parole del Vangelo che son risuonate ai vostri orecchi. Alzando le mani li benedisse, e accadde che, mentre li benediceva, si distaccò da loro e veniva portato in cielo 6. Chi veniva portato in cielo? Cristo Signore. Quale Cristo Signore? Il Signore Gesù. Perché infatti vuoi separare l'uomo da Dio e costituire in lui una duplice persona: una quella di Dio e un'altra quella dell'uomo? Ne otterresti che non c'è più una Trinità ma una quaternità. Come tu, uomo, sei anima e corpo, così Cristo Signore è Verbo, anima e corpo. Come Verbo non si allontanò mai dal Padre; venne fra noi ma non abbandonò il Padre; prese un corpo nel seno della Madre, ma continuò a reggere l'universo. Cosa dunque s'innalzò in cielo se non ciò che aveva preso dalla terra? S'innalzò quella carne, quel corpo parlando del quale diceva ai discepoli: Toccatemi e riflettete che lo spirito non ha né ossa né carne come invece vedete che io ho 7. Crediamo a questa verità, fratelli! E, se anche ci rimane difficile trovare la soluzione degli argomenti dei filosofi, riteniamo senza vacillare nella fede quanto è avvenuto nel Signore. Ciarlino pure i sapienti, noi conserviamo la fede.
La volontà di Dio non conosce ostacoli.
5. 7. Affermano: Un corpo terrestre non può trovarsi in cielo. Ma se Dio vuole così? Fa' a Dio le tue rimostranze e di': Dio non può. Ma non è forse vero che tu, pagano quanto e come ti pare, sei convinto dell'onnipotenza di Dio? Ieri leggemmo un brano di un libro di Platone nel quale il Dio non fatto stava parlando con gli dèi che egli aveva fatti. Diceva loro: Siccome avete avuto un'origine, non potete essere né immortali né incorruttibili; tuttavia non sarete dissolti né ci sarà destino mortale che vi annienti. Nulla infatti prevarrà sulla mia decisione, per la quale il legame che vi garantisce la perpetuità è più forte di tutti gli altri vincoli da cui siete astretti 8. Dio rapporta tutto alla sua volontà: egli può anche l'impossibile. Cos'altro infatti significa l'espressione: Voi non potete essere immortali ma io ho il potere di non farvi morire, se non: Io faccio anche ciò che sarebbe impossibile fare?
I corpi catalogati in base alla loro pesantezza.
6. 8. Voglio ora esaminare qualcosa anche a proposito della diversità dei pesi. Dimmi, ti prego: La terra è terra, l'acqua è acqua, l'aria è aria, l'etere - cioè il cielo - e quel famoso fuoco liquido è cielo. Questi quattro elementi, in un certo ordine di gradualità, costruirono e formarono l'universo, cioè l'universo fu formato da questi quattro elementi. Ricerca cosa si trovi negli strati più bassi e troverai che è la terra; sopra la terra c'è l'acqua; sopra l'acqua l'aria, sopra l'aria il cielo o etere. Che dire allora dei corpi liquidi che sfuggono al tatto e scorrono via; dico dei corpi che si possono tenere in mano: di chi fan parte? Bisogna assegnarli all'ambito della terra, o dell'acqua, o dell'aria, o dell'etere? Mi risponderai: Appartengono alla terra. Sarebbe quindi corpo terreno un pezzo di legno? Certo, è un corpo terreno: nasce dalla terra, è alimentato dalla terra, cresce sulla terra. È un corpo che si può tenere in mano, non sguscia via. Ripensa con me all'ordine dei pesi di cui sopra. La terra è in fondo. Seguita nell'ordine. Sopra la terra cosa c'è? L'acqua. Ma allora come fa quel legno a galleggiare sull'acqua? È un corpo terreno, e, se tieni presente quella successione dei pesi, dovrebbe andare sott'acqua, non galleggiare. Troviamo l'acqua fra la terra e il legno: al di sotto la terra, sopra l'acqua, e di nuovo, sopra l'acqua, la terra, se è vero che il legno è terra. Hai smarrito la successione dei pesi, tieni almeno salda la fede! Veramente corpi di terra si trovano sopra quell'elemento che nell'ordine è il secondo. Ciò quando pezzi di legno galleggiano e non vanno a fondo.
7. 9. Osserva un'altra cosa che ti lascerà ancor più sorpreso. I corpi più pesanti che conosci, corpi naturalmente terrestri, appena son posati sull'acqua subito colano a picco, finché non abbiano toccato le profondità più basse. Tali il ferro e il piombo. Cosa c'è infatti più pesante del piombo? Ecco però che un artigiano prende in mano un pezzo di piombo e ne fa un recipiente concavo: succede che il piombo galleggia sull'acqua. Pertanto non potrà Dio dare al mio corpo una qualità che un artigiano qualunque riesce a dare al piombo? Ancora: Qual è il posto che voi assegnate all'acqua? Ripensate alla disposizione degli elementi. Dovrete certo rispondere che l'acqua è situata sopra la terra. Ma com'è, allora, che i fiumi, prima di scorrere sulla terra, sono sospesi alle nubi?
Pesantezza dei corpi e loro velocità nel moto.
7. 10. Distogli da tali argomenti la tua riflessione e il tuo pensiero, e volgili a quel che sto per dirti, se lo potrò con l'aiuto del Signore. Cosa si muove più facilmente, cosa si sposta più velocemente: un corpo più pesante o uno più leggero? Chi non risponderebbe: Il corpo più leggero? E difatti i corpi più leggeri si muovono più facilmente e si spostano con maggiore velocità, mentre i corpi più pesanti si muovono più difficilmente e con maggiore lentezza. Hai evidentemente stabilito una norma, hai ben considerato la cosa e, tutto soppesato, hai potuto rispondere che i corpi più leggeri si muovono più facilmente e cambiano posizione più rapidamente che non i corpi più pesanti. È naturale, confermi. Allora rispondimi: Perché il ragno, tanto leggero, si muove con lentezza, mentre il cavallo, pesante, corre velocemente? Voglio parlarti degli uomini. La corporatura di un uomo più è grande più è pesante; mentre più è piccola, avendo meno pesantezza, più dovrà essere leggera. E le cose stanno davvero così, ma solo se a trasportarlo è un altro. Se viceversa è l'uomo stesso che deve trasportare il suo corpo, colui che è robusto corre, colui che è magro scheletrito ce la fa appena a muoversi. Metti sulla pesa un uomo magro e un altro corposo: il primo, consunto com'è, ti peserà sì e no qualche libbra; l'altro, col suo corpo che scoppia di salute, ha nel suo fisico una gran mole di carne. Provati a sollevare l'uno e l'altro: il robusto pesa di più, il macilento è più leggero. Ma non rapportiamoli a colui che deve trasportarli; lasciamoli piuttosto camminare. Lasciandoli a se stessi, facciamo muovere i loro corpi. Vedo il magro che a malapena riesce a muoversi; vedo il sano e robusto in grado di correre. Se di tali risultati è capace la salute, di che cosa non sarà capace l'immortalità?
Che significa corpo spirituale.
8. 11. Dio darà una meravigliosa facilità, una meravigliosa leggerezza. Non per nulla i corpi dei risorti son chiamati corpi spirituali. Non sono chiamati corpi spirituali nel senso che saranno spiriti e non più corpi. E potremmo qui pensare ai corpi che abbiamo adesso: li chiamiamo corpi animati, eppure non sono anime ma corpi. Orbene, come i corpi di adesso son chiamati corpi animati ma non sono anime, così anche i corpi risuscitati sono chiamati corpi spirituali; ma non sono spiriti, continuando ad essere corpi. E perché, o carissimi, un corpo è detto spirituale se non perché starà a disposizione dello spirito? Non ci sarà in te nulla che ti opponga resistenza, nulla che ti si ribelli. Non ci sarà più quello che faceva gemere l'Apostolo quando diceva: La carne ha brame contrarie a quelle dello spirito e lo spirito brame contrarie a quelle della carne 9. Non ci sarà quel Vedo nelle mie membra un'altra legge che si ribella alla legge della mia mente 10. Tutte queste guerre allora non ci saranno più: ci sarà la pace, la pace perfetta. Andrai dove vorrai, ma non ti allontanerai da Dio. Andrai dove vorrai, ma dovunque andrai avrai presente il tuo Dio. Di lui sarai beato, e sarai sempre con lui.
Crediamo fermamente alle promesse di Dio.
8. 12. Nessuno quindi ti inganni, nessuno discuta, nessuno vaneggi seguendo le proprie congetture. Ciò che Dio ha promesso avverrà. Riteniamolo con tutta certezza. Miei fratelli, quando Cristo si lasciava vedere e qualcuno lo prendeva per uno spirito, per convincere che egli era un corpo non solo si lasciava vedere con gli occhi ma anche toccare con le mani. Per mostrar loro la realtà del suo corpo e farceli credere si degnò - non perché ne avesse bisogno ma per mostrare la sua onnipotenza - di prendere cibo, e, siccome per la troppa gioia avevano della trepidazione, confermò il loro cuore con argomenti tratti dalle sacre Scritture. Disse loro: Queste sono le parole che vi dicevo quando ero ancora in mezzo a voi: È necessario che si adempia tutto quello che è scritto nella Legge di Mosè e nei Profeti e nei Salmi a mio riguardo. Allora - riferisce il brano del Vangelo letto or ora - aprì la mente alla comprensione delle Scritture. E disse loro: Così fu scritto e così doveva accadere che il Cristo patisse e risorgesse da morte il terzo giorno e che nel suo nome fossero predicati la penitenza e il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme 11. Le cose di allora noi non le abbiamo viste, ma vediamo queste seconde, le quali quand'erano semplici promesse, non erano visibili. Gli Apostoli vedevano Cristo presente ma non vedevano la Chiesa sparsa per tutto il mondo. Vedevano il Capo e credevano a ciò che riguarda il corpo. Noi abbiamo la nostra missione, abbiamo la grazia assegnataci e dispensataci: i tempi dell'unica fede sono stati disposti a nostro favore perché avessimo argomenti irrefragabili per credere. Loro vedevano il Capo e credevano nel corpo; noi vediamo il corpo e dobbiamo credere nel Capo.
1 - Cf. Lc 24, 36-39.
2 - Sal 93, 11.
3 - Cf. Lc 24, 41-43.
4 - Cf. Gn 18, 1-9; Tb 12, 19.
5 - Cf. PLATO, Tm. 52d-63e.
6 - Lc 24, 50-51.
7 - Lc 24, 39.
8 - PLATO, Tm. 41b (cf. CICERO, Tm. 11, 40). Cf. AUG. De Civ. Dei 13, 16 et 22, 26.
9 - Gal 5, 17.
10 - Rm 7, 23.
11 - Lc 24, 44-47.
Capitolo XII: Colui che si appresta a comunicarsi con Cristo vi si deve preparare con scrupolosa diligenza
Libro IV: Libro del sacramento del corpo di Cristo - Tommaso da Kempis
Leggilo nella BibliotecaVoce del Diletto
1. Io sono colui che ama la purezza; io sono colui che dona ogni santità. Io cerco un cuore puro: là è il luogo del mio so. Allestisci e "apparecchia per me un'ampia sala ove cenare (Mc 14,15; Lc 22,12), e farò la Pasqua presso di te con i miei discepoli". Se vuoi che venga a te e rimanga presso di te, espelli "il vecchio fermento" (1Cor 5,7) e purifica la dimora del tuo cuore. Caccia fuori tutto il mondo e tutto il disordine delle passioni; sta "come il passero solitario sul tetto" (Sal 101,8) e ripensa, con amarezza di cuore, ai tuoi peccati. Invero, colui che ama prepara al suo caro, da cui è amato, il luogo migliore e più bello: di qui si conosce l'amorosa disposizione di chi riceve il suo diletto. Sappi tuttavia che, per questa preparazione - anche se essa durasse un intero anno e tu non avessi altro in mente - non potresti mai fare abbastanza con le tue sole forze. E' soltanto per mia benevolenza e per mia grazia, che ti viene concesso di accostarti alla mensa: come se un poveretto fosse chiamato al banchetto di un ricco e non avesse altro modo per ripagare quel beneficio che farsi piccolo e rendere grazie. Fa' dunque tutto quello che sta in te; fallo con tutta attenzione, non per abitudine, non per costrizione. Il corpo del tuo Diletto Signore Dio, che si degna di venire a te, accoglilo con timore, con venerazione, con amore. Sono io ad averti chiamato; sono io ad aver comandato che così fosse fatto; sarò io a supplire a quel che ti manca. Vieni ed accoglimi. Se ti concedo la grazia della devozione, che tu ne sia grato al tuo Dio; te la concedo, non già per il fatto che tu ne sia degno, ma perché ho avuto misericordia di te. Se non hai questa devozione, e ti senti piuttosto arido, insisti nella preghiera, piangi e bussa, senza smettere finché non avrai meritato di ricevere almeno una briciola o una goccia della grazia di salvezza. Sei tu che hai bisogno di me, non io di te. Sono io che vengo a santificare te e a farti migliore, non sei tu che vieni a dare santità a me. Tu vieni per ricevere da me la santità, nell'unione con me; per ricevere nuova grazia, nel rinnovato, ardente desiderio di purificazione. "Non disprezzare questa grazia" (1Tm 4,14); prepara invece il tuo cuore con ogni cura e fa' entrare in te il tuo diletto.
2. Ancora, occorre, non solo che tu ti disponga a pietà, avanti la Comunione, ma anche che tu ti conservi in essa, con ogni cura, dopo aver ricevuto il Sacramento. La vigilanza di poi non deve essere inferiore alla devota preparazione di prima; ché tale attenta vigilanza è a sua volta la migliore preparazione per ottenere una grazia più grande. Taluno diventa assai mal disposto, proprio per essersi subito abbandonato a consolazioni esteriori. Guardati dal molto parlare; tieniti appartato, a godere del tuo Dio. E' lui che tu possiedi; neppure il mondo intero te lo potrà togliere. Io sono colui al quale devi darti interamente, così che tu non viva più in te, ma in me, fuori da ogni affanno.
13 novembre 1976 - STRADA SBARRATA
Mons. Ottavio Michelini
Fratello, dovrei chiarire parecchie idee sul modo di comunicare con noi. Non è così difficile come a te e ad altri può sembrare; tu vedi che è sufficiente un tuo desiderio e una semplice domanda e noi entriamo a comunicare con voi... piuttosto sono necessarie particolari ed essenziali condizioni interiori di fede, di umiltà, di fiducia e prima di ogni altra cosa di grazia.
E' ovvio che chi automaticamente col peccato si è estraniato dalla Comunione dei Santi non può comunicare con gli stessi. Fratello mio, da parte nostra, vedendo in voi le disposizioni necessarie, nessuna difficoltà sussiste.
Anch'io aspettavo, desideravo confermarti quanto ti è stato comunicato in merito ai prossimi avvenimenti di Natale e di Pasqua.
Convinciti fratello che è Lui, l'Amore, che ti guida e vedi con quanta delicatezza lo fa. Satana ti sta alle calcagna, Satana ti inculca paure, timori e diffidenze che sono in netto contrasto con la fede, con la fiducia, con l'abbandono che Lui vuole da te.
Lui ti ha scelto suo strumento; Satana fa di tutto perché tu sia uno strumento inutilizzabile. (p. 25)
L'asprezza della lotta è grande, ma la vittoria è sicura
Vedi fratello, Satana è il capo e il maestro di tutti i sabotatori; tu devi lottare ma non sfiduciarti; Tu hai Lui con te e con te siamo tutti noi. L'asprezza della lotta è grande; la posta è più grande ancora.
In un altro messaggio ti ho detto che io continuo a lottare dal momento della prima ribellione. Tu devi prepararti a giorni duri, a privazioni, a sacrifici; nello stesso tempo tu sai con certezza che Chi tutto può provvederà per tutti e per ognuno.
Fratello, niente diffidenze, niente timori e paure ingiustificate; sono queste cose come tanti bastoni posti tra le ruote per rallentare, frenare o impedire il piano di Dio.
Questo luogo sarà difeso e protetto, di nulla devi temere.
Fratello, sei stato scelto per una cosa tanto grande: portare sul tappeto della Chiesa il problema più importante, quello della Redenzione.
Avanti quindi in Lui, con Lui e per Lui; il cammino che devi percorrere è ancora lungo e disseminato da difficoltà, ma tutte saranno affrontate e tutte saranno superate.
S. Michele Arcangelo (p. 26)