Liturgia delle Ore - Letture
Mercoledi della 7° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Matteo 24
1Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio.2Gesù disse loro: "Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata".
3Sedutosi poi sul monte degli Ulivi, i suoi discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: "Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo".
4Gesù rispose: "Guardate che nessuno vi inganni;5molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno.6Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine.7Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi;8ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori.9Allora vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome.10Molti ne resteranno scandalizzati, ed essi si tradiranno e odieranno a vicenda.11Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti;12per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà.13Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato.14Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.
15Quando dunque vedrete 'l'abominio della desolazione', di cui parlò il profeta Daniele, stare 'nel luogo santo' - chi legge comprenda -,16allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti,17chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa,18e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello.19Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni.20Pregate perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato.
21Poiché vi sarà allora 'una tribolazione' grande, 'quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora', né mai più ci sarà.22E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati.23Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: È là, non ci credete.24Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti.25Ecco, io ve l'ho predetto.
26Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: È in casa, non ci credete.27Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo.28Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi.
29Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
'il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
gli astri cadranno' dal cielo
'e le potenze dei cieli' saranno sconvolte.
30Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e 'allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra', e vedranno 'il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo' con grande potenza e gloria.31Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli.
32Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina.33Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte.34In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada.35Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
36Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
37Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo.38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca,39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo.40Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato.41Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata.
42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.43Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.44Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.
45Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto?46Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così!47In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni.48Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire,49e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi,50arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa,51lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti.
Tobia 1
1Libro della storia di Tobi, figlio di Tòbiel, figlio di Anàniel, figlio di Àduel, figlio di Gàbael, della discendenza di Àsiel, della tribù di Nèftali.2Al tempo di Salmanàssar, re degli Assiri, egli fu condotto prigioniero da Tisbe, che sta a sud di Kades di Nèftali, nell'alta Galilea, sopra Casor, verso occidente, a nord di Sefet.
3Io, Tobi, passavo i giorni della mia vita seguendo le vie della verità e della giustizia. Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine.4Mi trovavo ancora al mio paese, la terra d'Israele, ed ero ancora giovane, quando la tribù del mio antenato Nèftali abbandonò la casa di Davide e si staccò da Gerusalemme, la sola città fra tutte le tribù d'Israele scelta per i sacrifici. In essa era stato edificato il tempio, dove abita Dio, ed era stato consacrato per tutte le generazioni future.5Tutti i miei fratelli e quelli della tribù del mio antenato Nèftali facevano sacrifici sui monti della Galilea al vitello che Geroboàmo re d'Israele aveva fabbricato in Dan.6Io ero il solo che spesso mi recavo a Gerusalemme nelle feste, per obbedienza ad una legge perenne prescritta a tutto Israele. Correvo a Gerusalemme con le primizie dei frutti e degli animali, con le decime del bestiame e con la prima lana che tosavo alle mie pecore.7Consegnavo tutto ai sacerdoti, figli di Aronne, per l'altare. Davo anche ai leviti che allora erano in funzione a Gerusalemme le decime del grano, del vino, dell'olio, delle melagrane, dei fichi e degli altri frutti. Per sei anni consecutivi convertivo in danaro la seconda decima e la spendevo ogni anno a Gerusalemme.8La terza decima poi era per gli orfani, le vedove e i forestieri che si trovavano con gli Israeliti. La portavo loro ogni tre anni e la si consumava insieme, come vuole la legge di Mosè e secondo le raccomandazioni di Debora moglie di Anàniel, la madre di nostro padre, poiché mio padre, morendo, mi aveva lasciato orfano.9Quando divenni adulto, sposai Anna, una donna della mia parentela, e da essa ebbi un figlio che chiamai Tobia.10Dopo la deportazione in Assiria, quando fui condotto prigioniero e arrivai a Ninive, tutti i miei fratelli e quelli della mia gente mangiavano i cibi dei pagani;11ma io mi guardai bene dal farlo.12Poiché restai fedele a Dio con tutto il cuore,13l'Altissimo mi fece trovare il favore di Salmanàssar, del quale presi a trattare gli affari.14Venni così nella Media, dove, finché egli visse, conclusi affari per conto suo. Fu allora che a Rage di Media, presso Gabael, un mio parente figlio di Gabri, depositai in sacchetti la somma di dieci talenti d'argento.15Quando Salmanàssar morì, gli successe il figlio Sennàcherib. Allora le strade della Media divennero impraticabili e non potei più tornarvi.16Al tempo di Salmanàssar facevo spesso l'elemosina a quelli della mia gente;17donavo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo.18Seppellii anche quelli che aveva uccisi Sennàcherib, quando tornò fuggendo dalla Giudea, al tempo del castigo mandato dal re del cielo sui bestemmiatori. Nella sua collera egli ne uccise molti; io sottraevo i loro corpi per la sepoltura e Sennàcherib invano li cercava.19Ma un cittadino di Ninive andò ad informare il re che io li seppellivo di nascosto. Quando seppi che il re conosceva il fatto e che mi si cercava per essere messo a morte, colto da paura, mi diedi alla fuga.20I miei beni furono confiscati e passarono tutti al tesoro del re. Mi restò solo la moglie Anna con il figlio Tobia.21Neanche quaranta giorni dopo, il re fu ucciso da due suoi figli, i quali poi fuggirono sui monti dell'Ararat. Gli successe allora il figlio Assarhaddon. Egli nominò Achikar, figlio di mio fratello Ànael, incaricato della contabilità del regno ed ebbe la direzione generale degli affari.22Allora Achikar prese a cuore la mia causa e potei così ritornare a Ninive. Al tempo di Sennàcherib re degli Assiri, Achikar era stato gran coppiere, ministro della giustizia, amministratore e sovrintendente della contabilità e Assarhaddon l'aveva mantenuto in carica. Egli era mio nipote e uno della mia parentela.
Salmi 10
1'Al maestro del coro. In sordina. Salmo. Di Davide.'
2Loderò il Signore con tutto il cuore
e annunzierò tutte le tue meraviglie.
3Gioisco in te ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.
4Mentre i miei nemici retrocedono,
davanti a te inciampano e periscono,
5perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa;
siedi in trono giudice giusto.
6Hai minacciato le nazioni, hai sterminato l'empio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
7Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico,
è scomparso il ricordo delle città che hai distrutte.
8Ma il Signore sta assiso in eterno;
erige per il giudizio il suo trono:
9giudicherà il mondo con giustizia,
con rettitudine deciderà le cause dei popoli.
10Il Signore sarà un riparo per l'oppresso,
in tempo di angoscia un rifugio sicuro.
11Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.
12Cantate inni al Signore, che abita in Sion,
narrate tra i popoli le sue opere.
13Vindice del sangue, egli ricorda,
non dimentica il grido degli afflitti.
14Abbi pietà di me, Signore,
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici,
tu che mi strappi dalle soglie della morte,
15perché possa annunziare le tue lodi,
esultare per la tua salvezza
alle porte della città di Sion.
16Sprofondano i popoli nella fossa che hanno scavata,
nella rete che hanno teso si impiglia il loro piede.
17Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia;
l'empio è caduto nella rete, opera delle sue mani.
18Tornino gli empi negli inferi,
tutti i popoli che dimenticano Dio.
19Perché il povero non sarà dimenticato,
la speranza degli afflitti non resterà delusa.
20Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo:
davanti a te siano giudicate le genti.
21Riempile di spavento, Signore,
sappiano le genti che sono mortali.
22Perché, Signore, stai lontano,
nel tempo dell'angoscia ti nascondi?
23Il misero soccombe all'orgoglio dell'empio
e cade nelle insidie tramate.
24L'empio si vanta delle sue brame,
l'avaro maledice, disprezza Dio.
25L'empio insolente disprezza il Signore:
"Dio non se ne cura: Dio non esiste";
questo è il suo pensiero.
26Le sue imprese riescono sempre.
Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi:
disprezza tutti i suoi avversari.
27Egli pensa: "Non sarò mai scosso,
vivrò sempre senza sventure".
28Di spergiuri, di frodi e d'inganni ha piena la bocca,
sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
29Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l'innocente.
30I suoi occhi spiano l'infelice,
sta in agguato nell'ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero,
ghermisce il misero attirandolo nella rete.
31Infierisce di colpo sull'oppresso,
cadono gl'infelici sotto la sua violenza.
32Egli pensa: "Dio dimentica,
nasconde il volto, non vede più nulla".
33Sorgi, Signore, alza la tua mano,
non dimenticare i miseri.
34Perché l'empio disprezza Dio
e pensa: "Non ne chiederà conto"?
35Eppure tu vedi l'affanno e il dolore,
tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell'orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell'empio e del malvagio;
36Punisci il suo peccato e più non lo trovi.
37Il Signore è re in eterno, per sempre:
dalla sua terra sono scomparse le genti.
38Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri,
rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio
39per far giustizia all'orfano e all'oppresso;
e non incuta più terrore l'uomo fatto di terra.
Salmi 140
1'Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.'
2Salvami, Signore, dal malvagio,
proteggimi dall'uomo violento,
3da quelli che tramano sventure nel cuore
e ogni giorno scatenano guerre.
4Aguzzano la lingua come serpenti;
veleno d'aspide è sotto le loro labbra.
5Proteggimi, Signore, dalle mani degli empi,
salvami dall'uomo violento:
essi tramano per farmi cadere.
6I superbi mi tendono lacci
e stendono funi come una rete,
pongono agguati sul mio cammino.
7Io dico al Signore: "Tu sei il mio Dio;
ascolta, Signore, la voce della mia preghiera".
8Signore, mio Dio, forza della mia salvezza,
proteggi il mio capo nel giorno della lotta.
9Signore, non soddisfare i desideri degli empi,
non favorire le loro trame.
10Alzano la testa quelli che mi circondano,
ma la malizia delle loro labbra li sommerge.
11Fa' piovere su di loro carboni ardenti,
gettali nel bàratro e più non si rialzino.
12Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina.
13So che il Signore difende la causa dei miseri,
il diritto dei poveri.
14Sì, i giusti loderanno il tuo nome,
i retti abiteranno alla tua presenza.
Ezechiele 17
1Mi fu rivolta ancora questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, proponi un enigma e racconta una parabola agli Israeliti.3Tu dirai: Dice il Signore Dio:
Un'aquila grande
dalle grandi ali
e dalle lunghe penne,
folta di piume
dal colore variopinto,
venne sul Libano
e portò via la cima del cedro;
4stroncò il ramo più alto
e lo portò in un paese di mercanti,
lo depose in una città di negozianti.
5Scelse un germoglio del paese
e lo depose in un campo da seme;
lungo il corso di grandi acque,
lo piantò come un salice,
6perché germogliasse
e diventasse una vite estesa,
poco elevata,
che verso l'aquila volgesse i rami
e le radici crescessero sotto di essa.
Divenne una vite,
che fece crescere i tralci
e distese i rami.
7Ma c'era un'altra aquila grande,
larga di ali,
folta di penne.
Ed ecco quella vite
rivolse verso di lei le radici
e tese verso di lei i suoi tralci,
perché la irrigasse
dall'aiuola dove era piantata.
8In un campo fertile,
lungo il corso di grandi acque,
essa era piantata,
per metter rami e dar frutto
e diventare una vite magnifica.
9Riferisci loro: Dice il Signore Dio:
Riuscirà a prosperare?
O non svellerà forse l'aquila le sue radici
e vendemmierà il suo frutto
e seccheranno tutti i tralci che ha messo?
Non ci vorrà un grande sforzo
o molta gente
per svellerla dalle radici.
10Ecco, essa è piantata:
riuscirà a prosperare?
O non seccherà del tutto
non appena l'avrà sfiorata il vento d'oriente?
Proprio nell'aiuola dove è germogliata, seccherà!".
11Mi fu rivolta ancora questa parola del Signore:12"Parla dunque a quella genìa di ribelli: Non sapete che cosa significa questo? Di' ancora: Ecco, il re di Babilonia è giunto a Gerusalemme, ha preso il re e i prìncipi e li ha trasportati con sé in Babilonia.13Si è scelto uno di stirpe reale e ha fatto un patto con lui, obbligandolo con giuramento. Ha deportato i potenti del paese,14perché il regno fosse debole e non potesse innalzarsi ed egli osservasse e mantenesse l'alleanza con lui.15Ma questi gli si è ribellato e ha mandato messaggeri in Egitto, perché gli fossero dati cavalli e molti soldati. Potrà prosperare, potrà scampare chi ha agito così? Chi ha infranto un patto potrà uscirne senza danno?16Per la mia vita, dice il Signore Dio, proprio nel paese del re che gli aveva dato il trono, di cui ha disprezzato il giuramento e infranto l'alleanza, presso di lui, morirà, in Babilonia.17Il faraone con le sue grandi forze e il suo ingente esercito non gli sarà di valido aiuto in guerra, quando si eleveranno terrapieni e si costruiranno baluardi per distruggere tante vite umane.18Ha disprezzato un giuramento, ha infranto un'alleanza: ecco, aveva dato la mano e poi ha agito in tal modo. Non potrà trovare scampo.
19Perciò così dice il Signore Dio: Com'è vero ch'io vivo, il mio giuramento che egli ha disprezzato, la mia alleanza che ha infranta li farò ricadere sopra il suo capo.20Stenderò su di lui la mia rete e rimarrà preso nel mio laccio. Lo porterò in Babilonia e là lo giudicherò per l'infedeltà commessa contro di me.21Tutti i migliori delle sue schiere cadranno di spada e i superstiti saranno dispersi a tutti i venti: così saprete che io, il Signore, ho parlato.
22Dice il Signore Dio:
Anch'io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami coglierò un ramoscello
e lo pianterò sopra un monte alto, massiccio;
23lo pianterò sul monte alto d'Israele.
Metterà rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all'ombra dei suoi rami riposerà.
24Sapranno tutti gli alberi della foresta
che io sono il Signore,
che umilio l'albero alto e innalzo l'albero basso;
faccio seccare l'albero verde e germogliare l'albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò".
Apocalisse 5
1E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.2Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: "Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?".3Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo.4Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo.5Uno dei vegliardi mi disse: "Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli".
6Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.7E l'Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono.8E quando l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi.9Cantavano un canto nuovo:
"Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione
10e li hai costituiti per il nostro Dio
un regno di sacerdoti
e regneranno sopra la terra".
11Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia12e dicevano a gran voce:
"L'Agnello che fu immolato
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione".
13Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano:
"A Colui che siede sul trono e all'Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli".
14E i quattro esseri viventi dicevano: "Amen". E i vegliardi si prostrarono in adorazione.
Capitolo V: La lettura dei libri di devozione
Leggilo nella BibliotecaNei libri di devozione si deve ricercare la verità, non la bellezza della forma. Essi vanno letti nello spirito con cui furono scritti; in essi va ricercata l'utilità spirituale, piuttosto che l'eleganza della parola. Perciò dobbiamo leggere anche opere semplici, ma devote, con lo stesso desiderio con cui leggiamo opere dotte e profonde. Non lasciarti colpire dal nome dello scrittore, di minore o maggiore risonanza; quel che ci deve indurre alla lettura deve essere il puro amore della verità. Non cercar di sapere chi ha detto una cosa, ma bada a ciò che è stato detto. Infatti gli uomini passano, "invece la verità del Signore resta per sempre" (Sal 116,2); e Dio ci parla in varie maniere, "senza tener conto delle persone" (1Pt 1,17). Spesso, quando leggiamo le Scritture, ci è di ostacolo la nostra smania di indagare, perché vogliamo approfondire e discutere là dove non ci sarebbe che da andare avanti in semplicità di spirito. Se vuoi trarre profitto, leggi con animo umile e semplice, con fede. E non aspirare mai alla fama di studioso. Ama interrogare e ascoltare in silenzio la parola dei santi. E non essere indifferente alle parole dei superiori: esse non vengono pronunciate senza ragione.
LETTERA 131: Agostino ringrazia Proba della preoccupazione mostrata per la sua salute esortandola a ringraziare Dio tanto delle gioie quanto delle molestie della vita, che ci elevano a Lui.
Lettere - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaScritta nel 412/413.
Agostino ringrazia Proba della preoccupazione mostrata per la sua salute esortandola a ringraziare Dio tanto delle gioie quanto delle molestie della vita, che ci elevano a Lui.
AGOSTINO A PROBA, INSIGNE SIGNORA, MERITAMENTE ILLUSTRE E FIGLIA ECCELLENTISSIMA, SALUTE NEL SIGNORE
1. E' proprio come tu dici, che l'anima racchiusa nel corpo corruttibile vi è tenuta stretta come in una morsa da una specie di contagio delle cose terrene e, oppressa per così dire da un tal peso, si piega (verso terra) in modo. da pensare e desiderare più facilmente le molteplici cose della terra anziché l'unica del cielo. La stessa cosa dice anche la Sacra Scrittura: Il corpo corruttibile è di peso all'anima e la dimora terrena deprime lo spirito occupato da molti pensieri 1. Ma fu proprio per questo che venne il nostro Salvatore il quale con la sua parola di salvezza raddrizzò quella donna curva da diciotto anni di cui parla il Vangelo 2, la quale era forse un simbolo della nostra condizione, affinché l'anima cristiana non senta dire inutilmente: In alto il cuore, né risponda invano: che essa lo tiene presso il Signore. Considerando ciò, fai bene a giudicare che le sventure di questo mondo sono tollerabili grazie alla speranza di quell'avvenire. Così, servendoci per così dire bene dei mali, questi si mutano in bene e, mentre non accrescono la nostra concupiscenza, esercitano la nostra pazienza. A proposito di ciò l'Apostolo disse: Sappiamo che per coloro che amano Dio egli coopera a far riuscire ogni cosa in bene 3. Tutte le cose egli dice: non solo dunque quelle che si desiderano perché gradevoli, ma anche quelle che si evitano perché moleste, allorché accettiamo le prime con l'intenzione di non lasciarci sedurre e sopportiamo le altre per non lasciarci abbattere e, secondo le prescrizioni divine, di ogni cosa rendiamo grazie 4 a Colui del quale diciamo: Benedirò il Signore in ogni tempo, la sua lode sarà sempre sulla mia bocca 5; e così pure: E' stato per me un bene che Tu mi hai umiliato, affinché io impari le tue prescrizioni 6. In realtà, se quaggiù ci arridesse sempre la sicurezza d'una vita prospera ma ingannevole, l'anima umana non bramerebbe quel porto della vera, non fallace sicurezza, mia egregia signora e figlia giustamente illustre ed eccellentissima. Restituendo dunque l'ossequio del saluto dovuto alla tua Eccellenza e ringraziandoti perché ti prendi piissima cura della nostra salute, imploro per te dal Signore il premio della vita futura e il conforto della presente, mentre mi raccomando all'affetto e alla preghiera di tutti voi, nelle cui anime abita Cristo in virtù della fede. (E d'altra mano): Iddio vero e verace consoli veramente il tuo cuore e protegga la tua salute, egregia signora meritamente illustre e mia eccellentissima figlia.
1 - Sap 9, 15.
2 - Lc 13, 11-13.
3 - Rm 8, 28.
4 - Cf. 1 Ts 5, 18.
5 - Sal 33, 2.
6 - Sal 118, 71.
Preghiere e conclusione
Il segreto di Maria - San Luigi Maria Grignion de Montfort
Leggilo nella BibliotecaPreghiera a Gesù
66) Mio amabile Gesù, permetti che mi rivolga a te per esprimerti la riconoscenza per la grazia che mi hai fatto di consacrarmi alla tua santa Madre con la devozione di santa schiavitù. Maria è divenuta così la mia avvocata al cospetto della tua maestà e mio universale supplemento nella mia grandissima miseria. Ahimè! Signore, sono così miserabile che senza questa buona Madre sarei sicuramente perduto. Sì, Maria mi è necessaria presso di te per ogni cosa: necessaria per placarti nella tua giusta collera, perché molto ti ho offeso ogni giorno; necessaria per trattenere gli eterni castighi della tua giustizia che merito; necessaria per guardarti, per parlarti, per pregarti, per avvicinarmi a te e per piacerti; necessaria per salvare la mia anima e quella degli altri; necessaria, in una parola, per fare sempre la tua santa volontà e per procurarti in tutto la maggior gloria.
Perché non posso far sapere all'universo intero la misericordia usata nei miei confronti? Tutti dovrebbero sapere che senza Maria io sarei già dannato. Perché non sono capace di ringraziarti degnamente di un così grande beneficio? Maria è in me, haec facta est mihi. Quale tesoro, quale conforto! E dopo questo dovrei non essere tutto suo? Quale ingratitudine sarebbe, mio caro Salvatore! Piuttosto che mi capiti una simile disgrazia, mandami la morte: preferisco morire che vivere senza essere tutto di Maria.
Già mille e mille volte l'ho presa per ogni mio bene con san Giovanni evangelista ai piedi della croce, e altrettante volte mi sono dato a lei. Se ancora, però, non l'ho fatto bene secondo i tuoi desideri, mio caro Gesù, lo faccio adesso come tu vuoi. E se vedi nella mia anima e nel mio corpo qualcosa che non appartiene a questa augusta regina, ti prego di strapparmela e di gettarla lontano da me, perché, non essendo di Maria, è indegna di te.
67) O Spirito Santo, concedimi tutte queste grazie, e pianta, irriga e coltiva nella mia anima l'amabile Maria, l'Albero della vera vita, affinché cresca, fiorisca e dia abbondanti frutti di vita. O Spirito Santo, donami una grande devozione e una grande inclinazione verso la tua divina Sposa, un grande appoggio sul suo seno materno e un ricorso continuo alla sua misericordia, affinché in lei tu abbia a formare in me Gesù Cristo al naturale, grande e potente, fino alla pienezza della sua età perfetta. Amen.
Preghiera a Maria dei suoi fedeli schiavi
68) Ave Maria, Figlia prediletta dell'eterno Padre! Ave Maria, Madre mirabile del Figlio! Ave Maria, Sposa fedelissima dello Spirito Santo! Ave Maria, mia cara madre, mia amabile signora e potente regina! Ave mia gioia, mia gloria, mio cuore e mia anima! Tu sei tutta mia per misericordia e io sono tutto tuo per giustizia. E non lo sono ancora abbastanza. Perciò, ancora una volta mi dono interamente a te in qualità di eterno schiavo, senza nulla riservare per me o per altri.
Se vedi in me qualcosa che non ti appartiene, ti supplico di prenderla subito e di farti padrona assoluta di quanto sono. Distruggi, sradica e fa' scomparire in me quanto dispiace a Dio, e pianta, sviluppa e metti in opera quanto piace a te.
La luce della tua fede dissipi le tenebre del mio spirito; la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; la tua sublime contemplazione arresti le distrazioni della mia fantasia vagabonda; la tua ininterrotta visione di Dio riempia la mia memoria con la sua presenza; l'incendio di carità del tuo cuore dilati e riscaldi la tiepidezza e la freddezza del mio; le tue virtù prendano il posto dei miei peccati; i tuoi meriti siano per me decoro e supplemento davanti a Dio. Infine, mia carissima e amatissima Madre, fa', se è possibile, che io non abbia altro spirito che il tuo per conoscere Gesù Cristo e i suoi divini voleri; non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; non abbia altro cuore che il tuo per amare Dio con amore puro e ardente come te.
69) Non ti chiedo visioni o rivelazioni, né gusti o delizie anche soltanto spirituali. Solamente a te spetta vedere con chiarezza senza tenebre; a te gustare con pienezza senza amarezze; a te trionfare gloriosamente in cielo alla destra di tuo Figlio senza umiliazioni; a te comandare totalmente agli angeli, agli uomini e ai demoni senza resistenze; infine, a te sola spetta disporre di tutti i beni di Dio, secondo la tua volontà, senza alcuna limitazione.
Ecco, divina Maria, l'ottima parte che il Signore ti ha dato e che non ti sarà mai tolta; e questo mi rende tanto felice! Quaggiù io non voglio per mia porzione se non quello che tu hai avuto, cioè: credere con fede pura senza nulla gustare o vedere; soffrire con gioia senza conforto di creature; morire continuamente a me stesso senza tregua e lavorare fortemente per te fino alla morte, come il più misero degli schiavi, senza alcun interesse. L'unica grazia che ti chiedo, per pura misericordia, è quella di poter dire, ogni giorno e momento della mia vita, tre volte Amen. Amen! a tutto quello che hai fatto sulla terra quando ci vivevi. Amen! a tutto quello che fai adesso in cielo. Amen! a tutto quello che fai nella mia anima, affinché ci sia soltanto tu a glorificare pienamente Gesù in me durante il tempo e l'eternità. Amen.
Conclusione
La cultura e la crescita dell'Albero della vita ovvero la maniera di far vivere e regnare Maria nelle nostre anime.
1) La Santa Schiavitù d'amore. L'Albero della vita.
70) Hai compreso, anima predestinata, per mezzo dello Spirito Santo quanto ti ho detto? Ringraziane Dio! È un segreto sconosciuto quasi a tutti. Se hai trovato il tesoro nascosto nel campo di Maria, la perla preziosa del Vangelo, devi vendere tutto per comprarla, devi fare il sacrificio di te stesso nelle mani di Maria e perderti felicemente in lei per trovarvi Dio solo.
Se lo Spirito Santo ha piantato nella tua anima il vero Albero della vita, cioè la devozione che ho spiegato, devi adoperare ogni cura per coltivarlo, perché doni frutto a suo tempo. Questa devozione è il granello di senapa di cui parla il Vangelo, che sembra il più piccolo di tutti i semi, e diventa molto grande e spinge il fusto così in alto che gli uccelli del cielo, cioè i predestinati, vi fanno il loro nido e vi riposano all'ombra nel calore del sole e vi si nascondono in sicurezza dalle bestie feroci.
2) La maniera di coltivarlo.
Ecco, anima predestinata, la maniera di coltivarlo:
71) 1) Quest'albero, piantato in un cuore molto fedele, vuole crescere all'aria aperta, senza alcun appoggio umano. Quest'albero, essendo divino, vuole essere sempre senza nessuna creatura che potrebbe impedirgli di elevarsi verso il suo principio, che è Dio. Perciò non bisogna appoggiarsi sulla propria abilità umana o sui propri talenti naturali, né sul credito e l'autorità degli uomini: bisogna ricorrere a Maria e appoggiarsi sul suo aiuto.
72) 2) L'anima dentro la quale l'albero è piantato, deve essere continuamente occupata a curarlo come un buon giardiniere. Perché quest'albero, essendo vivo e dovendo produrre un frutto di vita, vuole essere coltivato e cresciuto con una continua attenzione e contemplazione dell'anima. Un'anima perfetta vi pensa continuamente e ne fa la sua principale occupazione.
73) Bisogna strappare e tagliare i cardi e le spine che potrebbero soffocare l'albero con il tempo o impedirgli di portare frutto. Cioè bisogna essere fedeli a tagliare e troncare, con la mortificazione e la violenza a se stessi, tutti i piaceri inutili e le occupazioni vane con le creature. Bisogna crocifiggere la carne, conservare il silenzio e mortificare i sensi.
74) 3) Bisogna vegliare che i bruchi non gli rechino danno. I bruchi sono l'amore di sé e delle proprie comodità, che divorano le foglie verdi e le belle speranze dell'Albero di portar frutto. Perché l'amore di sé e l'amore di Maria non vanno assolutamente d'accordo.
75) 4) Bisogna non lasciargli avvicinare le bestie. Le bestie sono i peccati, che possono far morire l'Albero della vita con il loro solo contatto. Bisogna impedire perfino che lo sfiori il loro alito, cioè i peccati veniali, che sono sempre molto pericolosi se non ce ne curiamo.
76) 5) Bisogna innaffiare continuamente quest'albero divino con comunioni, messe e altre preghiere pubbliche e private; senza di ciò l'albero cesserebbe di portare frutto.
77) 6) Bisogna non darsi pena se viene investito o scosso dal vento, perché è necessario che il vento delle tentazioni soffi per farlo cadere, e la neve e il gelo lo circondino per perderlo. In altre parole, questa devozione alla Madonna sarà necessariamente attaccata e contraddetta; ma se si persevera nel coltivarla, non c'è niente da temere.
3) Il suo frutto duraturo: Gesù Cristo.
78) Anima predestinata, se coltivi così il tuo Albero della vita appena piantato dallo Spirito Santo nella tua anima, ti assicuro che in poco tempo crescerà così alto che gli uccelli del cielo vi dimoreranno, e diventerà così perfetto che darà il suo frutto di onore e di grazia a suo tempo, cioè l'amabile e adorabile Gesù, che è sempre stato e sempre sarà l'unico frutto di Maria.
Beata l'anima nella quale Maria, l'Albero della vita, è piantata. Più beata quella in cui è cresciuta e fiorita. Beatissima quella in cui porta il suo frutto. Ma la più beata di tutte è quella che gusta e conserva il suo frutto fino alla morte e nei secoli dei secoli. Amen.
La chiesa sofferente
Beata Anna Katharina Emmerick
Stanotte sono stata nel Purgatorio. Venni guidata in un abisso profondo. Vidi come grande spazio dove potevo scorgere commossa le Povere anime silenziose e tristi! Hanno impresso qualcosa nel volto come se portassero ancora gioia nel cuore al solo pensiero della misericordia di Dio. Io vidi su un trono maestoso la Madre di Dio così bella come non l’avevo mai vista prima di ora.
A questa comunicazione essa fece seguire la seguente calorosa raccomandazione: La prego vivamente di istruire la gente nel confessionale che deve pregare solertemente per le povere anime del Purgatorio poiché queste pregheranno certamente, per gratitudine, molto anche per noi. La preghiera per le povere anime è a Dio molto gradita perché le avvicina alla sua immagine».