Liturgia delle Ore - Letture
Lunedi della 7° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Luca 15
1Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.2I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro".3Allora egli disse loro questa parabola:
4"Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?5Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento,6va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.7Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
8O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova?9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.10Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte".
11Disse ancora: "Un uomo aveva due figli.12Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.13Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.14Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.15Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.17Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!18Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te;19non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.20Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.21Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.22Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.23Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze;26chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.27Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.28Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.29Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici.30Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.31Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo;32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".
Primo libro dei Maccabei 5
1I popoli vicini, quando sentirono che era stato ricostruito l'altare e rinnovato il santuario come prima, fremettero di rabbia2e decisero di eliminare quelli della stirpe di Giacobbe che si trovavano in mezzo a loro e cominciarono a uccidere e sopprimere gente in mezzo al popolo.3Allora Giuda mosse guerra ai figli di Esaù nell'Idumea e nella Acrabattene, perché assediavano Israele; inflisse loro un grave colpo e li umiliò e si impadronì delle loro spoglie.4Si ricordò poi della perfidia dei figli di Bean, che erano stati di laccio e inciampo per il popolo tendendo insidie nelle vie.5Pressati da lui si rinchiusero nelle torri ed egli si accampò contro di loro, li votò allo sterminio e diede fuoco alle torri di quella città con quanti vi stavano.6Poi passò contro gli Ammoniti e vi trovò un forte contingente e un popolo numeroso al comando di Timòteo.7Organizzò contro di loro molte azioni di guerra e furono sconfitti e annientati.8Conquistò anche Iazer e i suoi sobborghi e ritornò in Giudea.
9Si allearono allora i pagani di Gàlaad contro gli Israeliti che erano nel loro territorio per eliminarli, ma questi fuggirono a Dàtema, nella fortezza,10e scrissero questa lettera a Giuda e ai suoi fratelli: "Sono riuniti contro di noi i popoli vicini per eliminarci11e si preparano a venire a espugnare la fortezza ove siamo rifugiati; Timòteo è a capo del loro esercito.12Su, vieni a liberarci dalle mani di costoro, perché si è precipitata su di noi una moltitudine:13tutti i nostri fratelli che erano nel territorio di Tobia sono stati messi a morte, sono state condotte in schiavitù le loro mogli con i figli e gli averi e sono periti circa un migliaio di uomini".
14Stavano ancora leggendo la lettera ed ecco presentarsi altri messaggeri dalla Galilea con le vesti stracciate portando notizie simili.15Dicevano che si erano uniti contro di loro gli abitanti di Tolemàide, Tiro e Sidòne e tutta la parte pagana della Galilea per distruggerli.16Quando Giuda e il popolo ebbero udito queste cose, si raccolse una grande assemblea per decidere che cosa fare per i loro fratelli posti nella tribolazione e attaccati dai pagani.17Giuda disse a Simone suo fratello: "Scegliti degli uomini e corri a liberare i tuoi fratelli della Galilea; io e mio fratello Giònata andremo nella regione di Gàlaad".18Lasciò Giuseppe figlio di Zaccaria e Azaria capo del popolo, con il resto delle forze a presidiare la Giudea,19dando loro questa consegna: "Governate questo popolo, ma non attaccate battaglia contro i pagani fino al nostro ritorno".20Furono assegnati a Simone tremila uomini per la spedizione in Galilea, a Giuda ottomila uomini per la regione di Gàlaad.
21Simone si recò in Galilea e sferrò molti attacchi contro i pagani e questi rimasero sconfitti davanti a lui;22egli li inseguì fino alle porte di Tolemàide. Caddero dei pagani circa tremila uomini e Simone portò via le loro spoglie.23Prese poi gli Israeliti che erano in Galilea e in Arbatta con le donne e i figli e tutti i loro averi e li condusse in Giudea con grande gioia.24Da parte loro Giuda Maccabeo e il fratello Giònata passarono il Giordano e camminarono per tre giorni nel deserto.25S'imbatterono nei Nabatei, che vennero loro incontro pacificamente e narrarono tutte le vicende dei loro fratelli nella regione di Gàlaad,26e che molti di loro erano assediati in Bozra e Bozor, in Àlema, in Casfo, in Maked e Karn...in; e che tutte queste città erano fortificate e grandi.27Ve n'erano pure rinchiusi nelle altre città di Gàlaad e - dicevano - per il giorno dopo era stabilito di dar l'assalto alle fortezze, espugnarle e di eliminare tutti costoro in un sol giorno.28Allora Giuda con il suo esercito tornò indietro subito per la via del deserto verso Bozra; prese la città e passò ogni maschio a fil di spada, s'impadronì di tutte le loro spoglie e incendiò la città.29Nella notte partì di là e marciarono fino alla fortezza.30Verso il mattino alzarono gli occhi ed ecco gran folla che non si poteva contare issava scale e macchine per espugnare la fortezza e già attaccava gli assediati.31Giuda, vedendo che la battaglia era già incominciata e che le grida della città arrivavano al cielo per il suono delle trombe e le urla altissime,32disse ai suoi soldati: "Combattete oggi per i vostri fratelli".33Irruppero in tre schiere alle loro spalle, diedero fiato alle trombe e innalzarono grida e invocazioni.34Nell'esercito di Timòteo si sparse la notizia che c'era il Maccabeo e fuggirono davanti a lui; egli inflisse loro una grave sconfitta e ne rimasero uccisi in quel giorno circa ottomila.35Poi piegò su Alim, l'assalì e la prese; ne uccise tutti i maschi, la saccheggiò e le appiccò il fuoco.36Tolse il campo di là e conquistò Casfo, Maked e Bozor e le altre città di Gàlaad.37Dopo questi fatti Timòteo raccolse un altro esercito e si accampò di fronte a Rafon al di là del torrente.38Giuda mandò a esplorare il campo e gli riferirono: "Sono radunati con lui tutti gli stranieri che ci circondano: sono un esercito imponente.39Anche gli Arabi sono assoldati come suoi ausiliari; sono accampati al di là del torrente e sono pronti a venire a battaglia con te". Giuda andò incontro a loro.40Timòteo disse ai comandanti del suo esercito, mentre Giuda e il suo esercito si avvicinavano al torrente: "Se passerà per primo contro di noi, non potremo resistergli, perché sarà molto potente contro di noi.41Se invece si mostrerà titubante e porrà il campo al di là del fiume, andremo noi contro di lui e avremo la meglio".42Quando Giuda si avvicinò al corso d'acqua, dispose gli scribi del popolo lungo il torrente con questi ordini: "Non permettete che alcuno si fermi, ma vengano tutti a combattere".43Passò per primo contro i nemici e tutto il popolo dietro di lui. I pagani furono travolti davanti a lui, gettarono le armi e fuggirono nel tempio di Karnàin.44Conquistarono la città e appiccarono il fuoco al tempio con quanti c'erano dentro. Così Karnàin fu vinta e non poté resistere oltre di fronte a Giuda.45Giuda radunò tutti gli Israeliti che erano nella regione di Gàlaad dal più piccolo al più grande con le donne e i figli e gli averi, carovana sterminata, per andare nella Giudea.46Arrivarono a Efron, città posta sul percorso, grande e particolarmente forte, che non era possibile evitare da nessuna parte e bisognava passarvi in mezzo.47Gli abitanti della città avevano chiuso loro il passaggio barricando le porte con pietre.48Giuda mandò a far loro proposte pacifiche dicendo: "Attraverseremo il tuo paese solo per tornare al nostro, nessuno vi farà alcun male, solo passeremo a piedi". Ma non vollero aprirgli.49Giuda fece annunciare a tutta la truppa che ciascuno si accampasse dov'era.50I militari si fermarono e diedero l'assalto alla città tutto quel giorno e tutta la notte e la città dovette arrendersi.51Giuda passò tutti i maschi a fil di spada, la distrusse totalmente, ne prese le spoglie e attraversò la città sopra i cadaveri.52Poi attraversò il Giordano verso la grande pianura di fronte a Beisan.53Giuda sollecitava quelli che rimanevano indietro e confortava il popolo durante tutto il viaggio, finché giunsero nella Giudea.54Salirono il monte Sion in letizia e gioia e offrirono olocausti, perché senza aver perduto neppure uno di loro erano tornati felicemente.
55Nel tempo in cui Giuda e Giònata erano rimasti in Gàlaad e Simone loro fratello in Galilea di fronte a Tolemàide,56Giuseppe figlio di Zaccaria e Azaria, comandanti dell'esercito, vennero a sapere delle imprese gloriose e delle battaglie che avevano compiute57e dissero: "Facciamoci onore anche noi e usciamo a combattere contro i pagani che ci circondano".58Diedero ordine ai soldati che erano con loro e si diressero a Iamnia.59Ma Gorgia uscì dalla città con i suoi uomini incontro a loro per attaccarli.60Giuseppe e Azaria furono vinti e inseguiti fin nel territorio della Giudea e in quel giorno caddero circa duemila uomini del popolo di Israele.61Toccò questa grave sconfitta al popolo, perché non avevano ascoltato Giuda e i suoi fratelli, pensando di compiere gesta eroiche:62ma essi non erano della stirpe di quei valorosi, per le cui mani era stata compiuta la salvezza in Israele.
63Il prode Giuda e i suoi fratelli crebbero in grande fama presso tutto Israele e presso tutti i popoli ai quali giungeva notizia del loro nome;64si adunavano attorno a loro acclamandoli.
65Giuda con i suoi fratelli uscì ancora per combattere contro i figli di Esaù nella regione meridionale e colpì Ebron e le sue dipendenze, distrusse le sue fortezze e diede fuoco tutt'intorno alle sue torri.66Poi levò il campo per andare nel paese dei Filistei e attraversò Maresa.67In quel giorno caddero in battaglia sacerdoti, i quali, smaniosi di eroismi, erano usciti a combattere inconsideratamente.68Giuda piegò su Asdod, terra dei Filistei: distrusse i loro altari, bruciò le statue dei loro dèi, mise a sacco la loro città e fece ritorno in Giudea.
Sapienza 19
1Sugli empi si riversò sino alla fine
uno sdegno implacabile,
perché Dio prevedeva anche il loro futuro,
2che cioè, dopo aver loro permesso di andarsene
e averli fatti in fretta partire,
cambiato proposito, li avrebbero inseguiti.
3Mentre infatti erano ancora occupati nei lutti
e piangevano sulle tombe dei morti,
presero un'altra decisione insensata,
e inseguirono come fuggitivi
coloro che già avevan pregato di partire.
4Li spingeva a questo punto estremo un meritato destino,
che li gettò nell'oblio delle cose avvenute,
perché colmassero la punizione,
che ancora mancava ai loro tormenti,
5e mentre il tuo popolo intraprendeva un viaggio straordinario,
essi incorressero in una morte singolare.
6Tutta la creazione assumeva da capo,
nel suo genere, nuova forma,
obbedendo ai tuoi comandi,
perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi.
7Si vide la nube coprire d'ombra l'accampamento,
terra asciutta apparire dove prima c'era acqua,
una strada libera aprirsi nel Mar Rosso
e una verdeggiante pianura in luogo dei flutti violenti;
8per essa passò tutto il tuo popolo,
i protetti della tua mano,
spettatori di prodigi stupendi.
9Come cavalli alla pastura,
come agnelli esultanti,
cantavano inni a te, Signore, che li avevi liberati.
10Ricordavano ancora i fatti del loro esilio,
come la terra, invece di bestiame, produsse zanzare,
come il fiume, invece di pesci, riversò una massa di rane.
11Più tardi videro anche una nuova produzione di uccelli,
quando, spinti dall'appetito, chiesero cibi delicati;
12poiché, per appagarli, salirono dal mare le quaglie.
13Sui peccatori invece caddero i castighi
non senza segni premonitori di fulmini fragorosi;
essi soffrirono giustamente per la loro malvagità,
avendo nutrito un odio tanto profondo verso lo straniero.
14Altri non accolsero ospiti sconosciuti;
ma costoro ridussero schiavi ospiti benemeriti.
15Non solo: ci sarà per i primi un giudizio,
perché accolsero ostilmente dei forestieri;
16ma quelli, dopo averli festosamente accolti,
poi, quando già partecipavano ai loro diritti
li oppressero con lavori durissimi.
17Furono perciò colpiti da cecità,
come lo furono i primi alla porta del giusto,
quando avvolti fra tenebre fitte
ognuno cercava l'ingresso della propria porta.
18Difatti gli elementi scambiavano ordine fra loro,
come le note di un'arpa variano la specie del ritmo,
pur conservando sempre lo stesso tono.
E proprio questo si può dedurre
dalla attenta considerazione degli avvenimenti:
19animali terrestri divennero acquatici,
quelli che nuotavano passarono sulla terra.
20Il fuoco rafforzò nell'acqua la sua potenza
e l'acqua dimenticò la sua proprietà naturale di spegnere.
21Le fiamme non consumavano le carni
di animali gracili, che vi camminavano dentro,
né scioglievano quella specie di cibo celeste,
simile alla brina e così facile a fondersi.
22In tutti i modi, o Signore, hai magnificato
e reso glorioso il tuo popolo
e non l'hai trascurato
assistendolo in ogni tempo e in ogni luogo.
Salmi 78
1'Maskil. Di Asaf.'
Popolo mio, porgi l'orecchio al mio insegnamento,
ascolta le parole della mia bocca.
2Aprirò la mia bocca in parabole,
rievocherò gli arcani dei tempi antichi.
3Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato,
4non lo terremo nascosto ai loro figli;
diremo alla generazione futura
le lodi del Signore, la sua potenza
e le meraviglie che egli ha compiuto.
5Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe,
ha posto una legge in Israele:
ha comandato ai nostri padri
di farle conoscere ai loro figli,
6perché le sappia la generazione futura,
i figli che nasceranno.
Anch'essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli
7perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma osservino i suoi comandi.
8Non siano come i loro padri,
generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante
e dallo spirito infedele a Dio.
9I figli di Èfraim, valenti tiratori d'arco,
voltarono le spalle nel giorno della lotta.
10Non osservarono l'alleanza di Dio,
rifiutando di seguire la sua legge.
11Dimenticarono le sue opere,
le meraviglie che aveva loro mostrato.
12Aveva fatto prodigi davanti ai loro padri,
nel paese d'Egitto, nei campi di Tanis.
13Divise il mare e li fece passare
e fermò le acque come un argine.
14Li guidò con una nube di giorno
e tutta la notte con un bagliore di fuoco.
15Spaccò le rocce nel deserto
e diede loro da bere come dal grande abisso.
16Fece sgorgare ruscelli dalla rupe
e scorrere l'acqua a torrenti.
17Eppure continuarono a peccare contro di lui,
a ribellarsi all'Altissimo nel deserto.
18Nel loro cuore tentarono Dio,
chiedendo cibo per le loro brame;
19mormorarono contro Dio
dicendo: "Potrà forse Dio
preparare una mensa nel deserto?".
20Ecco, egli percosse la rupe e ne scaturì acqua,
e strariparono torrenti.
"Potrà forse dare anche pane
o preparare carne al suo popolo?".
21All'udirli il Signore ne fu adirato;
un fuoco divampò contro Giacobbe
e l'ira esplose contro Israele,
22perché non ebbero fede in Dio
né speranza nella sua salvezza.
23Comandò alle nubi dall'alto
e aprì le porte del cielo;
24fece piovere su di essi la manna per cibo
e diede loro pane del cielo:
25l'uomo mangiò il pane degli angeli,
diede loro cibo in abbondanza.
26Scatenò nel cielo il vento d'oriente,
fece spirare l'australe con potenza;
27su di essi fece piovere la carne come polvere
e gli uccelli come sabbia del mare;
28caddero in mezzo ai loro accampamenti,
tutto intorno alle loro tende.
29Mangiarono e furono ben sazi,
li soddisfece nel loro desiderio.
30La loro avidità non era ancora saziata,
avevano ancora il cibo in bocca,
31quando l'ira di Dio si alzò contro di essi,
facendo strage dei più vigorosi
e abbattendo i migliori d'Israele.
32Con tutto questo continuarono a peccare
e non credettero ai suoi prodigi.
33Allora dissipò come un soffio i loro giorni
e i loro anni con strage repentina.
34Quando li faceva perire, lo cercavano,
ritornavano e ancora si volgevano a Dio;
35ricordavano che Dio è loro rupe,
e Dio, l'Altissimo, il loro salvatore;
36lo lusingavano con la bocca
e gli mentivano con la lingua;
37il loro cuore non era sincero con lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.
38Ed egli, pietoso, perdonava la colpa,
li perdonava invece di distruggerli.
Molte volte placò la sua ira
e trattenne il suo furore,
39ricordando che essi sono carne,
un soffio che va e non ritorna.
40Quante volte si ribellarono a lui nel deserto,
lo contristarono in quelle solitudini!
41Sempre di nuovo tentavano Dio,
esasperavano il Santo di Israele.
42Non si ricordavano più della sua mano,
del giorno che li aveva liberati dall'oppressore,
43quando operò in Egitto i suoi prodigi,
i suoi portenti nei campi di Tanis.
44Egli mutò in sangue i loro fiumi
e i loro ruscelli, perché non bevessero.
45Mandò tafàni a divorarli
e rane a molestarli.
46Diede ai bruchi il loro raccolto,
alle locuste la loro fatica.
47Distrusse con la grandine le loro vigne,
i loro sicomori con la brina.
48Consegnò alla grandine il loro bestiame,
ai fulmini i loro greggi.
49Scatenò contro di essi la sua ira ardente,
la collera, lo sdegno, la tribolazione,
e inviò messaggeri di sventure.
50Diede sfogo alla sua ira:
non li risparmiò dalla morte
e diede in preda alla peste la loro vita.
51Colpì ogni primogenito in Egitto,
nelle tende di Cam la primizia del loro vigore.
52Fece partire come gregge il suo popolo
e li guidò come branchi nel deserto.
53Li condusse sicuri e senza paura
e i loro nemici li sommerse il mare.
54Li fece salire al suo luogo santo,
al monte conquistato dalla sua destra.
55Scacciò davanti a loro i popoli
e sulla loro eredità gettò la sorte,
facendo dimorare nelle loro tende le tribù di Israele.
56Ma ancora lo tentarono,
si ribellarono a Dio, l'Altissimo,
non obbedirono ai suoi comandi.
57Sviati, lo tradirono come i loro padri,
fallirono come un arco allentato.
58Lo provocarono con le loro alture
e con i loro idoli lo resero geloso.
59Dio, all'udire, ne fu irritato
e respinse duramente Israele.
60Abbandonò la dimora di Silo,
la tenda che abitava tra gli uomini.
61Consegnò in schiavitù la sua forza,
la sua gloria in potere del nemico.
62Diede il suo popolo in preda alla spada
e contro la sua eredità si accese d'ira.
63Il fuoco divorò il fiore dei suoi giovani,
le sue vergini non ebbero canti nuziali.
64I suoi sacerdoti caddero di spada
e le loro vedove non fecero lamento.
65Ma poi il Signore si destò come da un sonno,
come un prode assopito dal vino.
66Colpì alle spalle i suoi nemici,
inflisse loro una vergogna eterna.
67Ripudiò le tende di Giuseppe,
non scelse la tribù di Èfraim;
68ma elesse la tribù di Giuda,
il monte Sion che egli ama.
69Costruì il suo tempio alto come il cielo
e come la terra stabile per sempre.
70Egli scelse Davide suo servo
e lo trasse dagli ovili delle pecore.
71Lo chiamò dal seguito delle pecore madri
per pascere Giacobbe suo popolo,
la sua eredità Israele.
72Fu per loro pastore dal cuore integro
e li guidò con mano sapiente.
Michea 6
1Ascoltate dunque ciò che dice il Signore:
"Su, fa' lite con i monti
e i colli ascoltino la tua voce!
2Ascoltate, o monti, il processo del Signore
e porgete l'orecchio, o perenni fondamenta della terra,
perché il Signore è in lite con il suo popolo,
intenta causa con Israele.
3Popolo mio, che cosa ti ho fatto?
In che cosa ti ho stancato? Rispondimi.
4Forse perché ti ho fatto uscire dall'Egitto,
ti ho ridi schiavitù
e ho mandato davanti a te
Mosè, Aronne e Maria?
5Popolo mio, ricorda le trame
di Balàk re di Moab,
e quello che gli rispose
Bàlaam, figlio di Beor.
Ricordati di quello che è avvenuto
da Sittìm a Gàlgala,
per riconoscere
i benefici del Signore".
6Con che cosa mi presenterò al Signore,
mi prostrerò al Dio altissimo?
Mi presenterò a lui con olocausti,con vitelli di un anno?
7Gradirà il Signore
le migliaia di montoni
e torrenti di olio a miriadi?
Gli offrirò forse il mio primogenito
per la mia colpa,
il frutto delle mie viscere
per il mio peccato?
8Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono
e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia,
amare la pietà,
camminare umilmente con il tuo Dio.
9La voce del Signore grida alla città!
Ascoltate tribù
e convenuti della città:
10Ci sono ancora nella casa dell'empio
i tesori ingiustamente acquistati
e le misure scarse, detestabili?
11Potrò io giustificare
le false bilance
e il sacchetto di pesi falsi?
12I ricchi della città sono pieni di violenza
e i suoi abitanti dicono menzogna.
13Anch'io ho cominciato a colpirti,
a devastarti per i tuoi peccati.
14Mangerai, ma non ti sazierai,
e la tua fame rimarrà in te;
metterai da parte, ma nulla salverai
e se qualcuno salverai io lo consegnerò alla spada.
15Seminerai, ma non mieterai,
frangerai le olive, ma non ti ungerai d'olio;
produrrai mosto, ma non berrai il vino.
16Tu osservi gli statuti di Omri
e tutte le pratiche della casa di Acab,
e segui i loro propositi,
perciò io farò di te una desolazione,
i tuoi abitanti oggetto di scherno
e subirai l'obbrobrio dei popoli.
Lettera ai Romani 13
1Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio.2Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna.3I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità? Fa' il bene e ne avrai lode,4poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male.5Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza.6Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di Dio.7Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto, il rispetto.
8Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge.9Infatti il precetto: 'Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare' e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: 'Amerai il prossimo tuo come te stesso'.10L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore.
11Questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti.12La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.13Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie.14Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri.
Capitolo XIX: La capacità di sopportare le offese e la vera provata pazienza
Leggilo nella Biblioteca1. Che è quello che vai dicendo, o figlio? Cessa il tuo lamento, tenendo presenti le sofferenze mie e quelle degli altri santi. "Non hai resistito ancora fino al sangue" (Eb 12,4). Ciò che tu soffri è poca cosa, se ti metti a confronto con coloro che patirono tanto gravemente: così fortemente tentati, così pesantemente tribolati, provati in vari modi e messi a dura prova. Occorre dunque che tu rammenti le sofferenze più gravi degli altri, per imparare a sopportare le tue, piccole. Che se piccole non ti sembrano, vedi se anche questo non dipenda dalla tua incapacità di sopportazione. Comunque, siano piccoli o grandi questi mali, fa' in modo di sopportare tutto pazientemente. Il tuo agire sarà tanto più saggio, e tanto più grande sarà il tuo merito, quanto meglio ti sarai disposto al patire; anzi lo troverai anche più lieve, se, intimamente e praticamente, sarai pronto e sollecito. E non dire: questo non lo posso sopportare; non devo tollerare cose simili da una tale persona, che mi fa del male assai, e mi rimprovera cose che non avevo neppure pensato; da un altro, non da lui, le tollererei di buon grado, e riterrei giusto doverle sopportare. E' una stoltezza un simile ragionamento. Esso non tiene conto della virtù della pazienza, né di colui a cui spetta di premiarla; ma tiene conto piuttosto delle persone e delle offese ricevute. Vero paziente non è colui che vuole sopportare soltanto quel che gli sarà sembrato giusto, e da chi gli sarà piaciuto. Vero paziente, invece, è colui che non guarda da quale persona egli venga messo alla prova: se dal superiore, oppure da un suo pari, o da un inferiore; se da un uomo buono o santo, oppure da un malvagio, o da persona che non merita nulla. Vero paziente è colui che indifferentemente - da qualunque persona, e per quante volte, gli venga qualche contrarietà - tutto accetta con animo grato dalla mano di Dio; anzi lo ritiene un vantaggio grande, poiché non c'è cosa, per quanto piccola, purché sopportata per amore di Dio, che passi senza ricompensa, presso Dio.
2. Sii dunque preparato al combattimento, se vuoi ottenere vittoria. Senza lotta non puoi giungere ad essere premiato per la tua sofferenza. Se rifiuti la sofferenza, rifiuti anche il premio; se invece desideri essere premiato, devi combattere da vero uomo e saper sopportare con pazienza. Come al riposo non si giunge se non dopo aver faticato, così alla vittoria non si giunge se non dopo aver combattuto. Oh, Signore, che mi diventi possibile, per tua grazia, quello che mi sembra impossibile per la mia natura: tu sai che ben scarsa è la mia capacità di soffrire, e che al sorgere di una, sia pur piccola, difficoltà, mi trovo d'un colpo atterrato. Che mi diventi cara e desiderabile, in tuo nome, qualsiasi prova e qualsiasi tribolazione: soffrire ed essere tribolato per amor tuo, ecco ciò che è grandemente salutare all'anima mia.
DISCORSO 375/A INIZIO DI UN ALTRO DISCORSO SUI SACRAMENTI TENUTO NEL MEDESIMO GIORNO.
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaUmiltà e forza di Cristo.
1. Così come la Verità ha parlato per mezzo degli Apostoli e la loro parola si è diffusa in tutta la terra fino ai confini del mondo 1 Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato 2. Di lui aveva predetto il profeta: Fu come una pecora che viene condotta al macello; non aprì la sua bocca come agnello muto di fronte ai suoi tosatori 3. Chi è costui? E` certamente quello di cui dice poco oltre: Nell'umiltà fu fatto il giudizio su di lui. Chi narrerà la sua generazione? 4 Vedo un esempio di tanta umiltà in un re di tanto potere. Infatti quell' " agnello " che resta muto di fronte ai suoi tosatori è anche " il leone della tribù di Giuda ". Chi è questo agnello e leone? Come agnello sopportò la morte, come leone la vinse. Chi è questo agnello e leone? Mite e forte, amabile e terribile, innocente e potente, muto quando è giudicato, fremente quando giudicherà. Chi è questo agnello e leone? Nella passione agnello, nella risurrezione leone. O meglio anche nella passione agnello e leone, e anche nella risurrezione agnello e leone. Vediamolo come agnello nella passione. E` stato detto or ora: Non aprì la sua bocca come agnello muto di fronte ai suoi tosatori. Ma vediamolo anche leone. Giacobbe dice: Sei salito, hai dormito accovacciato come un leone 5. Vediamo ora l'agnello nella risurrezione. L'Apocalisse dice, parlando della gloria eterna dei vergini: Seguono l'agnello dovunque va 6. E vediamo il leone nella risurrezione. La stessa Apocalisse che ho citato prima dice: Ha vinto il leone della tribù di Giuda... nell'aprire il libro 7. Perché agnello nella passione? Perché accettò la morte senza avversarla. Perché leone nella passione? Perché, ucciso, uccise la morte. Perché agnello nella risurrezione? Perché gli rimane eterna l'innocenza. Perché leone nella risurrezione? Perché sempiterna è la sua potenza.
Cristo è Dio.
2. Chi è questo agnello e leone? Quali aspetti cerchi di lui? Se cerchi che cosa era prima, in principio era il Verbo. Se dove era: il Verbo era presso Dio. Se cerchi che verbo era: il Verbo era Dio. Se cerchi quale sia la sua potenza: tutto è stato fatto per mezzo di lui. Se cerchi che cosa sia diventato: il Verbo si fece carne 8. E se cerchi in che modo sia nato da un padre senza madre o da una madre senza padre, [ricorda il passo]: Chi narrerà la sua generazione? 9 Generato dall'eternità, coeterno al generante; Verbo permanente, fatto carne; creatore di tutti i tempi, creato in un determinato tempo; preda della morte, vincitore della morte; disprezzato e reietto fra gli uomini, splendido di bellezza fra gli uomini; capace di portare le sofferenze 10, e di toglierle; grande nel fare le cose umili, umile in quelle grandi; Dio dell'uomo e Uomo-Dio; primogenito e creatore dei primogeniti; unico e fratello di molti; nato dalla sostanza del padre e fatto partecipe dei figli adottivi; Signore di tutti e servo di moltissimi. Questo è l'agnello che toglie i peccati del mondo 11; questo è il leone che ha vinto i regni del mondo. Cercavamo chi è costui: cerchiamo ora chi sono coloro per i quali è morto. Forse per i giusti e per i santi? No, l'Apostolo non dice questo, ma: Cristo è morto per gli empi 12; non certamente perché continuassero a rimanere empi ma perché fossero giustificati per la morte del giusto, e, sparso il sangue senza peccato, fosse distrutta la cambiale del peccato 13.
1 - Cf. Sal 18, 5.
2 - 1 Cor 5, 7.
3 - Is 53, 7.
4 - Is 53, 8.
5 - Gn 49, 9.
6 - Ap 14, 4.
7 - Ap 5, 5.
8 - Gv 1, 1. 3. 14.
9 - Is 53, 8.
10 - Is 53, 3.
11 - Cf. Gv 1, 29.
12 - Rm 5, 6.
13 - Cf. Col 2, 14.
La meravigliosa avventura di Suor Josefa
Suor Josefa Menendez - Suor Josefa Menendez
Leggilo nella BibliotecaINTRODUZIONE
"Dio ci ha amato con amore eterno, perciò innalzato da terra ci ha attratti al suo Cuore, per misericordia ". Vesp. d. S. C.
Questa storia meravigliosa è per te che ti apri alla vita: la Fede, il grande dono ricevuto al Battesimo, ti accompagni in questa lettura, e susciti nel tuo cuore un desiderio intenso di corrispondere all'amore divino.
Con la morte di San Giovanni è chiusa l'epoca della Rivelazione, ma Gesù Cristo, che invisibile vive fra noi, ha fatto sentire molte volte la sua voce nel corso dei secoli.
Per trasmettere le sue parole, scelse come nel Vangelo
"... chi Egli volle... " così la grande Santa Caterina, gloria d'Italia, così Santa Margherita Maria la confidente del Suo Cuore.
La piccola Josefa semplice ed umile è uno dei portavoce che il Signore ha scelto nel nostro secolo. " Scrivi per le anime " le dice. Chi legge con attenzione, sente, come nel Vangelo, la parola di Gesù per l'anima sua.
" ... ebbi l'evidenza che Cristo stesso qui parlava: non c'era dubbio, la voce che confidò a Sorella Josefa i segreti del Cuore misericordioso di Gesù Cristo è assolutamente la stessa del Salvatore del Vangelo, del Dio d'amore di tutta l'eternità ".
Dalla conclusione della vita di Sorella Josefa Menendez. Padre Fr. Charmot SJ
CAPITOLO I. - LA PICCOLA IMPERATRICE
- Dov'è la mia piccola imperatrice? chiede il padre, abile artigiano, tornando dal lavoro. La presenza della figlia prediletta lo ripaga delle sue fatiche.
Josefa, la prima di quattro sorelline è nata a Madrid il 4 Febbraio 1890 Intelligente e vivace è la gioia e il centro della famiglia: le sorelline guardano sempre a Pepa e Pepa è sempre pronta a dimenticarsi per far piacere agli altri.
- Hai detto tutte le giaculatorie?
- Si, Padre, per non dimenticare le ho dette tutte in una volta. - Così risponde la bimba in una delle sue prime confessioni; ma presto impara a tenersi in continuo contatto con il suo amico Gesù.
"L'anima mia anela a Te di notte, il mio spirito al mattino ricerca Te".
1901 - Josefa si prepara con tanto impegno alla Prima Comunione; suo ardente desiderio è di essere tutta di Gesù, e Gesù risponde dicendole in cuore: - " Si, figlia cara, voglio che tu sia tutta mia ".
A tante anime Gesù fa un caldo invito nel primo incontro eucaristico, ma poche lo accolgono e lo serbano preziosamente. Josefa invece vive di questa sua prima completa donazione, la Santa Comunione diviene la sua gioia e la sua forza.
1907 - Il dolore e la sofferenza entrano in quella famiglia tanto unita e felice e Josefa impara a soffrire in pace e con amore.
La morte di una delle sorelline, poi la grave malattia dei genitori riducono la famigliola in estrema miseria.
Josefa lascia il lavoro e si prodiga giorno e notte. La mamma è miracolosamente guarita da Santa Maddalena Sofia (*), il padre invece trascina a lungo, poi si spegne piamente.
Josefa rimane l'unico sostegno della mamma e delle sorelle: abilissima sarta è sopraffatta dal lavoro, ma il tempo per la Santa Messa quotidiana lo trova e la Comunione è la sua forza. Sempre gaia irraggia serenità attorno a sè, lieta di alleggerire il fardello altrui sa tener fronte con continua abnegazione a tutti i suoi doveri.
(*) Santa Madd. Sofia Barat, fondatrice della Società del Sacro Cuore nel 1800.
1917 - " Ah! esclama Josefa, fin da bambina chiedo ogni giorno al Cuor di Gesù, di essere sua sposa, ed ora che vedo più da vicino la vita reale, lo supplico di farmi morire se non vuole esaudirmi ".
Chiede l'ammissione nella Società del Sacro Cuore; ma al giorno fissato per l'ingresso in Noviziato, vinta dalle lacrime materne non ha il coraggio di partire.
Josefa sconsolata piange a lungo la "sua grande debolezza" ma non si dà per vinta, nel 1919 chiede nuovamente di essere ammessa nella Società del Sacro Cuore, ma questa volta la risposta è negativa.
" Mi sono gettata di nuovo, scrive Josefa, ai piedi di Gesù, e con gli occhi pieni di lacrime e con il cuore ancor più pieno di amore, mi sono offerta a tutto accettare, mentre provavo in me, malgrado la mia debolezza un coraggio insolito ".
CAPITOLO II. - L'ESILIO
" Parti dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre verso la terra che io ti indicherò ". Gen. 12, 1. L'ora di Dio è suonata per Josefa.
Arrivando alla casa del Sacro Cuore per cercare lavoro, le vien proposto di recarsi in Francia ove si apre un noviziato, a Poitiers, nella vecchia abbazia ove Santa Maddalena Sofia formò le prime novizie della Società del Sacro Cuore, - Ti senti di partire, di lasciare patria, famiglia, lavoro?
- Ti senti di andare in un luogo sconosciuto, ove si parla una lingua che ti è ignota?
Josefa ha un tuffo al cuore, trema, sorride, e risponde semplicemente: - "Dio mi conduce!".
Non esita più, e lascia furtivamente la casa per evitare alla mamma e alla sorella il dolore dell'addio.
4 Febbraio 1920 - Josefa lascia per sempre la patria, per seguire al di là della frontiera Colui, il cui amore sovrano può chiedere tutto. Semplice, silenziosa, assidua al lavoro non ha che un desiderio, amare Gesù e lavorare per Lui, rendendo servizio a tutti. Intelligente, attiva a tutto si adatta, in tutto riesce, ma sempre cerca di passare inosservata. Ha un giudizio retto ed equilibrato, un cuore tenero e generoso ed è buona di quella bontà che solo la piena dimenticanza di sè può dare.
Data la sua abilità di sarta le affidano le uniformi delle educande e Josefa taglia e cuce senza posa, è un lavoro che le è caro e lo eseguisce a perfezione.
Le lettere angosciate della sua mamma sono una prova terribile per la povera Josefa, a lungo deve lottare contro la tentazione violenta di ritornare in famiglia, ma la grazia la sostiene, ed essa è eroica nella sua fedeltà.
CAPITOLO III. - IL RAPIMENTO
" ... Tu seguimi " Giov. 21, Questa vita di lavoro silenzioso e nascosto è l'ideale di Josefa, ma non è la via che Dio ha tracciato per lei!
" I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie, quanto il cielo sovrasta la terra tanto le mie vie sovrastano le vostre vie e i miei pensieri i vostri pensieri ".
Misteriosi disegni ha Gesù per Josefa, vuol farla camminare per una via straordinaria
" Quanto è stretta la porta, e angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano ". Mt. VII, 13 vuol associarla a Se per salvare le anime, e per temprarla a questo permette al demonio, come ha permesso per molti santi, di tormentarla in vari modi.
" Jahvè disse a Satana: Ecco tutte le sue cose sono nella tua mano, però non stendere la mano su di lui ". Giob. 1, 12
Josefa tenta invano di sottrarsi a quel tormento.
In pari tempo Gesù inizia il corso dei suoi meravigliosi favori: la fa entrare nel suo Cuore, si fa vedere nella sua maestosa bellezza, conversa con lei con grande amore.
" Fammi udire la tua bontà perchè confido in te, mostrami la via per cui camminare perchè a Te porto la mia anima ". Sal. 143,
Josefa teme di essere ingannata dal demonio, non sa rinunciare al suo ideale di vita nascosta, chiede grazia, ma il Signore non cambia i suoi disegni - "Vuoi fare la tua volontà o la Mia?" La lotta è lunga ed aspra, infine l'amore trionfa, Josefa si arrende: - "Mio Dio, mi metto nelle tue mani Perchè Tu faccia di me ciò che vorrai".
"Caddi come morto ai suoi piedi, pose allora la sua destra su di me dicendo - Non temere! ". Ap. 1, 17
Gesù ripete a Josefa la parola detta tante volte nel Vangelo...
- " Non temere! più miserie troverò in te e Più amore troverai in Me! ".
- " Se sei nelle mie mani di che Puoi temere? ". "Rassicuratevi, sono Io, non temete" Mc. VI,
- " Non temere... Io ti custodisco, ti guido, ti amo! ". "Custodiscimi, o Dio, perchè mi rifugio in Te ".Sal. 16, 1 "Jahvè è mia luce e mia salvezza, di chi temerò? Jahvè è la rocca della mia vita, di chi paventerò? " Sal. 27, 1
"Non dubitare nè della bontà del mio Cuore, ne del mio amore per te ".
" Non temere perchè Io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni".Is. 43,1
Gesù ordina a Josefa di rendere conto di quanto le accade alle sue superiore, è questa una nuova grande difficoltà. Come può la povera Josefa spiegare queste arcane cose?...
"So di un uomo in Cristo, il quale fu rapito, se col corpo, o fuori del corpo, non lo so: lo sa Iddio, fu rapito in Paradiso e udì parole ineffabili che non è permesso a uomo di ripetere". II Cor. 12, 2
Josefa umile e docile trionfa delle sue ripugnanze per obbedire al Signore.
"Volgi a Jahvè la tua via e confida in Lui, ed Egli farà ". Sal. 37, 5
CAPITOLO IV. - CONFIDENZE
" Maria sedutasi ai piedi del Signore ascoltava la sua parola... Lc. X, 39
Gesù splendente di bellezza appare durante la Messa
- " Voglio che tu ti consunti nel mio amore: ti ho già fatto comprendere che tu non troverai felicità che nel mio Cuore. Voglio che tu mi ami, poichè ho fame di amore, ma che tu bruci anche del desiderio di vedermi amato, e che il tuo cuore non abbia altro alimento che questo desiderio "."La tua miseria mi attira, senza di Me, che saresti? Più ti farai piccola, più ti starò vicino, non dimenticarlo, lasciami fare ciò che mi piace ".
" Ti perdono tutto, sei il prezzo del mio Sangue e voglio servirmi di te per salvare molte anime che mi son costate sì caro! non rifiutarmi nulla... vedi quanto ti amo! ".
È sera, Josefa si affretta a chiudere le finestre, quando vede Gesù che le viene incontro dal fondo di un corridoio - " Di dove vieni Josefa? - Da chiudere le finestre, Signore. - E dove vai? - Vado a chiudere al piano di sopra, mio Gesù. - Non sai rispondere, Josefa, devi dire: Vengo dall'amore e vado all'amore; che tu scenda o che tu salga sei sempre nel mio Cuore che è l'abisso dell'amore: Io sono con te ".
Josefa si sente fredda e turbata ma ripete coraggiosamente - " Mio Dio, voglio consolare il tuo Cuore, non ti vedo, non ti sento, ma credo in te e ti amo, eppoi ricorro continuamente alla mia Celeste Madre. - Gesù, Gesù non abbandonarmi, supplica durante la Messa, si comunica e chiede aiuto a Gesù. - Credo che sei nell'anima mia, ad un tratto Gesù risponde: - " Sono qui.
- Gesù mio, come mi lasci sola e per tanto tempo!
- Quando ti "lascio così fredda prendo il tuo ardore per riscaldare altre anime, quando ti sembra di non amarmi eppure mi ripeti il tuo amore tu consoli maggiormente il mio Cuore".
" Voglio che tu mi aiuti con la tua piccolezza e la tua miseria a strappare le anime al nemico... mi servo della tua miseria per salvare le anime ". Coraggio! soffrire è il dono migliore che possa farti, poichè è la via che ho scelto per me ".
" Non stancarti mai di soffrire, se tu sapessi quanto la sofferenza giova alle anime! ".
Quando Josefa è sfinita, la Madonna o Santa Madd. Sofia vengono a confortarla: entrambe le promettono di accompagnarla nel grande viaggio verso l'eternità.
Come salva le anime Josefa? In due modi: uno al tutto straordinario, ossia partecipando ai dolori della Passione del Signore e sopportando le persecuzioni del demonio. E ancora in modo semplicissimo per insegnare a noi di fare altrettanto.
Josefa piega i fazzoletti delle educande e chiede al Signore di darle tante anime quanti sono i fazzoletti, poi non vi pensa più.
La sera vede una quantità di anime che entrano nel Cuore di Gesù, e il Signore le fa capire che sono quelle che ha chiesto al mattino.
- " Il mio Cuore dà un valore divino alle piccole offerte, poichè ciò che voglio è l'amore ".
Josefa lavora febbrilmente, la voce di Gesù
- " Che cosa fai Josefa? - Signore, sei qui... - A che cosa pensi?
- Mio Gesù, non pensavo a nulla... - Ma tu mi ami, nevvero? ".
" Le anime mi glorificano molto quando si danno di me ".
" ... Vieni con Me... non lasciarmi solo ".
Il Signore insegna a Josefa: " Il mio amore tanto può, che dal nulla fa ricavare alle anime immensi tesori: quando unendosi a Me al mattino offrono tutta la loro giornata con l'ardente desiderio che il mio Cuore se ne serva per il vantaggio delle anime... quando con amore compiono ogni loro dovere, momento per momento... non è l'azione in sè che ha valore, ma l'intenzione e l'unione al mio Cuore ".
La Madonna consiglia a Josefa di dire ogni sera con molta confidenza: "O Gesù, Tu conoscevi la mia miseria prima di fissare i tuoi occhi su di me, e non hai distolto il tuo sguardo, anzi a cagione di essa mi hai amato con amore ancor più tenero e delicato. Ti chiedo perdono di avere oggi tanto mal corrisposto al tuo amore! Ti supplico di perdonarmi e di purificare le mie azioni nel tuo Sangue divino. Ho un vivo dolore di averti offeso perchè sei infinitamente Santo. Mi pento con tutto il cuore e ti prometto di fare il possibile per non ricadere nelle stesse colpe".
" Il mondo si rallegrerà, voi vi rattristerete ma la vostra tristezza si muterà in gioia... ... il vostro cuore gioirà, e la vostra gioia nessuno ve la potrà rapire ". Gv. XVI, 20-22
" ... abbiano essi in se stessi la mia gioia nella sua pienezza ". Gv. XVII, 13
- "Amami nella pace e nella gioia". - " Sono Io la gioia dell'anima tua ".
"Parlami, sono con te anche quando non mi vedi, ti seguo, ti ascolto... ... parlami, sorridimi! sono il tuo sposo, il tuo compagno inseparabile... Tu sei in me, Io in te, qual legame più stretto potrebbe unirci? ". "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in Me, ed io in lui... chi mangia questo pane vivrà in eterno ". Gv. VI, 56
"Colui che mangia la mia carne possiede Dio, l'autore della vita ... e della vita eterna ... perciò quest'anima è mio cielo. Nulla le può essere paragonato in bellezza. Gli angeli l'ammirano e come Dio è in lei si prostano e adorano... Ah! se le anime sapessero il loro valore!... tutte le volte che mi ricevi nell'Eucaristia la mia grazia aumenta nella tua anima, in essa si accrescono ancora il suo valore e la sua bellezza ". " Io sono il pane della vita, chi viene a Me non avrà fame e chi crede in Me non avrà mai sete. Io sono il pane vivente disceso dal cielo: se uno mangia di questo pane vivrà in eterno, e il pane che Io darò è la mia carne per la vita del mondo ". Gv. VI, ...
Proprio stamane, scrive Josefa, c'è stata una Funzione di Prima Comunione e ricordai al Signore la consolazione che doveva aver provato nel prender dimora in quelle anime innocenti...
Il suo Cuore pare dilatarsi a tale ricordo: - " Si, risponde dolcemente, è proprio in quelle anime infantili e in quelle delle mie spose che mi rifugio per dimenticare le offese del mondo... ... nel momento d'istituire l'Eucaristia vidi presenti tutte le anime che dovevano cibarsi del mio Corpo e del mio Sangue e che vi troverebbero alcune rimedio alla loro debolezza, altre fuoco divoratore che consumerebbe le loro miserie e le accenderebbe di amore... Se fu grande la mia gioia al pensiero di queste anime, non fu minore la mia tristezza alla vista di tante altre che mi avrebbero lasciato nella solitudine o non avrebbero neppure creduto alla mia presenza reale. Io sono l'Amore! il mio Cuore non può più contenere la fiamma che lo divora!
Luglio 1922 " Non temere... tuo sposo è il tuo Creatore". IS. 54, 4
Josefa pronuncia i Voti religiosi.
- " Vedi come ti son stato fedele, ora comincerò la mia Opera.
- Ho bisogno di far udire un nuovo invito d'amore. - Non temere, Josefa, malgrado la tua piccolezza, compio l'Opera mia in te e nelle. anime ".
- " Signore, non capisco che cosa sia quest'Opera di cui mi parli sempre.
- È Opera d'amore, voglio servirmi di te che sei un niente, per manifestare sempre più l'amore e la misericordia del mio Cuore... Chiedi alle tue Madri di concederti ogni giorno un momento in cui tu possa scrivere ciò che ti dirò... Voglio che tu scriva, Josefa, voglio parlarti per le anime che amo tanto! ".
Il 15 Agosto la Madonna dice a Josefa: "Figlia mia, abbandonati tutta all'Opera del Suo Cuore che non è se non la salvezza delle anime ". ... in Te confido, o Jahvè, Tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono le mie sorti... ...Sal. 31, 1,5
" A te porto la mia anima!
Dio mio, a Te mi affido, che non sia confuso... poichè quanti sperano in Te non saranno confusi ". Sal. 25, 1-3
" La tua misericordia si effonda su noi secondo la speranza che abbiamo riposto in Te ! ".
(Te Deum)
" Non temere, dice Gesù, la mia Potenza la domina, e l'Opera mia risplenderà! Le mie Parole saranno conosciute: saranno Luce e Vita per un gran numero di anime, la Grazia accompagnerà le mie Parole e quelli che le faranno conoscere! ".
Nota. - Queste parole di promessa destinate alle anime d'oggi si verificano attualmente in tutte le parti del mondo: il Messaggio è tradotto in tutte le lingue, e il Signore benedice in modo speciale quelli che si adoprano per farlo conoscere.
" Tu sei il Re di gloria, o Cristo ". (Te Deum)
" Il regno di Dio non viene ostensibilmente... ... ecco infatti il regno di Dio è tra voi..." Lc. XVII,
- " Voglio regnare! voglio perdonare! e per regnare comincerò col fare misericordia poichè il mio regno è di pace e di amore: ecco l'Opera d'amore! ".
"Figlio mio, dammi il tuo cuore e tieni i tuoi occhi fissi alle mie vie ... Prov. XXIII, 26
- Ora voglio qualche cosa di più, se chiedo amore in cambio di quello che mi consuma: non è questo ricambio che desidero dalle anime: bramo che esse credano alla mia misericordia, che aspettino tutto dalla mia bontà, che non dubitino mai del mio perdono!
Amo le anime dopo il primo peccato, se vengono umilmente a chiedermi perdono... le amo ancora dopo che hanno pianto il secondo peccato, e se cadessero un miliardo di volte, Io le amo e le perdono sempre, e lavo nel Mio Sangue l'ultimo come il primo peccato...
Non mi stanco mai delle anime, e il mio Cuore aspetta sempre che vengano a rifugiarsi in lui... "... la mia delizia è stare con i figli dell'uomo... ...Prov. 8, 31
- " Per diffondere il mio amore voglio formare una Catena di anime che infiammate di questo amore lo comunichino al mondo intero. Il mio invito lo rivolgo a tutti: alle anime consacrate e a quelle del mondo, ai giusti e ai peccatori, ai dotti e agli ignoranti, a chi comanda e a chi obbedisce. A tutti io dico - Se volete la felicità, Io lo sono! Se cercate la ricchezza: Io sono ricchezza inesauribile! Se bramate la pace, Io sono la pace... Io sono la misericordia e l'Amore! Voglio essere il vostro Re!
Quindi con divina condiscendenza Gesù spiega a Josefa il motivo che gli ha fatto abbassare lo sguardo sulla Società del Sacro Cuore, scegliendola come Messaggera delle sue parole.
" Fondata sull'amore... ha per fine l'amore... la sua vita è amore... e l'amore è il mio Cuore!
CAPITOLO V. - JOSEFA IN CIELO
29 Dicembre 1923 Gesù porta con sè Josefa, e comincia allora l'eterno meraviglioso compimento della sua straordinaria avventura.
Se tu hai letto con attenzione le pagine precedenti, puoi pensare che hai in Cielo una buona amica premurosa di aiutarti.
Josefa ti dirà anzittutto che anche per te la vita può e deve essere un'avventura meravigliosa, se vissuta nella Fede e nell'Amore.
Le grazie straordinarie non si debbono desiderare e non costituiscono la santità.
" Perchè hai veduto, o Tommaso hai creduto, beati quelli che non hanno visto ed hanno creduto ". Gv. XX, 29 Tu non sei chiamata alle vie straordinarie, ma in forza del tuo Battesimo sei chiamata alla Santità: " Il Signore Gesù, Maestro e Modello divino di ogni perfezione, a tutti e ai singoli suoi discepoli di qualsiasi condizione ha predicato la santità della vita, di cui Egli stesso è autore e perfezionatore ... Siate dunque perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste... ". Mt. 5, 48
Mandò infatti a tutti lo Spirito Santo, che li muova internamente ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, con tutte le forze e ad amarsi a vicenda come Cristo ha amato loro... ... e giustificati in Gesù Cristo, non secondo le loro opere, ma secondo il disegno e la grazia di Lui, nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi.
Essi quindi devono, con l'aiuto di Dio, mantenere e perfezionare, vivendola, la santità che hanno ricevuto.
Li ammonisce l'Apostolo che vivano: " come si conviene ai santi… i fedeli usino le forze ricevute secondo la misura con cui Cristo volle donarle, affinchè seguendo l'esempio di Lui e fattisi conformi alla sua immagine, in tutto obbedienti *alla volontà del Padre, con piena generosità si consacrino alla gloria di Dio e al servizio del prossimo. Così la santità del Popolo di Dio crescerà in frutti abbondanti, come è splendidamente dimostrato, nella storia della Chiesa, dalla vita di molti santi.
Vatic. II, dalla Costit.ne " Lumen gentium " 40 - Vocazione universale alla santità Se sei chiamata alla santità devi dunque vivere in intima unione con Gesù.
Le parole che Josefa ti ha trasmesso sentile come dette a te da Gesù: Egli ama ogni anima come se fosse unica.
Sii assidua alla Comunione e chiedi a Gesù che t'insegni Egli stesso ad amarlo come desidera esser amato da te: Josefa ti aiuterà. Poco prima che morisse Gesù le ha detto - "Ecco quale sarà il nostro lavoro nel cielo: insegnare alle anime a vivere unite a Me, non
come se io fossi lontano da loro, ma in loro, poichè mediante la Grazia vivo nella loro anima ".
A chi le chiedeva se -dal Cielo avrebbe sfogliato rose, Josefa risponde: " Oh no! otterrò grazie nascoste ".
Moltissime sono le grazie di conversione e di progresso spirituale ottenute per intercessione di Josefa.
A chi le raccomanda, nelle sue ultime ore, i peccatori, le vocazioni, Josefa dice: " Ne farò la mia grande occupazione in Cielo, il Signore mi ha dato un cuore che ama, che ama... mi aggirerò senza Posa Per ottenere grazie... ".
A chi ancora le chiede un consiglio di perfezione, risponde " Fare tutto in unione con il Cuore di Gesù, ricoprirsi dei suoi meriti e Poi far Passare tutto dal Cuore della Madonna ". Non è forse questo l'intento dell'Apostolato della Preghiera? E la bella formula di offerta quotidiana non è forse una sintesi perfetta dello spirito del Messaggio?
Questa formula ci fa pregare secondo le intenzioni del Papa, ci unisce spiritualmente a milioni di anime, ci ricorda i nostri doveri verso noi stessi, gli altri, Dio.
Cuore Divino di Gesù, ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, le preghiere, le azioni, le sofferenze di questo giorno in unione al Sacrificio Eucaristico
- in riparazione dei peccati
- per la salvezza di tutti gli uomini
- per la gloria del Divin Padre
secondo l'intenzione mensile
Regna Cuore Divino ora e sempre!
12-157 Marzo 17, 1921 Gesù fa passare a Luisa dell’ufficio che ebbe la sua Umanità in terra, all’ufficio che tenne la sua Volontà nella sua Umanità.
Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)
(1) Stavo dicendo al mio dolce Gesù: “Io non so, quanto più dici di darmi per mezzo del tuo Santo Volere, io mi sento più vile e più brutta, avrei dovuto sentirmi meglio, più buona; invece tutto il contrario. E Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, quanto più cresce in te il grano della mia Volontà, tanto più sentirai la viltà della tua paglia, perché quando la spiga incomincia a formarsi, il grano e la paglia son una sola cosa; invece, come si va formando la vita della spiga, formandosi il grano, la paglia resta distaccata dal grano, e solo resta a difesa del grano, sicché quanto più vile ti senti, il grano della mia Volontà si va formando in te ed è vicino a maturazione perfetta. La paglia non è altro in te che la tua debole natura, che vivendo insieme con la santità e nobiltà della mia Volontà, sente maggiormente la sua viltà”.
(3) Poi ha soggiunto: “Diletta mia, finora hai occupato l’ufficio presso di Me, che ebbe la mia Umanità in terra, ora voglio cambiarti l’ufficio, dandoti un altro più nobile, più vasto, voglio darti l’ufficio che tenne la mia Volontà nella mia Umanità, vedi com’è più alto, più sublime; la mia Umanità ebbe un principio, la mia Volontà è eterna; la mia Umanità e circoscritta e limitata, la mia Volontà non ha limiti né confini, è immensa; ufficio più nobile e distinto non potevo darti”.
(4) Io nel sentire ciò ho detto: “Mio dolce Gesù, io non so darmi ragione perché vuoi darmi un tale ufficio, né ho fatto nulla da potermi meritare un tanto favore”.
(5) E Gesù: “Tutta la ragione è il mio amore, la tua piccolezza, il tuo vivere nelle mie braccia come una bambina che non si dà pensiero di nulla che solo del tuo Gesù, il non rifiutarmi mai qualunque sacrificio che ti ho chiesto. Io non mi faccio prendere dalle cose grandi, perché nelle cose grandi in apparenza c’è sempre dell’umano, ma dalle cose piccole, però piccole nell’apparenza ma grandi in sé stesse. E poi, avresti dovuto capirlo tu stessa, che dovevo darti una missione speciale nella mia Volontà, quel parlarti sempre del mio Volere, quel farti capire i mirabili effetti, ciò che non ho fatto con nessuno finora; ho fatto con te come un maestro quando vuole che il suo discepolo riesca perfetto o nella medicina o nella storia od altro, pare che non sa parlare di altro, sempre batte su quel punto. Così ho fatto Io con te, mi sono atteggiato a maestro di Volontà Divina, come se ignorassi tutto il resto; dopo che ti ho istruito ben bene ti ho manifestato la tua missione, e come in te avrà il principio del compimento del Fiat Voluntas Tua sulla terra. Coraggio figlia mia, veggo che ti abbatti; non temere, avrai tutta la mia Volontà in tuo aiuto e sostegno”.
(6) E mentre ciò diceva mi passava con le sue mani la testa, il volto, il cuore, come se mi confermasse ciò che diceva, ed è scomparso.