Liturgia delle Ore - Letture
Domenica della 7° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Giovanni 18
1Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli.2Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli.3Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi.4Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: "Chi cercate?".5Gli risposero: "Gesù, il Nazareno". Disse loro Gesù: "Sono io!". Vi era là con loro anche Giuda, il traditore.6Appena disse "Sono io", indietreggiarono e caddero a terra.7Domandò loro di nuovo: "Chi cercate?". Risposero: "Gesù, il Nazareno".8Gesù replicò: "Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano".9Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: "'Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato'".10Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.11Gesù allora disse a Pietro: "Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?".
12Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono13e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno.14Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: "È meglio che un uomo solo muoia per il popolo".
15Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote;16Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro.17E la giovane portinaia disse a Pietro: "Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?". Egli rispose: "Non lo sono".18Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
19Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.20Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.21Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto".22Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?".23Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?".24Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
25Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: "Non sei anche tu dei suoi discepoli?". Egli lo negò e disse: "Non lo sono".26Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Non ti ho forse visto con lui nel giardino?".27Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
28Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.29Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: "Che accusa portate contro quest'uomo?".30Gli risposero: "Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato".31Allora Pilato disse loro: "Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!". Gli risposero i Giudei: "A noi non è consentito mettere a morte nessuno".32Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.
33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: "Tu sei il re dei Giudei?".34Gesù rispose: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?".35Pilato rispose: "Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?".36Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù".37Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?". Rispose Gesù: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".38Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?". E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo in lui nessuna colpa.39Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?".40Allora essi gridarono di nuovo: "Non costui, ma Barabba!". Barabba era un brigante.
Numeri 4
1Il Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne:2"Fate il censimento dei figli di Keat, tra i figli di Levi, secondo le loro famiglie e secondo i loro casati paterni,3dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni, di quanti fanno parte di una schiera e prestano la loro opera nella tenda del convegno.4Questo è il servizio che i figli di Keat dovranno fare nella tenda del convegno e che riguarda le cose santissime.5Quando il campo si dovrà muovere, Aronne e i suoi figli verranno a smontare il velo della cortina e copriranno con esso l'arca della testimonianza;6poi porranno sull'arca una coperta di pelli di tasso, vi stenderanno sopra un drappo tutto di porpora viola e metteranno a posto le stanghe.7Poi stenderanno un drappo di porpora viola sulla tavola dell'offerta e vi metteranno sopra i piatti, le coppe, le anfore, le tazze per le libazioni; vi sarà sopra anche il pane perenne;8su queste cose stenderanno un drappo scarlatto e sopra questo una coperta di pelli di tasso e metteranno le stanghe alla tavola.9Poi prenderanno un drappo di porpora viola, con cui copriranno il candelabro della luce, le sue lampade, i suoi smoccolatoi, i suoi portacenere e tutti i vasi per l'olio destinati al suo servizio;10metteranno il candelabro con tutti i suoi accessori in una coperta di pelli di tasso e lo metteranno sopra la portantina.11Poi stenderanno sull'altare d'oro un drappo di porpora viola e sopra questo una coperta di pelli di tasso e metteranno le stanghe all'altare.12Prenderanno tutti gli arredi che si usano per il servizio nel santuario, li metteranno in un drappo di porpora viola, li avvolgeranno in una coperta di pelli di tasso e li metteranno sopra la portantina.13Poi toglieranno le ceneri dall'altare e stenderanno sull'altare un drappo scarlatto;14vi metteranno sopra tutti gli arredi che si usano nel suo servizio, i bracieri, le forchette, le pale, i vasi per l'aspersione, tutti gli accessori dell'altare e vi stenderanno sopra una coperta di pelli di tasso, poi porranno le stanghe all'altare.15Quando Aronne e i suoi figli avranno finito di coprire il santuario e tutti gli arredi del santuario, al momento di muovere il campo, i figli di Keat verranno per trasportare quelle cose; ma non toccheranno le cose sante, perché non muoiano. Questo è l'incarico dei figli di Keat nella tenda del convegno.
16Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne, avrà la sorveglianza dell'olio per il candelabro, del profumo aromatico dell'offerta perenne e dell'olio dell'unzione e la sorveglianza di tutta la Dimora e di quanto contiene, del santuario e dei suoi arredi".
17Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne:18"Badate che la tribù delle famiglie dei Keatiti non venga eliminata dai leviti;19ma fate questo per loro, perché vivano e non muoiano quando si accostano al luogo santissimo: Aronne e i suoi figli vengano e assegnino a ciascuno di essi il proprio servizio e il proprio incarico.20Non entrino essi a guardare neanche per un istante le cose sante, perché morirebbero".
21Il Signore disse a Mosè:22"Fa' il censimento anche dei figli di Gherson, secondo i loro casati paterni e secondo le loro famiglie.23Farai il censimento dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni di quanti fanno parte di una schiera e prestano servizio nella tenda del convegno.24Questo è il servizio delle famiglie dei Ghersoniti, quel che dovranno fare e quello che dovranno portare.25Essi porteranno i teli della Dimora e la tenda del convegno, la sua copertura, la copertura di pelli di tasso che vi è sopra e la cortina all'ingresso della tenda del convegno;26i tendaggi del recinto con la cortina all'ingresso del recinto, i tendaggi che stanno intorno alla Dimora e all'altare; le loro corde e tutti gli arredi necessari al loro impianto; faranno tutto il servizio che si riferisce a queste cose.27Tutto il servizio dei figli dei Ghersoniti sarà sotto gli ordini di Aronne e dei suoi figli per quanto dovranno portare e per quanto dovranno fare; voi affiderete alla loro custodia quanto dovranno portare.28Tale è il servizio delle famiglie dei figli dei Ghersoniti nella tenda del convegno; la loro sorveglianza sarà affidata a Itamar, figlio del sacerdote Aronne.
29Farai il censimento dei figli di Merari secondo le loro famiglie e secondo i loro casati paterni;30farai il censimento, dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni, di quanti fanno parte di una schiera e prestano servizio nella tenda del convegno.31Ciò è quanto è affidato alla loro custodia e quello che dovranno portare come loro servizio nella tenda del convegno: le assi della Dimora, le sue stanghe, le sue colonne, le sue basi,32le colonne che sono intorno al recinto, le loro basi, i loro picchetti, le loro corde, tutti i loro arredi e tutto il loro impianto. Elencherete per nome gli oggetti affidati alla loro custodia e che essi dovranno portare.33Tale è il servizio delle famiglie dei figli di Merari, tutto il loro servizio nella tenda del convegno, sotto gli ordini di Itamar, figlio del sacerdote Aronne".
34Mosè, Aronne e i capi della comunità fecero dunque il censimento dei figli dei Keatiti secondo le loro famiglie e secondo i loro casati paterni,35di quanti dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni potevano far parte di una schiera e prestar servizio nella tenda del convegno.36Quelli di cui si fece il censimento secondo le loro famiglie furono duemilasettecentocinquanta.37Questi appartengono alle famiglie dei Keatiti dei quali si fece il censimento: quanti prestavano servizio nella tenda del convegno; Mosè e Aronne ne fecero il censimento secondo l'ordine che il Signore aveva dato per mezzo di Mosè.
38I figli di Gherson, di cui si fece il censimento secondo le loro famiglie e secondo i loro casati paterni,39dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni, quanti potevano far parte di una schiera e prestar servizio nella tenda del convegno,40quelli di cui si fece il censimento secondo le loro famiglie e secondo i loro casati paterni, furono duemilaseicentotrenta.41Questi appartengono alle famiglie dei figli di Gherson, di cui si fece il censimento: quanti prestavano servizio nella tenda del convegno; Mosè e Aronne ne fecero il censimento secondo l'ordine del Signore.
42Quelli delle famiglie dei figli di Merari dei quali si fece il censimento secondo le loro famiglie e i loro casati paterni,43dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni, quanti potevano far parte di una schiera e prestar servizio nella tenda del convegno,44quelli di cui si fece il censimento, secondo le loro famiglie, furono tremiladuecento.45Questi appartengono alle famiglie dei figli di Merari, di cui si fece il censimento; Mosè e Aronne ne fecero il censimento secondo l'ordine che il Signore aveva dato per mezzo di Mosè.
46Tutti i leviti dei quali Mosè, Aronne e i capi d'Israele fecero il censimento secondo le loro famiglie e secondo i loro casati paterni,47dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni, quanti potevano far parte di una schiera e prestar servizio e portare pesi nella tenda del convegno,48tutti quelli di cui si fece il censimento, furono ottomilacinquecentottanta.49Ne fu fatto il censimento secondo l'ordine che il Signore aveva dato per mezzo di Mosè, assegnando a ciascuno il servizio che doveva fare e ciò che doveva portare. Così ne fu fatto il censimento come il Signore aveva ordinato a Mosè.
Salmi 38
1'Salmo. Di Davide. In memoria.'
2Signore, non castigarmi nel tuo sdegno,
non punirmi nella tua ira.
3Le tue frecce mi hanno trafitto,
su di me è scesa la tua mano.
4Per il tuo sdegno non c'è in me nulla di sano,
nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati.
5Le mie iniquità hanno superato il mio capo,
come carico pesante mi hanno oppresso.
6Putride e fetide sono le mie piaghe
a causa della mia stoltezza.
7Sono curvo e accasciato,
triste mi aggiro tutto il giorno.
8Sono torturati i miei fianchi,
in me non c'è nulla di sano.
9Afflitto e sfinito all'estremo,
ruggisco per il fremito del mio cuore.
10Signore, davanti a te ogni mio desiderio
e il mio gemito a te non è nascosto.
11Palpita il mio cuore,
la forza mi abbandona,
si spegne la luce dei miei occhi.
12Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe,
i miei vicini stanno a distanza.
13Tende lacci chi attenta alla mia vita,
trama insidie chi cerca la mia rovina.
e tutto il giorno medita inganni.
14Io, come un sordo, non ascolto
e come un muto non apro la bocca;
15sono come un uomo che non sente e non risponde.
16In te spero, Signore;
tu mi risponderai, Signore Dio mio.
17Ho detto: "Di me non godano,
contro di me non si vantino
quando il mio piede vacilla".
18Poiché io sto per cadere
e ho sempre dinanzi la mia pena.
19Ecco, confesso la mia colpa,
sono in ansia per il mio peccato.
20I miei nemici sono vivi e forti,
troppi mi odiano senza motivo,
21mi pagano il bene col male,
mi accusano perché cerco il bene.
22Non abbandonarmi, Signore,
Dio mio, da me non stare lontano;
23accorri in mio aiuto,
Signore, mia salvezza.
Salmi 10
1'Al maestro del coro. In sordina. Salmo. Di Davide.'
2Loderò il Signore con tutto il cuore
e annunzierò tutte le tue meraviglie.
3Gioisco in te ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.
4Mentre i miei nemici retrocedono,
davanti a te inciampano e periscono,
5perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa;
siedi in trono giudice giusto.
6Hai minacciato le nazioni, hai sterminato l'empio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
7Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico,
è scomparso il ricordo delle città che hai distrutte.
8Ma il Signore sta assiso in eterno;
erige per il giudizio il suo trono:
9giudicherà il mondo con giustizia,
con rettitudine deciderà le cause dei popoli.
10Il Signore sarà un riparo per l'oppresso,
in tempo di angoscia un rifugio sicuro.
11Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.
12Cantate inni al Signore, che abita in Sion,
narrate tra i popoli le sue opere.
13Vindice del sangue, egli ricorda,
non dimentica il grido degli afflitti.
14Abbi pietà di me, Signore,
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici,
tu che mi strappi dalle soglie della morte,
15perché possa annunziare le tue lodi,
esultare per la tua salvezza
alle porte della città di Sion.
16Sprofondano i popoli nella fossa che hanno scavata,
nella rete che hanno teso si impiglia il loro piede.
17Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia;
l'empio è caduto nella rete, opera delle sue mani.
18Tornino gli empi negli inferi,
tutti i popoli che dimenticano Dio.
19Perché il povero non sarà dimenticato,
la speranza degli afflitti non resterà delusa.
20Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo:
davanti a te siano giudicate le genti.
21Riempile di spavento, Signore,
sappiano le genti che sono mortali.
22Perché, Signore, stai lontano,
nel tempo dell'angoscia ti nascondi?
23Il misero soccombe all'orgoglio dell'empio
e cade nelle insidie tramate.
24L'empio si vanta delle sue brame,
l'avaro maledice, disprezza Dio.
25L'empio insolente disprezza il Signore:
"Dio non se ne cura: Dio non esiste";
questo è il suo pensiero.
26Le sue imprese riescono sempre.
Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi:
disprezza tutti i suoi avversari.
27Egli pensa: "Non sarò mai scosso,
vivrò sempre senza sventure".
28Di spergiuri, di frodi e d'inganni ha piena la bocca,
sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
29Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l'innocente.
30I suoi occhi spiano l'infelice,
sta in agguato nell'ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero,
ghermisce il misero attirandolo nella rete.
31Infierisce di colpo sull'oppresso,
cadono gl'infelici sotto la sua violenza.
32Egli pensa: "Dio dimentica,
nasconde il volto, non vede più nulla".
33Sorgi, Signore, alza la tua mano,
non dimenticare i miseri.
34Perché l'empio disprezza Dio
e pensa: "Non ne chiederà conto"?
35Eppure tu vedi l'affanno e il dolore,
tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell'orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell'empio e del malvagio;
36Punisci il suo peccato e più non lo trovi.
37Il Signore è re in eterno, per sempre:
dalla sua terra sono scomparse le genti.
38Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri,
rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio
39per far giustizia all'orfano e all'oppresso;
e non incuta più terrore l'uomo fatto di terra.
Ezechiele 13
1Mi fu rivolta ancora questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, profetizza contro i profeti d'Israele, profetizza e di' a coloro che profetizzano secondo i propri desideri: Udite la parola del Signore:3Così dice il Signore Dio:
Guai ai profeti stolti, che seguono il loro spirito senza avere avuto visioni.4Come sciacalli fra le macerie, tali sono i tuoi profeti, Israele.5Voi non siete saliti sulle brecce e non avete costruito alcun baluardo in difesa degli Israeliti, perché potessero resistere al combattimento nel giorno del Signore.6Hanno avuto visioni false, vaticini menzogneri coloro che dicono: Oracolo del Signore, mentre il Signore non li ha inviati. Eppure confidano che si avveri la loro parola!7Non avete forse avuto una falsa visione e preannunziato vaticini bugiardi, quando dite: Parola del Signore, mentre io non vi ho parlato?8Pertanto dice il Signore Dio: Poiché voi avete detto il falso e avuto visioni bugiarde, eccomi dunque contro di voi, dice il Signore Dio.9La mia mano sarà sopra i profeti dalle false visioni e dai vaticini bugiardi; non avranno parte nell'assemblea del mio popolo, non saranno scritti nel libro d'Israele e non entreranno nel paese d'Israele: saprete che io sono il Signore Dio,10poiché ingannano il mio popolo dicendo: Pace! e la pace non c'è; mentre egli costruisce un muro, ecco essi lo intonacano di mota.11Di' a quegli intonacatori di mota: Cadrà! Scenderà una pioggia torrenziale, una grandine grossa, si scatenerà un uragano12ed ecco, il muro è abbattuto. Allora non vi sarà forse domandato: Dov'è la calcina con cui lo avevate intonacato?13Perciò dice il Signore Dio: Con ira scatenerò un uragano, per la mia collera cadrà una pioggia torrenziale, nel mio furore per la distruzione cadrà grandine come pietre;14demolirò il muro che avete intonacato di mota, lo atterrerò e le sue fondamenta rimarranno scoperte; esso crollerà e voi perirete insieme con esso e saprete che io sono il Signore.
15Quando avrò sfogato l'ira contro il muro e contro coloro che lo intonacarono di mota, io vi dirò: Il muro non c'è più e neppure gli intonacatori,16i profeti d'Israele che profetavano su Gerusalemme e vedevano per essa una visione di pace, mentre non vi era pace. Oracolo del Signore.
17Ora tu, figlio dell'uomo, rivolgiti alle figlie del tuo popolo che profetizzano secondo i loro desideri e profetizza contro di loro.18Dirai loro: Dice il Signore Dio: Guai a quelle che cuciono nastri magici a ogni polso e preparano veli per le teste di ogni grandezza per dar la caccia alle persone. Pretendete forse di dare la caccia alla gente del mio popolo e salvare voi stesse?19Voi mi avete disonorato presso il mio popolo per qualche manciata d'orzo e per un tozzo di pane, facendo morire chi non doveva morire e facendo vivere chi non doveva vivere, ingannando il mio popolo che crede alle menzogne.
20Perciò dice il Signore Dio: Eccomi contro i vostri nastri magici con i quali voi date la caccia alla gente come a uccelli; li strapperò dalle vostre braccia e libererò la gente che voi avete catturato come uccelli.21Straccerò i vostri veli e libererò il mio popolo dalle vostre mani e non sarà più una preda in mano vostra; saprete così che io sono il Signore.22Voi infatti avete rattristato con menzogne il cuore del giusto, mentre io non l'avevo rattristato e avete rafforzato il malvagio perché non desistesse dalla sua vita malvagia e vivesse.23Per questo non avrete più visioni false, né più spaccerete incantesimi: libererò il mio popolo dalle vostre mani e saprete che io sono il Signore".
Prima lettera ai Corinzi 10
1Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare,2tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare,3tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale,4tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo.5Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto.
6Ora ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono.7Non diventate idolàtri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: 'Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi'.8Non abbandoniamoci alla fornicazione, come vi si abbandonarono alcuni di essi e ne caddero in un solo giorno ventitremila.9Non mettiamo alla prova il Signore, come fecero alcuni di essi, e caddero vittime dei serpenti.10Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello sterminatore.11Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi.12Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.13Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.
14Perciò, o miei cari, fuggite l'idolatria.15Parlo come a persone intelligenti; giudicate voi stessi quello che dico:16il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?17Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane.18Guardate Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l'altare?
19Che cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è qualche cosa? O che un idolo è qualche cosa?20No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni;21non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni.22O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?
23"Tutto è lecito!". Ma non tutto è utile! "Tutto è lecito!". Ma non tutto edifica.24Nessuno cerchi l'utile proprio, ma quello altrui.25Tutto ciò che è in vendita sul mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di coscienza,26perché 'del Signore è la terra e tutto ciò che essa contiene'.
27Se qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di coscienza.28Ma se qualcuno vi dicesse: "È carne immolata in sacrificio", astenetevi dal mangiarne, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per motivo di coscienza;29della coscienza, dico, non tua, ma dell'altro. Per qual motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe esser sottoposta al giudizio della coscienza altrui?30Se io con rendimento di grazie partecipo alla mensa, perché dovrei essere biasimato per quello di cui rendo grazie?
31Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.32Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio;33così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Capitolo XLIV: Non ci si deve attaccare alle cose esteriori
Leggilo nella Biblioteca1. O figlio, molte cose occorre che tu le ignori, considerandoti come morto su questa terra, come uno per cui il mondo intero è crocifisso; molte altre cose, occorre che tu vi passi in mezzo, senza prestare ascolto, meditando piuttosto su ciò che costituisce la tua pace. Giova di più distogliere lo sguardo da ciò che non approviamo, lasciando che ciascuno si tenga il suo parere, piuttosto che metterci in accanite discussioni. Se sarai in regola con Dio e terrai conto del suo giudizio, riporterai più facilmente la vittoria.
2. Signore, a che punto siamo arrivati? Ecco per una perdita nelle cose di questo mondo, si piange; per un piccolo guadagno ci si affatica e si corre. Invece un danno spirituale passa nell'oblio, e a stento, troppo tardi, si ritorna in sé. Ci si preoccupa di ciò che non serve a nulla o a ben poco; e ciò che è sommamente necessario lo si lascia da parte con negligenza. Giacché l'uomo inclina tutto verso le cose esteriori, e beatamente vi si acquieta, se subito non si ravvede.
DISCORSO 342 SUL SACRIFICIO VESPERTINO E SULL'INIZIO DEL VANGELO DI GIOVANNI.
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaSegno della croce. Sacrificio della croce.
1. Debbo farvi un discorso sul sacrificio vespertino. Abbiamo infatti pregato col canto e, pregando, abbiamo cantato: Si alzi a te la mia preghiera come incenso; le mie mani siano alzate in sacrificio vespertino 1. Nella preghiera riconosciamo l'uomo, nell'alzarsi delle mani vediamo la croce. E` il segno che ci facciamo sulla fronte, il segno per cui siamo salvi. Segno irriso [in Cristo] perché fosse onorato, disprezzato perché fosse glorificato. Dio si manifesta perché l'uomo lo preghi; e Dio si nasconde per potere, come uomo, morire. Se lo avessero conosciuto infatti non avrebbero mai crocifisso il Dio della gloria 2. Questo sacrificio dunque, in cui la vittima è lo stesso sacerdote, ci ha riscattato per il sangue versato dal Creatore. Non con quel sangue ci ha creato ma con quel sangue ci ha riscattati. Noi siamo stati creati da colui che in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio 3. Da lui siamo stati creati. Il discorso prosegue così: Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, e nulla è stato fatto senza di lui 4. Questi è il nostro Creatore. Ed ora ascolta da chi siamo stati redenti: Quello che è stato fatto in lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini; e la luce splende nelle tenebre ma le tenebre non l'hanno accolta 5. E` sempre di Dio che si parla. Si parla sempre di Colui che resta immutabile, di Colui che richiede, per essere visto, la purificazione del cuore. Ma ancora non ha detto come si ottiene la purificazione. Ha detto: La luce splende fra le tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Ma perché non ci siano più le tenebre, perché possano accoglierla le tenebre dei peccatori, le tenebre degli infedeli, perché dunque essi cessino di essere tenebre e possano accogliere la luce, il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi. Considerate ora il Verbo: il Verbo fatto carne, il Verbo prima dell'incarnazione: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Tutte le cose per mezzo di lui furono fatte. Dov'è qui il sangue sparso? Qui si parla di chi ti ha creato, non del tuo riscatto. Dove si parla della redenzione? Ecco: Il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi.
Giovanni mandato prima di Cristo come lampada prima della luce del giorno.
2. Osserva quello che è stato detto poco sopra: La luce - è stato detto - splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta 6. Siccome le tenebre non hanno accolto la luce, era necessaria agli uomini una testimonianza di uomo. La loro vista non giungeva a sostenere la luce del giorno; forse poteva tollerare quella di una lucerna. Poiché dunque i loro occhi non erano idonei a vedere la luce del giorno, ma comunque tolleravano la luce della lampada, vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne per rendere testimonianza alla luce 7. Ma chi è, da chi è mandato costui, per rendere testimonianza alla luce? Come mai non era la luce, ma solo una lampada? Consideralo anzitutto come lampada. Vuoi sentire il rapporto tra lampada e luce del giorno, tra luce del giorno e lampada? [Gesù disse]: Voi avete inviato messaggeri a Giovanni.. . e avete voluto per qualche tempo rallegrarvi alla sua luce; egli era una lampada che arde e risplende 8. Giovanni [l'evangelista] che luce aveva davanti agli occhi, per disprezzare la lampada? Egli - dice - non era la luce ma doveva rendere testimonianza alla luce 9. A quale luce? Ecco: Egli era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo 10. Se illumina ogni uomo, dunque anche Giovanni Battista. Chi non voleva ancora rivelarsi come giorno, aveva intanto acceso la sua lampada come testimonianza. Ma era una tale lampada che doveva la sua luce allo splendore del giorno. Ascolta lo stesso Giovanni che lo proclama: Noi tutti abbiamo ricevuto dalla sua pienezza 11. Veniva ritenuto lui il Cristo, ma egli protestava di essere semplice uomo. Veniva creduto il Signore, ma egli proclamava di esserne il servo. Fai bene, lampada, a riconoscere la tua piccolezza, perché il vento della superbia non ti spenga. C'era, infatti, la luce vera, che illumina ogni uomo che viene nel mondo, cioè ogni essere capace di essere illuminato; in sostanza ogni uomo che ha mente e ragione che lo renda capace di essere partecipe del Verbo.
Due mondi.
3. Dove era la vera luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo con la sua anima razionale? Era nel mondo. Ma anche la terra e il sole e la luna erano nel mondo. Attento, occhio della mente umana alla luce del tuo giorno. Era in questo mondo e il mondo aveva cominciato ad esistere per suo tramite 12. Era qui in modo tale da esserci anche prima che ci fosse il mondo, non perché quasi non avesse il posto dove stare. Dio infatti abitando contiene, non è contenuto. Così egli era nel mondo in un modo stupefacente, in un modo che non si può esprimere. Il mondo fu fatto per tramite suo eppure il mondo non lo riconobbe 13. Ma qual è esattamente il mondo che tramite lui fu fatto? In principio Dio creò il cielo e la terra 14, perché tutte le cose tramite suo furono create. E qual è questo mondo che non lo riconobbe? C'è mondo e mondo, come c'è casa e casa; c'è la casa come costruzione, e la casa come abitanti. Quando si dice: " Fece una grande casa, costruì una bellissima casa " ci si riferisce alla costruzione edilizia. Ci si riferisce invece agli abitanti quando si dice: " E` una buona casa. Dio la benedica ", oppure: " E` una cattiva casa. Dio ne abbia pietà ". Concludendo: quando si dice: il mondo tramite suo fu creato si allude tanto all'abitazione quanto agli abitatori. Quando si dice: il mondo non lo conobbe si allude solo a chi lo abita.
I Giudei e i Gentili.
4. Venne fra la sua gente ma i suoi non l'hanno accolto 15. E allora perché venne come se non sapesse che i suoi non l'avrebbero accolto? Ma ascolta perché è venuto: per quanti lo accolsero. Vi furono dunque suoi che non lo accolsero e suoi che lo accolsero. Ci fu un mondo che non gli credette e un mondo che tutto intero ebbe fede in lui. Quando dico: " Tutto l'albero è pieno di foglie " non per questo s'intende che non ci sia posto per i frutti. L'una cosa è implicita nell'altra: albero pieno di foglie, albero pieno di frutti; foglie che vanno disperse, frutti che vanno raccolti. Dunque voi, suoi fedeli, suoi servi, voi che amate Dio, dei quali egli è la gloria, la speranza, la ricchezza, quando sentite: I suoi non lo accolsero, non affliggetevi. Voi siete suoi perché avete creduto. Quando si dice: I suoi non l'accolsero, di chi si tratta? Probabilmente dei Giudei, un tempo chiamati dall'Egitto, liberati dalla forza della sua mano potente, fatti passare salvi attraverso il Mar Rosso, su terreno asciutto, senza più nemici che li inseguissero, alimentati con la manna, liberati dalla schiavitù, condotti al regno, e riscattati con tanti benefici. Ecco chi sono " i suoi " che non lo accolsero. Ma non accogliendolo divennero estranei. Erano inseriti sul buon ulivo. Ma per la loro superbia furono abbattuti. C'era invece per tutto il mondo l'ulivo selvatico, disprezzato, per l'amarezza delle sue bacche tenuto in nessun conto. Tutto il mondo era infestato da questo ulivo selvatico e tuttavia per l'umiltà esso meritò di essere innestato lì dove l'ulivo buono per la sua superbia meritò di essere tagliato 16. Senti come parla l'ulivo superbo che è degno di essere abbattuto: Noi non siamo nati in servitù. Abbiamo per padre Abramo. Gli fu risposto: Se foste figli di Abramo, agireste come Abramo. E alla dichiarazione: Non siamo nati in servitù si può contrapporre: Veramente liberi sarete se il Figlio di Dio vi libererà. Vi vantate di essere liberi? Ricordatevi che chiunque pecca è servo del peccato 17. Quanto più al sicuro saresti, o uomo, quando fossi servo di un altro uomo anziché di una perversa cupidigia! Essi, da parte loro, con la loro superbia non accolsero l'Umile. Guarda invece come l'ulivo selvatico fu degno di essere innestato, nella figura di quel centurione non della stirpe degli israeliti ma dei pagani. Egli disse: Signore, non sono degno che tu entri nella mia casa 18. E il Signore di rimando: In verità vi dico: Non ho trovato tanta fede in Israele 19. Non ho trovato sull'ulivo quello che ho trovato sull'oleastro. Dunque l'ulivo superbo sia tagliato, e invece sia innestato l'umile oleastro. Vedilo mentre inserisce, mentre taglia: Perciò vi dico che molti verranno dall'Oriente e dall'Occidente 20. Verrà molto ulivo selvatico da innestarsi sull'ulivo buono e dimoreranno con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli 21. Hai sentito in che modo l'umile oleastro è inserito, ora ascolta come il superbo ulivo è tagliato: I figli del Regno andranno nelle tenebre esteriori. Qui vi sarà pianto e stridore di denti 22. Perché? Perché i suoi non lo accolsero. E perché venne inserito l'oleastro? Perché a tutti coloro che lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio 23.
Il potere di diventare figli di Dio.
5. Solleva il tuo cuore, o genere umano, respira aria di vita e di sicurissima libertà. Che cosa odi, che cosa ti viene promesso? Diede a loro il potere. Quale potere? Non certo quello di cui gli uomini vanno orgogliosi, di giudicare delle vite umane, di emettere sentenze discriminando innocenti da colpevoli. Il potere - ha detto - di diventare figli di Dio 24. Infatti figli non erano, ma lo diventavano, perché Colui, per il cui mezzo si diventa figli di Dio, prima era Figlio di Dio e poi si è fatto figlio dell'uomo. Essi erano figli di uomini e diventarono figli di Dio. Si è abbassato ad essere ciò che non era, lui che ben altro era e ha innalzato te ad essere ciò che non eri, te che ben altro eri. Solleva dunque la tua speranza. E` cosa grande ciò che ti è stato promesso, ma ben grande è colui che te l'ha promesso. E` una cosa grandiosa, sembra incredibile, si riterrebbe impossibile che figli di uomini possano diventare figli di Dio. Ma in loro favore fu fatto ancor di più, perché il Figlio di Dio si è fatto figlio dell'uomo. Solleva dunque la tua speranza, o uomo. Scaccia dal tuo animo l'incredulità. E` avvenuto qualcosa ancora più incredibile di ciò che ti è stato promesso. Già era stupefacente che l'uomo potesse avere la vita eterna, che potesse giungervi. Ma è cosa ancor più stupefacente il fatto che Dio sia giunto per te alla morte. Come puoi dubitare delle promesse se hai ricevuto una tale garanzia? Vedi dunque in che modo egli ti riassicura, in che modo avvalora la promessa divina: A quanti l'accolsero diede il potere di diventare figli di Dio. Con che tipo di generazione? Non certo con quella usuale, tradizionale, transitoria, fisica. Non da carne o da sangue - è stato detto - né da volontà di uomo, ma da Dio sono stati generati 25. Ti stupisci? La cosa ti appare incredibile? Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi 26. Ecco donde proviene il sacrificio della sera. Inseriamoci in esso: Colui che per noi si è offerto lo si offra insieme con noi. Così col sacrificio della sera si elimina la vita vecchia, e al sorgere del giorno nasce quella nuova.
1 - Sal 140, 2.
2 - 1 Cor 2, 8.
3 - Gv 1, 1.
4 - Gv 1, 3.
5 - Gv 1, 4-5.
6 - Gv 1, 5.
7 - Gv 1, 6-7.
8 - Gv 5, 33, 35.
9 - Gv 1, 8.
10 - Gv 1, 9.
11 - Gv 1, 16.
12 - Gv 1, 10.
13 - Gv 1, 10.
14 - Gn 1, 1.
15 - Gv 1, 11.
16 - Cf. Rm 11, 17.
17 - Gv 8, 33-39.
18 - Mt 8, 8.
19 - Mt 8, 10.
20 - Mt 8, 11.
21 - Mt 8, 11.
22 - Mt 8, 12.
23 - Gv 1, 12.
24 - Gv 1, 12.
25 - Gv 1, 13.
26 - Gv 1, 14.
Vittoria della chiesa militante sui suoi nemici per l’intercessione dell’immacolata concezione della S. Vergine Maria
Le visioni - Beata Anna Caterina Emmerick
Leggilo nella BibliotecaQueste visioni ci danno un’immagine della terribile lotta
guidata dai nemici di Dio contro la santa Chiesa di Gesù
Cristo, ma anche della vittoria finale sui suoi oppressori, i senza
Dio, per merito della grazia di Dio e dell’intercessione della
Immacolata Concezione della Santa Vergine.
La lotta fu così
generalmente bene organizzata e serrata che la santa Chiesa in un
primo momento dovette soccombere, ma Gesù Cristo pose i limiti
alla furia infernale scendendo in difesa della sua Chiesa: Le porte
dell’inferno mai prevarranno contro di essa . Il Salvatore non
ha abbandonato mai la sua Chiesa.
Lo ha dimostrato così
chiaramente che non possono esserci dubbi. Egli aiuta sempre la
medesima, nell’eternità, per mezzo della santissima
immacolata Vergine Maria. Sei secoli durarono i litigi per affermare
la gloria di Maria, per arrivare al giorno in cui la santissima
Immacolata Concezione di Maria potesse essere ritenuta come un dogma.
Re cristiani e imperatori si assunsero, per secoli interi, il compito
di stabilire questo giorno; molti santi per stabilire tale ricorrenza
hanno sofferto; membri di ordini religiosi hanno offerto il sangue e
la vita a Dio, come sacrificio per testimoniare la validità e
la verità di questo mistero della Chiesa, in modo che il dogma
si affermasse e portasse aiuto. Finalmente venne questo giorno per la
misericordia e la volontà infinita di Dio:
L’8
dicembre dell’anno 1854: “in virtù dell’autorità
di Gesù Cristo, per la Gloria della Santa indissolubile
Trinità, per la Gloria e per la venerazione della Verginità
della Madre di Dio, per l’elevazione della fede cattolica e per
l’accrescimento della religione cristiana, Papa Pio IX
dichiarò, che l’insegnamento dell’Immacolata
Concezione di Maria “è una dottrina rivelata e perciò,
la medesima, deve essere accettata indiscutibilmente da tutti i
fedeli” Nell’annunciare quest’insegnamento come
dottrina di fede, papa Pio IX ebbe la più sicura speranza e la
più piena fiducia» che la Beata Vergine Maria ci verrà
in aiuto in questi tempi così tanto dolorosi, nella misura in
cui i seguaci della Chiesa odono la voce del loro Pastore e per mezzo
della fervida devozione e della preghiera si sollecita il suo
intervento. Il nostro volto viene riempito di gioia», dice papa
Pio IX nella bolla Ineffabilis, e così continua: «e noi
portiamo al Nostro Signore Gesù Cristo l’espressione
dell’umiltà e della gratitudine più profonda.
Perciò gli uomini dovranno elevare sempre più sacrifici
devozionali a Lui, affinché ci preservi, per mezzo della sua
bontà, e sebbene senza nostro merito, questo onore, questa
gloria e questa lode dall’omaggio della sua santissima Madre.
Noi abbiamo la più sicura speranza e la più piena
fiducia, nella beatissima Vergine, la quale calpestò la testa
velenosa del serpente malvagio, portando la salvezza al mondo. Ella è
la lode e la gloria dei profeti, degli Apostoli e dei Martiri, la
gioia e la corona di tutti i Santi, il più sicuro rifugio e il
più fedele aiuto di tutte le persone minacciate dai pericoli.
Essa è la più influente e potente mediatrice,
l’ambasciatrice presso suo Figlio per tutto il globo terrestre.
Il più pregevole gioiello e ornamento della Chiesa cattolica.
Colei che allontana sempre tutte le eresie ed è la protezione
più permanente. Colei che provvede alle più impellenti
necessità dei popoli e anche delle nazioni ortodosse, e ci ha
liberati da così tanti pericoli. La Beatissima Vergine farà
in modo, per mezzo della sua potentissima intercessione, che la santa
madre Chiesa cattolica, allontanando tutte le difficoltà e
superando tutti gli errori, che tutti i popoli e tutti i luoghi
possano progedire, e quotidianamente fiorire e dominare da mare a
mare, da fiume a fiume, fino ai confini del globo terrestre, in modo
che si possa godere tranquillità e libertà; e che i
peccati gli uomini ricevano il perdono, i malati la guarigione, i
pavidi più forza, gli afflitti il sollievo, e chi si trova in
pericolo l’aiuto. Tutti coloro che si trovano sulla strada
dell’errore possano essere liberati dalle tenebre e possano
ritornare sulla strada della verità e della giustizia, e che
si abbia sempre un solo gregge ed un solo pastore».
Animato
dalla stessa fiducia anche papa Leone XIII ha incoraggiato di nuovo i
seguaci della Chiesa cattolica ad invocare la Consolatrice degli
afflitti, la Soccorritrice dei cristiani, la Regina del santo
rosario, in fervida e incessante preghiera dalla cui intercessione
verrà di nuovo data alla Chiesa pace, tranquillità e
libertà. Il Papa ha ordinato che tutti i preti cattolici della
terra offrendo il santissimo sacrificio della Messa si inchinino sui
gradini dell’altare, come servi della santa Chiesa,
rivolgendosi e supplicando la Madre di Colui, di cui sacrificano il
corpo e il sangue nella celebrazione e che consumano nella santa
Comunione. Che la invochino quale Regina e Madre della Misericordia,
per la nostra vita, la nostra dolcezza e la nostra speranza, per noi
e per tutta la Chiesa.
Gesù Cristo vuole aiutare la sua
santa Chiesa per mezzo di sua Madre, l’immacolata Concezione.
Queste dimostrazioni sono così chiare, per il fatto che Gesù
Cristo ha dato forza alla parola dei suoi ministri per mezzo di
numerosi segni e di miracoli. Chi non conosce gli innumerevoli
miracoli, che per mezzo dell’intercessione dell’Immacolata
Vergine di Lourdes danno ancor oggi i loro effetti? Come quegli altri
miracoli che dimostrano come Dio uno e trino vuole aiutare i poveri
figli di Eva attraverso colei che è la Figlia scelta del Padre
dei cieli, la Madre del Figlio divino, la Sposa dello Spirito Santo,
la dimora della santissima Trinità, la Madre e la mediatrice
di tutte le grazie divine, la Madre dell’aiuto eterno, la Madre
di tutti i fedeli, l’unico rifugio dei peccatori, la nostra più
sicura speranza! Non apparirà un caso a nessuno dei nostri
lettori se la pia Anna Katharina Emmerich, nelle sue visioni, vede
venire l’aiuto da dove l’attendono anche oggi le
gerarchie ecclesiastiche e tutti i fedeli cristiani, da parte della
purissima, santissima, immacolatissima Vergine e Madre di Dio, Maria.
Si deve notare che Anna Katharina Emmerich vede il continuo soccorso
del glorioso santo Arcangelo Michele, per la salvezza della santa
Chiesa dalle tremende avversità dei nostri tempi. San Michele
è colui che attraverso la sua umiltà vince lo spirito
della superbia e lo ha ricacciato nell’inferno. Ha ricacciato
il medesimo spirito che, tramite tanti strumenti, guida la lotta
contro la Pietra di Pietro e contro la Chiesa da lui fondata. Il
santo Michele è il capo di tutti i cori del Paradiso, l’Angelo
protettore di tutti i discepoli di Dio, e perciò ci aspettiamo
da lui in modo particolare protezione ed aiuto.
Nel tempo di
Pasqua dell’anno 1820 Anna Katharina Emmerich ricevette la
visione nella quale le venne mostrata l’intera devastazione
portata dalla miscredenza alla Chiesa e il futuro rinnovamento della
medesima. Le venne detto che la visione comprendeva sette periodi di
tempo; purtuttavia essa non fu più in grado di definire questi
periodi, ma raccontò semplicemente in questo modo:
Io
vidi la terra come una superficie rotonda che veniva coperta
dall’oscurità delle tenebre. Tutto si disseccava ed era
morente. Io vidi questo in innumerevoli particolari di tutta la
creazione, gli alberi, piante, fiori e campi. Sembrava come se tutta
l’acqua dei laghi, dei fiumi e dei ruscelli si fosse
prosciugata oppure si fosse ritirata nella sua sorgente. Camminai
sulla terra inaridita e vidi i fiumi come linee sottili, i mari
divenuti neri precipizi, di cui si vedevano al centro soltanto
sottili linee d’acqua. Tutto il resto era ridotto ad un immenso
pantano nel quale vidi ogni specie di animali e pesci lottare contro
la morte. Mi inoltrai tanto da poter scorgere e riconoscere
chiaramente la riva del fiume dove vidi una volta sprofondare San
Clemente. Vidi anche luoghi e persone vivere in uno stato di
annebbiamento e di triste confusione e rovina; con le immagini della
siccità della terra vidi nello stesso tempo crescere le opere
oscure degli uomini. Mi apparvero anche in modo chiaro e
dettagliatamente le loro atrocità; riconobbi Roma e mi apparve
il tormento della Chiesa e il suo crollo interno ed esterno. Grandi
cortei di uomini andavano verso un punto e tutto volgeva in una
lotta. Tra di loro si frapponeva una grande macchia scura che
sembrava un enorme burrone. I combattenti ingaggiarono una grande
battaglia intorno a questo baratro; essi diminuivano sempre più,
finché sembrò che tutti i restanti cadessero dentro
questo baratro, senza nemmeno accorgersene. Frattanto vidi in mezzo
alla rovina, dodici uomini che ricevevano nell’anima i raggi
dello splendore dell’Acqua viva. Essi erano sparpagliati nelle
più disparate regioni e nessuno di questi sapeva
dell’esistenza dell’altro. Nessuno dei dodici superava i
quarant’anni, tre di questi appartenevano al clero e alcuni
volevano divenire sacerdoti; costoro portavano gli abiti
tradizionali, originari del proprio paese, e tutto quello che era
andato perduto lo ricevevano di nuovo da Dio usandolo per il bene.
Vidi perfino nell’oscura rovina falsi profeti e gente comune
portare avanti gli scritti di questi dodici apostoli. Presi
conoscenza di come essi rifuggivano la confusione e poi, sempre di
nuovo, comparire più chiaramente in pubblico. In un’altra
immagine vidi cento donne sedute, sembravano essere in uno stato
estatico, con loro si trovavano degli uomini attratti dalle loro
profezie. Mi assalì un senso di orrore e ripugnanza nel loro
confronto. Vidi di nuovo la ridda che si stringeva intorno al nero
precipizio e i combattenti che si diradavano sempre più;
durante la lotta era scomparsa un’intera città. I dodici
Apostoli guadagnavano sempre più seguaci, e da un’altra
città (cioè la vera città di Dio, Roma), si
dipartiva un luccicante cuneo che penetrava nell’oscura
voragine. Vidi, sulla Chiesa che adesso appariva molto piccola,
ergersi una figura femminile splendida con un mantello largo e
spiegato color blu-cielo e con una corona di stelle sul capo. Da lei
fuoriusciva una luce che penetrava sempre piò nelle tenebre
nebbiose. Dove penetrava questa luce, accarezzando le cose, tutto
veniva rigenerato e fiorente. In una grande città vidi la
chiesa più miserabile divenire la prima . I nuovi Apostoli
apparvero tutti insieme avvolti di splendore; vidi pure altri che
conoscevo. Adesso rifioriva di nuovo tutto. Vidi un Papa nuovo e
severo, e la voragine oscura rimpiccolirsi sempre più. Tre
comunità si fusero sotto lo splendore di una luce. Queste
comprendevano gente buona e illuminata che entrava nella Chiesa. Così
tutto venne rigenerato e rinnovato. Le acque presero a scorrere di
nuovo e tutta la natura entrò in una perfetta armonia e
divenne verde e fiorente. Vidi costruire chiese e conventi.
Il
28 agosto 1820 Anna Katharina Emmerich raccontò del conforto
ricevuto dalla seguente immagine: Ricevetti una visione sulla Chiesa
di Pietro:
questa si librava sulla terra e tutta la gente si
affrettava ad entrare dentro per sostenerla. Vidi in quest’azione
di soccorso partecipare i grandi e i piccoli, preti e laici, donne e
bambini e perfino vecchi storpi. Mi sopravvenne la paura, poiché
mi sembrò che la Chiesa rimbombasse ovunque pronta a cadere.
Le fondazioni e tutte le pareti sembravano pronte a crollare, la
gente pose dappertutto le spalle a sostegno, e in questo momento
tutti divennero della stessa grandezza. Ognuno prese il suo proprio
posto nella medesima: ì preti sotto gli altari, i laici sotto
i pilastri e le casalinghe sotto l’ingresso. Tutti quanti
sorreggevano la Chiesa sostenendo i grandi pesi delle pareti, delle
porte, ecc. Pensai che ne sarebbero rimasti schiacciati. Ma il tetto
della Chiesa era aperto e vidi i Cori dei Santi e, per mezzo delle
loro preghiere e il loro merito, sostenere e aiutare coloro che
reggevano la Chiesa. Io pregavo mentre mi trovavo sospesa nell’aria
tra la gente e i Santi. I sostenitori della Chiesa adesso facevano un
passo avanti.
Vidi poi, attraverso il tetto della Chiesa, la
Vergine Maria con intorno Apostoli e vescovi mentre al di sotto si
svolgevano grandi processioni e celebrazioni. Mi apparvero pure tutti
i cattivi amministratori della Chiesa, coloro che pur avendo creduto
di aver fatto qualcosa per la Chiesa in effetti non avevano fatto
nulla. Dall’alto scendevano anche molte benedizioni e molti
cambiamenti; vidi anche il Papa che era stato l’artefice del
rinnovamento; molti uomini semplici e poveri, giovani e vecchi si
elevavano nelle dimensioni dello spirito.
A Natale del 1819
Anna Katharina Emmerich raccontò al “pellegrino”
altre visioni: Io vidi intorno alla Chiesa di Pietro una enorme
quantità di persone, alcune occupate a distruggerla e molte
altre, invece, a ripristinarla.
Vidi il Papa in preghiera
circondato da falsi amici, i quali spesso agivano in contrasto alle
sue disposizioni. Un individuo piccolo e nero agiva freneticamente
contro la Chiesa di Dio, e mentre quest’ultima veniva così
abbattuta, dall’altra parte era anche ricostruita, ma, per la
verità, senza molto vigore.
Vidi molti religiosi che
conoscevo, come il vicario generale, questo fatto mi confortò,
dandomi molta gioia. Egli camminava diritto attraversando le rovine,
senza lasciarsi disturbare minimamente da quelle scene, e disponeva
per la conservazione o la costruzione Vidi anche il mio confessore
fare un lungo giro vizioso, trascinandosi dietro una grande pietra.
Mi apparvero pure altri preti, che pregando con il loro breviario,
portavano il peso di un sassolino come se facessero un grande
sacrificio; il sassolino lo portavano sotto il mantello pronti a
passarlo addirittura agli altri. Costoro mi apparivano come se non
avessero fiducia in quello che facevano e nessuna voglia di sapere
per quale scopo si lavorava. Tali visioni erano dense di realtà
strazianti.
Tra queste immagini mi apparve tutta la parte
anteriore della Chiesa in piena rovina. Solo il Santissimo reggeva
ancora. Io ero molto afflitta e pensavo sempre: dove sarà
l’essere che vidi salvare la Chiesa con l’abito rosso e
la bandierina bianca? Poi scorsi una figura femminile ergersi
maestosa nella grande piazza di fronte alla Chiesa. Vidi che essa si
librò leggermente in alto e giunse sulla cupola, ivi giunta
afferrò con entrambe le mani il suo immenso mantello dai raggi
dorati e lo allargò sulla Chiesa in segno di protezione. I
distruttori non potevano più farsi avanti e in nessun modo
erano in grado di avvicinarsi allo spazio coperto dal mantello.
Incoraggiati da questa apparizione, i costruttori della Chiesa
aumentarono il loro lavoro. Si raggrupparono in quel luogo uomini
vecchissimi, storpi e persone cadute nella dimenticanza, come anche
molti giovani forti, donne e bambini, religiosi e laici, tutti
accorsero in un sol punto per ristabilire l’edificio della
Chiesa. Poi vidi giungere un nuovo Papa con una processione. Sebbene
questo fosse più giovane del Papa precedente, era anche molto
più severo. Venne accolto con i più grandi
festeggiamenti. Sembrava come se volesse inaugurare la Chiesa, ma io
sentii una voce: “Non c’è bisogno di una nuova
inaugurazione, soltanto il Santissimo è rimasto al suo posto”.
Ci fu però una duplice e grande celebrazione ecclesiastica, un
giubilo generale e la Chiesa fu ripristinata. Prima che il Papa
iniziasse la celebrazione il suo contorno era già preparato
alle varie sostituzioni; vidi uscire dall’assemblea un certo
numero di persone distinte e strettamente religiose che senza
obiezioni proseguirono il loro cammino in altra direzione, mentre
altri lasciarono l’assemblea con rabbia e brontolii. Il Papa
allora, dopo aver proceduto alle sostituzioni di laici e religiosi,
iniziò la grande celebrazione nella Chiesa di san Pietro.
30
dicembre: Di nuovo vidi la Chiesa di san Pietro con la sua alta
cupola, Michele stava lì sopra luccicante, nella sua veste
rosso-sangue, con una grande bandiera di guerra nella mano. Frattanto
nel mondo si svolgeva un grande conflitto. Verdi e blu lottavano
contro i bianchi sui quali pendeva una spada e sembravano interamente
soccombere; ma nessuno conosceva il motivo per cui lottava. La Chiesa
aveva pure assunto interamente il colore rosso-fuoco come quello
dell’Angelo, e mi fu detto:
“Essa sarà lavata
nel sangue”. Quanto più durava la battaglia tanto più
il colore della Chiesa diveniva acceso. L’Angelo allora scese
dalla cupola sulla terra ed entrò nel folto della mischia poi
si addentrò tra le schiere dei bianchi. Lo vidi quindi in
molteplici azioni attivo tra le fazioni in lotta. A quella presenza i
bianchi presero un coraggio meraviglioso, ma non ne conoscevano la
causa, poiché l’Angelo agiva mantenendosi invisibile. I
nemici dei bianchi, dietro l’influsso di quella forza
invisibile, furono colti dalla paura e presero a fuggire da tutte le
parti.
Sui bianchi vincenti era scomparsa la minaccia della spada di
fuoco, e in cielo, proprio sul campo di battaglia, erano apparse
teorie di Santi, i quali segnavano con le mani dei simboli nell’aria.
Essi erano, seppur nella diversità, raccolti in un’unico
corpo spirituale. Quando l’Angelo scese dalla cupola della
Chiesa vidi, su di esso, apparire in cielo una Croce grande e
scintillante sulla quale era appeso il Salvatore. Dalle sue piaghe
splendenti si irradiavano su tutto il mondo fasci luminosi. Le piaghe
erano rosse come chiazze luccicanti. Egli non aveva la corona di
spine ma da tutte le piaghe della testa si sprigionavano raggi
orizzontali sul mondo. Lo splendore delle mani, dei fianchi e dei
piedi emetteva i colori dell’arcobaleno che si irradiavano
intensamente verso il mondo, sui villaggi, città, case, ecc.
lo vidi dappertutto, lontano e vicino, diversi tipi di casi mortali e
le anime erano assorbite in uno di questi raggi colorati e salivano
nelle dimensioni celesti, dalle piaghe del Signore. L’energia
emanata dalle piaghe del costato del Signore fluiva ampiamente verso
la Chiesa terrena, la quale ne veniva interamente illuminata. Vidi le
anime salire dal Signore assorbite da questa luce. Mi apparve anche
un Cuore che lievitava nel cielo, era rosso e illuminato e dirigeva
sulle piaghe un fascio di raggi bianchi. Poi dal medesimo si
diffondeva, a sua volta, un altro raggio di luce sulla Chiesa e in
molte regioni del mondo. Questo elevarsi e alternarsi di energie
assorbiva e salvava molte anime, le quali, attraverso il Cuore e il
fascio di luce, potevano affiancarsi a Gesù. Mi venne detto
che MARIA sarebbe stata questo Cuore. Quando la battaglia sulla terra
ebbe termine gli Angeli e la Chiesa, che erano prima scomparsi,
divennero visibilmente luminosi e bianchi. Anche la Croce era
scomparsa e al suo posto, sulla Chiesa, comparve una figura
femminile, alta e piena di splendore che spiegava il suo mantello dai
raggi dorati. Sotto la Chiesa apparivano reciprocamente
mortificazione e conciliazione. Vidi vescovi e pastori avvicinarsi e
scambiarsi i loro libri. Le sette riconobbero la Chiesa, convinte
dalla meravigliosa vittoria dei bianchi e dalle luci della
Rivelazione che avevano visto scendere su di loro. Queste luci
avevano la loro origine nella foce del fiume, nel luogo dove Giovanni
aveva eseguito la sua missione. Quando io vidi tutto ciò ebbi
la profonda sensazione che il Regno di Dio fosse vicino. La natura si
rinvigoriva, tutto sembrava elevarsi ad una vita superiore e
splendente, conseguentemente in tutti gli uomini cresceva un’attività
interiore sacra, come al tempo della nascita di Cristo. Sentii tutto
questo tanto vicino che esultai . Dall’arrivo di Maria, e già
dai suoi primi antenati, avevo avuto la sensazione che soltanto la
sua esistenza sarebbe fiorita. Vidi che questi miei sentimenti erano
condivisi da tanti umili, fedeli cristiani. Vidi molti agnelli sulla
terra, raggruppati in piccoli branchi luminosi e portati al pascolo
dai pastori; vidi pure colui che come un agnello diede il sangue per
noi, dispensando agli uomini un infinito amore e la forza di Dio. Io
vidi pure i “pastori”, che conobbi e mi erano vicini, ma
non comprendevano bene il tutto; mi augurai intensamente di
svegliarli dal sonno.
Prendendo come spunto un ricordo di scuola mi collegai al pensiero
ingenuo della Chiesa come Madre. Il nostro maestro diceva spesso:
“Chi non prende la Chiesa per sua madre, non considera Dio suo
padre!” Adesso ritornavo a pensare, come a quei tempi: “Se
la Chiesa è fatta di pietra, come può essere mia
madre?” A questo punto la Chiesa comparve innanzi ai miei occhi
come una donna bella e stupenda e le rinfacciai di essere così
trascurata, e continuasse a farsi maltrattare in questo modo dai suoi
servitori. Essa mi diede nelle braccia un bel Bambino e mi disse che
era suo figlio, ricevetti ora la certezza interiore che quella figura
era Maria, allora pregai anche per suo Figlio, il Bambino Gesù,
con il quale poi ebbi un lungo colloquio. Maria sarebbe la Chiesa
stessa, e la Chiesa nostra madre, e Dio nostro padre, e Gesù
nostro fratello.
Al pensiero che da bambina andavo dalla madre di
pietra, la nostra madre Chiesa, mi sentii davvero felice. ‘Così
vado e mi immedesimo nella santa Madre», per grazia di Dio.
Sempre presa dal presentimento dell’avvicinarsi del Regno del
Signore, mi comparve una grande ,celebrazione nella Chiesa che, dopo
il superamento della battaglia, splendeva come un sole. I nemici si
erano sparpagliati e non furono perseguitati. Numerose processioni si
snodavano innanzi e dentro la Chiesa che adesso era presieduta dal
nuovo e severissimo Papa. Prima dell’inizio della celebrazione
egli, come già vidi, aveva scacciato via molti vescovi e
pastori ihdegni. Questa festa nella Chiesa fu particolarmente
celebrata dagli Apostoli.
Mi apparvero giardini celesti e
splendenti calare dal cielo e porsi nei luoghi luminosi della terra e
immergersi nella luce delle origini. Anna Katharina Emmerich
ricevette ancora altre visioni sulla Gerusalemme celeste:
«Vidi
nelle strade splendenti della città di Dio palazzi pieni di
luce e giardini, nei quali innumerevoli gruppi di Santi lodavano Dio
e si muovevano influendo sulla Chiesa. Nella Gerusalemme non c’è
nessuna Chiesa, Cristo stesso è la Chiesa. Maria troneggia
sulla città di Dio e su di Lei Cristo e la Santissima Trinità.
Da questa cade come rugiada la luce su Maria, e da essa si diffonde
su tutta la città santa. Sotto la città di Dio vidi la
Chiesa di Pietro e un giubilio. Sentii che nonostante tutte le sue
negligenze l’uomo avrebbe potuto sempre ricevere da questa la
vera luce in sé. Vidi le vie che Portano alla Gerusalemme
celeste, e i santi pastori che guidano in quel luogo le anime
perfette del loro gregge. Queste vie non erano ancora molto affollate
e riconobbi anche la mia strada verso la città di Dio. A mezza
strada riconobbi un gruppo di persone che, in un modo o nell’altro,
avevo aiutato. Mi ricordai così, e potetti pure vederli, di
tutti i bambini e i poveri per i quali avevo confezionato abiti. Mi
meravigliai, rallegrandomi particolarmente per i vari modelli che ero
riuscita a confezionare. Mi comparvero allora le immagini relative al
mio servizio per gli altri. Durante la mia vita avevo servito alcune
persone con consigli, esempi, sostegno, preghiera, e sofferenza.
Immaginai il vantaggio che queste persone ne avevano saputo trarre,
chi più e chi meno, altri niente affatto. Vidi questo sotto il
simbolo della coltivazione di un giardino: costoro lo avevano
custodito, continuato ad accudirlo oppure lasciato rovinare, nel modo
con cui avevano curato queste mie opere.
Dal principio di
agosto fino alla fine di ottobre 1820 la pia suora, Anna Katharina
Emmerich, fu impegnata in preghiere ed esercizi di intercessione per
il santo Padre. Tale compito volle assumere, in seguito ad un’ampia
visione dove le venne mostrata, sempre in immagini simboliche, la
condizione di tutta la Chiesa di Pietro, sottoposta a guerre
ininterrotte di annientamento su tutto l’emisfero terrestre. Le
guerre contro la Chiesa di Cristo erano guidate dal radicato impero
dell’anticristo il quale si esprime nell’animale
apocalittico, che portato dall’acqua emerge dal mare per la
battaglia contro il gregge di Cristo. Da questa visione il
“pellegrino” trasse le sue conclusioni: È
certamente piena di lacune, ma quello che lei ha visto in queste
forme nude, e che può descrivere solo a fatica, si accosta
molto alle forme della Rivelazione cli Giovanni, sebbene essa non le
conosca affatto, e ancora meno dalla Sacra Scrittura e dai libri.
Quando racconta le sue visioni sembra che legga in un libro come se
guardasse e vedesse cose lontane ma tuttavia presenti. La pia suora
così inizia il racconto di questa visione: ‘Io vidi
nuovi martiri, non di adesso, bensì del futuro, io vidi dopo
una pausa, così proseguì:
‘Vidi gente
precipitarsi verso la grande Chiesa, si unì anche un animale
disgustoso e tremendo, appena emerso dal mare: aveva una coda come un
pesce e zampacce come un leone, e molte teste che erano disposte come
una corona intorno a quella più grande. La sua bocca era
grande e rossa; era striata come una tigre ed era sicura alleata e
ben affiatata con i nemici e i distruttori della Chiesa. Quando
questi lavoravano la bestia era sempre in mezzo a loro. Costoro si
recavano qualche volta dalla bestia, nella caverna dove si
nascondeva.
-Frattanto vidi dovunque, nel mondo, molta gente tormentata devoti
e particolarmente i religiosi venire incarcerati o oppressi, e
ricevetti la sensazione che tali persone sarebbero diventate i nuovi
martiri. Quando la Chiesa fu quasi del tutto caduta in rovina, e
ormai restavano solo il coro e l’altare, i demolitori entrarono
con la bestia nella Chiesa ma Si trovarono di fronte ad una donna
grande e maestosa. Essa si muoveva come un corpo benedetto, camminava
molto lentamente, i nemici ne ebbero molto timore, la bestia si fermò
e tese la sua gola verso la donna, come se volesse inghiottirla. Ma
appena la donna la guardò, e fece per andarle incontro, la
bestia fuggì nel mare e i nemici scapparono confusi.
Da una certa lontananza, dalla terra come dal cielo, vidi affluire
grandi gruppi di figure e mettersi in circolo intorno alla Chiesa. Il
primo consisteva di giovani e ragazze, il secondo di coppie di ogni
rango, re e regine, il terzo di membri di ordini religiosi, il quarto
dì guerrieri. Davanti a questi guerrieri ne vidi uno in modo
particolare che cavalcava un cavallo bianco. L’ultimo gruppo,
che pure si pose in circolo, era composto da cittadini e contadini,
tra i quali molti erano contrassegnati con una croce rossa sulla
fronte. Mentre essi si avvicinavano, stringendosi sempre più
in circolo, si univano a loro carcerati e oppressi. La gente di tutti
questi cortei voleva radunare i congiurati in un sol punto.
Allora i nemici della Chiesa, per sfuggire, presero a muoversi
nelle più diverse direzioni senza che ne avessero la
coscienza, ed erano molto confusi. Non sapevano cosa facevano, e
neppure cosa avrebbero dovuto fare, e perciò correvano l’uno
contro l’altro, cozzandosi a vicenda nel parapiglia. Quando
poi, finalmente, furono serrati tutti insieme dai “gruppi della
Fede”, li vidi rinunciare al loro lavoro distruttivo della
Chiesa e sparpagliarsi. La Chiesa aveva ripreso il suo magnifico
splendore. Fin dai confini del mondo la gente di buona volontà,
di tutte le condizioni e della terra intera, aveva formato un’immane
catena umana per passarsi ad una ad una le pietre per ricostruirla.
Vidi ancora tanti uomini cattivi e altri che sarebbero divenuti
martiri per Gesù.
La Chiesa fu del tutto ricostruita in breve tempo. Dietro di
questa, in alto su un monte, vidi l’Agnello di Dio e intorno un
corteo di vergini con palme e le cinque schiere celesti, che
rispecchiavano ed erano in sintonia con quelle terrene. Intorno
all’Agnello stavano pure le quattro sacre bestie
dell’Apocalisse’.
Il 10 agosto così raccontò:
Vedo il santo Padre in grande assillo; abita in un altro palazzo
circondato da poche persone di fiducia, le sue forze stanno per
confrontarsi con la fazione cattiva. Se le forze del male avranno la
meglio egli soffrir ancora grandi tribolazioni prima della sua morte.
Vedo la chiesa delle tenebre in crescita e influire in modo negativo
sul mondo del sentimento. La pena del santo Padre e della Chiesa è
realmente così grande che si deve supplicare Dio giorno e
flotte. Io sono stata guidata questa notte a Roma, vedo il santo
Padre in una grande pena d’animo ancora nascosto per sfuggire
alle sinistre minacce. Egli è stanchissimo e del tutto sfinito
dagli assilli, dalla tristezza e dalle preghiere. Si nasconde perché
non può più reggere, gli è vicino un prete che è
Un suo devotissimo amico ricolmo della grazia di Dio, che vede e
annota molto, e comunica tutto fedelmente al santo Padre. A questo
sacerdote dovetti rivelare, in preghiera, quelli che erano i
traditori e i cattivi intenzionati: altissimi funzionari e fiduciari
stessi del santo Padre. In questo modo il Papa sarebbe stato messo in
guardia in modo da non confidarsi più con chi gli era vicino,
ma che in realtà era suo nemico. Egli è così
debole che non può più camminare’.
25
agosto: Non so come stanotte giunsi a Roma, mi trovai vicino alla
chiesa di S. Maria Maggiore e vidi colà molta gente povera e
devota piena di paura e preoccupazione a causa del ritiro del Papa.
Per questo motivo c’era inquietudine in città e la gente
si era recata a supplicare la Madre di Dio. Sembrava che non volesse
aspettare l’apertura della chiesa e prese a pregare già
all’esterno. Adesso mi vidi all’interno della chiesa e
aprii le porte, la gente entrò piena di ansia e meravigliata
di vedere finalmente le porte aperte. Io ero dietro le porte ed essi
non mi videro. Non si teneva l’Ufficio divino e c’erano
solo le lampade votive che ardevano. Le persone adesso pregavano in
modo tranquillissimo. Vidi allora apparire la Madre di Dio, la quale
mi disse che il pericolo sarebbe aumentato e perciò la gente
dovrebbe pregare ferventemente in modo devoto, con le braccia aperte
e distese e rivolgere solo tre Pater al Supremo. Suo figlio ha
pregato sulla croce anche in questo modo e così tutti quanti,
a mezzanotte e in questo stesso luogo, avremmo dovuto pregare, le
porte della chiesa sarebbero rimaste sempre aperte per questo fine, i
fedeli avrebbero dovuto supplicare e pregare in special modo affinché
la chiesa delle tenebre ricada di nuovo nell’abisso. La Madre
di Dio parlò poi di molte cose assai difficili a spiegarsi;
appresi che solo un prete avrebbe offerto un sacrificio incruento
dignitosamente e consapevolmente come fecero gli Apostoli,
allontanando tutti i pericoli. Io non posso sapere se le persone
nella Chiesa videro quest’apparizione ma furono mossi da
qualcosa di soprannaturale perché quando la Santa Vergine
disse che essi avrebbero dovuto supplicare Dio con le braccia aperte
tutti le sollevarono. Questa gente, buona e devota, adesso era
diventata sprovveduta e disorientata. Tra loro non c’era nessun
nemico eppure sembravano aver paura l’uno dell’altro’.
10 ottobre. Vidi la Chiesa di Pietro distrutta fino al coro e
all’altare maggiore. Michele scese, con l’armatura e i
legacci nella chiesa e impedì di entrare a molti pastori
cattivi e li costrinse in un angolo oscuro dove sedettero e
guardarono. I] danno alla Chiesa venne presto rimediato con qualche
piccolo restauro e la santa Messa poté essere celebrata
presto, in modo completo. Dall’esterno vennero eretti di nuovo
i muri, con le pietre, da preti e laici, poiché i distruttori
non riuscirono a sradicare le pietre delle fondamenta che erano
rimaste intatte.
Anna Katharina passò, per un periodo, tutte le notti in
preghiera con le braccia aperte e dovette contenere duri attacchi del
maligno. Quest’ultimo piombò tre volte contro di lei per
strangolarla. «Mi rinfacciò tutti i miei errori della
giovinezza, che io non accettai, presi tutte le mie reliquie e così
lo combattei. Finalmente mi vidi tranquilla nel mio letto, segnai
ogni lato con piccole particelle della croce». La notte
successiva la trascorse nella stessa preghiera e lottò ricca
di successo, contro il nemico, tanto che più volte cantò
il “Te Deum”. Alla sera del l ottobre il “Pellegrino”
trovò Anna Katharina in uno stato di sfinimento, bagnata di
sudore per le ininterrotte preghiere. La pia suora disse al
“Pellegrino” che le sarebbe stato comandato da san
Michele, insieme ad altri compiti, di chiedere suppliche per la
Chiesa, in sette giorni essa avrebbe dovuto concludere la Missione.
«La Chiesa — si lamentò Anna Katharina —,
è in grande pericolo, io devo chiedere e supplicare chi viene
da me di pregare per la salvezza della Chiesa, pregarlo affinché
reciti il Padre nostro. Si deve pregare affinché il Papa non
lasci Roma; ci sono molti pericoli e sì deve invocare il
Signore che faccia mantenere la presenza dello Spirito Santo
nell’animo del nostro Papa’.
Quando il “Pellegrino”
la mattina del 4 ottobre giunse da Anna Katharina Emmerich, la trovò
sfinita per gli altri strapazzi notturni. Non posso nemmeno esprimere
quanto ho sofferto disperatamente, tanto da restarne quasi morta.
Questa lotta mi fu mostrata in precedenza da molto tempo; allora vidi
una persona assalita da molti demoni che combatteva contro i
medesimi. Adesso ho potuto riconoscere molto bene che io stessa ero
questa persona. Ho dovuto combattere contro tutto un esercito di
demoni, ho pregato tanto e sono stata aiutata. Se i Santi non mi
avessero soccorso non avrei potuto superare tutto ciò. Caddi
nella battaglia senza forze e mi trovai in difficoltà, ma
sapevo quanto fosse importante lottare e vincere. Vidi un demonio in
particolare fare del tutto per arrecarmi del male, inviandomi perfino
gente da lontano per tormentarmi e indebolirmi.
Stanotte, in una visione sul Papa, ho visto San Francesco portare
la Chiesa, la vidi anche portata sulle spalle da un piccolo uomo che
aveva tratti giudei nel viso. Sembrava come se incombesse un pericolo
grave. Maria apparve sul lato nord della Chiesa con il suo manto
protettore aperto. Il piccolo Uomo sembrava cadere, e i dodici, che
io continuavo sempre a vedere come i nuovi Apostoli, e che avrebbero
dovuto aiutarlo, pur muovendosi molto lentamente, vennero e lo
risollevarono, furono d’aiuto pure molti Angeli. La Chiesa era
semidistrutta di nuovo ma c’era ancora il pavimento e la parte
posteriore il resto era stato distrutto dalla Sette segrete e dagli
stessi servitori della Chiesa. i dodici la portarono in un altro
posto, mentre alcuni Palazzi sprofondavano intorno a loro come grano
dalle spighe. Quando vidi la Chiesa di Pietro in quella condizione e
come tanti religiosi avevano contribuito all’opera di
distruzione, senza che ciò apparisse pubblicamente, ebbi una
tale pena che invocai la pietà di Gesù. In seguito a
tale invocazione mi apparve il mio Sposo celeste, come un giovane, e
mi parlò per lungo tempo. Egli mi disse che la Chiesa solo
apparentemente sembrava crollare sotto questo peso, ma in verità
da questo carico ne verrà la tranquillità e la Chiesa
risulterà sui suoi nemici nuovamente vincitrice. Se anche un
solo cristiano cattolico le resterà fedele, essa potrà
vincere ancora. Il Signore mi mostrò come alla Chiesa non
siano mai mancate persone che pregano e soffrono per la sua causa e
mi mostrò tutto questo in relazione al martirio che ha dato il
contributo e la forza più grande alla Chiesa e allo sviluppo
del cristianesimo, e come Egli stesso avreb— be dovuto
continuare a patire a questo fine. In virtù di questi
sacrifici e contributi di sangue la Chiesa risorgeva sempre di nuovo,
in tutte le epoche. In innumerevoli immagini il Signore mi fece la
grazia di farmi vedere, in sempre più vasti esempi, tutta la
miserabile attività dei cristiani e dei religiosi, e perciò
mi esortò a pregare e soffrire per tutti in modo perseverante.
Fui resa consapevole che i cristiani intesi nel senso vero della
parola non esistono più. Restai molto addolorata
nell’apprendere questa realtà.
Visioni del 7
Ottobre.Ho fatto un lungo viaggio, continuando la mia missione, e fui
a Roma nelle catacombe. Partecipai alla vita di un martire che viveva
nelle catacombe in segreto con altri, e aveva convertito molti. Era
stato da Tecla recentemente. Ho dimenticato il suo nome. Già
da ragazzo si recava nelle catacombe e nelle carceri con le pie donne
per recar conforto ai cristiani. Visse per un certo tempo nascosto in
un eremo. Più tardi soffrì un grande martirio e infine
fu decapitato; egli stesso portò il suo capo via non ricordo
più precisamente la storia. Mi vidi in un sotterraneo, forse
le catacombe, con Francesca Romana e questo martire, il pavimento era
pieno di fiori grazie alla fioritura dei dolori dei martiri. Erano
fiorite particolarmente molte belle rose bianche ed io ne vidi una
particolarmente che si posò sul mio petto (era la reliquia di
questo santo martire). Fui ancora in molti luoghi, vidi innumerevoli
fiori che simboleggiano i forti dolori dei martiri, li colsi e mi
decisi di prenderli su di me per servire gli attuali bisogni
emergenti della Chiesa.
Quando, con Francesca e il santo martire, giunsi a Roma, vedemmo
un grande palazzo (il Vaticano), avvolto nelle fiamme. Fui molto
turbata, nessuno tentava di spegnere quell’incendio ed ebbi
l'impressione che gli abitanti volessero forse essere bruciati,
perché nessuno tentava di domare le fiamme. Appena ci
avvicinammo il fuoco scemò fino a spegnersi. Potemmo vedere il
palazzo bruciato e annerito dalle fiamme. Entrammo ed attraversammo
molte sale meravigliose. Giungemmo fino al Papa che sedeva su una
grande sedia, era malatissimo ed aveva perduto i sensi. Non poteva
più muoversi. Davanti alle porte alcune persone andavano
avanti e indietro. I religiosi che lo circondavano più da
vicino non mi piacevano, apparivano essere falsi e tiepidi. I devoti
semplici e fedeli si trovavano nella parte più lontana del
palazzo. Parlai a lungo con lui e mi sembrò che la mia
presenza in quel luogo fosse necessaria. Parlai al Papa dei vescovi
che sarebbero stati insediati, e gli parlai pure del pericolo di
lasciare Roma. Secondo me non avrebbe dovuto farlo altrimenti, senza
la sua presenza in città, tutto sarebbe caduto nella
confusione. Egli però era persuaso di lasciare la città
e mi rispose che questo pericolo non poteva essere evitato, doveva
andar via per salvare molti e salvarsi. Francesca parlò ancora
a lungo con lui. Io ero molto debole e sfinita, i miei accompagnatori
mi sorressero. Roma si trovava in una condizione miserabile, la più
piccola scintilla poteva provocare il più grande incendio.
Vidi poi la Sicilia avvolta nelle tenebre e tutta la gente fuggire
via’.
Un’altra volta, in stato di estasi, la pia suora Emmerich si
lamentò a voce alta: Vidi la Chiesa solitaria, interamente
abbandonata, Sembrava che tutti fossero scappati via. Imperava la
disarmonia più completa. Dappertutto vidi grandi difficoltà
e odio, tradimenti e amarezze, inquietudini e cecità piena. Da
un gruppo sinistro vennero inviati messaggeri per dare intorno una
notizia spiacevole che provocò odio e rabbia nel cuore degli
ascoltatori. Io pregai diligentemente per quegli oppressi. Vidi delle
luci illuminare i luoghi dove i singoli pregavano, sugli altri invece
calare le tenebre oscure. La condizione si presentava in modo
terribile. Ho supplicato la compassione di Dio per quegli uomini e
quella città. O città, città (Roma), quali
minacce! La tempesta è vicina. Fai attenzione! Ma io spero che
tu resterai salda.
16 ottobre: ‘Stanotte ho percorso la
via Crucis di Coesfeld. Ero in compagnia di molte anime. Esse mi
presentarono la situazione difficile della Chiesa e mi mostrarono la
necessità di pregare. Mi vidi circondata da molti giardini.
Nei medesimi era simboleggiato il rapporto del Papa con i vescovi. Il
Papa era sul suo trono in un giardino, e le figure e le forze di
questi vescovi e vescovati mi apparvero rappresentati da piante,
frutta e fiori, sparsi nei singoli giardini. Dal trono del Papa si
estendevano raggi su tutti i giardini, le piante e la frutta; erano
le relazioni e gli influssi della S. Sede.
30 novembre 1974. Ultimo giorno dell'anno liturgico. Il segno che Dio dà.
Don Stefano Gobbi
«Non si turbi, figli prediletti, il vostro cuore. Perché dubitate? Perché, incerti, guardate al presente e al futuro cercando il segno che Io vi ho predetto? Uno solo è il segno che Dio dà al mondo e alla Chiesa di oggi: Io stessa. Io sola sono annunciata quale grande segno nel cielo: questa donna, vestita di sole, con la luna quale tappeto ai suoi piedi e dodici stelle quale luminosa corona attorno al suo capo. E preannunciata la mia vittoria sul Dragone rosso, sull'ateismo trionfante ed apparentemente oggi vittorioso. Questa vittoria si otterrà per mezzo del trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo, e questa mia vittoria Io raggiungerò con i Sacerdoti del mio Movimento. Non cercate, per ora, altri prodigi nel cielo: questo sarà il solo prodigio! Per questo preparatevi nella preghiera, nella sofferenza, nella fiducia totale in Me. Sono prossime le ore decisive della battaglia; ma già anticipo che il grandioso segno della mia vittoria siete voi, Sacerdoti a Me consacrati, che Io sto radunando nella Chiesa di cui sono Madre».