Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 5 giugno 2025 - San Bonifacio (Letture di oggi)

Quando obbediamo siamo infallibili. Domandate allo Spirito Santo questa grazia soltanto. Solo Gesù, nel Santissimo Sacramento, Gesù sulla croce, può in­segnarci l'obbedienza, con la realtà  del suo stesso esempio. (Madre Teresa di Calcutta)

Liturgia delle Ore - Letture

Domenica della 7° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Marco 10

1Partito di là, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava, come era solito fare.2E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: "È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?".3Ma egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?".4Dissero: "Mosè ha permesso di 'scrivere un atto di ripudio e di rimandarla'".5Gesù disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma.6Ma all'inizio della creazione 'Dio li creò maschio e femmina';7'per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola'.8Sicché non sono più due, ma una sola carne.9L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto".10Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse:11"Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei;12se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio".

13Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano.14Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.15In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso".16E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.

17Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?".18Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.19Tu conosci i comandamenti: 'Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza', non frodare, 'onora il padre e la madre'".
20Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza".21Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi".22Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.

23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!".24I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: "Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio!25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio".26Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: "E chi mai si può salvare?".27Ma Gesù, guardandoli, disse: "Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio".

28Pietro allora gli disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito".29Gesù gli rispose: "In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo,30che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.31E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi".

32Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto:33"Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani,34lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà".

35E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: "Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo".36Egli disse loro: "Cosa volete che io faccia per voi?". Gli risposero:37"Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra".38Gesù disse loro: "Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?". Gli risposero: "Lo possiamo".39E Gesù disse: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete.40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato".

41All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni.42Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: "Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere.43Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore,44e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.45Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".

46E giunsero a Gèrico. E mentre partiva da Gèrico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.47Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!".48Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!".
49Allora Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!". E chiamarono il cieco dicendogli: "Coraggio! Alzati, ti chiama!".50Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.51Allora Gesù gli disse: "Che vuoi che io ti faccia?". E il cieco a lui: "Rabbunì, che io riabbia la vista!".52E Gesù gli disse: "Va', la tua fede ti ha salvato". E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.


Primo libro di Samuele 17

1I Filistei radunarono di nuovo l'esercito per la guerra e si ammassarono a Soco di Giuda e si accamparono tra Soco e Azeka, a Efes-Dammìm.2Anche Saul e gli Israeliti si radunarono e si accamparono nella valle del Terebinto e si schierarono a battaglia di fronte ai Filistei.3I Filistei stavano sul monte da una parte e Israele sul monte dall'altra parte e in mezzo c'era la valle.
4Dall'accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo.5Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo.6Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle.7L'asta della sua lancia era come un subbio di tessitori e la lama dell'asta pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero.8Egli si fermò davanti alle schiere d'Israele e gridò loro: "Perché siete usciti e vi siete schierati a battaglia? Non sono io Filisteo e voi servi di Saul? Scegliete un uomo tra di voi che scenda contro di me.9Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri schiavi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterò, sarete voi nostri schiavi e sarete soggetti a noi".10Il Filisteo aggiungeva: "Io ho lanciato oggi una sfida alle schiere d'Israele. Datemi un uomo e combatteremo insieme".11Saul e tutto Israele udirono le parole del Filisteo; ne rimasero colpiti ed ebbero grande paura.
12Davide era figlio di un Efratita da Betlemme di Giuda chiamato Iesse, che aveva otto figli. Al tempo di Saul, quest'uomo era anziano e avanti negli anni.13I tre figli maggiori di Iesse erano andati con Saul in guerra. Di questi tre figli, che erano andati in guerra, il maggiore si chiamava Eliab, il secondo Abìnadab, il terzo Samma.14Davide era ancor giovane quando i tre maggiori erano partiti dietro Saul.15Egli andava e veniva dal seguito di Saul e badava al gregge di suo padre in Betlemme.
16Il Filisteo avanzava mattina e sera; continuò per quaranta giorni a presentarsi.17Ora Iesse disse a Davide suo figlio: "Prendi su per i tuoi fratelli questa misura di grano tostato e questi dieci pani e portali in fretta ai tuoi fratelli nell'accampamento.18Al capo di migliaia porterai invece queste dieci forme di cacio. Informati della salute dei tuoi fratelli e prendi la loro paga.19Saul con essi e tutto l'esercito di Israele sono nella valle del Terebinto a combattere contro i Filistei".20Davide si alzò di buon mattino: lasciò il gregge alla cura di un guardiano, prese la roba e partì come gli aveva ordinato Iesse. Arrivò all'accampamento quando le truppe uscivano per schierarsi e lanciavano il grido di guerra.21Si disposero in ordine Israele e i Filistei: schiera contro schiera.22Davide si tolse il fardello e l'affidò al custode dei bagagli, poi corse tra le file e domandò ai suoi fratelli se stavano bene.23Mentre egli parlava con loro, ecco il campione, chiamato Golia, il Filisteo di Gat, uscì dalle schiere filistee e tornò a dire le sue solite parole e Davide le intese.24Tutti gli Israeliti, quando lo videro, fuggirono davanti a lui ed ebbero grande paura.
25Ora un Israelita disse: "Vedete quest'uomo che avanza? Viene a sfidare Israele. Chiunque lo abbatterà, il re lo colmerà di ricchezze, gli darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo padre da ogni gravame in Israele".26Davide domandava agli uomini che stavano attorno a lui: "Che faranno dunque all'uomo che eliminerà questo Filisteo e farà cessare la vergogna da Israele? E chi è mai questo Filisteo non circonciso per insultare le schiere del Dio vivente?".27Tutti gli rispondevano la stessa cosa: "Così e così si farà all'uomo che lo eliminerà".28Lo sentì Eliab, suo fratello maggiore, mentre parlava con gli uomini, ed Eliab si irritò con Davide e gli disse: "Ma perché sei venuto giù e a chi hai lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io conosco la tua boria e la malizia del tuo cuore: tu sei venuto per vedere la battaglia".29Davide rispose: "Che ho dunque fatto? Non si può fare una domanda?".30Si allontanò da lui, si rivolse a un altro e fece la stessa domanda e tutti gli diedero la stessa risposta.
31Sentendo le domande che faceva Davide, pensarono di riferirle a Saul e questi lo fece venire a sé.
32Davide disse a Saul: "Nessuno si perda d'animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo".33Saul rispose a Davide: "Tu non puoi andare contro questo Filisteo a batterti con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d'armi fin dalla sua giovinezza".34Ma Davide disse a Saul: "Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge.35Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se si rivoltava contro di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo.36Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del Dio vivente".37Davide aggiunse: "Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo". Saul rispose a Davide: "Ebbene va' e il Signore sia con te".38Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la corazza.39Poi Davide cinse la spada di lui sopra l'armatura, ma cercò invano di camminare, perché non aveva mai provato. Allora Davide disse a Saul: "Non posso camminare con tutto questo, perché non sono abituato". E Davide se ne liberò.
40Poi prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore che gli serviva da bisaccia; prese ancora in mano la fionda e mosse verso il Filisteo.
41Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva.42Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell'aspetto.43Il Filisteo gridò verso Davide: "Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?". E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dèi.44Poi il Filisteo gridò a Davide: "Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche".45Davide rispose al Filisteo: "Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d'Israele, che tu hai insultato.46In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell'esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele.47Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché il Signore è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani".48Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse prontamente al luogo del combattimento incontro al Filisteo.49Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s'infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra.50Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e uccise, benché Davide non avesse spada.51Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga.
52Si levarono allora gli uomini d'Israele e di Giuda alzando il grido di guerra e inseguirono i Filistei fin presso Gat e fino alle porte di Ekron. I Filistei caddero e lasciarono i loro cadaveri lungo la via fino a Saaràim, fino a Gat e fino ad Ekron.53Quando gli Israeliti furono di ritorno dall'inseguimento dei Filistei, saccheggiarono il loro campo.54Davide prese la testa del Filisteo e la portò a Gerusalemme. Le armi di lui invece le pose nella sua tenda.
55Saul, mentre guardava Davide uscire incontro al Filisteo, aveva chiesto ad Abner capo delle milizie: "Abner, di chi è figlio questo giovane?". Rispose Abner: "Per la tua vita, o re, non lo so".56Il re soggiunse: "Chiedi tu di chi sia figlio quel giovinetto".57Quando Davide tornò dall'uccisione del Filisteo, Abner lo prese e lo condusse davanti a Saul mentre aveva ancora in mano la testa del Filisteo.58Saul gli chiese: "Di chi sei figlio, giovane?". Rispose Davide: "Di Iesse il Betlemmita, tuo servo".


Salmi 38

1'Salmo. Di Davide. In memoria.'

2Signore, non castigarmi nel tuo sdegno,
non punirmi nella tua ira.
3Le tue frecce mi hanno trafitto,
su di me è scesa la tua mano.

4Per il tuo sdegno non c'è in me nulla di sano,
nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati.
5Le mie iniquità hanno superato il mio capo,
come carico pesante mi hanno oppresso.

6Putride e fetide sono le mie piaghe
a causa della mia stoltezza.
7Sono curvo e accasciato,
triste mi aggiro tutto il giorno.

8Sono torturati i miei fianchi,
in me non c'è nulla di sano.
9Afflitto e sfinito all'estremo,
ruggisco per il fremito del mio cuore.
10Signore, davanti a te ogni mio desiderio
e il mio gemito a te non è nascosto.
11Palpita il mio cuore,
la forza mi abbandona,
si spegne la luce dei miei occhi.

12Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe,
i miei vicini stanno a distanza.
13Tende lacci chi attenta alla mia vita,
trama insidie chi cerca la mia rovina.
e tutto il giorno medita inganni.

14Io, come un sordo, non ascolto
e come un muto non apro la bocca;
15sono come un uomo che non sente e non risponde.

16In te spero, Signore;
tu mi risponderai, Signore Dio mio.
17Ho detto: "Di me non godano,
contro di me non si vantino
quando il mio piede vacilla".

18Poiché io sto per cadere
e ho sempre dinanzi la mia pena.
19Ecco, confesso la mia colpa,
sono in ansia per il mio peccato.
20I miei nemici sono vivi e forti,
troppi mi odiano senza motivo,
21mi pagano il bene col male,
mi accusano perché cerco il bene.

22Non abbandonarmi, Signore,
Dio mio, da me non stare lontano;
23accorri in mio aiuto,
Signore, mia salvezza.


Salmi 118

1Alleluia.

Celebrate il Signore, perché è buono;
perché eterna è la sua misericordia.

2Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia.
3Lo dica la casa di Aronne:
eterna è la sua misericordia.
4Lo dica chi teme Dio:
eterna è la sua misericordia.

5Nell'angoscia ho gridato al Signore,
mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo.
6Il Signore è con me, non ho timore;
che cosa può farmi l'uomo?
7Il Signore è con me, è mio aiuto,
sfiderò i miei nemici.

8È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell'uomo.
9È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.

10Tutti i popoli mi hanno circondato,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.
11Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.
12Mi hanno circondato come api,
come fuoco che divampa tra le spine,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.
13Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato mio aiuto.

14Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
15Grida di giubilo e di vittoria,
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto meraviglie,
16la destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto meraviglie.
17Non morirò, resterò in vita
e annunzierò le opere del Signore.

18Il Signore mi ha provato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.

19Apritemi le porte della giustizia:
voglio entrarvi e rendere grazie al Signore.
20 È questa la porta del Signore,
per essa entrano i giusti.

21Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito,
perché sei stato la mia salvezza.
22La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d'angolo;
23ecco l'opera del Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
24Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo in esso.

25Dona, Signore, la tua salvezza,
dona, Signore, la vittoria!
26Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore;
27Dio, il Signore è nostra luce.
Ordinate il corteo con rami frondosi
fino ai lati dell'altare.

28Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
29Celebrate il Signore, perché è buono:
perché eterna è la sua misericordia.


Ezechiele 29

1Il dodici del decimo mese, anno decimo, mi fu rivolta questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, rivolgiti contro il faraone re d'Egitto e profetizza contro di lui e contro tutto l'Egitto.3Parla dunque dicendo: Così dice il Signore Dio:

Eccomi contro di te, faraone re d'Egitto;
grande coccodrillo, sdraiato in mezzo al fiume,
hai detto: Il fiume è mio, è mia creatura.
4Metterò ganci alle tue mascelle
e farò sì che i pesci dei tuoi fiumi
ti si attacchino alle squame
e ti farò uscire dalle tue acque
insieme con tutti i pesci dei tuoi fiumi
attaccati alle squame;
5getterò nel deserto te
e tutti i pesci dei tuoi fiumi
e andrai a cadere in mezzo alla campagna
e non sarai né raccolto né sepolto:
ti darò in pasto alle bestie selvatiche
e agli uccelli del cielo.
6Tutti gli abitanti dell'Egitto
sapranno che io sono il Signore,
poiché tu sei stato un sostegno di canna
per gli Israeliti.
7Quando questi ti vollero afferrare
ti rompesti lacerando loro tutta la spalla
e quando si appoggiarono a te, ti spezzasti
facendo vacillare loro tutti i fianchi".

8Perciò dice il Signore Dio: "Ecco, io manderò contro di te una spada ed eliminerò da te uomini e bestie.9L'Egitto diventerà un luogo desolato e deserto e sapranno che io sono il Signore. Perché egli ha detto: Il fiume è mio, è mia creatura.10Ebbene eccomi contro di te e contro il tuo fiume. Io farò dell'Egitto, da Migdòl ad Assuan, fino alla frontiera d'Etiopia, una terra deserta e desolata.11Piede d'uomo o d'animale non vi transiterà e rimarrà deserto per quarant'anni.12Ridurrò l'Egitto una terra desolata fra le terre assolate e le sue città saranno distrutte, rimarranno una desolazione per quarant'anni e disperderò gli Egiziani fra le genti e li disseminerò fra altre regioni".
13Perché dice il Signore Dio: "Al termine dei quarant'anni io radunerò gli Egiziani dai popoli in mezzo ai quali li avevo dispersi:14muterò la loro sorte e li ricondurrò nel paese di Patròs, nella loro terra d'origine, e lì formeranno un piccolo regno;15sarà il più modesto fra gli altri regni e non si ergerà più sugli altri popoli: li renderò piccoli e non domineranno più le altre nazioni.16Non costituiranno più una speranza per gli Israeliti, anzi ricorderanno loro l'iniquità di quando si rivolgevano ad essi: sapranno allora che io sono il Signore Dio".
17Ora, il primo giorno del primo mese dell'anno ventisettesimo, mi fu rivolta questa parola del Signore:18"Figlio dell'uomo, Nabucodònosor re di Babilonia ha fatto compiere al suo esercito una grave impresa contro Tiro: ogni testa è diventata calva e ogni spalla è piagata, ma il re e il suo esercito non hanno ricevuto da Tiro il compenso per l'impresa compiuta contro di essa.19Perciò così dice il Signore Dio: Ecco, io consegno a Nabucodònosor re di Babilonia il territorio d'Egitto; porterà via le sue ricchezze, si impadronirà delle sue spoglie, lo saccheggerà; questa sarà la mercede per il suo esercito.20Per l'impresa compiuta contro Tiro io gli consegno l'Egitto, poiché l'ha compiuta per me. Oracolo del Signore Dio.
21In quel giorno io farò spuntare un potente per la casa d'Israele e a te farò aprire la bocca in mezzo a loro: sapranno che io sono il Signore".


Prima lettera a Timoteo 4

1Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche,2sedotti dall'ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza.3Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli e da quanti conoscono la verità.4Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie,5perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera.
6Proponendo queste cose ai fratelli sarai un buon ministro di Cristo Gesù, nutrito come sei dalle parole della fede e della buona dottrina che hai seguito.7Rifiuta invece le favole profane, roba da vecchierelle.
8Esèrcitati nella pietà, perché l'esercizio fisico è utile a poco, mentre la pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura.9Certo questa parola è degna di fede.10Noi infatti ci affatichiamo e combattiamo perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono.11Questo tu devi proclamare e insegnare.
12Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza.13Fino al mio arrivo, dèdicati alla lettura, all'esortazione e all'insegnamento.14Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l'imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri.15Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso.16Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.


Capitolo XLI: Il disprezzo di ogni onore di questo mondo

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Figlio, non crucciarti se vedi che altri sono onorati ed innalzati, mentre tu sei disprezzato ed umiliato. Drizza il tuo animo a me, nel cielo; così non ti rattristerà il disprezzo degli uomini, su questa terra. O Signore, noi siamo come ciechi e facilmente ci lasciamo sedurre dall'apparenza. Ma se esamino seriamente me stesso, non c'è cosa che possa essermi fatta da alcuna creatura che sia un torto nei miei confronti: dunque non avrei motivo di lamentarmi con te. E', appunto, perché spesso e gravemente ho peccato al tuo cospetto, che qualsiasi creatura si può muovere a ragione contro di me. A me, dunque, è giusto che si dia vergogna e disprezzo; a te invece, lode, onore e gloria. E se non mi sarò ben predisposto a desiderare di essere disprezzato da ogni creatura, ad essere buttato in un canto e ad essere considerato proprio un nulla, non potrò trovare pace e serenità interiore; non potrò essere spiritualmente illuminato e pienamente a te unito.


LETTERA 24* [295] AGOSTINO SALUTA NEL SIGNORE L'ECCELLENTISSIMO EUSTOCHIO, SIGNORE DEGNO D'ESSERE ONORATO E FIGLIO SUO, DEGNISSIMO DEL SUO AFFETTO

Lettere - Sant'Agostino

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Si pongono quesiti: 1) Qual è la condizione dei figli nati da una libera e da uno schiavo? 2) È lecito ai coloni vendere i figli per una perpetua schiavitù?

1. Poiché tu devi dare risposte autentiche a tutti coloro che ti consultano - come si addice a un cristiano - quanto più devi darle a noi, ministri del Cristo, in virtù della fede nella quale tu sei fedele al fine di ricevere l'eredità, il cui testamento è il Vangelo, signore [***]. Poiché dunque l'Apostolo ordina che le vertenze di questa vita, se hanno luogo tra cristiani, vengano risolte nella chiesa 1 e non nel foro, siamo di conseguenza obbligati a sopportare con pazienza siffatte discussioni di litiganti. A proposito di esse dobbiamo cercare di conoscere anche le leggi terrene, specialmente quelle riguardanti la condizione temporale delle persone - poiché possiamo, secondo l'insegnamento dell'Apostolo, raccomandare agli schiavi d'essere soggetti ai loro padroni 2, ma non possiamo imporre a uomini liberi il giogo della schiavitù -. Chiedo quindi alla tua schiettissima Carità di avere la bontà di espormi le norme da osservare riguardo alle persone che nascono da una donna libera e da uno schiavo; so già infatti che sono schiavi coloro che nascono da una schiava e da un uomo libero. Quali sono inoltre le norme relative a coloro dei quali i loro padri vendono il lavoro per un determinato numero di anni? Ti domando infatti se dopo la morte del loro padre sono costretti a compiere il detto numero d'anni o se invece, per la morte di colui da cui erano stati venduti - o, piuttosto, in certo qual modo dati in affitto - vengono liberati, poiché allora - come si dice - diventano indipendenti. Ti chiedo anche se i padri di condizione libera possono vendere i figli per renderli schiavi per sempre e se le madri possono vendere anche solo il lavoro dei loro figli. Ti chiedo ugualmente: qualora un colono abbia venduto un figlio - allo stesso modo che è permesso a un padre di vendere il proprio figlio - avrà il compratore, sulla persona venduta, un diritto superiore a quello del padrone della tenuta, dalla quale il colono è originario? È inoltre lecito a un proprietario ridurre in schiavitù i propri coloni o i figli dei propri coloni?

3) Che cosa stabilisce la legge riguardo agli amministratori dei fondi?

2. Ti chiedo anche che cosa stabiliscono chiaramente il diritto e le leggi riguardo agli amministratori. Mi pare infatti assai crudele che si faccia un torto a una persona libera e al beneficio che gliene viene; in realtà spesso uomini liberi sono richiesti di diventare amministratori ed essi credono di procurare un beneficio se compiono ciò che loro si richiede e in realtà lo procurano al punto che la persona che lo richiede arriva perfino a ringraziare la persona, se ha avuto la fortuna di ottenere [ciò che cercava]. Ora, se un uomo libero viene ridotto schiavo grazie a questo suo beneficio, non farebbe in alcun modo nulla di simile, se conoscesse quell'esito, ma nessuno oserebbe neppure chiedere una cosa simile a uno che ne fosse al corrente. Io tuttavia resto turbato a causa di certe costituzioni che furono presentate alla mia attenzione quando si svolgeva presso di noi un processo di tal genere riguardante i figli di un tale che forse si proverà essere stato un amministratore; ma io non voglio costringere il contendente a provarlo prima di sapere quale via dovrà seguire qualora egli lo provi. Ho inviato perciò le suddette costituzioni all'Eccellenza tua affinché tu le esamini; io penso che due di esse parlano proprio della questione che ti ho accennato; quanto invece alle altre o sono io che non le capisco o non riguardano affatto la questione dibattuta. Ti scongiuro di aiutarmi, nonostante io sia lontano con il corpo, come sei solito fare quando sono in tua presenza.

 

1 - Cf. 1 Cor 6, 4 ss.

2 - Cf. Tt 2, 9-10; Ef 6, 5-8; Col 3, 22; 1 Pt 2, 18-21.


8 - La nostra grande Regina chiede, alla presenza del Signore, il compimento dell'incarnazione e della redenzione dell'umanità

La mistica Città di Dio - Libro terzo - Suor Maria d'Agreda

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87. La divina principessa Maria era talmente piena di grazia e di bellezza, e il cuore di Dio talmente ferito dai suoi desideri pieni d'amore, che già questi lo obbligavano a volarsene dal seno dell'eterno Padre nel talamo del suo grembo verginale, ponendo fine a quel lungo ritardo nel venire nel mondo, che già durava da oltre cinquemila anni. Tuttavia, dovendosi compiere questo nuovo prodigio con tutta sapienza e giustizia, il Signore dispose tutto in modo che la Principessa dei cieli fosse non solo madre degna del Verbo che stava per incarnarsi, ma anche mediatrice efficace della sua venuta, molto più di quanto sia stata Ester per il riscatto del suo popobi. Nel cuore di Maria santissima ardeva il fuoco che Dio stesso aveva acceso, cosicché chiedeva incessantemente la venuta del Salvatore; d'altra parte, l'umilissima signora si vergognava tra sé, sapendo che per il peccato di Adamo era stata promulgata per i mortali la sentenza di morte e di privazione eterna della visione di Dio.

88. Nel cuore purissimo di Maria si svolgeva una divina contesa tra l'amore e l'umiltà, cosicché con ardenti desideri ripeteva molte volte: «Oh, chi potrebbe essere così potente da ottenere il rimedio per i miei fratelli? Oh, chi potrebbe far uscire dal seno del Padre il suo Unigenito e portarlo alla nostra mortalità? Oh, chi saprebbe induilo a dare alla nostra natura quel bacio della sua bocca che gli chiese la sposa? Ma, ohimè, come lo potremo indurre noi, figli e discendenti di colui che commise la colpa? Come potremo attirare a noi colui che i nostri padri allontanarono così tanto? O amore mio, oh, se io vi vedessi al seno della natura nostra madre! O luce da luce, Dio vero da Dio vero, se discendeste ormai piegando i vostri cieli e venendo ad illuminare quelli che siedono nelle tenebre 5 ! Se pacificaste il Padre vostro! E se voi, o celeste Padre, abbatteste il superbo Aman, il nostro nemico, il demonio, col vostro braccio divino, che è il vostro Unigenito! Chi sarà mediatrice per prendere dall'altare celeste, con le molle d'oro, quella brace della Divinità, come il serafino ne trasse il fuoco di cui parla il vostro Profeta, per purificare il mondo?».

89. Maria santissima ripeteva questa orazione nell'ottavo giorno di questa novena; a mezzanotte, elevata e rapita nel Signore, udì che sua Maestà le diceva: «Vieni, sposa e colomba mia, mia eletta, poiché non si considera fatta per te la legge comune. Tu sei esente dal peccato e fin dall'istante del tuo concepimento sei libera dai suoi effetti; infatti, quando io ti creai, allontanai da te la verga della mia giustizia, e posai sul tuo collo quella della mia eccelsa clemenza, perché non si estendesse a te la legge generale del peccato. Vieni a me e non ti perdere d'animo nella tua umiltà e nel riconoscimento della tua natura, perché io sollevo l'umile e riempio di ricchezze chi è povero; tu mi hai dalla tua parte e la mia liberale misericordia ti sarà favorevole».

90. La nostra Regina ascoltò queste parole col suo intelletto; subito si avvide che dai suoi santi angeli veniva sollevata corporalmente al cielo, come il giorno precedente, e che al suo posto restava uno di loro. Salì di nuovo alla presenza dell'Altissimo così ricca dei tesori della sua grazia e dei suoi doni, così bella e splendente, che specialmente in questa circostanza gli spiriti sovrani, meravigliati, si dicevano gli uni gli altri a lode dell'Altissimo: «Chi è costei che sale dal deserto così ricolma di delizie? Chi è costei che spinge il suo diletto e gli fa forza per attirarlo con sé all'abitazione terrena? Chi è costei che s'innalza come l'aurora, più bella della luna, fulgida come il sole' 0 ? Come è possibile che salga così splendida dalla terra, che è piena di tenebre? Come può essere così coraggiosa, essendo di natura tanto fragile? Come così potente da voler vincere l'Onnipotente? E come si spiega che, essendo il cielo chiuso ai figli di Adamo, se ne lascia libero l'ingresso a questa donna singolare, la quale è pur sempre di quella stessa discendenza?».

91. L'Altissimo accolse al suo cospetto Maria santissima, sua sposa unica ed eletta; ciò non avvenne per mezzo di una visione intuitiva della Divinità, ma soltanto mediante una astrattiva, e tuttavia accadde con incomparabili illuminazioni e purificazioni, che il Signore le accordò e che erano ben superiori a quelle che le aveva dato fino a quel giorno; infatti queste disposizioni furono così divine che - a nostro modo d'intendere - Dio stesso, che le operava, ne restò ammirato, esaltando la stessa creatura del suo braccio onnipotente e, come invaghito di essa, le disse: «Volgiti, volgiti, Sulammita, volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti. Sposa mia, perfettissima colomba e amica mia, così gradita ai miei occhi, volgiti a noi perché ti guardiamo e ci compiacciamo della tua bellezza. Non mi dispiace di aver creato l'uomo, anzi mi compiaccio della sua creazione, perché da lui nascesti tu. Vedano i miei spiriti celesti quanto a ragione ho voluto e voglio sceglierti come mia sposa e come regina di tutte le mie creature. Comprendano come è giusto che io mi diletti nel tuo talamo, da dove il mio Unigenito, dopo la gloria che ha in seno a me, sarà ancor più glorificato. Intendano tutti che, se per la sua disubbidienza giustamente ripudiai Eva, la prima regina della terra, sollevo te alla suprema dignità, mostrandomi con te magnifico ed onnipotente per la tua purissima umiltà e per il disprezzo che nutri di te stessa».

92. Questo fu per gli angeli il giorno di più grande giubilo fra tutti quelli trascorsi dalla loro creazione in poi. E quando la beatissima Trinità scelse e dichiarò Regina e signora delle creature la sua sposa, madre del Verbo, tutti gli angeli e gli spiriti celesti la riconobbero ed accettarono come propria signora, cantandole dolci inni di gloria a lode dell'Autore di tutto. Durante questi imperscrutabili e mirabili. misteri, la divina regina Maria stava assorta nell'abisso della Divinità e nel fulgore delle sue perfezioni infinite. Quindi, immersa in questa estasi d'ammirazione e per disposizione del Signore, non prestava attenzione a tutto ciò che avveniva intorno a lei, cosicché le rimase sempre nascosto, sino al tempo stabilito, il segreto che ella era stata scelta per essere madre dell'Unigenito del Padre. U Signore non fece mai tali cose con nessuno, ne con alcun'altra creatura si mostrò grande e potente come con Maria santissima in questo giorno.

93. L'Altissimo le disse di più e, con estrema benignità, aggiunse: «Sposa ed eletta mia, poiché hai trovato grazia ai miei occhi, domandami senza timore ciò che desideri e ti assicuro, come Dio fedelissimo e re onnipotente, che non rifiuterò le tue richieste, né ti negherò quanto mi chiederai». La nostra Principessa si umiliò profondamente e, in virtù della promessa e della parola regale del Signore, alzatasi con totale fiducia, rispose: «Signore mio e Dio altissimo, se ho trovato grazia ai vostri occhi, benché io sia polvere e cenere, pailerò alla vostra regale presenza e vi aprirò il mio cuore». Sua divina Maestà l'assicurò un'altra volta e le ordinò di chiedere tutto quello che avesse voluto, alla presenza di tutti i servitori del cielo, fosse anche stato una parte del suo regno . Maria purissima rispose: «Signore mio, non domando per me parte del vostro regno, ma lo chiedo tut to per l'intero genere umano, cioè per i miei fratelli. Per la vostra pietà immensa vi prego d'inviarci, altissimo e potente Re, il vostro Unigenito e nostro redentore, affinché, riparando tutti i peccati del mondo, faccia conseguire al vostro popolo la libertà che desidera, e, venendo soddisfatta la vostra giustizia, si annunci la pace in terra agli uomini e si renda libero per loro l'ingresso al cielo, che è chiuso per loro colpa. Veda ogni uomo la vostra salvezza; la pace e la giustizia si diano quello stretto abbraccio e quel bacio, che Davide domandava, e a noi mortali sia dato un maestro, una guida, un redentore e un capo, che viva con noi. Giunga ormai, Dio mio, il giorno delle vostre promesse, si compiano le vostre parole e venga il Messia, desiderato per tanti secoli. Questo è il mio ardente desiderio e a questo mirano le mie preghiere per la benignità della vostra clemenza».

94. L'Altissimo Signore, che disponeva e ispirava le preghiere della sua amata sposa per vedersi obbligato, si piegò benigno ad esse e le rispose con singolare clemenza: «Le tue preghiere sono gradite alla mia volontà e le tue suppliche sono esaudite; si faccia dunque come domandi. Io voglio, figlia e sposa mia, quello che tu desideri e, a conferma di questa verità, ti do la mia parola che assai tra breve il mio Unigenito scenderà in terra, si rivestirà della natura umana unendosi ad essa, e i tuoi desideri, a me graditi, si adempiranno».

95. Con questa garanzia della parola divina, la nostra grande Principessa ricevette nel suo cuore nuova luce e sicurezza sul fatto che ormai si avvicinava la fine di quella lunga notte del peccato e delle leggi antiche e si approssimava il nuovo chiarore della redenzione umana. E siccome i raggi del sole di giustizia che si avvicinava per nascere dal suo seno la colpivano così da vicino, ella era come una bellissima aurora infiammata e risplendente, per così dire, dei colori vermigli della Divinità, che la trasformava tutta in sé. Per questo ella, con sentimenti di amore e di gratitudine per il beneficio della redenzione ormai prossima, lodava incessantemente il Signore a nome proprio e di tutti i mortali. In questa occupazione trascorse tutto il resto di quel giorno, dopo che fu riportata sulla terra dagli stessi angeli. Mi rammarico sempre della mia ignoranza e incapacità di spiegare questi misteri così alti; infatti, se i dotti e i grandi letterati non potranno fare ciò adeguatamente, come lo potrà una povera e insignificante donnicciola? La luce della pietà cristiana supplisca alla mia ignoranza e l'ubbidienza giustifichi il mio ardire.

 

Insegnamento che mi diede la Regina del cielo

 

96. Figlia mia carissima, guarda quanto sono lontane dalla sapienza mondana le opere ammirabili, che il potere divino fece a mio riguardo in questo mistero dell'incarnazione del Verbo eterno nel mio grembo! Non le possono investigare né la carne, né il sangue, né gli angeli e i serafini più sublimi, che veramente non possono conoscere da soli misteri così reconditi e che non rientrano nell'ordine della grazia, proprio delle altre creature. Tu dunque, amica mia, loda il Signore per essi con incessante amore e gratitudine; non essere più lenta nel conoscere la grandezza del suo amore divino e il molto che fa per i suoi amici, desiderando sollevarli dalla polvere e arricchirli in diverse maniere. Se tu penetrerai questa verità, essa t'indurrà alla gratitudine e ti muoverà ad operare cose grandi, come sua fedelissima figlia e sposa.

97. Ma affinché tu ti disponga meglio a questo e ti rianimi, ti avverto che molte volte il Signore dice alle sue elette: «Volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti», tanto è il compiacimento che prova delle loro opere. Infatti, come un padre gioisce per il suo figlio unico molto bello e grazioso, guardandolo molte volte con tenerezza, un artista per un'opera che sia uscita perfetta dalle sue mani, un re per una città ricca che abbia conquistato ed un amico per un altro che lo ama molto, così, e senza confronto più di tutti questi, l'Altissimo gioisce e si compiace di quelle anime che egli sceglie per sua delizia. Inoltre, nella misura in cui esse si dispongono e progrediscono, aumentano anche i favori e cresce il beneplacito del Signore. Se i mortali che hanno la luce della fede acquistassero questa conoscenza, solo per questo compiacimento dell'Altissimo dovrebbero non solo non peccare, ma fare anche opere grandi, sino a morire per servire e amare chi ètanto generoso nel premiare, regalare e favorire.

98. Quando nella visione di questo ottavo giorno il Signore mi disse le parole «volgiti, volgiti» e mi ordinò di guardarlo affinché gli spiriti celesti mi vedessero, compresi che la sua Maestà divina ne riceveva un compiacimento così grande, che da solo superava quello che gli hanno dato e gli daranno tutte le anime sante nel più sublime stato della loro santità; infatti la sua benignità gioiva per me più che per tutti gli Apostoli, i Martiri, i Confessori, le Vergini e gli altri Santi. Da una simile compiacenza dell'Altissimo ridondarono poi nel mio spirito tanti influssi di grazia e una tale partecipazione della Divinità da non poterli conoscere ne spiegare perfettamente, vivendo nella carne. Tuttavia ti manifesto questo misterioso segreto, affinché per esso tu lodi il suo Autore e t'impegni disponendoti in modo che, al mio posto e in mio nome, finché durerà il tuo esilio dalla patria, tu possa stendere il tuo braccio a cose forti 21 . In questo modo compiacerai sempre il Signore, come desidera da te, guadagnandoti i suoi benefici e impetrandoli per te e per il tuo prossimo con perfetta carità.


20 febbraio 1942

Madre Pierina Micheli

L'anima mia è immersa nella pace... cammino sotto lo sguardo di Gesù che sento sensibilmente vicino ... Soffro delle Sue pene e provo grandi desideri d'immolazione ... ma mi vedo tanto miserabile, tanto imperfetta... Gesù però mi ha detto, che quando un'anima si è data sinceramente a Lui, è ricca delle sue ricchezze, e allora io offro a Gesù tutto quanto mi dà... questa mattina Gli ho chiesto il Suo Cuore per poterlo amare del suo stesso amore e Gesù mi disse: SE TU SAPESSI DI QUALE AMORE IO TI AMO, NE MORIRESTI DI GIOIA.