Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

Bisogna sempre andare avanti e mai indietreggiare nella vita spirituale; sennò succede come alla barca, la quale se invece di avanzare si ferma, il vento la rimanda indietro. (San Pio da Pietrelcina)

Liturgia delle Ore - Letture

Mercoledi della 6° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 25

1Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;3le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio;4le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.6A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.8E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.9Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.10Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!12Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

14Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.16Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.20Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.21Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.22Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.23Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.24Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso;25per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.26Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.29Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.30E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.32E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,33e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.34Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.35Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.37Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?38Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?39E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?40Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.41Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.42Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;43ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.44Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?45Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.46E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna".


Primo libro dei Re 19

1Acab riferì a Gezabele ciò che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti.2Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: "Gli dèi mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest'ora non avrò reso te come uno di quelli".3Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Là fece sostare il suo ragazzo.4Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: "Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri".5Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: "Alzati e mangia!".6Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi.7Venne di nuovo l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: "Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino".8Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.
9Ivi entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco il Signore gli disse: "Che fai qui, Elia?".10Egli rispose: "Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita".11Gli fu detto: "Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore". Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto.12Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero.13Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: "Che fai qui, Elia?".14Egli rispose: "Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita".
15Il Signore gli disse: "Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazaèl come re di Aram.16Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsi, come re di Israele e ungerai Eliseo figlio di Safàt, di Abel-Mecola, come profeta al tuo posto.17Se uno scamperà dalla spada di Hazaèl, lo ucciderà Ieu; se uno scamperà dalla spada di Ieu, lo ucciderà Eliseo.18Io poi mi sono risparmiato in Israele settemila persone, quanti non hanno piegato le ginocchia a Baal e quanti non l'hanno baciato con la bocca.
19Partito di lì, Elia incontrò Eliseo figlio di Safàt. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il decimosecondo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello.20Quegli lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: "Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò". Elia disse: "Va' e torna, perché sai bene che cosa ho fatto di te".21Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con gli attrezzi per arare ne fece cuocere la carne e la diede alla gente, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio.


Salmi 74

1'Maskil. Di Asaf.'

O Dio, perché ci respingi per sempre,
perché divampa la tua ira
contro il gregge del tuo pascolo?
2Ricordati del popolo
che ti sei acquistato nei tempi antichi.
Hai riscattato la tribù che è tuo possesso,
il monte Sion, dove hai preso dimora.

3Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario.

4Ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio,
issarono i loro vessilli come insegna.
5Come chi vibra in alto la scure
nel folto di una selva,
6con l'ascia e con la scure
frantumavano le sue porte.

7Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;
8pensavano: "Distruggiamoli tutti";
hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese.
9Non vediamo più le nostre insegne,
non ci sono più profeti
e tra di noi nessuno sa fino a quando...

10Fino a quando, o Dio, insulterà l'avversario,
il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome?
11Perché ritiri la tua mano
e trattieni in seno la destra?
12Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,
ha operato la salvezza nella nostra terra.

13Tu con potenza hai diviso il mare,
hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque.
14Al Leviatàn hai spezzato la testa,
lo hai dato in pasto ai mostri marini.
15Fonti e torrenti tu hai fatto scaturire,
hai inaridito fiumi perenni.
16Tuo è il giorno e tua è la notte,
la luna e il sole tu li hai creati.
17Tu hai fissato i confini della terra,
l'estate e l'inverno tu li hai ordinati.

18Ricorda: il nemico ha insultato Dio,
un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.
19Non abbandonare alle fiere la vita di chi ti loda,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
20Sii fedele alla tua alleanza;
gli angoli della terra sono covi di violenza.

21L'umile non torni confuso,
l'afflitto e il povero lodino il tuo nome.
22Sorgi, Dio, difendi la tua causa,
ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno.
23Non dimenticare lo strepito dei tuoi nemici;
il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.


Salmi 86

1'Supplica. Di Davide.'

Signore, tendi l'orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e infelice.
2Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera.

3Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
4Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, innalzo l'anima mia.
5Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca.

6Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce della mia supplica.
7Nel giorno dell'angoscia alzo a te il mio grido
e tu mi esaudirai.

8Fra gli dèi nessuno è come te, Signore,
e non c'è nulla che uguagli le tue opere.
9Tutti i popoli che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, o Signore,
per dare gloria al tuo nome;
10grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.

11Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
donami un cuore semplice
che tema il tuo nome.
12Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore
e darò gloria al tuo nome sempre,
13perché grande con me è la tua misericordia:
dal profondo degli inferi mi hai strappato.

14Mio Dio, mi assalgono gli arroganti,
una schiera di violenti attenta alla mia vita,
non pongono te davanti ai loro occhi.
15Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole,
lento all'ira e pieno di amore, Dio fedele,
16volgiti a me e abbi misericordia:
dona al tuo servo la tua forza,
salva il figlio della tua ancella.

17Dammi un segno di benevolenza;
vedano e siano confusi i miei nemici,
perché tu, Signore, mi hai soccorso e consolato.


Geremia 1

1Parole di Geremia figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti che dimoravano in Anatòt, nel territorio di Beniamino.2A lui fu rivolta la parola del Signore al tempo di Giosia figlio di Amon, re di Giuda, l'anno decimoterzo del suo regno,3e quindi anche al tempo di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, fino alla fine dell'anno undecimo di Sedecìa figlio di Giosìa, re di Giuda, cioè fino alla deportazione di Gerusalemme avvenuta nel quinto mese.

4Mi fu rivolta la parola del Signore:

5"Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,
prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni".
6Risposi: "Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare,
perché sono giovane".
7Ma il Signore mi disse: "Non dire: Sono giovane,
ma va' da coloro a cui ti manderò
e annunzia ciò che io ti ordinerò.
8Non temerli,
perché io sono con te per proteggerti".
Oracolo del Signore.
9Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca
e il Signore mi disse:
"Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca.
10Ecco, oggi ti costituisco
sopra i popoli e sopra i regni
per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere,
per edificare e piantare".

11Mi fu rivolta questa parola del Signore: "Che cosa vedi, Geremia?". Risposi: "Vedo un ramo di mandorlo".12Il Signore soggiunse: "Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla".13Quindi mi fu rivolta di nuovo questa parola del Signore: "Che cosa vedi?". Risposi: "Vedo una caldaia sul fuoco inclinata verso settentrione".
14Il Signore mi disse:

"Dal settentrione si rovescerà la sventura
su tutti gli abitanti del paese.
15Poiché, ecco, io sto per chiamare
tutti i regni del settentrione.
Oracolo del Signore.
Essi verranno e ognuno porrà il trono
davanti alle porte di Gerusalemme,
contro tutte le sue mura
e contro tutte le città di Giuda.
16Allora pronunzierò i miei giudizi contro di loro,
per tutto il male che hanno commesso abbandonandomi,
per sacrificare ad altri dèi
e prostrarsi davanti al lavoro delle proprie mani.
17Tu, poi, cingiti i fianchi,
alzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti alla loro vista,
altrimenti ti farò temere davanti a loro.
18Ed ecco oggi io faccio di te
come una fortezza,
come un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
19Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti".
Oracolo del Signore.


Prima lettera di Giovanni 2

1Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto.2Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

3Da questo sappiamo d'averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti.4Chi dice: "Lo conosco" e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui;5ma chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui.6Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è comportato.
7Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto fin da principio. Il comandamento antico è la parola che avete udito.8E tuttavia è un comandamento nuovo quello di cui vi scrivo, il che è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e la vera luce già risplende.9Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre.10Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non v'è in lui occasione di inciampo.11Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.

12Scrivo a voi, figlioli,
perché vi sono stati rimessi i peccati in virtù del suo nome.
13Scrivo a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è fin dal principio.
Scrivo a voi, giovani,
perché avete vinto il maligno.
14Ho scritto a voi, figlioli,
perché avete conosciuto il Padre.
Ho scritto a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è fin dal principio.
Ho scritto a voi, giovani,
perché siete forti,
e la parola di Dio dimora in voi
e avete vinto il maligno.

15Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui;16perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo.17E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!

18Figlioli, questa è l'ultima ora. Come avete udito che deve venire l'anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l'ultima ora.19Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri.20Ora voi avete l'unzione ricevuta dal Santo e tutti avete la scienza.21Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.22Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio.23Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre.
24Quanto a voi, tutto ciò che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quel che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre.25E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna.
26Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di traviarvi.27E quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri; ma come la sua unzione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non mentisce, così state saldi in lui, come essa vi insegna.
28E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo aver fiducia quando apparirà e non veniamo svergognati da lui alla sua venuta.29Se sapete che egli è giusto, sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è nato da lui.


Capitolo VII: Evitare l'eccessiva familiarità

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"Non aprire il tuo cuore al primo che capita" (Sir 8,22); i tuoi problemi, trattali invece con chi ha saggezza e timore di Dio. Cerca di stare raramente con persone sprovvedute e sconosciute; non metterti con i ricchi per adularli; non farti vedere volentieri con i grandi. Stai, invece, accanto alle persone umili e semplici, devote e di buoni costumi; e con esse tratta di cose che giovino alla tua santificazione. Non avere familiarità con alcuna donna, ma raccomanda a Dio tutte le donne degne. Cerca di essere tutto unito soltanto a Dio e ai suoi angeli, evitando ogni curiosità riguardo agli uomini. Mentre si deve avere amore per tutti, la familiarità non è affatto necessaria. Capita talvolta che una persona che non conosciamo brilli per fama eccellente; e che poi, quando essa ci sta dinanzi, ci dia noia solo al vederla. D'altra parte, talvolta speriamo di piacere a qualcuno, stando con lui, e invece cominciamo allora a non piacergli, perché egli vede in noi alcunché di riprovevole.


DISCORSO 300 NELLA SOLENNITÀ DEI MARTIRI MACCABEI

Discorsi - Sant'Agostino

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Prima di Cristo non ci furono Cristiani.

1. La gloria dei Maccabei ha reso solenne per noi questo giorno. Mentre si dava lettura delle loro straordinarie 'passioni', abbiamo non solo ascoltato, ma abbiamo persino veduto e siamo rimasti intenti a contemplare. Esse si compirono un tempo, prima dell'incarnazione, prima della passione del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo. Vissero in quel primo popolo, in mezzo al quale sorsero i Profeti, i quali ne predissero la venuta. Né alcuno pensi che non vi sia stato un popolo di Dio prima che vi fosse un popolo cristiano. Anzi, per così dire - com'è la verità non la consuetudine dei nomi - persino il popolo cristiano allora fu quel popolo. Non è infatti che Cristo cominciò ad avere un popolo dopo la sua passione, ma era suo il popolo discendenza di Abramo; rendendo a questi testimonianza, il Signore stesso affermò: Abramo desiderò vedere il mio giorno; e lo vide e se ne rallegrò 1. Nacque dunque da Abramo quel popolo, che fu schiavo in Egitto e che, dopo essere stato liberato con mano potente dal paese della schiavitù per mezzo di Mosè, servo di Dio, condotto attraverso il Mar Rosso per il ritrarsi dei flutti, provato nel deserto, sottoposto alla Legge, viene stabilito nel regno. Da esso, come ho detto, sorsero i Profeti, da esso fiorirono questi martiri. È certo che Cristo non era ancora morto: ma fece di loro dei martiri Cristo che doveva morire.

I martiri Maccabei: Cristiani non di nome ma di fatto.

2. Perciò è anzitutto questo da raccomandarsi alla Carità vostra: di guardarvi dal non ritenerli cristiani quando provate ammirazione per quei martiri. Furono cristiani, ma con le opere anticiparono il nome di cristiani, diffuso più tardi. È però evidente come per loro non si trattasse di confessare Cristo; dal re empio e persecutore non erano costretti a rinnegare Cristo. Più tardi i martiri, quando a questo venivano indotti, per evitarlo, raggiunsero una simile gloria. Infatti i persecutori del popolo cristiano, che seguirono nel tempo, costringevano i loro perseguitati a rinnegare il nome di Cristo; quelli, opponendo estrema resistenza nella fede nel nome di Cristo, pativano dei tormenti quali, mentre se ne dava lettura, abbiamo saputo che costoro avevano tollerato. Dunque, a questi martiri più recenti, che a migliaia hanno imporporato la terra, si imponeva e si ripeteva dai persecutori: rinnegate Cristo.. Rifiutandosi di farlo, pativano di quelle sofferenze che anche costoro subirono. Certo, a questi si diceva: Rinnegate la Legge di Mosè. Si rifiutavano: soffrivano per la Legge di Mosè. Questi per il nome di Cristo, quelli per la Legge di Mosè.

È giusto, per la Chiesa, celebrare il martirio dei Maccabei. Il mistero di Cristo nascosto nel V.T. Chiave del V.T.: la croce.

3. Viene fuori un giudeo a direi: Come mai questi nostri li annoverate tra i vostri martiri? Con quale inconsideratezza ne celebrate la memoria? Leggete le loro confessioni: notate se confessarono Cristo. Gli risponderemo: Veramente sei uno di quelli che non hanno creduto in Cristo e, tagliati dall'olivo, subentrando l'oleastro, rimasero disseccati fuori 2; che dirai, uno dei perfidi? Quelli non confessavano ancora apertamente Cristo, perché il mistero di Cristo rimaneva ancora celato. Infatti il Vecchio Testamento è il velamento del Nuovo, mentre il Nuovo Testamento è la rivelazione del Vecchio Testamento. Dei Giudei non credenti, tuoi padri, ma tuoi fratelli nel male, fa' perciò attenzione; di quei tali, bada a quel che dice l'apostolo Paolo: Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore. Quel medesimo velo rimane, alla lettura del Vecchio Testamento, esso non sarà rimosso, perché è in Cristo che viene eliminato. Ma quando sarai convertito a Cristo - dice - quel velo sarà tolto 3. Il velo - dice - rimane alla lettura del Vecchio Testamento, esso non sarà rimosso perché è in Cristo che viene eliminato: non la lettura del Vecchio Testamento, ma il velo che vi è steso sopra. Insomma, la lettura del Vecchio Testamento non viene eliminata, ma portata a compimento da colui che ha detto: Non sono venuto ad abolire la Legge, ma a darle compimento 4. Il velo, dunque, viene eliminato perché diventi intelligibile quel che era oscuro. Ciò era senza dubbio chiuso, perché non si era ancora introdotta la chiave della croce.

Con la passione di Cristo si sono adempiute tutte le profezie. Tutte le cose si rivelano nel mistero della Croce.

4. Infine, fissa lo sguardo alla passione del Signore, fa' che sia presente ai tuoi occhi mentre pende dalla croce, e quasi leone, per sua volontà ivi disteso, che non in forza della necessità sta morendo per uccidere la morte, ma avendone il potere. Proprio a questo sii attento: fra l'altro, nota che sulla croce ha detto: Ho sete 5. E mentre i Giudei, senza rendersi conto di quel che facevano e di propria mano portavano a compimento, legarono ad una canna una spugna imbevuta di aceto e gliela porsero da sorbire, egli, ricevuto l'aceto, avvertì: È compiuto. E, chinato il capo, rese lo spirito 6. Chi intraprende un viaggio così come egli morì, con altrettanta verità e potenza di lui che aveva detto: Ho il potere di offrire la mia anima e di riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso e la riprendo di nuovo 7? Viene a conoscenza del regno del Vivente chi ha degnamente considerato la potenza di lui che muore. Ma proprio ai Giudei aveva detto questo per mezzo del Profeta: Io mi sono addormentato 8. Come volesse dire: Perché vi vantate della mia morte? Perché vi gloriate inutilmente quasi mi abbiate vinto? Io mi sono addormentato. Io mi sono addormentato perché ho voluto, non perché da parte vostra siete stati uccisori. Io ho portato a termine quel che ho voluto: voi siete rimasti nel peccato. Perciò, accettato e sorbito l'aceto, disse: È compiuto 9. Che cosa è compiuto? Ciò che è stato scritto di me. Che cosa è stato scritto di lui? Hanno messo fiele nel mio cibo, e quando avevo sete mi hanno dato da bere aceto 10. Comprendendo in un'attenta considerazione tutti i particolari di quanto si era svolto durante la passione di lui: ora quelli avevano scosso il capo davanti alla croce, ora avevano accostato il fiele, ora avevano potuto contarne le ossa mentre pendeva teso, ora venivano divise le vesti, ora avevano tirato a sorte la tunica inconsutile, dopo uno sguardo di insieme, e dopo aver in certo modo enumerato tutto quanto i Profeti avevano predetto di lui, rimaneva un non so che di minor conto: E quando avevo sete mi hanno dato da bere aceto. Per aggiungere questo poco che era rimasto, disse: Ho sete. Ricevuto quel poco che era rimasto, avvertì: È compiuto. Detto questo, chinato il capo, rese lo spirito 11. Allora le fondamenta della terra si scossero, allora, infrantesi le rocce, vennero in luce le profondità della terra, allora i sepolcri restituirono i morti; e per dire la ragione per cui abbiamo esposto tutto ciò, poiché era tempo ormai che nel mistero della croce tutto quanto era occulto nel Vecchio Testamento venisse rivelato, il velo del tempio si squarciò 12.

Altri martiri confessarono Cristo rivelato nel Vangelo; i Maccabei, nascosto nella Legge.

5. D'allora, quindi, dopo la risurrezione, si cominciò ad annunziare Cristo apertamente. Si venne al momento in cui le cose che erano state predette cominciarono a compiersi nel modo più palese: ecco i primi martiri a dare le più ferme testimonianze di Cristo. I martiri confessarono, rivelato, proprio colui che allora i Maccabei confessarono non rivelato. Questi morirono per Cristo presentato nel Vangelo; quelli morirono per il nome di Cristo celato nella Legge. Appartengono a Cristo gli uni e gli altri, Cristo ha aiutato nel combattimento gli uni e gli altri, Cristo ha coronato gli uni e gli altri. Cristo ha gli uni e gli altri al suo servizio, come chi è di elevatissima potenza e procede con una schiera di uomini fedeli, fra alcuni che lo precedono ed altri che lo seguono. Fissa piuttosto il tuo sguardo proprio su di lui che è capo nel veicolo della carne: a lui rendono omaggio quelli che precedono, a lui sono devoti quelli che seguono. Infatti, perché tu sappia - sappia chiaramente che morendo per la Legge di Mosè sono morti per Cristo - ascolta Cristo stesso, ascolta, o giudeo, e si apra finalmente il tuo cuore e si tolga il velo dai tuoi occhi. Se credeste a Mosè, credereste anche a me 13. Questo ascolta, questo accogli, se puoi. Se sono riuscito ad eliminare il velo, guarda. Se credeste - dice - a Mosè, credereste anche a me: di me infatti egli ha scritto 14. Se Mosè ha scritto di Cristo, chi veramente è morto per la Legge di Mosè, ha dato la vita per Cristo. Di me - dice - egli ha scritto. Colui al quale resero omaggio le lingue dei confessori, è pure colui al quale rese omaggio la cannula di quanti scrissero cose vere. Come potrete comprendere la cannula di Mosè, voi che avete apposto aceto alla canna? Voglia il cielo che una buona volta beviate il vino di lui al quale, anche al presente, bestemmiando, porgete aceto.

Istituita una solennità per merito dei Maccabei. Eretta in Antiochia una basilica in loro onore. Le madri imparino ad amare i figli della madre dei Maccabei.

6. Pertanto, i Maccabei sono martiri di Cristo. Quindi, non impropriamente, non a sproposito, anzi certamente doverosa da parte dei cristiani la celebrazione del loro giorno, la loro solennità. Sanno celebrare qualcosa di simile i Giudei? Si fa notare che in Antiochia è eretta una basilica in onore dei santi Maccabei, cioè in quella città che porta proprio il nome del re persecutore. In realtà, ebbero a soffrire da parte di Antioco, l'empio re persecutore, e il ricordo del loro martirio viene celebrato in Antiochia, così che risuonano insieme e il nome del persecutore e la memoria di colui che dà la corona. Questa basilica è tenuta dai cristiani, ed è stata costruita da cristiani. Perciò siamo noi a doverne celebrare la memoria, noi la conserviamo: da noi i loro sacrifici sono stati imitati in tutto il mondo da migliaia di santi martiri. Quindi nessuno si ritragga, fratelli miei, dall'imitare i Maccabei e che non pensi, imitando i Maccabei, di non imitare dei cristiani. Si accenda veramente nei nostri cuori il desiderio dell'imitazione. Gli uomini imparino a morire per la verità. Imparino le donne da tanta pazienza e dalla fortezza superiore ad ogni dire della loro madre, che sapeva salvare i propri figli. Sapeva possedere quelli che non temeva di perdere. Questi avvertirono i patimenti ciascuno nel proprio corpo, quella, vedendo soffrire, soffrì in tutti loro. La madre dei sette martiri divenne sette volte martire: non separata dai figli che seguiva con lo sguardo, e unita ai figli morendo. Tutti li vedeva, tutti li amava. Aveva negli occhi quel che era nella carne di tutti; non soltanto non ne restava atterrita, ma giungeva a incoraggiarli.

L'ultimo dei figli è incoraggiato al martirio.

7. Il persecutore Antioco la ritenne simile alle altre madri. "Convinci tuo figlio - disse - perché non muoia". E quella: "È certo che persuaderò mio figlio a vivere incoraggiandolo a morire: tu vuoi indurlo alla morte risparmiandolo". Ma quale non fu l'esortazione, quanto pia, quanto materna, come volta a procedere secondo il doppio senso spirituale e carnale! Figlio, abbi compassione di me - disse - abbi compassione di me che ti ho portato in seno nove mesi, ti ho allattato per tre anni, ti ho condotto a questa età: abbi compassione di me 15. Tutti si attendevano parole di conseguenza: Ubbidisci ad Antioco, non abbandonare tua madre. Quella, al contrario: Ubbidisci a Dio, non abbandonare i tuoi fratelli. Se ti sembra di abbandonarmi, proprio allora non mi abbandoni. Ivi ti avrò, dove non avrò più timore di perderti ancora. Ivi ti conserverà a me Cristo, dal quale Antioco non potrà strappare. Ebbe timore di Dio, ascoltò la madre, rispose al re, si unì ai fratelli, attirò la madre.

 


1 - Gv 8, 56.

2 - Cf. Rm 11, 17.

3 - 2 Cor 3, 14-16.

4 - Mt 5, 17.

5 - Gv 19, 28.

6 - Gv 19, 30.

7 - Gv 10, 17-18.

8 - Sal 3, 6.

9 - Gv 19, 30.

10 - Sal 68, 22.

11 - Gv 19, 30.

12 - Cf. 2 Cor 3, 14 ss.

13 - Gv 5, 46.

14 - Gv 5, 46.

15 - 2 Mac 7, 27.


Capitolo XXIV: Guardarsi dall’indagare curiosamente la vita degli altri

Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis

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1. Figlio, non essere curioso; non prenderti inutili affanni. Che t'importa di questo e di quello? "Tu segui me" (Gv 21,22). Che ti importa che quella persona sia di tal fatta, o diversa, o quell'altra agisca e dica così e così? Tu non dovrai rispondere per gli altri; al contrario renderai conto per te stesso. Di che cosa dunque ti vai impicciando? Ecco, io conosco tutti, vedo tutto ciò che accade sotto il sole e so la condizione di ognuno: che cosa uno pensi, che cosa voglia, a che cosa miri la sua intenzione. Tutto deve essere, dunque, messo nelle mie mani. E tu mantieniti in pace sicura, lasciando che altri si agiti quanto crede, e metta agitazione attorno a sé: ciò che questi ha fatto e ciò che ha detto ricadrà su di lui, poiché, quanto a me, non mi può ingannare.  

2. Non devi far conto della vanità di un grande nome, né delle molte amicizie, né del particolare affetto di varie persone: tutte cose che sviano e danno un profondo offuscamento di spirito. Invece io sarò lieto di dirti la mia parola e di palesarti il mio segreto, se tu sarai attento ad avvertire la mia venuta, con piena apertura del cuore. Stai dunque in guardia, veglia in preghiera (1 Pt 4,7), e umiliati in ogni cosa (Sir 3,20).


LA CARTOLINA DEL PADRE

Sant'Anna Schaffer

Il 9 novembre 1919 sognai di ricevere una cartolina firmata da due Padri. Non riuscii a leggerne il testo, ma solo l’indirizzo. Uno dei due Padri era stato qui nella festa del rosario. Vidi che raccontava all'altro qualcosa di me, ma non capii che cosa.

Otto giorni dopo ricevetti la cartolina proprio come avevo sognato.