Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 5 giugno 2025 - San Bonifacio (Letture di oggi)

Beato te se in ogni istante ti rivolgi al Signore, mite e umile di cuore. Troverai ristoro per la tua anima. Beato te se sai riempire la tua vita della Sua dolce presenza. Beato te se sai sopportare le prove con umiltà  e mitezza, e le offri al Signore trasformandole in grazia, in opere di salvezza, in perle di grande valore. (Don Nikola Vucic)

Liturgia delle Ore - Letture

Domenica della 6° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 15

1"Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.3Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.9Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.11Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.14Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.17Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

18Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.19Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.20Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.21Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.22Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato.23Chi odia me, odia anche il Padre mio.24Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio.25Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: 'Mi hanno odiato senza ragione'.
26Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza;27e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.


Giudici 8

1Ma gli uomini di Efraim gli dissero: "Che azione ci hai fatto, non chiamandoci quando sei andato a combattere contro Madian?". Litigarono con lui violentemente.2Egli rispose loro: "Che ho fatto io in confronto a voi? La racimolatura di Efraim non vale più della vendemmia di Abiezer?3Dio vi ha messo nelle mani i capi di Madian, Oreb e Zeeb; che dunque ho potuto fare io in confronto a voi?". A tali parole, la loro ira contro di lui si calmò.
4Gedeone arrivò al Giordano e lo attraversò. Ma egli e i suoi trecento uomini erano stanchi e affamati.5Disse a quelli di Succot: "Date focacce di pane alla gente che mi segue, perché è stanca e io sto inseguendo Zebach e Zalmunna, re di Madian".6Ma i capi di Succot risposero: "Tieni forse già nelle tue mani i polsi di Zebach e di Zalmunna, perché dobbiamo dare il pane al tuo esercito?".7Gedeone disse: "Ebbene, quando il Signore mi avrà messo nelle mani Zebach e Zalmunna, vi strazierò le carni con le spine del deserto e con i cardi".8Di là salì a Penuel e parlò agli uomini di Penuel nello stesso modo; essi gli risposero come avevano fatto quelli di Succot.9Egli disse anche agli uomini di Penuel: "Quando tornerò in pace, abbatterò questa torre".
10Zebach e Zalmunna erano a Karkor con il loro accampamento di circa quindicimila uomini, quanti erano rimasti dell'intero esercito dei figli dell'oriente; centoventimila uomini armati di spada erano caduti.11Gedeone salì per la via dei nomadi a oriente di Nobach e di Iogbea e mise in rotta l'esercito che si credeva sicuro.12Zebach e Zalmunna si diedero alla fuga, ma egli li inseguì, prese i due re di Madian, Zebach e Zalmunna, e sbaragliò tutto l'esercito.
13Poi Gedeone, figlio di Ioas, tornò dalla battaglia per la salita di Cheres.14Catturò un giovane della gente di Succot e lo interrogò; quegli gli mise per iscritto i nomi dei capi e degli anziani di Succot: settantasette uomini.15Poi venne alla gente di Succot e disse: "Ecco Zebach e Zalmunna, a proposito dei quali mi avete insultato dicendo: Hai tu forse già nelle mani i polsi di Zebach e Zalmunna perché dobbiamo dare il pane alla tua gente stanca?".16Prese gli anziani della città e con le spine del deserto e con i cardi castigò gli uomini di Succot.17Demolì la torre di Penuel e uccise gli uomini della città.18Poi disse a Zebach e a Zalmunna: "Come erano gli uomini che avete uccisi al Tabor?". Quelli risposero: "Erano come te; ognuno di loro aveva l'aspetto di un figlio di re".19Egli riprese: "Erano miei fratelli, figli di mia madre; per la vita del Signore, se aveste risparmiato loro la vita, io non vi ucciderei!".20Poi disse a Ieter, suo primogenito: "Su, uccidili!". Ma il giovane non estrasse la spada, perché aveva paura, poiché era ancora giovane.21Zebach e Zalmunna dissero: "Suvvia, colpisci tu stesso, poiché qual è l'uomo, tale è la sua forza". Gedeone si alzò e uccise Zebach e Zalmunna e prese le lunette che i loro cammelli portavano al collo.
22Allora gli Israeliti dissero a Gedeone: "Regna su di noi tu e i tuoi discendenti, poiché ci hai liberati dalla mano di Madian".23Ma Gedeone rispose loro: "Io non regnerò su di voi né mio figlio regnerà; il Signore regnerà su di voi".24Poi Gedeone disse loro: "Una cosa voglio chiedervi: ognuno di voi mi dia un pendente del suo bottino". I nemici avevano pendenti d'oro, perché erano Ismaeliti.25Risposero: "Li daremo volentieri". Egli stese allora il mantello e ognuno vi gettò un pendente del suo bottino".26Il peso dei pendenti d'oro, che egli aveva chiesti, fu di millesettecento sicli d'oro, oltre le lunette, le catenelle e le vesti di porpora, che i re di Madian avevano addosso, e oltre le collane che i loro cammelli avevano al collo.27Gedeone ne fece un 'efod' che pose in Ofra sua città; tutto Israele vi si prostrò davanti in quel luogo e ciò divenne una causa di rovina per Gedeone e per la sua casa.28Così Madian fu umiliato davanti agli Israeliti e non alzò più il capo; il paese rimase in pace per quarant'anni, durante la vita di Gedeone.29Ierub-Baal, figlio di Ioas, tornò a dimorare a casa sua.30Gedeone ebbe settanta figli che gli erano nati dalle molte mogli.31Anche la sua concubina che stava a Sichem gli partorì un figlio, che chiamò Abimèlech.32Poi Gedeone, figlio di Ioas, morì in buona vecchiaia e fu sepolto nella tomba di Ioas suo padre a Ofra degli Abiezeriti.
33Dopo la morte di Gedeone gli Israeliti tornarono a prostituirsi a Baal e presero Baal-Berit come loro dio.34Gli Israeliti non si ricordarono del Signore loro Dio che li aveva liberati dalle mani di tutti i loro nemici all'intorno35e non dimostrarono gratitudine alla casa di Ierub-Baal, cioè di Gedeone, per tutto il bene che egli aveva fatto a Israele.


Siracide 33

1Chi teme il Signore non incorre in alcun male,
se subisce tentazioni, ne sarà liberato di nuovo.
2Un uomo saggio non detesta la legge,
ma l'ipocrita a suo riguardo è come una nave nella
tempesta.
3L'uomo assennato ha fiducia nella legge,
la legge per lui è degna di fede come un oracolo.
4Prepàrati il discorso, così sarai ascoltato;
concatena il tuo sapere e poi rispondi.
5Ruota di carro il sentimento dello stolto,
il suo ragionamento è come l'asse che gira.
6Come uno stallone è un amico beffardo,
nitrisce sotto chiunque lo cavalca.

7Perché un giorno è più importante d'un altro?
Eppure la luce di ogni giorno dell'anno viene dal sole.
8Essi sono distinti secondo il pensiero del Signore
che ha variato le stagioni e le feste.
9Alcuni giorni li ha nobilitati e santificati,
altri li ha lasciati nel numero dei giorni ordinari.
10Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere
e dalla terra fu creato Adamo.
11Ma il Signore li ha distinti nella sua grande sapienza,
ha assegnato loro diversi destini.
12Alcuni li ha benedetti ed esaltati,
altri li ha santificati e avvicinati a sé,
altri li ha maledetti e umiliati
e li ha scacciati dalle loro posizioni.
13Come l'argilla nelle mani del vasaio
che la forma a suo piacimento,
così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati,
per retribuirli secondo la sua giustizia.
14Di fronte al male c'è il bene,
di fronte alla morte, la vita;
così di fronte al pio il peccatore.
15Considera perciò tutte le opere dell'Altissimo;
due a due, una di fronte all'altra.
16Io mi sono dedicato per ultimo allo studio,
come un racimolatore dietro i vendemmiatori.
17Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo scopo,
come un vendemmiatore ho riempito il tino.
18Badate che non ho faticato solo per me,
ma per quanti ricercano l'istruzione.
19Ascoltatemi, capi del popolo,
e voi che dirigete le assemblee, fate attenzione.

20Al figlio e alla moglie, al fratello e all'amico
non dare un potere su di te finché sei in vita.
Non dare ad altri le tue ricchezze,
perché poi non ti penta e debba richiederle.
21Finché vivi e c'è respiro in te,
non abbandonarti in potere di nessuno.
22È meglio che i figli ti preghino
che non rivolgerti tu alle loro mani.
23In tutte le azioni sii sempre superiore,
non permettere che si offuschi la tua fama.
24Quando finiranno i giorni della tua vita,
al momento della morte, assegna la tua eredità.

25Foraggio, bastone e pesi per l'asino;
pane, castigo e lavoro per lo schiavo.
26Fa' lavorare il tuo servo, e potrai trovare riposo,
lasciagli libere le mani e cercherà la libertà.
27Giogo e redini piegano il collo;
per lo schiavo cattivo torture e castighi.
28Fallo lavorare perché non stia in ozio,
poiché l'ozio insegna molte cattiverie.
29Obbligalo al lavoro come gli conviene,
e se non obbedisce, stringi i suoi ceppi.
30Non esagerare con nessuno;
non fare nulla senza giustizia.
31Se hai uno schiavo, sia come te stesso,
poiché l'hai acquistato con il sangue.
32Se hai uno schiavo, trattalo come fratello,
perché ne avrai bisogno come di te stesso,
33Se tu lo maltratti ed egli fuggirà,
per quale strada andrai a ricercarlo?


Salmi 106

1Alleluia.

Celebrate il Signore, perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
2Chi può narrare i prodigi del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?
3Beati coloro che agiscono con giustizia
e praticano il diritto in ogni tempo.

4Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo,
visitaci con la tua salvezza,
5perché vediamo la felicità dei tuoi eletti,
godiamo della gioia del tuo popolo,
ci gloriamo con la tua eredità.

6Abbiamo peccato come i nostri padri,
abbiamo fatto il male, siamo stati empi.
7I nostri padri in Egitto
non compresero i tuoi prodigi,
non ricordarono tanti tuoi benefici
e si ribellarono presso il mare, presso il mar Rosso.
8Ma Dio li salvò per il suo nome,
per manifestare la sua potenza.

9Minacciò il mar Rosso e fu disseccato,
li condusse tra i flutti come per un deserto;
10li salvò dalla mano di chi li odiava,
li riscattò dalla mano del nemico.
11L'acqua sommerse i loro avversari;
nessuno di essi sopravvisse.
12Allora credettero alle sue parole
e cantarono la sua lode.

13Ma presto dimenticarono le sue opere,
non ebbero fiducia nel suo disegno,
14arsero di brame nel deserto,
e tentarono Dio nella steppa.
15Concesse loro quanto domandavano
e saziò la loro ingordigia.

16Divennero gelosi di Mosè negli accampamenti,
e di Aronne, il consacrato del Signore.
17Allora si aprì la terra e inghiottì Datan,
e seppellì l'assemblea di Abiron.
18Divampò il fuoco nella loro fazione
e la fiamma divorò i ribelli.

19Si fabbricarono un vitello sull'Oreb,
si prostrarono a un'immagine di metallo fuso;
20scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia fieno.
21Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
22prodigi nel paese di Cam,
cose terribili presso il mar Rosso.
23E aveva già deciso di sterminarli,
se Mosè suo eletto
non fosse stato sulla breccia di fronte a lui,
per stornare la sua collera dallo sterminio.

24Rifiutarono un paese di delizie,
non credettero alla sua parola.
25Mormorarono nelle loro tende,
non ascoltarono la voce del Signore.
26Egli alzò la mano su di loro
giurando di abbatterli nel deserto,
27di disperdere i loro discendenti tra le genti
e disseminarli per il paese.

28Si asservirono a Baal-Peor
e mangiarono i sacrifici dei morti,
29provocarono Dio con tali azioni
e tra essi scoppiò una pestilenza.
30Ma Finees si alzò e si fece giudice,
allora cessò la peste
31e gli fu computato a giustizia
presso ogni generazione, sempre.

32Lo irritarono anche alle acque di Meriba
e Mosè fu punito per causa loro,
33perché avevano inasprito l'animo suo
ed egli disse parole insipienti.

34Non sterminarono i popoli
come aveva ordinato il Signore,
35ma si mescolarono con le nazioni
e impararono le opere loro.
36Servirono i loro idoli
e questi furono per loro un tranello.
37Immolarono i loro figli
e le loro figlie agli dèi falsi.
38Versarono sangue innocente,
il sangue dei figli e delle figlie
sacrificati agli idoli di Canaan;
la terra fu profanata dal sangue,
39si contaminarono con le opere loro,
si macchiarono con i loro misfatti.

40L'ira del Signore si accese contro il suo popolo,
ebbe in orrore il suo possesso;
41e li diede in balìa dei popoli,
li dominarono i loro avversari,
42li oppressero i loro nemici
e dovettero piegarsi sotto la loro mano.
43Molte volte li aveva liberati;
ma essi si ostinarono nei loro disegni
e per le loro iniquità furono abbattuti.
44Pure, egli guardò alla loro angoscia
quando udì il loro grido.
45Si ricordò della sua alleanza con loro,
si mosse a pietà per il suo grande amore.
46Fece loro trovare grazia
presso quanti li avevano deportati.
47Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici di mezzo ai popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode.

48Benedetto il Signore, Dio d'Israele
da sempre, per sempre.
Tutto il popolo dica: Amen.


Ezechiele 16

1Mi fu rivolta questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, fa' conoscere a Gerusalemme tutti i suoi abomini.3Dirai loro: Così dice il Signore Dio a Gerusalemme: Tu sei, per origine e nascita, del paese dei Cananei; tuo padre era Amorreo e tua madre Hittita. Alla tua nascita, quando fosti partorita, non ti fu tagliato l'ombelico e non fosti lavata con l'acqua per purificarti; non ti fecero le frizioni di sale, né fosti avvolta in fasce.4.5Occhio pietoso non si volse su di te per farti una sola di queste cose e usarti compassione, ma come oggetto ripugnante fosti gettata via in piena campagna, il giorno della tua nascita.
6Passai vicino a te e ti vidi mentre ti dibattevi nel sangue e ti dissi: Vivi nel tuo sangue7e cresci come l'erba del campo. Crescesti e ti facesti grande e giungesti al fiore della giovinezza: il tuo petto divenne fiorente ed eri giunta ormai alla pubertà; ma eri nuda e scoperta.
8Passai vicino a te e ti vidi; ecco, la tua età era l'età dell'amore; io stesi il lembo del mio mantello su di te e coprii la tua nudità; giurai alleanza con te, dice il Signore Dio, e divenisti mia.9Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue e ti unsi con olio;10ti vestii di ricami, ti calzai di pelle di tasso, ti cinsi il capo di bisso e ti ricoprii di seta;11ti adornai di gioielli: ti misi braccialetti ai polsi e una collana al collo:12misi al tuo naso un anello, orecchini agli orecchi e una splendida corona sul tuo capo.13Così fosti adorna d'oro e d'argento; le tue vesti eran di bisso, di seta e ricami; fior di farina e miele e olio furono il tuo cibo; diventasti sempre più bella e giungesti fino ad esser regina.14La tua fama si diffuse fra le genti per la tua bellezza, che era perfetta, per la gloria che io avevo posta in te, parola del Signore Dio.
15Tu però, infatuata per la tua bellezza e approfittando della tua fama, ti sei prostituita concedendo i tuoi favori ad ogni passante.16Prendesti i tuoi abiti per adornare a vari colori le alture su cui ti prostituivi.17Con i tuoi splendidi gioielli d'oro e d'argento, che io ti avevo dati, facesti immagini umane e te ne servisti per peccare;18poi tu le adornasti con le tue vesti ricamate e davanti a quelle immagini presentasti il mio olio e i miei profumi.19Il pane che io ti avevo dato, il fior di farina, l'olio e il miele di cui ti nutrivo ponesti davanti ad esse come offerta di soave odore. Oracolo del Signore Dio.
20Prendesti i figli e le figlie che mi avevi generati e li sacrificasti loro in cibo. Erano forse poca cosa le tue infedeltà?21Immolasti i miei figli e li offristi a loro, facendoli passare per il fuoco.22Fra tutte le tue nefandezze e infedeltà non ti ricordasti del tempo della tua giovinezza, quando eri nuda e ti dibattevi nel sangue!23Ora, dopo tutta la tua perversione, guai, guai a te! Oracolo del Signore Dio.24In ogni piazza ti sei fabbricata un tempietto e costruita una altura;25ad ogni crocicchio ti sei fatta un altare, disonorando la tua bellezza, offrendo il tuo corpo a ogni passante, moltiplicando le tue prostituzioni.26Hai concesso i tuoi favori ai figli d'Egitto, tuoi corpulenti vicini, e hai moltiplicato le tue infedeltà per irritarmi.27Ed ecco io ho steso la mano su di te; ho ridotto il tuo cibo e ti ho abbandonato in potere delle tue nemiche, le figlie dei Filistei, che erano disgustate della tua condotta sfrontata.
28Non ancora sazia, hai concesso i tuoi favori agli Assiri; ma non soddisfatta29hai moltiplicato le tue infedeltà nel paese di Canaan, fino nella Caldea: e neppure allora ti sei saziata.30Come è stato abbietto il tuo cuore - dice il Signore Dio - facendo tutte queste azioni degne di una spudorata sgualdrina!31Quando ti costruivi un postribolo ad ogni crocevia e ti facevi un'altura in ogni piazza, tu non eri come una prostituta in cerca di guadagno,32ma come un'adultera che, invece del marito, accoglie gli stranieri!33Ad ogni prostituta si da' un compenso, ma tu hai dato il compenso a tutti i tuoi amanti e hai distribuito loro doni perché da ogni parte venissero da te per le tue prostituzioni.34Tu hai fatto il contrario delle altre donne, quando ti prostituivi: nessuno è corso dietro a te, mentre tu hai distribuito doni e non ne hai ricevuti, tanto eri pervertita.
35Perciò, o prostituta, ascolta la parola del Signore.36Così dice il Signore Dio: Per le tue ricchezze sperperate, per la tua nudità scoperta nelle prostituzioni con i tuoi amanti e con tutti i tuoi idoli abominevoli, per il sangue dei tuoi figli che hai offerto a loro,37ecco, io adunerò da ogni parte tutti i tuoi amanti con i quali sei stata compiacente, coloro che hai amati insieme con coloro che hai odiati, e scoprirò di fronte a loro la tua nudità perché essi la vedano tutta.
38Ti infliggerò la condanna delle adultere e delle sanguinarie e riverserò su di te furore e gelosia.
39Ti abbandonerò nelle loro mani e distruggeranno i tuoi postriboli, demoliranno le tue alture; ti spoglieranno delle tue vesti e ti toglieranno i tuoi splendidi ornamenti: ti lasceranno scoperta e nuda.40Poi ecciteranno contro di te la folla, ti lapideranno e ti trafiggeranno con la spada.41Incendieranno le tue case e sarà fatta giustizia di te sotto gli occhi di numerose donne: ti farò smettere di prostituirti e non distribuirai più doni.42Quando avrò saziato il mio sdegno su di te, la mia gelosia si allontanerà da te; mi calmerò e non mi adirerò più.43Per il fatto che tu non ti sei ricordata del tempo della tua giovinezza e mi hai provocato all'ira con tutte queste cose, ecco anch'io farò ricadere sul tuo capo le tue azioni, parola del Signore Dio; non accumulerai altre scelleratezze oltre tutti gli altri tuoi abomini.
44Ecco, ogni esperto di proverbi dovrà dire questo proverbio a tuo riguardo: Quale la madre, tale la figlia.45Tu sei la degna figlia di tua madre, che ha abbandonato il marito e i suoi figli: tu sei sorella delle tue sorelle, che hanno abbandonato il marito e i loro figli. Vostra madre era una Hittita e vostro padre un Amorreo.46Tua sorella maggiore è Samaria, che con le sue figlie abita alla tua sinistra; tua sorella più piccola è Sòdoma, che con le sue figlie abita alla tua destra.47Tu non soltanto hai seguito la loro condotta e agito secondo i loro costumi abominevoli, ma come se ciò fosse stato troppo poco, ti sei comportata peggio di loro in tutta la tua condotta.48Per la mia vita - dice il Signore Dio - tua sorella Sòdoma e le sue figlie non fecero quanto hai fatto tu e le tue figlie!49Ecco, questa fu l'iniquità di tua sorella Sòdoma: essa e le sue figlie avevano superbia, ingordigia, ozio indolente, ma non stesero la mano al povero e all'indigente:50insuperbirono e commisero ciò che è abominevole dinanzi a me: io le vidi e le eliminai.51Samaria non ha peccato la metà di quanto hai peccato tu. Tu hai moltiplicato le tue nefandezze più di loro, le tue sorelle, tanto da farle apparire giuste, con tutte le nefandezze che hai commesse.
52Devi portare anche tu la tua umiliazione, tu che hai giustificato le tue sorelle. Per i tuoi peccati che superano i loro esse sono più giuste di te: anche tu dunque devi essere svergognata e portare la tua umiliazione, perché hai giustificato le tue sorelle.53Ma io cambierò le loro sorti: cambierò le sorti di Sòdoma e delle città dipendenti, cambierò le sorti di Samaria e delle città dipendenti; anche le tue sorti muterò in mezzo a loro,54perché tu porti la tua umiliazione e tu senta vergogna di quanto hai fatto per consolarle.55Tua sorella Sòdoma e le città dipendenti torneranno al loro stato di prima; Samaria e le città dipendenti torneranno al loro stato di prima e anche tu e le città dipendenti tornerete allo stato di prima.56Eppure tua sorella Sòdoma non era forse sulla tua bocca al tempo del tuo orgoglio,57prima che fosse scoperta la tua malvagità? Perché ora tu sei disprezzata dalle figlie di Aram e da tutte le figlie dei Filistei che sono intorno a te, le quali ti dileggiano da ogni parte?58Tu stai scontando la tua scelleratezza e i tuoi abomini. Parola del Signore.59Poiché, dice il Signore Dio: Io ho ricambiato a te quello che hai fatto tu, che hai disprezzato il giuramento e violato l'alleanza.60Anch'io mi ricorderò dell'alleanza conclusa con te al tempo della tua giovinezza e stabilirò con te un'alleanza eterna.61Allora ti ricorderai della tua condotta e ne sarai confusa, quando riceverai le tue sorelle maggiori insieme a quelle più piccole e io le darò a te per figlie, ma non in forza della tua alleanza;62io ratificherò la mia alleanza con te e tu saprai che io sono il Signore,63perché te ne ricordi e ti vergogni e, nella tua confusione, tu non apra più bocca, quando ti avrò perdonato quello che hai fatto. Parola del Signore Dio".


Prima lettera di Pietro 5

1Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi:2pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo;3non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge.4E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

5Ugualmente, voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché

'Dio resiste ai superbi,
ma da' grazia agli umili'.

6Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno,7'gettando' in lui ogni 'vostra preoccupazione', perché egli ha cura di voi.8Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare.9Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.
10E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi.11A lui la potenza nei secoli. Amen!

12Vi ho scritto, come io ritengo, brevemente per mezzo di Silvano, fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi!13Vi saluta la comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio figlio.14Salutatevi l'un l'altro con bacio di carità. Pace a voi tutti che siete in Cristo!


Capitolo XVII: La vita nei monasteri

Leggilo nella Biblioteca

1. Se vuoi mantenere pace e concordia con gli altri, devi imparare a vincere decisamente te stesso in molte cose. Non è cosa facile stare in un monastero o in un gruppo, e viverci senza lamento alcuno, mantenendosi fedele sino alla morte. Beato colui che vi avrà vissuto santamente e vi avrà felicemente compiuta la vita. Se vuoi stare saldo al tuo dovere e avanzare nel bene, devi considerarti esule pellegrino su questa terra. Per condurre una vita di pietà, devi farti stolto per amore di Cristo.  

2. Poco contano l'abito e la tonsura; sono la trasformazione della vita e la completa mortificazione delle passioni, che fanno il monaco. Chi tende ad altro che non sia soltanto Dio e la salute dell'anima, non troverà che tribolazione e dolore. Ancora, non avrà pace duratura chi non si sforza di essere il più piccolo, sottoposto a tutti. Qui tu sei venuto per servire, non comandare. Ricordati che sei stato chiamato a sopportare e a faticare, non a passare il tempo in ozio e in chiacchiere. Qui si provano gli uomini, come si prova l'oro nel fuoco (cfr. Sir 27,6). Qui nessuno potrà durevolmente stare, se non si sarà fatto umile dal profondo del cuore, per amore di Dio.


DISCORSO 144 DALLE PAROLE DEL MEDESIMO VANGELO DI GIOVANNI (16, 8-11): " EGLI CONVINCERÀ' IL MONDO QUANTO AL PECCATO, QUANTO ALLA GIUSTIZIA E QUANTO AL GIUDIZIO "

Discorsi - Sant'Agostino

Leggilo nella Biblioteca

Perché viene incolpato il solo peccato d'incredulità. Lo Spirito Santo è detto " Grazia di Dio ".

1. 1. Il Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo, parlando diffusamente della venuta dello Spirito Santo, che egli promise di inviare e mandò, fra l'altro asserì: Egli convincerà il mondo quanto al peccato, quanto alla giustizia e quanto al giudizio. Né, dopo aver detto questo, trasferì il discorso su altro argomento, ma si degnò di far penetrare alquanto più chiaramente le stesse affermazioni. Proprio quanto al peccato - dice - perché non hanno creduto in me; ma quanto alla giustizia, perché vado al Padre; quanto poi al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato già giudicato 1. In conseguenza sorge in noi il desiderio di capire perché non credere in Cristo debba essere quasi l'unico peccato degli uomini e tale che disse come lo Spirito Santo convincerebbe il mondo solo di questo peccato; ma se è palese che, oltre tale incredulità, molti altri sono i peccati degli uomini, perché di questo solo lo Spirito Santo deve convincere il mondo? O piuttosto, perché tutti i peccati sono trattenuti per l'incredulità, sono rimessi per la fede, per cui Dio, più che il resto, imputa questo solo a causa del quale avviene che tutti gli altri non possono essere rimessi, fino a che l'uomo superbo non crede nel Dio umile? E' stato scritto infatti così: Dio resiste ai superbi, ma dà la grazia agli umili 2. Senza dubbio la grazia di Dio è dono di Dio. Ma il dono più grande è lo stesso Spirito Santo: per questo è detto grazia. Poiché tutti infatti hanno peccato e sono privi della grazia di Dio 3; perché a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, per il peccato, la morte 4, e nel quale tutti hanno peccato; per questo, grazia, perché è data gratuitamente. Per questo è data gratuitamente, perché non si corrisponde, quasi ricompensa, dopo l'esame dei meriti, ma è data quale dono dopo il perdono dei peccati.

Non è la stessa cosa credere nell'esistenza di Cristo e credere in Cristo.

2. 2. Insomma, sono convinti di peccato gli increduli, cioè gli amici di questo mondo, poiché essi stessi sono indicati con il nome di mondo. Convincerà il mondo di peccato 5; non si tratta di altro peccato che quello di non aver creduto in Cristo. Infine, non essendoci più questo peccato, non resteranno peccati, perché, vivendo il giusto di fede, tutti sono rimessi. Ma c'è gran differenza se uno crede nell'esistenza di Cristo e se crede in Cristo. Giacché anche i dèmoni hanno creduto che Cristo esiste, eppure i dèmoni non hanno creduto in Cristo. Crede infatti in Cristo colui che ripone la sua speranza in Cristo ed ama Cristo. Poiché, se ha una fede senza speranza e senza amore, crede nell'esistenza di Cristo, non crede in Cristo. Perciò in chi crede in Cristo, in lui Cristo viene, proprio per la fede in Cristo; egli in certo qual modo si unisce a Cristo e risulta quale membro nel corpo di lui. Ciò non si può verificare se non si aggiunge e la speranza e la carità.

La giustizia di cui viene convinto il mondo.

2. 3. Che vuol dire anche ciò che afferma: Quanto alla giustizia, perché vado al Padre? 6 Ma per prima cosa c'è da chiedere: se il mondo è convinto quanto al peccato, perché anche quanto alla giustizia? Infatti, quanto alla giustizia, di che cosa si può legittimamente convincere? O magari il mondo è convinto del peccato suo proprio e, quanto alla giustizia, di certo quella di Cristo? Non vedo che si possa intendere di diverso dal momento che dice: Quanto al peccato, perché non hanno creduto in me; quanto poi alla giustizia, perché vado al Padre. Quelli non hanno creduto, egli se ne va al Padre. Perciò, quanto al peccato, il loro proprio, ma quanto alla giustizia quella propria di lui. Ma perché ha voluto alludere alla giustizia solo accostandola al suo andare al Padre? Non è forse giustizia anche l'essere venuto quaggiù dal Padre? O non è piuttosto misericordia quella per cui viene a noi dal Padre, ed è certo giustizia perché va al Padre?

Per quale ragione è giustizia il ritorno di Cristo al Padre.

3. 4. Pertanto, fratelli, nell'abissale profondità delle Scritture - in quelle parole si può celare qualche mistero - intendo disarticolare ciò che a proposito si deve rendere accessibile, così come ad un tempo possiamo ricercare nella fede, in modo da meritare di conseguire un salutare profitto. Com'è allora che denomina giustizia il " perché va al Padre ", e non anche il " perché viene dal Padre "? Sarà in quanto il suo venire è misericordia e perciò è giustizia che egli vada; affinché apprendiamo che anche in noi non può adempiersi la giustizia se saremmo stati negligenti nel praticare la misericordia, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri? Avendo fatto questo avvertimento, l'Apostolo allegò subito dopo l'esempio del Signore stesso: Non fate nulla - dice - per spirito di rivalità o per vanagloria, ma in umile sentire di sé, l'uno considerando l'altro superiore a se stesso, non badando ciascuno al proprio interesse, ma anche a quello degli altri. Poi aggiunse immediatamente: Abbiate ciascuno in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù; il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un'appropriazione indebita il suo essere uguale a Dio, ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo, facendosi simile agli uomini e riconosciuto quale uomo dall'aspetto esteriore; umiliò se stesso, fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Questa è la misericordia per cui venne dal Padre. Qual è allora la giustizia per la quale va al Padre? Prosegue dicendo: Per questo Dio lo ha esaltato, e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua proclami che il Signore Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre 7. Questa è la giustizia per la quale va al Padre.

Cristo solo ascende in cielo. Un solo Cristo dal capo e dalle membra. Altra è l'unità di Cristo con il Padre, altra l'unità con noi.

4. 5. Ma se Cristo da solo va al Padre, che giova a noi? In che modo il mondo viene convinto quanto a tale giustizia dello Spirito Santo? Eppure se non andasse solo al Padre non direbbe in altro passo: Nessuno è salito al cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo che è in cielo 8. Ma anche l'apostolo Paolo afferma: La nostra cittadinanza è nei cieli 9. Ma com'è questo? Perché dice parimenti: Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo si trova alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi siete morti infatti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio 10. In che modo allora egli solo? Da solo, magari per il fatto che Cristo, comprendendo tutte le sue membra, è uno, così come è uno il capo con il suo corpo? Ma qual è il corpo di lui, se non la Chiesa? Proprio come afferma il medesimo Dottore: Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte 11. Pertanto, poiché noi siamo caduti ed egli, per noi, è disceso, che vuol dire: Nessuno è salito, se non colui che è disceso, se non che nessuno è asceso, a meno che non sia diventato " il solo " insieme a lui, e connesso, quale membro, al corpo di lui che è disceso? Dice così anche ai discepoli: Perché senza di me non potete far nulla 12. In un modo infatti è una cosa sola con il Padre, in altro modo è una cosa sola con noi. E' una cosa sola con il Padre perché unica è la natura del Padre e del Figlio; è una cosa sola con il Padre perché, pur essendo di natura divina, non considerò un'appropriazione indebita l'essere uguale a Dio. Ma si è fatto un solo con noi, perché spogliò se stesso assumendo la condizione di servo 13; si è fatto uno solo con noi secondo la discendenza di Abramo, nel quale saranno benedette tutte le nazioni. Dopo aver ricondotto l'attenzione su questo, l'Apostolo precisa: [La Scrittura] non dice: E ai tuoi discendenti, come se si trattasse di molti, ma: E alla tua discendenza, come a uno solo, che è Cristo. E poiché anche noi abbiamo parte a quello che è Cristo, per effetto della nostra comune incorporazione e coesione a quel capo, Cristo è uno solo; e perché anche a noi dice: Allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa 14. Infatti, se una sola è la discendenza di Abramo, e quell'unica discendenza di Abramo non s'intende identificata altrimenti che in Cristo, e poiché anche noi siamo questa discendenza di Abramo, consegue che questa totalità, cioè capo e corpo, è il solo Cristo.

In che modo è nostra la giustizia di Cristo.

5. 6. Anche per questo non ci dobbiamo ritenere separati da quella giustizia cui fa riferimento il Signore stesso, dicendo: Quanto alla giustizia, perché vado al Padre 15. Poiché siamo infatti risorti anche noi con Cristo e, con il nostro capo, noi siamo Cristo, per ora nella fede e nella speranza; ma la nostra speranza avrà il suo compimento nella risurrezione ultima dei morti. Ma quando la nostra speranza sarà compiuta, raggiungerà la sua pienezza anche la nostra giustificazione. A renderla perfetta sarà il Signore che ha mostrato nella sua carne (cioè nel nostro capo), nella quale è risuscitato ed è asceso al Padre, che cosa dobbiamo sperare. Perché così è stato scritto: E' stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione 16. Perciò il mondo è convinto quanto al peccato in coloro che non credono in Cristo, e quanto alla giustizia in coloro che risorgono tra le membra di Cristo. E' stato detto al riguardo: Perché noi potessimo diventare, per mezzo di lui, giustizia di Dio 17. Infatti, se non per mezzo di lui, in nessun modo saremmo giustizia. Ma se per mezzo di lui, egli, il Cristo totale, con noi va al Padre, e questa realtà porterà a compimento in noi la perfetta giustizia. Perciò il mondo è convinto anche quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è già giudicato 18: cioè il diavolo principe degli empi; costoro non danno al cuore altra dimora fuori di questo mondo che amano e ne segue di esser chiamati mondo; come in cielo è la nostra patria se saremo risuscitati con Cristo. In conseguenza, a quel modo che Cristo è uno con noi, cioè con il suo capo, così il diavolo è uno con un certo qual suo corpo, con tutti gli empi dei quali è capo. Pertanto, come noi non siamo separati dalla giustizia, che il Signore rimanda al perché vado al Padre, così gli empi non sono separati da quel giudizio del quale ha detto: Perché il principe di questo mondo è stato già giudicato.

 

1 - Gv 16, 8-11.

2 - Gc 4, 6.

3 - Cf. Rm 3, 23.

4 - Cf. Rm 5, 12.

5 - Gv 16, 8.

6 - Gv 16,10.

7 - Fil 2, 3-11.

8 - Gv 3, 13.

9 - Fil 3, 20.

10 - Col 3, 1-3.

11 - 1 Cor 12, 27.

12 - Gv 15, 5.

13 - Fil 2, 6-7.

14 - Gal 3, 16. 29.

15 - Gv 16, 10.

16 - Rm 4, 25.

17 - 2 Cor 5, 21.

18 - Gv 16, 11.


Capitolo I: Cinque espressioni del saluto angelico contengono cinque dolcissime lodi della B. Vergine.

Lo specchio della Beata Vergine Maria - Beato Corrado di Sassonia

Leggilo nella Biblioteca

Ave Maria, gratia piena. Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui. Ascolta, o dolcissima Vergine Maria, ascolta questo saluto nuovo e mirabile, ascolta, o figlia, e rimira e porgi il tuo orecchio (Ps. 44. 11.) : ascolta Gabriele il nunzio glorioso, rimira il modo miracoloso della tua fecondità, porgi il tuo orecchio al fruttuoso consenso, ascolta ciò che a te da Dio Padre viene annunziato, rimira come in te si incarnerà il Figlio di Dio, porgi I' orecchio allo Spirito Santo che farà in te cose mirabili. Poiché dunque tu hai orecchi da intendere, ascolta (Matt. 11. 15) e sul principio, ascolta questo inaudito saluto : Ave, Maria ecc. Questo nome Maria vi è stato inserito non da Gabriele, ma dalla devozione dei fedeli, dietro ispirazione dello Spirito Santo. Anche l'ultima clausola cioè : benedictus fructus ventris tui, non fu proferita dall’angelo salutante, ma fu aggiunta dalla profetante Elisabetta. Diciamo dunque ciascuno, diciamo devotissimamente tutti : Ave, Maria ecc. O saluto veramente grazioso e venerabile, glorioso e ammirabile. "Questo saluto, come dice Beda (Omil. de Annunc. B. M. V. post initium), quanto è inaudito all'uso degli uomini, tanto si addice alla dignità di Maria “. In questo dolcissimo saluto vi sono ben ordinate cinque dolcissime espressioni, nelle quali sono comprese cinque dolcissime lodi della Vergine. O espressioni veramente dolci! In queste infatti si dimostra quanto la B. V. Maria fosse purissima, quanto pienissima, quanto sicurissima, quanto degnissima, quanto utilissima: purissima dico per 1' assenza di ogni colpa, pienissima per 1' abbondanza della grazia, sicurissima per la divina presenza, degnissima per la reverenza della sua persona, utilissima per la sua eccellenza.
Quanto fosse purissima per l'assenza di colpa Maria, bene si esprime quando si dice: Ave. A ragione infatti a lei si dice : Ave, poiché da ogni "vae" cioè guaio di colpa fu immunissima, come proprio conveniva alla Madre di Dio, testimonio Anselmo (De Conceptu virgin. c. 18) che dice : " Conveniva che la concezione di quell’uomo fosse fatta da una Madre purissima e che risplendesse di una purità di cui non vi fosse una maggiore, quella Vergine a cui Dio Padre disponeva di dare il suo unico Figlio generato in cuor suo a sé eguale, talché fosse e il Figlio di Dio e il Figlio dell'uomo “.— Parimente, quanto Maria fosse pienissima per l'abbondanza della grazia, ben si dimostra quando si dice : gratia piena. Veramente piena e più che piena, come attesta Anselmo (Orat. 52. ante medium) che con grande devozione esclama: "O donna piena e sovrappiena di grazia! dall'efflusso della cui pienezza aspersa si sente rivivere ogni creatura ". — Parimente, quanto Maria fosse sicurissima per la divina presenza ben si dimostra col dire: Dominus tecum. A ragione, presente il Signore e con lei esistente, Maria è sicurissima in modo speciale, poiché Iddio Padre, Iddio Figlio, Iddio Spirito Santo è con lei in  tal modo che Ella diviene con Dio specialissimamente familiarissima, come è evidente in San Bernardo (Omil. 3 super Missus est. n. 4) che dice: "Non solo è con te il Figlio che tu rivesti della tua medesima carne, ma, è con te pure lo Spirito Santo del quale concepisci, e il Padre che è il generante del tuo concetto ". — Parimente, quanto Maria fosse degnissima per la reverenza della sua persona si dimostra col dire: "benedicta tu in mulieribus ". Non può infatti non essere degnissima la persona di colei che è reverendissima per tanta benedizione. Onde di nuovo si meraviglia ed esclama Anselmo (Loc. cit) : " O Vergine benedetta e sovrabenedetta, per la cui benedizione viene benedetta ogni natura, non solo la creatura dal Creatore, ma anche il Creatore dalla creatura ". — Parimente, quanto Maria fosse utilissima per l'eccellenza della sua prole, ben si dimostra col dire : et benedictus fructus ventris tui. A salvare il mondo fu utilissima per questo, per aver cioè generato il frutto della salute eccellentissimo e potentissimo. Onde il medesimo Anselmo (Loc. cit. post initium) ben dice: “ Per la tua fecondità, o Signora, il mondo è stato redento, il peccatore giustificato, il dannato è stato salvato, l'esule richiamato. Poiché il tuo parto, o Signora, ha liberato il mondo dalla schiavitù, gli ha ridonato la salute, lo ha risuscitato da morte".
Vedete dunque, o carissimi, come Maria venga salutata a ragione con l’Ave, per l'assenza e l’immunità da ogni colpa, come a ragione sia chiamata piena di grazia per l'abbondanza e l’immensità di ogni grazia ; come a ragione a lei sia detto : il Signore è con te, per la divina presenza e familiarità, come a ragione venga riverita "benedetta fra le donne „ per la reverenza e dignità della. sua persona, come a ragione il frutto del suo seno venga proclamato benedetto per l’eccellenza e l’utilità della sua prole.
Di queste cose tratteremo singolarmente per ordine.


34-19 Gennaio 1, 1937 La festa che preparò la Regina del Cielo al suo Figlio Gesù nel suo nascere. Come l’amore è calamita, trasforma e abbellisce.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Stavo pensando all’incarnazione del Verbo e agli eccessi d’amore della Divinità, che parevano mari che involgendo tutte le creature, volevano far sentire quanto le amavano, per essere riamato ed investendole dentro e fuori di esse, mormoravano continuamente senza mai cessare: “Amore, amore, amore, amore diamo e vogliamo amore”. E la nostra Madre Celeste, sentendosi ferita dal grido continuo dell’Eterno, che dava amore e voleva amore, si vedeva tutta attenta per ricambiare il suo caro Figlio, il Verbo incarnato, col formare Essa una sorpresa d’amore. Ora, in questo mentre, il Celeste Infante usciva dal seno Materno, ed io, oh! come lo sospiravo, e gettandosi nelle mie braccia, tutto in festa mi ha detto:

(2) “Figlia mia, sai? La mia Mamma mi preparò la festa nel mio nascere, ma sai come? Lei era a giorno dei mari d’amore, che scendevano dal Cielo nella discesa del Verbo Eterno, sentiva il grido continuo di Dio, che voleva essere riamato, le nostre ansie, i sospiri ardenti, aveva sentito i miei gemiti nel suo seno, spesso mi sentiva piangere e singhiozzare, e ogni mio gemito era un mare d’amore che spediva ad ogni cuore per essere amato, e non vedendomi amato piangeva, fino a singhiozzare, ma ogni lacrima e singhiozzo raddoppiava i miei mari d’amore per vincere a via d’amore le creature. Ma che, esse me le convertivano in pene questi mari, ed Io me ne servivo delle pene per convertirle in altri mari d’amore per quante pene mi davano. Ora, la mia Mamma voleva farmi sorridere nel mio nascere e preparare la festa al suo Figlio Bambino. Lei sapeva che non posso sorridere se non sono amato, né prendere parte a nessuna festa se non corre l’amore. Perciò amandomi da vera Madre, e possedendo in virtù del mio Fiat mari d’amore, ed essendo Regina di tutta la Creazione, involge il cielo col suo amore e suggella ogni stella col ti amo oh Figlio, per me e per tutti; involge il sole nel suo mare d’amore ed imprime in ogni stilla di luce il suo ti amo oh Figlio, e chiama il sole ad investire con la sua luce il suo Creatore, e riscaldandolo sentisse in ogni stilla di luce il ti amo della Mamma sua; investe il vento col suo amore, ed in ogni alito suggella il ti amo oh Figlio, e poi lo chiama affinché coi suoi soffi lo carezzi e facesse sentire in ogni alito di vento: Ti amo, ti amo oh Figlio mio; involge tutta l’aria nei suoi mari d’amore, affinché respirando sentisse il respiro d’amore della Madre mia; coprì tutto il mare del suo mare d’amore, ogni guizzo di pesce, ed il mare mormorava ti amo oh Figlio mio, ed i pesci guizzavano ti amo, ti amo; non vi fu cosa che non investisse col suo amore, e col suo impero di Regina comandava a tutti che ricevessero il suo amore, per ridare al suo Gesù l’amore della Mamma sua. Quindi ogni uccello, chi trillava amore, chi cinguettava, chi gorgheggiava amore, fino ogni atomo di terra era investito dal suo amore, il fiato delle bestie mi veniva col ti amo della Madre mia, il fieno era investito del suo amore, perciò non vi era cosa che Io vedessi o toccassi, che non sentissi la dolcezza dell’amore di Essa. Con ciò mi preparò la festa più bella nel mio nascere, la festa tutta d’amore, era il ricambio del mio grande amore che mi faceva trovare la dolce Madre mia, ed era il suo amore che mi faceva quietare il pianto, mi riscaldava mentre nella mangiatoia ero intirizzito dal freddo; molto più che trovavo nel suo amore l’amore di tutte le creature, e per ciascuna mi baciava, mi stringeva al suo cuore, e mi amava con amore di Madre per tutti i suoi figli, ed Io sentendo in ciascuno il suo amore Materno, mi sentivo d’amarli come suoi figli e come miei cari fratelli. Figlia mia, che non può l’amore animato d’un Fiat Onnipotente? Si fa calamita e ci attira in modo irresistibile, toglie ogni dissomiglianza, col suo calore trasforma e conferma Colui che si ama, poi abbellisce in modo incredibile, da sentirsi cieli e terra rapiti ad amarla. Non amare una creatura che ci ama ci riesce impossibile, tutta la nostra Potenza e forza Divina, si rendono impotenti e deboli innanzi alla forza vincitrice di chi ci ama. Perciò anche tu dammi la festa che mi diede la Madre mia nel nascere, involgi cieli e terra col tuo ti amo oh Gesù, non ti far sfuggire nulla in cui non corra il tuo amore, fammi sorridere, perché non nacqui una sol volta, ma rinasco sempre, e molte volte le mie rinascite sono senza sorriso e senza festa, e mi rimangono solo le mie lacrime, i singhiozzi, i vagiti, e un gelo che mi fa tremare ed intirizzire tutte le mie membra. Perciò stringimi al tuo cuore per riscaldarmi col tuo amore, e con la luce della mia Volontà formami la veste per vestirmi, così anche tu mi farai la festa, ed Io la farò a te col darti nuovo amore, e nuova conoscenza della mia Volontà”.