Sotto il Tuo Manto

Sabato, 28 giugno 2025 - Sant'Ireneo di Lione (Letture di oggi)

Ci sono dei cristiani che hanno abbandonato la preghiera e vivono come se Dio non esistesse. Per lunghi anni si sono sforzarti di vivere di fede, ora avvertono senso di stanchezza e delusione. Si sentono persi. Vorrebbero che Dio fosse ancora una realtà  concreta e viva, ma purtroppo Lo sentono lontano o addirittura inesistente. Vorrebbero credere, ma hanno smarrito la via del cuore. Criticano la Chiesa, si sentono amareggiati e, per mascherare la loro sconfitta, hanno bisogno di distruggere. Nell'udire la loro critica, non posso fare altro che ritirarmi in un rispettoso silenzio e pregare per loro. (Don Nikola Vucic)

Liturgia delle Ore - Letture

Giovedi della 5° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 7

1Dopo questi fatti Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne;3i suoi fratelli gli dissero: "Parti di qui e va' nella Giudea perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai.4Nessuno infatti agisce di nascosto, se vuole venire riconosciuto pubblicamente. Se fai tali cose, manifèstati al mondo!".5Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui.6Gesù allora disse loro: "Il mio tempo non è ancora venuto, il vostro invece è sempre pronto.7Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di lui io attesto che le sue opere sono cattive.8Andate voi a questa festa; io non ci vado, perché il mio tempo non è ancora compiuto".9Dette loro queste cose, restò nella Galilea.
10Ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui; non apertamente però: di nascosto.11I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: "Dov'è quel tale?".12E si faceva sommessamente un gran parlare di lui tra la folla; gli uni infatti dicevano: "È buono!". Altri invece: "No, inganna la gente!".13Nessuno però ne parlava in pubblico, per paura dei Giudei.
14Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi insegnava.15I Giudei ne erano stupiti e dicevano: "Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?".16Gesù rispose: "La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato.17Chi vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso.18Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l'ha mandato è veritiero, e in lui non c'è ingiustizia.19Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?".20Rispose la folla: "Tu hai un demonio! Chi cerca di ucciderti?".21Rispose Gesù: "Un'opera sola ho compiuto, e tutti ne siete stupiti.22Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato.23Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato?24Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!".

25Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: "Non è costui quello che cercano di uccidere?26Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo?27Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia".28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: "Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete.29Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato".30Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.

31Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: "Il Cristo, quando verrà, potrà fare segni più grandi di quelli che ha fatto costui?".
32I farisei intanto udirono che la gente sussurrava queste cose di lui e perciò i sommi sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo.33Gesù disse: "Per poco tempo ancora rimango con voi, poi vado da colui che mi ha mandato.34Voi mi cercherete, e non mi troverete; e dove sono io, voi non potrete venire".35Dissero dunque tra loro i Giudei: "Dove mai sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e ammaestrerà i Greci?36Che discorso è questo che ha fatto: Mi cercherete e non mi troverete e dove sono io voi non potrete venire?".

37Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: "Chi ha sete venga a me e beva38chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno".39Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.

40All'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: "Questi è davvero il profeta!".41Altri dicevano: "Questi è il Cristo!". Altri invece dicevano: "Il Cristo viene forse dalla Galilea?42Non dice forse la Scrittura che il Cristo 'verrà dalla stirpe di Davide' e 'da Betlemme', il villaggio di Davide?".43E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso.45Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: "Perché non lo avete condotto?".46Risposero le guardie: "Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!".47Ma i farisei replicarono loro: "Forse vi siete lasciati ingannare anche voi?48Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei?49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!".50Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù:51"La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?".52Gli risposero: "Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea".

53E tornarono ciascuno a casa sua.


Primo libro dei Maccabei 2

1In quei giorni Mattatia figlio di Giovanni, figlio di Simone, sacerdote della stirpe di Ioarìb, partì da Gerusalemme e venne a stabilirsi a Modin.2Egli aveva cinque figli: Giovanni chiamato anche Gaddi,3Simeone chiamato Tassi,4Giuda chiamato Maccabeo,5Eleàzaro chiamato Auaran, Giònata chiamato Affus.6Viste le empietà che si commettevano in Giuda e Gerusalemme,7disse: "Ohimè! perché mai sono nato per vedere lo strazio del mio popolo e lo strazio della città santa e debbo sedere qui mentre essa è in balìa dei nemici e il santuario in mano agli stranieri?

8Il suo tempio è diventato come un uomo ignobile,
9gli ornamenti della sua gloria sono stati portati
via come preda,
sono stati sgozzati i suoi bambini nelle piazze
e i giovinetti dalla spada nemica.
10Qual popolo non ha invaso il suo regno
e non si è impadronito delle sue spoglie?
11Ogni ornamento le è stato strappato,
da padrona è diventata schiava.
12Ecco, le nostre cose sante,
la nostra bellezza, la nostra gloria
sono state devastate,
le hanno profanate i pagani.
13Perché vivere ancora?".

14Mattatia e i suoi figli si stracciarono le vesti, si vestirono di sacco e si misero in grande lutto.
15Ora vennero nella città di Modin i messaggeri del re, incaricati di costringere all'apostasia e a far sacrificare.16Molti Israeliti andarono da loro; invece Mattatia e i suoi figli si raccolsero in disparte.17I messaggeri del re si rivolsero a Mattatia e gli dissero: "Tu sei uomo autorevole e stimato e grande in questa città e sei sostenuto da figli e fratelli;18su, fatti avanti per primo e adempi il comando del re, come hanno fatto tutti i popoli e gli uomini di Giuda e quelli rimasti in Gerusalemme; così passerai tu e i tuoi figli nel numero degli amici del re e tu e i tuoi figli avrete in premio oro e argento e doni in quantità".19Ma Mattatia rispose a gran voce: "Anche se tutti i popoli nei domini del re lo ascolteranno e ognuno si staccherà dal culto dei suoi padri e vorranno tutti aderire alle sue richieste,20io, i miei figli e i miei fratelli cammineremo nell'alleanza dei nostri padri;21ci guardi il Signore dall'abbandonare la legge e le tradizioni;22non ascolteremo gli ordini del re per deviare dalla nostra religione a destra o a sinistra".23Terminate queste parole, si avvicinò un Giudeo alla vista di tutti per sacrificare sull'altare in Modin secondo il decreto del re.24Ciò vedendo Mattatia arse di zelo; fremettero le sue viscere ed egli ribollì di giusto sdegno. Fattosi avanti di corsa, lo uccise sull'altare;25uccise nel medesimo tempo il messaggero del re, che costringeva a sacrificare, e distrusse l'altare.26Egli agiva per zelo verso la legge come aveva fatto Pincas con Zambri figlio di Salom.27La voce di Mattatia tuonò nella città: "Chiunque ha zelo per la legge e vuol difendere l'alleanza mi segua!".28Fuggì con i suoi figli tra i monti, abbandonando in città quanto avevano.
29Allora molti che ricercavano la giustizia e il diritto scesero per dimorare nel deserto30con i loro figli, le loro mogli e i greggi, perché si erano addensati i mali sopra di essi.31Fu riferito agli uomini del re e alle milizie che stavano in Gerusalemme, nella città di Davide, che si erano raccolti laggiù in luoghi nascosti del deserto uomini che avevano stracciato l'editto del re.32Molti corsero ad inseguirli, li raggiunsero, si accamparono di fronte a loro e si prepararono a dar battaglia in giorno di sabato.33Dicevano loro: "Basta ormai; uscite, obbedite ai comandi del re e avrete salva la vita".34Ma quelli risposero: "Non usciremo, né seguiremo gli ordini del re, profanando il giorno del sabato".35Quelli si precipitarono all'assalto contro di loro.36Ma essi non risposero, né lanciarono pietra, né ostruirono i nascondigli,37protestando: "Moriamo tutti nella nostra innocenza. Testimoniano per noi il cielo e la terra che ci fate morire ingiustamente".38Così quelli mossero contro di loro a battaglia di sabato: essi morirono con le mogli e i figli e i loro greggi, in numero di circa mille persone.
39Quando Mattatia e i suoi amici lo seppero, ne fecero gran pianto.40Poi dissero tra di loro: "Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, ci faranno sparire in breve dalla terra".41Presero in quel giorno questa decisione: "Noi combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di sabato e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli".
42In quel tempo si unì con loro un gruppo degli Asidei, i forti d'Israele, e quanti volevano mettersi a disposizione della legge;43inoltre quanti fuggivano davanti alle sventure si univano a loro e divenivano loro rinforzo.44Così organizzarono un contingente di forze e percossero con ira i peccatori e gli uomini empi con furore; gli scampati fuggirono tra i pagani per salvarsi.45Mattatia poi e i suoi amici andarono in giro a demolire gli altari46e fecero circoncidere a forza tutti i bambini non circoncisi che trovarono nel territorio d'Israele;47non diedero tregua agli orgogliosi e l'impresa ebbe buona riuscita nelle loro mani;48difesero la legge dalla prepotenza dei popoli e dei re e non la diedero vinta ai peccatori.
49Intanto si avvicinava per Mattatia l'ora della morte ed egli disse ai figli: "Ora domina la superbia e l'ingiustizia, è il tempo della distruzione e dell'ira rabbiosa.50Ora, figli, mostrate zelo per la legge e date la vostra vita per l'alleanza dei nostri padri.51Ricordate le gesta compiute dai nostri padri ai loro tempi e ne trarrete gloria insigne e nome eterno.52Abramo non fu trovato forse fedele nella tentazione e non gli fu ciò accreditato a giustizia?53Giuseppe nell'ora dell'oppressione osservò il precetto e divenne signore dell'Egitto.54Pincas nostro padre per lo zelo dimostrato conseguì l'alleanza del sacerdozio perenne.55Giosuè, obbedendo alla divina parola, divenne giudice in Israele.56Caleb, testimoniando nell'adunanza, ebbe in sorte parte del nostro paese.57Davide per la sua pietà ottenne il trono del regno per sempre.58Elia, poiché aveva dimostrato zelo ardente per la legge, fu assunto in cielo.59Anania, Azaria e Misaele per la loro fede furono salvati dalla fiamma.60Daniele nella sua innocenza fu sottratto alle fauci dei leoni.61Così, di seguito, considerate di generazione in generazione che quanti hanno fiducia in lui non soccombono.62Non abbiate paura delle parole dell'empio, perché la sua gloria andrà a finire ai rifiuti e ai vermi;63oggi è esaltato, domani non si trova più, perché ritorna alla sua polvere e i suoi calcoli falliscono.64Figli, siate valorosi e forti nella legge, perché in questa sarete glorificati.65Ecco qui vostro fratello Simone, che io so uomo saggio: ascoltatelo sempre, egli sarà vostro padre.66Giuda Maccabeo, forte guerriero dalla sua gioventù, sarà capo del vostro esercito e condurrà la battaglia contro i pagani.67Voi, dunque, radunate intorno a voi quanti praticano la legge e vendicate il vostro popolo;68rendete il meritato castigo ai pagani e applicatevi all'ordinamento della legge".69Poi li benedisse e si riunì ai suoi padri.70Morì nell'anno centoquarantasei e fu sepolto nella tomba dei suoi padri in Modin; tutto Israele fece grande pianto su di lui.


Salmi 18

1'Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi nemici,2 e dalla mano di Saul. Disse dunque:'

Ti amo, Signore, mia forza,
3Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
4Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

5Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
6già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.
7Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido.

8La terra tremò e si scosse;
vacillarono le fondamenta dei monti,
si scossero perché egli era sdegnato.
9Dalle sue narici saliva fumo,
dalla sua bocca un fuoco divorante;
da lui sprizzavano carboni ardenti.
10Abbassò i cieli e discese,
fosca caligine sotto i suoi piedi.

11Cavalcava un cherubino e volava,
si librava sulle ali del vento.
12Si avvolgeva di tenebre come di velo,
acque oscure e dense nubi lo coprivano.
13Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi
con grandine e carboni ardenti.
14Il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce:
grandine e carboni ardenti.
15Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgori e li sconfisse.
16Allora apparve il fondo del mare,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la tua minaccia, Signore,
per lo spirare del tuo furore.

17Stese la mano dall'alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
18mi liberò da nemici potenti,
da coloro che mi odiavano
ed eran più forti di me.
19Mi assalirono nel giorno di sventura,
ma il Signore fu mio sostegno;
20mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.

21Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l'innocenza delle mie mani;
22perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato empiamente il mio Dio.
23I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
24ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
25Il Signore mi rende secondo la mia giustizia,
secondo l'innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.

26Con l'uomo buono tu sei buono
con l'uomo integro tu sei integro,
27con l'uomo puro tu sei puro,
con il perverso tu sei astuto.
28Perché tu salvi il popolo degli umili,
ma abbassi gli occhi dei superbi.
29Tu, Signore, sei luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
30Con te mi lancerò contro le schiere,
con il mio Dio scavalcherò le mura.

31La via di Dio è diritta,
la parola del Signore è provata al fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
32Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è rupe, se non il nostro Dio?
33Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino;
34mi ha dato agilità come di cerve,
sulle alture mi ha fatto stare saldo;
35ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tender l'arco di bronzo.

36Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,
la tua destra mi ha sostenuto,
la tua bontà mi ha fatto crescere.
37Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
38Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti,
non sono tornato senza averli annientati.
39Li ho colpiti e non si sono rialzati,
sono caduti sotto i miei piedi.
40Tu mi hai cinto di forza per la guerra,
hai piegato sotto di me gli avversari.

41Dei nemici mi hai mostrato le spalle,
hai disperso quanti mi odiavano.
42Hanno gridato e nessuno li ha salvati,
al Signore, ma non ha risposto.
43Come polvere al vento li ho dispersi,
calpestati come fango delle strade.
44Mi hai scampato dal popolo in rivolta,
mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito;
45all'udirmi, subito mi obbedivano,
stranieri cercavano il mio favore,
46impallidivano uomini stranieri
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.

47Viva il Signore e benedetta la mia rupe,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
48Dio, tu mi accordi la rivincita
e sottometti i popoli al mio giogo,
49mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare
e mi liberi dall'uomo violento.

50Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli
e canterò inni di gioia al tuo nome.
51Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.


Salmi 90

1'Preghiera. Di Mosè, uomo di Dio.'

Signore, tu sei stato per noi un rifugio
di generazione in generazione.
2Prima che nascessero i monti
e la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre tu sei, Dio.

3Tu fai ritornare l'uomo in polvere
e dici: "Ritornate, figli dell'uomo".
4Ai tuoi occhi, mille anni
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

5Li annienti: li sommergi nel sonno;
sono come l'erba che germoglia al mattino:
6al mattino fiorisce, germoglia,
alla sera è falciata e dissecca.

7Perché siamo distrutti dalla tua ira,
siamo atterriti dal tuo furore.
8Davanti a te poni le nostre colpe,
i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto.

9Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira,
finiamo i nostri anni come un soffio.
10Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
ma quasi tutti sono fatica, dolore;
passano presto e noi ci dileguiamo.
11Chi conosce l'impeto della tua ira,
tuo sdegno, con il timore a te dovuto?
12Insegnaci a contare i nostri giorni
e giungeremo alla sapienza del cuore.
13Volgiti, Signore; fino a quando?
Muoviti a pietà dei tuoi servi.
14Saziaci al mattino con la tua grazia:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
15Rendici la gioia per i giorni di afflizione,
per gli anni in cui abbiamo visto la sventura.

16Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e la tua gloria ai loro figli.
17Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:
rafforza per noi l'opera delle nostre mani,
l'opera delle nostre mani rafforza.


Michea 7

1Ahimè! Sono diventato
come uno spigolatore d'estate,
come un racimolatore dopo la vendemmia!
Non un grappolo da mangiare,
non un fico per la mia voglia.
2L'uomo pio è scomparso dalla terra,
non c'è più un giusto fra gli uomini:
tutti stanno in agguato
per spargere sangue;
ognuno da' la caccia con la rete al fratello.
3Le loro mani son pronte per il male;
il principe avanza pretese,
il giudice si lascia comprare,
il grande manifesta la cupidigia
e così distorcono tutto.
4Il migliore di loro non è che un pruno,
il più retto una siepe di spine.
Il giorno predetto dalle tue sentinelle,
il giorno del castigo è giunto,
adesso è la loro rovina.
5Non credete all'amico,
non fidatevi del compagno.
Custodisci le porte della tua bocca
davanti a colei che riposa vicino a te.
6Il figlio insulta suo padre,
la figlia si rivolta contro la madre,
la nuora contro la suocera
e i nemici dell'uomo
sono quelli di casa sua.
7Ma io volgo lo sguardo al Signore,
spero nel Dio della mia salvezza,
il mio Dio m'esaudirà.

8Non gioire della mia sventura,
o mia nemica!
Se son caduta, mi rialzerò;
se siedo nelle tenebre,
il Signore sarà la mia luce.
9Sopporterò lo sdegno del Signore
perché ho peccato contro di lui,
finché egli tratti la mia causa
e mi renda ragione,
finché mi faccia uscire alla luce
e io veda la sua giustizia.
10La mia nemica lo vedrà
e sarà coperta di vergogna,
lei che mi diceva:
"Dov'è il Signore tuo Dio?".
I miei occhi gioiranno nel vederla
calpestata come fango della strada.

11È il giorno in cui le tue mura
saranno riedificate;
in quel giorno più ampi saranno i tuoi confini;
12in quel giorno si verrà a te
dall'Assiria fino all'Egitto,
dall'Egitto fino all'Eufrate,
da mare a mare, da monte a monte.
13La terra diventerà un deserto
a causa dei suoi abitanti,
a motivo delle loro azioni.

14Pasci il tuo popolo con la tua verga,
il gregge della tua eredità,
che sta solitario nella foresta
in mezzo ai giardini;
pascolino in Basàn e in Gàlaad
come nei tempi antichi.
15Come quando sei uscito dall'Egitto,
mostraci cose prodigiose.
16Vedranno le genti e resteranno deluse
di tutta la loro potenza.
Si porranno la mano sulla bocca,
i loro orecchi ne resteranno assorditi.
17Leccheranno la polvere come il serpente,
come i rettili della terra;
usciranno tremanti dai loro nascondigli,
trepideranno e di te avranno timore.

18Qual dio è come te,
che toglie l'iniquità e perdona il peccato
al resto della sua eredità;
che non serba per sempre l'ira,
ma si compiace d'usar misericordia?
19Egli tornerà ad aver pietà di noi,
calpesterà le nostre colpe.
Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati.
20Conserverai a Giacobbe la tua fedeltà,
ad Abramo la tua benevolenza,
come hai giurato ai nostri padri
fino dai tempi antichi.


Lettera di Giacomo 5

1E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano!2Le vostre ricchezze sono imputridite,3le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!4Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti.5Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage.6Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non può opporre resistenza.

7Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di primavera.8Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.9Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte.10Prendete, o fratelli, a modello di sopportazione e di pazienza i profeti che parlano nel nome del Signore.11Ecco, noi chiamiamo beati quelli che hanno sopportato con pazienza. Avete udito parlare della pazienza di Giobbe e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché 'il Signore è ricco di misericordia e di compassione'.

12Soprattutto, fratelli miei, non giurate, né per il cielo, né per la terra, né per qualsiasi altra cosa; ma il vostro "sì" sia sì, e il vostro "no" no, per non incorrere nella condanna.
13Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi.14Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore.15E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati.16Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza.17Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi.18Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto.19Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce,20costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.


Capitolo XLVIII: La vita eterna e le angustie della vita presente

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1. O beata dimora della città suprema, o giorno spendente dell'eternità, che la notte non offusca; giorno perennemente irradiato dalla somma verità; giorno sempre gioioso e sereno; giorno, per sua essenza, immutabile! Volesse il cielo che tutte queste cose temporali finissero e che sopra di noi brillasse quel giorno; il quale già illumina per sempre, di splendida luce, i santi, mentre, per coloro che sono pellegrini su questa terra, esso splende soltanto da lontano e di riflesso! Ben sanno i cittadini del cielo quanto sia piena di gioia quell'età; lamentano gli esuli figli di Eva quanto, invece, sia grave e pesante l'età presente. Invero, brevi e duri, pieni di dolori e di angustie, sono i giorni di questo nostro tempo, durante i quali l'uomo è insozzato da molti peccati e irretito da molte passioni, oppresso da molte paure, schiacciato da molti affanni, distratto da molte curiosità, impicciato in molte cose vane, circondato da molti errori, atterrito da molte fatiche, appesantito dalle tentazioni, snervato dai piaceri, afflitto dal bisogno. Oh!, quando finiranno questi mali; quando mi libererò dalla miserevole schiavitù dei vizi; quando, nella mia mente avrò soltanto te, o Signore, e in te troverò tutta la mia gioia; quando godrò di libertà vera, senza alcun legame, senza alcun gravame della mente e del corpo; quando avrò pace stabile e sicura, da nulla turbata, pace interiore ed esteriore, pace non minacciata da alcuna parte? O buon Gesù, quando ti vedrò faccia a faccia; quando contemplerò la gloria del tuo regno; quando sarai il tutto per me (1Cor 15,28); quando sarò con te nel tuo regno, da te preparato dall'eternità per i tuoi diletti? Sono qui abbandonato, povero ed esule in terra nemica, ove ci sono continue lotte e immani disgrazie. Consola tu il mio esilio, lenisci il mio dolore, perché ogni mio desiderio si volge a te con sospiri. Infatti qualunque cosa il mondo mi offra come sollievo, essa mi è invece di peso. Desidero l'intimo godimento di te, ma non mi è dato di raggiungerlo; desidero star saldo alle cose celesti, ma le cose temporali e le passioni non mortificate mi tirano in basso; nello spirito, voglio pormi al di sopra di tutte le cose, ma, nella carne, sono costretto a subirle, contro mia voglia. E così, uomo infelice, combatto con me stesso e divento un peso per me stesso (Gb 7,20), ché lo spirito tende all'alto e la carne al basso.

2. Oh!, quale è l'intima mia sofferenza, quando, dentro di me, sto pensando alle cose del cielo e, mentre prego, di colpo, mi balza davanti la turba delle cose carnali. Dio mio, "non stare lontano da me" (Sal 70,12) e "non allontanarti in collera dal tuo servo" (Sal 26,9). "Lancia i tuoi fulmini", disperdi questa turba; "lancia le tue saette e saranno sconvolte le macchinazioni del nemico" (Sal 143,6). Fa' che i miei sentimenti siano concentrati in te; fa' che io dimentichi tutto ciò che appartiene al mondo; fa' che io cacci via e disprezzi le ingannevoli immagini con le quali ci appare il vizio. Vieni in mio aiuto, o eterna verità, cosicché nessuna cosa vana abbia potere di smuovermi; vieni, o celeste soavità; cosicché ogni cosa non pura fugga davanti al tuo volto. Ancora, perdonami e assolvimi, nella tua misericordia, ogni volta che, nella preghiera, vado pensando ad altro fuori che a te. In verità, confesso sinceramente di essere solitamente molto distratto; ché, ben spesso, io non sono là dove materialmente sto e seggo, ma sono invece là dove vengo portato dalla mente. Là dove è il mio pensiero, io sono; il mio pensiero solitamente è là dove sta ciò che io amo; è quello che fa piacere alla nostra natura, o ci è caro per abitudine, che mi viene d'un tratto alla mente. Per questo tu, che sei la verità, dicesti chiaramente: "dove è il tuo tesoro là è il tuo cuore" (Mt 6,21). Se amo il cielo, volentieri penso alle cose del cielo; se amo il mondo, mi rallegro delle gioie e mi rattristo delle avversità del mondo; se amo le cose carnali, di esse sovente vado. Fantasticando; se amo ciò che è spirito, trovo diletto nel pensare alle cose dello spirito. Qualunque siano le cose che io amo, di queste parlo e sento parlare volentieri; di queste riporto a casa il ricordo. Beato invece colui che, per te, o Signore, lascia andare tutto ciò che è creato, e che, facendo violenza alla natura, crocifigge i desideri della carne col fervore dello Spirito: così da poterti offrire, a coscienza tranquilla, una orazione pura; così da essere degno di prendere parte ai cori celesti, rifiutando, dentro e fuori di sé, ogni cosa terrena.


DISCORSO 231 NEI GIORNI DI PASQUA

Discorsi - Sant'Agostino

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Gesù rimprovera l'incredulità dei discepoli.

1. È costume in questi giorni leggere la resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo desumendone il racconto da tutti e quattro i Vangeli. Nella lettura di oggi abbiamo potuto osservare che il Signore Gesù rimproverò i suoi discepoli, che pure erano le membra più ragguardevoli del suo corpo in quanto gli erano stati proprio fianco a fianco. Li rimproverò perché ricusavano di credere che fosse vivo 1 colui per la cui morte erano rattristati. Essi, padri della fede, non ancora fedeli; essi, maestri, ad opera dei quali tutto il mondo avrebbe creduto a quel che essi annunziavano e per cui sarebbero morti, ancora non credono. L'avevano visto risuscitare i morti, eppure non credevano che lui stesso fosse risorto. Giusto pertanto il rimprovero, che mirava ad aprire i loro occhi e mostrar loro cosa erano se abbandonati a se stessi e cosa sarebbero diventati per grazia di lui. Così anche Pietro poté scoprire chi fosse quando, poco tempo prima della passione del Signore presunse ma poi, durante la passione, vacillò. Rientrato in sé, si vide, si addolorò e si mise a piangere, finché non si ravvide e si rivolse a colui che l'aveva creato 2. Quanto ai discepoli, eccoli là!, non credevano ancora; come qui si legge, ancora non credevano mentre già vedevano. Quale misericordia non ha usato con noi colui che ci ha concesso di credere in ciò che ancora non vediamo! Noi crediamo alle loro parole, essi non credevano ai propri occhi!

Partecipi della morte e risurrezione di Cristo.

2. La resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo segna la nuova vita di quanti credono in Cristo; e questo mistero della sua morte e resurrezione voi lo dovete conoscere in profondità e riprodurlo nella vostra vita. Non fu infatti senza motivo che la Vita si sottopose alla morte; non fu senza motivo che la fonte della vita, da cui beve chiunque vuol vivere, si accostò a bere qui quel calice che per nulla le era dovuto. Cristo infatti era esente da morte. Indaghiamo pure da che cosa provenga la morte, quale ne sia l'origine: [troveremo che] padre della morte è il peccato. Se non si fosse peccato, nessuno sarebbe morto; e, quando il primo uomo ricevette da Dio quella legge, cioè quel primo precetto di Dio, lo ricevette con la condizione che se l'avesse osservato sarebbe vissuto, se l'avesse trasgredito sarebbe morto. Non credendo che sarebbe dovuto morire fece quello che gli causò la morte e toccò con mano quanto fosse vero quello che gli aveva minacciato l'Autore della legge. Da lì venne la morte, la condizione di mortalità, la tribolazione, la miseria; da lì, ancora, dopo la morte prima, la morte seconda, cioè, dopo la morte temporale, la morte eterna. E soggetto a questa condizione mortale, a queste leggi dell'inferno, nasce ogni uomo, escluso - naturalmente - colui che si fece uomo per liberare l'uomo dalla perdizione. Costui non venne condizionato dalle leggi della morte, tanto che nel Salmo si dice di lui che fu libero in mezzo ai morti 3. Egli era stato concepito da una vergine senza influsso di concupiscenza, era stato generato da una vergine rimasta vergine. Egli visse esente da colpa e la sua stessa morte non fu dovuta a colpa: partecipò alla pena inflitta a noi, ma non partecipò alla nostra colpa. È vero che la morte è pena di una colpa 4, ma il nostro Signore Gesù Cristo venne a morire non commettendo peccato: subendo, lui che era senza colpa, la stessa nostra pena ci liberò e dalla colpa e dalla pena. Da quale pena ci ha liberati? Quella che ci era dovuta dopo la vita presente. Quando dunque fu crocifisso, da quella croce diede a tutti a divedere che l'era finita con il nostro uomo vecchio, e quando risuscitò mostrò nella sua stessa vita la nuova vita che avremmo dovuto vivere. Così ci istruisce l'Apostolo quando insegna: Egli - dice - fu consegnato a causa dei nostri peccati e risorse per la nostra giustificazione 5. A significare tale trasformazione era stata data ai patriarchi la circoncisione, per cui ogni maschio veniva circonciso otto giorni dopo la nascita 6. La circoncisione si faceva con coltelli di pietra 7: la quale pietra era Cristo 8. In questa circoncisione era raffigurato lo spogliamento della vita carnale che avviene mediante la resurrezione di Cristo nel giorno ottavo. Difatti il settimo giorno della settimana si conclude con il sabato, e di sabato il Signore restò a giacere nel sepolcro. Ciò nel settimo giorno, cioè nel sabato; ma nell'ottavo giorno risuscitò. Con la sua resurrezione ci dona la vita nuova. Dunque ci ha circoncisi nel giorno ottavo. In tale speranza noi viviamo.

Morire per non morire.

3. Ascoltiamo l'Apostolo che ci dice: Se siete risorti con Cristo 9. Ma quando risorti se ancora non siamo morti? Cosa vuol dirci dunque l'Apostolo con le parole: Se siete risorti con Cristo? O che lui stesso sarebbe potuto risorgere se prima non fosse morto? Parlava a dei vivi, non a dei morti; eppure li vedeva risorgere. Che significa? Badate alle sue parole: Se siete risorti con Cristo, gustate le cose di lassù, dov'è Cristo, assiso alla destra di Dio; cercate le cose di lassù e non quelle della terra. Siete infatti morti 10. Lo dice l'Apostolo, non io; e dice la verità, per cui anch'io vi dico la stessa cosa. Perché anch'io vi dico la stessa cosa? Perché così ho creduto e così per conseguenza ho da parlare 11. Se viviamo bene, è segno che siamo morti e risuscitati. Se uno, al contrario, non è né morto né risuscitato, vive ancora nel male e, se vive nel male, non vive. Muoia, se non vuol morire! Che significa: Muoia se non vuol morire? Cambi condotta e così eviterà la condanna. Se siete risorti con Cristo - ripeto le parole dell'Apostolo - gustate le cose di lassù, dov'è Cristo, assiso alla destra di Dio; cercate le cose di lassù e non quelle della terra. Siete infatti morti e la vostra vita è nascosta insieme con Cristo in Dio. Quando apparirà Cristo, vostra vita, allora apparirete anche voi insieme con lui nella gloria 12. Ecco le parole dell'Apostolo; e io, da parte mia, a colui che ancora non fosse morto dico che ha da morire, a colui che ancora vive nel male dico che deve cambiare vita. Se infatti un tempo viveva nel male ma ora ha smesso di viverci, è morto [al male]; se vive bene, è risuscitato.

E' inganno riporre la felicità in cose terrene.

4. Ma che vuol dire vivere bene? Gustate le cose di lassù e non quelle della terra 13. Orbene, fino a quando sarai terra, sarai orientato alla terra 14 e leccherai la terra. Finché amerai la terra leccherai la terra, e sarai nemico di colui del quale dice il Salmo: I suoi nemici leccheranno la terra 15. Cosa eravate un tempo? Figli dell'uomo. Ora cosa siete? Figli di Dio. Ebbene, o figli dell'uomo, fino a quando avrete il cuore intorpidito? Perché amate la vanità e andate a caccia di ciò che è falso? 16 E qual è la falsità? Ve lo dico subito. So che voi desiderate la felicità. Trovami un uomo, magari ladro, delinquente, fornicatore, un uomo dedito a malefici o sacrilegi, o immerso in ogni sorta di vizi, o gravato da una moltitudine di scelleratezze e delitti, il quale non desideri una vita felice. Sì, lo so bene: tutti volete vivere felici; ma di ciò che rende felice l'uomo non tutti andate in cerca. Desideri l'oro, pensando che con l'oro possa diventare felice, ma l'oro non ti renderà felice. Perché vai in cerca di ciò che è falso? E perché ambisci onori mondani? Forse pensi di diventar felice una volta raggiunta una onorificenza umana o una grandezza di questo mondo. Sappi però che nessuna grandezza mondana può renderti felice. Perché dunque andare in cerca di ciò che è falso? E così di qualsiasi altra cosa di cui ti appassioni. Se cerchi cose mondane, se cerchi amando e, per così dire, leccando la terra, è vero che cerchi in vista di una felicità; tuttavia nessuna cosa terrena potrà renderti felice. Perché dunque non smettere di cercare il falso? E, quanto alla felicità, come potrai conquistarla? O figli dell'uomo, fino a quando avrete il cuore intorpidito? O vorreste dire che non sia torpido il vostro cuore quando lo appesantite con cose terrene? E fino a quando gli uomini ebbero il cuore intorpidito? Finché non venne Cristo, finché non risuscitò, gli uomini ebbero intorpidito il cuore. Fino a quando sarete torpidi di cuore? Perché amate la vanità e andate in cerca di ciò che è falso? Volete essere felici, e cercate le cose che vi rendono miseri! Vi ingannano le cose che cercate; sono una falsità le cose che cercate.

Nella morte di Cristo la garanzia della nostra vita beata.

5. Vuoi essere felice? Se lo vuoi, ti mostrerò la via per esserlo. Dice [il Salmo]: Fino a quando avrete il cuore intorpidito? Perché amate la vanità e andate in cerca di ciò che è falso? e poi continua: Sappiate. Cosa dobbiamo sapere? Che il Signore ha glorificato il suo Santo 17. Incontro alle nostre miserie è venuto Cristo, il quale ha voluto aver fame e sete, stancarsi e dormire. Egli, pur avendo compiuto miracoli, si sottopose al dolore: fu flagellato, coronato di spine, sputacchiato, schiaffeggiato, sospeso ad una croce, trafitto da una lancia e deposto in un sepolcro. Da lì però risorse il terzo giorno, ponendo fine alla sofferenza, uccidendo la morte. Lì pertanto, cioè nella sua resurrezione, fissate lo sguardo, poiché Dio ha tanto glorificato il suo Santo da risuscitarlo da morte e da accordargli il privilegio di sedere alla sua destra nel cielo. Ti ha mostrato le cose a cui devi aspirare se desideri essere beato, essendo scontato che quaggiù non puoi esserlo. Nella vita presente infatti non potrai certo raggiungere la felicità: nessuno ha questo potere. Tu cerchi, è vero, una cosa buona, ma questa terra non è il luogo dove alligni la cosa da te cercata. Cosa cerchi? La vita felice. Purtroppo non è di quaggiù. Fa' conto che ti metta a cercare l'oro in un posto dove non c'è. Se arriva uno che sa non essere quello il posto dove si trova l'oro, non ti direbbe forse: Ma che stai scavando? perché smuovi la terra? Fai una buca dove potresti cadere, non dove si trovano le cose che cerchi. Cosa replicheresti a chi ti dà questi suggerimenti? Sto cercando l'oro. E l'altro: Non ti dico che sia cosa da nulla quello che cerchi; tu cerchi una cosa buona, ma non è dove la cerchi. Così quando tu dici: Voglio la felicità. Cerchi una cosa buona, ma non è cosa di questo mondo. Se in questo mondo fu felice Cristo, lo sarai anche tu. Venendo nella regione dove tu giaci morto, cosa vi trovò Cristo? Notalo bene! Egli proveniva da una regione diversa: ebbene, quando venne quaggiù, cosa vi trovò se non quelle cose che quaggiù abbondano? Tribolazioni, dolori, morte: ecco quello che si trova quaggiù, che quaggiù abbonda. Mangiò insieme con te i cibi che in abbondanza erano riposti nella dispensa della tua miseria. Bevve l'aceto, gli fu dato il fiele. Ecco cosa trovò nella tua dispensa. In cambio, egli ti invitò alla sua grande tavola imbandita, alla mensa celeste, alla mensa degli angeli dove pane è lui stesso. Scese dunque e nella tua dispensa trovò le cose ributtanti sopra accennate; eppure non ricusò di sedersi a una tal mensa qual era la tua, promettendo la sua. E cosa ci dice? Abbiate fede, abbiate fede! Voi verrete da me e gusterete i beni della mia mensa, com'è vero che io non ho ricusato d'assaporare i mali della mensa vostra. Ha preso su di sé il tuo male, e ti darà il suo bene? Ma certo che te lo darà! Ci ha promesso la sua vita, anzi ha fatto una cosa ancora più inaudita: come anticipo ci ha elargito la sua morte, quasi volesse dirci: Ecco, io vi invito a partecipare della mia vita. È una vita dove nessuno muore, una vita veramente beata, che offre un cibo incorruttibile, un cibo che ristora e mai vien meno. La meta a cui v'invito, ecco, è la regione degli angeli, è l'amicizia con il Padre e lo Spirito Santo, è la cena eterna, è la comunione con me. Di più: vi invito a [godere di] me stesso, a partecipare della mia vita. Stentate a credere che io vi darò la mia vita? Ebbene, ve ne sia pegno la mia morte, che già è in vostro possesso. Se quindi al presente ci tocca vivere nella carne soggetta a corruzione, moriamo con Cristo cambiando condotta, e viviamo con Cristo amando la santità. Ricordiamoci che non conseguiremo la vita beata se non quando saremo giunti là dove è colui che è disceso in mezzo a noi e quando cominceremo a vivere totalmente uniti a colui che è morto per noi.

 


1 - Cf. Mc 16, 14.

2 - Cf. Sal 99, 3; cf. Mt 26, 33-35. 69.75.

3 - Sal 87, 6.

4 - Rm 6, 23.

5 - Rm 4, 25.

6 - Cf. Gn 17, 12.

7 - Cf. Gs 5, 2.

8 - 1 Cor 10, 4.

9 - Col 3, 1.

10 - Col 3, 1-3.

11 - Sal 115, 1.

12 - Col 3, 1-4.

13 - Col 3, 2.

14 - Gn 3, 19.

15 - Sal 71, 9.

16 - Sal 4, 3.

17 - Sal 4, 4.


Maria... Maria... Maria!

I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco

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Nel febbraio del 1884, Don Bosco, fiaccato da decenni di titanico lavoro, cadde in una prostrazione di forze così estrema da non potersi più reggere. Un inizio di bronchite dette il tracollo alla sua eccezionale resistenza, sicché il giorno 12 fu costretto a mettersi a letto.
Immobilizzato così nel fisico ormai consunto dalle veglie e dalle fatiche, lo spirito si spandeva libero verso il regno dell’amore e della gioia: il paradiso. In questo stato, durante la notte sul 13 sognò. Gli parve di trovarsi in una casa dove ebbe due incontri singolari: San Pietro e San Paolo. Indossavano una sopravveste che scendeva fino sotto le ginocchia e portavano un copricapo all’orientale. Sorridevano a Don Bosco. Interrogati se avessero qual che missione per lui, non risposero, ma presero a parlare dell’Oratorio e dei giovani. In quella ecco arrivare un amico di Don Bosco.
— Guardi un po’ queste due persone — disse al nuovo arrivato.
— Chi vedo mai! — esclamò l’amico —. Possibile? San Pietro e San Paolo qui?
Don Bosco allora rinnovò la domanda fatta poc’anzi ai due Apostoli che, pur mostrandosi affabilissimi, continuarono a parlare d’altro. Poi all’improvviso San Pietro lo interroga:
— E la vita di San Pietro?
Parimenti San Paolo:
— E la vita di San Paolo?
Don Bosco si scusò umilmente, confessando che aveva dimenticato il proposito di ristampare le due vite.
— Se non fai presto, non avrai più tempo — lo avvertì San Paolo.
Frattanto essendosi San Pietro scoperto il capo, apparve la sua testa calva con due ciocche di capelli sulle tempia: aveva tutta l’aria di un rubizzo e bel vecchietto. Tiratosi in disparte, si pose in atto di preghiera. Don Bosco voleva seguirlo, ma:
— Lascialo che preghi — gli ingiunse San Paolo.
— Vorrei vedere — rispose Don Bosco — dinanzi a quale oggetto si è inginocchiato.
Gli andò accanto e vide che stava inginocchiato dinanzi a una specie di altare, ma diverso dagli altari comuni. E interrogò San Paolo:
— Ma non ci sono candelieri?
— Non c’è bisogno di candelieri dove risplende l’eterno sole — rispose l’Apostolo.
— Non vedo neppure la mensa.
— La vittima non si sacrifica, ma vive in eterno.
— Ma insomma l’altare non c’è?
— L’altare è per tutti il monte Calvario.
Allora San Pietro, con voce alta e armoniosa, ma senza canto, pregò così: «Gloria a Dio Padre Creatore, a Dio Figlio Redento re, gloria a Dio Spirito Santo Santificatore. A Dio solo sia onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. A te sia lode, o Maria. Il cielo e la terra ti proclamano loro Regina. Maria... Maria... Maria! ». Pronunciava questo nome con una pausa tra una esclamazione e l’altra e con tale espressione di affetto e con un crescendo siffatto di commozione da non potersi descrivere, sicché là si piangeva di tenerezza.
Alzatosi San Pietro, andò a inginocchiarsi nello stesso luogo San Paolo, che con voce distinta si diede egli pure a pregare così: «Oh profondità degli arcani divini! Gran Dio, i tuoi segreti sono inaccessibili ai mortali. Soltanto in cielo essi ne potranno penetrare la profondità e la maestà, accessibile unicamente ai celesti comprensori. O Dio, uno e trino, a te sia onore, salute e rendimento di grazie da ogni punto dell’universo. Il tuo nome, o Maria, sia da tutti lodato e benedetto. Cantano in cielo la tua gloria, e sulla terra tu sii sempre l’aiuto, il conforto, la salvezza. Regina Sancto rum omnium, alleluia, alleluia».
Don Bosco concluse: «Questa preghiera per il modo di proferire le parole produsse in me tale commozione che ruppi in pianto e mi svegliai. Dopo mi rimase nell’anima un’indicibile consolazione».

Il biografo Don Cena commenta: « La febbre, chi sa?, e la consuetudine di celebrare all’altare di San Pietro contribuirono forse allo svolgersi in lui di questa fantastica rappresentazione. È peraltro un segno di tal natura che rivela quali fossero abitualmente i pensieri e i sentimenti che gli riempivano l’anima».


2-44 Luglio 4, 1899 Gesù parla della Celeste Mamma. Turbazione.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Questa mattina, avendomi Gesù rinnovato le pene della crocifissione, si trovava insieme la nostra Mamma Regina e Gesù, parlando di Lei, ha detto:

(2) “Il mio proprio regno fu nel cuore di mia Madre e questo perché il suo cuore non fu mai menomamente disturbato, tanto, che nel mare immenso della Passione soffrì pene immense, il suo cuore fu passato a parte a parte dalla spada del dolore, ma non ricevette un minimo alito di turbazione. Quindi, essendo il mio regno, regno di pace, perciò potetti in Lei stendervi il mio regno e senza ricevere nessun ostacolo, liberamente regnare”.

(3) Avendo Gesù seguitato altre volte a venire e vedendomi io tutta piena di peccati, gli ho detto: “Mio Signore Gesù, mi sento tutta coperta di piaghe e peccati gravi, deh! vi prego, abbiate pietà di questa miserabile”.

(4) E Gesù: “Non temere, che non ci sono colpe gravi, e poi, si deve avere orrore della colpa, ma non disturbarsi, perché l’agitazione, da dovunque venga, non fa mai bene all’anima”.

(5) Poi ha soggiunto: “Figlia mia, tu sei vittima, come Io lo sono, fa che tutte le tue opere risplendano con le stesse mie intenzioni, pure e sante, acciocché, ritrovando in te la mia stessa immagine, possa liberamente versare l’influenza delle mie grazie e così ornata potrò offrirti come vittima odorosa innanzi alla divina giustizia”.