Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Ricordo ancora la prima volta in cui le Sorelle contemplative entrarono in un parco di New York, erano vestite di bianco e recitavano il Rosario. Quan­do un uomo le vide esclamò: « Oh, no, non sono anco­ra pronto, non sono pronto ». Allora le Sorelle gli si fecero più vicine e dissero: « Siamo Sorelle. Dio vi ama ». Egli ripeté: « Non sono pronto. Voi venite dal cielo, siete angeli che venite dal cielo a prendermi e io non sono pronto ». Credeva che gli angeli fossero ve­nuti a prenderlo! Questo vi dimostra quello che la gente attende da noi. (Madre Teresa di Calcutta)

Liturgia delle Ore - Letture

Sabato della 4° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 8

1Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva.2Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: "Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi".3E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii sanato". E subito la sua lebbra scomparve.4Poi Gesù gli disse: "Guardati dal dirlo a qualcuno, ma va' a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro".

5Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava:6"Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente".7Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò".8Ma il centurione riprese: "Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.9Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa".
10All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande.11Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli,12mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti".13E Gesù disse al centurione: "Va', e sia fatto secondo la tua fede". In quell'istante il servo guarì.

14Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre.15Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo.

16Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati,17perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

'Egli ha preso le nostre infermità
e si è addossato le nostre malattie.'

18Vedendo Gesù una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva.19Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: "Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai".20Gli rispose Gesù: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo".
21E un altro dei discepoli gli disse: "Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre".22Ma Gesù gli rispose: "Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti".

23Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono.24Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva.25Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Salvaci, Signore, siamo perduti!".26Ed egli disse loro: "Perché avete paura, uomini di poca fede?" Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia.27I presenti furono presi da stupore e dicevano: "Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?".

28Giunto all'altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada.29Cominciarono a gridare: "Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?".
30A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci a pascolare;31e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: "Se ci scacci, mandaci in quella mandria".32Egli disse loro: "Andate!". Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti.33I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati.34Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.


Giudici 13

1Gli Israeliti tornarono a fare quello che è male agli occhi del Signore e il Signore li mise nelle mani dei Filistei per quarant'anni.2C'era allora un uomo di Zorea di una famiglia dei Daniti, chiamato Manoach; sua moglie era sterile e non aveva mai partorito.3L'angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: "Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio.4Ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante e dal mangiare nulla d'immondo.5Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo consacrato a Dio fin dal seno materno; egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei".6La donna andò a dire al marito: "Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l'aspetto di un angelo di Dio, un aspetto terribile. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome,7ma mi ha detto: Ecco tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non mangiare nulla d'immondo, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte".
8Allora Manoach pregò il Signore e disse: "Signore, l'uomo di Dio mandato da te venga di nuovo da noi e c'insegni quello che dobbiamo fare per il nascituro".9Dio ascoltò la preghiera di Manoach e l'angelo di Dio tornò ancora dalla donna, mentre stava nel campo; ma Manoach suo marito non era con lei.10La donna corse in fretta ad informare il marito e gli disse: "Ecco, mi è apparso quell'uomo che venne da me l'altro giorno".11Manoach si alzò, seguì la moglie e giunto a quell'uomo gli disse: "Sei tu l'uomo che hai parlato a questa donna?". Quegli rispose: "Sono io".12Manoach gli disse: "Quando la tua parola si sarà avverata, quale sarà la norma da seguire per il bambino e che si dovrà fare per lui?".13L'angelo del Signore rispose a Manoach: "Si astenga la donna da quanto le ho detto.14Non mangi nessun prodotto della vigna, né beva vino o bevanda inebriante e non mangi nulla d'immondo; osservi quanto le ho comandato".15Manoach disse all'angelo del Signore: "Permettici di trattenerti e di prepararti un capretto!".16L'angelo del Signore rispose a Manoach: "Anche se tu mi trattenessi, non mangerei il tuo cibo; ma se vuoi fare un olocausto, offrilo al Signore". Manoach non sapeva che quello fosse l'angelo del Signore.17Poi Manoach disse all'angelo del Signore: "Come ti chiami, perché quando si saranno avverate le tue parole, noi ti rendiamo onore?".18L'angelo del Signore gli rispose: "Perché mi chiedi il nome? Esso è misterioso".19Manoach prese il capretto e l'offerta e li bruciò sulla pietra al Signore, che opera cose misteriose. Mentre Manoach e la moglie stavano guardando,20mentre la fiamma saliva dall'altare al cielo, l'angelo del Signore salì con la fiamma dell'altare. Manoach e la moglie, che stavano guardando, si gettarono allora con la faccia a terra21e l'angelo del Signore non apparve più né a Manoach né alla moglie. Allora Manoach comprese che quello era l'angelo del Signore.22Manoach disse alla moglie: "Noi moriremo certamente, perché abbiamo visto Dio".23Ma sua moglie gli disse: "Se il Signore avesse voluto farci morire, non avrebbe accettato dalle nostre mani l'olocausto e l'offerta; non ci avrebbe mostrato tutte queste cose né ci avrebbe fatto udire proprio ora cose come queste".
24Poi la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse.25Lo spirito del Signore cominciò a investirlo quando era a Macane-Dan, fra Zorea ed Estaol.


Sapienza 2

1Dicono fra loro sragionando:
"La nostra vita è breve e triste;
non c'è rimedio, quando l'uomo muore,
e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi.
2Siamo nati per caso
e dopo saremo come se non fossimo stati.
È un fumo il soffio delle nostre narici,
il pensiero è una scintilla
nel palpito del nostro cuore.
3Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere
e lo spirito si dissiperà come aria leggera.
4Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo
e nessuno si ricorderà delle nostre opere.
La nostra vita passerà come le tracce di una nube,
si disperderà come nebbia
scacciata dai raggi del sole
e disciolta dal calore.
5La nostra esistenza è il passare di un'ombra
e non c'è ritorno alla nostra morte,
poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.
6Su, godiamoci i beni presenti,
facciamo uso delle creature con ardore giovanile!
7Inebriamoci di vino squisito e di profumi,
non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera,
8coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano;
9nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza.
Lasciamo dovunque i segni della nostra gioia
perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.
10Spadroneggiamo sul giusto povero,
non risparmiamo le vedove,
nessun riguardo per la canizie ricca d'anni del vecchio.
11La nostra forza sia regola della giustizia,
perché la debolezza risulta inutile.
12Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge
e ci rinfaccia le mancanze
contro l'educazione da noi ricevuta.
13Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e si dichiara figlio del Signore.
14È diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;
ci è insopportabile solo al vederlo,
15perché la sua vita è diversa da quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
16Moneta falsa siam da lui considerati,
schiva le nostre abitudini come immondezze.
Proclama beata la fine dei giusti
e si vanta di aver Dio per padre.
17Vediamo se le sue parole sono vere;
proviamo ciò che gli accadrà alla fine.
18Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà,
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
19Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,
per conoscere la mitezza del suo carattere
e saggiare la sua rassegnazione.
20Condanniamolo a una morte infame,
perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà".

21La pensano così, ma si sbagliano;
la loro malizia li ha accecati.
22Non conoscono i segreti di Dio;
non sperano salario per la santità
né credono alla ricompensa delle anime pure.
23Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità;
lo fece a immagine della propria natura.
24Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;
e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.


Salmi 17

1'Preghiera. Di Davide.'

Accogli, Signore, la causa del giusto,
sii attento al mio grido.
Porgi l'orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c'è inganno.
2Venga da te la mia sentenza,
i tuoi occhi vedano la giustizia.

3Saggia il mio cuore, scrutalo di notte,
provami al fuoco, non troverai malizia.
La mia bocca non si è resa colpevole,
4secondo l'agire degli uomini;
seguendo la parola delle tue labbra,
ho evitato i sentieri del violento.
5Sulle tue vie tieni saldi i miei passi
e i miei piedi non vacilleranno.

6Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta;
porgi l'orecchio, ascolta la mia voce,
7mostrami i prodigi del tuo amore:
tu che salvi dai nemici
chi si affida alla tua destra.
8Custodiscimi come pupilla degli occhi,
proteggimi all'ombra delle tue ali,
9di fronte agli empi che mi opprimono,
ai nemici che mi accerchiano.

10Essi hanno chiuso il loro cuore,
le loro bocche parlano con arroganza.
11Eccoli, avanzano, mi circondano,
puntano gli occhi per abbattermi;
12simili a un leone che brama la preda,
a un leoncello che si apposta in agguato.

13Sorgi, Signore, affrontalo, abbattilo;
con la tua spada scampami dagli empi,
14con la tua mano, Signore, dal regno dei morti
che non hanno più parte in questa vita.
Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre
se ne sazino anche i figli
e ne avanzi per i loro bambini.
15Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua presenza.


Naum 3

1Guai alla città sanguinaria,
piena di menzogne,
colma di rapine,
che non cessa di depredare!
2Sibilo di frusta, fracasso di ruote,
scalpitio di cavalli, cigolio di carri,
3cavalieri incalzanti, lampeggiare di spade,
scintillare di lance, feriti in quantità,
cumuli di morti, cadaveri senza fine,
s'inciampa nei cadaveri.
4Per le tante seduzioni della prostituta,
della bella maliarda, della maestra d'incanti,
che faceva mercato dei popoli con le sue tresche
e delle nazioni con le sue malìe.
5Eccomi a te, oracolo del Signore degli eserciti.
Alzerò le tue vesti fin sulla faccia
e mostrerò alle genti la tua nudità,
ai regni le tue vergogne.
6Ti getterò addosso immondezze,
ti svergognerò, ti esporrò al ludibrio.
7Allora chiunque ti vedrà, fuggirà da te
e dirà: "Ninive è distrutta!". Chi la compiangerà?
Dove cercherò chi la consoli?

8Sei forse più forte di Tebe,
seduta fra i canali del Nilo,
circondata dalle acque?
Per baluardo aveva il mare
e per bastione le acque.
9L'Etiopia e l'Egitto erano la sua forza
che non aveva limiti.
Put e i Libi erano i suoi alleati.
10Eppure anch'essa fu deportata,
andò schiava in esilio.
Anche i suoi bambini furono sfracellati
ai crocicchi di tutte le strade.
Sopra i suoi nobili si gettarono le sorti
e tutti i suoi grandi furon messi in catene.
11Anche tu berrai fino alla feccia e verrai meno,
anche tu cercherai scampo dal nemico.

12Tutte le tue fortezze sono come fichi
carichi di frutti primaticci:
appena scossi, cadono i fichi
in bocca a chi li vuol mangiare.
13Ecco il tuo popolo: in te vi sono solo donne,
spalancano la porta della tua terra ai nemici,
il fuoco divora le tue sbarre.
14Attingi acqua per l'assedio, rinforza le tue difese,
pesta l'argilla, impasta mattoni, prendi la forma.
15Eppure il fuoco ti divorerà,
ti sterminerà la spada,

anche se ti moltiplicassi come le cavallette,
se diventassi numerosa come i bruchi,
16e moltiplicassi i tuoi mercenari
più che le stelle del cielo.
La locusta mette le ali e vola via!
17I tuoi prìncipi sono come le locuste,
i tuoi capi come sciami di cavallette,
che si annidano fra le siepi quand'è freddo,
ma quando spunta il sole si dileguano
e non si sa dove siano andate.

18Re d'Assur, i tuoi pastori dormono,
si riposano i tuoi eroi!
Il tuo popolo vaga sbandato per i monti
e nessuno lo raduna.
19Non c'è rimedio per la tua ferita,
incurabile è la tua piaga.
Chiunque sentirà tue notizie batterà le mani.
Perché su chi non si è riversata
senza tregua la tua crudeltà?


Lettera ai Romani 4

1Che diremo dunque di Abramo, nostro antenato secondo la carne?2Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, certo ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio.3Ora, che cosa dice la Scrittura? 'Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia'.4A chi lavora, il salario non viene calcolato come un dono, ma come debito;5a chi invece non lavora, ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia.6Così anche Davide proclama beato l'uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere:


7'Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate
e i peccati sono stati ricoperti;'
8'beato l'uomo al quale il Signore non mette in conto
il peccato'!

9Orbene, questa beatitudine riguarda chi è circonciso o anche chi non è circonciso? Noi diciamo infatti che 'la fede fu accreditata ad Abramo come giustizia'.10Come dunque gli fu accreditata? Quando era circonciso o quando non lo era? Non certo dopo la circoncisione, ma prima.11Infatti egli ricevette 'il segno della circoncisione' quale sigillo della giustizia derivante dalla fede che aveva già ottenuta quando non era ancora circonciso; questo perché fosse padre di tutti i non circoncisi che credono e perché anche a loro venisse accreditata la giustizia12e fosse padre anche dei circoncisi, di quelli che non solo hanno la circoncisione, ma camminano anche sulle orme della fede del nostro padre Abramo prima della sua circoncisione.

13Non infatti in virtù della legge fu data ad Abramo o alla sua discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede;14poiché se diventassero eredi coloro che provengono dalla legge, sarebbe resa vana la fede e nulla la promessa.15La legge infatti provoca l'ira; al contrario, dove non c'è legge, non c'è nemmeno trasgressione.16Eredi quindi si diventa per la fede, perché ciò sia per grazia e così la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non soltanto per quella che deriva dalla legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi.17Infatti sta scritto: 'Ti ho costituito padre di molti popoli'; [è nostro padre] davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono.

18Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne 'padre di molti popoli', come gli era stato detto: 'Così sarà la tua discendenza'.19Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo - aveva circa cento anni - e morto il seno di Sara.20Per la promessa di Dio non esitò con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio,21pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento.22Ecco perché 'gli fu accreditato come giustizia'.
23E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato come giustizia,24ma anche per noi, ai quali sarà egualmente accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore,25il quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.


Capitolo XXXVIII: Il buon governo di sé nelle cose esterne e il ricorso a Dio nei pericolo

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1. O figlio, tu devi attentamente mirare a questo, che dappertutto, e in qualunque azione ed occupazione esterna, tu rimanga interiormente libero e padrone di te; che le cose siano tutte sotto di te, e non tu sotto di esse. Cosicché tu abbia a dominare e governare i tuoi atti, e tu non sia come un servo o mercenario, ma tu sia libero veramente come l'ebreo, che passa dalla servitù alla condizione di erede e alla libertà dei figli di Dio. I figli di Dio stanno al di sopra delle cose di questo mondo, e tengono gli occhi fissi all'eterno; guardano con l'occhio sinistro le cose che passano, e con il destro le cose del cielo; infine non sono attratti, così da attaccarvisi, dalle cose di questo tempo, ma traggono le cose a sé, perché servano al bene, così come sono state disposte da Dio e istituite dal sommo artefice. Il quale nulla lascia, in alcuna sua creatura, che non abbia il suo giusto posto.

2. Se, di fronte a qualunque avvenimento, non ti fermerai all'apparenza esterna e non apprezzerai con occhio carnale tutto ciò che vedi ed ascolti; se, all'incontro, in ogni questione, entrerai subito, come Mosè, sotto la tenda, per avere consiglio dal Signore, udrai talvolta la risposta di Dio, e ne uscirai istruito su molte cose di oggi e del futuro. Era solito Mosè ritornare alla sua tenda, per dubbi e quesiti da risolvere; era solito rifugiarsi nella preghiera, per alleviare i pericoli e le perversità degli uomini. Così anche tu devi rifugiarti nel segreto del tuo cuore, implorando con tanta intensità l'aiuto divino. Che se - come si legge - Giosuè e i figli di Israele furono raggirati dai Gabaoniti, fu proprio perché non chiesero prima il responso del Signore; ma, facendo troppo affidamento su questi allettanti discorsi, furono traditi da una falsa benevolenza.


DISCORSO 59 PARIMENTI SU MT 6, 9-13 SULL'ORAZIONE DOMENICALE AI CANDIDATI AL BATTESIMO

Discorsi - Sant'Agostino

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Il Simbolo norma della fede.

1. 1. Avete ripetuto a memoria ciò che dovete credere, avete udito che cosa dovete chiedere nella preghiera. Non potreste invocare qualcuno se prima non avete creduto, come dice l'Apostolo: Come potranno invocare colui nel quale non hanno creduto? 1 Ecco perché avete imparato prima il simbolo, ch'è la norma della vostra fede, breve e sublime nello stesso tempo: breve per il numero delle parole, ma sublime per il peso delle enunciazioni. La preghiera invece che avete sentito oggi per tenerla a mente e ripeterla fra otto giorni, è stata insegnata ai suoi discepoli dal Signore in persona - come avete sentito alla lettura del Vangelo - e per mezzo di essi è giunta fino a noi, poiché la loro voce si è diffusa per tutta la terra 2.

Unico Padre di tutti è Dio.

1. 2. Non attaccatevi dunque alle cose della terra, dal momento che avete trovato un padre nei cieli. Voi infatti direte: Padre nostro che sei nei cieli 3. Avete cominciato a far parte d'una grande famiglia. Davanti a tale Padre sono fratelli il ricco e il povero; davanti a questo Padre sono fratelli il padrone e lo schiavo, davanti a un tale Padre sono fratelli il generale e il semplice soldato. Tutti i fedeli cristiani hanno sulla terra padri, uno diverso dall'altro, alcuni nobili, altri non nobili, ma invocano un solo Padre ch'è nei cieli. Se lassù abbiamo nostro Padre, lassù ci viene preparata la nostra eredità. Questo nostro Padre è tale che possederemo con lui ciò ch'egli ci concede. Egli ci dà la sua eredità, ma non ce la lascia alla sua morte, poiché egli non se ne va affinché noi prendiamo il suo posto, ma rimane affinché noi andiamo presso di lui. Poiché dunque abbiamo sentito a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere, cerchiamo di sapere anche che cosa chiedergli nella preghiera, per evitare di offendere un tal Padre chiedendogli cose cattive.

Prima petizione.

2. 3. Che cosa ci ha dunque insegnato il Signore Gesù di chiedere al Padre ch'è nei cieli? Sia santificato il tuo nome 4. Che sorta di grazia è quella con cui chiediamo a Dio che sia santificato il suo nome, poiché è impossibile che il suo nome non sia santo? Il nome di Dio è sempre santo; perché dunque domandiamo che sia santificato, se non perché noi ci santifichiamo per mezzo di lui? Preghiamo dunque che ciò ch'è sempre santo sia santificato in noi. Il nome di Dio sarà santificato in voi quando sarete battezzati. Perché pregherete così anche quando sarete stati battezzati, se non affinché continui a rimanere sempre in voi la grazia che avrete ricevuta?

Seconda petizione.

2. 4. Segue un'altra invocazione: Venga il tuo regno 5. Sia che lo domandiamo, sia che non lo domandiamo, il regno di Dio verrà lo stesso. Perché dunque lo domandiamo, se non affinché quel regno, che verrà per tutti i santi, venga anche per noi, affinché Dio annoveri anche noi tra i santi per i quali verrà il suo regno?

Terza petizione.

2. 5. Nella terza domanda diciamo: Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra 6. Che significa? Come ti servono gli angeli in cielo, fa' che anche noi ti serviamo sulla terra. Ora, i suoi angeli santi ubbidiscono a lui, non l'offendono, eseguono i suoi ordini con l'amarlo. Anche noi quindi chiediamo nella preghiera di adempiere il precetto di Dio mediante la carità. Tuttavia queste parole: Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra, si possono intendere anche in un altro senso. Il cielo in noi è la nostra anima, la terra in noi è il nostro corpo. Che vuol dire dunque: Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra? Allo stesso modo come noi abbiamo udito i tuoi precetti, o Signore, così la nostra carne sia d'accordo con noi, per evitare che non possiamo adempiere i precetti di Dio mentre sono in lotta tra loro la carne e lo spirito. Tuttavia, carissimi, quando la carne ha desideri cattivi in opposizione allo spirito 7, come la terra contro il cielo, anche lo spirito abbia desideri opposti a quelli della carne, perché la terra non abbatta il cielo. Se poi non siamo capaci di eliminare questo dissenso, almeno rifiutiamo il nostro assenso. Queste parole: Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra, si possono intendere anche così: il cielo sono i fedeli che si sono rivestiti dell'immagine dell'uomo venuto dal cielo, cioè di Cristo. Gli infedeli invece, poiché portano l'immagine dell'uomo tratto dalla terra 8, sono chiamati terra. Allorché dunque diciamo: Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra, noi diciamo al nostro buon Padre: " Come hanno creduto in te i fedeli, così credano anche gli infedeli". E così impariamo a pregare per i nostri nemici.

Quarta petizione.

3. 6. Nella preghiera segue l'invocazione: Dacci oggi il nostro pane quotidiano 9. Sia che domandiamo al Padre il sostentamento necessario al nostro corpo - indicando col pane tutto ciò che ci è necessario -, sia che intendiamo il pane quotidiano che vi apprestate a ricevere all'altare, facciamo bene a chiedere che ce lo dia oggi, cioè nel tempo presente. Il pane infatti ci è necessario nel tempo presente quando abbiamo fame; quando invece saremo nell'altra vita scomparirà la fame, e avremo forse bisogno di chiedere il pane? Ancora meglio è pregare che il Padre ci dia il pane, di cui ho detto che lo riceviamo dall'altare. Che cosa domandiamo infatti se non di non commettere qualche peccato a causa del quale potremmo essere esclusi da un tal pane? È pane anche la parola di Dio che viene annunciata ogni giorno. Per il fatto che non è il pane del ventre, non per questo non è pane dello spirito. Quando poi questa vita sarà terminata, non cercheremo più il pane bramato dalla fame, né riceveremo il sacramento dell'altare, perché noi saremo lì con il Cristo, di cui riceviamo il corpo; non dovremo più proferire le parole che vi diciamo né leggere il libro, poiché vedremo in persona la Parola di Dio, per mezzo della quale è stata creata ogni cosa, di cui si nutrono gli angeli, dalla quale sono illuminati e per mezzo della quale diventano sapienti: non già esaminando le parole d'un linguaggio tortuoso, ma bevendo la Parola unica. Ripieni di essa proclamano a profusione le lodi e non cessano di lodare. Beati - dice il salmo - quelli che abitano nella tua casa, ti loderanno per tutti i secoli 10.

Quinta petizione.

4. 7. Anche in questa vita dunque domandiamo quel che segue: Rimetti a noi i nostri debiti 11. Nel battesimo vi saranno rimessi tutti i vostri debiti, ossia i vostri peccati, assolutamente tutti. Ma poiché quaggiù nessuno è capace di vivere senza peccato (e anche se non si tratta d'un grande peccato a causa del quale si viene allontanati dal pane di cui parlavamo, tuttavia nessuno su questa terra può essere esente da peccati, e non possiamo ricevere che un solo battesimo una sola volta) per questo nella preghiera riceviamo la possibilità di purificarci ogni giorno affinché ogni giorno ci vengano rimessi i nostri peccati, a condizione però che mettiamo in pratica ciò che segue: come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori 12. Io pertanto, fratelli miei, vi ammonisco: sarete figli di Dio, non d'un grand'uomo qualunque. Si degna forse il vostro conte di adottare qualcuno di voi? La grazia di Dio invece fa suoi figli tutti voi. Poiché dunque ogni giorno direte questa preghiera anche dopo il battesimo e soprattutto dopo il battesimo - in realtà la direte solo dopo il battesimo perché fra otto giorni voi la ripeterete a memoria, non la direte come una preghiera; dopo il battesimo invece la reciterete come preghiera (poiché come potrebbe dire Padre nostro chi non è ancora nato?) - poiché dunque reciterete ogni giorno questa preghiera, esorto voi, che siete miei figli per grazia di Dio, e miei fratelli davanti a quel Padre, vi esorto [a perdonare]; se uno vi offende, se commette un peccato contro di voi ma poi viene da voi, se ne accusa e vi chiede di perdonarlo, perdonatelo subito e di cuore per non allontanare da voi il perdono che viene da Dio. Se infatti non perdonerete, nemmeno Lui perdonerà a voi. Ecco ciò che vi dice Dio: " Fate bene a chiedere perdono a me, che non posso peccare: io, benché non si possa trovare in me alcun peccato, vi perdono, mentre voi non volete perdonare. Ebbene, sia pure così, rifiutate pure di perdonare, ma allora fate in modo che io non trovi in voi ciò di cui io sia costretto a punirvi ". Tu ritieni lecito vendicarti d'una persona che ti ha offeso, ma egli ti chiede perdono. È stato tuo nemico ma col chieder perdono rompe l'inimicizia. " No - tu dici - io voglio vendicarmi ". Fa' però attenzione che tu non abbia qualcosa che reclami vendetta. Vuoi vendicarti d'un peccato tu, uomo, che hai dei peccati. Bada però che non si vendichi di te Colui nel quale non può trovarsi peccato. Anche questa domanda la facciamo dunque in questa vita; poiché i peccati possono essere rimessi quaggiù dove possono essere commessi. Nella vita futura, invece, non verranno rimessi, poiché non se ne avranno neppure.

Sesta petizione.

5. 8. Per questo motivo preghiamo dicendo: Non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male 13. Cade nella tentazione chi acconsente al tentatore. Poiché è utile in questa vita essere tentati, ma non è bene cadere nella tentazione. Se dunque ti tenta chi ti vuol corrompere col denaro per farti compiere qualche azione cattiva, tu vieni tentato ma anche messo alla prova. Se non acconsentirai, sarai trovato puro. Ti do anche un consiglio: disprezza la cupidigia, e il denaro non ti potrà corrompere. Chiudi la porta alla tentazione e mettici il chiavistello, cioè l'amore di Dio. E chi è capace di ciò senz'essere aiutato da Dio che viene pregato da noi? Gli uomini poi vengono tentati in diversi modi: tentati con favori, tentati con minacce; chi non riesce a sedurre con la corruzione, cerca di sedurre con l'intimidazione. Ma chi è unito strettamente a Dio ed è esaudito da Dio quando lo invoca dicendo: Non c'indurre in tentazione, vince le vane apprensioni. Per conseguenza in questa vita abbiamo bisogno di domandare di non essere indotti in tentazione, perché quaggiù ci sono tentazioni, e di essere liberati dal male, poiché quaggiù c'è il male. In conclusione tutte queste domande assommano a sette: tre riguardano la vita eterna, quattro la vita presente. Sia santificato il tuo nome: ciò avrà luogo sempre. Venga il tuo regno: questo regno esisterà sempre. Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra: ciò accadrà sempre. Dacci oggi il nostro pane quotidiano: ciò non avrà luogo sempre. Rimetti a noi i nostri debiti: non sarà sempre necessario. Non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male: non sarà sempre necessario, ma dove ci sono la tentazione e il male, lì abbiamo bisogno di fare questa preghiera. La preghiera vi dà coraggio non solo d'imparare a chiedere a Dio Padre ch'è nei cieli ciò che desiderate, ma anche d'imparare che cosa dovete desiderare. Amen.


11 - Effetti meravigliosi che questa devozione produce in un'anima che vi rimane fedele

Trattato della vera devozione a Maria - San Luigi Maria Grignion de Montfort

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213. Caro fratello mio, stai sicuro che se sarai fedele alle pratiche interiori ed esteriori di questa devozione, che descriverò più avanti, otterrai degli effetti meravigliosi per la tua anima. 1°. Con l'illuminazione che lo Spirito Santo ti darà per mezzo di Maria, sua cara Sposa, conoscerai il tuo cattivo fondo, la corruzione e l'incapacità a ogni bene; come conseguenza di questa conoscenza, non confiderai in te e penserai a te con repulsione; ti considererai come una lumaca che guasta tutto con la sua bava, o come un rospo che tutto rovina con il suo veleno, o come una serpe infida, che cerca solo di ingannare. L'umile Maria, insomma, ti farà, parte della sua profonda umiltà, che ti farà stimare gli altri e non te stesso, anzi ti farà amare di non essere considerato.

214. 2°. La Santa Vergine ti farà parte della sua fede, che sulla terra è stata più grande della fede di tutti i patriarchi, i profeti, gli apostoli e i santi. Ora che regna nei cieli, non ha più questa fede, perché per la luce della gloria vede con chiarezza ogni cosa in Dio; tuttavia, con il consenso dell'Altissimo, ella non l'ha perduta entrando nella gloria, ma l'ha conservata per mantenerla nella Chiesa militante ai suoi più fedeli servi e serve. Perciò più ti guadagnerai la benevolenza di questa augusta Principessa e Vergine fedele, più fede pura avrai in tutto il tuo agire: una fede pura, che non ti farà preoccupare di cercare il sensibile e lo straordinario; una fede viva e animata dalla carità, che ti farà compiere ogni azione solo per puro amore; una fede ferma e incrollabile come una roccia, che ti permetterà di rimanere saldo e perseverante in mezzo a bufere e tormente; una fede attiva ed efficace, come un misterioso lasciapassare che ti farà entrare in tutti i misteri di Gesù Cristo, nei fini ultimi della vita e nel cuore di Dio stesso; una fede coraggiosa, che ti farà intraprendere senza esitare e portare a termine grandi cose per Dio e per la salvezza delle anime; infine, una fede che sarà la tua fiaccola accesa, la tua vita divina, il tuo tesoro nascosto della divina Sapienza, la tua arma che tutto può: una fede di cui ti servirai per rischiarare quelli che sono nelle tenebre e nell'ombra di morte, per rendere ardenti coloro che sono tiepidi e hanno bisogno dell'oro bruciante della carità, per rendere vivi coloro che sono morti a causa del peccato, per toccare e convertire, con le tue parole dolci e forti, i cuori induriti e i cedri del Libano e, infine, per resistere al demonio e a tutti i nemici del bene.

215. 3°. Questa Madre del bell'amore toglierà dal tuo cuore ogni scrupolo e timore servile disordinato: lo aprirà e dilaterà per correre sulla via dei comandamenti del Figlio suo nella santa libertà dei figli di Dio e per introdurvi il puro amore, di cui ella possiede il tesoro; e così non agirai più per la paura di Dio-amore, come hai fatto tante volte, ma per puro amore. Lo vedrai come il tuo Padre buono, al quale cercherai sempre di piacere, con il quale converserai con fiducia, come un bambino con il suo buon padre. Se per disgrazia ti capitasse di offenderlo, saprai subito umiliarti davanti a lui, domandargli perdono con sincerità e tendergli la mano con semplicità; sarai capace di rialzarti serenamente, senza turbamento né ansia, e continuare il cammino verso di lui senza scoraggiamento.

216. 4°. La Santa Vergine ti colmerà di una grande fiducia in Dio e in lei: 1°. perché non andrai più a Gesù Cristo per conto tuo, ma sempre per mezzo di questa buona Madre, 2°. perché avendole dato tutti i tuoi meriti, le grazie e il valore soddisfattorio, perché ne disponga secondo la sua volontà, ella ti comunicherà le sue virtù e ti rivestirà dei suoi meriti, cosicché tu potrai dire a Dio con fiducia: «Ecco Maria, tua serva; avvenga di me quello che hai detto»; 3°. perché essendoti donato a lei totalmente, corpo e anima, ed essendo ella generosa con i generosi e più generosa di loro, si darà a te in contraccambio, in modo misterioso ma vero, e tu potrai osare dirle: «Io sono tuo, o Vergine Santa, salvami»; o come ho già detto, con il Discepolo amato: «Ti ho accolto, Madre santa, al posto di tutti i miei beni»; potrai ancora dire con san Bonaventura: «Ecco la mia Signora, che mi ha salvato; agirò con fiducia e non temerò, poiché mia forza e mia lode nel Signore sei tu!»; e come dice in un altro passo: «Io sono tutto tuo e tutte le cose mie sono tue, o Vergine gloriosa e benedetta sopra tutto; ti metterò come sigillo sul mio cuore, perché il tuo amore è forte come la morte»; potrai dire a Dio, con i sentimenti del Profeta: «Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo, non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno, come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato é l'anima mia. Sono come un bambino svezzato dai piaceri della terra e appoggiato sul seno di mia madre, ed è su questo seno che sono ricolmato di beni»; 4°. avendo dato a lei in deposito tutto ciò che hai di buono da dare o da conservare, la tua fiducia in lei aumenterà ancora e ti fiderai meno di te stesso e più di lei, che è il tuo tesoro. Oh! quale fiducia e consolazione per un'anima che può dire che il suo tesoro, nel quale ha posto tutto ciò che ha di prezioso, è il tesoro di Dio! Dice un santo: Ella è il tesoro del Signore».

217. 5°. L'anima della Santa Vergine si comunicherà a te per rendere gloria al Signore; il suo spirito entrerà al posto del tuo per rallegrarsi in Dio, suo Salvatore, a condizione che tu rimanga fedele alle pratiche di questa devozione. Dice sant'Ambrogio: «L'anima di Maria sia in ciascuno per glorificare il Signore, o spirito di Maria sia in ciascuno per esultare in Dio». Un sant'uomo dei nostri giorni, tutto immerso in Maria ha detto: Ah! quando verrà quel tempo fortunato nel quale la divina Maria sarà riconosciuta come padrona e sovrana nei cuori, per sottometterli pienamente all'impero del suo grande e unico Gesù? Quando le anime respireranno Maria come i corpi respirano l'aria? Allora accadranno cose meravigliose su questa terra, dove lo Spirito Santo, trovando la sua cara Sposa come riprodotta nelle anime, discenderà con abbondanza e le ricolmerà dei suoi doni, soprattutto del dono della Sapienza, per operavi meraviglie di grazia. Mio caro fratello, quando verrà questo tempo felice, questo secolo di Maria, in cui molte anime scelte e ottenute dall'Altissimo da Maria, perdendosi esse stesse nell'abisso del suo interiore, diventeranno copie viventi di Maria, per amare e glorificare Gesù Cristo? Questo tempo non giungerà se non quando sarà conosciuta e praticata la devozione che io insegno. Perché venga il tuo regno, venga il regno di Maria.

218. 6°. Se Maria, albero di vita, è ben coltivata nella tua anima con la fedeltà alle pratiche di questa devozione, porterà frutto a suo tempo; il suo frutto non è altro che Gesù Cristo. Vedo tanti devoti e devote che cercano Gesù Cristo, gli uni per una via e una pratica, gli altri per un'altra e spesso, dopo aver molto lavorato durante la notte, possono dire: «Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla». Si potrebbe dire loro: «Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; Gesù Cristo è ancora molto debole in voi». Ma per la via immacolata di Maria e questa pratica divina che io propongo, si lavora alla luce del giorno, in ambiente santo e si fatica poco. In Maria non c'è notte, perché non c'è stato il peccato e neppure la minima ombra. Maria è un luogo santo, è il Santo dei santi, dove i santi vengono formati e modellati.

219. Ti prego di notare ciò che ho detto: i santi sono modellati in Maria. C'è una grande differenza tra lo scolpire un'immagine in rilievo, a colpi di martello e scalpello, e il produrla gettandola in un modello. Gli scultori e gli statuari lavorano molto per realizzare le immagini nel primo modo e impiegano molto tempo; ma nel secondo modo, ci mettono poco tempo e faticano meno. Sant'Agostino chiama la Santa Vergine stampo di Dio, uno stampo adatto a dare forma e a modellare degli esseri divini. Chi viene gettato in questo divino stampo, viene presto formato e modellato in Gesù Cristo e Gesù Cristo in lui: con poca spesa e in poco tempo, diventerà dio, poiché è stato gettato nel medesimo stampo che ha dato forma a un Dio.

220. Mi sembra di poter paragonare molto a proposito i direttori spirituali e le persone devote che vogliono formare Gesù Cristo in s? o negli altri per mezzo di altre pratiche diverse da questa, agli scultori che ripongono fiducia nel loro saper fare, nel loro ingegno e nella propria arte: essi danno un'infinità di colpi di martello e scalpello a una pietra dura, o a un pezzo di legno ruvido, per farne un immagine di Gesù Cristo; a volte non riescono a dare espressione a Gesù Cristo come egli è, sia per mancanza di conoscenza e di esperienza di Gesù Cristo, sia per qualche colpo dato male, capace di rovinare l'opera. Quelli invece che abbracciano questo segreto di grazia che io propongo, li paragono giustamente a dei fonditori e modellatori, i quali hanno trovato lo stampo buono di Maria, nel quale Gesù Cristo ha preso forma così com’è e in modo divino; essi non si fidano della propria bravura, ma contano unicamente sulla bontà dello stampo, e si gettano, e si perdono in Maria, per diventare il ritratto di Gesù Cristo così com'è.

221. Che bel paragone! E corrisponde a verità. Ma chi lo saprà comprendere? Spero che sia tu, mio caro fratello. Ma ricordati che si getta nello stampo solo un materiale che sia fuso e liquido; devi cioè distruggere e fondere in te il vecchio Adamo, per diventare quello nuovo in Maria.

222. 7°. Per mezzo di questa pratica, osservata molto fedelmente, darai più gloria a Gesù Cristo in meno tempo che non in molti anni con un'altra pratica, anche se più difficile. Eccone le ragioni: 1°. compiendo le tue azioni per mezzo della Santa Vergine, come questa pratica propone, abbandoni le tue intenzioni e le tue azioni, anche se buone e conosciute, per perderti - per così dire - in quelle della Santa Vergine, benché tu non le conosca; in questo modo tu prendi parte alla sublimità delle sue intenzioni, talmente pure, da dare più gloria a Dio con un minimo atto, per esempio filare con la conocchia, o dare un punto d'ago, che non san Lorenzo sulla graticola, con il crudele martirio, o perfino con le azioni più eroiche di tutti i santi: cosicché, durante - la sua permanenza sulla terra, ella ha acquistato un cumulo così inimmaginabile di grazie e di meriti, che sarebbe più facile contare le stelle del cielo, le gocce d'acqua del mare e i granelli di sabbia della spiaggia; ella ha procurato gloria a Dio più di quella che tutti gli angeli e i santi gli hanno dato e gli daranno. O prodigio di Maria! Tu non puoi far a meno di operare prodigi di grazia nelle anime che vogliono veramente perdersi in te.

223. 2°. Un'anima fedele a questa pratica ritiene come un nulla ciò che ella pensa e fa da se stessa; si appoggia invece e trova piacere solo nelle disposizioni di Maria per avvicinarsi a Gesù Cristo o anche per parlare a lui; in questo modo l'anima pratica l'umiltà più di coloro che agiscono da se stessi e che contano, o trovano sottilmente piacere nelle proprie disposizioni; per conseguenza, quest'anima glorifica Dio in modo più alto, poiché egli è glorificato in modo perfetto solo dagli umili e piccoli di cuore.

224. 3°. Un altro motivo è questo: la Vergine Santa, a causa della sua grande carità, accetta sicuramente di ricevere nelle sue mani verginali il dono delle nostre azioni e conferisce loro una bellezza e uno splendore meravigliosi, li offre poi lei stessa a Gesù Cristo, il quale senza dubbio ne risulta più glorificato che se noi li offrissimo con le nostre mani colpevoli. solo in rapporto a Dio; è l'eco di Dio, che non fa che ripetere Dio. Se tu dici Maria, ella risponde Dio. Santa Elisabetta lodò Maria e la disse beata per aver creduto; Maria, eco fedele di Dio, intonò «L 'anima mia magnifica il Signore». Ciò che Maria ha fatto quella volta, lo fa tutti i giorni; quando la si loda, la si ama, la si onora, o ci si dona a lei, è Dio che viene lodato, Dio che è amato, Dio che è onorato ed è a Dio che ci si dona per mezzo di Maria e in Maria.

225. 4°. Infine, c'è un'altra ragione. Ogni volta che tu pensi a Maria, è Maria che pensa a Dio al tuo posto; quando tu lodi e onori Maria, Maria con te loda e onora Dio. Maria è tutta relativa a Dio e potrei dire: ella è la relazione a Dio, che esiste solo in rapporto a Dio; è l’eco di Dio, che non fa che ripetere Dio. Se tu dici Maria, ella risponde Dio. Santa Elisabetta lodò Maria e le disse beata per aver creduto; Maria, eco fedele di Dio, intonò: «L’anima mia magnifica il Signore». Ciò che Maria ha fatto quella volta, lo fa tutti i giorni; quando la si loda, la si ama, la si onora, o ci si dona a lei, è Dio che viene lodato, Dio che è amato, Dio che è onorato ed è a Dio che ci si dona per mezzo di Maria e in Maria.


4 dicembre 1976. Primo sabato del mese. Di che cosa avete paura?

Don Stefano Gobbi

«Figli miei prediletti, siate sempre docili e lasciatevi condurre da Me con tutta la vostra fiducia. Nella tenebra di questa ora di prova per la Chiesa, VOI siete chiamati da Me a camminare nella luce. La luce parte dal mio Cuore Immacolato e giunge sino a voi per ricoprirvi ed illuminare il vostro cammino. Siate fermi, non dubitate mai più! Il vostro cammino è sicuro, perché è a voi tracciato dalla vostra Mamma celeste. Il dubbio e la sfiducia, che sempre più fanno presa nell'anima di tanti miei figli Sacerdoti, quanto addolorano il mio Cuore materno.

Perché dubitate? Di che cosa avete paura? Gesù vi ha redenti dal Maligno nella stessa ora del suo trionfo: "Questa è l'ora di Satana e del potere delle Tenebre". Mio Figlio Gesù vi ha donato per sempre la vita nella stessa ora in cui veniva ucciso sulla Croce. Nell'istante in cui Lui moriva, liberava dalla morte voi tutti. La mia Chiesa, di cui sono Madre, rivive la vita di Cristo ed è chiamata oggi a ripercorrere il suo stesso cammino. Di che cosa allora avete paura? Di un mondo che si è scagliato, con odio, tutto contro di voi? O di Satana che è riuscito ad introdursi all'interno della Chiesa e a mietere le sue vittime fra i suoi stessi Pastori? O dell'errore che la minaccia, del peccato che sempre più l'oscura, della infedeltà che dilaga?

Questa, figli miei prediletti, è per la mia Chiesa ancora l'ora di Satana e del potere delle Tenebre. Sarà anch'essa immolata come Cristo sulla Croce e sarà chiamata a morire per la salvezza e il rinnovamento del mondo. Poiché questa per voi è l'ora della purificazione è soprattutto per voi l'ora della sofferenza. Di questa forse avete paura? Ma se per questa ora il Padre dall'eternità uno per uno vi ha chiamati? Ma se per questa ora la vostra Mamma del Cielo da tanto vi ha scelti e vi ha preparati? Vivete dunque nella serenità del vostro spirito e senza paura, pur fra le inquietudini e le minacce del vostro tempo. Per questo vi ripeto: non guardate sempre al futuro cercando cosa avverrà. Vivete solo l'attimo presente con tutta la vostra fiducia e il vostro abbandono in questo mio Cuore».