Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

Perché tanta fretta? Operate adagio, con serenità , ed una cosa per volta; così avanzerete molto. (San Francesco di Sales)

Liturgia delle Ore - Letture

Giovedi della 4° settimana del tempo ordinario (San Paolo Miki)

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 18

1Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi:2"C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno.3In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.4Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno,5poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi".6E il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto.7E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?8Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

9Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri:10"Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.12Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.14Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato".

15Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano.16Allora Gesù li fece venire avanti e disse: "Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.17In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà".

18Un notabile lo interrogò: "Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?".19Gesù gli rispose: "Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio.20Tu conosci i comandamenti: 'Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre'".21Costui disse: "Tutto questo l'ho osservato fin dalla mia giovinezza".22Udito ciò, Gesù gli disse: "Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi".23Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco.

24Quando Gesù lo vide, disse: "Quant'è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio.25È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!".26Quelli che ascoltavano dissero: "Allora chi potrà essere salvato?".27Rispose: "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".

28Pietro allora disse: "Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito".29Ed egli rispose: "In verità vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio,30che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà".

31Poi prese con sé i Dodici e disse loro: "Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compirà.32Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi33e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà".34Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

35Mentre si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada.36Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.37Gli risposero: "Passa Gesù il Nazareno!".38Allora incominciò a gridare: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!".39Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!".40Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò:41"Che vuoi che io faccia per te?". Egli rispose: "Signore, che io riabbia la vista".42E Gesù gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato".43Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.


Primo libro di Samuele 16

1E il Signore disse a Samuele: "Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l'ho rigettato perché non regni su Israele? Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re".2Samuele rispose: "Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà". Il Signore soggiunse: "Prenderai con te una giovenca e dirai: Sono venuto per sacrificare al Signore.3Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti indicherò quello che dovrai fare e tu ungerai colui che io ti dirò".4Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: "È di buon augurio la tua venuta?".5Rispose: "È di buon augurio. Sono venuto per sacrificare al Signore. Provvedete a purificarvi, poi venite con me al sacrificio". Fece purificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio.6Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: "È forse davanti al Signore il suo consacrato?".7Il Signore rispose a Samuele: "Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore".8Iesse fece allora venire Abìnadab e lo presentò a Samuele, ma questi disse: "Nemmeno su costui cade la scelta del Signore".9Iesse fece passare Samma e quegli disse: "Nemmeno su costui cade la scelta del Signore".10Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: "Il Signore non ha scelto nessuno di questi".11Samuele chiese a Iesse: "Sono qui tutti i giovani?". Rispose Iesse: "Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge". Samuele ordinò a Iesse: "Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui".12Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: "Alzati e ungilo: è lui!".13Samuele prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi. Samuele poi si alzò e tornò a Rama.
14Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli veniva atterrito da uno spirito cattivo, da parte del Signore.15Allora i servi di Saul gli dissero: "Vedi, un cattivo spirito sovrumano ti turba.16Comandi il signor nostro ai ministri che gli stanno intorno e noi cercheremo un uomo abile a suonare la cetra. Quando il sovrumano spirito cattivo ti investirà, quegli metterà mano alla cetra e ti sentirai meglio".17Saul rispose ai ministri: "Ebbene cercatemi un uomo che suoni bene e fatelo venire da me".18Rispose uno dei giovani: "Ecco, ho visto il figlio di Iesse il Betlemmita: egli sa suonare ed è forte e coraggioso, abile nelle armi, saggio di parole, di bell'aspetto e il Signore è con lui".19Saul mandò messaggeri a Iesse con quest'invito: "Mandami Davide tuo figlio, quello che sta con il gregge".20Iesse preparò un asino e provvide pane e un otre di vino e un capretto, affidò tutto a Davide suo figlio e lo inviò a Saul.21Davide giunse da Saul e cominciò a stare alla sua presenza. Saul gli si affezionò molto e Davide divenne suo scudiero.22E Saul mandò a dire a Iesse: "Rimanga Davide con me, perché ha trovato grazia ai miei occhi".23Quando dunque lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui.


Salmi 127

1'Canto delle ascensioni. Di Salomone.'

Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
2Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.
3Ecco, dono del Signore sono i figli,
è sua grazia il frutto del grembo.
4Come frecce in mano a un eroe
sono i figli della giovinezza.
5Beato l'uomo che ne ha piena la faretra:
non resterà confuso quando verrà a trattare
alla porta con i propri nemici.


Salmi 119

1Alleluia.

Alef. Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
2Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

3Non commette ingiustizie,
cammina per le sue vie.
4Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.

5Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.
6Allora non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai tuoi comandi.
7Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
8Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.

9Bet. Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
10Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
11Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
12Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
13Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
14Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
15Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
16Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.

17Ghimel. Sii buono con il tuo servo e avrò vita,
custodirò la tua parola.
18Aprimi gli occhi perché io veda
le meraviglie della tua legge.
19Io sono straniero sulla terra,
non nascondermi i tuoi comandi.
20Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
21Tu minacci gli orgogliosi;
maledetto chi devìa dai tuoi decreti.
22Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho osservato le tue leggi.
23Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
24Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.

25Dalet. Io sono prostrato nella polvere;
dammi vita secondo la tua parola.
26Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
27Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.
28Io piango nella tristezza;
sollevami secondo la tua promessa.
29Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
30Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
31Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore,
che io non resti confuso.
32Corro per la via dei tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.

33He. Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
34Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
35Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
36Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
37Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
38Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
39Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.

41Vau. Venga a me, Signore, la tua grazia,
la tua salvezza secondo la tua promessa;
42a chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
43Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera,
perché confido nei tuoi giudizi.
44Custodirò la tua legge per sempre,
nei secoli, in eterno.
45Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i tuoi voleri.
46Davanti ai re parlerò della tua alleanza
senza temere la vergogna.
47Gioirò per i tuoi comandi
che ho amati.
48Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo,
mediterò le tue leggi.

49Zain. Ricorda la promessa fatta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
50Questo mi consola nella miseria:
la tua parola mi fa vivere.
51I superbi mi insultano aspramente,
ma non devìo dalla tua legge.
52Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore,
e ne sono consolato.
53M'ha preso lo sdegno contro gli empi
che abbandonano la tua legge.
54Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio.
55Ricordo il tuo nome lungo la notte
e osservo la tua legge, Signore.
56Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti.

57Het. La mia sorte, ho detto, Signore,
è custodire le tue parole.
58Con tutto il cuore ti ho supplicato,
fammi grazia secondo la tua promessa.
59Ho scrutato le mie vie,
ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti.
60Sono pronto e non voglio tardare
a custodire i tuoi decreti.
61I lacci degli empi mi hanno avvinto,
ma non ho dimenticato la tua legge.
62Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
63Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
64Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.

65Tet. Hai fatto il bene al tuo servo, Signore,
secondo la tua parola.
66Insegnami il senno e la saggezza,
perché ho fiducia nei tuoi comandamenti.
67Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
68Tu sei buono e fai il bene,
insegnami i tuoi decreti.
69Mi hanno calunniato gli insolenti,
ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti.
70Torpido come il grasso è il loro cuore,
ma io mi diletto della tua legge.
71Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari ad obbedirti.
72La legge della tua bocca mi è preziosa
più di mille pezzi d'oro e d'argento.

73Iod. Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
74I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia,
perché ho sperato nella tua parola.
75Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi
e con ragione mi hai umiliato.
76Mi consoli la tua grazia,
secondo la tua promessa al tuo servo.
77Venga su di me la tua misericordia e avrò vita,
poiché la tua legge è la mia gioia.
78Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono;
io mediterò la tua legge.
79Si volgano a me i tuoi fedeli
e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti.
80Sia il mio cuore integro nei tuoi precetti,
perché non resti confuso.

81Caf. Mi consumo nell'attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
82Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa,
mentre dico: "Quando mi darai conforto?".
83Io sono come un otre esposto al fumo,
ma non dimentico i tuoi insegnamenti.
84Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando farai giustizia dei miei persecutori?

85Mi hanno scavato fosse gli insolenti
che non seguono la tua legge.
86Verità sono tutti i tuoi comandi;
a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto.
87Per poco non mi hanno bandito dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò le parole della tua bocca.

89Lamed. La tua parola, Signore,
è stabile come il cielo.
90La tua fedeltà dura per ogni generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
91Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
92Se la tua legge non fosse la mia gioia,
sarei perito nella mia miseria.
93Mai dimenticherò i tuoi precetti:
per essi mi fai vivere.
94Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere.
95Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti.
96Di ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.

97Mem. Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
98Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
99Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
100Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
101Tengo lontano i miei passi da ogni via di male,
per custodire la tua parola.
102Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
103Quanto sono dolci al mio palato le tue parole:
più del miele per la mia bocca.
104Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna.

105Nun. Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
106Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
107Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
108Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
109La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
110Gli empi mi hanno teso i loro lacci,
ma non ho deviato dai tuoi precetti.
111Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
112Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti,
in essi è la mia ricompensa per sempre.

113Samech. Detesto gli animi incostanti,
io amo la tua legge.
114Tu sei mio rifugio e mio scudo,
spero nella tua parola.
115Allontanatevi da me o malvagi,
osserverò i precetti del mio Dio.
116Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita,
non deludermi nella mia speranza.
117Sii tu il mio aiuto e sarò salvo,
gioirò sempre nei tuoi precetti.
118Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti,
perché la sua astuzia è fallace.
119Consideri scorie tutti gli empi della terra,
perciò amo i tuoi insegnamenti.
120Tu fai fremere di spavento la mia carne,
io temo i tuoi giudizi.

121Ain. Ho agito secondo diritto e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano i superbi.
123I miei occhi si consumano nell'attesa della tua salvezza
e della tua parola di giustizia.
124Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi comandamenti.

125Io sono tuo servo, fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126È tempo che tu agisca, Signore;
hanno violato la tua legge.
127Perciò amo i tuoi comandamenti
più dell'oro, più dell'oro fino.
128Per questo tengo cari i tuoi precetti
e odio ogni via di menzogna.

129Pe. Meravigliosa è la tua alleanza,
per questo le sono fedele.
130La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
131Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti.
132Volgiti a me e abbi misericordia,
tu che sei giusto per chi ama il tuo nome.
133Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
134Salvami dall'oppressione dell'uomo
e obbedirò ai tuoi precetti.
135Fa' risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti.
136Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché non osservano la tua legge.

137Sade. Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
138Con giustizia hai ordinato le tue leggi
e con fedeltà grande.
139Mi divora lo zelo della tua casa,
perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
140Purissima è la tua parola,
il tuo servo la predilige.
141Io sono piccolo e disprezzato,
ma non trascuro i tuoi precetti.
142La tua giustizia è giustizia eterna
e verità è la tua legge.
143Angoscia e affanno mi hanno colto,
ma i tuoi comandi sono la mia gioia.
144Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre,
fammi comprendere e avrò la vita.

145Kof. T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
146Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
147Precedo l'aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
148I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
149Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
150A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
151Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
152Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.

153Res. Vedi la mia miseria, salvami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
154Difendi la mia causa, riscattami,
secondo la tua parola fammi vivere.
155Lontano dagli empi è la salvezza,
perché non cercano il tuo volere.
156Le tue misericordie sono grandi, Signore,
secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
157Sono molti i persecutori che mi assalgono,
ma io non abbandono le tue leggi.
158Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo,
perché non custodiscono la tua parola.
159Vedi che io amo i tuoi precetti,
Signore, secondo la tua grazia dammi vita.
160La verità è principio della tua parola,
resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.

161Sin. I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
162Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
163Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge.
164Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
165Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
166Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
167Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
168Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.

169Tau. Giunga il mio grido fino a te, Signore,
fammi comprendere secondo la tua parola.
170Venga al tuo volto la mia supplica,
salvami secondo la tua promessa.
171Scaturisca dalle mie labbra la tua lode,
poiché mi insegni i tuoi voleri.
172La mia lingua canti le tue parole,
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti.
173Mi venga in aiuto la tua mano,
poiché ho scelto i tuoi precetti.
174Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è tutta la mia gioia.
175Possa io vivere e darti lode,
mi aiutino i tuoi giudizi.
176Come pecora smarrita vado errando;
cerca il tuo servo,
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.


Isaia 36

1Nell'anno decimoquarto del re Ezechia, Sennàcherib re di Assiria assalì e si impadronì di tutte le fortezze di Giuda.2Il re di Assiria mandò poi da Lachis a Gerusalemme contro il re Ezechia il gran coppiere con un grande esercito. Egli fece sosta presso il canale della piscina superiore, sulla strada del campo del lavandaio.
3Gli andarono incontro Eliakìm figlio di Chelkìa, il maggiordomo, Sebnà lo scrivano e Ioach figlio di Asaf, l'archivista.4Il gran coppiere disse loro: "Riferite a Ezechia: Così dice il grande re, il re di Assiria: Che significa questa sicurezza che dimostri?5Pensi forse che la semplice parola possa sostituire il consiglio e la forza nella guerra? Ora, in chi confidi tu, che ti ribelli contro di me?6Ecco, tu confidi nell'Egitto, in questo sostegno di canna spezzata che penetra la mano e la fora a chi vi si appoggia; tale è il faraone re d'Egitto per chiunque confida in lui.7Se mi dite: Noi confidiamo nel Signore nostro Dio, non è forse lo stesso a cui Ezechia distrusse le alture e gli altari, ordinando alla gente di Giuda e di Gerusalemme: Vi prostrerete solo davanti a questo altare?8Or bene, fa' una scommessa con il mio signore, il re di Assiria; io ti darò duemila cavalli, se puoi procurarti cavalieri per essi.9Come potresti far indietreggiare uno solo dei più piccoli sudditi del mio signore? Eppure tu confidi nell'Egitto per i carri e i cavalieri!10Ora, è forse contro il volere del Signore che io mi sono mosso contro questo paese per distruggerlo? Il Signore mi ha detto: Muovi contro questo paese e distruggilo".
11Eliakìm, Sebnà e Ioach risposero al gran coppiere: "Parla ai tuoi servi in aramaico, poiché noi lo comprendiamo; non parlare in ebraico alla portata degli orecchi del popolo che è sulle mura".12Il gran coppiere replicò: "Forse sono stato mandato al tuo signore e a te dal mio signore per dire tali parole o non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, i quali presto saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con voi?".
13Il gran coppiere allora si alzò e gridò in ebraico: "Udite le parole del gran re, del re di Assiria.14Dice il re: Non vi inganni Ezechia, poiché egli non potrà salvarvi.15Ezechia non vi induca a confidare nel Signore dicendo: Certo, il Signore ci libererà; questa città non sarà messa nelle mani del re di Assiria.16Non date ascolto a Ezechia, poiché così dice il re di Assiria: Fate la pace con me e arrendetevi; allora ognuno potrà mangiare i frutti della propria vigna e del proprio fico e ognuno potrà bere l'acqua della sua cisterna,17finché io non venga per condurvi in un paese come il vostro, paese di frumento e di mosto, di pane e di vigne.18Non vi illuda Ezechia dicendovi: Il Signore ci libererà. Gli dèi delle nazioni hanno forse liberato ognuno il proprio paese dalla mano del re di Assiria?19Dove sono gli dèi di Amat e di Arpad? Dove sono gli dèi di Sefarvàim? Hanno essi forse liberato Samaria dalla mia mano?20Quali mai, fra tutti gli dèi di quelle regioni, hanno liberato il loro paese dalla mia mano? Potrà forse il Signore liberare Gerusalemme dalla mia mano?".
21Quelli tacquero e non gli risposero neppure una parola, perché l'ordine del re era: "Non rispondetegli".
22Eliakìm figlio di Chelkìa, il maggiordomo, Sebnà lo scrivano e Ioach figlio di Asaf, l'archivista, si presentarono a Ezechia con le vesti stracciate e gli riferirono le parole del gran coppiere.


Prima lettera ai Corinzi 10

1Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare,2tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare,3tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale,4tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo.5Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto.
6Ora ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono.7Non diventate idolàtri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: 'Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi'.8Non abbandoniamoci alla fornicazione, come vi si abbandonarono alcuni di essi e ne caddero in un solo giorno ventitremila.9Non mettiamo alla prova il Signore, come fecero alcuni di essi, e caddero vittime dei serpenti.10Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello sterminatore.11Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi.12Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.13Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.

14Perciò, o miei cari, fuggite l'idolatria.15Parlo come a persone intelligenti; giudicate voi stessi quello che dico:16il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?17Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane.18Guardate Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l'altare?
19Che cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è qualche cosa? O che un idolo è qualche cosa?20No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni;21non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni.22O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?

23"Tutto è lecito!". Ma non tutto è utile! "Tutto è lecito!". Ma non tutto edifica.24Nessuno cerchi l'utile proprio, ma quello altrui.25Tutto ciò che è in vendita sul mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di coscienza,26perché 'del Signore è la terra e tutto ciò che essa contiene'.
27Se qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di coscienza.28Ma se qualcuno vi dicesse: "È carne immolata in sacrificio", astenetevi dal mangiarne, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per motivo di coscienza;29della coscienza, dico, non tua, ma dell'altro. Per qual motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe esser sottoposta al giudizio della coscienza altrui?30Se io con rendimento di grazie partecipo alla mensa, perché dovrei essere biasimato per quello di cui rendo grazie?

31Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.32Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio;33così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.


Capitolo XXI: In Dio, al di sopra di ogni bene e di ogni dono, dobbiamo trovare la nostra pace

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1. O anima mia, in ogni cosa e al di sopra di ogni cosa, troverai riposo, sempre, nel Signore, perché lui stesso costituisce la pace dei santi, in eterno. Dammi, dolcissimo e amabilissimo Gesù, di trovare quiete in te. In te, al di sopra di ogni creatura, di ogni ben e di ogni bellezza; al di sopra di ogni gloria ed onore, potere e autorità; al di sopra di tutto il sapere, il più penetrante; al di sopra di ogni ricchezza e capacità; al di sopra di ogni letizia e gioia, e di ogni fama e stima degli uomini; al di sopra di ogni dolcezza, consolazione, speranza o promessa umana; al di sopra di ogni ambita ricompensa, di ogni dono o favore che, dall'alto, tu possa concedere; al di sopra di ogni motivo di gaudio e di giubilo, che mente umana possa concepire e provare; infine, al di sopra degli Angeli, degli Arcangeli e di tutte le schiere celesti, al di sopra delle cose visibili e delle cose invisibili, e di tutto ciò che non sia tu, Dio mio. In verità, o Signore mio Dio, tu sei eccellentissimo su ogni cosa; tu solo sei l'altissimo e l'onnipotente; tu solo dai ogni appagamento e pienezza e ogni dolcezza e conforto; tu solo sei tutta la bellezza e l'amabilità; tu solo sei, più d'ogni cosa, ricco di nobiltà e di gloria; in te sono, furono sempre e saranno, tutti quanti i beni, compiutamente. Perciò, qualunque cosa tu mi dia, che non sia te stesso, qualunque cosa tu mi riveli di te, o mi prometta, senza che io possa contemplare o pienamente possedere te, è ben poco e non mi appaga. Ché, in verità, il mio cuore non può realmente trovare quiete, e totale soddisfazione se non riposi in te, portandosi più in alto di ogni dono e di ogni creatura.  

2. Cristo Gesù, mio sposo tanto amato, amico vero, signore di tutte le creature, chi mi darà ali di vera libertà, per volare e giungere a posarmi in te? Quando mi sarà dato di essere completamente libero da me stesso e di contemplare la tua soavità, o Signore mio Dio? Quando mi raccoglierò interamente in te, cosicché, per amor tuo, non mi accorga di me stesso, ma soltanto di te, al di là del limite di ogni nostro sentire e in un modo che non tutti conoscono? Ma eccomi qui ora a piangere continuamente e a portare dolorosamente la mia infelicità. Giacché, in questa valle di miserie, molti mali mi si parano innanzi: sovente mi turbano, mi rattristano e mi ottenebrano; sovente mi intralciano il cammino o me ne distolgono, tenendomi legato e impacciato, tanto da non poter accostarmi liberamente a te, a godere del gioioso abbraccio, costantemente aperto agli spiriti beati. Che il mio sospiro e la grande e varia desolazione di questo mondo abbiano a commuoverti, o Gesù, splendore di eterna gloria, conforto dell'anima pellegrina. A te è rivolta la mia faccia; senza che io dica nulla, è il mio silenzio che ti parla. Fino a quando tarderà a venire il mio Signore? Venga a me, che sono il suo poverello, e mi dia letizia; stenda la sua mano e strappi me misera da ogni angustia. Vieni, vieni: senza di te non ci sarà una sola giornata, anzi una sola ora, gioiosa, perché la mia gioia sei tu, e vuota è la mia mensa senza di te. Un pover'uomo, io sono, quasi chiuso in un carcere e caricato di catene, fino a che tu non mi abbia rifatto di nuovo, con la tua presenza illuminante, mostrandomi un volto benevolo, e fino a che tu non mi abbia ridato la libertà. Vadano altri cercando altra cosa, invece di te, dovunque loro piaccia. Quanto a me, nulla mi è ora gradito, nulla mi sarà mai gradito, fuori di te, mio Dio, mia speranza e salvezza eterna. Né tacerò, o smetterò di supplicare, fino a che non torni a me la tua grazia e la tua parola non si faccia sentire dentro di me.  

3. Ecco, sono qua; eccomi a te, che mi hai invocato. Le tue lacrime, il desiderio dell'anima tua, la tua umiliazione e il pentimento del tuo cuore mi hanno piegato e mi hanno fatto avvicinare a te. Dicevo io allora: ti avevo invocato, Signore, avevo desiderato di godere di te, pronto a rinunciare ad ogni cosa per te; ma eri stato tu, per primo, che mi avevi mosso a cercarti. Sii dunque benedetto, o Signore, tu che hai usato tale bontà con questo tuo servo, secondo la grandezza della tua misericordia. Che cosa mai potrà dire ancora, al tuo cospetto, il tuo servo, se non parole di grande umiliazione dinanzi a te, sempre ricordandosi della propria iniquità e della propria bassezza? Non c'è, infatti, tra tutte le meraviglie del cielo e della terra, cosa alcuna che ti possa somigliare. Le tue opere sono perfette, e giusti i tuoi comandi; per la tua provvidenza si reggono tutte le cose. Sia, dunque, lode e gloria a te, o sapienza del Padre. La mia bocca, la mia anima e insieme tutte le cose create ti esaltino e ti benedicano.


DISCORSO 101 TENUTO A CARTAGINE, NELLA BASILICA DI FAUSTO, SULLA MESSE E IL SEMINATORE E SULLA PREDICAZIONE EVANGELICA

Discorsi - Sant'Agostino

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La messe in rapporto ai giudei, la semente in rapporto ai pagani.

1. Nel brano del Vangelo letto poc'anzi veniamo esortati a cercare e, se possibile, a spiegare quale sia la messe di cui il Signore dice: La messe è molta ma gli operai sono pochi. Pregate il padrone della messe di mandare operai a mietere la sua messe 1. Allora ai suoi dodici discepoli, ch'egli chiamò anche Apostoli, ne aggiunse altri settantadue e l'inviò tutti quanti - come appare dalle sue parole - alla messe già pronta. Qual era dunque quella messe? Essa infatti non si trovava tra i pagani, ove nulla era stato seminato. Resta perciò da intendere che tale messe si trovava nel popolo dei giudei; a essa andò il padrone della messe, e mandò i mietitori; ai pagani invece non inviò dei mietitori, ma dei seminatori. Dobbiamo dunque intendere per messe quella cresciuta nel popolo dei giudei, poiché da quel campo di grano furono scelti gli stessi Apostoli; in quel campo era già pronto il grano che doveva essere mietuto, poiché già i Profeti vi avevano gettato la semente. Fa piacere contemplare la coltivazione di Dio, rallegrarsi dei suoi doni e lavorare nel suo campo. In questa coltivazione lavorava colui che diceva: Più di tutti quegli altri mi sono affaticato 2. Ma le forze per lavorare non gli erano date forse dal padrone della messe? Ecco perché soggiunge: Non io solo però, ma la grazia di Dio con me 3. Ora, egli mostra abbastanza chiaramente di dedicarsi alla coltivazione del campo di Dio quando dice: Io ho piantato, Apollo ha irrigato 4. Questo Apostolo poi, che da Saulo era diventato Paolo, che cioè da superbo era divenuto il più piccolo - poiché il nome di Saulo deriva da quello di Saul; Paolo invece deriva da "piccolo", per cui, dando in certo modo la spiegazione del proprio nome, dice: Io sono il più piccolo di tutti gli Apostoli 5 questo Paolo dunque, cioè "il piccolo", anzi "il più piccolo", fu inviato ai pagani; è lui stesso che afferma d'essere stato inviato in modo particolare ai pagani. Lo scrive lui stesso; noi lo leggiamo, lo crediamo, lo predichiamo. Egli stesso dunque nella sua Lettera ai Galati afferma che, dopo essere già stato chiamato dal Signore Gesù, si recò a Gerusalemme e confrontò il suo Vangelo con quello degli Apostoli e si strinsero le destre in segno di concordia e in segno di unanimità nella predicazione, che non era per nulla differente da ciò ch'essi avevano appreso. Afferma inoltre che tra lui ed essi fu deciso ch'egli sarebbe andato a predicare tra i pagani, mentre essi sarebbero andati tra gli ebrei 6; egli come seminatore, quelli invece come mietitori. Con ragione anche gli ateniesi, pur senza conoscerlo, ne indicarono il nome al solo sentirlo; sentendolo infatti parlare: Chi è mai - esclamarono - questo seminatore di parole? 7.

La messe tra i giudei e quella tra i pagani.

2. Attenzione dunque. Vi piaccia di considerare con me nel campo coltivato da Dio due specie di messi: una passata e l'altra futura; quella passata, nel popolo dei giudei, quella futura nei popoli dei pagani. Dimostriamo quest'asserzione, e come la proveremo se non con la stessa Scrittura del Signore del campo di grano? Ecco, noi troviamo che nel presente brano è detto: La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate il padrone della messe che mandi operai a mietere la sua messe 8; ma poiché in quella messe ci sarebbero stati dei giudei oppositori e persecutori, Ecco - soggiunge - io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi 9. Ma a proposito di questa messe esponiamo ancora qualche altra cosa di più evidente. Nel Vangelo secondo Giovanni, dove si parla del Signore seduto, per la stanchezza, presso il pozzo, si compirono dei fatti importanti relativi alla salvezza, ma abbiamo un tempo troppo breve per spiegarli tutti a fondo. Ascoltate dunque ciò ch'è opportuno per il momento presente. Orbene, ci siamo impegnati a far vedere la messe esistente nei popoli, tra i quali avevano predicato i Profeti: questi erano stati seminatori perché gli Apostoli potessero essere i mietitori. La donna samaritana parla con il Signore Gesù e tra le altre cose, avendole detto il Signore in qual modo si deve adorare Dio, essa replicò: Noi sappiamo che dovrà venire il Messia, chiamato il Cristo, e ci spiegherà ogni cosa 10. E il Signore a lei: Sono io, che parlo con te 11. Credi a ciò che ascolti, a ciò che vedi. Sono io, che parlo con te. Che cosa aveva detto lei? Noi sappiamo che dovrà venire il Messia annunciato da Mosè e dai Profeti, chiamato il Cristo. La messe dunque era già fitta. Per poter germinare, essa aveva ricevuto come seminatori Mosè e i Profeti; divenuta ormai matura, aspettava gli Apostoli quali mietitori. Appena ebbe sentito ciò, essa credette, abbandonò la brocca dell'acqua, andò via di corsa, e cominciò ad annunciare il Signore. I discepoli erano andati a comprare delle cibarie. Al loro ritorno trovarono il Signore che parlava con la donna e si stupirono, ma non osarono chiedergli: Di che cosa o perché parli con lei? 12. Essi invece, frenando l'ardire del loro cuore, trattennero dentro di sé la loro meraviglia. A questa samaritana non era dunque nuovo il nome di Cristo. Già ne aspettava la venuta, già credeva che sarebbe venuto. Come avrebbe potuto credere, se nessuno avesse seminato? Ma ascoltate ciò in modo più preciso. Il Signore disse ai suoi discepoli: Voi dite che l'estate è ancora lontana, ma alzate gli occhi e guardate i campi che già sono biondi per la mietitura 13, e soggiunse: Altri lavorarono e voi siete venuti a raccogliere i frutti della loro fatica 14. Lavorarono Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè e i Profeti seminando. Alla venuta del Signore il grano da mietere fu trovato maturo. I mietitori, mandati con la falce del Vangelo, portarono i manipoli all'aia del Signore ove Stefano doveva essere trebbiato.

Il seme del Vangelo portato ai pagani.

3. Di qui prese la semente Paolo. Egli fu inviato ai pagani e non passa sotto silenzio questo particolare nel mettere in risalto il dono gratuito, speciale e personale, da lui ricevuto. Nelle sue lettere infatti egli afferma d'essere stato inviato a predicare il Vangelo ove Cristo non era stato ancora nominato. Ma, poiché questa mietitura è stata già fatta, e tutti i giudei che restarono fuori erano paglia, rivolgiamo la nostra attenzione alla messe ch'è formata da noi. Il seme fu sparso dagli Apostoli e dai Profeti; fu sparso dal Signore in persona - egli infatti era nei suoi Apostoli, poiché anch'egli prese parte alla mietitura, dato che quelli non potevano far nulla senza di lui, mentre egli era perfetto senza di loro; egli infatti disse loro: Senza di me voi non potete far nulla 15 -. Cristo dunque mentre spargeva il seme tra i pagani, che cosa dice? Ecco, un contadino andò a seminare 16. Da una parte i mietitori sono mandati a mietere, dall'altra un contadino andò sollecito a seminare. Che gliene importa se una parte del seme cade sulla strada, un'altra in terreno sassoso e un'altra in mezzo alle spine? Se avesse esitato a seminare in questi terreni poco adatti, non sarebbe arrivato al terreno fecondo. Che importa a noi, che guadagno ricaviamo ormai dal discutere a proposito dei giudei e dal parlare della paglia? Badiamo a noi stessi; facciamo sì che il seme non cada sulla strada o sui sassi o tra le spine ma su terreno buono (pronto è il mio cuore, o Dio 17), in modo che il seme produca il trenta, il sessanta e il cento per uno 18; una percentuale è maggiore e un'altra è minore, ma tutto è frumento. Il nostro cuore non sia come una strada ove il seme verrebbe calpestato e il nemico, come un uccello, lo porterebbe via. Non sia come un luogo sassoso, ove il terreno troppo scarso farebbe germogliare subito il seme, ma il germoglio non potrebbe sopportare il calore del sole. Non vi siano spine, cioè le passioni mondane, le preoccupazioni derivanti da una vita viziosa. Che c'è infatti di peggio delle preoccupazioni per la vita, che non ci permettono d'arrivare alla vita? Che c'è di più miserando che perder la vita volendoci preoccupare della vita? Che c'è di più infelice che andare a finire nella morte per timore della morte? Siano dunque estirpate le spine, si prepari il campo, siano accolti i semi, si arrivi alla messe, si desideri il granaio, non si abbia a temere il fuoco !

Obbligo del pastore è spiegare che cosa giova ai fedeli.

4. Spetta quindi a noi, quali che siamo, posti dal Signore come operai nel suo campo, insegnare a voi queste azioni: seminare, piantare, irrigare, zappare anche attorno ad alcuni alberi e mettervi una cesta di letame: è nostro dovere compiere fedelmente queste azioni; è nostro dovere accoglierle con fede; tocca al Signore aiutare il nostro lavoro, la vostra fede, la comune fatica di tutti noi intesa a vincere il mondo per mezzo di lui. Ho detto dunque ciò che dovete fare voi, ora desidero dirvi ciò che dobbiamo fare noi. Perché mi sono espresso così, a qualcuno di voi potrà forse sembrare ch'io voglia trattare un argomento superfluo e, parlando tra se stesso, dirà nella propria mente: "Oh, se ci lasciasse finalmente andar via! Ci ha già parlato dei nostri doveri; dei doveri che riguardano lui, che ce ne importa?". Io invece credo che la carità vicendevole, che ci unisce, richiede piuttosto che noi non siamo estranei tra noi. Voi, in certo modo, fate parte d'una sola famiglia. Noi siamo i dispensatori appartenenti alla medesima famiglia. Tutti apparteniamo a un solo Signore. Ciò ch'io vi do, non lo prendo dal mio sacco, ma da Colui dal quale lo ricevo anch'io. Perché se vi dessi del mio, vi darei delle menzogne. Chi infatti dice il falso, parla del suo 19. Dovete quindi ascoltare quali sono gli obblighi dei dispensatori sia per congratularvi con noi se ci troverete tali, sia per essere istruiti anche a questo riguardo. Quanti, infatti, tra questi fedeli potranno essere dispensatori? Noi pure siamo stati al posto ove siete voi: anche noi, che adesso siamo visti distribuire il nutrimento ai nostri conservi da un posto più elevato, fino a pochi anni fa ricevevamo tale nutrimento nel posto più basso con i nostri conservi. Da vescovo parlo ai laici, ma come faccio a sapere a quanti futuri vescovi sto ora parlando?

I precetti stabiliti per i predicatori non devono essere intesi in senso materiale.

5. Vediamo dunque come noi stessi dobbiamo intendere i precetti dati dal Signore a quanti mandava a predicare il Vangelo e a mietere la messe ormai pronta. Vediamo. Non dovete portare - dice - né borsa né bisaccia né sandali e non salutate nessuno per via. In qualunque casa entrerete, a quelli che vi abitano dite: Pace a questa casa. Se vi sarà uno che ama la pace, la vostra pace riposerà su di lui, altrimenti ritornerà a voi 20. Dobbiamo ora spiegare brevemente tutti questi ammonimenti. Non dovete portare - diceva - la borsa. E noi che facciamo? Diciamo la verità: quando siamo in viaggio noi portiamo la borsa e le provviste. Non dovete portare neppure la bisaccia. La bisaccia forse non la portiamo. Né i sandali. Come? Ci comandò forse d'andare a piedi nudi? Lo vedete anche voi: non camminiamo con i sandali ai piedi. Noi infatti non proferiamo delle belle parole e nascondiamo i piedi; davanti ai vostri occhi noi camminiamo portando i sandali. Oltre a ciò, se uno ci salutasse per via e non gli rendessimo il saluto, saremmo giudicati superbi; gl'insulti rivolti a noi tornerebbero a offesa del Signore. Noi perciò, camminando, salutiamo la gente. È anche facile, entrando in una casa, dire: Pace a questa casa. Quanto invece siamo angustiati per il fatto della borsa e dei sandali! Guardiamo il Signore: potrebbe darsi ch'egli possa confortarci e darci la possibilità di capire questi suoi ammonimenti. Poiché è facile - come abbiamo osservato - entrando in una casa dire: Pace a questa casa - non c'è infatti nulla di più facile - ma quel che segue, se lo intendessimo in senso materiale, ci troveremmo anche qui in difficoltà. Che dice infatti? Dite: Pace a questa casa. Niente di più facile. Ma che cosa viene dopo? Se vi sarà in quella casa uno amante della pace, la vostra pace riposerà su di lui, altrimenti ritornerà a voi. Che cosa vuol dire questo? Come può tornare a me la pace? L'avrò forse allora, se tornerà, e invece l'avrò perduta, se rimarrà in quella casa? Sia lontano dai benpensanti un tal ragionamento! Nemmeno quest'espressione dunque dev'essere intesa in senso materiale, e perciò forse neppure la borsa, né i sandali, né la bisaccia, né soprattutto il precetto di non salutare nessuno per via, perché, se lo intendessimo così, semplicemente, senza spiegarlo, potrebbe sembrare esserci stato imposto d'essere superbi.

Il divieto di portar la borsa.

6. Guardiamo nostro Signore, nostro vero modello e aiuto. Dimostriamo ch'è nostro aiuto: Senza di me voi non potete far nulla 21. Dimostriamo ch'è nostro modello: Cristo ha patito per noi - dice Pietro - lasciandoci l'esempio, perché noi seguiamo le sue orme 22. Lo stesso nostro Signore aveva la borsa dei denari durante i suoi viaggi e l'aveva affidata a Giuda. Sopportava un ladro, è vero, ma io, bramoso d'imparare, con tutto il rispetto vorrei domandare al mio Signore: "Se tu, Signore, sopportavi un ladro come Giuda, da dove potevano esserti portati via i denari che avevi? A me, povero e debole uomo, hai dato il precetto di non portare neppure un borsellino, mentre tu portavi una borsa che ti esponeva al pericolo d'esser derubato. Se tu non l'avessi portata, non avrebbe avuto nemmeno lui di che rubare". Che cos'altro resta se non ch'egli mi dica: "Devi capire bene il senso di questo precetto di non portare la borsa 23"? Che cos'è una borsa? È denaro racchiuso, cioè sapienza nascosta. Che significa: Non portate la borsa? Non siate sapienti ai vostri occhi. Accogli lo Spirito: dev'essere in te una sorgente, non una borsa; una ricchezza da cui si possa prendere per farne dono, non per tenerla rinchiusa. La bisaccia ha lo stesso significato della borsa.

Non portare i sandali.

7. Che cosa sono i sandali? Che cosa sono i sandali di cui noi ci serviamo? Sono pelli di cadaveri, pelli d'animali morti che ci proteggono i piedi. Che cosa ci viene dunque comandato dal precetto di non portare i sandali? Di rinunciare alle opere morte. Di quest'obbligo il Signore ammoniva simbolicamente Mosè ch'era per avvicinarsi alla sua gloria, quando gli disse: Sciogliti i calzari dai piedi, poiché il luogo ove ti trovi è terra santa 24. Quale terra è tanto santa quanto la Chiesa di Dio? Trovandoci dunque in essa, togliamoci i sandali, rinunciamo cioè alle opere morte. Ora però, a proposito di questi sandali, calzando i quali camminiamo, mi conforta lo stesso mio Signore. Se infatti egli non avesse avuto dei sandali, Giovanni non avrebbe detto di lui: Io non sono degno di sciogliere i legacci dei suoi sandali 25. Faccia dunque attenzione l'ubbidienza intelligente, non s'insinui una superba rigidezza. "Io - dice uno - metto in pratica il Vangelo, perché cammino a piedi scalzi". Tu lo puoi, io no. Cerchiamo però di conservare ciò che abbiamo ricevuto insieme. Siamo infiammati della carità: amiamoci a vicenda. Così accadrà ch'io ami la tua fortezza e tu sostenga la mia debolezza.

Che vuol dire: Non salutate nessuno per via.

8. Che te ne pare, dunque, a te che non hai voluto capire in qual senso sono stati dati questi ammonimenti e, intendendoli male, sei costretto ad accusare ingiustamente il Signore per la faccenda della borsa e dei sandali? Che te ne pare? Approveresti forse che, mentre camminiamo per via e incontrassimo dei nostri cari, non li salutassimo per primi se sono più anziani e non rendessimo loro il saluto se sono più giovani? Metti forse in pratica il Vangelo quando non rispondi al saluto che ricevi? In questo caso però somiglierai non già a un viandante che fa un viaggio, ma a una pietra miliare che indica la via. Lasciamo dunque da parte la nostra stoltezza e cerchiamo di capire le parole del Signore e di non salutare nessuno per via. In effetti non senza un motivo ci viene dato quest'ordine né egli avrebbe voluto che noi non mettessimo in pratica un suo precetto. Che vuol dire dunque: Non salutate nessuno per via 26? Può essere inteso semplicemente nel senso che ci comandò di fare in fretta ciò che ci viene ordinato e per questo disse: Non salutate nessuno per via, come per dire: "Lasciate da parte tutto, pur di eseguire ciò che è stato comandato "; usò cioè un modo di dire con cui nel parlare comune si è soliti esagerare ciò che si dice. E non dobbiamo andare troppo lontano. Nel medesimo discorso poco dopo è detto: E tu, Cafarnao, che sei stata innalzata fino al cielo, sarai abbassata fino all'inferno 27. Che significa: Sei stata innalzata fino al cielo? Forse che le mura di quella città toccavano le nubi o arrivavano fino alle stelle? Ma che significa dunque: Sei stata innalzata fino al cielo? Vuol dire: "Ti sembra d'essere troppo felice, sei troppo potente, troppo superba". Allo stesso modo dunque che con espressione iperbolica è detto: T'innalzi fino al cielo a quella città che non saliva o s'innalzava certo fino al cielo, così con un'iperbole relativa alla sollecitudine è detto: "Correte, fate ciò che vi ho comandato in modo che neppure il minimo intralcio ritardi la vostra azione ma, disprezzando ogni altra cosa, affrettatevi verso la mèta che vi siete proposta".

Un altro senso più sottile.

9. Ma c'è un altro senso che preferirei considerare maggiormente. Non vi nascondo che vedo un senso che riguarda piuttosto me e tutti noi dispensatori della Parola, ma anche voi uditori. Chi saluta, augura salute. Infatti anche gli antichi mettevano nelle loro lettere questa soprascritta: "Il tale saluta il tal altro". Il saluto prende il nome da salute. Che cosa vuol dunque dire: Non salutate nessuno per via 28? Chi saluta per via, saluta occasionalmente. Vedo che avete già capito, ma tuttavia non devo ancora finire. Non tutti infatti avete capito subito. Ho inteso dalla voce quelli che hanno capito ma ne vedo parecchi ricercare in silenzio. Siccome dunque stiamo parlando della strada, facciamo come quelli che camminano per una strada. Voi che siete più svelti, aspettate i più lenti e camminate di pari passo. Che cosa ho detto dunque? Chi saluta per la via saluta occasionalmente, poiché non si dirige verso colui ch'egli saluta. Stava compiendo una faccenda e s'imbatte in un'altra. Era diretto a compiere una faccenda, e incidentalmente trovò altro da fare. Che significa dunque: "salutare occasionalmente"? Annunciare la salvezza occasionalmente. Ma cos'altro significa "annunciare la salvezza", se non "predicare il Vangelo"? Se dunque predichi, fallo per amore e non occasionalmente. Ci sono infatti degli individui che annunciano il Vangelo cercando uno scopo diverso; di questi tali l'Apostolo gemendo dice: Tutti infatti cercano il proprio interesse, non quello di Gesù Cristo 29. Anche questi tali salutavano, cioè annunciavano la salvezza, predicavano il Vangelo, ma ricercavano altri vantaggi e perciò salutavano occasionalmente. E che vuol dire questo? Se sarai come uno di questi tali, chiunque tu sia, agirai allo stesso modo, o piuttosto - non agirai così chiunque tu sia, ma forse agirà in tal modo qualcuno di tal genere - se nell'agire sarai come uno di loro, non sei tu ad agire, ma sei solo uno strumento con cui viene annunciato il Vangelo.

Come ascoltare i predicatori che cercano il proprio interesse.

10. Orbene, l'Apostolo sopportò che ci fossero anche individui siffatti, ma non comandò che fossero siffatti. Anch'essi fanno qualcosa e si guadagna qualcosa anche da essi. Cercano d'ottenere altri vantaggi, ma predicando il Vangelo. Non curarti di ciò che cerca di ottenere colui che predica, ma conserva nel cuore ciò che predica. Non badare a ciò ch'egli vuole, non ti deve riguardare. Ascolta dalla sua bocca la salvezza, prendi per te la salvezza dalla sua bocca. Non essere giudice del suo cuore. Ma tu vedi che cerca d'ottenere un altro vantaggio. Che te ne importa? Ascolta la salvezza. Fate ciò che dicono 30. Ti ha rassicurato. Come? Fate ciò che dicono. Fanno il male? Non fate ciò che fanno 31. Agiscono bene, non salutano per via, non predicano il Vangelo solo occasionalmente? Siate loro imitatori, come anch'essi lo sono di Cristo. Colui che predica è una persona dabbene? Cogli l'uva dalla vite. È cattivo colui che ti predica? Cogli l'uva che pende dalla siepe; il grappolo è cresciuto sul tralcio impigliatosi nelle spine, ma non è germinato dalle spine. Quando vedi qualcosa di simile e hai fame, prendilo pure ma con prudenza per evitare che, mentre allunghi la mano verso l'uva, tu non rimanga graffiato dalle spine. Ecco cosa voglio dirti: ascolta ciò ch'è buono in modo però da non imitare i cattivi costumi. Predichi pure per secondi fini, saluti pure camminando per via; tornerà a suo danno il non aver dato ascolto al precetto di Cristo di non salutare nessuno per via 32, ma non sarà di danno per te, che ascolti la parola di salvezza e la serbi nel tuo cuore, sia che venga da chi passa per la tua strada, sia da chi viene verso di te. Ascolta, come avevo detto prima, l'Apostolo che tollerava queste condizioni: Che importa, infatti, purché in ogni modo, sia occasionalmente, sia con retta intenzione, venga annunciato Cristo? Di ciò non solo godo ma godrò sempre. Poiché io so che ciò servirà per il mio bene mediante le vostre preghiere 33.

I predicatori obbligati a portare la pace.

11. Se quindi sono così gli Apostoli di Cristo, i predicatori del Vangelo, che non salutano per via, cioè non cercano d'ottenere altri vantaggi, ma con sincera carità annunciano il Vangelo, vadano nelle case e dicano: Pace a questa casa 34. Esprimeranno questo augurio non solo con la bocca, ma riverseranno il sentimento di cui sono pieni. La pace non solo la predicano ma anche la posseggono. Non sono come coloro dei quali è detto: Pace, pace! ma non v'è pace 35. Che cosa vuol dire: Pace, pace! ma non v'è pace? L'annunciano, ma non la posseggono; la lodano, ma non l'amano; dicono, ma non fanno 36. Tu però accogli la pace sia nel caso che Cristo venga annunciato per pretesto o per amore della verità. Chi poi è pieno di pace e saluta dicendo: Pace a questa casa, se v'è chi ama la pace 37, riposerà su di lui la pace del predicatore, altrimenti - se per caso non c'è uno che ama la pace - non avrà perso nulla chi ha rivolto il saluto: Essa - è detto - tornerà da voi 38. Tornerà da te perché non s'è allontanata da te. Ecco infatti che cosa volle dire: "Giova a te ciò che hai annunciato; a lui non è giovato a nulla ciò che non ha accolto". Non è che, per il fatto ch'egli è rimasto senza nulla, tu abbia perso la ricompensa. Questa ti sarà data nella misura della tua volontà; ti sarà data secondo la carità che hai usata. Te la renderà Colui che ti ha rassicurato con la voce degli angeli: Pace in terra agli uomini di buona volontà 39.

 

1 - Lc 10, 2.

2 - 1 Cor 15, 10.

3 - 1 Cor 15, 10.

4 - 1 Cor 3, 6.

5 - 1 Cor 15, 9.

6 - Cf. Gal 2, 1 ss.

7 - At 17, 18.

8 - Lc 10, 2.

9 - Lc 10, 3.

10 - Gv 4, 25.

11 - Gv 4, 26.

12 - Gv 4, 27.

13 - Gv 4, 35.

14 - Gv 4, 38.

15 - Gv 15, 5.

16 - Mt 13, 3; Lc 8, 5 ss.

17 - Sal 56, 8.

18 - Cf Mt 13, 23.

19 - Gv 8, 44.

20 - Lc 10, 4-6.

21 - Gv 15, 5.

22 - 1 Pt 2, 21.

23 - Lc 10, 4.

24 - Es 3, 5.

25 - Lc 3, 16.

26 - Lc 10, 4.

27 - Lc 10, 15.

28 - Lc 10, 4.

29 - Fil 2, 21.

30 - Mt 23, 3.

31 - Mt 23, 3.

32 - Lc 10, 4.

33 - Fil 1, 18-19.

34 - Lc 10, 5.

35 - Ger 8, 11.

36 - Mt 23, 3.

37 - Lc 10, 5-6.

38 - Lc 10, 6.

39 - Lc 2, 14.


Primo sogno missionario: la Patagonia

I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco

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Questo è il sogno che decise Don Bosco a iniziare l’apostolato missionario dei suoi figli Salesiani. Lo ebbe nel 1872 e lo raccontò per la prima volta a Pio IX nel marzo del 1876; in seguito ne ripetè il racconto anche ad alcuni Salesiani.
«Mi parve, disse, di trovarmi in una regione selvaggia e affatto sconosciuta. Era un’immensa pianura tutta incolta, nella quale non si scorgevano né colline né monti. Ma nelle estremità lontanissime la profilavano tutta scabrose montagne. Vidi in essa turbe di uomini che la percorrevano. Erano quasi nudi, di un’altezza e statura straordinaria, di un aspetto feroce, con i capelli ispidi e lunghi, di colore abbronzato e nerognolo, e solo vestiti di larghi mantelli di pelli di animali, che loro scendevano dalle spalle. Avevano per armi una specie di lunga lancia e la fionda.
Queste turbe di uomini, sparse qua e là, offrivano allo spettatore scene diverse: questi correvano dando la caccia alle fiere; quelli portavano conficcati sulle punte delle lance pezzi di carne sanguinolenta. Da una parte gli uni si combattevano tra di loro, altri venivano alle mani con soldati vestiti all’europea, e il terreno era sparso di cadaveri. Io fremevo a quello spettacolo; ed ecco spuntare all’estremità della pianura molti personaggi, i quali, dal vestito e dal modo di agire, conobbi missionari di vari Ordini.
Costoro si avvicinavano per predicare a quei barbari la religione di Gesù Cristo. Io li fissai ben bene, ma non ne conobbi alcuno. Andarono in mezzo a quei selvaggi; ma i barbari, appena li videro, con un furore diabolico, con una gioia infernale, li assalivano, li uccidevano, con feroce strazio li squartavano, li tagliavano a pezzi e ficcavano i brani di quelle carni sulle punte delle loro lunghe picche.
Dopo di essere stato a osservare quegli orribili macelli, dissi tra me:
— Come fare a convertire questa gente così brutale?
Intanto vedo in lontananza un drappello di altri missionari che si avvicinavano ai selvaggi con volto ilare, preceduti da una schiera di giovinetti.
Io tremavo pensando:
— Vengono a farsi uccidere.
E mi avvicinai a loro: erano chierici e preti. Li fissai con attenzione e li riconobbi per nostri Salesiani. I primi mi erano noti, e sebbene non abbia potuto conoscere personalmente molti altri che seguivano i primi, mi accorsi essere anch’essi Missionari Salesiani, proprio dei nostri.
— Come va questo? — esclamavo.
Non avrei voluto lasciarli andare avanti ed ero lì per fermarli. Mi aspettavo da un momento all’altro che incorressero la stessa sorte degli antichi Missionari. Volevo farli tornare indietro, quando vidi che il loro comparire mise in allegrezza tutte quelle turbe di barbari, le quali abbassarono le armi, deposero la loro ferocia e accolsero i nostri Missionari con ogni segno di cortesia.
Meravigliato di ciò, dicevo fra me:
— Vediamo un po’ come ciò andrà a finire!
E vidi che i nostri Missionari si avanzavano verso quelle orde di selvaggi; li istruivano ed essi ascoltavano volentieri la loro voce; insegnavano ed essi mettevano in pratica le loro ammonizioni.
Stetti a osservare, e mi accorsi che i Missionari recitavano il santo Rosario, mentre i selvaggi, correndo da tutte le parti, facevano ala al loro passaggio e di buon accordo rispondevano a quella preghiera.
Dopo un poco i Salesiani andarono a disporsi al centro di quella folla che li circondò, e s’inginocchiarono. I selvaggi, deposte le armi per terra ai piedi dei Missionari, piegarono essi pure le ginocchia. Ed ecco uno dei Salesiani intonare: “Lodate Maria, o lingue fedeli...”, e tutte quelle turbe, a una voce, continuare il canto di detta lode, così all’unisono e con tanta forza di voce, che io, quasi spavenato, mi svegliai.
Questo sogno fece molta impressione sul mio animo, ritenendo che fosse un avviso celeste».
Dapprima Don Bosco credette che fossero i popoli dell’Etiopia, poi pensò ai dintorni di Hong-Kong, quindi alle genti delle Indie; solo nei 1874, quando ricevette i più pressanti inviti di mandare i Salesiani in Argentina, conobbe chiaramente che i selvaggi veduti in sogno erano gli indigeni di quella immensa regione, allora quasi sconosciuta, che era la Patagonia.
« Chi pensava allora ai miseri abitatori di quelle estreme piaghe dell’America Meridionale? I geografi ne avevano una nozione molto vaga. I Governi argentino e cileno si curavano tanto poco degli Indi, che li escludevano dai loro censimenti, come se non esistessero. Perfino a Roma eminenti prelati giudicavano utopie i disegni di Don Bosco; un cardinale disse che egli voleva mandare a evangelizzare le erbe della Pampa.
Don Bosco invece, assiduo lettore degli Annali della Propagazione della Fede, sapeva da gran tempo che colà vivevano popolazioni selvagge, a cui non risplendeva ancora la luce del Vangelo. Nelle sue grandi frazioni missionarie, affrettava col cuore il giorno in cui avrebbe potuto inviarvi banditori della divina Parola, quando ebbe questo sogno che molto lo impressionò».


Jaurù (Mato Grosso - Brasile), 2 febbraio 1993. Presentazione di Gesù Bambino al Tempio. Nel tempio del mio Cuore Immacolato.

Don Stefano Gobbi

«Lasciatevi portare fra le mie braccia materne, figli prediletti, come bambini appena nati, nel tempio spirituale del mio Cuore Immacolato.

- Nel Tempio del mio Cuore Immacolato, vi offro alla gloria perfetta della Santissima e Divina Trinità. Vi offro alla gloria del Padre, che pone in voi la sua compiacenza, e vi conduco, in ogni momento della vostra esistenza, a fare con amore, con docilità, con filiale abbandono il suo divino Volere. Così, come in cielo, anche su questa terra il Padre Celeste è glorificato ed il suo Nome viene adorato e santificato. Vi offro alla gloria del Figlio, che riversa su di voi il fiume della sua divina Misericordia, per cancellare dalle vostre anime ogni ombra di male e di peccato, vi imprime la sua Immagine di Figlio Unigenito del Padre e vi associa al suo divino Splendore, così da rendere voi stessi Luce per la rivelazione di tutte le genti. Per questo vi conduco, con dolce fermezza, sulla strada della fede e della purezza, della speranza e della mortificazione, dell'amore e di una sempre più grande santità.

Vi offro alla gloria dello Spirito Santo, che si dona a voi con inesauribile abbondanza, per condurvi dentro il cuore del suo stesso disegno di amore al Padre ed al Figlio, così da rendervi testimoni ardenti della divina Carità. Per questo vi ottengo i suoi sette santi Doni, che vi danno vigore e costanza, coraggio e forza, zelo e perseveranza nell'adempiere alla missione che vi è stata affidata. Così, mentre nel tempio dell'universo creato Dio viene negato, vilipeso e bestemmiato, nel Tempio del mio Cuore Immacolato la Santissima e Divina Trinità riceve ancora oggi, dalla bocca dei miei piccoli bambini, la lode e la sua perfetta gloria.

- Nel Tempio del mio Cuore Immacolato, vi formo per il più grande splendore della Chiesa, nuovo Israele di Dio. Nel tempo della grande prova per la Chiesa, voi diventate l'aiuto, da lei ardentemente atteso, che il mio Cuore Immacolato le dona, per questi sanguinosi momenti della grande tribolazione. Così vi conduco alla eroica testimonianza a Cristo ed al suo Vangelo, facendovi annunciatori coraggiosi di tutte le verità della fede cattolica, in modo da illuminare con la vostra luce la tenebra profonda di questi tempi di grande apostasia. Per mezzo di voi la Chiesa verrà sempre più illuminata e ritroverà fiducia e forza, perché possa adempiere al compito della seconda evangelizzazione, a cui viene fortemente sollecitata dallo Spirito.

- Nel Tempio del mio Cuore Immacolato, dono a tutta la umanità il rifugio invocato ed atteso, per questi tempi della grande prova che è ormai giunta. In questi anni quanti miei figli vedrete accorrere affamati e disperati, calpestati e feriti, a cercare protezione e salvezza nel Tempio del mio Cuore Immacolato. Desidero che il compito affidato al mio Movimento Sacerdotale Mariano sia portato a termine nel più breve tempo e che tutti facciano al più presto la Consacrazione al mio Cuore Immacolato, che Io vi domando per questi giorni della grande prova. È per questo che oggi, mio piccolo bambino, ti trovi ancora in un luogo così lontano, dove Io sono glorificata e Gesù viene adorato da un grande numero di miei figli piccoli, poveri, umili, semplici, ma fedeli e docili alle richieste della vostra Mamma Celeste.

Nel cuore di tutti i miei piccoli bambini Io pongo la mia dimora, in cui Io stessa mi rifugio per essere consolata dal vostro tenero e filiale amore e ottenere quella grande riparazione, che Io vi ho domandato e di cui ho bisogno, per abbreviare le grandi sofferenze di questi vostri giorni».