Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Se dei teologi affermano che la misericordia è il più grande fra gli attributi di Dio, la Bibbia, la tradizione e tutta la vita di fede del popolo di Dio ne forniscono particolare testimonianza. (Santa Faustina Kowalska)

Liturgia delle Ore - Letture

Lunedi della 4° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 13

1Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.2Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,3Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,4si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.5Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?".7Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo".8Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me".9Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!".10Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti".11Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi".
12Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto?13Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.14Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.15Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.16In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato.17Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: 'Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno'.19Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.20In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato".
21Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà".22I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.23Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.24Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: "Di', chi è colui a cui si riferisce?".25Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: "Signore, chi è?".26Rispose allora Gesù: "È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò". E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.27E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: "Quello che devi fare fallo al più presto".28Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo;29alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: "Compra quello che ci occorre per la festa", oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.30Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.

31Quand'egli fu uscito, Gesù disse: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".
36Simon Pietro gli dice: "Signore, dove vai?". Gli rispose Gesù: "Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi".37Pietro disse: "Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!".38Rispose Gesù: "Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte".


Giosuè 10

1Quando Adoni-Zedek, re di Gerusalemme, venne a sapere che Giosuè aveva preso Ai e l'aveva votata allo sterminio, e che, come aveva fatto a Gèrico e al suo re, aveva fatto ad Ai e al suo re e che gli abitanti di Gàbaon avevano fatto pace con gli Israeliti e si trovavano ormai in mezzo a loro,2ebbe grande paura, perché Gàbaon, una delle città regali, era più grande di Ai e tutti i suoi uomini erano valorosi.3Allora Adoni-Zedek, re di Gerusalemme, mandò a dire a Oam, re di Ebron, a Piream, re di Iarmut, a Iafia, re di Lachis e a Debir, re di Eglon:4"Venite da me, aiutatemi e assaltiamo Gàbaon, perché ha fatto pace con Giosuè e con gli Israeliti".5Quelli si unirono e i cinque re amorrei, il re di Gerusalemme, il re di Ebron, il re di Iarmut, il re di Lachis ed il re di Eglon, vennero con tutte le loro truppe, si accamparono contro Gàbaon e le diedero battaglia.
6Allora gli uomini di Gàbaon mandarono a dire a Giosuè, all'accampamento di Gàlgala: "Non privare del tuo aiuto i tuoi servi. Vieni presto da noi; salvaci e aiutaci, perché si sono alleati contro di noi tutti i re degli Amorrei, che abitano sulle montagne".
7Giosuè partì da Gàlgala con tutta la gente di guerra e tutti i prodi guerrieri.8Allora il Signore disse a Giosuè: "Non aver paura di loro, perché li metto in tuo potere; nessuno di loro resisterà davanti a te".
9Giosuè piombò su di loro d'improvviso: tutta la notte aveva marciato, partendo da Gàlgala.
10Il Signore mise lo scompiglio in mezzo a loro dinanzi ad Israele, che inflisse loro in Gàbaon una grande disfatta, li inseguì verso la salita di Bet-Coron e li batté fino ad Azeka e fino a Makkeda.11Mentre essi fuggivano dinanzi ad Israele ed erano alla discesa di Bet-Coron, il Signore lanciò dal cielo su di essi come grosse pietre fino ad Azeka e molti morirono. Coloro che morirono per le pietre della grandine furono più di quanti ne uccidessero gli Israeliti con la spada.12Allora, quando il Signore mise gli Amorrei nelle mani degli Israeliti, Giosuè disse al Signore sotto gli occhi di Israele:

"Sole, fèrmati in Gàbaon
e tu, luna, sulla valle di Aialon".
13Si fermò il sole
e la luna rimase immobile
finché il popolo non si vendicò dei nemici.

Non è forse scritto nel libro del Giusto: "Stette fermo il sole in mezzo al cielo e non si affrettò a calare quasi un giorno intero.14Non ci fu giorno come quello, né prima né dopo, perché aveva ascoltato il Signore la voce d'un uomo, perché il Signore combatteva per Israele"?
15Poi Giosuè con tutto Israele ritornò all'accampamento di Gàlgala.
16Quei cinque re erano fuggiti e si erano nascosti nella grotta in Makkeda.17Fu portata a Giosuè la notizia: "Sono stati trovati i cinque re, nascosti nella grotta in Makkeda".18Disse loro Giosuè: "Rotolate grosse pietre contro l'entrata della grotta e fate restare presso di essa uomini per sorvegliarli.19Voi però non fermatevi, inseguite i vostri nemici, attaccateli nella retroguardia e non permettete loro di entrare nelle loro città, perché il Signore Dio vostro li mette nelle vostre mani".20Quando Giosuè e gli Israeliti ebbero terminato di infliggere loro una strage enorme così da finirli, e i superstiti furono loro sfuggiti ed entrati nelle fortezze,21ritornò tutto il popolo all'accampamento presso Giosuè, in Makkeda, in pace. Nessuno mosse più la lingua contro gli Israeliti.
22Disse allora Giosuè: "Aprite l'ingresso della grotta e fatemi uscire dalla grotta quei cinque re".23Così fecero e condussero a lui fuori dalla grotta quei cinque re, il re di Gerusalemme, il re di Ebron, il re di Iarmut, il re di Lachis e il re di Eglon.24Quando quei cinque re furono fatti uscire dinanzi a Giosuè, egli convocò tutti gli Israeliti e disse ai capi dei guerrieri che avevano marciato con lui: "Accostatevi e ponete i vostri piedi sul collo di questi re!". Quelli s'accostarono e posero i piedi sul loro collo.25Disse loro Giosuè: "Non temete e non spaventatevi! Siate forti e coraggiosi, perché così farà il Signore a tutti i nemici, contro cui dovrete combattere".26Dopo di ciò, Giosuè li colpì e li uccise e li fece impiccare a cinque alberi, ai quali rimasero appesi fino alla sera.27All'ora del tramonto, per ordine di Giosuè, li calarono dagli alberi, li gettarono nella grotta dove si erano nascosti e posero grosse pietre all'ingresso della grotta: vi sono fino ad oggi.
28Giosuè in quel giorno si impadronì di Makkeda, la passò a fil di spada con il suo re, votò allo sterminio loro e ogni essere vivente che era in essa, non lasciò un superstite e trattò il re di Makkeda come aveva trattato il re di Gèrico.
29Giosuè poi, e con lui Israele, passò da Makkeda a Libna e mosse guerra contro Libna.30Il Signore mise anch'essa e il suo re in potere di Israele, che la passò a fil di spada con ogni essere vivente che era in essa; non vi lasciò alcun superstite e trattò il suo re come aveva trattato il re di Gèrico.
31Poi Giosuè, e con lui tutto Israele, passò da Libna a Lachis e si accampò contro di essa e le mosse guerra.32Il Signore mise Lachis in potere di Israele, che la prese il secondo giorno e la passò a fil di spada con ogni essere vivente che era in essa, come aveva fatto a Libna.33Allora, per venire in aiuto a Lachis, era partito Oam, re di Ghezer, e Giosuè batté lui e il suo popolo, fino a non lasciargli alcun superstite.
34Poi Giosuè, e con lui tutto Israele, passò da Lachis ad Eglon, si accamparono contro di essa e le mossero guerra.35In quel giorno la presero e la passarono a fil di spada e votarono allo sterminio, in quel giorno, ogni essere vivente che era in essa, come aveva fatto a Lachis.36Giosuè poi, e con lui tutto Israele, salì da Eglon ad Ebron e le mossero guerra.37La presero e la passarono a fil di spada con il suo re, tutti i suoi villaggi e ogni essere vivente che era in essa; non lasciò alcun superstite; come aveva fatto ad Eglon, la votò allo sterminio con ogni essere vivente che era in essa.
38Poi Giosuè, e con lui tutto Israele, si rivolse a Debir e le mosse guerra.39La prese con il suo re e tutti i suoi villaggi; li passarono a fil di spada e votarono allo sterminio ogni essere vivente che era in essa; non lasciò alcun superstite. Trattò Debir e il suo re come aveva trattato Ebron e come aveva trattato Libna e il suo re.
40Così Giosuè batté tutto il paese: le montagne, il Negheb, il bassopiano, le pendici e tutti i loro re. Non lasciò alcun superstite e votò allo sterminio ogni essere che respira, come aveva comandato il Signore, Dio di Israele.41Giosuè li colpì da Kades-Barnea fino a Gaza e tutto il paese di Gosen fino a Gàbaon.42Giosuè prese tutti questi re e il loro paese in una sola volta, perché il Signore, Dio di Israele, combatteva per Israele.43Poi Giosuè con tutto Israele tornò all'accampamento di Gàlgala.


Siracide 33

1Chi teme il Signore non incorre in alcun male,
se subisce tentazioni, ne sarà liberato di nuovo.
2Un uomo saggio non detesta la legge,
ma l'ipocrita a suo riguardo è come una nave nella
tempesta.
3L'uomo assennato ha fiducia nella legge,
la legge per lui è degna di fede come un oracolo.
4Prepàrati il discorso, così sarai ascoltato;
concatena il tuo sapere e poi rispondi.
5Ruota di carro il sentimento dello stolto,
il suo ragionamento è come l'asse che gira.
6Come uno stallone è un amico beffardo,
nitrisce sotto chiunque lo cavalca.

7Perché un giorno è più importante d'un altro?
Eppure la luce di ogni giorno dell'anno viene dal sole.
8Essi sono distinti secondo il pensiero del Signore
che ha variato le stagioni e le feste.
9Alcuni giorni li ha nobilitati e santificati,
altri li ha lasciati nel numero dei giorni ordinari.
10Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere
e dalla terra fu creato Adamo.
11Ma il Signore li ha distinti nella sua grande sapienza,
ha assegnato loro diversi destini.
12Alcuni li ha benedetti ed esaltati,
altri li ha santificati e avvicinati a sé,
altri li ha maledetti e umiliati
e li ha scacciati dalle loro posizioni.
13Come l'argilla nelle mani del vasaio
che la forma a suo piacimento,
così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati,
per retribuirli secondo la sua giustizia.
14Di fronte al male c'è il bene,
di fronte alla morte, la vita;
così di fronte al pio il peccatore.
15Considera perciò tutte le opere dell'Altissimo;
due a due, una di fronte all'altra.
16Io mi sono dedicato per ultimo allo studio,
come un racimolatore dietro i vendemmiatori.
17Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo scopo,
come un vendemmiatore ho riempito il tino.
18Badate che non ho faticato solo per me,
ma per quanti ricercano l'istruzione.
19Ascoltatemi, capi del popolo,
e voi che dirigete le assemblee, fate attenzione.

20Al figlio e alla moglie, al fratello e all'amico
non dare un potere su di te finché sei in vita.
Non dare ad altri le tue ricchezze,
perché poi non ti penta e debba richiederle.
21Finché vivi e c'è respiro in te,
non abbandonarti in potere di nessuno.
22È meglio che i figli ti preghino
che non rivolgerti tu alle loro mani.
23In tutte le azioni sii sempre superiore,
non permettere che si offuschi la tua fama.
24Quando finiranno i giorni della tua vita,
al momento della morte, assegna la tua eredità.

25Foraggio, bastone e pesi per l'asino;
pane, castigo e lavoro per lo schiavo.
26Fa' lavorare il tuo servo, e potrai trovare riposo,
lasciagli libere le mani e cercherà la libertà.
27Giogo e redini piegano il collo;
per lo schiavo cattivo torture e castighi.
28Fallo lavorare perché non stia in ozio,
poiché l'ozio insegna molte cattiverie.
29Obbligalo al lavoro come gli conviene,
e se non obbedisce, stringi i suoi ceppi.
30Non esagerare con nessuno;
non fare nulla senza giustizia.
31Se hai uno schiavo, sia come te stesso,
poiché l'hai acquistato con il sangue.
32Se hai uno schiavo, trattalo come fratello,
perché ne avrai bisogno come di te stesso,
33Se tu lo maltratti ed egli fuggirà,
per quale strada andrai a ricercarlo?


Salmi 50

1'Salmo. Di Asaf.'

Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente.
2Da Sion, splendore di bellezza,
Dio rifulge.
3Viene il nostro Dio e non sta in silenzio;
davanti a lui un fuoco divorante,
intorno a lui si scatena la tempesta.

4Convoca il cielo dall'alto
e la terra al giudizio del suo popolo:
5"Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno sancito con me l'alleanza
offrendo un sacrificio".
6Il cielo annunzi la sua giustizia,
Dio è il giudice.

7"Ascolta, popolo mio, voglio parlare,
testimonierò contro di te, Israele:
Io sono Dio, il tuo Dio.
8Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici;
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
9Non prenderò giovenchi dalla tua casa,
né capri dai tuoi recinti.

10Sono mie tutte le bestie della foresta,
animali a migliaia sui monti.
11Conosco tutti gli uccelli del cielo,
è mio ciò che si muove nella campagna.
12Se avessi fame, a te non lo direi:
mio è il mondo e quanto contiene.

13Mangerò forse la carne dei tori,
berrò forse il sangue dei capri?
14Offri a Dio un sacrificio di lode
e sciogli all'Altissimo i tuoi voti;
15invocami nel giorno della sventura:
ti salverò e tu mi darai gloria".

16All'empio dice Dio:
"Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
17tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?

18Se vedi un ladro, corri con lui;
e degli adùlteri ti fai compagno.
19Abbandoni la tua bocca al male
e la tua lingua ordisce inganni.

20Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
21Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati".

22Capite questo voi che dimenticate Dio,
perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
23Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora,
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio.


Ezechiele 37

1La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa;2mi fece passare tutt'intorno accanto ad esse. Vidi che erano in grandissima quantità sulla distesa della valle e tutte inaridite.3Mi disse: "Figlio dell'uomo, potranno queste ossa rivivere?". Io risposi: "Signore Dio, tu lo sai".4Egli mi replicò: "Profetizza su queste ossa e annunzia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore.5Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete.6Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: Saprete che io sono il Signore".7Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre io profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente.8Guardai ed ecco sopra di esse i nervi, la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c'era spirito in loro.9Egli aggiunse: "Profetizza allo spirito, profetizza figlio dell'uomo e annunzia allo spirito: Dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano".10Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato.
11Mi disse: "Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la gente d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti.12Perciò profetizza e annunzia loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele.13Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio.14Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò". Oracolo del Signore Dio.

15Mi fu rivolta questa parola del Signore:16"Figlio dell'uomo, prendi un legno e scrivici sopra: Giuda e gli Israeliti uniti a lui, poi prendi un altro legno e scrivici sopra: Giuseppe, legno di Èfraim e tutta la casa d'Israele unita a lui,17e accostali l'uno all'altro in modo da fare un legno solo, che formino una cosa sola nella tua mano.18Quando i figli del tuo popolo ti diranno: Ci vuoi spiegare che significa questo per te?,19tu dirai loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io prendo il legno di Giuseppe, che è in mano d'Èfraim e le tribù d'Israele unite a lui, e lo metto sul legno di Giuda per farne un legno solo; diventeranno una cosa sola in mano mia.
20Tieni in mano sotto i loro occhi i legni sui quali hai scritto e21di' loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò gli Israeliti dalle genti fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nel loro paese:22farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d'Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né più saranno divisi in due regni.23Non si contamineranno più con i loro idoli, con i loro abomini e con tutte le loro iniquità; li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato; li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio.24Il mio servo Davide sarà su di loro e non vi sarà che un unico pastore per tutti; seguiranno i miei comandamenti, osserveranno le mie leggi e le metteranno in pratica.25Abiteranno nella terra che ho dato al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, attraverso i secoli; Davide mio servo sarà loro re per sempre.26Farò con loro un'alleanza di pace, che sarà con loro un'alleanza eterna. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre.27In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.28Le genti sapranno che io sono il Signore che santifico Israele quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre".


Prima lettera di Pietro 1

1Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell'Asia e nella Bitinia, eletti2secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue: grazia e pace a voi in abbondanza.

3Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva,4per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi,5che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi.

6Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po' afflitti da varie prove,7perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo:8voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa,9mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.

10Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti che profetizzarono sulla grazia a voi destinata11cercando di indagare a quale momento o a quali circostanze accennasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che dovevano seguirle.12E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, erano ministri di quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno predicato il vangelo nello Spirito Santo mandato dal cielo; cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.

13Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all'azione, siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà.14Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri d'un tempo, quando eravate nell'ignoranza,15ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta;16poiché sta scritto: 'Voi sarete santi, perché io sono santo'.17E se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio.18Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri,19ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia.20Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi.21E voi per opera sua credete in Dio, che l'ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio.

22Dopo aver santificato le vostre anime con l'obbedienza alla verità, per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri,23essendo stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna.24Poiché

'tutti i mortali sono come l'erba
e ogni loro splendore è come fiore d'erba.
L'erba inaridisce, i fiori cadono,'
25'ma la parola del Signore rimane in eterno'.

E questa è la parola del vangelo che vi è stato annunziato.


Capitolo IV: La liberta' di spirito e la semplicita' di intenzione

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1. Due sono le ali che permettono all'uomo di sollevarsi al di sopra delle cose terrene, la semplicità e la libertà: la semplicità, necessaria nella intenzione; la libertà, necessaria nei desideri. La semplicità tende a Dio; la libertà raggiunge e gode Dio. Nessuna buona azione ti sarà difficile se sarai interiormente libero da ogni desiderio non retto. E godrai pienamente di questa interiore libertà se mirerai soltanto alla volontà di Dio e se cercherai soltanto l'utilità del prossimo. Se il tuo cuore fosse retto, ogni cosa creata sarebbe per te specchio di vita e libro di santa dottrina. Giacché non v'è creatura così piccola e di così poco valore che non rappresenti la bontà di Dio. Se tu fossi interiormente buono e puro, vedresti ogni cosa senza velame, e la comprenderesti pienamente: è infatti il cuore puro che penetra il cielo e l'inferno.  

2. Come uno è di dentro, così giudica di fuori. Chi è puro di cuore è tutto preso dalla gioia, per quanta gioia è nel mondo. Se, invece, da qualche parte, ci sono tribolazioni ed angustie, queste le avverte di più chi ha il cuore perverso. Come il ferro, messo nel fuoco, lasciando cadere la ruggine, si fa tutto splendente, così colui che si dà totalmente a Dio si spoglia del suo torpore e si muta in un uomo nuovo. Quando uno comincia ad essere tiepido spiritualmente teme anche il più piccolo travaglio, e accoglie volentieri ogni conforto che gli venga dal di fuori. All'incontro, quando uno comincia a vincere pienamente se stesso e a camminare veramente da uomo nella via del Signore, allora fa meno conto di quelle cose che prima gli sembravano gravose.


DISCORSO 21 SU QUANTO È SCRITTO SUL SALMO 63: "IL GIUSTO GIOIRÀ NEL SIGNORE E RIPORRÀ IN LUI LA SUA SPERANZA E TUTTI I RETTI DI CUORE NE TRARRANNO GIOIA"

Discorsi - Sant'Agostino

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Benché non lo veda, il giusto gioisce sempre nel Signore.

1. Il giusto gioirà nel Signore e riporrà in lui la sua speranza e tutti i retti di cuore ne trarranno gioia 1. Così abbiamo cantato con la voce, così col cuore. È la coscienza e la lingua cristiana che dice a Dio queste parole. Il giusto gioirà non per le cose del mondo, ma nel Signore. In un altro passo è detto: Una luce si è levata per il giusto e una gioia per i retti di cuore 2. Certo vorrai sapere da che nasce questa gioia. Qui vien detto: Il giusto gioirà nel Signore. E ancora in un altro luogo: Cerca nel Signore la gioia ed egli esaudirà i desideri del tuo cuore 3. Che cosa ci vien proclamato? Che cosa donato? Che cosa ordinato? Che cosa dato? Che godiamo nel Signore. Ma chi potrà gioire di una cosa che non vede? Forse che il Signore lo vediamo? Lo possediamo solo nella promessa, ma per adesso camminiamo nella fede 4, perché finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore 5. Nella fede e non nella visione. Quando sarà nella visione? Quando si compirà quello di cui parla Giovanni: Carissimi, noi siamo figli di Dio; ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo che quando egli si sarà manifestato noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è 6. Allora grande e perfetta sarà la gioia, allora pienezza di gaudio, dove non ci allatta più la speranza ma ci nutre il possesso 7. E tuttavia anche fin d'ora, prima che arrivi per noi il possesso, prima che noi arriviamo al possesso, godiamo nel Signore 8. Perché non è piccola la gioia che ci viene dalla speranza, a cui poi seguirà il possesso. Del resto anche nelle cose temporali, con una gioia non del Signore, ma del secolo, molti amano certe cose, ma le cose che amano ancora non le hanno raggiunte. Ma l'ardore corre sul filo della speranza, anche se non se ne ha ancora il possesso. Per esempio, tu ami il denaro; e non l'ameresti se non lo sperassi. Ami la donna che non hai ancora sposato, ma che vuoi sposare; anzi forse la si ama perché ancora non sposata; poi, sposata, la si odierà. Perché questo? Perché, sposata, si rivela diversa da come la si era immaginata prima di sposarla. Dio però non si ama sperato e poi svilisce posseduto. Per quanto la mente umana possa immaginare grande il bene che è Dio, non ci arriva, rimane molto al di sotto, e per forza di cose il conseguimento è assai più di quanto si poteva immaginare col pensiero. Così ameremo molto di più quando lo vedremo, se avremo saputo amarlo anche prima di vederlo. Ora perciò amiamo nella speranza. Perciò il giusto gioisce nel Signore, e, dato che non è ancora nella visione, aggiunge subito: e riporrà in lui la sua speranza 9.

Ci si accosta a Dio con l'umiltà e la carità.

2. E tuttavia possediamo fin d'ora delle primizie dello Spirito 10 e forse per altre vie ci possiamo accostare a colui che amiamo, e possiamo fin d'ora, anche se in piccola misura, assaggiare e pregustare quello che poi potremo mangiare e bere con piena soddisfazione. Questo come lo possiamo dimostrare? Certo quel Dio che ci si comanda di amare, nel quale ci si comanda di gioire, non è oro, non è argento, non è terra, non è cielo, non è questa luce del sole, o qualcosa che risplenda nel cielo, o qualcosa che sulla terra rifletta la luce che la pervade. Non è nulla di materiale. Dio è spirito 11. Perciò è scritto che quelli che lo adorano debbono adorarlo in spirito e verità 12. Non in qualche luogo del corpo, perché corpo non è; non come su un monte eccelso dove tu possa pensare di accostarti a lui man mano che ci sali su. In verità eccelso è il Signore, però guarda verso il basso; mentre alle cime volge lo sguardo da lontano 13. In basso invece non guarda da lontano. Certo egli è eccelso, e se alle cime eccelse volge lo sguardo da lontano, in basso dovrebbe guardare ancora da più lontano. Se per la sua altezza è lontano dalle cime più alte e così volge loro lo sguardo da lontano, quanto più, si dovrebbe dire, la sua altezza è posta lontano da ciò che sta in basso. E invece non è così. Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso il basso. E come ci guarda? Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito 14. E allora non andare in cerca di un'alta cima sulla quale tu pensi di essere più vicino a Dio. Se tu ti innalzi, egli si allontana da te, se invece ti abbassi, egli si inchina verso di te. Il pubblicano stava lontano, e per questo Dio gli si avvicinava più facilmente; e non ardiva alzare gli occhi al cielo 15, ma già possedeva in sé colui che aveva fatto il cielo. E allora come gioiremo nel Signore, se il Signore è così lontano da noi? Ma tu devi fare in modo che non sia lontano; sei tu che te lo tieni lontano. Ama ed egli si avvicinerà; ama ed egli abiterà in te. Il Signore è vicino; non angustiatevi per nessuna cosa 16. Vuoi vedere quanto sia con te se tu ami? Dio è carità 17. Perché le immagini del tuo pensiero svolazzano di qua e di là e ti domandi: "Che cosa sarà Dio? Come sarà Dio?". Tutto quel che puoi immaginare non è; tutto quel che puoi abbracciare col pensiero non è: perché tutto quel che è non può essere abbracciato col pensiero. Ma ecco, per poterne avere un piccolo assaggio, Dio è carità. "E la carità che cos'è?" tu mi dirai. La carità è la forza con cui amiamo. Noi che cosa amiamo? Il bene ineffabile, il bene benefico, il bene creatore di ogni bene. Sia lui la tua gioia, dal quale hai tutto ciò che ti è di gioia. Non però il peccato, perché solo il peccato non proviene da lui. Eccetto il peccato, tutto ciò che hai lo hai da lui.

Tutto viene da Dio all'infuori del peccato. Il peccato consiste nel cattivo uso delle cose buone.

3. Dunque ho detto: Sia lui la tua gioia, dal quale hai tutto ciò che ti è di gioia. Questo però non devi intenderlo del peccato. Non devi dire: "Ecco, il peccato mi è di gioia, quindi è da Dio che ho il peccato". Prima di tutto vedi un po' se è proprio il peccato che ti dà gioia, o non piuttosto ti è di gioia un'altra cosa nella quale tu compi il peccato. Tu compi il peccato nell'amare le creature con disordine, contro l'uso onesto, contro l'uso lecito, contro la legge e la volontà del loro Creatore. Non è che ami il peccato in se stesso ma, amando malamente quello che ami, vieni intrappolato nel peccato. A te piace l'esca che è nella rete e, senza accorgertene inghiotti il peccato. E dopo tenti di scusarti dicendo: "Se è peccato bere molto, perché Iddio ha fatto il vino? Se è peccato amare l'oro, (e io l'oro lo amo, non lo creo, è Dio che l'ha creato) perché ha creato una cosa che poi era peccato amare?". E così per tutte le cose che ami disordinatamente, in cui è ogni sorta di libidine, per cui viene commessa ogni sorta di iniquità. State attenti, riflettete, considerate e vedete che tutto ciò che è stato creato da Dio è buono 18. E in nessuna creatura è il peccato, se non in quanto se ne fa cattivo uso. Ascolta un po', caro. Tu dici: "Perché Dio ha creato cose che poi mi proibisce di amare? Se non le avesse create, non ci sarebbero, e io non le amerei. Se non avesse creato delle cose che poi mi proibisce di amare, io non avrei potuto amarle e non rischierei di dannarmi amandole". Se potesse parlare quella creatura che tu ami malamente perché non sai amare bene neanche te stesso, essa ti risponderebbe: "Tu vorresti che Dio non mi avesse fatto, perché io non ci fossi e tu non mi potessi amare. Allora non avrebbe dovuto fare neanche te, perché non ci fossi neanche tu ad amarmi". Considera perciò quanto tu sei ingiusto e come dalle tue parole stesse ti riveli pieno di ingiustizia. Che Iddio, che è sopra di te, abbia fatto te, questo tu l'approvi, però non sei d'accordo che abbia fatto delle altre cose buone al di sotto di te. Tutto ciò che Dio ha fatto è buono. Alcuni sono beni più grandi, altri più piccoli, tutti beni però. Alcuni sono beni celesti, altri terreni. Alcuni sono beni spirituali, altri materiali. Alcuni beni eterni, altri temporali. Tutti però sono beni, perché è il buono che ha fatto questi beni. Perciò nella Sacra Scrittura è detto: Mettete in ordine in me la carità 19. Iddio ha fatto te come un bene inferiore a lui, e altre cose le ha fatte inferiori e sotto di te. A qualcuno sei inferiore, a qualche altro superiore. Non devi trascurare il bene superiore e curvarti a quello inferiore. Sii retto, perché possa trarne gioia, perché tutti i retti di cuore ne trarranno gioia 20. Che altro è il peccato dunque se non il trattare disordinatamente le cose che hai ricevuto in uso? Sappi bene usare le cose inferiori e potrai rettamente fruire del bene superiore.

Dio dev'essere amato sopra tutte le cose.

4. Ora ascolta e discuti le tue esperienze e rifletti su te stesso che traffichi e sulle cose che traffichi. Ecco, se, trattando un affare, tu valutassi più l'argento che l'oro, o più il piombo che l'argento, o più la polvere che il piombo, non saresti giudicato pazzo da tutti i tuoi soci, se sei un commerciante, e non saresti scacciato dalla loro società, e non saresti giudicato pericoloso, e forse anche da curare per malattia mentale? Cosa infatti potranno dire i tuoi soci quando tu affermi che l'argento è più caro dell'oro, o che l'argento è migliore dell'oro? Non diranno: "Tu sei matto, tu vaneggi, ma che ti succede? ". Ecco, nella tua cerchia tutti esclamerebbero: "Ma che ti succede?" qualora tu valutassi l'argento più dell'oro. Ma quando valuti l'oro più di Dio, nessuno esclama: "Ma che ti succede?". Tu dirai: "Ma perché valuto l'oro più di Dio? Anche se, e per qualche pazzia, io valutassi l'argento più dell'oro, io sarei giudicato pazzo perché, tra due sostanze che tutte e due vedo, che tutte e due esamino, che tutte e due tocco con mano, antepongo la più scarta alla più preziosa. Ma l'oro come posso valutarlo più di Dio? Io l'oro lo vedo, ma Dio non lo vedo". Ma non hai ragione neanche qui. L'argento perché lo ami? Perché è caro, perché costa molto. E l'oro perché lo ami ancora di più? Perché è ancora più caro. L'argento è caro, l'oro più caro. Ma Dio è la carità 21 addirittura.

Il peccatore antepone a Dio i beni creati.

5. Ti voglio dire qualcosa di ciò che è Dio, per meglio convincerti che, anche se l'oro lo vedi e Dio non lo vedi, realmente tu valuti l'oro più di Dio; e a te non sembra, proprio perché nessuno preporrebbe una cosa che vede a una che non vede. Una cosa ti dico: A te che te ne pare, la fede è argento? È oro? È moneta? È pecora? È terra? È cielo? Niente di tutto questo. E tuttavia qualcosa è. E non solo qualcosa, ma proprio qualcosa di grande. E bada che qui non parlo di quella fede superna per la quale sei chiamato fedele e puoi accostarti alla mensa del Signore tuo Dio e rispondere con la fede alle parole della fede. Benché anche questa ci rientri un po', qui intendo parlare di un'altra fede (perché anche quella è detta volgarmente fede), non quella grande che ti comanda il tuo Signore, ma quella che tu pretendi dal tuo servo. Di questa voglio parlare, e anche questa te la impone il tuo Signore [che vuole] che tu non faccia frodi a nessuno, che mantieni la fede negli affari, che conservi la fede verso tua moglie. Certo anche questa fede ti comanda il tuo Signore. Che cos'è questa fede? Certo tu non la vedi. Ma se non la vedi, perché strilli quando ti viene infranta? Dal tuo strillare debbo dedurne che la vedi. Tu dicevi: "Come posso valutare l'oro più di Dio? L'oro lo vedo, ma Dio non lo vedo". Bene, l'oro lo vedi, la fede non la vedi. Non è più esatto che vedi anche la fede? O forse quando la pretendi [dagli altri] la vedi, quando viene pretesa da te, allora non la vuoi vedere? Aperti gli occhi del cuore, tu gridi: "Mantieni la fede che mi hai promesso". E chiusi gli occhi del cuore, tu gridi: "Io non ti ho promesso niente". Ma apri bene gli occhi in tutti e due i casi. Ingiusto, non devi perdere la fede, ma l'ingiustizia. Quello che pretendi mantienilo tu stesso.

Manumissione di un servo che è stato fedele.

6. Tu porti nella chiesa il tuo schiavo per la manumissione. Si fa silenzio. Viene letto il tuo attestato o si fa la dichiarazione della tua volontà. Tu dichiari di fare la manumissione del tuo schiavo perché in tutto egli ti ha mantenuto fede. E questo a te piace, questo lo onori, questo lo ricompensi col premio della libertà. Tu fai quello che puoi. Gli doni la libertà perché non gli puoi donare l'eternità. Anche il tuo Dio si rivolge a te e, tramite il tuo schiavo, ti mette con le spalle al muro. Egli ti dice, [parlandoti] nel cuore: "Tu hai condotto il tuo schiavo dalla casa tua alla casa mia. Dalla mia casa tu lo vuoi riportar libero a casa tua. E tu perché nella mia casa non mi servi con fede? A lui tu dài quello che puoi. E anche io ti prometto quel che posso. Tu dài la libertà a chi ti ha mantenuto fede. Io ti dò l'eternità se tu mi mantieni fede. Contro di me di che ti puoi lamentare nel tuo cuore? Rendi al tuo Signore quel che lodi nel tuo schiavo. O che tu sia così presuntuoso da crederti meritevole di avere uno schiavo fedele perché dici di averlo comprato, ed io non merito di avere un servo fedele, io che l'ho creato?". Così il Signore tuo Dio ti parla dentro al cuore, dove tu solo ascolti, ed è lui che ti parla dentro, lui che dice il vero. Che cosa c'è più vero di questo parlare? Non restar sordo. Nel tuo servo tu ami la fede, e certo la fede non la vedi. Perché ami la fede in un altro, e tutto quel che ho detto ami in un altro, e l'ami nello schiavo che ti sei comprato col denaro, ma che non hai creato tu? Con tutti e due i legami ti lega il tuo Signore. "Io ti ho creato, [egli ti dice], e io ti ho comprato. Prima che tu fossi io ti ho creato, ed essendoti venduto sotto il peccato, io ti ho ricomprato". Per dare la manumissione al tuo schiavo, tu spezzi la scrittura. Dio non spezzerà la tua scrittura. La tua scrittura è il Vangelo, dove è il sangue con cui sei stato comprato. Essa rimane, viene letta ogni giorno, sei avvertito sulla tua condizione, ti viene ricordato il tuo prezzo.

Mantieni la fede al Signore, fede che lodi nello schiavo.

7. Se il tuo schiavo, a cui hai dato la manumissione, non mantenesse fede verso di te e non si rendesse degno della manumissione col mantener fede, e tu lo sorprendessi in qualche frode nella tua stessa casa, come grideresti? "Schiavo malvagio, non mantieni fede verso di me? Non sai che io ti ho comprato? Non sai che ho sudato sangue per te?". E urli a più non posso, e rintroni il cielo con parole piene di rabbia: "Ho dato il sangue per te, schiavo malvagio!". E chi ti sente esclama: "Ha ragione". Però non dovresti arrossire se, mentre inveisci e gridi in quel modo, il tuo schiavo avesse il coraggio di rispondere e di dirti: "Ma che sangue hai dato per me, scusa? Se almeno ti fossi fatto salassare, quando mi hai comprato!". Tu però è il denaro che chiami tuo sangue. Tanto lo ami questo tuo denaro da chiamarlo tuo sangue. E [allora] il Signore ti mette con le spalle al muro attraverso le tue stesse parole. Tu chiami tuo sangue il denaro e pretendi la fedeltà dal tuo schiavo, che hai comprato dando per lui non il sangue ma il denaro o l'oro. Ma ricordi bene che cosa ho dato io? Se non lo ricordi, ti leggerò la tua scrittura. Se non lo ricordi, leggi, leggi della morte del Salvatore, della lancia del trafittore, del prezzo del Redentore. Un uomo vivo può dare il suo sangue, dicevo, tagliandosi una vena, e tuttavia continuare a vivere. Ma è assai più quel che ti dice il tuo Signore: "Il mio sangue non è stato cavato da me vivo. Io ti ho comprato col mio sangue; ma, aggiungo, con la mia morte ti ho comprato". E tu che cosa puoi rispondere? Mantieni col tuo Signore quella fede che tu pretendi dal tuo schiavo. L'oro lo vedi, ma anche la fede la vedi. Non la potresti pretendere, se non la vedessi; non la potresti lodare, se non la vedessi; non la potresti ricompensare con la libertà, se non la vedessi. Solo che l'oro lo vedi con gli occhi della carne, la fede con gli occhi del cuore. Quanto migliori sono gli occhi del cuore, tanto migliore è ciò che si vede con gli occhi del cuore. Tu invece apprezzi più l'oro anziché questa fede che ti comanda il tuo Signore. E non rendi quel che ti viene affidato, dicendo: "Tu non mi hai affidato niente". Magari poi a colui cui nulla hai affidato dici: "Rendimi quello che ti ho affidato". Non rendi quello che hai ricevuto ma pretendi quel che non hai dato. Ecco, accumula. Prendi, ammucchia su di te il fango che ti appesantisce, dicendo: "Rendimi", mentre non hai consegnato niente, e intanto neghi quel che hai ricevuto in consegna. Prendi, rastrella lucri dannosi. Ecco, hai riempito il tuo forziere, hai ammassato molto oro. Però guardati dentro, nel forziere del tuo cuore: lì hai perduto la fede.

Non sottrarti alla disciplina del Padre sempre misericordioso.

8. E allora ritorna, se hai sentito qualcosa, se sei arrossito, se hai raddrizzato ciò che era fuori strada e ciò che era storto; ritorna, cerca la gioia nel Signore 22, gioisci nel Signore 23! Gioisci per quel che comanda il Signore, perché così gioisci nel Signore. Gioisci nella fede, gioisci nella speranza, gioisci nella carità, gioisci nella misericordia, gioisci nell'ospitalità, gioisci nella castità. Tutti questi sono beni, sono tesori interiori, gemme non del tuo forziere, ma della tua coscienza. Brama di esser ricco di queste ricchezze, che neanche in un naufragio potresti perdere, e di cui, anche se uscissi nudo, sei sempre pieno. E così sarai anche retto di cuore, sì da trarne gioia, non rimproverando il tuo Signore se in questa vita ti dovesse capitare qualcosa di avverso, ma lodando la sferza del Padre, di cui aspetti l'eredità. Sotto la mano di chi ti corregge tu fuggi. Ma non sottrarti alla disciplina, perché colui che ti corregge non può sbagliare. Colui che ha fatto te sa che cosa fare con te. Come potresti considerare il tuo artefice talmente inesperto da averti saputo fare e poi da aver dimenticato che cosa fare con te? Prima che tu esistessi, ha pensato a te, perché non saresti esistito se egli non ti avesse pensato prima del tuo esistere. E adesso che esisti, che ci sei, che vivi, che sei suo servo, ti potrà trascurare, ti potrà disprezzare? "Sì che mi trascura, dirai tu, perché io ho pregato e lui non mi ha dato retta". E se tu chiedevi una cosa che, ricevuta, sarebbe stata a tuo danno? "Ho pianto davanti a lui, e non mi ha esaudito". O bambino insensato, per che cosa hai pianto? Per ottenere una felicità materiale, una felicità temporale, una felicità terrena. E se questa felicità che tu anelavi, che sospiravi, per la quale piangevi, ti avesse rovinato? Poco fa ti parlavo del tuo servo; ora sul tuo figlio facciamo l'esempio. Ecco, il tuo figlio piccolo piange davanti a te perché vuole che lo metti sul cavallo. Lo ascolti forse? Gli dài retta? E la tua è durezza, o non piuttosto misericordia? Dimmi perché, con quale intenzione ti comporti così. Certo è un'intenzione d'amore, chi ne dubita? Tu per lui, quando sarà grande, conservi tutta la casa, e ora che è piccolo e piange non lo metti sul cavallo. Tutto ciò che possiedi, la casa e ciò che è nella casa, i campi e ciò che è nei campi, tutto conservi per lui. E tuttavia, ora che è piccolo e piange, non lo metti sul cavallo. Pianga quanto vuole, pianga tutto il giorno, tu non gli dài retta, e non gli dài retta per misericordia e, se gli dessi retta, saresti snaturato. E allora vedi, considera se non è questo quel che fa con te il tuo Signore quando chiedi cose inopportune e non le ricevi. La povertà forse ti matura, mentre l'abbondanza ti potrebbe corrompere. E tu cerchi l'abbondanza che corrompe, quando ti è forse necessaria la povertà che ti matura. Lascia fare al tuo Dio: sa lui che cosa darti e che cosa toglierti. Se ti desse retta quando chiedi qualcosa che per te è di danno, forse te la concederebbe nell'ira. Ascolta gli esempi della Scrittura. Agli Israeliti bramosi di brame del ventre e della gola diede retta perché adirato 24; a Paolo che chiedeva: "Allontana da me lo stimolo della carne" 25 non diede retta perché misericordioso.

Giobbe non si lasciava possedere dalle creature, ma da Dio.

9. Perciò cerca la gioia nel Signore 26, gioisci nel Signore 27 e non nel mondo. Come gioiva nel Signore colui che, dopo aver perduto ogni ragione di gioia nel mondo, pure gli rimaneva il Signore in cui gioire. E gli rimase la gioia del cuore mirabile, semplice, perfetta, immutabile. Le cose che aveva le possedeva, ma non ne era posseduto; era posseduto dal Signore. Quelle le calcava, ma da Dio pendeva. Sottratte le cose che calcava, rimase attaccato a lui da cui pendeva. Ecco che cosa vuol dire gioire nel Signore. Il Signore ha dato (ecco la gioia) il Signore ha tolto 28. Ma si è forse tolto lui? Ha tolto quel che ha dato, ma lui che ha dato si è avvicinato. E perciò gioisce nel Signore. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto; come è piaciuto al Signore, così è avvenuto; sia benedetto il nome del Signore 29. Perché dovrebbe dispiacere al servo quel che è piaciuto al Signore? "L'oro, dice, l'ho perso, la famiglia l'ho persa, le greggi le ho perse, ho perso tutto quel che possedevo 30: ma non ho perso colui da cui son posseduto. Ho perso tutto ciò che era con me, ma non ho perso colui a cui appartengo io. Egli è la mia gioia, egli è la mia ricchezza". Ma perché questo? Perché non era fuori strada, non era con la testa in giù, non si scordò di colui che era al di sopra, per amare ciò che gli era al di sotto. Questo è infatti essere fuori strada, usare malamente delle cose create.

Conclusione: usa sempre bene tutte le cose che hai.

10. Perché vai accusando colui che ti ha dato l'oro, quando con più giustizia tu devi essere accusato perché ami malamente l'oro? L'oro abbilo, ti dice Dio, io te l'ho dato, usalo bene. Con l'oro tu vuoi ornarti: piuttosto tu fa onore all'oro. Tu vuoi l'onore, vuoi il decoro dall'oro; fa tu onore all'oro e non essergli di disonore. Ecco, uno ha molto oro: si da ai postriboli, alla fornicazione, alla vita dissoluta; organizza giochi pomposi, fa stupidi regali agli istrioni, ma nulla dà ai poveri che han fame; questo non è far onore all'oro. E la gente che vede queste cose non esclama forse: "Mi fa pena l'oro che è capitato a lui"? Tu però l'oro, se l'avessi? Adesso tu dici: "Mi fa pena l'oro che è capitato a lui. Oh, se ce l'avessi io!". Che ne faresti? "Accoglierei i pellegrini, darei da mangiare ai poveri, vestirei gli ignudi, riscatterei i prigionieri". Tu parli bene perché non ce l'hai; chi sa come parleresti se ce l'avessi. Ma se veramente fosse così, allora l'oro sarebbe il tuo ornamento. Se così veramente userai l'oro perché più dell'oro ami colui che l'ha creato, allora sarai retto, nel senso che ami di più le cose superiori, e sai usare rettamente quelle inferiori. E cercherai la gioia nel Signore 31 e da giusto gioirai nel Signore 32: non sarà su di te accusa del Creatore ma ci sarà ringraziamento verso il Redentore. Amen.

 

1 - Sal 63, 11.

2 - Sal 96, 11.

3 - Sal 36, 4.

4 - 2 Cor 5, 7.

5 - 2 Cor 5, 6.

6 - 1 Gv 3, 2.

7 - Cf. 1 Cor 3, 2.

8 - Cf. Sal 63, 11.

9 - Sal 63, 11.

10 - Cf. Rm 8, 23.

11 - Gv 4, 22.

12 - Gv 4, 24.

13 - Sal 137, 6.

14 - Sal 33, 19.

15 - Cf. Lc 18, 13.

16 - Fil 4, 5-6.

17 - 1 Gv 4, 8.

18 - 1 Tm 4, 4.

19 - Ct 2, 4.

20 - Sal 63, 11.

21 - 1 Gv 4, 8.

22 - Sal 36, 4.

23 - Cf. Sal 63, 11.

24 - Cf. Es 16.

25 - Cf. 2 Cor 12, 7.

26 - Sal 36, 4.

27 - Cf. Sal 63, 11.

28 - Gb 1, 21.

29 - Gb 1, 21.

30 - Cf. Gb 1, 14-19.

31 - Cf. Sal 36, 4.

32 - Cf. Sal 63, 11.


Capitolo XVI: Sopportare i difetti degli altri

Libro I: Libro della imitazione di Cristo e del dispregio del mondo e di tutte le sue vanità - Tommaso da Kempis

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1. Quei difetti, nostro od altrui, che non riusciamo a correggere, li dobbiamo sopportare con pazienza, fino a che Dio non disponga altrimenti. Rifletti che, per avventura, questa sopportazione è la cosa più utile per te, come prova di quella pazienza, senza della quale ben poco contano i nostri meriti. Tuttavia, di fronte a tali difficoltà, devi chiedere insistentemente che Dio si degni di venirti in aiuto e che tu riesca a sopportarle lietamente. Se uno, ammonito una volta e un'altra ancora, non si acquieta, cessa di litigare con lui; rimetti invece ogni cosa in Dio, affinché in tutti noi, suoi servi, si faccia la volontà e la gloria di Lui, che ben sa trasformare il male in bene. Sforzati di essere paziente nel tollerare i difetti e le debolezze altrui, qualunque essi siano, giacché anche tu presenti molte cose che altri debbono sopportare.  

2. Se non riesci a trasformare te stesso secondo quella che pure è la tua volontà, come potrai pretendere che gli altri si conformino al tuo desiderio? Vogliamo che gli altri siano perfetti; mentre noi non correggiamo le nostre manchevolezze. Vogliamo che gli altri si correggano rigorosamente; mentre noi non sappiamo correggere noi stessi. Ci disturba una ampia libertà degli altri; mentre non sappiamo negare a noi stessi ciò che desideriamo. Vogliamo che gli altri siano stretti entro certe regole; mentre noi non ammettiamo di essere un po' più frenati. In tal modo, dunque, è chiaro che raramente misuriamo il prossimo come noi stessi. Se fossimo tutti perfetti, che cosa avremmo da patire dagli altri, per amore di Dio? Ora, Dio così dispone, affinché apprendessimo a portare l'uno i pesi dell'altro (Gal 6,2). Infatti non c'è alcuno che non presenti difetti o molestie; non c'è alcuno che basti a se stesso e che, di per sé, sia sufficientemente saggio. Occorre, dunque, che ci sopportiamo a vicenda, che a vicenda ci consoliamo, che egualmente ci aiutiamo e ci ammoniamo. Quanta virtù ciascuno di noi abbia, ciò appare al momento delle avversità: non sono le occasioni che fanno fragile l'uomo, ma esse mostrano quale esso è.


Tredicesima apparizione - 31 maggio 1944

Ghiaie di Bonate

La Madonna in questo giorno apparì alle ore otto. Vestiva come nella prima apparizione. Sorrideva ma non era il suo sorriso bello come nelle altre sere, però la sua voce era soave. 

Mi disse: “Cara figliola, mi spiace doverti lasciare, ma la mia ora è passata, non sgomentarti se per un po' non mi vedrai. Pensa a quello che t'ho detto; nell'ora della tua morte verrò ancora. In questa valle di veri dolori sarai una piccola martire. Non scoraggiarti, desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio. Sarò la tua ricompensa se il tuo martirio sarà allegro. Queste mie parole ti saranno di conforto nella prova. Sopporta tutto con pazienza che verrai con me in paradiso. Quelli che volontariamente ti faranno soffrire non verranno in paradiso se prima non avranno riparato e si saranno pentiti profondamente. Sta allegra che ci rivedremo ancora piccola martire”. 

Sentii un dolce e soave bacio posarsi sulla mia fronte, poi come le altre sere scomparve.