Liturgia delle Ore - Letture
Domenica della 3° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Matteo 13
1Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare.2Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia.
3Egli parlò loro di molte cose in parabole.
E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare.4E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono.5Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo.6Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò.7Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono.8Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta.9Chi ha orecchi intenda".
10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: "Perché parli loro in parabole?".
11Egli rispose: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato.12Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.13Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono.14E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice:
'Voi udrete, ma non comprenderete,
guarderete, ma non vedrete.'
15'Perché il cuore di questo popolo
si è indurito, son diventati duri di orecchi,
e hanno chiuso gli occhi,
per non vedere con gli occhi,
non sentire con gli orecchi
e non intendere con il cuore e convertirsi,
e io li risani.'
16Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono.17In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!
18Voi dunque intendete la parabola del seminatore:19tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.20Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia,21ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato.22Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non da' frutto.23Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi da' frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta".
24Un'altra parabola espose loro così: "Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.25Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò.26Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania.27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?28Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?29No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano.30Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio".
31Un'altra parabola espose loro: "Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo.32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami".
33Un'altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti".
34Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole,35perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta:
'Aprirò la mia bocca in parabole,'
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
36Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo".37Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo.38Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno,39e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.40Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.41Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità42e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti.43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!
44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
45Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose;46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
47Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci.48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
51Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì".52Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche".
53Terminate queste parabole, Gesù partì di là54e venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli?55Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?56E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?".57E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua".58E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.
Esodo 33
1Il Signore parlò a Mosè: "Su, esci di qui tu e il popolo che hai fatto uscire dal paese d'Egitto, verso la terra che ho promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe, dicendo: Alla tua discendenza la darò.2Manderò davanti a te un angelo e scaccerò il Cananeo, l'Amorreo, l'Hittita, il Perizzita, l'Eveo e il Gebuseo.3Va' pure verso la terra dove scorre latte e miele... Ma io non verrò in mezzo a te, per non doverti sterminare lungo il cammino, perché tu sei un popolo di dura cervice".
4Il popolo udì questa triste notizia e tutti fecero lutto: nessuno più indossò i suoi ornamenti.
5Il Signore disse a Mosè: "Riferisci agli Israeliti: Voi siete un popolo di dura cervice; se per un momento io venissi in mezzo a te, io ti sterminerei. Ora togliti i tuoi ornamenti e poi saprò che cosa dovrò farti".
6Gli Israeliti si spogliarono dei loro ornamenti dal monte Oreb in poi.
7Mosè a ogni tappa prendeva la tenda e la piantava fuori dell'accampamento, ad una certa distanza dall'accampamento, e l'aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno, posta fuori dell'accampamento, si recava chiunque volesse consultare il Signore.
8Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda, tutto il popolo si alzava in piedi, stando ciascuno all'ingresso della sua tenda: guardavano passare Mosè, finché fosse entrato nella tenda.9Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava all'ingresso della tenda. Allora il Signore parlava con Mosè.10Tutto il popolo vedeva la colonna di nube, che stava all'ingresso della tenda e tutti si alzavano e si prostravano ciascuno all'ingresso della propria tenda.11Così il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro. Poi questi tornava nell'accampamento, mentre il suo inserviente, il giovane Giosuè figlio di Nun, non si allontanava dall'interno della tenda.
12Mosè disse al Signore: "Vedi, tu mi ordini: Fa' salire questo popolo, ma non mi hai indicato chi manderai con me; eppure hai detto: Ti ho conosciuto per nome, anzi hai trovato grazia ai miei occhi.13Ora, se davvero ho trovato grazia ai tuoi occhi, indicami la tua via, così che io ti conosca, e trovi grazia ai tuoi occhi; considera che questa gente è il tuo popolo".
14Rispose: "Io camminerò con voi e ti darò riposo".15Riprese: "Se tu non camminerai con noi, non farci salire di qui.16Come si saprà dunque che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io e il tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi? Così saremo distinti, io e il tuo popolo, da tutti i popoli che sono sulla terra".
17Disse il Signore a Mosè: "Anche quanto hai detto io farò, perché hai trovato grazia ai miei occhi e ti ho conosciuto per nome".
18Gli disse: "Mostrami la tua Gloria!".
19Rispose: "Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore, davanti a te. Farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia".20Soggiunse: "Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo".21Aggiunse il Signore: "Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe:22quando passerà la mia Gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano finché sarò passato.23Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si può vedere".
Siracide 3
1Figli, ascoltatemi, sono vostro padre;
agite in modo da essere salvati.
2Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli,
ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
3Chi onora il padre espia i peccati;
4chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.
5Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
6Chi riverisce il padre vivrà a lungo;
chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre.
7Chi teme il Signore rispetta il padre
e serve come padroni i genitori.
8Onora tuo padre a fatti e a parole,
perché scenda su di te la sua benedizione.
9La benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.
10Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;
11la gloria di un uomo dipende dall'onore del padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.
12Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
13Anche se perdesse il senno, compatiscilo
e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.
14Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata,
ti sarà computata a sconto dei peccati.
15Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te;
come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi peccati.
16Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta la madre è maledetto dal Signore.
17Figlio, nella tua attività sii modesto,
sarai amato dall'uomo gradito a Dio.
18Quanto più sei grande, tanto più umìliati;
così troverai grazia davanti al Signore;
19perché grande è la potenza del Signore
20e dagli umili egli è glorificato.
21Non cercare le cose troppo difficili per te,
non indagare le cose per te troppo grandi.
22Bada a quello che ti è stato comandato,
poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose.
23Non sforzarti in ciò che trascende le tue capacità,
poiché ti è stato mostrato
più di quanto comprende un'intelligenza umana.
24Molti ha fatto smarrire la loro presunzione,
una misera illusione ha fuorviato i loro pensieri.
25Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male;
chi ama il pericolo in esso si perderà.
26Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni,
il peccatore aggiungerà peccato a peccato.
27La sventura non guarisce il superbo,
perché la pianta del male si è radicata in lui.
28Una mente saggia medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
29L'acqua spegne un fuoco acceso,
l'elemosina espia i peccati.
30Chi ricambia il bene provvede all'avvenire,
al momento della sua caduta troverà un sostegno.
Salmi 102
1'Preghiera di un afflitto che è stanco'
'e sfoga dinanzi a Dio la sua angoscia'.
2Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido.
3Non nascondermi il tuo volto;
nel giorno della mia angoscia
piega verso di me l'orecchio.
Quando ti invoco: presto, rispondimi.
4Si dissolvono in fumo i miei giorni
e come brace ardono le mie ossa.
5Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce,
dimentico di mangiare il mio pane.
6Per il lungo mio gemere
aderisce la mia pelle alle mie ossa.
7Sono simile al pellicano del deserto,
sono come un gufo tra le rovine.
8Veglio e gemo
come uccello solitario sopra un tetto.
9Tutto il giorno mi insultano i miei nemici,
furenti imprecano contro il mio nome.
10Di cenere mi nutro come di pane,
alla mia bevanda mescolo il pianto,
11davanti alla tua collera e al tuo sdegno,
perché mi sollevi e mi scagli lontano.
12I miei giorni sono come ombra che declina,
e io come erba inaridisco.
13Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo per ogni generazione.
14Tu sorgerai, avrai pietà di Sion,
perché è tempo di usarle misericordia:
l'ora è giunta.
15Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua rovina.
16I popoli temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
17quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
18Egli si volge alla preghiera del misero
e non disprezza la sua supplica.
19Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo nuovo darà lode al Signore.
20Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
21per ascoltare il gemito del prigioniero,
per liberare i condannati a morte;
22perché sia annunziato in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
23quando si aduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore.
24Ha fiaccato per via la mia forza,
ha abbreviato i miei giorni.
25Io dico: Mio Dio,
non rapirmi a metà dei miei giorni;
i tuoi anni durano per ogni generazione.
26In principio tu hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.
27Essi periranno, ma tu rimani,
tutti si logorano come veste,
come un abito tu li muterai
ed essi passeranno.
28Ma tu resti lo stesso
e i tuoi anni non hanno fine.
29I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
resterà salda davanti a te la loro discendenza.
Osea 8
1Da' fiato alla tromba!Come un'aquila sulla casa del Signore...
perché hanno trasgredito la mia alleanza
e rigettato la mia legge.
2Essi gridano verso di me:
"Noi ti riconosciamo Dio d'Israele!".
3Ma Israele ha rigettato il bene:
il nemico lo perseguiterà.
4Hanno creato dei re
che io non ho designati;
hanno scelto capi
a mia insaputa.
Con il loro argento e il loro oro
si sono fatti idoli
ma per loro rovina.
5Ripudio il tuo vitello, o Samaria!
La mia ira divampa contro di loro;
fino a quando non si potranno purificare
6i figli di Israele?
Esso è opera di un artigiano,
esso non è un dio:
sarà ridotto in frantumi
il vitello di Samaria.
7E poiché hanno seminato vento
raccoglieranno tempesta.
Il loro grano sarà senza spiga,
se germoglia non darà farina,
e se ne produce, la divoreranno gli stranieri.
8Israele è stato inghiottito:
si trova ora in mezzo alle nazioni
come un vaso spregevole.
9Essi sono saliti fino ad Assur,
asino selvaggio, che si aggira solitario;
Èfraim si è acquistato degli amanti.
10Se ne acquistino pure fra le nazioni,
io li metterò insieme
e fra poco cesseranno
di eleggersi re e governanti.
11Èfraim ha moltiplicato gli altari,
ma gli altari sono diventati per lui
un'occasione di peccato.
12Ho scritto numerose leggi per lui,
ma esse son considerate come una cosa straniera.
13Essi offrono sacrifici
e ne mangiano le carni,
ma il Signore non li gradisce;
si ricorderà della loro iniquità
e punirà i loro peccati:
dovranno tornare in Egitto.
14Israele ha dimenticato il suo creatore,
si è costruito palazzi;
Giuda ha moltiplicato le sue fortezze.
Ma io manderò il fuoco sulle loro città
e divorerà le loro cittadelle.
Prima lettera a Timoteo 3
1È degno di fede quanto vi dico: se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro.2Ma bisogna che il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare,3non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro.4Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità,5perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio?6Inoltre non sia un neofita, perché non gli accada di montare in superbia e di cadere nella stessa condanna del diavolo.7È necessario che egli goda buona reputazione presso quelli di fuori, per non cadere in discredito e in qualche laccio del diavolo.
8Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto,9e conservino il mistero della fede in una coscienza pura.10Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio.11Allo stesso modo le donne siano dignitose, non pettegole, sobrie, fedeli in tutto.12I diaconi non siano sposati che una sola volta, sappiano dirigere bene i propri figli e le proprie famiglie.13Coloro infatti che avranno ben servito, si acquisteranno un grado onorifico e una grande sicurezza nella fede in Cristo Gesù.
14Ti scrivo tutto questo, nella speranza di venire presto da te;15ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.16Dobbiamo confessare che grande è il mistero della pietà:
Egli si manifestò nella carne,
fu giustificato nello Spirito,
apparve agli angeli,
fu annunziato ai pagani,
fu creduto nel mondo,
fu assunto nella gloria.
Capitolo XVII: L’ardente amore e l’intenso desiderio di ricevere Cristo
Leggilo nella BibliotecaParola del discepolo
1. Con devozione grandissima e con ardente amore, con tutto lo slancio di un cuore appassionato, io desidero riceverti, o Signore, come ti desiderarono, nella Comunione, molti santi e molti devoti, a te massimamente graditi per la santità della loro vita e per la loro infiammata pietà. O mio Dio, amore eterno che sei tutto il mio bene, la mia felicità senza fine, io bramo riceverti con intenso desiderio e con venerazione grandissima, quale mai poté avere o sentire santo alcuno. Anche se non sono degno di sentire tutta quella devozione, tuttavia ti offro tutto lo slancio del mio cuore, come se io solo avessi tutti quegli accesi desideri, che tanto ti sono graditi. Ché anzi, tutto quel che un animo devoto può concepire e desiderare, tutto questo io lo porgo e lo offro a te, con estrema venerazione in pio raccoglimento. Nulla voglio tenere per me, ma voglio immolarti me stesso e tutto quello che ho, con scelta libera e altamente gioiosa.
2. Signore, mio Dio, mio creatore e redentore, io desidero riceverti oggi con quella amorosa venerazione, con quei sentimenti di lode e di onore, di giusta gratitudine e d'amore, con quella fede e speranza e purità di cuore, con i quali ti desiderò e ti ricevette la santissima Madre tua, la gloriosa Vergine Maria, quando, all'Angelo che le annunciava il mistero dell'Incarnazione, rispose, in devota umiltà: "Ecco la schiava del Signore; sia fatto a me secondo la tua parola" (Lc 1,38). E come il tuo precursore Giovanni Battista, il più grande tra tutti i santi, alla tua presenza, sobbalzò di gioia, nel gaudio dello Spirito Santo, mentre era ancora nel grembo della madre; e come di poi, scorgendo Gesù camminare tra la gente, disse con slancio devoto, abbassando grandemente se stesso: "l'amico dello sposo, che gli sta accanto e lo ascolta, gioisce profondamente alla sua voce" (Gv 3,29), così anch'io bramo di essere acceso di santo e grande desiderio e di darmi a te con tutto il mio cuore. Per questo ti presento e ti offro i sentimenti di giubilo, gli ardenti moti del cuore, gli alti pensieri, le luci superne e le visioni celesti di tutte le anime devote; e mi unisco - per me stesso e per coloro che a me si raccomandano nella preghiera - alle lodi perfette che tutte le creature ti rendono e ti renderanno, in cielo e in terra, affinché da tutti tu sia giustamente celebrato e glorificato per sempre. Accetta, o Signore Dio mio, i miei voti e il mio desiderio di darti infinite lodi e copiose benedizioni, quali giustamente a te si debbono, per la grandezza della tua ineffabile potenza. Tutto questo io ti dono ora, e voglio donarti ogni giorno e in ogni tempo, invocando con caloroso preghiera tutti gli spiriti celesti e tutti i tuoi fedeli a unirsi a me nel renderti grazie e nel darti lode. Tutti i "popoli, le stirpi e le nazioni" diano lode a te (Dn 7,14), esaltino il nome tuo, santo e soave, con sommo giubilo ed ardente devozione. E quanti celebrano il tuo altissimo Sacramento con venerazione e pietà, e lo ricevono con pienezza di fede, possano trovare grazia e misericordia presso di te. Che essi si degnino di ricordarsi di questo poveretto, quando, raggiunta la desiderata devozione e nutriti della salutare unione con te, lasciano la sacra mensa celeste, piene di consolazione e mirabilmente ristorati.
LETTERA 16* [286] AGOSTINO SALUTA NEL SIGNORE IL PADRE AURELIO, SIGNORE BEATISSIMO, SANTO FRATELLO, DEGNO DI VENERAZIONE PER LA CARITÀ CHE GLI È DOVUTA, E SUO COLLEGA NELL'EPISCOPATO
Lettere - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaAg. invia al primate cartaginese Aurelio due discorsi...
1. Non essendosi presentata alcuna occasione, t'invio per mezzo del nostro [***] due sermoni, uno sul Natale del Signore e l'altro sull'Epifania per i quali ho potuto rubare [il tempo] a tutte le mie occupazioni; con l'occasione ti chiedo di continuare a pregare per noi, accettando volentieri l'ossequio del nostro saluto. Veramente tu lo fai anche senza che noi te lo chiediamo o ti esortiamo a farlo, signore felicissimo e padre santo, degno di venerazione per la carità che ti è dovuta. Se per caso la Santità tua ha inteso qualcosa a proposito dei fratelli, dei quali aspettiamo il ritorno dalla corte [imperiale] ti prego di farcelo sapere per mezzo di questo latore.
...e riferisce le notizie del promemoria di Alipio circa l'indulto per i Cartaginesi e altre questioni.
2. Noi poi, dal promemoria inviato dal fratello Alipio a Tagaste - poiché la stessa nave è approdata al nostro porto - abbiamo appreso che un silenziario è stato già inviato a Cartagine con la concessione dell'indulto e [Alipio] dice d'aver ottenuto questa concessione per lettera, poiché non era ancora tornato dalla Gallia l'illustrissimo [magistrato imperiale], alla cui presenza fa sapere che gli resta di trattare questa sola faccenda: che venga tolta la paura anche a coloro che si rifugiarono in una chiesa. Credo però che la tua Venerabilità avrà potuto avere qualche notizia sicura anche a proposito di essi; poiché non sono mancati presso di noi dei messaggeri più recenti i quali ci hanno riferito che nostro fratello Alipio, per mezzo di un vescovo della Numidia chiamato Renato, ha indirizzato una copia del rescritto di grazia che - dicevano - era stata già concessa al nostro figlio Largo. Ma io ignoro se si tratti piuttosto dell'indulto che, nel suo promemoria per Tagaste, Alipio annuncia essere stato inviato per tramite del silenziario oppure di un'altra cosa ch'egli aveva ottenuto in favore di coloro che si erano [rifugiati] in una chiesa; penso però che ormai il suddetto vescovo sia potuto arrivare a Cartagine.
Il papa Bonifacio ha condannato il pelagianismo; la circolare di Aurelio non è ancora giunta in Numidia.
3. Ecco perché noi aspettiamo piuttosto di venire a sapere qualche notizia sicura da costì mediante una risposta della Beatitudine tua per le mani del giovane che t'inviamo con la presente. Io però non dubito che, avendocelo riferito lui stesso, la Santità tua abbia sentito dalla bocca del vecchio vescovo Prisco della Mauritania Cesariense che cosa ha fatto a Roma il papa Bonifacio riguardo ai pelagiani e quanto salutare severità abbia usato [nei loro confronti]. Non so per qual motivo non è arrivata nelle regioni della nostra Numidia, cioè della Proconsolare, la Tractoria della Beatitudine tua, mentre so che è stata inviata quando io mi trovavo ancora a Cartagine, salvo che il primate Valentino non abbia ritenuto di doverla inviare. Propongo che la tua Venerabilità faccia un'indagine e, qualora sia stata commessa una trascuratezza, la si corregga. Poiché detta lettera deve arrivare senz'altro anche al primate della Numidia e da questi indirizzata ai fratelli appartenenti alla stessa assemblea [provinciale dei vescovi].
La meravigliosa avventura di Suor Josefa
Suor Josefa Menendez - Suor Josefa Menendez
Leggilo nella BibliotecaINTRODUZIONE
"Dio ci ha amato con amore eterno, perciò innalzato da terra ci ha attratti al suo Cuore, per misericordia ". Vesp. d. S. C.
Questa storia meravigliosa è per te che ti apri alla vita: la Fede, il grande dono ricevuto al Battesimo, ti accompagni in questa lettura, e susciti nel tuo cuore un desiderio intenso di corrispondere all'amore divino.
Con la morte di San Giovanni è chiusa l'epoca della Rivelazione, ma Gesù Cristo, che invisibile vive fra noi, ha fatto sentire molte volte la sua voce nel corso dei secoli.
Per trasmettere le sue parole, scelse come nel Vangelo
"... chi Egli volle... " così la grande Santa Caterina, gloria d'Italia, così Santa Margherita Maria la confidente del Suo Cuore.
La piccola Josefa semplice ed umile è uno dei portavoce che il Signore ha scelto nel nostro secolo. " Scrivi per le anime " le dice. Chi legge con attenzione, sente, come nel Vangelo, la parola di Gesù per l'anima sua.
" ... ebbi l'evidenza che Cristo stesso qui parlava: non c'era dubbio, la voce che confidò a Sorella Josefa i segreti del Cuore misericordioso di Gesù Cristo è assolutamente la stessa del Salvatore del Vangelo, del Dio d'amore di tutta l'eternità ".
Dalla conclusione della vita di Sorella Josefa Menendez. Padre Fr. Charmot SJ
CAPITOLO I. - LA PICCOLA IMPERATRICE
- Dov'è la mia piccola imperatrice? chiede il padre, abile artigiano, tornando dal lavoro. La presenza della figlia prediletta lo ripaga delle sue fatiche.
Josefa, la prima di quattro sorelline è nata a Madrid il 4 Febbraio 1890 Intelligente e vivace è la gioia e il centro della famiglia: le sorelline guardano sempre a Pepa e Pepa è sempre pronta a dimenticarsi per far piacere agli altri.
- Hai detto tutte le giaculatorie?
- Si, Padre, per non dimenticare le ho dette tutte in una volta. - Così risponde la bimba in una delle sue prime confessioni; ma presto impara a tenersi in continuo contatto con il suo amico Gesù.
"L'anima mia anela a Te di notte, il mio spirito al mattino ricerca Te".
1901 - Josefa si prepara con tanto impegno alla Prima Comunione; suo ardente desiderio è di essere tutta di Gesù, e Gesù risponde dicendole in cuore: - " Si, figlia cara, voglio che tu sia tutta mia ".
A tante anime Gesù fa un caldo invito nel primo incontro eucaristico, ma poche lo accolgono e lo serbano preziosamente. Josefa invece vive di questa sua prima completa donazione, la Santa Comunione diviene la sua gioia e la sua forza.
1907 - Il dolore e la sofferenza entrano in quella famiglia tanto unita e felice e Josefa impara a soffrire in pace e con amore.
La morte di una delle sorelline, poi la grave malattia dei genitori riducono la famigliola in estrema miseria.
Josefa lascia il lavoro e si prodiga giorno e notte. La mamma è miracolosamente guarita da Santa Maddalena Sofia (*), il padre invece trascina a lungo, poi si spegne piamente.
Josefa rimane l'unico sostegno della mamma e delle sorelle: abilissima sarta è sopraffatta dal lavoro, ma il tempo per la Santa Messa quotidiana lo trova e la Comunione è la sua forza. Sempre gaia irraggia serenità attorno a sè, lieta di alleggerire il fardello altrui sa tener fronte con continua abnegazione a tutti i suoi doveri.
(*) Santa Madd. Sofia Barat, fondatrice della Società del Sacro Cuore nel 1800.
1917 - " Ah! esclama Josefa, fin da bambina chiedo ogni giorno al Cuor di Gesù, di essere sua sposa, ed ora che vedo più da vicino la vita reale, lo supplico di farmi morire se non vuole esaudirmi ".
Chiede l'ammissione nella Società del Sacro Cuore; ma al giorno fissato per l'ingresso in Noviziato, vinta dalle lacrime materne non ha il coraggio di partire.
Josefa sconsolata piange a lungo la "sua grande debolezza" ma non si dà per vinta, nel 1919 chiede nuovamente di essere ammessa nella Società del Sacro Cuore, ma questa volta la risposta è negativa.
" Mi sono gettata di nuovo, scrive Josefa, ai piedi di Gesù, e con gli occhi pieni di lacrime e con il cuore ancor più pieno di amore, mi sono offerta a tutto accettare, mentre provavo in me, malgrado la mia debolezza un coraggio insolito ".
CAPITOLO II. - L'ESILIO
" Parti dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre verso la terra che io ti indicherò ". Gen. 12, 1. L'ora di Dio è suonata per Josefa.
Arrivando alla casa del Sacro Cuore per cercare lavoro, le vien proposto di recarsi in Francia ove si apre un noviziato, a Poitiers, nella vecchia abbazia ove Santa Maddalena Sofia formò le prime novizie della Società del Sacro Cuore, - Ti senti di partire, di lasciare patria, famiglia, lavoro?
- Ti senti di andare in un luogo sconosciuto, ove si parla una lingua che ti è ignota?
Josefa ha un tuffo al cuore, trema, sorride, e risponde semplicemente: - "Dio mi conduce!".
Non esita più, e lascia furtivamente la casa per evitare alla mamma e alla sorella il dolore dell'addio.
4 Febbraio 1920 - Josefa lascia per sempre la patria, per seguire al di là della frontiera Colui, il cui amore sovrano può chiedere tutto. Semplice, silenziosa, assidua al lavoro non ha che un desiderio, amare Gesù e lavorare per Lui, rendendo servizio a tutti. Intelligente, attiva a tutto si adatta, in tutto riesce, ma sempre cerca di passare inosservata. Ha un giudizio retto ed equilibrato, un cuore tenero e generoso ed è buona di quella bontà che solo la piena dimenticanza di sè può dare.
Data la sua abilità di sarta le affidano le uniformi delle educande e Josefa taglia e cuce senza posa, è un lavoro che le è caro e lo eseguisce a perfezione.
Le lettere angosciate della sua mamma sono una prova terribile per la povera Josefa, a lungo deve lottare contro la tentazione violenta di ritornare in famiglia, ma la grazia la sostiene, ed essa è eroica nella sua fedeltà.
CAPITOLO III. - IL RAPIMENTO
" ... Tu seguimi " Giov. 21, Questa vita di lavoro silenzioso e nascosto è l'ideale di Josefa, ma non è la via che Dio ha tracciato per lei!
" I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie, quanto il cielo sovrasta la terra tanto le mie vie sovrastano le vostre vie e i miei pensieri i vostri pensieri ".
Misteriosi disegni ha Gesù per Josefa, vuol farla camminare per una via straordinaria
" Quanto è stretta la porta, e angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano ". Mt. VII, 13 vuol associarla a Se per salvare le anime, e per temprarla a questo permette al demonio, come ha permesso per molti santi, di tormentarla in vari modi.
" Jahvè disse a Satana: Ecco tutte le sue cose sono nella tua mano, però non stendere la mano su di lui ". Giob. 1, 12
Josefa tenta invano di sottrarsi a quel tormento.
In pari tempo Gesù inizia il corso dei suoi meravigliosi favori: la fa entrare nel suo Cuore, si fa vedere nella sua maestosa bellezza, conversa con lei con grande amore.
" Fammi udire la tua bontà perchè confido in te, mostrami la via per cui camminare perchè a Te porto la mia anima ". Sal. 143,
Josefa teme di essere ingannata dal demonio, non sa rinunciare al suo ideale di vita nascosta, chiede grazia, ma il Signore non cambia i suoi disegni - "Vuoi fare la tua volontà o la Mia?" La lotta è lunga ed aspra, infine l'amore trionfa, Josefa si arrende: - "Mio Dio, mi metto nelle tue mani Perchè Tu faccia di me ciò che vorrai".
"Caddi come morto ai suoi piedi, pose allora la sua destra su di me dicendo - Non temere! ". Ap. 1, 17
Gesù ripete a Josefa la parola detta tante volte nel Vangelo...
- " Non temere! più miserie troverò in te e Più amore troverai in Me! ".
- " Se sei nelle mie mani di che Puoi temere? ". "Rassicuratevi, sono Io, non temete" Mc. VI,
- " Non temere... Io ti custodisco, ti guido, ti amo! ". "Custodiscimi, o Dio, perchè mi rifugio in Te ".Sal. 16, 1 "Jahvè è mia luce e mia salvezza, di chi temerò? Jahvè è la rocca della mia vita, di chi paventerò? " Sal. 27, 1
"Non dubitare nè della bontà del mio Cuore, ne del mio amore per te ".
" Non temere perchè Io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni".Is. 43,1
Gesù ordina a Josefa di rendere conto di quanto le accade alle sue superiore, è questa una nuova grande difficoltà. Come può la povera Josefa spiegare queste arcane cose?...
"So di un uomo in Cristo, il quale fu rapito, se col corpo, o fuori del corpo, non lo so: lo sa Iddio, fu rapito in Paradiso e udì parole ineffabili che non è permesso a uomo di ripetere". II Cor. 12, 2
Josefa umile e docile trionfa delle sue ripugnanze per obbedire al Signore.
"Volgi a Jahvè la tua via e confida in Lui, ed Egli farà ". Sal. 37, 5
CAPITOLO IV. - CONFIDENZE
" Maria sedutasi ai piedi del Signore ascoltava la sua parola... Lc. X, 39
Gesù splendente di bellezza appare durante la Messa
- " Voglio che tu ti consunti nel mio amore: ti ho già fatto comprendere che tu non troverai felicità che nel mio Cuore. Voglio che tu mi ami, poichè ho fame di amore, ma che tu bruci anche del desiderio di vedermi amato, e che il tuo cuore non abbia altro alimento che questo desiderio "."La tua miseria mi attira, senza di Me, che saresti? Più ti farai piccola, più ti starò vicino, non dimenticarlo, lasciami fare ciò che mi piace ".
" Ti perdono tutto, sei il prezzo del mio Sangue e voglio servirmi di te per salvare molte anime che mi son costate sì caro! non rifiutarmi nulla... vedi quanto ti amo! ".
È sera, Josefa si affretta a chiudere le finestre, quando vede Gesù che le viene incontro dal fondo di un corridoio - " Di dove vieni Josefa? - Da chiudere le finestre, Signore. - E dove vai? - Vado a chiudere al piano di sopra, mio Gesù. - Non sai rispondere, Josefa, devi dire: Vengo dall'amore e vado all'amore; che tu scenda o che tu salga sei sempre nel mio Cuore che è l'abisso dell'amore: Io sono con te ".
Josefa si sente fredda e turbata ma ripete coraggiosamente - " Mio Dio, voglio consolare il tuo Cuore, non ti vedo, non ti sento, ma credo in te e ti amo, eppoi ricorro continuamente alla mia Celeste Madre. - Gesù, Gesù non abbandonarmi, supplica durante la Messa, si comunica e chiede aiuto a Gesù. - Credo che sei nell'anima mia, ad un tratto Gesù risponde: - " Sono qui.
- Gesù mio, come mi lasci sola e per tanto tempo!
- Quando ti "lascio così fredda prendo il tuo ardore per riscaldare altre anime, quando ti sembra di non amarmi eppure mi ripeti il tuo amore tu consoli maggiormente il mio Cuore".
" Voglio che tu mi aiuti con la tua piccolezza e la tua miseria a strappare le anime al nemico... mi servo della tua miseria per salvare le anime ". Coraggio! soffrire è il dono migliore che possa farti, poichè è la via che ho scelto per me ".
" Non stancarti mai di soffrire, se tu sapessi quanto la sofferenza giova alle anime! ".
Quando Josefa è sfinita, la Madonna o Santa Madd. Sofia vengono a confortarla: entrambe le promettono di accompagnarla nel grande viaggio verso l'eternità.
Come salva le anime Josefa? In due modi: uno al tutto straordinario, ossia partecipando ai dolori della Passione del Signore e sopportando le persecuzioni del demonio. E ancora in modo semplicissimo per insegnare a noi di fare altrettanto.
Josefa piega i fazzoletti delle educande e chiede al Signore di darle tante anime quanti sono i fazzoletti, poi non vi pensa più.
La sera vede una quantità di anime che entrano nel Cuore di Gesù, e il Signore le fa capire che sono quelle che ha chiesto al mattino.
- " Il mio Cuore dà un valore divino alle piccole offerte, poichè ciò che voglio è l'amore ".
Josefa lavora febbrilmente, la voce di Gesù
- " Che cosa fai Josefa? - Signore, sei qui... - A che cosa pensi?
- Mio Gesù, non pensavo a nulla... - Ma tu mi ami, nevvero? ".
" Le anime mi glorificano molto quando si danno di me ".
" ... Vieni con Me... non lasciarmi solo ".
Il Signore insegna a Josefa: " Il mio amore tanto può, che dal nulla fa ricavare alle anime immensi tesori: quando unendosi a Me al mattino offrono tutta la loro giornata con l'ardente desiderio che il mio Cuore se ne serva per il vantaggio delle anime... quando con amore compiono ogni loro dovere, momento per momento... non è l'azione in sè che ha valore, ma l'intenzione e l'unione al mio Cuore ".
La Madonna consiglia a Josefa di dire ogni sera con molta confidenza: "O Gesù, Tu conoscevi la mia miseria prima di fissare i tuoi occhi su di me, e non hai distolto il tuo sguardo, anzi a cagione di essa mi hai amato con amore ancor più tenero e delicato. Ti chiedo perdono di avere oggi tanto mal corrisposto al tuo amore! Ti supplico di perdonarmi e di purificare le mie azioni nel tuo Sangue divino. Ho un vivo dolore di averti offeso perchè sei infinitamente Santo. Mi pento con tutto il cuore e ti prometto di fare il possibile per non ricadere nelle stesse colpe".
" Il mondo si rallegrerà, voi vi rattristerete ma la vostra tristezza si muterà in gioia... ... il vostro cuore gioirà, e la vostra gioia nessuno ve la potrà rapire ". Gv. XVI, 20-22
" ... abbiano essi in se stessi la mia gioia nella sua pienezza ". Gv. XVII, 13
- "Amami nella pace e nella gioia". - " Sono Io la gioia dell'anima tua ".
"Parlami, sono con te anche quando non mi vedi, ti seguo, ti ascolto... ... parlami, sorridimi! sono il tuo sposo, il tuo compagno inseparabile... Tu sei in me, Io in te, qual legame più stretto potrebbe unirci? ". "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in Me, ed io in lui... chi mangia questo pane vivrà in eterno ". Gv. VI, 56
"Colui che mangia la mia carne possiede Dio, l'autore della vita ... e della vita eterna ... perciò quest'anima è mio cielo. Nulla le può essere paragonato in bellezza. Gli angeli l'ammirano e come Dio è in lei si prostano e adorano... Ah! se le anime sapessero il loro valore!... tutte le volte che mi ricevi nell'Eucaristia la mia grazia aumenta nella tua anima, in essa si accrescono ancora il suo valore e la sua bellezza ". " Io sono il pane della vita, chi viene a Me non avrà fame e chi crede in Me non avrà mai sete. Io sono il pane vivente disceso dal cielo: se uno mangia di questo pane vivrà in eterno, e il pane che Io darò è la mia carne per la vita del mondo ". Gv. VI, ...
Proprio stamane, scrive Josefa, c'è stata una Funzione di Prima Comunione e ricordai al Signore la consolazione che doveva aver provato nel prender dimora in quelle anime innocenti...
Il suo Cuore pare dilatarsi a tale ricordo: - " Si, risponde dolcemente, è proprio in quelle anime infantili e in quelle delle mie spose che mi rifugio per dimenticare le offese del mondo... ... nel momento d'istituire l'Eucaristia vidi presenti tutte le anime che dovevano cibarsi del mio Corpo e del mio Sangue e che vi troverebbero alcune rimedio alla loro debolezza, altre fuoco divoratore che consumerebbe le loro miserie e le accenderebbe di amore... Se fu grande la mia gioia al pensiero di queste anime, non fu minore la mia tristezza alla vista di tante altre che mi avrebbero lasciato nella solitudine o non avrebbero neppure creduto alla mia presenza reale. Io sono l'Amore! il mio Cuore non può più contenere la fiamma che lo divora!
Luglio 1922 " Non temere... tuo sposo è il tuo Creatore". IS. 54, 4
Josefa pronuncia i Voti religiosi.
- " Vedi come ti son stato fedele, ora comincerò la mia Opera.
- Ho bisogno di far udire un nuovo invito d'amore. - Non temere, Josefa, malgrado la tua piccolezza, compio l'Opera mia in te e nelle. anime ".
- " Signore, non capisco che cosa sia quest'Opera di cui mi parli sempre.
- È Opera d'amore, voglio servirmi di te che sei un niente, per manifestare sempre più l'amore e la misericordia del mio Cuore... Chiedi alle tue Madri di concederti ogni giorno un momento in cui tu possa scrivere ciò che ti dirò... Voglio che tu scriva, Josefa, voglio parlarti per le anime che amo tanto! ".
Il 15 Agosto la Madonna dice a Josefa: "Figlia mia, abbandonati tutta all'Opera del Suo Cuore che non è se non la salvezza delle anime ". ... in Te confido, o Jahvè, Tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono le mie sorti... ...Sal. 31, 1,5
" A te porto la mia anima!
Dio mio, a Te mi affido, che non sia confuso... poichè quanti sperano in Te non saranno confusi ". Sal. 25, 1-3
" La tua misericordia si effonda su noi secondo la speranza che abbiamo riposto in Te ! ".
(Te Deum)
" Non temere, dice Gesù, la mia Potenza la domina, e l'Opera mia risplenderà! Le mie Parole saranno conosciute: saranno Luce e Vita per un gran numero di anime, la Grazia accompagnerà le mie Parole e quelli che le faranno conoscere! ".
Nota. - Queste parole di promessa destinate alle anime d'oggi si verificano attualmente in tutte le parti del mondo: il Messaggio è tradotto in tutte le lingue, e il Signore benedice in modo speciale quelli che si adoprano per farlo conoscere.
" Tu sei il Re di gloria, o Cristo ". (Te Deum)
" Il regno di Dio non viene ostensibilmente... ... ecco infatti il regno di Dio è tra voi..." Lc. XVII,
- " Voglio regnare! voglio perdonare! e per regnare comincerò col fare misericordia poichè il mio regno è di pace e di amore: ecco l'Opera d'amore! ".
"Figlio mio, dammi il tuo cuore e tieni i tuoi occhi fissi alle mie vie ... Prov. XXIII, 26
- Ora voglio qualche cosa di più, se chiedo amore in cambio di quello che mi consuma: non è questo ricambio che desidero dalle anime: bramo che esse credano alla mia misericordia, che aspettino tutto dalla mia bontà, che non dubitino mai del mio perdono!
Amo le anime dopo il primo peccato, se vengono umilmente a chiedermi perdono... le amo ancora dopo che hanno pianto il secondo peccato, e se cadessero un miliardo di volte, Io le amo e le perdono sempre, e lavo nel Mio Sangue l'ultimo come il primo peccato...
Non mi stanco mai delle anime, e il mio Cuore aspetta sempre che vengano a rifugiarsi in lui... "... la mia delizia è stare con i figli dell'uomo... ...Prov. 8, 31
- " Per diffondere il mio amore voglio formare una Catena di anime che infiammate di questo amore lo comunichino al mondo intero. Il mio invito lo rivolgo a tutti: alle anime consacrate e a quelle del mondo, ai giusti e ai peccatori, ai dotti e agli ignoranti, a chi comanda e a chi obbedisce. A tutti io dico - Se volete la felicità, Io lo sono! Se cercate la ricchezza: Io sono ricchezza inesauribile! Se bramate la pace, Io sono la pace... Io sono la misericordia e l'Amore! Voglio essere il vostro Re!
Quindi con divina condiscendenza Gesù spiega a Josefa il motivo che gli ha fatto abbassare lo sguardo sulla Società del Sacro Cuore, scegliendola come Messaggera delle sue parole.
" Fondata sull'amore... ha per fine l'amore... la sua vita è amore... e l'amore è il mio Cuore!
CAPITOLO V. - JOSEFA IN CIELO
29 Dicembre 1923 Gesù porta con sè Josefa, e comincia allora l'eterno meraviglioso compimento della sua straordinaria avventura.
Se tu hai letto con attenzione le pagine precedenti, puoi pensare che hai in Cielo una buona amica premurosa di aiutarti.
Josefa ti dirà anzittutto che anche per te la vita può e deve essere un'avventura meravigliosa, se vissuta nella Fede e nell'Amore.
Le grazie straordinarie non si debbono desiderare e non costituiscono la santità.
" Perchè hai veduto, o Tommaso hai creduto, beati quelli che non hanno visto ed hanno creduto ". Gv. XX, 29 Tu non sei chiamata alle vie straordinarie, ma in forza del tuo Battesimo sei chiamata alla Santità: " Il Signore Gesù, Maestro e Modello divino di ogni perfezione, a tutti e ai singoli suoi discepoli di qualsiasi condizione ha predicato la santità della vita, di cui Egli stesso è autore e perfezionatore ... Siate dunque perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste... ". Mt. 5, 48
Mandò infatti a tutti lo Spirito Santo, che li muova internamente ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, con tutte le forze e ad amarsi a vicenda come Cristo ha amato loro... ... e giustificati in Gesù Cristo, non secondo le loro opere, ma secondo il disegno e la grazia di Lui, nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi.
Essi quindi devono, con l'aiuto di Dio, mantenere e perfezionare, vivendola, la santità che hanno ricevuto.
Li ammonisce l'Apostolo che vivano: " come si conviene ai santi… i fedeli usino le forze ricevute secondo la misura con cui Cristo volle donarle, affinchè seguendo l'esempio di Lui e fattisi conformi alla sua immagine, in tutto obbedienti *alla volontà del Padre, con piena generosità si consacrino alla gloria di Dio e al servizio del prossimo. Così la santità del Popolo di Dio crescerà in frutti abbondanti, come è splendidamente dimostrato, nella storia della Chiesa, dalla vita di molti santi.
Vatic. II, dalla Costit.ne " Lumen gentium " 40 - Vocazione universale alla santità Se sei chiamata alla santità devi dunque vivere in intima unione con Gesù.
Le parole che Josefa ti ha trasmesso sentile come dette a te da Gesù: Egli ama ogni anima come se fosse unica.
Sii assidua alla Comunione e chiedi a Gesù che t'insegni Egli stesso ad amarlo come desidera esser amato da te: Josefa ti aiuterà. Poco prima che morisse Gesù le ha detto - "Ecco quale sarà il nostro lavoro nel cielo: insegnare alle anime a vivere unite a Me, non
come se io fossi lontano da loro, ma in loro, poichè mediante la Grazia vivo nella loro anima ".
A chi le chiedeva se -dal Cielo avrebbe sfogliato rose, Josefa risponde: " Oh no! otterrò grazie nascoste ".
Moltissime sono le grazie di conversione e di progresso spirituale ottenute per intercessione di Josefa.
A chi le raccomanda, nelle sue ultime ore, i peccatori, le vocazioni, Josefa dice: " Ne farò la mia grande occupazione in Cielo, il Signore mi ha dato un cuore che ama, che ama... mi aggirerò senza Posa Per ottenere grazie... ".
A chi ancora le chiede un consiglio di perfezione, risponde " Fare tutto in unione con il Cuore di Gesù, ricoprirsi dei suoi meriti e Poi far Passare tutto dal Cuore della Madonna ". Non è forse questo l'intento dell'Apostolato della Preghiera? E la bella formula di offerta quotidiana non è forse una sintesi perfetta dello spirito del Messaggio?
Questa formula ci fa pregare secondo le intenzioni del Papa, ci unisce spiritualmente a milioni di anime, ci ricorda i nostri doveri verso noi stessi, gli altri, Dio.
Cuore Divino di Gesù, ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, le preghiere, le azioni, le sofferenze di questo giorno in unione al Sacrificio Eucaristico
- in riparazione dei peccati
- per la salvezza di tutti gli uomini
- per la gloria del Divin Padre
secondo l'intenzione mensile
Regna Cuore Divino ora e sempre!
25-11 Dicembre 5, 1928 Chi fa e vive nel Voler Divino, è come se facesse scendere il sole in terra. Differenza.
Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)
(1) Mi sentivo tutta immersa nel Voler Divino, la mia povera e piccola mente me la sento legata ad un punto altissimo di luce, che non ha confini e non si può vedere né dove giunge la sua altezza, né dove finisce la sua profondità. E mentre la mente si riempie di luce, è circondata dalla luce, tanto, che non vede che luce, vede che poco prende di questa luce perché ce ne é tanta, ma la sua capacità è tanto piccola che le sembra di prendere qualche gocciolina appena. Oh! come si sta bene in mezzo a questa luce, perché Essa è vita, è parola, è felicità, l’anima si sente tutti i riflessi del suo Creatore, e si sente partorire nel suo seno la Vita Divina. Oh! Volontà Divina, quanto sei ammirabile, tu sola sei la fecondatrice, la conservatrice e la bilocatrice della Vita di Dio nella creatura. Ma mentre la mia mente si sperdeva nella luce del Fiat Supremo, il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, l’anima che vive nella mia Volontà Divina è più che se facessi scendere il sole in terra; che succederebbe allora? La notte sarebbe sbandita dalla terra, sarebbe sempre pieno giorno. E con l’avere sempre contatto col sole, non sarebbe più corpo oscuro, ma luminoso, e la terra non mendicherebbe gli effetti del sole, ma riceverebbe in sé stessa la sostanza degli effetti della luce, perché sole e terra farebbero vita comune e formerebbero una sol vita. Qual differenza non c’è, che il sole sta nell’altezza della sua sfera e la terra nella sua bassezza? La povera terra è soggetta alla notte, alle stagioni e a chiedere dal sole di formare le belle fioriture, i colori, la dolcezza, la maturità ai suoi frutti. Ed il sole non è libero di poter sfoggiare tutti i suoi effetti sopra la terra se la terra non vorrebbe prestarsi a riceverli, tanto, che in certi punti della terra il sole non sempre giunge, altri punti sono aridi e senza piante. Questo non è altro che similitudine di chi fa e vive nella mia Divina Volontà e di chi vive nella terra del suo volere umano. La prima fa scendere non solo il Sole della mia Divina Volontà nell’anima sua, ma tutto il Cielo; quindi, con questo Sole possiede il giorno perenne, giorno che mai tramonta, perché la luce tiene virtù di mettere in fuga le tenebre. Onde con questo Sole non può stare la notte delle passioni, la notte delle debolezze, delle miserie, delle freddezze, delle tentazioni, e se si volessero avvicinare per formare le stagioni dell’anima, questo Sole batte i suoi raggi e mette tutte le notti in precipitosa fuga, e dice: “Ci son’Io, e basta, le mie stagioni sono stagioni di luce, di pace, di felicità e di fioritura perenne”. Essa è la portatrice del Cielo in terra. Invece per chi non fa la mia Divina Volontà e non vive in Essa, è più notte che giorno nell’anima sua, è soggetta alle stagioni e a lunghi tempi piovosi che la rendono sempre turbata e affannata, o pure a lunghe siccità che giunge a mancargli gli umori vitali per amare il suo Creatore, e lo stesso Sole della mia Divina Volontà, stando che non vive in lei, non è libero di poter darle tutto il bene che possiede. Vedi che significa possedere il mio Voler Divino? E’ possedere la sorgente della vita, della luce, e di tutti i beni. Invece chi non lo possiede è come terra che gode gli effetti della luce, e certe terre che stentatamente restano illuminate ma senza effetti”.