Liturgia delle Ore - Letture
Giovedi della 2° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Giovanni 15
1"Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.3Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.9Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.11Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.14Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.17Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
18Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.19Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.20Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.21Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.22Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato.23Chi odia me, odia anche il Padre mio.24Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio.25Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: 'Mi hanno odiato senza ragione'.
26Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza;27e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.
Deuteronomio 4
1Ora dunque, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, perché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso del paese che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.2Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore Dio vostro che io vi prescrivo.3I vostri occhi videro ciò che il Signore ha fatto a Baal-Peor: come il Signore tuo Dio abbia distrutto in mezzo a te quanti avevano seguito Baal-Peor;4ma voi che vi manteneste fedeli al Signore vostro Dio siete oggi tutti in vita.5Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore mio Dio mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso.6Le osserverete dunque e le metterete in pratica perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente.7Infatti qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?8E qual grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi espongo?
9Ma guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste: non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua vita. Le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli.
10Ricordati del giorno in cui sei comparso davanti al Signore tuo Dio sull'Oreb, quando il Signore mi disse: Radunami il popolo e io farò loro udire le mie parole, perché imparino a temermi finché vivranno sulla terra, e le insegnino ai loro figli.11Voi vi avvicinaste e vi fermaste ai piedi del monte; il monte ardeva nelle fiamme che si innalzavano in mezzo al cielo; vi erano tenebre, nuvole e oscurità.12Il Signore vi parlò dal fuoco; voi udivate il suono delle parole ma non vedevate alcuna figura; vi era soltanto una voce.13Egli vi annunciò la sua alleanza, che vi comandò di osservare, cioè i dieci comandamenti, e li scrisse su due tavole di pietra.14A me in quel tempo il Signore ordinò di insegnarvi leggi e norme, perché voi le metteste in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso.15Poiché dunque non vedeste alcuna figura, quando il Signore vi parlò sull'Oreb dal fuoco, state bene in guardia per la vostra vita,16perché non vi corrompiate e non vi facciate l'immagine scolpita di qualche idolo, la figura di maschio o femmina,17la figura di qualunque animale, la figura di un uccello che vola nei cieli,18la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto la terra;19perché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l'esercito del cielo, tu non sia trascinato a prostrarti davanti a quelle cose e a servirle; cose che il Signore tuo Dio ha abbandonato in sorte a tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli.20Voi invece, il Signore vi ha presi, vi ha fatti uscire dal crogiuolo di ferro, dall'Egitto, perché foste un popolo che gli appartenesse, come oggi difatti siete.
21Il Signore si adirò contro di me per causa vostra e giurò che io non avrei passato il Giordano e non sarei entrato nella fertile terra che il Signore Dio tuo ti dà in eredità.22Perché io devo morire in questo paese, senza passare il Giordano; ma voi lo dovete passare e possiederete quella fertile terra.
23Guardatevi dal dimenticare l'alleanza che il Signore vostro Dio ha stabilita con voi e dal farvi alcuna immagine scolpita di qualunque cosa, riguardo alla quale il Signore tuo Dio ti ha dato un comando.24Poiché il Signore tuo Dio è fuoco divoratore, un Dio geloso.25Quando avrete generato figli e nipoti e sarete invecchiati nel paese, se vi corromperete, se vi farete immagini scolpite di qualunque cosa, se farete ciò che è male agli occhi del Signore vostro Dio per irritarlo,26io chiamo oggi in testimonio contro di voi il cielo e la terra: voi certo perirete, scomparendo dal paese di cui state per prendere possesso oltre il Giordano. Voi non vi rimarrete lunghi giorni, ma sarete tutti sterminati.27Il Signore vi disperderà fra i popoli e non resterete più di un piccolo numero fra le nazioni dove il Signore vi condurrà.28Là servirete a dèi fatti da mano d'uomo, dèi di legno e di pietra, i quali non vedono, non mangiano, non odorano.29Ma di là cercherai il Signore tuo Dio e lo troverai, se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l'anima.30Con angoscia, quando tutte queste cose ti saranno avvenute, negli ultimi giorni, tornerai al Signore tuo Dio e ascolterai la sua voce,31poiché il Signore Dio tuo è un Dio misericordioso; non ti abbandonerà e non ti distruggerà, non dimenticherà l'alleanza che ha giurata ai tuoi padri.
32Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l'uomo sulla terra e da un'estremità dei cieli all'altra, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa?33Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l'hai udita tu, e che rimanesse vivo?34O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un'altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore vostro Dio in Egitto, sotto i vostri occhi?35Tu sei diventato spettatore di queste cose, perché tu sappia che il Signore è Dio e che non ve n'è altri fuori di lui.36Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce per educarti; sulla terra ti ha mostrato il suo grande fuoco e tu hai udito le sue parole di mezzo al fuoco.37Perché ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro posterità e ti ha fatto uscire dall'Egitto con la sua stessa presenza e con grande potenza,38per scacciare dinanzi a te nazioni più grandi e più potenti di te, per farti entrare nel loro paese e dartene il possesso, come appunto è oggi.39Sappi dunque oggi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n'è altro.40Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti dò, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore tuo Dio ti dà per sempre".
41In quel tempo Mosè scelse tre città oltre il Giordano verso oriente,42perché servissero di asilo all'omicida che avesse ucciso il suo prossimo involontariamente, senza averlo odiato prima, perché potesse aver salva la vita fuggendo in una di quelle città.43Esse furono Beser, nel deserto, sull'altipiano, per i Rubeniti; Ramot, in Gàlaad, per i Gaditi, e Golan, in Basan, per i Manassiti.
44Questa è la legge che Mosè espose agli Israeliti.45Queste sono le istruzioni, le leggi e le norme che Mosè diede agli Israeliti quando furono usciti dall'Egitto,46oltre il Giordano, nella valle di fronte a Bet-Peor, nel paese di Sicon re degli Amorrei che abitava in Chesbon, e che Mosè e gli Israeliti sconfissero quando furono usciti dall'Egitto.47Essi avevano preso possesso del paese di lui e del paese di Og re di Basan - due re Amorrei che stavano oltre il Giordano, verso oriente -,48da Aroer, che è sull'orlo della valle dell'Arnon, fino al monte Sirion, cioè l'Ermon,49con tutta l'Araba oltre il Giordano, verso oriente, fino al mare dell'Araba sotto le pendici del Pisga.
Salmi 32
1'Di Davide. Maskil.'
Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa,
e perdonato il peccato.
2Beato l'uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.
3Tacevo e si logoravano le mie ossa,
mentre gemevo tutto il giorno.
4Giorno e notte pesava su di me la tua mano,
come per arsura d'estate inaridiva il mio vigore.
5Ti ho manifestato il mio peccato,
non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: "Confesserò al Signore le mie colpe"
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.
6Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell'angoscia.
Quando irromperanno grandi acque
non lo potranno raggiungere.
7Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
mi circondi di esultanza per la salvezza.
8Ti farò saggio, t'indicherò la via da seguire;
con gli occhi su di te, ti darò consiglio.
9Non siate come il cavallo e come il mulo
privi d'intelligenza;
si piega la loro fierezza con morso e briglie,
se no, a te non si avvicinano.
10Molti saranno i dolori dell'empio,
ma la grazia circonda chi confida nel Signore.
11Gioite nel Signore ed esultate, giusti,
giubilate, voi tutti, retti di cuore.
Salmi 45
1'Al maestro del coro. Su "I gigli...". Dei figli di Core.'
'Maskil. Canto d'amore.'
2Effonde il mio cuore liete parole,
io canto al re il mio poema.
La mia lingua è stilo di scriba veloce.
3Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo,
sulle tue labbra è diffusa la grazia,
ti ha benedetto Dio per sempre.
4Cingi, prode, la spada al tuo fianco,
nello splendore della tua maestà ti arrida la sorte,
5avanza per la verità, la mitezza e la giustizia.
6La tua destra ti mostri prodigi:
le tue frecce acute
colpiscono al cuore i nemici del re;
sotto di te cadono i popoli.
7Il tuo trono, Dio, dura per sempre;
è scettro giusto lo scettro del tuo regno.
8Ami la giustizia e l'empietà detesti:
Dio, il tuo Dio ti ha consacrato
con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali.
9Le tue vesti son tutte mirra, aloè e cassia,
dai palazzi d'avorio ti allietano le cetre.
10Figlie di re stanno tra le tue predilette;
alla tua destra la regina in ori di Ofir.
11Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio,
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
12al re piacerà la tua bellezza.
Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui.
13Da Tiro vengono portando doni,
i più ricchi del popolo cercano il tuo volto.
14La figlia del re è tutta splendore,
gemme e tessuto d'oro è il suo vestito.
15È presentata al re in preziosi ricami;
con lei le vergini compagne a te sono condotte;
16guidate in gioia ed esultanza
entrano insieme nel palazzo del re.
17Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai capi di tutta la terra.
18Farò ricordare il tuo nome
per tutte le generazioni,
e i popoli ti loderanno in eterno, per sempre.
Daniele 13
1Abitava in Babilonia un uomo chiamato Ioakìm,2il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio.3I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè.4Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano da lui.5In quell'anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani: erano di quelli di cui il Signore ha detto: "L'iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo".6Questi frequentavano la casa di Ioakìm e tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro.7Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito.8I due anziani che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un'ardente passione per lei:9persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.10Eran colpiti tutt'e due dalla passione per lei,11ma l'uno nascondeva all'altro la sua pena, perché si vergognavano di rivelare la brama che avevano di unirsi a lei.12Ogni giorno con maggior desiderio cercavano di vederla. Un giorno uno disse all'altro:13"Andiamo pure a casa: è l'ora di desinare" e usciti se ne andarono.14Ma ritornati indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, domandandosi a vicenda il motivo, confessarono la propria passione. Allora studiarono il momento opportuno di poterla sorprendere sola.
15Mentre aspettavano l'occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo.16Non c'era nessun altro al di fuori dei due anziani nascosti a spiarla.17Susanna disse alle ancelle: "Portatemi l'unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno".18Esse fecero come aveva ordinato: chiusero le porte del giardino ed entrarono in casa dalla porta laterale per portare ciò che Susanna chiedeva, senza accorgersi degli anziani poiché si erano nascosti.19Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero:20"Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e datti a noi.21In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle".22Susanna, piangendo, esclamò: "Sono alle strette da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre mani.23Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!".24Susanna gridò a gran voce. Anche i due anziani gridarono contro di lei25e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì.
26I servi di casa, all'udire tale rumore in giardino, si precipitarono dalla porta laterale per vedere che cosa stava accadendo.27Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.
28Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakìm, suo marito e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni per condannare a morte Susanna.29Rivolti al popolo dissero: "Si faccia venire Susanna figlia di Chelkìa, moglie di Ioakìm". Mandarono a chiamarla30ed essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti.31Susanna era assai delicata d'aspetto e molto bella di forme;32aveva il velo e quei perversi ordinarono che le fosse tolto per godere almeno così della sua bellezza.33Tutti i suoi familiari e amici piangevano.
34I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa.35Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore.36Gli anziani dissero: "Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuse le porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle.37Quindi è entrato da lei un giovane che era nascosto, e si è unito a lei.38Noi che eravamo in un angolo del giardino, vedendo una tale nefandezza, ci siamo precipitati su di loro e li abbiamo sorpresi insieme.39Non abbiamo potuto prendere il giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito.40Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei non ce l'ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni".41La moltitudine prestò loro fede poiché erano anziani e giudici del popolo e la condannò a morte.42Allora Susanna ad alta voce esclamò: "Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano,43tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me".44E il Signore ascoltò la sua voce.
45Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele,46il quale si mise a gridare: "Io sono innocente del sangue di lei!".
47Tutti si voltarono verso di lui dicendo: "Che vuoi dire con le tue parole?".48Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: "Siete così stolti, Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza indagare la verità!49Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei".
50Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: "Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono dell'anzianità".51Daniele esclamò: "Separateli bene l'uno dall'altro e io li giudicherò".52Separati che furono, Daniele disse al primo: "O invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce,53quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l'innocente.54Ora dunque, se tu hai visto costei, di': sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?". Rispose: "Sotto un lentisco".55Disse Daniele: "In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. Già l'angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due".56Allontanato questo, fece venire l'altro e gli disse: "Razza di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore!57Così facevate con le donne d'Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità.58Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?". Rispose: "Sotto un leccio".59Disse Daniele: "In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco l'angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano per spaccarti in due e così farti morire".
60Allora tutta l'assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che salva coloro che sperano in lui.61Poi insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di aver deposto il falso, fece loro subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo62e applicando la legge di Mosè li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente.63Chelkìa e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia Susanna insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di men che onesto.64Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo.
Prima lettera ai Tessalonicesi 5
1Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva;2infatti voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore.3E quando si dirà: "Pace e sicurezza", allora d'improvviso li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno scamperà.4Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro:5voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, né delle tenebre.6Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo sobrii.
7Quelli che dormono, infatti, dormono di notte; e quelli che si ubriacano, sono ubriachi di notte.8Noi invece, che siamo del giorno, dobbiamo essere sobrii, 'rivestiti con la corazza' della fede e della carità e avendo come 'elmo' la speranza 'della salvezza'.9Poiché Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all'acquisto della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo,10il quale è morto per noi, perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.11Perciò confortatevi a vicenda edificandovi gli uni gli altri, come già fate.
12Vi preghiamo poi, fratelli, di aver riguardo per quelli che faticano tra di voi, che vi sono preposti nel Signore e vi ammoniscono;13trattateli con molto rispetto e carità, a motivo del loro lavoro. Vivete in pace tra voi.14Vi esortiamo, fratelli: correggete gli indisciplinati, confortate i pusillanimi, sostenete i deboli, siate pazienti con tutti.15Guardatevi dal rendere male per male ad alcuno; ma cercate sempre il bene tra voi e con tutti.16State sempre lieti,17pregate incessantemente,18in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.19Non spegnete lo Spirito,20non disprezzate le profezie;21esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono.22Astenetevi da ogni specie di male.
23Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.24Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo!
25Fratelli, pregate anche per noi.
26Salutate tutti i fratelli con il bacio santo.27Vi scongiuro, per il Signore, che si legga questa lettera a tutti i fratelli.
28La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi.
Capitolo XIII: Resistere alle tentazioni
Leggilo nella Biblioteca 1. Finché saremo al mondo, non potremo essere senza tribolazioni e tentazioni; infatti sta scritto nel libro di Giobbe che la vita dell'uomo sulla terra (Gb 7,1) è tutta una tentazione. Ognuno dovrebbe, dunque, stare attento alle tentazioni e vigilare in preghiera (1Pt 4,7), affinché il diavolo non trovi il punto dove possa esercitare il suo inganno; il diavolo, che mai non posa, ma va attorno cercando chi possa divorare (1Pt 5,8). Nessuno è così avanzato nella perfezione e così santo da non aver talvolta delle tentazioni. Andare esenti del tutto da esse non possiamo. Tuttavia, per quanto siano moleste e gravose, le tentazioni spesso sono assai utili; perché, a causa delle tentazioni, l'uomo viene umiliato, purificato e istruito. I santi passarono tutti per molte tribolazioni e tentazioni, e progredirono; invece coloro che non seppero sostenere le tentazioni si pervertirono e tradirono. Non esiste una istituzione così perfetta, o un luogo così nascosto, dove non si trovano tentazioni e avversità. L'uomo non è mai del tutto esente dalla tentazione, fin che vive. Ciò per cui siamo tentati è dentro di noi, poiché siamo nati nella concupiscenza. Se vien meno una tentazione o tribolazione, un'altra ne sopraggiunge e c'è sempre qualcosa da sopportare, perché abbiamo perduto il bene della nostra felicità. Molti, di fronte alle tentazioni, cercano di fuggire, ma cadono poi in esse anche più gravemente. Non possiamo vincere semplicemente con la fuga; ma è con la sopportazione e con la vera umiltà che saremo più forti di ogni nemico. Ben poco progredirà colui che si allontana un pochino e superficialmente dalle tentazioni, senza sradicarle: tosto ritorneranno ed egli sarà ancor peggio. Vincerai più facilmente, a poco a poco, con una generosa pazienza e con l'aiuto di Dio; più facilmente che insistendo cocciutamente nel tuo sforzo personale. Accogli frequentemente il consiglio di altri, quando sei nella tentazione; e non essere aspro con colui che è tentato, ma dagli conforto, come desidereresti fosse fatto a te.
2. Causa prima di ogni perversa tentazione è la mancanza di stabilità spirituale e la scarsezza di fiducia in Dio; giacché, come una nave senza timone viene spinta qua e là dalle onde, così l'uomo infiacchito, che abbandona i suoi propositi, viene in vario modo tentato. Come il fuoco serve a saggiare il ferro (Sir 31,26), così la tentazione serve a saggiare la santità di una persona (Sir 27,6). Quali possibilità ciascuno abbia in potenza, spesso non lo sappiamo; ma la tentazione dispiega palesemente ciò che siamo. Tuttavia bisogna vigilare, particolarmente intorno all'inizio della tentazione; poiché il nemico si vince più facilmente se non gli si permette per nulla di varcare le porte della nostra mente; e se gli si sbarra la strada al di là della soglia, non appena abbia bussato. Di qui il detto: "resisti agli inizi; è troppo tardi quando si prepara la medicina" (Ovidio, Remedia amoris, II,91). Infatti, dapprima viene alla mente un semplice pensiero, di poi una forte immaginazione, infine un compiacimento, un impulso cattivo e un'acquiescenza. E così, piano piano, il nemico malvagio penetra del tutto, proprio perché non gli si è resistito all'inizio. E quanto più a lungo uno ha tardato torpidamente a resistere, tanto più si è, via via, interiormente indebolito, mentre il nemico è andato crescendo di forze contro di lui.
3. Alcuni sentono le maggiori tentazioni al principio della loro conversione a Dio; altri invece alla fine. Alcuni sono fortemente turbati pressoché per tutta la vita; altri sentono tentazioni piuttosto lievi: secondo quanto dispongono la sapienza e la giustizia di Dio, le quali pesano la condizione e i meriti di ciascuno e preordinano ogni cosa alla salvezza degli eletti. Perciò non dobbiamo lasciarci cogliere dalla disperazione, quando siamo tentati. Dobbiamo invece, pregare Iddio ancor più fervorosamente, affinché si degni di aiutarci in ogni tentazione; Lui che, in verità, secondo quanto dice Paolo (1Cor 10,13), farà in modo che la tentazione sia accompagnata dai mezzi per poterla sopportare. Abbassiamo, dunque, in umiltà, l'anima nostra sotto la mano di Dio, quando siamo tentati e tribolati, giacché il Signore salverà gli umili di spirito e li innalzerà (1Pt 5,6; Sal 33,19). Quanto uno abbia progredito si dimostra nella tentazione e nella tribolazione; qui sta il suo maggior merito; qui appare più chiaramente la sua virtù. Non è gran cosa esser devoti e fervorosi quando non si hanno difficoltà; sapere invece sopportare se stessi nel momento dell'avversità dà a sperare in un grande avanzamento spirituale. Avviene che alcuni sono al riparo da grandi tentazioni, ma sono spesso sconfitti nelle piccole tentazioni di ogni giorno; e così, umiliati per essere caduti in cose tanto da poco, non ripongono più fiducia in se stessi, nelle cose più grandi.
DISCORSO 196 NATALE DEL SIGNORE
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaLe due nascite di Cristo.
1. È spuntato per noi questo giorno solenne del Natale del Signore nostro Gesù Cristo; giorno di Natale, nel quale è nato Cristo, il vero giorno; proprio oggi, perché da oggi il giorno comincia a crescere. Due sono le nascite del Signore nostro Gesù Cristo una divina, l'altra umana, ambedue mirabili; quella divina senza una donna come madre, quella umana senza un uomo come padre. Quanto predisse il santo profeta Isaia: La sua generazione chi potrà spiegarla? 1, lo possiamo riferire ad ambedue le nascite. Chi potrà infatti spiegare esaurientemente il fatto che Dio genera? Chi potrà spiegare esaurientemente il fatto che una vergine partorisce? Il primo fatto al di là dei tempi, il secondo in un determinato giorno ambedue senza che l'uomo li possa comprendere ma ambedue con sua grande meraviglia. Ecco la prima nascita: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio 2. Di chi era il Verbo? Del Padre. Chi era il Verbo? Il Figlio. Mai il Padre è stato senza il Figlio. E tuttavia il Padre, benché mai fu senza il Figlio generò il Figlio. Il Padre lo generò, ma il Figlio non iniziò ad esistere. Non ha inizio il Figlio, che è stato generato senza inizio. E tuttavia è Figlio e tuttavia è generato. Dirà qualcuno: Come può essere generato e non avere inizio? Se è generato ha un inizio; se non ha un inizio come può essere stato generato? Come, non te lo so proprio dire. Chiedi a me che sono un uomo come è stato generato Dio? La tua domanda mi mette in difficoltà, ricorro però al profeta: La sua generazione chi potrà spiegarla? Vieni insieme a me a considerare la sua nascita umana, vieni con me a considerare questa nascita nella quale annientò se stesso prendendo la natura di servo 3; forse potremo capire almeno questa, forse potremo dire qualcosa almeno su questa. Chi infatti potrà mai capire questa espressione: Egli, pur avendo la natura divina, non stimò una rapina la sua uguaglianza con Dio 4? Chi potrà capire questo? Chi potrà convenientemente penetrarlo con il pensiero? Quale intelligenza ardirà approfondirlo? Quale lingua oserà definirlo? Quale mente potrà comprenderlo fino in fondo? Per ora quindi non pensiamo a questo: è troppo alto per noi. Ma perché non fosse troppo alto per noi, annientò se stesso, prendendo la natura di servo e divenendo simile agli uomini 5. Dove? Nella Vergine Maria. Parliamone perciò un poco, forse questo lo potremo capire. Un angelo porta l'annunzio, la Vergine ascolta, crede e concepisce. La fede nel cuore e Cristo nel grembo. Vergine concepisce: è meraviglioso! Vergine partorisce: è ancor più meraviglioso! Rimane vergine anche dopo il parto. Chi potrà pienamente spiegare anche questa nascita?.
Tre stati di vita nella Chiesa.
2. Vi dico una cosa che vi farà piacere, carissimi. Nella Chiesa le membra di Cristo conducono tre tipi di vita: la vita coniugale, la vedovile e la verginale. Poiché questi tre tipi di vita, questi tre tipi di castità sarebbero stati vissuti nelle membra sante di Cristo, tutti e tre questi tipi di vita hanno dato testimonianza a Cristo. Il primo, la vita coniugale: quando la Vergine Maria concepì, anche Elisabetta, moglie di Zaccaria, aveva concepito: portava già nel grembo l'araldo di questo Giudice. Maria, la tutta santa, venne dalla sua parente per farle visita. Il bambino esultò di gioia nel grembo di Elisabetta. Il bambino esultò, la madre profetizzò 6. La castità coniugale rende testimonianza a Cristo. Dove e quando la castità vedovile rese testimonianza a Cristo? In Anna. Avete ascoltato poco fa, quando vi è stato letto il Vangelo, che Anna era una santa profetessa, vedova, di ottantaquattro anni, che era vissuta sette anni con il marito; frequentava il tempio del Signore e serviva il Signore nella preghiera giorno e notte. Anche questa vedova rese testimonianza a Cristo. Lo vide nella sua piccolezza di bambino, lo riconobbe nella sua grandezza e ne diede testimonianza 7. Hai in questo esempio la testimonianza della vita vedovile. In Maria hai l'esempio di vita verginale 8. Ciascuno scelga di questi tre tipi di vita quello che vuole. Chi volesse essere al di fuori di questi tre tipi di vita dimostrerebbe di non avere intenzione di essere tra le membra di Cristo. Non dicano le sposate: Noi non apparteniamo a Cristo. Ebbero marito anche delle sante donne. Non si inorgogliscano le vergini. Quanto più sono elevate in onore tanto più si umilino in ogni cosa 9. Tutti i modelli che possono riguardare la nostra salvezza sono posti davanti ai nostri occhi, nessuno cerchi di escludervisi. Nessuno abbia altra donna all'infuori della propria moglie, anche se è preferibile non avere moglie. Se cerchi un esempio di castità coniugale hai Susanna 10, se cerchi un esempio di castità vedovile hai Anna, se cerchi un esempio di castità verginale hai Maria.
Dove ti trovi, Cristo, per causa mia?.
3. Il Signore Gesù volle essere uomo per noi. Non si pensi che sia stata poca la misericordia: la Sapienza stessa giace in terra! In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio 11. O cibo e pane degli angeli! Di te si nutrono gli angeli, di te si saziano senza stancarsi, di te vivono, di te sono come impregnati, di te sono beati. Dove ti trovi invece per causa mia? In un piccolo alloggio, avvolto in panni, adagiato in una mangiatoia. E per chi tutto questo? Colui che regola il corso delle stelle succhia da un seno di donna: nutre gli angeli, parla nel seno del Padre, tace nel grembo della madre. Ma parlerà quando sarà arrivato in età conveniente, ci annunzierà con pienezza la buona novella. Per noi soffrirà, per noi morirà, risorgerà mostrandoci un saggio del premio che ci aspetta, salirà in cielo alla presenza dei discepoli, ritornerà dal cielo per il giudizio. Colui che era adagiato nella mangiatoia è divenuto debole ma non ha perduto la sua potenza: assunse ciò che non era ma rimase ciò che era. Ecco, abbiamo davanti il Cristo bambino: cresciamo insieme con lui.
Contro gli usi pagani del capodanno.
4. Quanto ho detto potrebbe bastare alla vostra Carità. Ma poiché vedo qui presenti molte persone a motivo della solennità, è necessario che aggiunga alcune cose. Sta per arrivare il Capodanno. Voi qui siete tutti cristiani e, grazie a Dio, è cristiana tutta la città. Ci sono ormai soltanto due gruppi di uomini: i Cristiani e i Giudei. Non fate ciò che Dio non vuole: giochi nocivi, divertimenti scostumati. Non fatevi giudici di voi stessi, per non cadere nelle mani del vero Giudice. Date ascolto: siete cristiani, siete membra di Cristo. Pensate a quello che siete, riflettete a quale prezzo siete stati riscattati. Insomma, volete che vi dica che cosa fate? - Parlo a coloro che fanno tali cose; non ve la prendete, voi che siete contrari a queste cose; mi riferisco soltanto a coloro che le fanno e a coloro che le giustificano -. Volete che vi dica dunque ciò che fate e quale dispiacere causate a noi? Forse i giudei fanno di queste cose? Almeno vergognatevene, in maniera da non farle più! Nel giorno della nascita di S. Giovanni, cioè sei mesi fa - questi i mesi che intercorrono tra la nascita dell'araldo e la nascita del Giudice - imitando un rito superstizioso dei pagani, i cristiani andarono sulla spiaggia del mare e fecero delle abluzioni rituali. Io ero assente ma, come venni poi a sapere, i presbiteri indotti a ciò dalle norme penitenziali della Chiesa imposero ad alcuni una proporzionata penitenza ecclesiastica. Alcuni cominciarono a mormorare dicendo: Quanto ci voleva a dircelo? Se ci si avvisasse prima non lo faremmo. Se i presbiteri ci avessero preavvertiti non lo avremmo fatto. Allora ecco che il vescovo vi preavverte; vi ammonisco, vi avverto, vi preavviso. Ascoltate il vescovo che ve lo ordina, ascoltate il vescovo che vi ammonisce, ascoltate il vescovo che vi prega, ascoltate il vescovo che ve ne supplica. Vi supplico per colui che oggi è nato; vi supplico, ve lo comando: nessuno faccia di tali cose. Io ho compiuto il mio dovere. È meglio che mi ascoltiate quando ammonisco, anziché mi dobbiate sentire quando sono severo.
1 - Is 53, 8.
2 - Gv 1, 1.
3 - Cf. Fil 2, 7.
4 - Fil 2, 6.
5 - Fil 2, 7.
6 - Cf. Lc 1, 39-56-.
7 - Cf. Lc 2, 36-38-.
8 - Cf. Lc 1.2.
9 - Cf. Sir 3, 18.
10 - Cf. Dn 13, 1 ss.
11 - Gv 1, 1.
Il cantico della purezza
I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco
Leggilo nella BibliotecaLa stesura di questo sogno è di Don Lemoyne, che non ebbe l'opportunità
di farlo rivedere da Don Bosco; noi quindi ci limitiamo a presentarlo in
sintesi.
In una notte del luglio del 1884 a Don Bosco parve trovarsi dinanzi a
uno sconfinato e dolce declivio, splendidamente illuminato da una luce
più pura e più viva di quella del sole, tutto rivestito di erbe
verdeggianti, smaltato di fiori svariatissimi e ombreggiato da gran
numero di alberi, i cui rami, avviticchiandosi tra loro, si stendevano a
forma di festoni. Un vero paradiso terrestre.
Ma più che quel giardino incantato, attirarono la sua attenzione due
vaghe fanciulle sui 12 anni, sedute sui margini della riva presso la
stradicciuola dov'egli stava. Una celestiale modestia spirava dai loro
volti e da tutto il loro contegno. Dai loro occhi, sempre fissi in alto,
traspariva una ingenua semplicità di colomba e una gioia di sovrumana
felicità. La grazia delle movenze dava loro un'aria di nobiltà che
faceva contrasto con la loro giovinezza. Una veste candidissima scendeva
fino ai piedi. I fianchi erano cinti da una fascia purpurea con bordi
d'oro, sulla quale spiccava un fregio a modo di nastro, intessuto di
gigli, di violette e di rose. Un ornamento simile, a guisa di monile,
portavano al collo. Due fascette di margheritine bianche ne cerchiavano i
polsi come braccialetti. Candide le calzature e bordate di nastro
filettato d'oro. Lunga la capigliatura e stretta da una corona che
cingeva la fronte, lasciando ricadere, ondeggianti sulle spalle e
inanellate a ricci, le chiome.
Esse tenevano insieme un dialogo parlando, interrogando, esclamando, ora
sedute ambedue, ora seduta l'una e l'altra in piedi, ora movendosi in
su e in giù a lenti passi.
Don Bosco, spettatore silenzioso, ne ascoltava i discorsi, continuati a
lungo, senza che dimostrassero di accorgersi della sua presenza. Esse
cantavano le lodi della purezza, i mezzi per custodirla, i premi
riservati ad essa in questo mondo e nell'altro.
Alla fine si volsero e salirono la ripa camminando sui fiori senza
curvarli e cantando un inno angelico, a cui risposero schiere di spiriti
celesti scesi loro incontro. Ai primi se ne aggiungevano del continuo
altri e poi altri, levando uniti un cantico immenso e armoniosissimo,
finito il quale, tutti insieme a poco a poco si sollevarono in alto e
disparvero con l'intera visione. Don Bosco in quel punto si svegliò.
È noto che Don Bosco è tra le figure di educatori santi più amate e che
ha esercitato tra i giovani un fascino tutto suo di calda paternità
conquistatrice.
Ma è anche noto che amava i giovani con un candore angelico. In questo
sogno assiste ad ammalianti visioni di angeli e di vergini che esalano
l'effluvio del loro candore e cantano le lodi della purezza.
24-35 Agosto 15, 1928 Il vivere nel Fiat Divino è comunismo tra Creatore e creatura. La Vergine, sua gloria insuperabile. La santità del Voler Divino conosciuta in Cielo.
Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)
(1) Il mio abbandono nel Fiat è continuo, mi sembra che mi vuole in tutti gli atti suoi, o come attrice insieme con Esso, o almeno come spettatrice di ciò che fa, perché possedendo il Voler eterno l’atto incessante, è natura sua di sempre fare, mai cessare d’operare, ed io essendo piccola bambina, si contenta purché stia insieme, di tenermi o d’un modo o nell’altro. Onde, seguendo il mio giro per tutta la Creazione pensavo tra me: “Sarà necessario, lo vorrà proprio Gesù che io giri dappertutto?” Ed il mio amato Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il vivere nella mia Divina Volontà è farsi trovare da Dio in ciascuna cosa creata, affinché l’Ente Supremo trovi in tutte le opere sue colei che amò e che per amor suo chiamò dal nulla e creò tante varietà di opere belle e meravigliose. Non trovandoti in ciascuna opera sua, le mancherebbe l’eco del tuo amore, della tua riconoscenza e si troverebbe come senza di te in quelle opere in cui tu non girassi, come se non le avesse fatto per te, mentre è proprio questo il nostro scopo di chiamarti a vivere nella nostra Divina Volontà, affinché Noi troviamo te nelle opere nostre e tu trovi Noi in ciascuna cosa creata, dandoci tu il piccolo amore, e Noi il grande amore che avemmo nel creare tante cose, ed unendo insieme il tuo ed il nostro, formarne un solo per poter dire: “Quanto ci ama la piccola figlia della nostra Volontà Divina”. Diversamente, il nostro amore e le nostre opere resterebbero isolati e senza la compagnia di colei per cui il tutto creammo, mentre il vivere nella Divina Volontà è comunismo 25 [2] tra Creatore e creatura, e rendendosi inseparabili, dove si trova l’uno si trova l’altro, ed in tutto ciò che fa Dio la creatura trova il suo piccolo posto, non vuoi trovare tu un posticino in tutte le opere della Creazione e Redenzione? Perciò continua il tuo volo e lasciati portare dalle braccia del mio Fiat, ed Esso avrà cura di mettere la piccola neonata in ciascun’opera sua”.
(3) Dopo di ciò stavo pensando ed accompagnando la Sovrana Regina quando fu assunta in Cielo, ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno, come inneggiando la sua Madre Celeste mi ha detto:
(4) “Figlia mia, la gloria della Mamma del Cielo è insuperabile, nessun’altro delle regioni celesti possiede mari di grazie, di luce, mari di bellezza e di santità, mari di potenza, di scienza e d’amore, e molto più questi mari li possiede nel mare interminabile del suo Creatore, gli altri abitatori della patria beata al più posseggono, chi i piccoli rivoli, chi le goccioline, chi le fontanine, solo Lei è l’unica, perché fu la sola che fece vita nel Fiat Divino, mai ebbe luogo in Lei l’umano volere, la sua vita fu tutta di Volontà Divina ed in virtù di Essa accentrò in Sé tutte le creature, concependole nel suo materno cuore e bilocando tante volte il suo Figlio Gesù per darlo a ciascuna creatura che aveva concepito nel suo vergine cuore, perciò la sua Maternità è estesa a tutti, tutti possono darsi il vanto e dire: “La Madre di Gesù è la Madre mia e questa Madre sì dolce, amabile, amante, ci dà a ciascuna il suo Figlio diletto come pegno del suo amore materno”. Solo la mia Volontà poteva darle questa virtù di concepire tutte le creature come figli suoi e di moltiplicare tante volte il suo Gesù per quanti figli teneva. Ora in 25[2] Comunismo secondo il Vocabolario della lingua italiana Zingarelli: Sistema politico, economico e sociale fondato sull’abolizione di ogni forma di proprietà privata mediante la collettivizzazione dei beni e la distribuzione dei prodotti secondo i bisogni di ciascuno. Cielo l’altezza della Madre Sovrana possedendo i suoi mari, non fa altro che innalzare onde altissime di luce, di santità, d’amore, eccetera, e le scarica sul trono dell’Ente Supremo, il quale per non farsi vincere dall’amore di Lei, da sotto i mari della Vergine Regina che tiene il suo più esteso, più profondo, forma le onde sue più alte e le versa su di Lei, e Lei prepara le altre, e Dio le altre, in modo che tutto l’empireo resta allagato da queste onde di luce, di bellezze, d’amore e simili, tanto che tutti prendono parte e godono, e vedendo che loro, cioè i beati, non possono formare queste onde perché non posseggono mari, comprendono che la lor Madre e Regina, se tutto ciò possiede, è perché formò la sua vita e santità nella Volontà Divina, sicché i santi, nella Vergine conoscono che significa santità di Voler Divino nella creatura, e perciò sospirano altre creature che portino questi mari nella patria celeste, per veder formare altre onde incantevoli e di loro godimento maggiore. La terra non la conosce ancora la santità nella mia Volontà, e perciò amo tanto di farla conoscere, ma al Cielo è ben nota perché c’è la Regina Sovrana, che solo a vederla, si fa rivelatrice della santità del mio Fiat, sicché Lei in virtù di Esso fu portento in terra di grazie per Sé e per tutta l’umana famiglia, ed è portento di gloria nella patria celeste, né nessun’altra creatura si può dire simile a Lei”.