Liturgia delle Ore - Letture
Lunedi della 2° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Marco 7
1Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme.2Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate -3i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi,4e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame -5quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?".6Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:
'Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me'.
7'Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini'.
8Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini".9E aggiungeva: "Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione.10Mosè infatti disse: 'Onora tuo padre e tua madre', e 'chi maledice il padre e la madre sia messo a morte'.11Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me,12non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre,13annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".
14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: "Ascoltatemi tutti e intendete bene:15non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo".16.
17Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola.18E disse loro: "Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo,19perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?". Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.20Quindi soggiunse: "Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo.21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi,22adultéri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.23Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo".
24Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.25Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.26Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia.27Ed egli le disse: "Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini".28Ma essa replicò: "Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli".29Allora le disse: "Per questa tua parola va', il demonio è uscito da tua figlia".
30Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.
31Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.32E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano.33E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua;34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: "Effatà" cioè: "Apriti!".35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano37e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!".
Numeri 33
1Queste sono le tappe degli Israeliti che uscirono dal paese d'Egitto, ordinati secondo le loro schiere, sotto la guida di Mosè e di Aronne.2Mosè scrisse i loro punti di partenza, tappa per tappa, per ordine del Signore; queste sono le loro tappe nell'ordine dei loro punti di partenza.
3Partirono da Ramses il primo mese, il quindici del primo mese. Il giorno dopo la pasqua, gli Israeliti uscirono a mano alzata, alla vista di tutti gli Egiziani,4mentre gli Egiziani seppellivano quelli che il Signore aveva colpiti fra di loro, cioè tutti i primogeniti, quando il Signore aveva fatto giustizia anche dei loro dèi.
5Gli Israeliti partirono dunque da Ramses e si accamparono a Succot.6Partirono da Succot e si accamparono a Etam che è sull'estremità del deserto.7Partirono da Etam e piegarono verso Pi-Achirot, che è di fronte a Baal-Zefon, e si accamparono davanti a Migdol.8Partirono da Pi-Achirot, attraversarono il mare in direzione del deserto, fecero tre giornate di marcia nel deserto di Etam e si accamparono a Mara.9Partirono da Mara e giunsero ad Elim; ad Elim c'erano dodici sorgenti di acqua e settanta palme; qui si accamparono.10Partirono da Elim e si accamparono presso il Mare Rosso.11Partirono dal Mare Rosso e si accamparono nel deserto di Sin.12Partirono dal deserto di Sin e si accamparono a Dofka.13Partirono da Dofka e si accamparono ad Alus.14Partirono da Alus e si accamparono a Refidim dove non c'era acqua da bere per il popolo.15Partirono da Refidim e si accamparono nel deserto del Sinai.
16Partirono dal deserto del Sinai e si accamparono a Kibrot-Taava.17Partirono da Kibrot-Taava e si accamparono a Cazerot.18Partirono da Cazerot e si accamparono a Ritma.19Partirono da Ritma e si accamparono a Rimmon-Perez.20Partirono da Rimmon-Perez e si accamparono a Libna.21Partirono da Libna e si accamparono a Rissa.22Partirono da Rissa e si accamparono a Keelata.23Partirono da Keelata e si accamparono al monte Sefer.24Partirono dal monte Sefer e si accamparono ad Arada.25Partirono da Arada e si accamparono a Makelot.26Partirono da Makelot e si accamparono a Tacat.27Partirono da Tacat e si accamparono a Terach.28Partirono da Terach e si accamparono a Mitka.29Partirono da Mitka e si accamparono ad Asmona.30Partirono da Asmona e si accamparono a Moserot.31Partirono da Moserot e si accamparono a Bene-Iaakan.32Partirono da Bene-Iaakan e si accamparono a Or-Ghidgad.33Partirono da Or-Ghidgad e si accamparono a Iotbata.34Partirono da Iotbata e si accamparono ad Abrona.35Partirono da Abrona e si accamparono a Ezion-Gheber.
36Partirono da Ezion-Gheber e si accamparono nel deserto di Sin, cioè a Kades.37Poi partirono da Kades e si accamparono al monte Or all'estremità del paese di Edom.38Il sacerdote Aronne salì sul monte Or per ordine del Signore e in quel luogo morì il quarantesimo anno dopo l'uscita degli Israeliti dal paese d'Egitto, il quinto mese, il primo giorno del mese.39Aronne era in età di centoventitré anni quando morì sul monte Or.40Il cananeo re di Arad, che abitava nel Negheb, nel paese di Canaan, venne a sapere che gli Israeliti arrivavano.
41Partirono dal monte Or e si accamparono a Salmona.42Partirono da Salmona e si accamparono a Punon.43Partirono da Punon e si accamparono a Obot.44Partirono da Obot e si accamparono a Iie-Abarim sui confini di Moab.45Partirono da Iie-Abarim e si accamparono a Dibon-Gad.46Partirono da Dibon-Gad e si accamparono ad Almon-Diblataim.47Partirono da Almon-Diblataim e si accamparono ai monti Abarim di fronte a Nebo.48Partirono dai monti Abarim e si accamparono nelle steppe di Moab, presso il Giordano di Gèrico.49Si accamparono presso il Giordano, da Bet-Iesimot fino ad Abel-Sittim nelle steppe di Moab.
50Il Signore disse a Mosè nelle steppe di Moab presso il Giordano di Gèrico:51"Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando avrete passato il Giordano e sarete entrati nel paese di Canaan,52caccerete dinanzi a voi tutti gli abitanti del paese, distruggerete tutte le loro immagini, distruggerete tutte le loro statue di metallo fuso e distruggerete tutte le loro alture.53Prenderete possesso del paese e in esso vi stabilirete, perché io vi ho dato il paese in proprietà.54Dividerete il paese a sorte secondo le vostre famiglie. A quelle che sono più numerose darete una porzione maggiore e a quelle che sono meno numerose darete una porzione minore. Ognuno avrà quello che gli sarà toccato in sorte; farete la divisione secondo le tribù dei vostri padri.55Ma se non cacciate dinanzi a voi gli abitanti del paese, quelli di loro che vi avrete lasciati saranno per voi come spine negli occhi e pungoli nei fianchi e vi faranno tribolare nel paese che abiterete.56Allora io tratterò voi come mi ero proposto di trattare loro".
Salmi 119
1Alleluia.
Alef. Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
2Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
3Non commette ingiustizie,
cammina per le sue vie.
4Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.
5Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.
6Allora non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai tuoi comandi.
7Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
8Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.
9Bet. Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
10Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
11Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
12Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
13Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
14Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
15Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
16Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.
17Ghimel. Sii buono con il tuo servo e avrò vita,
custodirò la tua parola.
18Aprimi gli occhi perché io veda
le meraviglie della tua legge.
19Io sono straniero sulla terra,
non nascondermi i tuoi comandi.
20Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
21Tu minacci gli orgogliosi;
maledetto chi devìa dai tuoi decreti.
22Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho osservato le tue leggi.
23Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
24Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.
25Dalet. Io sono prostrato nella polvere;
dammi vita secondo la tua parola.
26Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
27Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.
28Io piango nella tristezza;
sollevami secondo la tua promessa.
29Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
30Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
31Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore,
che io non resti confuso.
32Corro per la via dei tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.
33He. Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
34Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
35Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
36Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
37Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
38Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
39Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.
41Vau. Venga a me, Signore, la tua grazia,
la tua salvezza secondo la tua promessa;
42a chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
43Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera,
perché confido nei tuoi giudizi.
44Custodirò la tua legge per sempre,
nei secoli, in eterno.
45Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i tuoi voleri.
46Davanti ai re parlerò della tua alleanza
senza temere la vergogna.
47Gioirò per i tuoi comandi
che ho amati.
48Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo,
mediterò le tue leggi.
49Zain. Ricorda la promessa fatta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
50Questo mi consola nella miseria:
la tua parola mi fa vivere.
51I superbi mi insultano aspramente,
ma non devìo dalla tua legge.
52Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore,
e ne sono consolato.
53M'ha preso lo sdegno contro gli empi
che abbandonano la tua legge.
54Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio.
55Ricordo il tuo nome lungo la notte
e osservo la tua legge, Signore.
56Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti.
57Het. La mia sorte, ho detto, Signore,
è custodire le tue parole.
58Con tutto il cuore ti ho supplicato,
fammi grazia secondo la tua promessa.
59Ho scrutato le mie vie,
ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti.
60Sono pronto e non voglio tardare
a custodire i tuoi decreti.
61I lacci degli empi mi hanno avvinto,
ma non ho dimenticato la tua legge.
62Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
63Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
64Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.
65Tet. Hai fatto il bene al tuo servo, Signore,
secondo la tua parola.
66Insegnami il senno e la saggezza,
perché ho fiducia nei tuoi comandamenti.
67Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
68Tu sei buono e fai il bene,
insegnami i tuoi decreti.
69Mi hanno calunniato gli insolenti,
ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti.
70Torpido come il grasso è il loro cuore,
ma io mi diletto della tua legge.
71Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari ad obbedirti.
72La legge della tua bocca mi è preziosa
più di mille pezzi d'oro e d'argento.
73Iod. Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
74I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia,
perché ho sperato nella tua parola.
75Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi
e con ragione mi hai umiliato.
76Mi consoli la tua grazia,
secondo la tua promessa al tuo servo.
77Venga su di me la tua misericordia e avrò vita,
poiché la tua legge è la mia gioia.
78Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono;
io mediterò la tua legge.
79Si volgano a me i tuoi fedeli
e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti.
80Sia il mio cuore integro nei tuoi precetti,
perché non resti confuso.
81Caf. Mi consumo nell'attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
82Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa,
mentre dico: "Quando mi darai conforto?".
83Io sono come un otre esposto al fumo,
ma non dimentico i tuoi insegnamenti.
84Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando farai giustizia dei miei persecutori?
85Mi hanno scavato fosse gli insolenti
che non seguono la tua legge.
86Verità sono tutti i tuoi comandi;
a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto.
87Per poco non mi hanno bandito dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò le parole della tua bocca.
89Lamed. La tua parola, Signore,
è stabile come il cielo.
90La tua fedeltà dura per ogni generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
91Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
92Se la tua legge non fosse la mia gioia,
sarei perito nella mia miseria.
93Mai dimenticherò i tuoi precetti:
per essi mi fai vivere.
94Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere.
95Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti.
96Di ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.
97Mem. Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
98Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
99Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
100Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
101Tengo lontano i miei passi da ogni via di male,
per custodire la tua parola.
102Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
103Quanto sono dolci al mio palato le tue parole:
più del miele per la mia bocca.
104Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna.
105Nun. Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
106Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
107Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
108Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
109La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
110Gli empi mi hanno teso i loro lacci,
ma non ho deviato dai tuoi precetti.
111Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
112Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti,
in essi è la mia ricompensa per sempre.
113Samech. Detesto gli animi incostanti,
io amo la tua legge.
114Tu sei mio rifugio e mio scudo,
spero nella tua parola.
115Allontanatevi da me o malvagi,
osserverò i precetti del mio Dio.
116Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita,
non deludermi nella mia speranza.
117Sii tu il mio aiuto e sarò salvo,
gioirò sempre nei tuoi precetti.
118Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti,
perché la sua astuzia è fallace.
119Consideri scorie tutti gli empi della terra,
perciò amo i tuoi insegnamenti.
120Tu fai fremere di spavento la mia carne,
io temo i tuoi giudizi.
121Ain. Ho agito secondo diritto e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano i superbi.
123I miei occhi si consumano nell'attesa della tua salvezza
e della tua parola di giustizia.
124Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi comandamenti.
125Io sono tuo servo, fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126È tempo che tu agisca, Signore;
hanno violato la tua legge.
127Perciò amo i tuoi comandamenti
più dell'oro, più dell'oro fino.
128Per questo tengo cari i tuoi precetti
e odio ogni via di menzogna.
129Pe. Meravigliosa è la tua alleanza,
per questo le sono fedele.
130La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
131Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti.
132Volgiti a me e abbi misericordia,
tu che sei giusto per chi ama il tuo nome.
133Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
134Salvami dall'oppressione dell'uomo
e obbedirò ai tuoi precetti.
135Fa' risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti.
136Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché non osservano la tua legge.
137Sade. Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
138Con giustizia hai ordinato le tue leggi
e con fedeltà grande.
139Mi divora lo zelo della tua casa,
perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
140Purissima è la tua parola,
il tuo servo la predilige.
141Io sono piccolo e disprezzato,
ma non trascuro i tuoi precetti.
142La tua giustizia è giustizia eterna
e verità è la tua legge.
143Angoscia e affanno mi hanno colto,
ma i tuoi comandi sono la mia gioia.
144Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre,
fammi comprendere e avrò la vita.
145Kof. T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
146Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
147Precedo l'aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
148I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
149Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
150A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
151Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
152Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.
153Res. Vedi la mia miseria, salvami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
154Difendi la mia causa, riscattami,
secondo la tua parola fammi vivere.
155Lontano dagli empi è la salvezza,
perché non cercano il tuo volere.
156Le tue misericordie sono grandi, Signore,
secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
157Sono molti i persecutori che mi assalgono,
ma io non abbandono le tue leggi.
158Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo,
perché non custodiscono la tua parola.
159Vedi che io amo i tuoi precetti,
Signore, secondo la tua grazia dammi vita.
160La verità è principio della tua parola,
resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.
161Sin. I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
162Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
163Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge.
164Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
165Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
166Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
167Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
168Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.
169Tau. Giunga il mio grido fino a te, Signore,
fammi comprendere secondo la tua parola.
170Venga al tuo volto la mia supplica,
salvami secondo la tua promessa.
171Scaturisca dalle mie labbra la tua lode,
poiché mi insegni i tuoi voleri.
172La mia lingua canti le tue parole,
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti.
173Mi venga in aiuto la tua mano,
poiché ho scelto i tuoi precetti.
174Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è tutta la mia gioia.
175Possa io vivere e darti lode,
mi aiutino i tuoi giudizi.
176Come pecora smarrita vado errando;
cerca il tuo servo,
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
Salmi 104
1Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
2avvolto di luce come di un manto.
Tu stendi il cielo come una tenda,
3costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento;
4fai dei venti i tuoi messaggeri,
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.
5Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.
6L'oceano l'avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne.
7Alla tua minaccia sono fuggite,
al fragore del tuo tuono hanno tremato.
8Emergono i monti, scendono le valli
al luogo che hai loro assegnato.
9Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,
non torneranno a coprire la terra.
10Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
11ne bevono tutte le bestie selvatiche
e gli ònagri estinguono la loro sete.
12Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde.
13Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.
14Fai crescere il fieno per gli armenti
e l'erba al servizio dell'uomo,
perché tragga alimento dalla terra:
15il vino che allieta il cuore dell'uomo;
l'olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.
16Si saziano gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
17Là gli uccelli fanno il loro nido
e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
18Per i camosci sono le alte montagne,
le rocce sono rifugio per gli iràci.
19Per segnare le stagioni hai fatto la luna
e il sole che conosce il suo tramonto.
20Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
21ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
22Sorge il sole, si ritirano
e si accovacciano nelle tane.
23Allora l'uomo esce al suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.
24Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
25Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
26Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.
27Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
28Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
29Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
30Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.
31La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
32Egli guarda la terra e la fa sussultare,
tocca i monti ed essi fumano.
33Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare al mio Dio finché esisto.
34A lui sia gradito il mio canto;
la mia gioia è nel Signore.
35Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi.
Benedici il Signore, anima mia.
Geremia 9
1Chi mi darà nel deserto un rifugio per viandanti?
Io lascerei il mio popolo e mi allontanerei da lui,
perché sono tutti adùlteri, una massa di traditori.
2Tendono la loro lingua come un arco;
la menzogna e non la verità
domina nel paese.
Passano da un delitto all'altro
e non conoscono il Signore.
3Ognuno si guardi dal suo amico,
non fidatevi neppure del fratello,
poiché ogni fratello inganna il fratello,
e ogni amico va spargendo calunnie.
4Ognuno si beffa del suo prossimo,
nessuno dice la verità.
Hanno abituato la lingua a dire menzogne,
operano l'iniquità, incapaci di convertirsi.
5Angheria sopra angheria, inganno su inganno;
rifiutano di conoscere il Signore.
6Perciò dice il Signore degli eserciti:
"Ecco li raffinerò al crogiuolo e li saggerò;
come dovrei comportarmi con il mio popolo?
7Una saetta micidiale è la loro lingua,
inganno le parole della loro bocca.
Ognuno parla di pace con il prossimo,
mentre nell'intimo gli ordisce un tranello
8Non dovrei forse punirli per tali cose?
Oracolo del Signore.
Di un popolo come questo non dovrei vendicarmi?".
9Sui monti alzerò gemiti e lamenti,
un pianto di lutto sui pascoli della steppa,
perché sono riarsi, nessuno più vi passa,
né più si ode il grido del bestiame.
Dagli uccelli dell'aria alle bestie
tutti sono fuggiti, scomparsi.
10"Ridurrò Gerusalemme un cumulo di rovine,
rifugio di sciacalli;
le città di Giuda ridurrò alla desolazione,
senza abitanti".
11Chi è tanto saggio da comprendere questo?
A chi la bocca del Signore ha parlato perché lo annunzi?
Perché il paese è devastato,
desolato come un deserto senza passanti?
12Ha detto il Signore: "È perché hanno abbandonato la legge che avevo loro posto innanzi e non hanno ascoltato la mia voce e non l'hanno seguita,13ma han seguito la caparbietà del loro cuore e i Baal, che i loro padri avevano fatto loro conoscere".14Pertanto così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: "Ecco, darò loro in cibo assenzio, farò loro bere acque avvelenate;15li disperderò in mezzo a popoli che né loro né i loro padri hanno conosciuto e manderò dietro a loro la spada finché non li abbia sterminati".
Così dice il Signore degli eserciti:
16Attenti, chiamate le lamentatrici, che vengano!
Fate venire le più brave!
Accorrano
17e facciano presto, per intonare su di noi un lamento.
Sgorghino lacrime dai nostri occhi,
il pianto scorra dalle nostre ciglia,
18perché una voce di lamento si ode da Sion:
"Come siamo rovinati,
come profondamente confusi,
poiché dobbiamo abbandonare il paese,
lasciare le nostre abitazioni".
19Udite, dunque, o donne, la parola del Signore;
i vostri orecchi accolgano la parola della sua bocca.
Insegnate alle vostre figlie il lamento,
l'una all'altra un canto di lutto:
20"La morte è entrata per le nostre finestre,
si è introdotta nei nostri palazzi,
abbattendo i fanciulli nella via
e i giovani nelle piazze.
21I cadaveri degli uomini giacciono - dice il Signore -
come letame sui campi,
come covoni dietro il mietitore
e nessuno li raccoglie".
22Così dice il Signore:
"Non si vanti il saggio della sua saggezza
e non si vanti il forte della sua forza,
non si vanti il ricco delle sue ricchezze.
23Ma chi vuol gloriarsi si vanti di questo,
di avere senno e di conoscere me,
perché io sono il Signore che agisce con misericordia,
con diritto e con giustizia sulla terra;
di queste cose mi compiaccio".
Parola del Signore.
24"Ecco, giorni verranno - oracolo del Signore - nei quali punirò tutti i circoncisi che rimangono non circoncisi:25l'Egitto, Giuda, Edom, gli Ammoniti e i Moabiti e tutti coloro che si tagliano i capelli alle estremità delle tempie, i quali abitano nel deserto, perché tutte queste nazioni e tutta la casa di Israele sono incirconcisi nel cuore".
Atti degli Apostoli 4
1Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei,2irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dai morti.3Li arrestarono e li portarono in prigione fino al giorno dopo, dato che era ormai sera.4Molti però di quelli che avevano ascoltato il discorso credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
5Il giorno dopo si radunarono in Gerusalemme i capi, gli anziani e gli scribi,6il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti.7Fattili comparire davanti a loro, li interrogavano: "Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?".8Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: "Capi del popolo e anziani,9visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute,10la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo.11Questo Gesù è
'la pietra che, scartata' da voi, 'costruttori,
è diventata testata d'angolo.'
12In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati".
13Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e considerando che erano senza istruzione e popolani, rimanevano stupefatti riconoscendoli per coloro che erano stati con Gesù;14quando poi videro in piedi vicino a loro l'uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa rispondere.15Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo:16"Che dobbiamo fare a questi uomini? Un miracolo evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo.17Ma perché la cosa non si divulghi di più tra il popolo, diffidiamoli dal parlare più ad alcuno in nome di lui".18E, richiamatili, ordinarono loro di non parlare assolutamente né di insegnare nel nome di Gesù.19Ma Pietro e Giovanni replicarono: "Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi;20noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato".21Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando motivi per punirli, li rilasciarono a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l'accaduto.22L'uomo infatti sul quale era avvenuto il miracolo della guarigione aveva più di quarant'anni.
23Appena rimessi in libertà, andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto i sommi sacerdoti e gli anziani.24All'udire ciò, tutti insieme levarono la loro voce a Dio dicendo: "Signore, tu che 'hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi',25tu che per mezzo dello Spirito Santo dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide:
'Perché si agitarono le genti
e i popoli tramarono cose vane?'
26'Si sollevarono i re della terra
e i principi si radunarono insieme,
contro il Signore e contro il suo Cristo;'
27davvero in questa città 'si radunarono' insieme contro il tuo santo servo Gesù, che hai unto come Cristo, Erode e Ponzio Pilato con le genti e i popoli d'Israele,28per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano preordinato che avvenisse.29Ed ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare con tutta franchezza la tua parola.30Stendi la mano perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù".
31Quand'ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono pieni di Spirito Santo e annunziavano la parola di Dio con franchezza.
32La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune.33Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia.34Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto35e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.
36Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa "figlio dell'esortazione", un levita originario di Cipro,37che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l'importo deponendolo ai piedi degli apostoli.
Capitolo XXX: Chiedere l’aiuto di Dio, nella fiducia di ricevere la sua grazia
Leggilo nella Biblioteca1. O figlio, io sono "il Signore, che consola nel giorno della tribolazione" (Na 1,7). Vieni a me, quando sei in pena. Quello che pone maggiore ostacolo alla celeste consolazione è proprio questo, che troppo tardi tu ti volgi alla preghiera. Infatti, prima di rivolgere a me intense orazioni, tu vai cercando vari sollievi e ti conforti in cose esteriori. Avviene così che nulla ti è di qualche giovamento, fino a che tu non comprenda che sono io la salvezza di chi spera in me, e che, fuori di me, non c'è aiuto efficace, utile consiglio, rimedio durevole.
Ora, dunque, ripreso animo dopo la burrasca, devi trovare nuovo vigore nella luce della mia misericordia. Giacché ti sono accanto, dice il Signore, per restaurare ogni cosa, con misura, non solo piena, ma colma.
C'è forse qualcosa che per me sia difficile; oppure somiglierò io ad uno che dice e non fa? Dov'è la tua fede? Sta saldo nella perseveranza; abbi animo grande e virilmente forte. Verrà a te la consolazione, al tempo suo. Aspetta me; aspetta: verrò e ti risanerò.
E' una tentazione quella che ti tormenta; è una vana paura quella che ti atterrisce. A che serve la preoccupazione di quel che può avvenire in futuro, se non a far sì che tu aggiunga tristezza a tristezza? "Ad ogni giorno basta la sua pena" (Mt 6,34). Vano e inutile è turbarsi o rallegrarsi per cose future, che forse non accadranno mai.
2. Tuttavia, è umano lasciarsi ingannare da queste fantasie; ed è segno della nostra pochezza d'animo lasciarsi attrarre tanto facilmente verso le suggestioni del nemico. Il quale non bada se ti illuda o ti adeschi con cose vere o false; non badare se ti abbatta con l'attaccamento alle cose presenti o con il timore delle cose future.
"Non si turbi dunque il tuo cuore, e non abbia timore" (Gv 14,27). Credi in me e abbi fiducia nella mia misericordia. Spesso, quando credi di esserti allontanato da me, io ti sono accanto; spesso, quando credi che tutto, o quasi, sia perduto, allora è vicina la possibilità di un merito più grande. Non tutto è perduto quando accade una cosa contraria. Non giudicare secondo il sentire umano. Non restare così schiacciato da alcuna difficoltà, da qualunque parte essa venga; non subirla come se ti fosse tolta ogni speranza di riemergere.
Non crederti abbandonato del tutto, anche se io ti ho mandato, a suo tempo, qualche tribolazione o se ti ho privato della sospirata consolazione. Così, infatti, si passa nel regno dei cieli. Senza dubbio, per te e per gli altri miei servi, essere provati dalle avversità è più utile che avere tutto a comando. Io conosco i pensieri nascosti; so che, per la tua salvezza, è molto bene che tu sia lasciato talvolta privo di soddisfazione, perché tu non abbia a gonfiarti del successo e a compiacerti di ciò che non sei. Quel che ho dato posso riprenderlo e poi restituirlo, quando mi piacerà. Quando avrò dato, avrò dato cosa mia; quando avrò tolto, non avrò tolto cosa tua; poiché mio è "tutto il bene che viene dato"; mio è "ogni dono perfetto" (Gc 1,17).
3. Non indignarti se ti avrò mandato una gravezza o qualche contrarietà; né si prostri l'animo tuo: io ti posso subitamente risollevare, mutando tutta la tristezza in gaudio. Io sono giusto veramente, e degno di molta lode, anche quando opero in tal modo con te.
Se senti rettamente, se guardi alla luce della verità, non devi mai abbatterti così, e rattristarti, a causa delle avversità, ma devi piuttosto rallegrarti e rendere grazie; devi anzi considerare gaudio supremo questo, che io non ti risparmi e che ti affligga delle sofferenze.
"Come il padre ha amato me, così anch'io amo voi" (Gv 15,9), dissi ai miei discepoli diletti. E, per vero, non li ho mandati alle gioie di questo mondo, ma a grandi lotte; non li ho mandati agli onori, ma al disprezzo; non all'ozio, ma alla fatica, non a godere tranquillità, ma a dare molto frutto nella sofferenza.
Ricordati, figlio mio, di queste parole.
DISCORSO 175 DALLE MEDESIME PAROLE DELL'APOSTOLO (1 TIM 1, 15- 16): " E' PAROLA SICURA E DEGNA DI ESSERE DA TUTTI ACCOLTA " ECC.
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaLa causa dell'incarnazione di Cristo.
1. 1. Di ciò che è stato letto ora dal santo Vangelo, ne parla anche l'apostolo Paolo. Sono queste le parole di lui: E' parola sicura e degna d'essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali il primo sono io 1. La causa della venuta di Cristo Signore altra non è che quella di salvare i peccatori. Elimina le malattie, elimina le ferite e non c'è motivo di rimedio. Se è venuto dal cielo il grande Medico, per quanto è esteso il mondo giaceva un grande ammalato. L'ammalato è il genere umano. Ma non di tutti è la fede 2. Il Signore conosce i suoi 3. I Giudei erano superbi, si esaltavano, ambivano cose alte, si ritenevano giusti e per di più accusavano il Signore che accoglieva i peccatori. Quanti dunque erano superbi e ambivano a cose alte furono lasciati sui monti; fanno parte delle novantanove pecore 4. Che sta a significare: " Furono lasciati sui monti "? Furono lasciati nel timore terreno. Che vuol dire: " Fanno parte delle novantanove pecore "? Sono alla sinistra, non alla destra. Alla sinistra se ne contano infatti novantanove; aggiungi: Uno, si passa a destra. E' venuto infatti - come egli stesso dice in un altro passo - il Figlio dell'uomo; è venuto infatti a cercare e a salvare ciò che era perduto 5. Si era davvero perduto l'intero genere umano; di esso peccò un solo uomo nel quale era il tutto, e il tutto si perdette. Ma è venuto uno solo senza peccato a salvare dal peccato. Costoro, invece, per la loro superbia e, quel che è peggio, si trovavano infermi e si ritenevano sani.
L'infermità assai pericolosa dei Giudei. I Giudei furenti contro il medico.
2. 2. Sono ammalati in modo assai grave quelli che delirano a causa delle febbri. Quelli ridono e i sani piangono. Ride infatti chi è in preda al delirio, ma non è sano. Ma ancora: chi è di mente sana, compiange il pazzo che ride. Anzitutto, se presenti queste due questioni: Che è meglio, ridere o piangere? Chi è che non scelga per sé di ridere? Infine, a motivo del dolore salutare della penitenza, il Signore ha posto nel pianto il dolore, nel riso la ricompensa. Come? Quando afferma nel Vangelo: Beati coloro che piangono, perché rideranno 6. Quindi nel pianto è il dolore, nel riso è il premio della sapienza. Ha messo il riso al posto della gioia, non trattandosi di un ridere sguaiato, ma di esultanza. Pertanto se presenti queste due cose e chiedi quale sia la migliore di esse, ridere o piangere, ogni uomo non vuole piangere e vuole ridere. Ancora: se confronti persone e persone, che cosa è meglio: che rida il demente o che pianga il sano? L'uomo sceglie per sé la sanità con il pianto, piuttosto che il riso con la demenza. Ha tanto valore la sanità mentale da preferirsi anche unita al pianto. Così, costoro che si ritenevano sani, avevano un'infermità molto più grave e disperata; ed a causa della stessa infermità, per la quale erano fuori di sé, percuotevano anche il Medico. E' dir poco " percuotevano ": dirò tutto; non solo percuotevano, ma uccidevano addirittura. Eppure egli anche quando era messo a morte era medico, veniva percosso e curava; soffriva il folle, né abbandonava l'infermo; veniva afferrato, legato, schiaffeggiato, era colpito con la canna, lo si derideva ed insultava. Infine veniva giudicato, era condannato, sospeso alla croce e tutt'intorno si gridava contro di lui; ed era il Medico.
Cristo con il suo sangue prepara la medicina ai suoi uccisori.
3. 3. Riconosci i frenetici, riconosci anche il Medico. Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno 7. Quelli fuori di testa infierivano, e così facendo spargevano il sangue del Medico; quello poi del proprio sangue faceva medicine per i malati. Infatti non disse invano: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno. Prega il Cristiano e viene esaudito, prega Cristo e non viene esaudito? Giacché colui che esaudisce unito al Padre, perché è Dio, come non viene esaudito come uomo, quale si fece per noi? Viene pienamente esaudito. Là si trovavano, là infierivano, erano di quelli che lo rimproveravano e dicevano: Ecco, mangia in compagnia dei Publicani e dei peccatori 8. Facevano parte appunto di quel popolo dal quale veniva messo a morte proprio il medico, e anche per loro si preparava il contravveleno nel sangue di lui. Poiché infatti il Signore non solo versava il sangue, ma si serviva anche della sua stessa morte per farne medicina; risuscitò per far intendere chiaramente l'esempio della risurrezione. Soffrì la passione con la sua pazienza per dare un insegnamento alla nostra pazienza; e nella risurrezione indicò la ricompensa della pazienza. Così pure, come sapete e come riconosciamo tutti, salì al cielo, quindi fu inviato da lui lo Spirito Santo già promesso. Aveva detto infatti ai suoi discepoli: Restate in città finché non siate rivestiti di potenza dall'alto 9. Ecco dunque anche la sua promessa, venne lo Spirito Santo, ricolmò i discepoli e cominciarono a parlare nelle lingue di tutti i popoli; si mostrava in loro il segno dell'unità. Parlava allora un solo uomo in tutte le lingue, perché l'unità della Chiesa avrebbe parlato tutte le lingue. Ne furono spaventati quanti ascoltavano. In verità sapevano che erano stati uomini ignoranti, cui era nota solo una lingua; e si meravigliavano e si stupivano per il fatto che uomini di una sola lingua, o al più di due, parlassero nelle lingue di tutti i popoli; li tenne in sospeso lo stupore, perdettero l'orgoglio, da monti che erano si mutarono in valli. Se ora sono umili, sono valli; ciò che versi in essi lo ricevono, non lo perdono. Se cade acqua su una altezza corre e si perde: se invece l'acqua raggiunge un luogo avvallato e basso, è ricevuta e vi si ferma. Tali erano ora quelli: stupivano, si meravigliavano, avevano perduto la crudeltà.
La conversione degli uccisori di Cristo.
4. 4. Infine, mentre Pietro parlava, provarono la puntura del rimorso e si verificò in loro ciò che aveva predetto il Salmo: Mi sono ripiegato nella tristezza mentre mi trafiggeva una spina 10. Cos'è la spina? La compunzione del pentimento. Prendi in tal senso anche le stesse parole della Scrittura negli Atti degli Apostoli: Si sentirono trafiggere il cuore e dissero agli Apostoli: Che cosa dobbiamo fare? 11 Per questo motivo dissero: Che dobbiamo fare? Conosciamo che cosa abbiamo fatto: Che dobbiamo fare? Per quanto riguarda il nostro operato, disperiamo della salvezza. Sia rimesso al vostro giudizio se è possibile una qualche speranza di salvezza. Conosciamo che cosa abbiamo fatto, diteci che possiamo fare. Che cos'è ciò che abbiamo fatto? Non abbiamo certo ucciso un uomo dei tanti; e avremmo fatto un gran male se avessimo fatto morire un qualsiasi uomo innocente. Abbiamo scelto il brigante, abbiamo ucciso l'innocente; abbiamo scelto il morto, abbiamo ucciso il medico; diteci: Che dobbiamo fare? E Pietro: Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome del Signore nostro Gesù Cristo 12, per passare da novantanove a cento; perché trovandovi nel numero delle novantanove 13, non credevate di aver bisogno di pentimento giungendo perfino ad insultare il Signore che si circondava di peccatori e voleva farne dei pentiti. Così ora pentiti, perché avete riconosciuto il vostro peccato, fate penitenza e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome del Signore nostro Gesù Cristo; si faccia battezzare nel nome di colui che avete fatto morire senza che avesse colpa alcuna, e vi saranno perdonati i vostri peccati. Furono riportati alla speranza; provarono dolore, gemettero, si convertirono, furono risanati. Erano quelli stessi per i quali disse: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno 14.
Cristo ama i peccatori perché non siano sempre peccatori.
5. 5. Pertanto ciascuno di voi, carissimi, quando ascolta che il Signore Gesù Cristo non è venuto per i giusti, ma per i peccatori, non ami di essere peccatore; che non dica per caso dentro di sé: Se sarò giusto non avrò l'amore di Cristo; se sarò peccatore, mi amerà, perché si è abbassato per i peccatori, non per i giusti. Ti risponde infatti: Se hai conosciuto il medico, perché hai trascurato la febbre? E' certo che il medico si reca dal malato, ma ci si reca perché quello non sia sempre malato. Che diciamo, allora? Che significano queste parole? Che affermiamo? Il medico ama il malato, oppure il sano? Ama ciò che vuole fare di lui, non ciò che trova. Certamente è dal malato che si reca, non dal sano: non badare che si reca dall'uno e non si reca dall'altro; ama infatti il sano più del malato. Da questo si può capire che ama di più il sano che il malato, che non farebbe ciò se odiasse [chi è sano].
Com'è Paolo il primo dei peccatori.
5. 6. Presta dunque attenzione all'apostolo Paolo: E' parola sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali il primo sono io. Ha detto: <I>Dei quali il primo sono io 15. Com'era il primo? Prima di lui non furono peccatori tanti Giudei? Prima di lui non vi furono peccatori nel genere umano? Prima di lui nessuno di tutti gli uomini era vincolato dal peccato? Prima di lui non visse Adamo che per primo peccò e precipitò nella morte noi tutti? Che significa: Dei quali il primo sono io? Io sono il primo di questi per cui è venuto? Ma neppure questo è vero. Il primo ad essere scelto fu Pietro, primo Andrea, primi gli altri Apostoli 16; tu sei l'ultimo degli Apostoli, com'è che tu dici: Dei quali il primo sono io? Dunque l'ultimo degli Apostoli, il primo dei peccatori. Anche qui, come il primo dei peccatori? Peccò prima di te Pietro, quando negò per tre volte lo stesso Signore 17. Non voglio dire che anch'egli, se non si fosse trovato peccatore, non sarebbe passato dalla sinistra alla destra.
Il primo dei peccatori perché il peggiore di tutti.
6. 7. Che vuol dire allora: Dei quali il primo sono io 18? Che sono il peggiore di tutti. Volle dunque che per " primo " s'intendesse " il peggiore ". E' come avviene nelle costruzioni; chiunque vuol costruire che dice? Chi è il primo architetto qui? Chi è il primo operaio? Oppure, se vuole essere curato [chiede]: Chi è il primo medico? Non domanda certo chi sia il primo per anzianità, o chi sia il primo per professione, ma chi sia il primo quanto all'arte. Come quelli primi nell'arte, così costui primo nella colpevolezza. Perché Paolo è il primo nella colpevolezza? Tornate con il pensiero a Saulo. Pensando a Paolo vi siete dimenticati di Saulo; guardate il pastore, avete dimenticato il lupo. Non è forse colui al quale per lapidare Stefano non bastava una mano sola, e custodiva le vesti degli altri? Non è proprio colui che perseguitava dovunque la Chiesa? Non è proprio colui che aveva ricevuto lettere di presentazione da parte dei principi dei sacerdoti? Poiché era poca cosa per lui perseguitare i Cristiani che dimoravano in Gerusalemme, ma voleva recarsi in altre località, dove scoprirli, incatenarli e condurli ad essere puniti con la morte? Non è che percosso dal cielo e colpito udì la voce del Signore per la salvezza, mentre lungo il percorso ribolliva di furore e anelava alle stragi? Nel suo andare viene atterrato, perché apra gli occhi viene reso cieco. Quindi egli era proprio il primo persecutore, non ci fu nessuno peggiore di lui.
La conversione di Paolo.
7. 8. Ascoltate di che vi aiuti a comprendere meglio. Dopo che Paolo era già stato atterrato e già risollevato, Cristo Signore parlava appunto ad Anania, dicendogli: Va' in quella strada, vi troverai Paolo da Tarso di Cilicia, parlagli 19. Egli ha veduto un uomo, Anania, entrare da lui, e battezzarlo. Quello udì il nome di Saulo e tremò nelle mani stesse del Medico. Cosa che fa assai piacere; credo che ricordiate perché si chiamasse Saulo e lo rievocherò per coloro che non lo ricordano. Il persecutore di Davide, quello era Saul. In Davide era Cristo, Davide era figura di Cristo, Saul era figura di Saulo. Quasi che Davide dal cielo dicesse a Saul: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? 20 Anania significa: " Pecora "; il pastore parlava alla pecora, e la pecora temeva il lupo. La grande fama di questo lupo aveva fatto molta strada, per cui la pecora non si riteneva sicura neppure nelle mani del pastore. E il Signore a lui, come ad una pecora tremante di paura. Dopo aver ascoltato questo disse infatti Anania: Signore, riguardo a quest'uomo, ho udito tutto quanto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme, ed ora si dice che ha ricevuto lettere dai capi dei sacerdoti per condurre in prigionia tutti quelli che avrà arrestato 21. Dove mi mandi? Come pecora al lupo? Ma egli non badò a questa scusa. Aveva già detto infatti alle poche sue pecorelle: Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi 22. Se le pecore sono state inviate in mezzo ai lupi, perché Anania ha paura di andare da colui che ormai non è più un lupo? Temeva il lupo, ma il Signore Dio tuo ti risponderà: Del lupo ho fatto una pecora; della pecora faccio il pastore.
Lodate l'arte di Cristo medico nella cura di Paolo.
8. 9. In tal modo dunque proprio Saulo, quindi Paolo rende grazie di essergli toccata la misericordia perché si trovò il primo, quello cioè che supera gli altri nei peccati: Eppure ho ottenuto misericordia di Dio perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me tutta la sua magnanimità ad esempio di quanti avrebbero creduto per la vita eterna 23; perché tutti dicano a se stessi: Se Paolo fu risanato, perché io dispero? Se da un così eccellente Medico è stato guarito un malato senza speranza, perché io non applicherò quelle mani alle mie ferite? Non mi affretterò ad accostarmi a quelle mani? Appunto perché gli uomini dicessero questo, Saulo da persecutore venne fatto apostolo. Perché il medico dove si reca ricerca qualcuno incurabile, risana anche questo; e se lo trova in estrema povertà, ma lo trova in condizioni disperate, in tal caso non chiede ricompensa, ma fa valere l'arte. Dunque parlerò di ciò che avevo iniziato a dire. Pertanto, come Saulo dimostrava gratitudine del fatto di essere stato scelto e risanato da Cristo perché era peccatore e non disse: Resterò nel peccato, perché Cristo è venuto per me, non per un giusto, così anche tu, che avevi ascoltato che Cristo è venuto per i peccatori 24, non startene a dormire in comodo letto, ma ascolta appunto Paolo che dice: Svègliati, tu che dormi, e dèstati dai morti, e Cristo ti illuminerà 25. Non amare il letto del peccato. Ancor prima è stato detto: Trasformasti in infermità tutto il suo letto 26. Svègliati, sii sano, ama la sanità e non passare di nuovo, per superbia, dalla destra alla sinistra, dalla valle ai monti, dall'umiltà alla boria. Quando sarai stato risanato, cioè quando avrai iniziato a vivere secondo giustizia, attribuiscila a Dio, non a te. Non sei stato infatti salvato dicendo le tue lodi, ma accusandoti. Giacché, se ti loderai per superbia, ti ammalerai più gravemente. Infatti ognuno che si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato 27. Rivolti al Signore...
1 - 1 Tm 1, 15.
2 - Cf. 2 Ts 3, 2.
3 - Cf. 2 Tm 2, 19.
4 - Cf. Mt 18, 12.
5 - Lc 19, 10.
6 - Lc 6, 21.
7 - Lc 23, 34.
8 - Mc 2, 16.
9 - Lc 24, 49.
10 - Sal 31, 4.
11 - At 2, 37.
12 - At 2, 38.
13 - Ibidem.
14 - Lc 23, 34.
15 - 1 Tm 1, 15.
16 - Cf. Mt 4, 18.
17 - Cf. Mt 26, 70-74.
18 - 1 Tm 1, 15.
19 - At 9, 11.
20 - At 22, 7; 26, 14.
21 - At 9, 13.
22 - Mt 10, 16.
23 - Ef 5, 14.
24 - Mt 9, 13.
25 - Ef 5, 14.
26 - Sal 40, 4.
27 - Lc 18, 14.
Capitolo nono - O clemente, o pia
Le glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori
Leggilo nella BibliotecaQuanto è grande la clemenza e la pietà di Maria
Parlando della grande pietà che la Vergine ha verso di noi miserabili, san Bernardo dice che « Maria è la terra promessa, che produce in abbondanza latte e miele ». San Leone dice che le viscere della Vergine sono così ricche di misericordia, che ella merita non solo di essere chiamata misericordiosa, ma la misericordia stessa. San Bonaventura, considerando che Maria è stata fatta Madre di Dio in favore dei miserabili e che a lei è affidato il compito di dispensare la misericordia; considerando inoltre la grande cura che ella si prende di tutti i miseri, che la rende così ricca di pietà, che pare non desideri altro se non dar sollievo ai bisognosi, diceva che quando guardava Maria, gli sembrava di non vedere più la divina giustizia, ma solamente la divina misericordia di cui Maria è rivestita. Così grande insomma è la bontà di Maria che, come dice l'abate Guerrico, le sue viscere amorose non desistono mai dal produrre frutti di pietà. E san Bernardo esclama: « Che altro può scaturire da una fonte di pietà se non pietà? ». Perciò Maria fu paragonata all'ulivo: « Come bell'ulivo nei campi » (Eccli [= Sir] 24,19 Volg.), perché come dall'ulivo non esce altro che olio, simbolo della misericordia, così dalle mani di Maria non escono che grazie e misericordie. Perciò il venerabile Luigi da Ponte dice: « Giustamente Maria può essere chiamata Madre dell'olio, poiché è madre della misericordia ». Quindi, se ricorriamo a questa buona Madre per chiederle l'olio della sua pietà, non possiamo temere che ce lo neghi, come lo negarono le vergini prudenti alle stolte rispondendo: « Che non abbia a mancare per noi e per voi » (Mt 25,9). No, poiché Maria è ricca di quest'olio di misericordia, come afferma san Bonaventura. Perciò la santa Chiesa la chiama Vergine non solo prudente, ma prudentissima, affinché, dice Ugo di san Vittore, noi comprendiamo che Maria è così piena di grazia e di pietà, che basta a provvederne tutti, senza che a lei ne manchi: « Se le vergini prudenti insieme alle lampade presero anche dell'olio nei vasi, tu, Vergine prudentissima, portasti un vaso sovrabbondante e inesauribile, versando dal quale l'olio della misericordia, potessi illuminare le lampade di tutti ». Ma perché si dice che questo bell'ulivo sta in mezzo ai « campi » e non piuttosto in mezzo a un orto circondato da muri o da siepi? Ugo di san Vittore risponde: « Affinché tutti possano facilmente vederlo e ricorrervi per ottenere rimedio ai loro bisogni ». Questo bel pensiero èconfermato da sant'Antonino: « Ad un ulivo che sta esposto in un campo aperto tutti possono avvicinarsi e coglierne il frutto. A Maria tutti possono ricorrere, giusti e peccatori, per ottenere la sua misericordia ». E il santo aggiunge: « Quante sentenze di castighi questa santa Vergine ha saputo revocare con le sue pietose preghiere in favore dei peccatori che sono ricorsi a lei! » Il devoto Tommaso da Kempis scrive: « Quale altro rifugio più sicuro possiamo noi trovare che il seno pietoso di Maria? Là il povero trova il suo alloggio, là l'infermo trova la sua medicina, l'afflitto il sollievo, il dubbioso il consiglio, l'abbandonato il soccorso ». Poveri noi, se non avessimo questa Madre di misericordia, attenta e sollecita a soccorrerci nelle nostre miserie! « Dove non c'è la donna, geme e patisce l'infermo » (Eccli [= Sir] 36,27 Volg.). San Giovanni Damasceno afferma che questa donna è appunto Maria, mancando la quale, patisce ogni infermo. Infatti, poiché Dio vuole che tutte le grazie si dispensino per le preghiere di Maria, se queste venissero a mancare, non vi sarebbe speranza di misericordia, come il Signore rivelò a santa Brigida. Temiamo forse che Maria non veda e non compatisca le nostre miserie? No, poiché le vede e le compatisce molto meglio di noi. Dice sant'Antonino: « Non si trova nessuno tra i santi che ci compatisca nei nostri mali come la beata Vergine Maria ». « Dovunque si trova una miseria, la tua misericordia accorre e soccorre », esclama Riccardo di san Vittore rivolgendosi a lei. Lo conferma il Mendoza: « Sicché, Vergine benedetta, tu dispensi largamente le tue misericordie, dovunque scopri le nostre miserie ». Da tale ufficio di pietà non desisterà mai la nostra buona Madre, come dichiara essa stessa: « Sino al secolo futuro non verrò meno e nell'abitazione santa al suo cospetto esercitai il ministero » (Eccli [= Sir] 24,14 Volg.). Il cardinale Ugo di san Caro commenta: « Sino al secolo futuro, cioè dei beati, non cesserò, dice Maria, di soccorrere le miserie degli uomini e di pregare per i peccatori, affinché si salvino e siano liberati dalla miseria eterna » Svetonio narra che l'imperatore Tito era così desideroso di concedere grazie a chi gliele chiedeva, che nei giorni in cui non aveva l'occasione di farne, diceva afflitto: « Ho perduto un giorno »; questo giorno è stato perduto per me, perché l'ho passato senza beneficare nessuno. Verosimilmente, Tito diceva questo più per vanità o per ricerca di stima, che per un sentimento di carità. Ma la nostra sovrana Maria, se un giorno non avesse l'occasione di fare nessuna grazia, direbbe la stessa cosa solo perché è piena di carità e di desiderio di farci del bene. Anzi, dice Bernardino da Busto, la Vergine vuole dispensare a noi le grazie più di quanto noi desideriamo riceverle. Perciò quando ricorriamo a lei, la troveremo sempre con le mani piene di misericordia e di liberalità. Fu figura di Maria Rebecca, la quale, al servo di Abramo che le chiedeva un po' d'acqua per bere, rispose: « Anche per i tuoi cammelli attingerò, finché abbiano bevuto abbastanza » (Gn 24,19). Perciò san Bernardo si rivolge così alla beata Vergine: « Signora, non soltanto al servo di Abramo, ma anche ai cammelli versa acqua dalla tua anfora traboccante ». Egli vuol dire: Signora, tu sei ben più pietosa e generosa di Rebecca e perciò non ti contenti di dispensare le grazie della tua immensa misericordia solamente ai servi di Abramo, che simboleggiano i servi fedeli a Dio, ma le dispensi anche ai cammelli, che sono figura dei peccatori. Come Rebecca diede più di ciò che le fu richiesto, così Maria dona più di quel che le si domanda. « La liberalità di Maria, dice Riccardo di san Lorenzo, somiglia alla liberalità di suo Figlio, il quale dà sempre più di quanto gli si chiede ». Perciò san Paolo lo proclama « ricco verso tutti quelli che l'invocano » (Rm 10,12). Così un devoto autore dice alla Vergine: « Signora, prega tu per me, perché tu chiederai le grazie per me con maggiore devozione di quel che io oserei fare e mi otterrai da Dio grazie maggiori di quelle che io potrei sperare ». Quando i Samaritani rifiutarono di ricevere Gesù Cristo e la sua dottrina, san Giacomo e san Giovanni chiesero alloro Maestro: « Signore, vuoi che diciamo che scenda il fuoco dal cielo e li distrugga? ». Ma il Salvatore rispose: « Non sapete di quale spirito siete » (Lc 9,55). Come se dicesse: « Io sono di uno spirito così pietoso e dolce che sono venuto dal cielo per salvare, non per punire i peccatori; e voi volete vederli perduti? Che fuoco, che castigo? Tacete, non mi parlate più di castighi, perché non è questo il mio spirito ». Ma non possiamo dubitare che Maria, il cui spirito è perfettamente simile a quello del Figlio, non sia tutta incline a usare misericordia, poiché, come ella disse a santa Brigida: « Io sono chiamata madre della misericordia e la misericordia di Dio mi ha fatto così pietosa e dolce verso tutti ». Perciò san Giovanni vide Maria vestita di sole: « Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole » (Ap 12,1). Commentando queste parole, san Bernardo dice alla Vergine: « Tu vesti il sole e da lui vieni vestita ». Signora, tu hai vestito il sole - il Verbo divino - della carne umana; ma egli ha vestito te della sua potenza e della sua misericordia. Questa Regina è così pia e benigna, dice san Bernardo, che quando qualunque peccatore va a raccomandarsi alla sua pietà, ella non si mette ad esaminare i meriti di lui, se è degno o no di essere esaudito, ma esaudisce e soccorre tutti. Maria è chiamata « Bella come la luna » (Ct 6,9). La luna illumina e reca vantaggio anche ai corpi più bassi della terra; così Maria, scrive sant'Ildeberto, illumina e soccorre i peccatori più indegni: « Bella come la luna, perché è bello far del bene agli indegni ». E benché la luna prenda tutta la sua luce dal sole, opera più presto del sole: « Quello che il sole fa in un anno, la luna lo fa in un mese », osserva un autore. Perciò sant'Anselmo dice: « A volte troviamo più velocemente la salvezza invocando il nome di Maria che invocando quello di Gesu». Dunque, ci esorta Ugo di san Vittore, se i nostri peccati ci fanno temere di accostarci a Dio, perché è una Maestà infinita che abbiamo offeso, non dobbiamo esitare a ricorrere a Maria, poiché in lei non troveremo nulla che ci spaventi. E’ vero che è santa, che è immacolata, regina del mondo, Madre di Dio; ma è della nostra carne, figlia di Adamo come noi. Insomma, dice san Bernardo, tutto ciò che appartiene a Maria è grazia e bontà poiché ella, come madre di misericordia, si è fatta tutta a tutti e per la sua grande carità si è resa debitrice verso i giusti e i peccatori. A tutti apre il seno della sua misericordia, affinché tutti ricevano dalla sua pienezza. Il demonio, dice san Pietro: « Va in giro come un leone ruggente, cercando qualcuno da divorare » (lPt 5,8). Maria al contrario, scrive Bernardino da Busto, va sempre cercando per dare la vita e salvare chi può. Dobbiamo essere certi, dice san Germano, che la protezione di Maria è più grande e potente di quanto noi possiamo comprendere. Perché mai Dio, che nell'antica legge era così rigoroso nel punire, usa ora tanta misericordia ai re dei più gravi peccati? A questa domanda l'autore del Pomerio risponde: « Lo fa per amore e per i meriti di Maria ». « Da quanto tempo sarebbe sprofondato il mondo, esclama san Fulgenzio, se Maria non lo avesse sostenuto con le sue preghiere! ». Sant'Arnoldo abate aggiunge che possiamo presentarci a Dio con piena sicurezza e sperarne ogni bene, perché il Figlio è nostro mediatore presso il Padre e la Madre presso il Figlio. Come il Padre non esaudirebbe il Figlio quando gli mostra le ferite sofferte per i peccatori? E come il Figlio non esaudirebbe la Madre, quando gli mostra il seno che lo ha nutrito. San Pier Crisologo dice con bella energia: « Questa Vergine unica, avendo alloggiato Dio nel suo seno, esige come prezzo dell'alloggio la pace per il mondo, la salvezza per i perduti, la vita per i morti » Dice l'abate di Selles: « Quanti che meriterebbero di essere condannati dalla divina giustizia sono salvati dalla pietà di Maria! Tesoro di Dio e tesoriera di tutte le grazie, la nostra salvezza è nelle sue mani». Ricorriamo dunque sempre a questa grande Madre di misericordia e speriamo fermamente di salvarci per mezzo della sua intercessione, poiché ella - ci incoraggia Bernardino da Busto - « è la nostra salvezza, la vita, la speranza, il consiglio, il rifugio, l'aiuto nostro». «Accostiamoci... con fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia per opportuno soccorso » (Eb 4,16): questo trono a cui l'Apostolo ci esorta a ricorrere fiduciosamente è appunto Maria, commenta sant'Antonino. Perciò santa Caterina da Siena la chiamava « Dispensatrice della misericordia ». Concludiamo dunque con la bella e dolce esclamazione di san Bernardo sulle parole: O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria. « O Maria, tu sei clemente verso i miseri, pia verso quelli che ti pregano, dolce verso quelli che ti amano. Clemente verso i penitenti, pia verso quelli che fanno progressi, dolce verso quelli che sono perfetti. Ti mostri clemente liberandoci dai castighi, pia nel dispensarci le grazie, dolce donandoti a quelli che ti cercano ».
Esempio
Il padre Carlo Bovio racconta che a Dormans, in Francia, vi era un uomo il quale, pur essendo sposato, aveva una relazione con un'altra donna. La moglie, non potendo sopportare ciò, non faceva altro che invocare su di loro i castighi di Dio. Un giorno, andò in una chiesa, davanti a un altare della beata Vergine, a chiedere giustizia contro la donna che le toglieva il marito. Davanti a questa stessa immagine andava ogni giorno anche quella peccatrice a recitare un'Ave Maria. Una notte la divina Madre apparve in sogno alla moglie la quale, appena la vide, cominciò il suo solito ritornello: «Giustizia? A me chiedi giustizia? Va', trova altri che te la facciano; io non te la posso fare. Sappi che quella peccatrice mi recita ogni giorno un saluto e, qualunque sia la persona che così mi prega, io non posso permettere che essa soffra e sia castigata per i suoi peccati». Quando fu giorno, la moglie andò a sentire la messa in quella chiesa della Madonna. Uscendo da lì, incontrò l'amante del marito e cominciò a ingiuriarla e a dire che era una fattucchiera, che con i suoi sortilegi era riuscita ad incantare anche la santa Vergine. « Taci, le diceva la gente, che dici? ». « Perché dovrei tacere? Quel che dico è assolutamente vero. Stanotte mi è apparsa la Madonna e siccome le chiedevo di farmi giustizia, mi ha risposto che non poteva a causa di un saluto che questa donna malvagia le rivolge ogni giorno ». Chiesero allora alla colpevole quale era questo saluto; rispose che era l'Ave Maria. Ma sentendo che per quella semplice devozione la beata Vergine le usava tanta misericordia, la donna andò subito a inginocchiarsi davanti a quella santa immagine e alla presenza di tutti, chiedendo perdono dello scandalo che aveva dato, fece voto di castità perpetua. Poi, rivestito l'abito religioso, si fabbricò una piccola stanza vicino alla chiesa e vi si rinchiuse perseverando in continua penitenza fino alla morte.
Preghiera
Madre di misericordia, poiché sei così compassionevole, poiché hai tanto desiderio di fare del bene a noi miserabili e di accontentare le nostre domande, io, il più misero di tutti gli uomini, ricorro oggi alla tua pietà, affinché tu mi conceda ciò che ti chiedo. Che gli altri ti domandino quel che vogliono: la salute del corpo, guadagni e vantaggi materiali; io ti chiedo, Signora, quelle cose che tu desideri da me, che più sono conformi e gradite al tuo sacro cuore. Tu fosti così umile; ottienimi dunque l'umiltà e l'amore degli schemi. Tu fosti così paziente nelle pene di questa vita; ottienimi la pazienza nelle contrarietà. Tu fosti tutta piena d'amore verso Dio; ottienimi il dono del santo e puro amore. Tu fosti tutta carità verso il prossimo; ottienimi la carità verso tutti, particolarmente verso quelli che mi sono nemici. Tu fosti tutta unita alla volontà divina; ottienimi una totale conformità a tutto quello che Dio dispone per me. Tu insomma sei la più santa fra tutte le creature; Maria, fammi santo. A te non fa difetto l'amore: tutto puoi e tutto vuoi ottenermi. Dunque può impedirmi di ricevere le tue grazie soltanto la mia negligenza nel ricorrere a te o la mia poca fiducia nella tua intercessione. Ma questa perseveranza nella preghiera e questa fiducia me le devi ottenere tu stessa. Queste due grazie supreme a te le chiedo, da te le voglio, da te fermamente le spero, o Maria, Maria madre mia, mia speranza, mio amore, mia vita, mio rifugio, mio aiuto e mia consolazione. Amen.
Mio Dio, come sono varie le sofferenze che mi mandi!
Beata Alexandrina Maria da Costa
All'alba cominciai a soffrire per il viaggio di Deolinda. Partiva con
persone che io stimo, per visitare persone che io amo tanto. Ero
contenta, ma avrei voluto andarvi anch'io. Offersi al Signore il
sacrificio di non manifestare i miei sentimenti. Ma alla fine non seppi
vincere e mostrai la mia penosa nostalgia. Rimasi sulla mia croce fatta
più dolorosa dalla preoccupazione per quanto avrebbe potuto avvenire
durante il viaggio, per la debolezza fisica di mia sorella, per il
pericolo di tutti, per il timore che non potessero passare a visitare
il mio p. Pinho, visita che gli avrebbe procurato un grande piacere. Mi
sentii anche più piccola nel vedere che persone riguardevoli si
scomodavano per noi: tale pensiero mi perseguita in questi giorni ogni
volta che ricevo la visita di qualcuno. Durante la notte ho sofferto la
conseguenza di quella giornata. Senza volerlo, ricordavo quanto era
avvenuto. Gesù non mi ha neppure dato il conforto della confessione; e
non è stato la prima volta... Bramo continuamente la visita del
confessore per purificare sempre più la mia anima. Ma, dopo essermi
confessata, che amarezza! Tuttavia sono in pace: la mia anima è
tranquilla perché sono sempre sincera e non penso ad ingannare.
- Accetta, Gesù, la mia amarezza. La voglio e la amo perché Ti amo e amo le anime. -
Vi erano due notti accostate: la notte là fuori e la notte dentro di
me. Il demonio, durante il giorno, mi aveva affermato che nel viaggio
era avvenuto un disastroso incidente alle persone a me tanto care. È
padre della menzogna. Infatti poco dopo erano arrivate, ma non ne avevo
provato gioia: Gesù non me la concesse. Sono stata alquanto tempo con
d. Umberto, venuto a darmi luce e a togliermi i miei dubbi. Non mi
pareva vero che fosse vicino a me: lo sentivo tanto lontano da non
avere nulla per poterlo raggiungere; il suo volto mi pareva soltanto un
guscio d'uovo. Mio Dio, come sono varie le sofferenze che mi mandi! ...
Durante la notte venne il demonio e chiamò i suoi colleghi: erano
molti. Grandemente afflitta, temevo di far sentire i miei gemiti. Il
maledetto mi diceva: - Zitta! Che non venga qui quel... (diceva brutti
nomi al sacerdote). Quando avrò fatto di te quello che voglio, andrò ad
ucciderlo. Morirà sotto i miei piedi. -
Io stavo sopra abissi spaventosi: mio Gesù, che oscurità! Solo di tanto
in tanto cadevano su di essi delle foglie bianche che mettevano
maggiormente in risalto il cupo delle tenebre... I demoni mi
lasciarono... Triste, molto triste, invocai Gesù.
- Va' avanti, figlia, a compiere la tua missione... Hai visto i petali
bianchi che cadevano su quegli abissi? Sono petali della tua
riparazione: con il loro candore illuminano le anime che stanno in
quelle tenebre... - Non ebbi paura che il demonio realizzasse davvero
la sua minaccia; ma al mattino, sentendo molto silenzio nella camera
vicina, mi venne il timore che il sacerdote fosse morto davvero. Il
Signore però non l'aveva permesso. Quando d. Umberto venne da me per
continuare a parlare delle cose dell'anima mia, io continuai a sentirmi
lontana, molto lontana, immersa in un mare di dolori nell'anima e nel
corpo. Dentro di me sentivo, ogni tanto, scosse terribili; una grande
ripugnanza nel dover dire ciò che avveniva in me. Mi sentivo piccola e
miserabile... (diario, 22-2-1945).