Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 26 giugno 2025 - San Rodolfo (Letture di oggi)

È un semplice gesto, quello di toccare con la mano la statua del Risorto a Medjugorje, o appoggiare il viso contro il freddo bronzo nel durare di una preghiera sussurrata con un filo di voce. È un gesto che compie ogni pellegrino, un gesto molto umano anche se forse poco sacro. Nessuno di noi si vergogna di farlo e neppure ha voglia di spiegarlo: dice tutto il nostro bisogno di appoggiarci a Cristo, di sentirlo vicino. Appunto, quasi di toccarlo. Non è una mancanza di fede; anzi, è la concretezza del nostro credere. Non è razionale, non è logico tutto ciò? Non fa niente. Spesso i fili logici servono solo per far inciampare le persone. Toccare, perché? Per far circolare l'amore in noi, per stabilire un contatto, una relazione... Ma ciò che forse ci sfugge è che, chi tocca, prima è stato toccato! Cristo Risorto, che tutti toccano nella Sua statua a Medjugorje, aveva già  toccato molti cuori: un tocco benedetto che ha scatenato conversioni e guarigioni fisiche e spirituali. Infatti, ogni giorno siamo toccati dalla grazia! (Don Nikola Vucic)

Liturgia delle Ore - Letture

Sabato della 6° settimana del tempo di Avvento e Natale

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 2

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio.3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme,5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
8C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,10ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

14"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".16Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

21Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

22Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,23come è scritto nella Legge del Signore: 'ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore';24e per offrire in sacrificio 'una coppia di tortore o di giovani colombi', come prescrive la Legge del Signore.
25Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele;26lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.27Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,28lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

29"Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
31preparata da te davanti a tutti i popoli,
32luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele".

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".

36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

41I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza;43ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.44Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti;45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.48Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo".49Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?".50Ma essi non compresero le sue parole.

51Partì dunque con loro e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.52E Gesù 'cresceva' in sapienza, età 'e grazia davanti a Dio e agli uomini'.


Numeri 30

1Mosè riferì agli Israeliti quanto il Signore gli aveva ordinato.
2Mosè disse ai capi delle tribù degli Israeliti: "Questo il Signore ha ordinato:3Quando uno avrà fatto un voto al Signore o si sarà obbligato con giuramento ad una astensione, non violi la sua parola, ma dia esecuzione a quanto ha promesso con la bocca.4Quando una donna avrà fatto un voto al Signore e si sarà obbligata ad una astensione, mentre è ancora in casa del padre, durante la sua giovinezza,5se il padre, avuta conoscenza del voto di lei e dell'astensione alla quale si è obbligata, non dice nulla, tutti i voti di lei saranno validi e saranno valide tutte le astensioni alle quali si sarà obbligata.6Ma se il padre, quando ne viene a conoscenza, le fa opposizione, tutti i voti di lei e tutte le astensioni alle quali si sarà obbligata, non saranno validi; il Signore la perdonerà, perché il padre le ha fatto opposizione.7Se si marita quando è legata da voti o da un obbligo di astensione assunto alla leggera con le labbra,8se il marito ne ha conoscenza e quando viene a conoscenza non dice nulla, i voti di lei saranno validi e saranno validi gli obblighi di astensione da lei assunti.9Ma se il marito, quando ne viene a conoscenza, le fa opposizione, egli annullerà il voto che essa ha fatto e l'obbligo di astensione che essa si è assunta alla leggera; il Signore la perdonerà.10Ma il voto di una vedova o di una donna ripudiata, qualunque sia l'obbligo che si è assunto, rimarrà valido.11Se una donna nella casa del marito farà voti o si obbligherà con giuramento ad una astensione12e il marito ne avrà conoscenza, se il marito non dice nulla e non le fa opposizione, tutti i voti di lei saranno validi e saranno validi tutti gli obblighi di astensione da lei assunti.13Ma se il marito, quando ne viene a conoscenza, li annulla, quanto le sarà uscito dalle labbra, voti od obblighi di astensione, non sarà valido; il marito lo ha annullato; il Signore la perdonerà.14Il marito può ratificare e il marito può annullare qualunque voto e qualunque giuramento, per il quale essa sia obbligata a mortificarsi.15Ma se il marito, da un giorno all'altro, non dice nulla in proposito, egli ratifica così tutti i voti di lei e tutti gli obblighi di astensione da lei assunti; li ratifica perché non ha detto nulla a questo proposito quando ne ha avuto conoscenza.16Ma se li annulla qualche tempo dopo averne avuto conoscenza, porterà il peso della colpa della moglie".
17Queste sono le leggi che il Signore prescrisse a Mosè riguardo al marito e alla moglie, al padre e alla figlia, quando questa è ancora fanciulla, in casa del padre.


Salmi 28

1'Di Davide.'

A te grido, Signore;
non restare in silenzio, mio Dio,
perché, se tu non mi parli,
io sono come chi scende nella fossa.

2Ascolta la voce della mia supplica,
quando ti grido aiuto,
quando alzo le mie mani
verso il tuo santo tempio.
3Non travolgermi con gli empi,
con quelli che operano il male.
Parlano di pace al loro prossimo,
ma hanno la malizia nel cuore.

4Ripagali secondo la loro opera
e la malvagità delle loro azioni.
Secondo le opere delle loro mani,
rendi loro quanto meritano.
5Poiché non hanno compreso l'agire del Signore
e le opere delle sue mani,
egli li abbatta e non li rialzi.
6Sia benedetto il Signore,
che ha dato ascolto alla voce della mia preghiera;
7il Signore è la mia forza e il mio scudo,
ho posto in lui la mia fiducia;
mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore,
con il mio canto gli rendo grazie.

8Il Signore è la forza del suo popolo,
rifugio di salvezza del suo consacrato.
9Salva il tuo popolo e la tua eredità benedici,
guidali e sostienili per sempre.


Salmi 104

1Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
2avvolto di luce come di un manto.
Tu stendi il cielo come una tenda,
3costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento;
4fai dei venti i tuoi messaggeri,
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.

5Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.
6L'oceano l'avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne.
7Alla tua minaccia sono fuggite,
al fragore del tuo tuono hanno tremato.
8Emergono i monti, scendono le valli
al luogo che hai loro assegnato.
9Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,
non torneranno a coprire la terra.

10Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
11ne bevono tutte le bestie selvatiche
e gli ònagri estinguono la loro sete.
12Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde.

13Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.
14Fai crescere il fieno per gli armenti
e l'erba al servizio dell'uomo,
perché tragga alimento dalla terra:
15il vino che allieta il cuore dell'uomo;
l'olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.

16Si saziano gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
17Là gli uccelli fanno il loro nido
e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
18Per i camosci sono le alte montagne,
le rocce sono rifugio per gli iràci.

19Per segnare le stagioni hai fatto la luna
e il sole che conosce il suo tramonto.
20Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
21ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
22Sorge il sole, si ritirano
e si accovacciano nelle tane.
23Allora l'uomo esce al suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.

24Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
25Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
26Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.

27Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
28Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
29Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
30Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

31La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
32Egli guarda la terra e la fa sussultare,
tocca i monti ed essi fumano.
33Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare al mio Dio finché esisto.
34A lui sia gradito il mio canto;
la mia gioia è nel Signore.

35Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi.
Benedici il Signore, anima mia.


Geremia 5

1Percorrete le vie di Gerusalemme,
osservate bene e informatevi,
cercate nelle sue piazze
se trovate un uomo,
uno solo che agisca giustamente
e cerchi di mantenersi fedele,
e io le perdonerò, dice il Signore.
2Anche quando esclamano: "Per la vita del Signore!",
certo giurano il falso.
3Signore, i tuoi occhi non cercano forse la fedeltà?
Tu li hai percossi, ma non mostrano dolore;
li hai fiaccati, ma rifiutano di comprendere la correzione.
Hanno indurito la faccia più di una rupe,
non vogliono convertirsi.
4Io pensavo: "Certo, sono di bassa condizione,
agiscono da stolti,
perché non conoscono le vie del signore,
il diritto del loro Dio.
5Mi rivolgerò ai grandi
e parlerò loro.
Certo, essi conoscono la via del Signore,
il diritto del loro Dio".
Ahimè, anche questi hanno rotto il giogo,
hanno spezzato i legami!
6Per questo li azzanna il leone della foresta,
il lupo delle steppe ne fa scempio,
il leopardo sta in agguato vicino alle loro città,
quanti ne escono saranno sbranati;
perché si sono moltiplicati i loro peccati,
sono aumentate le loro ribellioni.
7"Perché ti dovrei perdonare?
I tuoi figli mi hanno abbandonato,
hanno giurato per chi non è Dio.
Io li ho saziati ed essi hanno commesso adulterio,
si affollano nelle case di prostituzione.
8Sono come stalloni ben pasciuti e focosi:
ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo.
9Non dovrei forse punirli per questo?
Oracolo del Signore.
E di un popolo come questo
non dovrei vendicarmi?
10Salite sui suoi filari e distruggeteli,
compite uno sterminio;
strappatene i tralci,
perché non sono del Signore.
11Poiché, certo, mi si sono ribellate
la casa d'Israele e la casa di Giuda".
Oracolo del Signore.
12Hanno rinnegato il Signore,
hanno proclamato: "Non è lui!
Non verrà sopra di noi la sventura,
non vedremo né spada né fame.
13I profeti sono come il vento,
la sua parola non è in essi".
14Perciò dice il Signore,
Dio degli eserciti:
"Questo sarà fatto loro,
poiché hanno pronunziato questo discorso:
Ecco io farò delle mie parole
come un fuoco sulla tua bocca.
Questo popolo sarà la legna che esso divorerà.
15Ecco manderò contro di voi
una nazione da lontano, o casa di Israele.
Oracolo del Signore.
È una nazione valorosa,
è una nazione antica!
Una nazione di cui non conosci la lingua
e non comprendi che cosa dice.
16La sua faretra è come un sepolcro aperto.
Essi sono tutti prodi.
17Divorerà le tue messi e il tuo pane;
divorerà i tuoi figli e le tue figlie;
divorerà i greggi e gli armenti;
divorerà le tue vigne e i tuoi fichi;
distruggerà le città fortificate
nelle quali riponevi la fiducia.

18Ma anche in quei giorni, dice il Signore,
non farò di voi uno sterminio".

19Allora, se diranno: "Perché il Signore nostro Dio ci fa tutte queste cose?", tu risponderai: "Come voi avete abbandonato il Signore e avete servito divinità straniere nel vostro paese, così servirete gli stranieri in un paese non vostro".

20Annunziatelo nella casa di Giacobbe,
fatelo udire in Giuda dicendo:
21"Questo dunque ascoltate,
o popolo stolto e privo di senno,
che ha occhi ma non vede,
che ha orecchi ma non ode.
22Voi non mi temerete? Oracolo del Signore.
Non tremerete dinanzi a me,
che ho posto la sabbia per confine al mare,
come barriera perenne che esso non varcherà?
Le sue onde si agitano ma non prevalgono,
rumoreggiano ma non l'oltrepassano".
23Ma questo popolo ha un cuore
indocile e ribelle;
si voltano indietro e se ne vanno,
24e non dicono in cuor loro:
"Temiamo il Signore nostro Dio
che elargisce la pioggia d'autunno
e quella di primavera a suo tempo,
ha fissato le settimane per la messe
e ce le mantiene costanti".
25Le vostre iniquità hanno sconvolto queste cose
e i vostri peccati tengono lontano da voi il benessere;

26poiché tra il mio popolo vi sono malvagi
che spiano come cacciatori in agguato,
pongono trappole
per prendere uomini.
27Come una gabbia piena di uccelli,
così le loro case sono piene di inganni;
perciò diventano grandi e ricchi.
28Sono grassi e pingui,
oltrepassano i limiti del male;
non difendono la giustizia,
non si curano della causa dell'orfano,
non fanno giustizia ai poveri.
29Non dovrei forse punire queste colpe?
Oracolo del Signore.
Di un popolo come questo
non dovrei vendicarmi?
30Cose spaventose e orribili
avvengono nel paese.
31I profeti predicono in nome della menzogna
e i sacerdoti governano al loro cenno;
eppure il mio popolo è contento di questo.
Che farete quando verrà la fine?


Atti degli Apostoli 4

1Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei,2irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dai morti.3Li arrestarono e li portarono in prigione fino al giorno dopo, dato che era ormai sera.4Molti però di quelli che avevano ascoltato il discorso credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
5Il giorno dopo si radunarono in Gerusalemme i capi, gli anziani e gli scribi,6il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti.7Fattili comparire davanti a loro, li interrogavano: "Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?".8Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: "Capi del popolo e anziani,9visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute,10la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo.11Questo Gesù è

'la pietra che, scartata' da voi, 'costruttori,
è diventata testata d'angolo.'

12In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati".
13Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e considerando che erano senza istruzione e popolani, rimanevano stupefatti riconoscendoli per coloro che erano stati con Gesù;14quando poi videro in piedi vicino a loro l'uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa rispondere.15Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo:16"Che dobbiamo fare a questi uomini? Un miracolo evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo.17Ma perché la cosa non si divulghi di più tra il popolo, diffidiamoli dal parlare più ad alcuno in nome di lui".18E, richiamatili, ordinarono loro di non parlare assolutamente né di insegnare nel nome di Gesù.19Ma Pietro e Giovanni replicarono: "Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi;20noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato".21Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando motivi per punirli, li rilasciarono a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l'accaduto.22L'uomo infatti sul quale era avvenuto il miracolo della guarigione aveva più di quarant'anni.

23Appena rimessi in libertà, andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto i sommi sacerdoti e gli anziani.24All'udire ciò, tutti insieme levarono la loro voce a Dio dicendo: "Signore, tu che 'hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi',25tu che per mezzo dello Spirito Santo dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide:

'Perché si agitarono le genti
e i popoli tramarono cose vane?'
26'Si sollevarono i re della terra
e i principi si radunarono insieme,
contro il Signore e contro il suo Cristo;'

27davvero in questa città 'si radunarono' insieme contro il tuo santo servo Gesù, che hai unto come Cristo, Erode e Ponzio Pilato con le genti e i popoli d'Israele,28per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano preordinato che avvenisse.29Ed ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare con tutta franchezza la tua parola.30Stendi la mano perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù".
31Quand'ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono pieni di Spirito Santo e annunziavano la parola di Dio con franchezza.

32La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune.33Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia.34Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto35e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

36Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa "figlio dell'esortazione", un levita originario di Cipro,37che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l'importo deponendolo ai piedi degli apostoli.


Capitolo XXIII: La meditazione della morte

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 1. Ben presto la morte sarà qui, presso di te. Considera, del resto, la tua condizione: l'uomo oggi c'è e domani è scomparso; e quando è sottratto alla vista, rapidamente esce anche dalla memoria. Quanto grandi sono la stoltezza e la durezza di cuore dell'uomo: egli pensa soltanto alle cose di oggi e non piuttosto alle cose future. In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; ché, se avrai retta la coscienza, non avrai molta paura di morire. Sarebbe meglio star lontano dal peccato che sfuggire alla morte. Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani? Il domani è una cosa non sicura: che ne sai tu se avrai un domani? A che giova vivere a lungo, se correggiamo così poco noi stessi? Purtroppo, non sempre una vita lunga corregge i difetti; anzi spesso accresce maggiormente le colpe. Magari potessimo passare santamente anche una sola giornata in questo mondo. Molti fanno il conto degli anni trascorsi dalla loro conversione a Dio; ma scarso è sovente il frutto della loro emendazione. Certamente morire è cosa che mette paura; ma forse è più pericoloso vivere a lungo. Beato colui che ha sempre dinanzi agli occhi l'ora della sua morte ed è pronto ogni giorno a morire. Se qualche volta hai visto uno morire, pensa che anche tu dovrai passare per la stessa strada. La mattina, fa conto di non arrivare alla sera; e quando poi si farà sera non osare sperare nel domani. Sii dunque sempre pronto; e vivi in tal modo che, in qualunque momento, la morte non ti trovi impreparato.  

2. Sono molti coloro che muoiono in un istante, all'improvviso; giacché "il Figlio dell'uomo verrà nell'ora in cui non si pensa che possa venire" (Mt 24,44; Lc 12,40). Quando sarà giunto quel momento estremo, comincerai a giudicare ben diversamente tutta la tua vita passata, e molto ti dorrai di esser stato tanto negligente e tanto fiacco. Quanto é saggio e prudente l'uomo che, durante la vita, si sforza di essere quale desidera esser trovato al momento della morte! Ora, una piena fiducia di morire santamente la daranno il completo disprezzo del mondo, l'ardente desiderio di progredire nelle virtù, l'amore del sacrificio, il fervore nella penitenza, la rinuncia a se stesso e il saper sopportare ogni avversità per amore di Cristo. Mentre sei in buona salute, molto puoi lavorare nel bene; non so, invece, che cosa potrai fare quando sarai ammalato. Giacché sono pochi quelli che, per il fatto di essere malati, diventano più buoni; così come sono pochi quelli che, per il fatto di andare frequentemente in pellegrinaggio, diventano più santi. Non credere di poter rimandare a un tempo futuro la tua salvezza, facendo affidamento sui suffragi degli amici e dei parenti; tutti costoro ti dimenticheranno più presto di quanto tu non creda. Perciò, più che sperare nell'aiuto di altri, è bene provvedere ora, fin che si è in tempo, mettendo avanti un po' di bene. Ché, se non ti prendi cura di te stesso ora, chi poi si prenderà cura di te? Questo è il tempo veramente prezioso; sono questi i giorni della salvezza; è questo il tempo che il Signore gradisce (2Cor 6,2). Purtroppo, invece, questo tempo tu non lo spendi utilmente in cose meritorie per la vita eterna. Verrà il momento nel quale chiederai almeno un giorno o un'ora per emendarti; e non so se l'otterrai. Ecco, dunque, mio caro, di quale pericolo ti potrai liberare, a quale pericolo ti potrai sottrarre, se sarai stato sempre nel timore di Dio, in vista della morte. Procura di vivere ora in modo tale che, nell'ora della morte, tu possa avere letizia, anziché paura; impara a morire al mondo, affinché tu cominci allora a vivere con Cristo; impara ora a disprezzare ogni cosa, affinché tu possa allora andare liberamente a Cristo; mortifica ora il tuo corpo con la penitenza, affinché tu passa allora essere pieno di fiducia.  

3. Stolto, perché vai pensando di vivere a lungo, mentre non sei sicuro di avere neppure una giornata? Quante persone sono state ingannate, inaspettatamente tolte a questa vita! Quante volte hai sentito dire che uno è morto di ferite e un altro è annegato; che uno, cadendo dall'alto, si è rotto la testa; che uno si è soffocato mentre mangiava e un altro è morto mentre stava giocando? Chi muore per fuoco, chi per spada; chi per una pestilenza, chi per un assalto dei predoni. Insomma, comunque destino è la morte; e passa rapidamente come un'ombra la vita umana. Chi si ricorderà di te, dopo che sarai scomparso, e chi pregherà per te? Fai, o mio caro, fai ora tutto quello che sei in grado di fare, perché non conosci il giorno della tua morte; né sai che cosa sarà di te dopo. Accumula, ora, ricchezze eterne, mentre sei in tempo. Non pensare a nient'altro che alla tua salvezza; preoccupati soltanto delle cose di Dio. Fatti ora degli amici, venerando i santi di Dio e imitando le loro azioni, "affinché ti ricevano nei luoghi eterni, quando avrai lasciato questa vita" (Lc 16,9). Mantienti, su questa terra, come uno che è di passaggio; come un ospite, che non ha a che fare con le faccende di questo mondo. Mantieni libero il tuo cuore, e rivolto al cielo, perché non hai stabile dimora quaggiù (Eb 13,14). Al cielo rivolgi continue preghiere e sospiri e lacrime, affinché, dopo la morte, la tua anima sia degna di passare felicemente al Signore. Amen.


DISCORSO 229/L NEL GIOVEDÌ DI PASQUA

Discorsi - Sant'Agostino

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Fede piena non è quella che piange un cadavere nel sepolcro.

1. Oggi nella lettura del Vangelo è stata raccontata la risurrezione del Signore secondo Giovanni, e abbiamo sentito come il Signore fu cercato dai discepoli, ma non fu trovato nel sepolcro; a portar la notizia erano state le donne, che non credettero che egli fosse risuscitato, ma che dal sepolcro fosse stato sottratto; e vennero due discepoli, cioè lo stesso evangelista Giovanni (si tratta proprio di lui, quello che il Signore amava), e con lui Pietro; ed essi entrarono e videro solo le bende, ma non il corpo. E del medesimo Giovanni che cosa è scritto? Se ci avete fatto caso, entrò, vide e credette 1. Ma questo credette, che voi avete sentito, non esprime fede lodata, perché si possono credere sia cose vere che cose false. Se la sua fede fosse lodata e presentata come esempio per il fatto che vide e credette, non avrebbe continuato la Scrittura col dire: Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che cioè Gesù doveva risuscitare dai morti 2. E allora se vide e credette, che cosa credette? Nient'altro che quello che aveva detto la donna, che cioè il Signore era stato sottratto dal sepolcro. Essa infatti aveva riferito: Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non so dove l'hanno posto 3. Quelli corsero, entrarono, videro le bende soltanto e non il corpo, e credettero che esso fosse sparito, non risuscitato. Videro che dal sepolcro era stato sottratto; sì, gli uomini lo credettero veramente sottratto e se ne andarono. La donna invece rimase, e cominciò a cercare con le lacrime il corpo di Gesù, cominciò a piangere presso il monumento; quelli se ne preoccuparono di meno, più forti di sesso, più fiacchi di affetto. La donna cercava di più Gesù, perché era stata la prima nel paradiso a perdere Gesù; siccome per causa sua era entrata la morte, più intensamente cercava la vita. Però come la cercava? Come [si cerca] il cadavere di un morto, e non l'incorruzione del Dio vivo: neanche essa infatti credeva che il corpo non era nel sepolcro per il semplice fatto che il Signore era risuscitato. Entrata, vide gli angeli. Ecco, gli angeli non si fecero vedere da Pietro e da Giovanni, mentre dalla donna si fecero vedere. Questo conferma, carissimi, che il sesso più debole cercò di più quel che, come ho detto, perdette per primo. Gli angeli la guardano e dicono: Non è qui, è risorto 4. Essa indugia ancora, piange, non crede ancora. Riteneva che il Signore fosse sparito dal sepolcro. Vede anche Gesù, ma non lo riconosce, lo crede il custode del giardino, ancora si preoccupa del corpo del morto. Se l'hai portato via tu, dice, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo 5. Che ti serve, se tu non l'ami? Sia restituito a me, dice. Se così cercava un morto, come poteva crederlo vivo? Poi il Signore la chiama per nome. Maria riconobbe la voce, guardò in faccia il Salvatore e, finalmente riconosciutolo, rispose: Rabboni, che significa: Maestro.

La fede germina crede in Cristo unigenito, coeterno, uguale al Padre.

2. E che vuol dire quel che segue: Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre mio. Ma va' e di ai miei discepoli: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro 6? Questo per la verità non costituisce problema. Io salgo al Padre mio, perché sono il suo Unigenito; e Padre vostro, perché voi siete adottati e tutti insieme dite: Padre nostro che sei nei cieli 7. Al Dio mio e Dio vostro; non allo stesso modo mio e vostro: Dio mio, perché io mi son fatto uomo, Dio vostro, perché voi sempre siete uomini. In questo senso infatti il Padre è Dio di Cristo, in quanto questi si è fatto uomo; egli è Dio di lui, perché è Dio della natura creata del Verbo Unigenito. Ascolta il Salmo: Dal grembo di mia madre tu sei il mio Dio 8. Prima del grembo di mia madre tu sei il Padre mio, dal grembo di mia madre tu sei il mio Dio. Tutto questo dunque non costituisce problema. Invece c'interessa di più, a causa dei meno preparati, il significato di: Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre mio 9. In terra non lo doveva toccare; ma quando fosse risalito, come avrebbe potuto toccarlo? Che vuol dire dunque: Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre? E ricordate, quand'egli apparve ai suoi discepoli ed essi credettero che fosse un fantasma, che cosa disse loro? È stato letto ieri. Perché siete turbati, e perché salgono perplessità nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: toccatemi e guardate 10. Agli uomini, prima di essere risalito al Padre, disse: Toccatemi; la donna invece non avrebbe dovuto toccarlo se non dopo di essere risalito al Padre. Cerchiamo di comprenderne il significato. Lungi da noi il [non] comprendere. Maria cercava di vedere il corpo noi dobbiamo desiderare il suo spirito, per comprendere. Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre. Che vuol dire: Non mi toccare? Non credere [soltanto] fin qui, non ti fermare sull'uomo; c'è qualcosa di più grande che non comprendi. Tu mi vedi nella mia umiliazione sulla terra; mi tocchi e rimani sulla terra. Tocca qualcosa più alto di me, credi in ciò che è più alto di me credi nell'Unigenito uguale al Padre; se infatti mi consideri uguale allora io per te sono salito al Padre. Toccare però col cuore, cioè credere: [come] quella donna che gli toccò il lembo del mantello; toccò col cuore perché credette. Ed egli appunto sentì lei che lo toccava, e non sentiva la folla che lo schiacciava. Qualcuno mi ha toccato, disse il Signore; mi ha toccato, ha creduto in me. E i discepoli, che non capirono che cosa significasse quel mi ha toccato, dissero: La folla ti stringe da ogni parte e tu dici: Chi mi ha toccato? 11. È proprio così: Qualcuno mi ha toccato. La folla lo schiaccia, ma chi lo tocca è la fede. S'innalzi dunque per noi il Cristo: tocchiamolo, credendo in lui che è il Figlio di Dio, eterno, coeterno, che non ha principio non da quando è nato dalla Vergine, ma eterno. E anche noi egli renderà eterni, non nel senso che sempre siamo stati, ma che sempre saremo. Egli è coeterno, uguale al Padre, fuori del tempo, prima di ogni tempo, per mezzo del quale è stato fatto il tempo; prima della luce, luce da luce, creatore della luce. Credetelo così e l'avrete toccato. Toccatelo in modo da aderire a lui; aderite in modo da mai separarvene, ma da rimanere nella divinità con lui che per noi è morto nell'infermità.

 

1 - Gv 20, 8.

2 - Gv 20, 9.

3 - Gv 20, 2.

4 - Mt 28, 6.

5 - Gv 20, 15.

6 - Gv 20, 17.

7 - Mt 6, 9.

8 - Sal 21, 11.

9 - Gv 20, 17.

10 - Lc 24, 38.

11 - Lc 8, 45-46.


Bolla di canonizzazione di Santa Chiara vergine

Opera Omnia - Santa Chiara d'Assisi

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[3280]    Alessandro vescovo, servo dei servi di Dio, a tutti i venerabili fratelli arcivescovi e vescovi, salute e apostolica benedizione.

[3281]    1. Chiara luminosa per chiari meriti, risplende in cielo per chiarità di gloria e in terra rifulge dello splendore di miracoli sublimi. Brilla, quaggiù in terra, l’austero ed alto Ordine fondato da Chiara, e lassù nel cielo irradia splendore la grandezza del premio eterno; e la sua potenza abbaglia i mortali per miracoli meravigliosi.
A questa Chiara si intitolò in terra il privilegio della più rigida povertà; a lei in cielo è dato in ricompensa un inestimabile profluvio di tesori ed è tributata dai credenti universale devozione ed immenso onore.
La pienezza della luce divina rende luminosa Chiara in cielo; le stupende meraviglie dei prodigi da lei operati la fanno risplendere quaggiù al popolo cristiano.

[3282]    2. O Chiara, dotata di tali e tante prerogative di chiarezza! Sei stata, invero, chiara prima della tua conversione, più chiara nel tuo cambiamento di vita, luminosa nella tua vita claustrale, splendente infine di luce vivissima dopo il corso della presente esistenza!
Da Chiara spuntò per il mondo un chiaro specchio di esempio; nel gaudio del cielo ella porge il fragrante giglio della verginità, e in terra si sperimenta in modo evidente il soccorso della sua protezione.

[3283]    3. O meravigliosa e beata chiarezza di Chiara! Quanto maggiore è l’amore e la cura con cui si indaga questa luminosità nei singoli fatti particolari, tanto più luminosa la si riscontra in ciascuno!
Ella veramente rifulse mentre viveva nel mondo, ma più vivida risplendette nella vita religiosa; brillò come raggio nella sua casa paterna, ma nel chiostro irradiò come un sole. Scintillò in vita, ma dopo morte splende radiosa fu chiara in terra, ma in cielo rifulge di immenso chiarore.

[3284]    4. Quanto vivida è la potenza di questa luce e quanto forte è il chiarore di questa fonte luminosa!
Invero, questa luce si teneva chiusa nel nascondimento della vita claustrale, e fuori irradiava bagliori luminosi; si raccoglieva in un angusto monastero, e fuori si spandeva quanto è vasto il mondo.
Si custodiva dentro: e si diffondeva fuori.
Chiara, infatti, si nascondeva: ma la sua vita era nota a tutti.
Chiara taceva: ma la sua fama gridava.
Si teneva nascosta nella sua cella: eppure nelle città si predicava di lei.

[3285]    5. Nulla di strano in questo: perché non poteva avvenire che una lampada tanto vivida, tanto splendente rimanesse occulta senza diffondere luce ed emanare chiaro lume nella casa del Signore (Cfr. Mt 5,14.15); né poteva rimanere nascosto un vaso con tanti aromi, senza emanare fragranza e cospargere; di soave profumo la casa del Signore. Ché anzi, spezzando duramente nell’angusta solitudine della sua cella l’alabastro del suo corpo, riempiva degli aromi della sua santità l’intero edificio (Cfr. Gv 12,3; Mt 26,7) della Chiesa.

[3286]    6. Invero, vivendo essa ancora fanciulla nella vita secolare, fin dalla più tenera età si studiò di varcare per un sentiero di purezza questo mondo fragile e impuro; e sempre custodendo il prezioso tesoro della sua verginità con illibato pudore, si dedicava assiduamente ad opere di carità e di pietà, sì che la sua fama si diffondeva grata ed encomiabile presso vicini e lontani: finché il beato Francesco, udito l’elogio della sua virtù, prese tosto ad esortarla inducendola al perfetto servizio di Cristo.

[3287]    7. Ed ella, accogliendo pronta i suoi santi consigli e desiderando ormai rinunciare completamente al mondo e ai beni della terra per servire il Signore solamente in povertà volontaria, quanto prima poté mandò ad effetto questo suo ardente desiderio.
E infine tutti i suoi beni alienò e distribuì a profitto dei poveri, per dispensare in elemosina, per amore di Cristo, quanto era di sua proprietà (Cfr. Lc 12,33).

[3288]    8. Volendo poi ritirarsi dal frastuono del mondo, si recò fuggendo in una chiesa campestre, dove dallo stesso beato Francesco ricevette la sacra tonsura; da lì si rifugiò poi in un’altra chiesa. Avvenne in quel luogo che, sforzandosi i suoi parenti di ricondurla via con loro, ella resistette con fortezza e costanza; abbracciò subitamente l’altare e, tenendosi stretta alle tovaglie, scoprì ad essi il capo tonsurato, volendo con ciò manifestare che, essendosi ormai, con tutto il cuore, sposata a Dio, non poteva permettere che la si strappasse dal servizio di Cristo.

[3289]    9. Infine, essendosi portata per intervento dello stesso beato Francesco presso la chiesa di San Damiano, fuori della città di Assisi, nella quale terra aveva avuto i natali, lì il Signore, desiderando amore e culto assiduo del suo nome, le associò molte compagne.

[3290]    Da qui, invero, trasse salutare origine l’insigne e santo Ordine di San Damiano, già ampiamente diffuso per il mondo. Qui Chiara, per esortazione dello stesso beato Francesco, diede principio a questa nuova e santa osservanza; ella fu il primo e stabile fondamento di questo grande Ordine; fu la pietra angolare di questo sublime edificio.

[3291]    10. Nobile di sangue, ma più nobile per la sua vita, conservò sotto questa regola di meravigliosa santità, la verginità, che già prima aveva custodita.

[3292]    In seguito anche sua madre, di nome Ortolana, tutta dedita ad opere di pietà, seguendo i passi della figlia, abbracciò devotamente in quest’Ordine la vita religiosa: nel quale, appunto, questa ottima ortolana, che aveva generato tale pianta nel campo del Signore, chiuse felicemente i suoi giorni.

[3293]    11. Dopo qualche anno, invero, la beata Chiara, piegandosi all’insistenza di san Francesco, accettò il governo del monastero e delle sorelle.

[3294]    Questa fu l’albero alto, proteso verso il cielo, dai rami dilatati, che nel campo della Chiesa produsse soavi frutti (Cfr. Dn 4,8) di religione, e alla cui ombra piacevole e amena molte seguaci accorsero da ogni parte, e tuttora accorrono per gustarne i frutti (Cfr. Ct 2,3).
Questa fu la nuova donna della valle Spoletana, che aprì una novella sorgente di acqua (Cfr. Est 10,6) vitale a ristoro e beneficio delle anime (Cfr. Est 11,10), la quale, già diramatasi per vari ruscelli nel territorio della Chiesa, rese prospero il vivaio della religione.

[3295]    12. Questa fu l’eccelso candelabro (Es 25,31; 26,1) di santità, che rifulge vividamente nel tabernacolo del Signore (Cfr. Eb 9,2); al cui grande splendore accorsero, attratte, e tuttora accorrono moltissime, per accendere a quel lume le loro lampade (Cfr. Mt 25,7). Questa, per vero, piantò nel campo della fede e coltivò la vigna della povertà, dalla quale si raccolgono pingui e copiosi frutti di salvezza.
Questa, nel territorio della Chiesa, coltivò il giardino dell’umiltà, adorno di ogni specie di povertà, nel quale fiorisce in abbondanza ogni virtù.

[3296]    13. Questa fabbricò nella cittadella della religione una rocca di rigorosa astinenza, in cui si dispensa larga refezione di alimento spirituale. Questa fu la prima dei poveri, la guida degli umili, la maestra dei casti, l’abbadessa delle penitenti. Questa governò il suo monastero e la famiglia a lei affidata con ogni sollecitudine e prudenza, nel timore e nel servizio del Signore e secondo la perfetta osservanza dell’Ordine.

[3297]    Vigilante nel dovere, premurosa nell’adempimento del servizio a lei affidato, cauta nelle esortazioni, caritatevole nell’ammonire; nel correggere moderata, temperata nel comando, ammirevole per compassione, discreta nel tacere, assennata nel parlare e accorta in tutto quanto concerne il saggio governo; desiderosa più di servire che di comandare, di onorare le altre, più che di essere onorata.

[3298]    14. La sua vita era per le altre ammaestramento e scuola di sapienza. In questo libro di vita (Cfr. Ap 21,27), tutte le altre appresero la loro regola di vita; in questo specchio di vita, tutte videro riflesso il sentiero della vita.
Col corpo, infatti, era pellegrina sulla terra, ma con lo spirito dimorava in cielo; fu vasello di umiltà, arca di castità, poco di carità, dolcezza di bontà, fortezza di pazienza, mediatrice di pace e comunione d’amicizia: mite nelle parole, dolce nell’azione e in tutto amabile e gradita.

[3299]    15. Affinché, franto il corpo, diventasse più forte lo spirito - poiché ciascuno, appunto, diventa più forte quando è indebolito il suo nemico - aveva per letto la terra nuda e qualche volta dei sarmenti, e per guanciale un duro legno sotto il capo, era contenta di un’unica tonaca con un mantello di vile, rozzo ed ispido panno grossolano: e mentre con così umili vesti copriva il suo corpo, sulla nuda carne si cingeva talora di un aspro cilicio intrecciato con cordicelle i crine di cavallo.
Parca nel cibo e sobria nel bere, a tale austerità giungeva la sua astinenza, che per lungo tempo in tre giorni della settimana, cioè il lunedì, il mercoledì e il venerdì, non prendeva affatto alcun cibo a sostegno del corpo; e nondimeno negli altri giorni a tal punto si riduceva la quantità di alimento, che le altre si meravigliavano di come potesse reggersi con un rigore di tale genere.

[3300]    16. Assidua inoltre nelle veglie (Cfr. 2Cor 11,27) e intenta alla preghiera, questo soprattutto spendeva la maggior parte del giorno della notte.

[3301]    Travagliata, infine, da prolungate malattie, così che non le era dato di levarsi da se stessa per le occupazioni manuali, si faceva sollevare con l’aiuto delle sue sorelle e, sorretta alle spalle da appositi sostegni, lavorava con le sue mani (Cfr. 1Cor 4,12), così da non stare oziosa neppure nell’infermità. Onde di quella tela di lino, frutto del suo amoroso lavoro, fece fare molti corporali per il sacrificio dell’altare e li fece distribuire per diverse chiese nella piana e per i monti di Assisi.

[3302]    17. Fu soprattutto, però, un’innamorata e un’indefessa seguace della povertà; e tanto fissò al suo cuore questa virtù, tanto fu avvinta dal desiderio di possederla, che amandola sempre fermamente e sempre più ardendo nell’abbracciarla, mai si scostò per nessuna ragione dalla sua stretta e piacevole unione.

[3303]    E mai da alcuno, in nessun modo, poté essere persuasa ad acconsentire che il suo monastero possedesse qualche proprietà: quantunque papa Gregorio, di felice memoria, nostro predecessore, volendo provvedere con molta bontà ai bisogni di quel monastero, fosse intenzionato a dotarlo di possessioni sufficienti ed adeguate al sostentamento delle sorelle.

[3304]    18. E per vero, poiché una luce grande e fulgida non può rimanere occultata senza irradiare chiarore, così anche durante la sua vita la potenza della sua santità rifulse in molti e svariati miracoli.
Infatti, ad una delle sorelle del suo monastero restituì la voce, che aveva perso quasi completamente da lungo tempo; ad un’altra, priva del tutto dell’uso della lingua, rese sciolta la parola.

[3305]    Ad un’altra riaprì all’udito un orecchio affetto da sordità. Con un semplice segno di croce, ne risanò un’altra dalla febbre; un’altra enfiata per idropisia; un’altra ancora piagata da fistola e molte altre oppresse da diversi mali. E guarì un frate dell’Ordine dei Minori affetto da pazzia.

[3306]    19. Una volta, poi, essendo venuto a mancare completamente in monastero l’olio, ella, fatto chiamare il frate che era addetto a questuare elemosine per il monastero, prese un orciolo e, dopo averlo lavato, lo collocò vuoto accanto alla porta del monastero, perché il frate lo portasse con sé per questuare l’olio.
Ma, allorché tale frate andò per prenderlo, lo trovò colmo di olio, elargito per grazia della carità divina.

[3307]    20. E ancora, non essendovi un altro giorno in tutto il monastero se non mezzo pane per il pasto delle sorelle, comandò che quel mezzo pane fosse tagliato a pezzettini e dispensato alle sorelle.
Ma colui che è il pane vivo (Cfr. Gv 6,45-51) e provvede il cibo agli affamati (Sal 145,7), lo moltiplicò in modo tale fra le mani di colei che lo sminuzzava, che ne furono fatte cinquanta abbondanti porzioni e vennero dispensate alle sorelle già assise a mensa (Cfr. Lc 9,14).

[3308]    21. Per questi ed altri stupendi miracoli, manifestò, ancora vivente, l’eccellenza dei suoi meriti. Mentre poi si trovava agli estremi, fu visto entrare nel luogo dove la serva di Cristo giaceva, un luminoso stuolo di beate vergini, adorne di corone splendenti, tra le quali una appariva più maestosa e più bella delle altre. Esse avanzarono fino al lettuccio di lei, e attorniandola, le prestarono quasi sollievo di visitatrici e conforto di consolazione, con premurosa cura.

[3309]    22. Dopo la sua morte, poi, fu condotto al suo sepolcro un malato di mal caduco, che non poteva camminare da sé per la contrazione di una gamba: e, lì davanti, la sua gamba risuonò fragorosamente, ed egli fu guarito dall’una e dall’altra infermità.
Si videro persone incurvate nella schiena, rattrappite per malattia, pazzi furiosi in preda ad eccessi di demenza, riacquistare al sepolcro di lei perfetta sanità.
Un tale che, per un grave colpo aveva perduto l’uso della mano destra, a tal punto che, resa del tutto inutile, non la poteva adoperare in alcun modo, per i meriti della Santa riacquistò completa sanità, riottenendo la sua mano come era prima.
Un altro, che aveva perso la vista ed era da lungo tempo cieco, venuto al medesimo sepolcro accompagnato da un altro, vi ricuperò la vista e se ne ritornò senza bisogno di guida.

[3310]    23. Per questi e per moltissimi altri fatti e meravigliosi miracoli, questa beata vergine diffuse luminoso chiarore, così che in lei si vide evidentemente avverata quella profezia che sua madre udì, a quanto si dice, mentre pregava gravida di lei: che cioè avrebbe partorito una luce tale da rischiarare grandemente l’universo.

[3311]    24. Gioisca, dunque, la madre Chiesa, per aver generato ed educato una tale figlia, la quale, come madre feconda di tutte le virtù, generò alla religione, con la virtù dei suoi esempi, un gran numero di discepole, e con il suo compiuto ammaestramento, le formò al perfetto servizio di Cristo.
Ne gioisca anche la turba devota dei fedeli, perché il Re e Signore dei cieli ha introdotto con tanta gloria nel suo eccelso e splendente palazzo la loro sorella e compagna, che Egli si era eletta per sua sposa. Così come giubilano in festa le schiere dei santi, celebrandosi nella loro celeste patria le nozze novelle della sposa del Re (Cfr. Mt 22,2; 25,10).

[3312]    Ora, poiché è conveniente che una vergine da Dio esaltata in cielo, sia venerata in terra dalla Chiesa universale, e poiché, dopo diligente ed attenta inquisizione e rigoroso esame e premessa una solenne discussione, non ci sono dubbi a riguardo della santità della sua vita e sui suoi miracoli benché siano ormai assai note anche altrimenti, nelle vicine e lontane regioni, le sue chiare gesta, Noi, di comune consiglio e assenso di tutti i nostri Fratelli e prelati, che si trovano attualmente presso la Sede Apostolica, confidando nell’onnipotenza divina, con l’autorità dei beati Pietro e Paolo Apostoli e Nostra, abbiamo ritenuto di doverla iscrivere nel catalogo delle sante vergini.

[3313]    25. Pertanto, avvertiamo voi tutti ed espressamente vi esortiamo, ingiungendovelo tramite queste lettere apostoliche, di celebrare con ogni devozione e solennità la festa di questa vergine, il 12 di agosto, e di farla celebrare con la medesima devozione dai vostri fedeli, onde possiate meritare di averla presso Dio per vostra buona e sollecita protettrice.

[3314]    E affinché la moltitudine del popolo cristiano accorra al suo venerabile sepolcro con più ardore e in maggior numero, e la sua festa sia celebrata con maggiore concorso di popolo, Noi, per la misericordia di Dio onnipotente e confidando nell’autorità dei beati Pietro e Paolo Apostoli, accordiamo annualmente l’indulgenza di un anno e quaranta giorni a tutti coloro che, veramente contriti e confessati, si recheranno con devozione ed umiltà al sepolcro di questa vergine, nel giorno della sua festa o anche entro l’ottava, per chiedere la sua protezione.

[3315]    Dato ad Anagni, il 26 settembre, nell’anno primo del nostro pontificato.


1 gennaio 1984. Festa di Maria Santissima Madre di Dio. Fatevi coraggio.

Don Stefano Gobbi

«Iniziate questo nuovo anno nella luce della mia divina maternità. Figli prediletti, questa festa deve essere per tutti voi un segno di fiducia e di speranza. Fatevi coraggio: Io sono la Madre della Grazia e della Misericordia. Se il nuovo anno si apre in mezzo a nubi che minacciose si addensano all'orizzonte, se l'umanità è incapace di trovare la strada del suo ritorno a Dio, se nel mondo aumentano le forze disgregatrici del male e della morte, se la insicurezza e la paura segnano il trascorrere dei vostri giorni, guardate a Me come alla Madre della divina Misericordia.

Oggi mi chino su questa generazione, tanto ammalata e minacciata, con l'amore che una madre ha verso i figli più bisognosi ed esposti al pericolo. Con le mie mani immacolate raccolgo tutte le sofferenze e le immense miserie dell'umanità e le presento al Cuore di mio Figlio Gesù, perché Egli faccia discendere sul mondo il fiume del suo amore misericordioso. Fatevi coraggio, perché Gesù vi ama con la sua divina tenerezza e la vostra Mamma Celeste è sempre fra voi, per condividere difficoltà e pericoli.

Fatevi coraggio: Io sono la Madre del Salvatore e del vostro Redentore. Gesù vi ha per sempre redenti sulla Croce, soffrendo e morendo per voi. Il suo sacrificio ha un valore infinito, al di sopra del tempo. Il suo Sangue, le sue ferite, la sua dolorosa agonia, la sua atroce morte sulla Croce hanno valore di salvezza anche per questa vostra generazione che senza di Lui andrebbe perduta. Questo suo Sacrificio è misticamente rinnovato in ogni Santa Messa che viene celebrata.

Al generale e rinnovato rifiuto di Dio, risponde ancora, con infinita capacità di riparazione, la sua rinnovata e accorata preghiera: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che dicono e quello che fanno". Al dilagare del peccato e del male oggi alla divina Giustizia, viene nuovamente offerto il sangue innocente del vero Agnello di Dio, che toglie tutti i peccati del mondo. Alla minaccia della guerra e della distruzione, risponde la certezza della reale presenza fra voi di Gesù nell'Eucaristia, che è la Vita e per sempre ha vinto il peccato e la morte. All'inizio di questo nuovo anno, guardate a Gesù vostro Redentore e alla vostra Mamma Celeste, che vi consola e vi conduce a penetrare il mirabile disegno della vostra salvezza.

Fatevi coraggio: Io sono la Madre e la Regina della pace. Attraverso Me verrà a voi la pace. Ascoltate la mia voce e lasciatevi condurre da Me con docilità. Alla vigilia delle grandi prove che vi attendono, nella minaccia, ormai da tutti temuta, di una nuova guerra spaventosa, sappiate che la mia presenza fra voi, confermata oggi in tanti modi e con tanti prodigi, è un segno che vi dice come, alla fine della grande sofferenza, solamente il mio Cuore Immacolato trionferà. Sarà in tutto il mondo la grande vittoria dell'amore e della pace!».