«Mi porta in una località a me sconosciuta e mi trovo in una grande piazza; e lei mi fa vedere una cosa che ancora l’ho davanti agli occhi, viva, e mi addolora: ‘Guarda cosa fanno ai miei figli, a quelli che restano fedeli alla fede e alla Chiesa di mio Figlio, nella grande persecuzione per una vera purificazione!’ Io guardo e vedo molti sacerdoti con la loro talare, e religiosi e religiose con il saio e l’abito religioso di ogni forma e colore: tutti in fila, e degli aguzzini li spingono e trascinano uno alla volta su di un palco di legno. Li facevano inginocchiare e chiedevano loro: ‘Getta l’abito’. Alla risposta ‘No!’ gli prendevano la testa e gliela mettevano su un ceppo, e lì venivano decapitati dal boia che aveva una scure. Il sangue schizzava da per tutto e coloro che attendevano lo stesso martirio gridavano: ‘Queste sono le anime che gridano sotto l’altare di Dio!’ Gli assassini e coloro che assistevano a tale carneficina gridavano: ‘Evviva l’ateismo! Finalmente ci siamo liberati dagli abiti e dai voti che ci tenevano schiavi, facendoci credere all’esistenza di Dio; ed ecco che finalmente siamo liberi’».
Di qui l’accorato appello della Vergine:
«Questo io dico ai miei figli sacerdoti: vivendo da sacerdoti o religiosi avete rinunciato a vivere il mondo, pur stando nel mondo; avete rinunciato alla vita comoda e agiata, avete accettato una vita di rinunce e di sacrifici; avete promesso di vivere i consigli di Gesù, e lui è stato il primo a darvi il buon esempio di come viverli: così dovete viverli voi, come li ha vissuti mio Figlio nella perfezione della volontà del Padre, nella virtù religiosa, con l’aiuto della carità! Voi, figli miei, avete accettato e indossato la talare e l’abito religioso per distinguervi dal mondo: eppure vi fate distrarre da tante cose vane, inutili e futili, pensando molto poco a vivere l’esercizio della vita di perfezione, quella perfezione religiosa primitiva per la salvezza cooperatrice con Gesù, salvezza delle anime che attendono la luce e il sale da voi, consacrati!»