Perché dovrei ringraziare il Signore alla fine di un anno durante il quale la mia malattia, invece di stabilizzarsi, ha continuato imperterrita sui suoi passi, e ho visto tutti i giorni il dolore delle mie bambine violate, dei miei piccoli abbandonati? Come ringraziare Dio quando ogni giorno debbo fare i conti con i miei malati terminali, che vedono in me la possibilità di curarsi, dimenticando che sono un poveretto innamorato di ognuno di loro? E potrei continuare con altri milioni di fatti che metterebbero in crisi il rapporto con Dio.
«Chi fa la volontà di Dio è felice. Ho capito che Gesù, nella sua misericordia, non ci abbandona mai, anche se in certi periodi della vita ci forgia nel fuoco. Lui mi ha sempre tenuta per mano, anche se sono una peccatrice. Per questo dico sempre a chi incontro: qualunque sia stata la tua vita, non è mai tardi per ritornare a Dio».
Sono parole di Daniela Rosati, già volto noto di Mediaset e addirittura ex moglie del super manager del Milan Adriano Galliani che oggi vive nel sud della Svezia, a Vadstena, in una casa accanto al convento delle suore Brigidine, la cui spiritualità ha sposato ormai quasi quindici anni fa.
Si sono concluse con un bilancio provvisorio di dieci morti, decine di feriti e di persone arrestate le marce pacifiche organizzate domenica 21 gennaio a Kinshasa e in altre città della Repubblica Democratica del Congo, represse duramente dalla polizia che, ancora una volta, ha disperso la folla sparando e usando gas lacrimogeni. I manifestanti protestavano contro il rifiuto del presidente Joseph Kabila di rinunciare alla carica nel rispetto della costituzione che limita a due i mandati presidenziali che un cittadino può svolgere. Kabila, al potere dal 2001, ha ricoperto i due mandati consentiti. Non essendo finora riuscito a far modificare la costituzione, per potersi ricandidare, ha fatto sì che la commissione elettorale rimandasse più volte il voto accampando problemi finanziari e logistici. Il suo mandato è scaduto nel dicembre del 2016, aveva promesso elezioni entro il 2017. Lo scorso ottobre la commissione ha però rinviato la data addirittura al 2019 per poi stabilire, dopo giornate di proteste, che le presidenziali saranno convocate entro il 2018.
Nella conferenza stampa sull'aereo, Papa Francesco chiarisce le affermazioni sul caso del vescovo cileno Barros, nell'occhio del ciclone per le accuse di aver coperto casi di pedofilia. Ma conferma che non ci sono evidenze su di lui. Così le nebbie non si diradano.
Lo sdoganamento dell'omosessualità va alla crociata decisiva: abbattere il Catechismo. Dopo aver occupato abusivamente la prassi, è l'ultimo baluardo rimasto, perché definisce le relazioni omoerotiche come "gravi depravazioni". Il solito Avvenire, un caso lacrimevole e un vertice top secret di operatori lancia l'assalto. Con la complicità di alcuni vescovi.