Il prossimo 17 gennaio a Milano ci sarà un incontro patrocinato dalla Regione Lombardia e promosso da Obiettivo Chaire e insieme con Alleanza Cattolica a cui parteciperanno tra gli altri i giornalisti Costanza Miriano, Mario Adinolfi (direttore della Croce) e Luigi Amicone (direttore di Tempi). Tema dell'incontro la difesa della famiglia tradizionale. Fin qui ci sarebbe poco da aggiungere se non che gli interessati possono raggiungerli alle ore 15 all'Auditorium Testori, se non fosse che questo evento – ancora prima di iniziare – è già stato stigmatizzato e bollato come omofobo da parte dell'opposizione in consiglio regionale e dalle pagine di cronaca cittadina di Repubblica (3 gennaio).
Brillante studente marocchino, avviato a una promettente carriera di studioso o di amministratore pubblico, convertito a Cristo ma sempre profondamente convinto di non aver lasciato nulla di ciò che vive nel cuore della fede islamica, annunciatore insieme a pochi altri spiriti eletti di nuovi orizzonti di dialogo tra mondo islamico e cristiano, con tutte le conseguenze del caso. Così si potrebbe riassumere in poche parole la figura di Abd el Jalil, protagonista del libro di Giulio Basetti-Sani e Matteo Verderio “Cristiano e musulmano. L''impossibile' vicenda del francescano Giovanni-Maometto” (edizioni Ancora).
La ricerca, la gioia di vedere la stella, un incontro che cambia tutto. La vicenda dei Re Magi è quella di ogni cristiano: il Natale non finisce ma diventa vita
«Dove ci condurrà questa terza guerra mondiale che, come ha detto Francesco, “è già cominciata”? In qualsiasi momento e per qualsiasi “incidente” ci condurrà a una catastrofe». La considerazione era contenuta nell’editoriale con cui ieri mattina salutavamo su questo sito il vecchio anno e ci auguravamo il miracolo di una ripresa di libertà in un mondo fatto di opposte ma complementari spinte fanatiche e totalitarie: l’odio dell’altro da una parte e l’odio di sé dall’altra; il nichilismo islamista di là e l’irrazionalismo buonista di qua; lo Stato islamico in Oriente, lo Stato laicista in Occidente.
«Duemila morti mi sembra una stima davvero esagerata. Nessuno per il momento ha la certezza di quante persone siano morte ma sono migliaia le persone fuggite in Ciad, Camerun e a Maiduguri». Non trova riscontro in Nigeria la notizia circolata nelle ultime ore, veicolata dalla Bbc, che Boko Haram avrebbe ucciso «circa duemila persone» attaccando ieri per la seconda volta in una settimana la città di Baga e 16 villaggi circostanti.
«La mia è una vita piena d’amore». Esordisce così Stefania Tanganelli, aretina di 53 anni, di fronte ad una tazzina di caffè. E ti spiazza subito col suo sorriso sereno: Stefania, il 25 marzo del 2001, è stata lasciata da suo marito dopo neppure 10 anni di matrimonio, con un figlio di quasi 8 anni da crescere e una vita intera davanti. «Mio marito non si è mai guardato indietro ed io ero sola e stordita e dopo un periodo di solitudine ho conosciuto un bravo ragazzo che aveva un progetto importante per me e mio figlio insieme a lui». Contemporaneamente, Stefania inizia a frequentare di nuovo la parrocchia, dopo una lunga assenza, per garantire al figlio un’educazione cristiana. È qui che entra in scena il padre spirituale di Stefania, che dopo un po’ di tempo la mette di fronte alla verità: dovrà scegliere tra quel suo fidanzato e il Signore, non potrà continuare a ricevere l’Eucarestia vivendo nella sua nuova condizione.
Je suis Charlie? Massì, ripetiamolo in coro quest’ultimo omaggio alla libertà assassinata, urliamo nelle piazze l’innocente e innocuo mantra che dovrebbe scacciare il diavolo islamista e i fantasmi della dittatura coranica. Ripetiamolo pure perché adesso si può, è lecito affermare che quei killer che hanno fatto fuori l’intera redazione del settimanale satirico, erano islamici autentici, con tanto di Allah Akbar nel distintivo sulle loro tute nere da militari del Califfo. Ridiciamolo in coro ora che anche la sinistra ha deciso che offendere Maometto non è più peccato, che coniugare terrorista con islam non comporta più reato di islamofobia e che vignettare sul Profeta gay o sulle vergini nude di Allah è segno di suprema libertà e di magistrale satira. Approfittiamo dell’occasione, della finestra aperta alla libertà di critica religiosa che la sinistra mediatica, intellettuale e culturale ci concedono, perché, c’è da scommetterci, non durerà a lungo.
La minaccia era stata definita da almeno un anno e in molti avevano lanciato l’allarme per il rischio che ai “terroristi fai da te” che utilizzano armi rudimentali o le loro automobili per uccidere infedeli si unissero anche i foreign fighters, i veterani di guerra del jihad rientrati da Siria e Iraq.
L'islam curdo è stato sempre moderato e ha vissuto in pace con cristiani, yazidi, zoroastriani... Ma le pressioni fondamentaliste stanno scuotendo la convivenza. "Da noi non c'erano donne velate; adesso se ne vedono qua e là: sono pagate dall'Arabia saudita per portare il velo. Il fondamentalismo è figlio della povertà". La guerra sta risucchiando le risorse del Kurdistan e arricchisce la Turchia.
“Avevo 44 anni e 5 figli, come oggi. Ero al supermercato e davanti al banco del pesce conobbi un altro papà di cinque figli, Enrico: ragionavamo sul fatto che branzino e spigola non sono cibo da famiglia numerosa… È nata così l’idea di fare qualcosa. Per raccontare la bellezza di essere una famiglia numerosa, ma anche per offrire aiuto e solidarietà nelle difficoltà di ogni giorno. Io ero dipendente della curia di Brescia. Sono anche cattolico e credo che le chiamate avvengano anche così. All’inizio ero titubante, ma mi sono buttato.” si racconta così a Tempi (7 gennaio) Mario Sberna, fondatore dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose, nata un po' per caso un po' (molto) per desiderio nel 2005. Oggi riunisce più di 17 mila nuclei familiari cattolici ma anche musulmani, indù, evangelici, valdesi. Per un totale di circa 150 mila persone.
Recitare il Rosario non solo rallegra la nostra cara Maria Santissima per essere stata chiamata per nome e lodata per le sue infinite bellezze ma giova anche alla salute. Di certo non è una novità sentire che chi prega vive di più ma cerchiamo di capire, in questo contesto, il punto di incontro tra scienza e fede. Tra ricerca e preghiera.
“La Chiesa dichiarerà Medjugorje “Luogo di culto e di preghiera” e inizieremo la costruzione dell’ospedale per i milioni di pellegrini che, ogni anno, si recano al santuario mariano ma anche per i tanti abitanti del posto – cattolici e non – carenti di assistenza sanitaria”.