Il 26 agosto è scoppiata nelle Fiandre una polemica surreale: la notizia buona è che l’assessore alla Cultura Sven Gatz ha scoperto chi è san Paolo, quella cattiva è che non ha capito niente di quello che scrive.
Il presidente francese erge il secolarismo ad avversario, così da presentare l'islam come resistenza ad esso. Il primo alleato nella sua battaglia è la Chiesa cattolica, mentre ha spianato la strada ai Fratelli Musulmani affidando loro la «politica urbana» e investendo miliardi per la formazione dei musulmani e per i pellegrinaggi alla Mecca.
Quanto pesi la lobby gay in Vaticano lo dimostra la cancellazione della parola psichiatria pronunciata dal Papa in relazione all'omosessualità. Questo episodio porta al cuore del problema del dossier di Viganò: una rete di potere omosessualista inarrestabile a livelli altissimi nella Chiesa. L'ex nunzio ha raccontato un piccolo tassello di un fenomeno vastissimo non circoscrivibile solo a questo pontificato, ma che non si vuole combattere: dai vescovi tedeschi omoeretici allo scandalo del gesuita Martin fino agli sdoganamenti di Avvenire e una serie impressionante di nomine sospette, gesti e decisioni che ora mostrano fin dove è arrivato questo processo.