La nostra divina Principessa vedeva ormai prossimo il chiaro giorno della desiderata visione del sommo Bene. Come in un chiarore che annuncia il giorno imminente, percepiva nelle sue facoltà la forza dei raggi di quella luce divina, che già le si avvicinava. Alla vicinanza dell'invisibile fiamma che illumina e non consuma, si accendeva tutta, e così il suo spirito, ristorato dagli annunci di questo nuovo chiarore, domandava ai suoi angeli: «Amici e signori, mie sentinelle vigilanti e fedelissime, ditemi: a che punto sono della mia notte? E quando arriverà l'alba del mio chiaro giorno, nel quale i miei occhi vedranno il Sole di giustizia, che illumina e dà vita ai miei affetti e al mio spirito?». I santi principi risposero: «Sposa dell'Altissimo, è vicina la vostra bramata verità e luce e non tarderà molto perché già viene». Con questa risposta si aprì alquanto il velo che impediva la vista delle sostanze spirituali e le si manifestarono i santi angeli; li vide, come al solito, nella loro stessa essenza, senza sentire impaccio o dipendenza alcuna dal corpo o dai sensi.
"Va bene, Giovanni Paolo II ha beatificato un'insolita quantità di uomini e donne, molto più dei predecessori. Va bene, dall'ultimo concilio il concetto stesso di santità si è fatto più accessibile, come testimonia il numero non indifferente di nuovi beati laici, madri e padri di famiglia. Va bene, casi come quello recente di Padre Pio dimostrano che la gente non è refrattaria ai modelli di perfezione cristiana, come si tenderebbe a credere. Va bene tutto; ma perché una ragazza apparentemente normale è riuscita a «scardinare le porte del cielo» in pochi mesi? Come ha potuto rifiutare la morfina che i medici volevano somministrarle per lenire i dolori atroci delle metastasi? Voleva avere ancora «qualche cosa da offrire»... Dove trovava la forza? Un'esistenza - altrimenti archiviata con qualche lacrima, un trafiletto sul giornale locale e un coro di «povera ragazza, così giovane» - continua a essere ricordata e imitata. Insomma, c'è la curiosità di capire come una ragazza abbia raggiunto in un niente, in pochi anni, vette di alta spiritualità. Scrivo queste righe dinanzi a una delle sue ultime fotografie, un primissimo piano ripreso mentre giaceva ormai paralizzata nel letto della sua stanzetta di Sassello: Una federa a trama scozzese, azzurra, gialla, rosa e bianca, e lei, che guarda verso il suo interlocutore, col braccio reclinato dietro il capo. Una peluria scura le ricopre il cuoio capelluto; non certo un taglio di capelli all'ultima moda, ma la testimonianza spudorata di una recente chemioterapia. Eppure i tratti del volto non sono quelli di un'ammalata in punto di morte, quanto di una ragazzina maturata in poco tempo. Sorride. Proprio così, sorride di un sorriso che tanti avevano amato. Con lei nella stanza, in quel momento, c'erano tre amici di Genova; avevano scambiato quattro chiacchiere con l'ammalata, avevano vissuto un altro di quei momenti di vangelo "in atto" che la ragazza prediligeva. «Momenti di unità», li chiamava. Il cielo era sceso tra loro: quel sorriso lo testimonia. Ma soprattutto lo testimoniano quei due occhi grandi che non posso non fissare. Hanno un perché, sono sereni, sinceri. Sanno che «la medicina ha deposto le sue armi», ma anche che «tutto vince l'amore». Ecco Chiara Badano, diciottenne. Anzi, Chiara Luce. Come scrive l'Abbè Pierre: «I santi non si limitano a un catalogo, e noi ne incrociamo certamente tutti i giorni». La giovane Badano era probabilmente una di questi. "
Questa è la storia di Giulia Gabrieli, 14 anni, malata di tumore. Sappiate fin da subito che Giulia ce l'ha fatta. È vero, non è guarita: è morta la sera del 19 agosto, a casa sua, nel quartiere di San Tomaso de' Calvi, a Bergamo, proprio mentre alla Gmg di Madrid si concludeva la Via Crucis dei giovani.
Eppure ce l'ha fatta. Ha trasformato i suoi due anni di malattia in un inno alla vita, in un crescendo spirituale che l'ha portata a dialogare con la sua morte: «Io ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare. E li vorrei realizzare proprio io. Oppure incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali. L'importante è che, come dice la beata Chiara Luce, sia fatta la volontà di Dio». Giulia era fatta così: diceva queste cose enormi, che a noi adulti tremolanti sembrano impronunciabili, con la lievità dei suoi 14 anni.
Eppure era una ragazza normale. Anzi, rivendicava spesso la sua normalità: era bella, solare, genuinamente teatrale, amava viaggiare, vestirsi bene e adorava lo shopping. Un'esplosione di raffinata vitalità, che la malattia, misteriosamente, non ha stroncato, ma amplificato.
Commento al messaggio del 18 Marzo 2013 alla veggente Mirjana di Padre Livio Fanzaga da Radio Maria.
Con la Domenica delle Palme o della Passione del Signore comincia la Settimana Santa, culmine della preparazione alla Solennità della Risurrezione del Signore. A Medjugorje la Liturgia della Domenica delle Palme, il 24 Marzo, inizierà alle ore 10:30 nel luogo in cui si trovano le fondamenta dell’antica chiesa parrocchiale. In seguito ci si recherà in processione nella Chiesa parrocchiale di San Giacomo, dove verrà celebrata la Santa Messa della Passione del Signore. Quel giorno le Sante Messe in chiesa saranno celebrate anche alle ore 7:00, 8:00 e 18:00. In tutte le Sante Messe ci sarà la Benedizione dei rami. Dalle ore 14:00 si pregherà il Rosario sul Podbrdo.
Ieri è stata la giornata mondiale della sindrome di down. Difficile trovare in rete e sui giornali storie e parole che rifuggano da una certa zuccherosa retorica sull’argomento, ma va dato atto al Corriere della Sera e alla sua giornalista Elisabetta Rosaspina di aver oggi proposto ai lettori un’intervista che vale la pena di essere segnalata. Rosaspina, infatti, fa raccontare all’editore milanese Stefano Mauri la sua esperienza col figlio Andrea, un ragazzo down con cui, dice «se dovessi scegliere con chi fare il giro del mondo, non avrei esitazioni: con lui».
Nel suo primo incontro con il corpo diplomatico, Francesco spiega perché ha scelto il nome del Santo di Assisi. L'amore per i poveri, non solo gli indigenti, ma anche coloro che sono vittime della "dittatura del relativismo". "Il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti fra tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell'altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello". Ma "non si possono costruire ponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri". Per questo è importante intensificare il dialogo fra le varie religioni anzitutto con l'Islam
Con l'aiuto di un padre gesuita, decolla la "pastorale gastronomica". Tre universitari saranno battezzati a Pasqua, dopo aver mangiato leccornie e partecipato al catechismo di p. Girolamo. Il valore del business gastronomico a Taiwan e in Cina.
I leader cristiani invitano i fedeli alla calma, evitando ogni gesto "ostile" che potrebbe esacerbare ancor più gli animi. Tuttavia, la tensione è altissima e non si escludono episodi violenti in risposta alla demolizione della Huria Kristen Batak Protestant (Hkbp) Setu Church di Bekasi, nella provincia indonesiana di West Java; l'abbattimento dell'edificio è stato eseguito nella tarda serata di ieri, nonostante l'appello lanciato dalla comunità scesa in piazza a difesa del luogo di culto. Le autorità non hanno voluto ascoltare le ragioni della minoranza cristiana, distruggendo - dopo un braccio di ferro durato mesi - una chiesa utilizzata da oltre 13 anni per le funzioni del fine settimana.
L’Università di Pisa ha approfittato della Festa dell’8 marzo non per fare un regalo alle donne ma ai transessuali. Infatti in un comunicato pubblicato in quella data si rende noto di «un significativo traguardo raggiunto dall'Ateneo pochi mesi fa»: la ristampa dei diplomi di laurea per quegli studenti che ormai licenziati dall’università hanno cambiato sesso. L’identità sessuale è dunque suscettibile di ristampa. Per non turbar le coscienze dei transessuali inoltre in calce al nuovo diploma non comparirà l’annotazione della sentenza che ha permesso tutta questa pratica. Insomma, nessuno sospetterà leggendo quel diploma che Marcella un tempo era Marco. Il prorettore per gli studenti Rosalba Tognetti commenta soddisfatta: «Per il nostro Ateneo è stato un successo». Tante grazie poi al Garante per la protezione dei dati personali che ha accolto la proposta.
Tra i temi dei giorni che hanno preceduto il Conclave che ha portato all’elezione del card. Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, quello dell’Istituto Opere di Religione (Ior) ha avuto sicuramente un posto di rilievo. E i richiami del neo Papa alla povertà hanno in qualche modo fatto pensare al fatto che la Chiesa possiede una banca, un simbolo in fondo della ricchezza. Peraltro negli ultimi mesi le vicende dell’Istituto, con la sfiducia al presidente Ettore Gotti Tedeschi nel maggio del 2012 e la nomina di Ernst von Freiberg pochi giorni prima della “sede vacante”, hanno lasciato spazio a polemiche e indiscrezioni con molte zone d’ombra e incontrollabili sospetti.
«I giornali inglesi ne hanno parlato come di un semplice scambio di mitocondri, mentre si tratta di un progetto fantascientifico eugenetico di cui poco si sa e che si prefigge la creazione di esseri umani con due mamme e un papà, manipolando il corredo genetico degli embrioni. Il messaggio passato fra la gente, complice la disinformazione e la mancanza di leader che parlino chiaro, è che si stanno semplicemente sperimentando nuove cure». Sono le dichiarazioni a tempi.it di Josephine Quintavalle, la più nota esponente laica del movimento pro-life britannico, fondatrice e direttrice del Comment on Reproductive Ethics, l’osservatorio sulle tecniche riproduttive umane, chiamata dalla Human Fertilization and Embryology Authority (Hfea), organo governativo che regolamenta la fecondazione assistita, ad argomentare contro la proposta di permettere la fecondazione artificiale di un bambino con tre persone diverse.
Pubblichiamo l’omelia dell’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires e primate dell’Argentina, durante la Messa in onore del santo protettore delle donne in gravidanza, san Raimondo Nonnato (31 agosto 2005).
Vicka: Sì, è vero; ma perché hanno paura? Il motivo va ricercato nel fatto che si preoccupano troppo per delle cose che sono ancora lontane e che forse non verranno mai. La Madonna, invece, ci dice di non preoccuparci per il domani. Lei ci invita sempre a pensare a ciò che bisogna fare oggi, momento per momento. Oggi moltissime persone pensano che è prossima la fine del mondo, oppure che è imminente qualche catastrofe o altro. Arrivano delle persone che mi dicono: "Vicka, ci saranno tre giorni di buio e poi nel duemila la fine del mondo". "E chi lo ha detto? - rispondo io - La Madonna? Dove? Qui? Questo io lo sento da voi. Non prestate ascolto a queste cose, non sono vere! La Madonna non parla mai per farci paura. Lei parla sempre per darci una speranza. Cosa succeda nel futuro Dio lo sa, ma noi non dobbiamo avere alcun timore di guardare avanti". Così con queste voci anche i giovani entrano in confusione e non sanno più che cosa fare. Ma un giovane che affronta la vita giorno per giorno e va avanti un passo per volta non si lascia prendere dalla paura. La Madonna ci insegna che la paura non viene da Dio, ma viene sempre dalla parte opposta. Quando noi sentiamo che nel nostro cuore vi è la gioia, la pace e la tranquillità, capiamo subito che tutto questo viene da Dio. Ma quando siamo disturbati e abbiamo dentro la rabbia o siamo presi da paure, allora tutto questo viene dalla parte di un altro (il demonio). In questo modo siamo subito in grado di capire la differenza. Così, carissimi giovani, se sentite la pace, allora accoglietela con tutto il cuore e andate avanti. Se sentite la paura, allora questo è un modo con cui Dio vuol farvi capire che dovete incominciare a impegnarvi o ad andare avanti senza timore a realizzare quello che avete incominciato.
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 10,31-42)
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre; per quale di esse volete lapidarmi?».
Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: "Io ho detto: voi siete dèi"? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio - e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: "Tu bestemmi", perché ho detto: "Sono Figlio di Dio"? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.