“Avete presente le fontane a piazza San Pietro? Quelle a due piani, dove dalla fonte principale sgorga l’acqua che bagna il primo livello e, da quello, scende al secondo? Ecco, questa è la grazia di Maria: una grazia che sovrabbonda che riempe Lei e poi arriva a tutti noi”.
È questo uno dei tanti significativi esempi utilizzati dal cardinale maltese Prosper Grech, nella Messa vespertina di ieri, presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci, dove l’immagine della Vergine di Fatima sarà ospitata fino al 20 maggio, insieme alle reliquie dei Beati Francesco e Giacinta.
“Essi stavano fissando il cielo mentre Egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo””.
Giuseppe Cesari, detto Cavalier d’Arpino, giunse a Roma con la sua famiglia a quattordici anni nel 1582, in cerca di fortuna. Egli era figlio di un modesto pittore di Arpino, piccolo paese nella provincia di Frosinone. Giuseppe pur non avendo una formazione professionale, mostrò ben presto di avere un grande talento naturale.
A Roma trova impiego come macinatore di colori nei lavori al terzo piano della? Loggia del Palazzo Vaticano, sotto la direzione di Nicolò Circignani. ?La sua carriera è rapida e a soli ventisette anni diventa membro della ?prestigiosa Accademia di San Luca che raccoglie tra i suoi membri i?maggiori artisti del tempo. Presso la bottega del Cavalier d’Arpino? trova lavoro anche il giovane Caravaggio tra il 1597-98.
Grande concorso di fedeli, questi giorni alle varie celebrazioni in Santa Maria delle Grazie alle Fornaci, per la presenza della venerata immagine della Madonnina di Fatima. Arrivata la sera di domenica 13 maggio nella parrocchia a un passo dal Vaticano, vi rimarrà fino alla mattina di domenica 20 maggio.
Di seguito alcuni passaggi dell’omelia dell’arcivescovo Rino Fisichella, che ha presieduto la celebrazione eucaristica lunedì 14 maggio.
Continuando a invitare tutti i membri della sua Diocesi a effettuare un cammino solido, personale e comunitario verso l’anno della fede, Mons, Giuseppe Fiorini Morosini, Vescovo di Locri-Gerace, ha stilato una nuova e originale pista di riflessione nella quale fa riferimento alla seconda apparizione di Gesù nel Cenacolo, avvenuta otto giorni dopo la risurrezione (Gv 20, 19-28), che «si conclude con l’atto di fede di Tommaso, che volle vedere prima di credere, e con l’ammonizione di Gesù allo stesso Tommaso: Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno».