n quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Dal 10 al 15 Marzo 2012 un gruppo di 64 suore greco cattoliche dall’Ucraina, appartenenti a 14 Ordini Religiosi, è stato a Medjugorje per la prima volta. Organizzatore del pellegrinaggio è stato P. Petro Kobalj, egli partecipa regolarmente ai Seminari per Sacerdoti a Medjugorje.
L’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar mons. John Barwa smentisce l’ipotesi di un intervento della Chiesa nelle trattative, perché “non conosciamo i rapitori”. Oggi i maoisti potrebbero liberare Paolo Colangelo, malato di malaria, se il governo accetterà due delle 13 richieste. Secondo Dandapani Mohanty, uno dei mediatori scelti dai ribelli, le trattative inizieranno oggi.
Salman Dawoud Salman è stato ammazzato con nove colpi di pistola. Era stato rapito quattro giorni prima, forse per denaro; il cadavere ritrovato nel quartiere a sud-ovest della città. Fonti di AsiaNews: Mosul è diventata una roccaforte sunnita, legata all’Arabia Saudita. L’obiettivo è creare uno Stato islamico.
Venerdì 23 marzo, Papa Benedetto XVI inizia il proprio 23° viaggio apostolico fuori dall’Italia. Visiterà Messico e Cuba, due Paesi retti da regimi che in tempi e in modi diversi hanno perseguitato crudelmente la fede cattolica, due Paesi che da tempi e con modi diversi permangono in un profondo stato di crisi politico-culturale. Pure due Paesi che costituiscono altrettanti "distretti" di quel vasto "continente culturale" che il filoso argentino Alberto Caturelli chiama (l’espressione è più ricca, articolata e feconda del meramente geografico "America Meridionale" e del riduttivo, anche perché in origine denigratorio, "America Latina") «Iberoamerica».
Si chiamava Nagdrol. Aveva diciotto anni. Era un monaco. Si è dato fuoco fuori dal suo monastero ed è morto a causa delle gravi lesioni provocate dalle fiamme che hanno danneggiato i suoi organi vitali. I monaci e le persone presenti sul posto che hanno assistito al suicidio, hanno accerchiato il cadavere di Nagdrol al fine d’impedire che lo prelevasse la polizia, che aveva richiesto la sua salma. E’ accaduto lo scorso 19 febbraio a Ngaba, nella prefettura di Aba, in Tibet, una zona al confine tra le regioni abitate da gruppi etnici tibetani e quelle abitate dagli han, che compongono la maggioranza etnica cinese.
«Noi non lasceremo mai l’Egitto, perché l’Egitto non è solo il Paese in cui viviamo, ma l’Egitto vive dentro di noi». Queste parole di Papa Shenouda III basterebbero a fare comprendere quanto il 117° successore di san Marco significasse per la propria comunità. Ebbene, sabato 17 marzo 2012 alle ore 17.00 questa figura carismatica è venuta a mancare all’età di 88 anni dopo anni di agonia. Lui, eletto nel 1971, dopo essere stato esiliato nel 1981 da Anwar Sadat nel monastero di Wadi Natrun per averne criticato le politiche filoislamiste, dopo essere stato liberato da Hosni Mubarak nel 1985, ha fatto in tempo a vedere la "rivoluzione del loto", la cacciata di Mubarak e l’ascesa dell’islamismo al potere, lasciando senza dubbio un arduo compito a chiunque gli succederà.
In guerra, non da oggi, è impossibile non sporcarsi le mani, soprattutto nei conflitti civili o anti-insurrezionali che caratterizzano i nostri tempi. Negli ultimi giorni sono emerse notizie circa abusi e crimini compiuti in Siria, Libia e Afghanistan dai miliziani al fianco dei quali si è schierato l’Occidente e gran parte della comunità internazionale, e hanno trovato conferma anche crimini compiuti dalle stesse forze della Nato. Notizie che hanno determinato reazioni che sembrano indicare ipocrisia, falso moralismo, menzogna e soprattutto l’incapacità di gestire uno “sporco affare” come la guerra al di fuori dei binari imposti dal politically correct.
C’è aria di novità nel mondo pro life italiano, e la certificazione di tale cambiamento potrebbe venire già dall’assemblea nazionale del Movimento per la Vita (MpV) che si svolgerà il 24 e 25 marzo a Palermo. Secondo alcuni osservatori è questa l’occasione in cui Carlo Casini, dal 1990 ininterrottamente alla presidenza del MpV, potrebbe essere costretto a farsi da parte.
Casini, 77 anni, magistrato in pensione, alla lunga militanza nel MpV ha associato un’ancora più lunga carriera politica, prima come deputato italiano (dal 1979 al 1996, nelle fila della Dc e del Partito Popolare) poi come parlamentare europeo dal 1989 al 1999 e dal 2005 ad oggi (nelle file dell’Udc di Pierferdinando Casini, con cui non c’è alcuna parentela). In questo doppio ruolo Casini per 22 anni ha sintetizzato in sé la vocazione movimentista del MpV e la vocazione al negoziato e al compromesso tipica dell’attività politica.