Ho 38 anni e abito a Napoli. Fin da quand’ero piccolo sentivo qualcosa in me che non so spiegare, che mi faceva sentire diverso dagli altri. Infatti, non ero come gli altri ragazzi; i miei desideri erano diversi. Ricordo che mi piaceva giocare con le bambole e invece di giocare con gli altri bambini giocavo con le bambine. Mi piaceva stare e giocare con loro. Non sapevo cosa significasse ma sapevo che ero diverso dagli altri miei coetanei. Mia madre si arrabbiava e mi diceva di non comportarmi in quel modo, mi diceva che ero un maschio e non una femmina, e questo mi feriva. A volte avrei anche voluto cambiare, ma avevo un desiderio molto forte di questafemminilità e non sapevo da dove veniva. ...
Le nostre telecamere sono entrate nell’Ashram segreto di Cisternino, in Puglia, che – secondo una leggenda – sarà risparmiato dall’Armageddon. E Gesù era un veggente? Ha mai predetto il giorno esatto della fine del mondo? Ne parliamo a “Vade Retro”, condotto da David Murgia. Ospite don Aldo Buonaiuto della Comunità “Giovanni XXIII”.
Dal vangelo secondo Matteo (Mt 1, 1-17)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, … Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo...
In una terra dove cambiano continuamente confini, assetti politici e condizioni di vita cosa rimane indelebile? I volti e le storie delle persone. Così accade in Terra Santa, un luogo speciale e conteso. Lo hanno capito Andrea Avveduto, giornalista, e Giovanni Zennaro, fotografo, autori del libro Aggrappati alle radici. Storie e volti dei cristiani in Terra Santa, Marietti 1820.
Padre Piero Belcredi è in Amazzonia dal 1996, nella parrocchia di Barreirinha diocesi di Parintins, fondata dai missionari del Pime nel 1955, estesa come l’Italia settentrionale con circa 250.000 abitanti, in grande maggioranza battezzati ma ancora scarsamente evangelizzati. Parintins ha il quarto vescovo italiano dagli inizi (mons. Giuliano Frigeni, vescovo dal 1999), ma ormai la diocesi ha un buon numero di giovani sacerdoti locali (14 + 14 missionari stranieri). L’immenso territorio è tutto foresta e fiumi, i due terzi sono “riserve” degli indios, dove si può entrare solo con il permesso del governo. In queste sterminate pianure amazzoniche si combatte la “guerra delle terre”, che è stata la prima battaglia di padre Piero Belcredi.
L’otto settembre 1854, Pio IX proclama solennemente il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria. La Chiesa l’ha appena celebrato, l’8 dicembre scorso. Come disse una volta Livio Fanzaga, il famoso don direttore di Radio Maria, è il dogma che «in un certo senso rappresenta la vittoria del sensus fidelium, del senso popolare, sulla teologia dotta ». E infatti, si tratta di una delle definizioni di fede più osteggiate. Un dogma, dice ancora padre Livio, che «è stato respinto forse anche dalle personalità più rappresentative, pensiamo perfino a un sant’Agostino, a un san Tommaso, perché non riuscivano a trovare un rapporto, diciamo così, una compatibilità tra il dogma dell’Immacolata Concezione e quello della universalità del peccato originale». Quando venne proclamato da Pio IX si dice che il filosofo e teologo luterano Adolf von Harnach commentò la notizia con sarcasmo. «Immacolata? Ma quando, e perché, e da chi?». Ciò non ha vietato all’ecumenico Giovanni Paolo II di definirlo «una sintesi di tutta la dottrina cristiana». Ricordato con le parole dell’enciclica Fulgens Corona di Pio XII, il dogma consiste in ciò: «È stata rivelata da Dio, ed è quindi da credersi con fede ferma e costante da ogni fedele la dottrina la quale insegna che la beatissima vergine Maria, nel primo istante del suo concepimento, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale».
Quello che è successo in Connecticut, ci lascia senza fiato. E non potrebbe essere diverso. Quello che è successo in Connecticut rimette in circolo tutte le grandi perplessità sulla nostra società, sul nostro modo di stare insieme, sul nostro mondo. È successo in America, ma per qualche giorno è come se fosse successo qui. Poi, invece, di fronte a quel dramma senza un senso che possiamo afferrare, che possiamo toccare, che possiamo imbavagliare per darci una spiegazione, quel dramma diventa la solita lotta politica. Quel dramma viene ridotto alla solita lotta intellettuale, alla solita lotta da avvocati, alla solita lotta di chi, da dentro una campana di vetro, osserva il mondo e lo giudica.
«Al Qaeda non è riuscita a sradicare i cristiani dall’Iraq»: riapre la cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso di Baghdad, teatro il 31 ottobre 2010 di una strage compiuta da un commando di Al Qaeda.
Sconcerto nelle comunità cristiane srilankesi dopo gli ultimi episodi di violenza perpetrata da monaci e laici buddisti radicali: come riferito dall’agenzia Fides, i cristiani rinnovano al governo l'appello alla difesa della libertà religiosa. La comunità è scossa dopo l'attacco a una chiesa protestante, il 9 dicembre scorso, a Weeraketiya, nel distretto di Hambantota, provincia meridionale dello Sri Lanka. Una folla di circa mille persone in preda a un furore religioso, fra i quali numerosi monaci buddisti, hanno preso d'assalto l'edificio e ferito il pastore Pradeeep. La folla ha devastato la chiesa, distruggendo arredi sacri, attrezzature, auto parcheggiate. Il giorno prima dell'incidente, un gruppo di buddisti e di monaci aveva visitato il pastore, intimandogli che, senza il permesso del clero buddista, non poteva condurre culto cristiano a Weeraketiya, pena la distruzione della chiesa. Dopo il rifiuto del pastore, che ha invocato i diritti costituzionali, è giunto l'attacco.
Occorre cambiare condotta di vita, praticare la solidarietà e la giustizia per prepararsi ad accogliere l’amore di Dio: è l’invito lanciato da Benedetto XVI durante la Messa della terza Domenica d’Avvento presieduta ieri mattina nella parrocchia romana di San Patrizio al Colle Prenestino.
A cinque giorni dal primo tweet di Benedetto XVI, il suo account, in otto lingue, @Pontifex, ha superato i due milioni di follower. Alessandro Filippelli ne ha parlato con mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.
All’Angelus, il Papa ha espresso tutto il suo dolore per le vittime della “violenza insensata” nella scuola di Newtown in Connecticut, nella quale hanno perso la vita 27 persone, di cui 20 bambini. Il Papa ha assicurato le sue preghiere, invocando la benedizione del Signore per quanti sono stati colpiti da questa tragedia. Prima delle parole sulla strage negli Usa, il Papa si era soffermato sulla figura di Giovanni Battista. La conversione, ha detto, “comincia dall’onestà e dal rispetto degli altri”. Ed ha esortato a non contrapporre giustizia e carità, “entrambe necessarie”.