In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnaménto nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
La comunicazione di oggi, dominata dalle reti digitali, è in cerca di risposte in un’abbondanza di comunicazione che spesso genera chiasso. In questo contesto va riscoperto il valore del silenzio e per questo “è necessario creare un ambiente propizio, quasi una sorta di “ecosistema” che sappia equilibrare silenzio, parola, immagini e suoni”. Sono alcune delle considerazioni di Benedetto XVI contenute nel suo Messaggio per la 46.ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che verrà celebrata in maggio. Il Messaggio del Papa, intitolato “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”, viene presentato questa mattina in sala Stampa Vaticana.
La Chiesa di Cina “oggi è una bella speranza per la Chiesa universale e soprattutto per la missione in Asia”, ma “corre il pericolo di dividersi e di cadere in uno scisma”. Padre Lazzarotto: dialogo costruttivo tra Vaticano e Pechino va cercato sul terreno pratico, ma per raggiungere un accordo valido e duraturo “occorre un vero miracolo”, per questo Papa Benedetto XVI ha chiesto più volte ai cattolici di tutto il mondo di unirsi all'invocazione dei loro fratelli e sorelle della Repubblica Popolare Cinese.
E’ "Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione" il tema della 46ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Oggi “spesso l’uomo è bombardato da risposte a quesiti che egli non si è mai posto e a bisogni che non avverte” e il silenzio permette di “riconoscere e focalizzare le domande veramente importanti”. Tra queste quelle “ultime dell’esistenza umana”. “Sono da considerare con interesse le varie forme di siti, applicazioni e reti sociali che possono aiutare l’uomo di oggi a vivere momenti di riflessione e di autentica domanda, ma anche a trovare spazi di silenzio, occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della Parola di Dio”.
Una bambina su 13 non sopravvive oltre i 6 anni di età. Per un membro della Pontificia accademia per la vita “il problema della discriminazione di genere è ancora legato a fattori socioculturali”. Le campagne e i programmi della Chiesa cattolica, “per proteggere e valorizzare la bambina”.
I cattolici polacchi e i loro pastori sono preoccupati per i continui tentativi delle autorità di limitare la presenza della Chiesa e della religione negli spazi pubblici. I tentativi che assomigliano alla politica dei comunisti che volevano “cacciare la Chiesa nelle sacrestie”. Mons. Józef Michalik, a capo della Conferenza Episcopale Polacca, parla apertamente della “cancellazione del pluralismo dei media”, e mons. Wiesław Mering, responsabile del Consiglio della Cultura e della Salvaguardia dell’Eredità Culturale nell’Episcopato ammonisce: “Non si può ignorare la parte cattolica della società, che è la sua parte maggioritaria!”
Non si può accettare che “la porta della fede” resti deserta, né che “il sale diventi insipido” o “la luce sia tenuta nascosta”, ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco nel corso della prolusione con cui ha aperto oggi 23 gennaio, il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
Facendo riferimento alla decisione del Santo Padre di indire l’Anno della fede, il Presidente della CEI ha spiegato che la soglia di quella porta della fede “è mistero e calamita di ogni esistenza, dilemma e dramma, fascinazione e speranza”.
Il presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez, ha rilasciato la seguente dichiarazione in merito alla prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, tenuta in occasione dell’apertura dei lavori del Consiglio Permanente ...
Un numero enorme di cittadini ungheresi, direttamente proporzionale all’elettorato che nella primavera del 2010 ha mandato al governo il primo ministro Viktor Orbán con una maggioranza parlamentare schiacciante, non crede affatto che il Paese magiaro stia assumendo pieghe autoritarie. E per dirlo con chiarezza al mondo quel numero enorme di ungheresi è sceso per le strade di Budapest sabato 21 gennaio. Solo che gran parte del mondo ha guardato altrove.
Si è parlato di un milione di persone in piazza per quella che è stata battezzata, con disarmante semplicità, "Marcia per la pace". Forse è un’esagerazione. Ma anche solo la metà di quella cifra basterebbe a mettere in un cantuccio le manifestazioni anti-Orbán organizzate dalle Sinistra e incapaci di mobilitare altro che poche migliaia di persone.
Un lettore mi scrive: «Il richiamo a questo articolo compare oggi sulla home page di Libero, ed è quindi in una posizione di altissima visibilità, almeno per tutti quelli che, come il sottoscritto, usufruiscono di quel provider di posta elettronica; e siamo tanti».
Mi collego al link inviatomi e vado a vedere. E’ il sito «Libero Viaggi» e ci trovo questo: «Il fenomeno della caccia alle streghe risale alla fine del XV secolo e perdurò fino ai primi decenni del XVIII secolo». Più avanti: «La stessa Chiesa Cattolica ha sempre sostenuto, con documenti più o meno ufficiali, l'esistenza oggettiva di streghe, maghi e stregoni. Era il 5 dicembre 1484: Papa Innocenzo VIII emette la bolla “Summis desiderantes affectibus”, che ordinava di inquisire sistematicamente, per giustiziare le streghe in tutta Europa. Dal 1257 al 1816 l'Inquisizione torturò e bruciò sul rogo milioni di persone. Perché la paura della diversità e l’ignoranza piramidale sono da sempre le peggiori nemiche della religione. E di tutti i credi. Le cacce alle streghe erano intraprese, finanziate ed eseguite dalla Chiesa e dallo Stato. Cinque secoli di terrore, e l’assenso di istituzioni politiche e religiose». Infine, il richiamo a Salem, nel Massachussetts, dove dal 1691 in avanti furono giustiziati parecchi tra presunti stregoni e streghe.
Nell'annuale udienza alla Rota Romana in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, il 21 gennaio, Benedetto XVI ha svolto delle considerazioni molto profonde sul rapporto fra legge positiva e legge naturale che, se si applicano specificamente al diritto canonico, sono però preziose per chiunque si occupi di diritto in generale.
Come fa spesso di questi tempi, il Papa è partito «da uno degli importanti eventi ecclesiali, che vivremo tra qualche mese; mi riferisco all’Anno della fede, che, sulle orme del mio venerato Predecessore, il Servo di Dio Paolo VI [1897-1978], ho voluto indire nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Quel grande Pontefice – come ho scritto nella Lettera apostolica di indizione – stabilì per la prima volta un tale periodo di riflessione "ben cosciente delle gravi difficoltà del tempo, soprattutto riguardo alla professione della vera fede e alla sua retta interpretazione"». La parola «interpretazione» usata dal servo di Dio Paolo VI è significativa, e non si riferisce al solo ambito teologico.
C’è un uomo, in Cina, divenuto cieco quando ancora non aveva compiuto un anno di vita, che ha oggi quarant’anni.
A lui è dedicato il convegno per la vita che si terrà a Roma il 12 maggio 2012 all’università Regina Apostolorum e che tratterà della difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale, preliminarmente a una marcia nazionale per la vita che avrà luogo il giorno seguente lungo le vie della capitale (nel 2011 fu invece dedicata all’eroe pro-life cubano Óscar Elías Bisce).
Chen vive nel villaggio di Dongshigu, nella municipalità di Linyi, nella provincia nord-orientale dello Shandong. Si chiama Chen Guangcheng.
Il problema della Chiesa è la fede. Ieri lo ha ripetuto il presidente della Conferenza Episcopale italiana (Cei), cardinale Angelo Bagnasco, citando Benedetto XVI nella prolusione al Consiglio Permanente della Cei. Vale a dire che ogni fatto che accade, ogni aspetto della realtà, è un’occasione per convertirsi, per sollevare lo sguardo verso Dio – “da dove mi verrà l’aiuto” -, per fare esperienza dell’amore di Cristo.