MaM
Messaggio del 1 marzo 1986:All’inizio della preghiera bisogna essere già preparati: se ci sono dei peccati bisogna riconoscerli per estirparli, altrimenti non si può entrare nella preghiera. Ugualmente, se si hanno preoccupazioni, bisogna affidarle a Dio. Durante la preghiera non dovete sentire il peso dei vostri peccati e delle vostre preoccupazioni. Durante la preghiera i peccati e le preoccupazioni dovete lasciarveli alle spalle.

Notizie dai giornali cattolici



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Dai manuali scolastici abbiamo appreso che, mentre l'Europa gemeva nell'oscura barbarie, la civiltà araba era nello splendore. Dai numeri "arabi" ai logaritmi, tutto quel che comincia per al- (algebra, alchimia, alcool, albicocca...) lo dobbiamo all'islam. Non solo: dato il millenario contrasto tra Roma e Bisanzio, gli europei poterono conoscere l'antica sapienza greca solo ritraducendola dall'arabo. Ora, però, un libro di Sylvain Gouguenheim, docente di storia medievale all'Ecole Normale Supérieure di Lione (Aristote au mont Saint-Michel: les racines grecques de l'Europe chrétienne, ed. Seuil), ribalta tutto: fu la presa di Costantinopoli nel 1453 da parte dei turchi a far fuggire in Europa una valanga di intellettuali greci, che fecero conoscere i classici al mondo latino. Il libro ha creato scalpore, perché fa passare dall'idea che si debba moltissimo all'islam all'idea che non gli si debba proprio niente.
Il processo alla radicale per procurato aborto non si è mai celebrato. Si fece eleggere in Parlamento e fu salvata dall'immunità. Ecco il racconto di una vicenda che si vuole dimenticare.
Il vescovo emerito di Hong Kong commenta la recente dichiarazione dell’Ufficio affari religiosi. Autorità non credenti che vogliono guidare evangelizzazione e pastorale. Vogliono creare uno scisma, si trovino un Lutero o un Enrico VIII. Ma il rigido inverno finirà.
Shi Enhao è stato arrestato settimane fa per avere praticato la sua fede anche contro i divieti della legge. E’ stato condannato senza processo e senza difesa. In Cina è in atto una durissima repressione contro tutti i cristiani “non ufficiali”, che non aderiscono alla Chiesa statale.
Il sacerdote, tra i fondatori di un movimento per la democrazia, che chiede la fine del partito unico, deve scontare una condanna a 8 anni di prigione. Era stato rilasciato lo scorso anno per le sue gravi condizioni di salute.
Chen Guangcheng, classe 1971, è un coraggioso pro-lifer cinese, cieco, che il regime di Pechino detesta come pochi. E, dal suo punto di vista, a ragione. Dal settembre 2005 al marzo 2006 Chen è finito in carcere per aver raccontato alla rivista Time la triste e perfettamente attiva (nonostante le smentite di comodo) politica del figlio unico che il regime neopostcomunista impone alle coppie attraverso l’aborto obbligatorio, pena ritorsioni anche feroci sulle famiglie e sui parenti. A Time Guangcheng aveva illustrato in modo specifico la situazione in cui versa la prefettura di Linyi, nella provincia di Shadong, da lui scrupolosamente monitorata, accusando le autorità governative di essersi macchiate della soppressione in un solo anno di almeno 130mila non-nati nonché della sterilizzazione forzata di un numero enorme di donne. Nel giugno del 2006 la polizia lo ha quindi arrestato nuovamente con l’accusa di aver organizzato manifestazioni di piazza che hanno intralciato il traffico automobilistico. Durante il processo che ne è seguito, agli avvocati di Chen è stato però impedito di presenziare in tribunale e così il pro-lifer si è trovato solo, impossibilitato a vedere, e senza riferimenti, conforti e supporti davanti alla corte. Risultato, il 24 agosto 2006 è stato condannato a quattro anni e tre mesi di detenzioni per danni al patrimonio e disturbo del traffico.
La figura dell’eroico poliziotto Trond Berntsen che affronta disarmato il pluriomicida Anders Behring Breivik per impedirgli di continuare il massacro dei giovani socialdemocratici partecipanti al raduno estivo sull’isola di Utöya diventa il simbolo della Norvegia, questa nazione ai limiti del polo, così arcana e felice, popolata di gente operosa, silenziosa e benestante, appartata ma ugualmente partecipe degli impegni comuni del mondo occidentale, tranquilla, ma coraggiosa mediatrice in sede internazionale, dove la “società aperta”, garantita da una solida democrazia, rifiuta di trincerarsi dietro barricate antiterroristiche e cordoni di polizia armati fino ai denti.
Abolire l’aborto dall’ordinamento giuridico di un Paese qualsiasi è possibile, e il farlo non viola affatto le norme del diritto internazionale, anche se il solo ipotizzarlo cozza contro il pensiero che oggi va per la maggiore praticamente in tutte le istituzioni del mondo occidentale. Lo afferma e lo dimostra con uno studio dettagliato e approfondito l’avvocato Grégor Puppinck che a Strasburgo dirige lo European Centre for Law and Justice - una organizzazione non governativa internazionale dedita alla promozione e alla protezione dei diritti umani in Europa e nel mondo intero - partendo dal caso polacco.
Dodici milioni di persone hanno bisogno di aiuti urgenti in tutto il Corno d'Africa colpito dalla carestia. Nella sola Somalia sono a rischio oltre 3 milioni e mezzo di persone. Per questo la Fao, l'agenzia Onu per l'alimentazione e l'agricoltura, ha ospitato oggi a Roma un’importante riunione ministeriale, che ha visto la presenza dei 121 Paesi membri della Fao e di numerose Ong. Durante l’evento il ministro dell'Agricoltura francese, Bruno Le Maire, promotore dell’iniziativa, ha inoltre annunciato una Conferenza dei donatori ''tra due giorni a Nairobi''.
Si sprecano su internet i messaggi di cordoglio delle star del Rock per la morte di Amy Winehouse. Per non parlare dell’immediato arruolamento compiuto dai media nel cosiddetto Club dei 27, una serie di grandi rocker morti a quell’età, che comprende Jim Morrison, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Brian Jones dei Rolling Stones e, padre di tutti loro e mai citato in questi giorni, il grande bluesman Robert Johnson. Altri più o meno alla stessa età sono stati presi per i capelli e tirati fuori a forza (leggi Eric Clapton) e alcuni hanno perso per sempre la via di casa (Syd Barrett dopo aver fondato i Pink Floyd e Peter Green, anima dei primi Fletwood Mac).
Dunque, se ho capito bene, sono circa ottomila le famiglie che hanno usufruito del «bonus bebé» nel 2005-2006 e ora devono restituirlo per «autocertificazione mendace». Ricordate? Erano mille euro per ogni pargolo nato o adottato, Berlusconi in persona aveva spedito la lettera apposita alla creatura, felicitandosi e indicando l’ufficio postale in cui ritirare l’assegno.
Un po’ di poker per tutti. Nei giorni scorsi un decreto del governo ha stabilito che si possono puntare soldi – e soldi veri, non quelli del Monopoli – giocando a poker sulla rete internet. E insieme al poker, arrivano anche altri giochi d’azzardo. Come tutti i provvedimenti che liberalizzano il male, anche in questo caso lo Stato ostenta il suo lato materno dettando qualche limite: c’è un tetto alla cifra che ogni utente può lasciare sul tavolo. Ma, a parte questa pietosa pecetta, resta la svolta epocale: incoraggiare la gente a spendere tempo e denaro nel gioco d’azzardo, cavandoci sopra dei soldi attraverso le tasse.
Lo scontro in corso fra Irlanda e Santa Sede dopo la pubblicazione, il 13 luglio, del rapporto sugli abusi di minori da parte di sacerdoti della diocesi di Cloyne non ha precedenti nella storia europea recente. Il primo ministro Enda Kenny ha attaccato la Santa Sede in Parlamento in modo durissimo. Il nunzio apostolico è stato convocato dal governo. Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano The Irish Independent, non solo la maggioranza dei parlamentari ma il 72% della popolazione sarebbe favorevole alla rottura delle relazioni diplomatiche con il Vaticano. L'aspetto più grave della vicenda è un progetto di legge che, se approvato, obbligherebbe i sacerdoti a riferire notizie su abusi di minori anche se apprese in confessione: se non lo facessero, rischierebbero cinque anni di prigione.
Lucia e Rebecca hanno un cuore solo. Un cuore solo e fegato e intestino fusi insieme. Due persone in un corpo solo. La vicenda delle piccole gemelline siamesi nate qualche giorno fa all’ospdale Sant’Orsola di Bologna ha suscitato non solo profonda commozione tra medici, operatori sanitari e gente comune, ma anche complicati dilemmi etici. Che fare? Intervenire per dividerle oppure lasciarle unite finché morte - è proprio il caso di dirlo - non le separi? Un rebus ma che forse si può risolvere. Il caso è complesso e qui vogliamo solo offrire qualche criterio di giudizio senza la pretesa di fornire una risposta a quesiti prima accennati che potesse fregiarsi del crisma della verità. Avviciniamoci ora al caso delle due gemelline per gradi, illustrando vari scenari possibili e le relative soluzioni eticamente percorribili.
In base alla documentazione scoperta di recente dagli storici, l'azione diretta di Papa Pio XII salvò la vita di più di 11.000 ebrei a Roma durante la II Guerra Mondiale. Il rappresentante per la Germania della Pave the Way Foundation, lo storico e ricercatore Michael Hesemann, ha scoperto molti documenti originali di grande importanza nella sua ricerca negli archivi della chiesa di Santa Maria dell'Anima, la chiesa nazionale della Germania a Roma. La Fondazione Pave the Way, con base negli Stati Uniti, fondata dall'ebreo Gary Krupp, ha annunciato il ritrovamento dei documenti in una dichiarazione inviata a ZENIT. “Molti hanno criticato Pio XII per essere rimasto in silenzio durante gli arresti e quando i treni lasciarono Roma con 1.007 ebrei che vennero mandati al campo di concentramento di Auschwitz”, ha dichiarato Krupp. “I critici non riconoscono neanche l'intervento diretto di Pio XII per porre fine agli arresti del 16 ottobre 1943”.
La Compagnia di Gesù e la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) lavorano insieme da mesi a una mostra sulle “Reducciones” (Missioni) Gesuitiche del Paraguay. L'esposizione parla del passato e del presente, di come i gesuiti sono stati e sono “inviati alle frontiere, sotto il Romano Pontefice”. Le “reducciones” del Paraguay (1609-1769) erano insediamenti di indios guaraní promossi dai padri della Compagnia di Gesù nelle terre conquistate dal Portogallo e dalla Spagna, con il desiderio di salvaguardare la loro identità di persone e di vassalli della Corona. Gli indios, che vivevano in base ai loro antichi costumi, sulle montagne, in piccoli gruppi molto distanti tra loro, si riunirono per iniziativa dei gesuiti per formare degli insediamenti di circa 5.000 persone ciascuno.
Molti nigeriani sono in grado di citare la Bibbia a memoria, ma non perché si sono messi lì, con il Vangelo, a fissarsi delle parole nella testa. In una popolazione in cui solo il 68% non è analfabeta, non è quello il modo per memorizzare. Allora dove imparano la Bibbia i nigeriani? A Messa. Hanno ascoltato la parola di Dio proclamata nelle loro chiese e l’hanno custodita nei loro cuori. C’è fame della parola di Dio in Africa, afferma padre Mose Adekambi, sacerdote diocesano della diocesi di Porto Nuvue nel Benin.
Una manciata di tende tra la sabbia e il cielo infuocato di luglio della Tunisia: è questo il campo profughi di Shousha affidato all’Unhcr (Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite), uno dei tre allestiti a poca distanza dal confine libico per far fronte alla massa di fuggiaschi generata dal conflitto nel paese del colonnello Gheddafi. Allo scoppio della rivolta, dal confine con la Libia si sono riversati in Tunisia circa 330 mila profughi, in maggioranza cittadini di altri stati africani che lavoravano nel Paese, a cui bisogna aggiungere i 120 mila libici che hanno lasciato le proprie case in attesa di tempi migliori e per i quali le frontiere sono aperte grazie ad un accordo di libera circolazione tra i paesi del Maghreb.
Il traffico illegale di armi ha contribuito a numerose situazioni di sofferenza umana, ed è necessaria una serie di regolamentazioni globali, afferma la Santa Sede. In una dichiarazione preparata per il Terzo Comitato Preparatorio per la Conferenza ONU sul Trattato sul Commercio delle Armi, che ha avuto luogo a New York dall'11 al 15 luglio, la Missione della Santa Sede presso le Nazioni Unite ha espresso sostegno a “una serie di standard concordati a livello internazionale”, che verrà discussa nel corso della Conferenza delle Nazioni Unite sul Trattato sul Commercio delle Armi del prossimo anno.