(1) Questa mattina il mio adorabile Gesù, nell’atto di venire, mi ha detto:
(2) “Come il sole è la luce del mondo, così il Verbo di Dio nell’incarnarsi divenne la luce delle anime, e come il sole materiale dà luce in generale ed a ciascuno in particolare, tanto che ognuno lo può godere come se fosse suo proprio, cosi il Verbo, mentre dà luce in generale è sole per ciascuno in particolare, tanto vero, che questo sole divino ognuno lo può tenere con sé come se fosse solo”.
(3) Chi può dire quello che comprendevo su di questa luce ed i benefici effetti che ridondano nelle anime che tengono questo sole come se fosse loro proprio? Mi pareva che l’anima, possedendo questa luce, mette in fuga le tenebre, come il sole materiale col spuntare sul nostro orizzonte mette in fuga le tenebre della notte. Questa luce divina, se l’anima è fredda, la riscalda; se è nuda di virtù, la rende feconda; se inondata dal morbo pestifero della tiepidezza, col suo calore assorbe quell’umore cattivo; in una parola, per non andare troppo per le lunghe, questo sole divino, introducendo nel centro della sua sfera, ricopre l’anima con tutti i suoi raggi e giunge a trasformare l’anima nella sua stessa luce.
(4) Dopo ciò, siccome io mi sentivo tutta affranta, Gesù, volendomi ristorare mi ha detto:
(5) “Questa mattina voglio dilettarmi in te”.
(6) Ed ha incominciato a fare i suoi soliti stratagemmi amorosi.