MaM
Messaggio del 2 agosto 1981:Su richiesta dei veggenti, la Madonna concede che tutti i presenti all’apparizione possano toccarle il vestito, il quale alla fine rimane imbrattato: «Coloro che hanno sporcato il mio vestito sono quelli che non sono in grazia di Dio. Confessatevi frequentemente. Non lasciate che nella vostra anima rimanga a lungo anche soltanto un piccolo peccato. Confessatevi e riparate i vostri peccati».

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 3-48 Marzo 9, 1900 La grazia è come il sole.

(1) Trovandomi un po’ turbata sopra una cosa che non è qui necessario il dirlo, la mia mente voleva andare vagando per assicurarsi sulla mia turbazione e così restarmene in pace, ma il benedetto Gesù volendomi contraddire il mio volere, m’impediva che io potessi vedere ciò che volevo, e siccome io insistevo di voler vedere, mi ha detto:

(2) “Perché vuoi andare vagando? Non sai tu che chi esce dalla mia Volontà esce dalla luce e si confina nelle tenebre?”

(3) E volendomi quasi distrarre da ciò che io volevo, mi ha trasportato fuori di me stessa, e cambiando discorso ha soggiunto:

(4) “Vedi un po’ quanto mi sono ingrati gli uomini. Come la luce del sole riempie tutta la terra, da un punto all’altro, in modo che non vi è terra che non goda il beneficio della sua luce, non vi è persona che può lamentarsi d’essere priva dei suoi benefici influssi, tanto vero che il sole, investendo tutto l’universo, per poter dare luce a tutti, lo prende come in sua mano, solo può lamentarsi di non godere della sua luce chi sfuggendo dalla sua mano va a nascondersi in luoghi tenebrosi; eppure il sole continuando il suo caritatevole uffizio, non lascia da mezzo le sue dita di mandargli qualche spiraglio di luce; così la mia grazia è un’immagine del sole, che dappertutto inonda le gente, poveri e ricchi, ignoranti e dotti, cristiani ed infedeli, nessuno, nessuno può dire di esserne privo, perché la luce della verità e l’influsso della mia grazia riempie la terra, e più del sole nel suo pieno meriggio. Ma qual è la mia pena nel vedere le gente che, traversando questa luce ad occhi chiusi ed affrontando la mia grazia col torrente pestifero della loro iniquità, fuorviano da questa luce e volontariamente vivono in luoghi tenebrosi, in mezzo a nemici crudeli? Essi sono esposti a mille pericoli, perché non avendo luce, non possono conoscere chiaramente se si trovano in mezzo ad amici o nemici e sfuggire dai pericoli che li circondano.

(5) Ah! se il sole avesse ragione, e dagli uomini si potesse fare questo affronto alla sua luce, e che taluni giungendo a tale ingratitudine, che per indispettire e non vedere il suo chiarore, si cavassero gli occhi, e così restano più sicuri di vivere nelle tenebre, ahi! il sole invece di mandare luce, manderebbe lamenti e lacrime di dolore, da mettere sossopra tutta la natura! Eppure, ciò che si avrebbe orrore di rendere alla luce naturale, gli uomini giungono a tale eccesso, di affrontare in tal modo la mia grazia. Ma la mia grazia, sempre benigna con loro, in mezzo alle stesse tenebre ed alla follia della loro cecità, manda sempre barlumi di luce, perché la mia grazia mai lascia nessuno, ma l’uomo volontariamente se ne esce da essa, e la grazia non avendolo in sé, cerca di seguirlo coi barlumi della sua luce”.

(6) Mentre ciò diceva, il dolce Gesù era estremamente afflitto, ed io facevo, per quanto potevo, per consolarlo, pregandolo di versare in me le sue amaritudini, e Lui ha soggiunto:

(7) “Compatisci se ti sono causa di afflizione, perché di tanto in tanto mi sento tutta la necessità di sfogare in parole il mio dolore sulla ingratitudine degli uomini con le anime mie dilette, per muovere i loro cuori a ripararmi in un tanto eccesso, ed a compassione degli stessi uomini”.

(8) Ed io: “Signore, quello che vorrei è che non mi risparmiate di partecipare alle vostre pene”. E volendo io più dire, mi è scomparso e sono ritornata in me stessa.