(1) Questa mattina, trovandomi fuori di me stessa, ho dovuto girare e rigirare per trovare il benedetto Gesù. Per fortuna sono entrata dentro d’una chiesa e l’ho trovato sopra d’un altare dove si celebrava il divino sacrificio. Subito ho corso e me l’ho abbracciato dicendogli: “Finalmente vi ho trovato! Mi avete fatto tanto girare fino a stancarmi, e Voi stavate qui”. E Lui guardandomi serio, non con la solita sua benignità, mi ha detto:
(2) “Questa mattina mi sento molto amareggiato e mi sento tutta la necessità di mettere mano ai castighi per sgravarmi”.
(3) Io subito: “Caro mio, non è niente, rimedieremo subito, verserete in me le vostre amarezze e così lascerete sgravato, non è vero?”
(4) E Lui, condiscendendo al mio dire, ha versato in me le sue amarezze. Dopo poi, tutta stringendomi a Lui, come se si fosse liberato da un grave peso, ha soggiunto:
(5) “L’anima conformata al mio Volere si sa tanto infiltrare nella mia potenza, che giunge a legarmi tutto ed a suo piacere mi disarma come vuole. Ah! tu, tu, quante volte mi leghi!”
(6) E mentre cosi diceva ha preso il suo solito aspetto dolce e benigno.