(1) Dopo aver passato giorni amarissimi di privazione, il mio povero cuore lottava tra il timore d’averlo perduto e la speranza, chi sa potessi di nuovo rivederlo. Oh! Dio, che guerra sanguinolenta ha dovuto sostenere questo povero mio cuore! Era tanta la pena che or si agghiacciava ed or era premuto come sotto d’un torchio e gocciolava sangue. Mentre mi trovavo in questo stato, mi sono sentita vicino il mio dolce Gesù, che togliendomi un velo che m’impediva di vederlo, finalmente ho potuto vederlo. Subito gli ho detto: “Ah! Signore, non mi vuoi più bene!”
(2) E Lui: “Si, si, quel che ti raccomando è la corrispondenza alla mia grazia, e per essere fedele dev’essere come quell’eco che risuona dentro d’un vuoto, che non appena incomincia ad emettersi la voce, subito, senza il minimo indugio si sente rimbombare l’eco appresso. Così tu, non appena incominci a ricevere la mia grazia, senza neppure aspettare che la compisca di dare, subito incomincia l’eco della tua corrispondenza”.