(1) Stavo pensando tra me: Chi sa quanti spropositi, quanti errori contengono queste cose che scrivo! In questo mentre, mi sono sentita perdere i sensi, ed è venuto il benedetto Gesù e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, anche gli errori gioveranno, e questo a far conoscere che non c’è nessun artifizio da parte tua, né che tu sei qualche dottore, ché se ciò fosse, tu stessa avresti avvertito dove erravi, e questo pure farà risplendere di più che sono Io che ti parlo, vedendo la cosa alla semplice; ma però t’assicuro che non troveranno l’ombra del vizio e cosa che non dica virtù, perché mentre tu scrivi, ti sto Io stesso guidando la mano; al più potranno trovare qualche errore a primo aspetto, ma se la rimireranno ben bene, vi troveranno la verità”.
(3) Detto ciò è scomparso, ma dopo qualche ora di tempo è ritornato, ed io mi sentivo tutta titubante ed impensierita sulle parole che mi aveva detto, e Lui ha soggiunto:
(4) “Il mio retaggio è la fermezza e la stabilità; non sono soggetto a mutamento alcuno, e l’anima, quanto più si avvicina a Me e s’inoltra nella via delle virtù, tanto più si sente ferma e stabile nell’operare il bene, e quanto più sta da Me lontana, tanto più sarà soggetta a mutarsi ed a traballare, ora al bene ed ora al male”.