(1) Questa mattina il mio caro Gesù non ci veniva; dopo molti stenti, quando appena l’ho visto, ed io lamentandomi con Lui della sua tardanza gli ho detto: “Signore benedetto, come così tardi, vi siete forse dimenticato che non posso stare senza di Voi, o forse perduta la tua grazia, che non ci venite?” E Lui, interrompendo il mio dire lamentevole mi ha detto:
(2) “Figlia mia, sai tu che cosa fa la mia grazia? La mia grazia rende felice l’anima dei beati comprensori, e rende felice l’anima dei viatori, con questa sola differenza, che i comprensori beandosi e deliziandosi, e i viatori lavorando e mettendola a traffico. Sicché, chi possiede la grazia ritiene in sé stessa il paradiso, perché la grazia non è altro che possedere Me stesso, ed essendo Io solo l’oggetto incantevole che incanta tutto il paradiso, e che formo tutti i contenti dei beati, l’anima possedendo la grazia, dovunque si trova possiede il suo paradiso”.