(1) Questa mattina il mio amabile Gesù è venuto e mi ha trasportato fuori di me stessa, dentro d’una chiesa ed è scomparso, ed io sono lasciata sola. Ora, trovandomi alla presenza del Santissimo Sacramento, ho fatto la mia solita adorazione; ma mentre ciò facevo, mi pareva che fossi divenuta tutt’occhi, per vedere se potevo scorgere il dolce Gesù. In questo mentre, l’ho visto sopra dell’altare, da bambino, che mi chiamava con la sua graziosa manina. Chi può dirne il contento? Ho volato da Lui, e senza pensare ad altro, l’ho stretto fra le mie braccia e l’ho baciato, ma nell’atto di fare ciò, ha preso un aspetto serio, e mostrava di non gradire i miei baci ed ha incominciato a respingermi. Io, ciò non curando, seguitavo e gli ho detto: “Carino mio, bello, l’altro giorno volesti Tu sfogarti con me, coi baci e con gli abbracci, ed io ti diedi tutta la libertà; oggi voglio teco sfogarmi anch’io; deh! dammi la libertà”. Ma Lui seguitava a respingermi e vedendo che io non cessavo, mi è scomparso. Chi può dire quanto sono lasciata mortificata ed impensierita nel trovarmi in me stessa? Ma dopo poco è ritornato ed io volendo chiedergli perdono delle mie impertinenze, mi ha perdonato col volersi lui sfogarsi con me, e mentre mi baciava mi ha detto:
(2) “Diletta del cuor mio, la mia Divinità abita in te abitualmente, e siccome tu vai inventando nuove cose come farmi deliziare con te, così Io, per renderti la pariglia, uso nuovi modi come farti deliziare con Me”.
(3) Con ciò ho capito che è stato uno scherzo che Gesù voleva fare.