(1) Questa mattina il mio adorabile Gesù, dopo che mi ha fatto per qualche tempo aspettare, è venuto dicendomi:
(2) “Figlia mia, questa mattina voglio uniformarti tutta a Me: Voglio che pensi con la mia stessa mente, che guardi coi miei stessi occhi, che ascolti con le mie stesse orecchie, che parli con la mia stessa lingua, che operi con le mie stesse mani, che cammini coi miei stessi piedi e che mi ami col mio stesso Cuore”.
(3) Dopo ciò, Gesù univa i suoi sensi, nominati di sopra, ai miei e vedevo che mi dava la sua stessa forma; non solo, ma mi dava la grazia di farne quell’uso che ne fece Lui stesso e poi ha seguitato a dire:
(4) “Grazie grandi Io verso in te, ti raccomando a saperle conservare”.
(5) Ed io: “Temo assai oh mio diletto Gesù nel conoscermi tutta piena di miserie, e che invece di far bene faccio cattivo uso delle grazie vostre. Ma quel che più mi fa temere, è la lingua, che spesso mi fa sdrucciolare nella carità del prossimo”.
(6) E Gesù: “Non temere, t’insegnerò Io stesso il modo che devi tenere a parlare col prossimo.
(7) La prima cosa, quando ti si dice qualche cosa che riguarda il prossimo, getta uno sguardo sopra te stessa ed osserva se tu sei colpevole di quel stesso difetto, ed allora il voler correggere è un voler indignare Me e scandalizzare il prossimo.
(8) La seconda: Se tu ti vedi libera di quel difetto, allora sollevati, e cercherai di parlare come avrei parlato Io; così parlerai con la mia stessa lingua. Facendo così, mai difetterai nella carità del prossimo, anzi, coi tuoi discorsi farai bene a te, al prossimo ed a Me mi darai onore e gloria”.