(1) Mentre questa mattina il mio dolce Gesù è venuto, mi ha trasportato fuori di me stessa ed è scomparso, ed avendomi lasciato sola, ho visto che dal cielo scendevano come due candelabri di fuoco e che poi, dividendosi in tanti pezzi, si formavano tanti fulmini e grandine che scendevano in terra e facevano strazio grandissimo sulle piante e sugli uomini. Era tanto l’orrore e la cattività del temporale, che non si poteva neppure pregare e le persone non potevano giungere a ritirarsi alle proprie case. Chi può dire quanto sono restata spaventata? Onde mi sono messa a pregare per placare il Signore, e Lui ritornando, ho visto che in mano portava come una bacchetta di ferro e alla punta una palla di fuoco e mi ha detto:
(2) “La mia giustizia è lungamente trattenuta e con ragione vuole vendicarsi contro le creature, mentre loro hanno ardito di distruggere in loro ogni giustizia. Ah! si, niente di giusto trovo nell’uomo; si è tutto contraffatto, nelle parole, nelle opere e nei passi, tutto è inganno, tutto è frode, tutto è ingiusto, sicché penetrando nel cuore, interno ed esterno, non è altro che una sentina di vizi. Povero uomo, come ti sei ridotto!”
(3) Mentre così diceva, la bacchetta che teneva in mano la dimenava in atto di ferire l’uomo. Io gli ho detto: “Signore, che fai?”
(4) E Lui: “Non temere, vedi, questa palla di fuoco che farà fuoco, e non colpirà che i cattivi, i buoni non ne riceveranno nocumento”.
(5) Ed io ho soggiunto: “Ah, Signore! chi è buono? Tutti siamo cattivi, vi prego di non guardare a noi, ma alla vostra infinita misericordia, e così resterete placato per tutti”. Dopo ciò ha soggiunto:
(6) “Figlia della giustizia è la verità. Come sono Io Verità eterna che non inganno né mi possono ingannare, così l’anima che possiede la giustizia fa rilucere in tutte le sue azioni la verità; quindi, conoscendo per esperienza la vera luce della verità, se qualcuno vuole ingannarla, alla mancanza di quella luce che avverte in sé, subito conosce l’inganno, onde avviene che con questa luce della verità non inganna sé stessa, né il prossimo, né può ricevere inganno.
(7) Frutto che produce questa giustizia e questa verità, è la semplicità, un’altra qualità dell’Essere mio, l’essere semplice, tanto che penetro ovunque, non ci è cosa che possa opporsi a farmi penetrare dentro, penetro nel Cielo e negli abissi, nel bene e nel male; ma l’Essere mio semplicissimo, penetrando anche nel male non s’imbratta, anzi non ne riceve il minimo adombramento. Così l’anima, con la giustizia e con la verità, raccogliendo in sé questo bel frutto della semplicità, penetra nel Cielo, s’introduce nei cuori per condurli a Me, penetra in tutto ciò che è bene e trovandosi coi peccatori a vedere il male che fanno, non resta imbrattata, perché essendo semplice subito si sbriga, senza ricevere nocumento alcuno. E’ tanto bella la semplicità, che il mio cuore resta ferito ad un solo sguardo d’un anima semplice, è di ammirazione agli angeli e agli uomini”.