(1) Questa mattina, il mio adorabile Gesù è venuto in un aspetto tutto ammirabile e misterioso, portava una catena al collo pendente su tutto il petto, da una parte si vedeva come un arco, dall’altra parte della catena come un turcasso pieno di pietre preziose e di gemme che dava un ornamento dei più belli al petto del mio dolce Gesù, e con una lancia in mano. Mentre stava in questo aspetto mi ha detto:
(2) “La vita umana è un giuoco; chi gioca il piacere, chi il denaro e chi la propria vita e tanti altri giuochi che fanno. Anch’Io mi diletto di giocare con le anime, ma quali sono questi scherzi che faccio? Sono le croci che invio, se le ricevono con rassegnazione e me ne ringraziano, Io mi ricreo e scherzo con loro, compiacendomi immensamente, ricevendone grande onore e gloria ed a loro faccio fare dei più grandi acquisti”.
(3) Nell’atto di dire ciò, ha incominciato a toccarmi con la lancia, dall’arco e dal turcasso, già tutte quelle pietre preziose che dentro conteneva, uscivano fuori e si cambiavano in tanti croci e saette che ferivano le creature. Certune, ma in numero scarsissimo, ne gioivano, se le baciavano e Lo ringraziavano e venivano a formare un giuoco con Gesù; altri poi le prendevano e le gettavano in faccia a Gesù, oh! come ne restava afflitto Gesù e che gran perdita facevano quelle anime! Poi Gesù ha soggiunto:
(4) “Questa è la sete che gridai sulla croce, che non potendo dissetarla allora interamente, mi compiaccio di continuare a dissetarla nelle anime dei miei cari che soffrono. Quindi, soffrendo, vieni a dare un ristoro alla mia sete”.
(5) Ritornando altre volte e pregandolo che liberasse il confessore che soffriva, mi ha detto:
(6) “Figlia mia, non sai tu che il marchio più nobile che posso imprimere nei miei cari figli è la croce?”