(1) Continua ancora a farsi vedere che vuole castigare, io l’ho pregato che volesse versare in me le sue amarezze e che volesse risparmiare tutto il mondo e se questo non fosse possibile, almeno quelli che mi appartengono ed il mio paese. A questa intenzione pareva che si unisse pure l’intenzione del confessore, così pareva che Gesù, vinto dalle preghiere, ha versato un poco dalla sua bocca, ma non quella tazza detta disopra. Questo poco che ha versato, pareva che lo faceva per risparmiare in qualche modo il mio paese, che non in tutto e quelli che mi appartengono.
(2) Io però questa mattina sono stata causa di fare affliggere Gesù. Siccome dopo versato l’ho visto più calmo, senza pensarci gli ho detto: “Amabile mio Gesù, vi prego a liberarmi dal fastidio che do al confessore, di farlo venire ogni giorno, che costa a Voi il liberarmi e che Voi stesso mi mettete nelle sofferenze e Voi stesso mi liberate? Certo che vi costa niente e se volete, tutto potete”. Mentre ciò gli dicevo, Gesù faceva un volto tanto afflitto, che quella afflizione me la sentivo penetrare fin nell’intimo del mio cuore e senza dirmi parola è scomparso. Come sono lasciata mortificata, lo sa solo il Signore, pensando specialmente ancora più non ci veniva, ma poco dopo è ritornato, ma con maggiore afflizione, portando un volto tutto gonfio e pieno di sangue, che allora allora gli avevano fatto quelle offese, Gesù tutto mesto, ha detto:
(3) “Vedi quello che mi hanno fatto, come tu dici che non vuoi che castighi le creature? Sono necessari per umiliarle e non farle imbaldanzire di più.