MaM
Messaggio del 29 marzo 1984:Figli miei, voi dovete essere di un animo speciale quando vi recate a messa. Se voi foste consapevoli di chi andate a ricevere, saltereste di gioia nell’avvicinarvi alla comunione.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 2-3 Marzo 13, 1899 La carità non è altro che lo sbocco del Essere Divino. Tutto il creato parla dell’amore di Dio verso l’uomo e gli insegna il modo come deve amarmi.

(1) Questa mattina il diletto Gesù non si faceva vedere secondo il solito, tutto affabilità e dolcezza, ma severo, la mia mente me la sentivo in un mare di confusione e l’anima mia tanto afflitta ed annichilita, specialmente per i castighi visti nei giorni passati, vedendolo in quell’aspetto non ardivo dirgli niente; ci guardavamo, ma in silenzio. Oh! Dio, che pena. Quando in un momento ho visto anche il confessore e Gesù mandando un raggio di luce intellettuale ha detto queste parole:

(2) “Carità, la carità non è altro che uno sbocco dell’Essere Divino, e questo sbocco l’ho diffuso su tutto il creato, dimodochè tutto il creato parla dell’amore che porto all’uomo, e tutto il creato insegna il modo come deve amarmi; cominciando dall’essere più grande fino al più piccolo fiorellino del campo, vedi, dice all’uomo: “Col mio soave odore e con lo starmi sempre rivolto al cielo, cerco di mandare un omaggio al mio Creatore; anche tu, fa che tutte le tue azioni siano odorose, sante, pure, non fare che col cattivo odore delle tue azioni offenda il mio Creatore”. Deh! oh uomo, ci ripete il fiorellino: “Non essere così insensato di tener l’occhio fisso alla terra, ma alzalo al Cielo, vedi, lassù è il tuo destino, la tua patria, lassù il mio e tuo Creatore che ti aspetta”. L’acqua che continuamente scorre sotto i nostri occhi ci dice ancora: “Vedi, dalle tenebre sono uscita e tanto devo scorrere e correre, fin quando che giungerò a seppellirmi nel luogo donde uscii, anche tu, oh! uomo, corra, ma corra nel seno di Dio da dove uscisti, deh! ti prego, non correre le vie storte, le vie che menano al precipizio, altrimenti, guai a te!” Anche le bestie più selvatiche ci ripetono: “Vedi oh! uomo come devi essere selvatico per tutto ciò che non è Dio; vedi, quando noi vediamo che qualche uno si avvicina a noi, coi nostri ruggiti mettiamo tanto spavento che nessuno ardisce d’avvicinarsi più, di disturbare la nostra solitudine, anche tu, quando il lezzo delle cose terrene, ossia le tue passioni violente, stiano per farti infangare e farti cadere nel precipizio delle colpe, coi ruggiti della tua preghiera e col ritirarti dalle occasioni in cui ti trovi, sarai salvo da ogni pericolo”. Così di tutti gli altri esseri, che dirli tutti sarebbe troppo lungo, ad unanime voce risuonano fra loro e ci ripetono: “Vedi, oh! uomo, per amor tuo ci ha creato il nostro Creatore e tutti a tuo servizio ne stiamo, e tu non essere tanto ingrato, ama, ti prego, ama, ti ripeto, ama il nostro Creatore”.

(3) Dopo di ciò, il mio amabile Gesù mi disse: “Questo è il tutto che voglio: Amare Dio ed il prossimo per amor mio. Vedi quanto ho amato l”uomo, ed esso è tanto ingrato; come vuoi tu che non li castighi?

(4) Nell’atto stesso mi parvi di vedere una grandine terribile ed un terremoto che deve fare notabile danno, fino a distruggere le piante e gli uomini. Allora, con tutta l’amarezza dell’anima mia gli ho detto: “Mio sempre ed amabile Gesù, perché tanto adesso sdegnato? Se l’uomo è ingrato, non è tanta la malizia quanto la debolezza. Oh! se vi conoscessero un poco, come starebbero umili e palpitanti, perciò, placatevi. Almeno vi raccomando Corato e quelli che a me appartengono”.

(5) Nell’atto di dire così mi pareva che anche a succedere qualche cosa, a confronto di quello che succederà negli altri paesi, sarà niente.