La pia suora era occupata già da quattordici giorni in favore delle povere anime con esercizi di devozione, qualche preghiera, elemosina, sacrificio e lavori spirituali. Tutto quello che ella ebbe a patire lo fece con la più grande pazienza. Così raccontò: Sono andata di nuovo nel Purgatorio, con i Santi. I luoghi di penitenza delle anime, come già vidi, non sono tutti eguali e non si trovano solo in un unico posto, ma sono molti e molto diffusi e diversi tra di loro, le anime vengono distribuite secondo le condizioni e le azioni che hanno compiuto sulla terra. Per questo motivo ero costretta a spostarmi da un luogo all’altro per visitarle. La via che percorsi per giungere a questi diversi posti passava su mari, ghiacciai, neve e nuvole. Spesso credetti di discendere e girare intorno alla terra. I Santi mi affiancavano librandosi leggermente nell’aria, nuvole luminose facevano loro da base. Gli strali di luminoso splendore proveniente dai Santi si differenziano l’uno dall’altro sia per il tipo di energia e anche per il colore, in relazione alla specie dell’azione di conforto recati nella vita terrena. Paragono spesso le sofferenze e i sacrifici dei Santi con quelle di Gesù per le anime.
Siccome vedo in alcuni luoghi dove soggiornano le anime, determinate grazie, simboleggiate dalla frutta, non posso che paragonarle ad una specie di giardini che sono sulla terra. Vedo anche molte mancanze di diversa specie, come pene, disgrazie e mancanza d’amore. Quando giungo in tali luoghi scorgo un raggio di luce che cade in un punto, oppure un tramonto intorno all’orizzonte, alcuni di questi non sono i più belli, in nessuno si vede il cielo blu ed è dappertutto più o meno grigio e oscuro. Le anime sono raggruppate tutte insieme per la grande paura, vivono o in posti profondi e oscuri oppure in altri più alti e chiari; in altri ancora ci sono anche anime di diversa origine, le quali durante la permanenza sulla terra erano unite e attendono di riunirsi tutte insieme quando il processo di purificazione le avrà portate tutte allo stesso grado. In qualche alto luogo, poi, la luce è di un colore determinato per es. grigia, rossa. Veramente difficile è descrivere con quanta gioia e consolazione viene accolta la salvezza delle anime da chi resta. Ci sono anche altri posti dove le anime hanno un migliore o un minore grado di elevazione, isole dove anime di donne lavorano e piantano frutta e conducono chiatte sui fiumi, come già avevo visto. Queste anime sono in un grado migliore di altre ma non possono agire molto per le altre. Un aspetto figurato, sotto molto punti realistico, lo rende la frutta, poiché la stessa ha una natura debole e spesso senza abbastanza forza e non ancora matura per dare ai più poveri un conforto. Vidi anche che le anime liberate passavano dai più bassi gradi a migliori condizioni, e potevano mutarsi e portar sollievo e grande grazia con la preghiera. Ebbi pure l’immagine di luoghi dove soggiornavano anime in attesa di terminare la loro purificazione, perché la loro santità non era ancora maturata, mentre sulla terra, invece, erano già state santificate. In altre visioni, visitai molti luoghi e chiese e suffragai con Messe e orazioni. Mi vidi a Roma nella chiesa di San Pietro presso preti distinti, voglio dire cardinali, in quest’occasione si sarebbero dovute leggere sette Messe per determinate anime e io non so più perché questo proposito non fu realizzato. Quando tali Messe vennero lette vidi delle anime grigie ed oscure, come abbandonate, avvicinarsi all’altare e parlare come delle affamate:
“non venivamo nutrite da lungo tempo”. Penso che con queste parole facessero riferimento alle Messe fondate (missa fundata), le quali erano cadute in dimenticanza. La dimenticanza e l’abolizione della fondazione delle Messe in suffragio delle anime, come la vedo io, è un’indescrivibile crudeltà e un furto alle più povere anime.
Non vidi nessuna persona vivente sulla mia via, incontrai solo anime, Angeli e Santi, e vidi l’effetto di molte preghiere; ho portato in questi giorni molta gente alla confessione e alla Chiesa, da sole non l’avrebbero fatto».
La pia suora Emmerich si dedicava tutto il giorno alla preghiera per le povere anime, pregava recitando l’ufficio dei morti e sudava, cacciando dal petto tanto sangue che fuoriusciva dal vestito. Quando il “pellegrino” fu di ritorno al suo capezzale la trovò irrigidita nella preghiera. Restò così ancora per circa mezz’ora, fino a che entrò il confessore nel soggiorno, allora si mosse per andare incontro al Padre confessore, con fare sicuro e come una persona sana, e gettandosi ai suoi piedi fece per baciarglieli. In un primo momento il confessore rimase stupito e non voleva permetterlo, ma poi avendo capito che per lei era molto importante la lasciò fare. Più tardi essa pregò in ginocchio per la benedizione di tutte le anime, poi si alzò e con rapidi passi ritornò al suo posto. Il sudore le colava dalla fronte e il suo volto aveva preso un’espressione serena, era entrata in un’estasi profonda. Il giorno seguente quando il “pellegrino” le raccontò l’accaduto, Suor Emmerich non ricordava chiaramente l’accaduto (lo stato in cui era non glielo permetteva). Mi spiegò allora che i bambini morti appena battezzati l’avevano pregata di baciare i piedi al Padre confessore e supplicare per le sue benedizioni.
«Ricordo che per me fu un momento molto difficile quando ricevetti il rifiuto, sentii di non essere stata compresa interamente. Credo che egli desse le sue benedizioni .non molto convinto nella forza delle stesse, perciò ebbi molto da pregare nella notte.