MaM
Messaggio del 25 maggio 2018:Cari figli! In questo tempo inquieto vi invito ad avere più fiducia in Dio che è il Padre vostro nei cieli e che mi ha mandato per condurvi a Lui. Voi, aprite i vostri cuori ai doni che Lui desidera darvi e nel silenzio del cuore adorate mio Figlio Gesù, che ha dato la Sua vita affinché viviate nell'eternità dove desidera condurvi. La vostra speranza sia la gioia dell'incontro con l'Altissimo nella vita quotidiana. Per questo vi invito: non trascurate la preghiera perché la preghiera fa miracoli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Beata Anna Katharina Emmerick - La chiesa sofferente

Dovetti lavorare in alcune vigne, dove il maligno aveva assunto l’aspetto del gelo e le ricopriva. Giunsi per questo lavoro a Coblenza, dove lavorai con molta fatica in tre vigne. Siccome pensavo di rivolgermi alle povere anime, vidi venirmi incontro nove figure con nove fardelli sulle spalle. Una decima aveva deposto il suo fardello ed era subito andata via, adesso toccava a me portare questo peso sulle spalle, legato fin sotto le braccia e con le altre nove figure presi a salire diretta verso levante. La via era scivolosa e non normale, entrambi i lati erano avvolti dalla notte e dalla nebbia. Non potevo più andare avanti per il grande peso, allora mi apparve sulla via una panca dove potei deporre il fardello. In quest’ultimo c’era l’uomo dalla grande figura affondato nel fango, mostratami da sant’Ignazio un paio di giorni prima. Venni a sapere che tale figura era uno degli ultimi principi elettori di Colonia, egli infatti aveva anche un cappello da principe elettore fissato sotto il braccio. Mi sembrò che gli altri nove portatori fossero messaggeri che trasportavano i loro principi, il decimo non era più in grado di portare quel peso e l’aveva lasciato per terra. Sempre salendo giungemmo finalmente ad un luogo meraviglioso, dove degli spiriti erano a guardia di una torre, i nove furono lasciati passare ma il mio fardello mi venne tolto e portato in custodia, mentre io venni guidata in un alto terrapieno ricolmo di fiori. Da lì scorsi altri terrapieni e colline con innumerevoli figure di principi, re, vescovi e gente di tutte le specie, in modo particolare coloro che erano dediti alla servitù, tutti lavoravano.

Alcuni principi portavano le corone sotto le braccia, i più cattivi le avevano alle gambe, questi dovevano lavorare nei terrapieni con gli scavi e le carriole, arrampicarsi, ecc. Vidi caderne molti dai terrapieni e poi nuovamente risalire. Le anime dei servi dovevano spingere al lavoro i loro padroni di un tempo. Vidi sopra di me solo il cielo e sotto, a destra e sinistra, i lavoratori circondati da un’infinità di acqua. Io ero tra alcuni alberi. Mi venne mostrato un altro luogo dove si trovavano solo donne in attesa, la mia guida mi disse che avrei dovuto raggiungerle e passare perciò dall’altra parte. Siccome non sapevo da dove entrare mi disse: “Come tu credi opportuno!” Ispirandomi alla mia fede pensavo semplicemente di passare dall’altra parte sull’acqua, servendomi di un panno, ma mi passò davanti improvvisamente una zattera, salii e senza remare passai dall’altra parte. La mia guida volò sopra di me sull’alta marea. Tale grande luogo di soggiorno era quadrangolare e c’erano anime di donne di tutte le specie, anche quelle di suore e altre anime che avevo conosciuto già sulla terra. Queste avevano tanti giardini da coltivare.

Le serve davano il comando alle padrone di un tempo. Queste abitavano in capanne di frasche. Ai quattro angoli del grande locale di soggiorno volteggiavano in aria quattro spiriti guardiani, i quali avevano appeso ai rami degli alberi più alti quattro piccole guardiole. Le anime avevano piantato alcuni alberi di frutta, ma non era ancora matura, perché c’era molta nebbia e un cielo molto basso, pigiato quasi sulla terra. Tutto il loro lavoro veniva ricevuto da altre anime che erano piccole e di cattivo aspetto, e le vidi camminare sulle montagne di ghiaccio. Costoro caricavano, a loro volta, la frutta sulle zattere e la inviavano a quella gente che la selezionava di nuovo e, quella scelta, l’inviava agli altri luoghi di soggiorno. Le anime che soggiornavano sulle montagne di ghiaccio erano quelle delle popolazioni non cristiane, ancora semiselvagge. Le donne mi domandarono quale anno era adesso sulla terra e in che modo si vive. Io riflettei prima e poi dissi che sulla terra si compivano molti peccati e perciò solo poche di loro avrebbero scelto di andarci. Non mi ricordo più cos’altro feci in questo luogo.

Il ritorno fu fatto, sempre in discesa, attraverso stretti sentieri, vidi in modo pronunciato le estremità della terra, e mi apparvero fiumi come fili argentati e mari come specchi; riconobbi pure boschi e città e giunsi finalmente giù, alle foci del Gange. Quando mi volsi indietro e guardai da dove ero venuta, quella via mi apparve come uno stretto raggio che si perdeva come una piccola fiamma nel sole. Vidi i buoni indiani pregare davanti alla croce, avevano solo un tipo di chiesa nella vegetazione fitta di fogliame; era molto bella e si celebrava la santa Messa. Da lì continuano attraverso la Persia, e poi verso il luogo dove Gesù venne crocefisso. In questo luogo non c’erano più i begli alberi di frutta e anche le tracce della vite che il Signore piantò. Proseguii verso l’Egitto e attraverso l’Abissinia, librandomi sull’acqua giunsi in Sicilia dove vidi molti luoghi devastati e abbandonati. Attraversai le montagne e raggiunsi una località poco lontana da Roma. Qui, in una pianura sabbiosa vidi un bosco di abeti un gruppo di rapinatori che volevano assalire un mulino nelle vicinanze. Quando io e la mia guida ci avvicinammo a loro, uno di questi venne preso da un grande timore e disse agli altri: “Mi sento come se qualcuno ci inseguisse”, allora tutti scapparono via.
Da questo lungo viaggio mi sento affaticata e piena di dolori per il carico pesante delle pene delle anime incontrate. Ho visto e fatto tantissime cose, non le ricordo tutte».